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Tocca a te

Inviato: giovedì 5 novembre 2015, 23:35
da Veronica Cani
TOCCA A TE

«Tocca a te» avevano constatato in tono monocorde, mentre lo guardavano con la stessa faccia terrea che possedeva anche lui. Avevano appena finito di fare la conta per stabilire l’ordine con cui sarebbero usciti dalla galleria, qualora i soccorritori fossero riusciti a salvarli. E a Edison era toccato l’ultimo posto.
Il primo giorno, quand’era crollato il tetto della miniera intrappolandoli, erano più che sicuri che sarebbero morti, a quella profondità. Ma Edison, che era il più giovane e il più agile, aveva guidato i suoi compagni fino a una sacca d’aria, in un cunicolo secondario, in cui avevano trovato viveri sufficienti a garantire la loro sopravvivenza per qualche giorno. Avevano guardato Edison con ammirazione, per averli sottratti a morte certa. Ora, invece, evitavano di guardarlo, quasi sentendosi in colpa. Perché lui era stato il primo di loro, ma si sarebbe salvato per ultimo.
La trivella della compagnia mineraria era entrata in azione il quinto giorno, ma, dopo aver scavato per qualche metro, si era spezzata contro la roccia dura. «Fatevi forza. Vi salveremo» aveva scritto la squadra di soccorso in un biglietto, che poi era stato calato in un barattolo attraverso lo stretto condotto di ventilazione.
Il decimo giorno Edison si rese conto, con rammarico, che le riserve di latte e tonno in scatola stavano scarseggiando. I suoi compagni erano sempre più nervosi e venivano alle mani per inezie, con il rischio che si ferissero: e in quel caso come li si sarebbe potuti curare, in assenza di medicinali e disinfettanti? Inoltre, i loro sguardi torvi e incattiviti dalla fame e dalla claustrofobia cominciavano a fargli paura. «Mangiate prima voi» diceva loro, «io mi servirò per ultimo.»
Al quindicesimo giorno, Edison perse la cognizione del tempo. Cercava di trovare ristoro alla sua angoscia concentrandosi sul rumore ossessivo di perforazione che sentiva in lontananza. Erano stati informati dalla squadra di soccorso che una seconda trivella, più grossa, era entrata in funzione e presto avrebbe aperto un varco abbastanza grande da consentire di portarli fuori.
Ma i giorni successivi i suoi compagni iniziarono a morire, uno dopo l’altro, sconfitti dall’inedia. Il fetore emanato dalla loro decomposizione impestava l’aria, già rarefatta, della galleria. Edison cercò di abituarsi anche a questo, riportando alla mente il delicato profumo dei gelsomini che ricoprivano la vallata dove andava a giocare da bambino. Ma quel ricordo gli fece venire le lacrime agli occhi.
Dopo venti giorni dal crollo, una capsula di salvataggio penetrò nella cavità attraverso il tunnel scavato dalla trivella. Aprendo lo sportello, il soccorritore fu investito da un tanfo insopportabile e da una sconfortante sensazione di inutilità. Nel cunicolo regnava un silenzio tombale. Puntando la torcia intorno a sé, scorse infine una sagoma raggomitolata in un angolo. L’uomo aveva un aspetto miserevole, ma era ancora vivo.
«Tocca a me» farfugliò al suo salvatore, sorridendo. «Sono l’ultimo.»

Re: Tocca a te

Inviato: venerdì 6 novembre 2015, 18:01
da Angela
Il testo si sviluppa in crescendo. Persino gli appunti, che ho preso durante la lettura, verso il finale scompaiono perché il racconto acquista forza e diventa grande. Una cosa del genere mi fa pensare che se scrivessi di più, Veronica, potresti raggiungere dei livelli molto alti. Certo, il tempo bisogna pur trovarlo :)
Torniamo al testo. Ti segnalo gli appunti di cui ti parlavo.

E a Edison era toccato l’ultimo posto.
Taglierei la congiunzione a inizio frase e partire con “A Edison era toccato…”

Ma Edison, che era il più giovane e il più agile, aveva guidato i suoi compagni fino a una sacca d’aria, in un cunicolo secondario, in cui
Troppe virgole. Sono un disatro anch’io con la punteggiatura e non saprei sistemarti la frase, però balzano all’occhio.

«Fatevi forza. Vi salveremo» aveva scritto la squadra
Qui ci vedrei un bel punto esclamativo: Vi salveremo!

I suoi compagni erano sempre più nervosi e venivano alle mani per inezie, con il rischio che si ferissero: e in quel caso come li si sarebbe potuti curare, in assenza di medicinali e disinfettanti?
Questa parte secondo me andrebbe rivista. Quel punto interrogativo non va. Potrei suggerirti qualcosa tipo “una ferita, nelle condizioni in cui si trovavano, senza medicinali o disinfettanti, avrebbe potuto infettarsi”.

CONCLUSIONE: Un altro bel testo, Veronica. Ormai ci hai abituata a racconti pieni di fantasia e ricchi di inventiva. La scelta di ambientare il racconto in una miniera, scelta che considero coraggiosa perché dubito tu abbia un'esperienza in merito, si è rivelata vincente. Il racconto, a tratti claustrofobico, si trasforma in una lotta per la sopravvivenza dove il più forte sembra avere la meglio. Ma le cose non vanno come il lettore immagina e il più piccolo, l'ultimo della fila, quello che ha aspettato il suo turno con pazienza, è l'unico a salvarsi. Brava :D

Re: Tocca a te

Inviato: venerdì 6 novembre 2015, 23:24
da Veronica Cani
Ciao, Angela! Grazie per le osservazioni, sempre molto utili, e per i complimenti :) Eh già, sarebbe bello avere giornate più lunghe per poter scrivere di più! In questo periodo, con la scrittura, sono impegnata in un progetto di più ampio respiro rispetto alla narrativa breve, ma cerco di non mancare mai all'appuntamento con "Minuti Contati", lo trovo un'ottima palestra in cui esercitarsi :) A presto!

Re: Tocca a te

Inviato: venerdì 6 novembre 2015, 23:53
da ceranu
Ciao Veronica, ben trovata.
Il racconto stenta, la prima parte è un po' farraginosa e non decolla. Trovo i periodi troppo lunghi e in alcuni casi troppo articolati.
Ho dei dubbi anche sulla trama. I soccorsi gli passano un bigliettino con un messaggio, ma sono troppo lontani per passargli del cibo? Non lo so, non mi convince. Occhio anche al pdv, in alcuni passaggi sfiori l'onnisciente, mentre dovrebbe essere tutto soggettivo.
Un consiglio, non usare mai la stessa punteggiatura per indicare due cose diverse, mi spiego meglio:  «Fatevi forza. Vi salveremo» scritto con gli apici bassi è uguale al dialogo, quindi distrai il lettore che solo dopo si rende conto che quella è una scritta su un foglio.
Insomma, un racconto che, dal mio punto di vista, va rielaborato.
Ciao e alla prossima.

Re: Tocca a te

Inviato: sabato 7 novembre 2015, 0:17
da Veronica Cani
Ciao, Francesco! Il canale di ventilazione è sufficientemente largo per far passare un barattolo con il messaggio, ma non abbastanza per rifornire i minatori di cibo. In ogni caso, grazie per le osservazioni :)

Re: Tocca a te

Inviato: sabato 7 novembre 2015, 0:33
da ceranu
Veronica Cani ha scritto:Ciao, Francesco! Il canale di ventilazione è sufficientemente largo per far passare un barattolo con il messaggio, ma non abbastanza per rifornire i minatori di cibo. In ogni caso, grazie per le osservazioni :)

Lo avevo intuito ma, piuttosto che farli morire di fame, si potevano far passare degli omogeneizzati, delle barrette energetiche, della carne essiccata; qualsiasi cosa.
Non mi interessa muoverti una critica, ma vorrei farti capire che all'interno dei racconti creiamo delle situazioni che devono essere il più possibile coerenti. Se metti un barattolo con dentro un biglietto devi pensare che altro utilizzo se ne potrebbe fare.
Ho dei dubbi anche sulla putrefazione, nel calcolo dei giorni mi sembra un po' affrettata, ma quello è un elemento fine a se stesso, non cambia nulla nel resto del racconto, diverso sarebbe stato se il ragazzo fosse morto asfissiato, in quel caso anche la putrefazione sarebbe diventato un elemento importante.

Re: Tocca a te

Inviato: domenica 8 novembre 2015, 15:38
da Andrea Partiti
L'idea dell'ultimo sopravvissuto in un crollo mi sembra ottima, ma non sono riuscito davvero a calarmi e farmi coinvolgere dal tuo racconto.

Penso possa rendere molto di più, perché parli di una situazione ad alto stress, con molti sentimenti e paura in gioco, che dovrebbero arrivare in maniera prepotente, leggendo. Invece mi sembra, da lettore, di trovarmi distaccato dal dramma.

Alcuni dettagli poi non tornano e rendono meno plausibile gli eventi.

in un cunicolo secondario, in cui avevano trovato viveri sufficienti

Che sia successo per caso mi sembra improbabile, però se li ha guidati apposta in quel cunicolo per via delle scorte di cibo (è prassi, nelle miniere?) andrebbe specificato.

Anche il dettaglio del barattolo che riesce a passare ma il cunicolo non viene usato per pompare aria all'interno e far passare cibo è strano. A quel punto li farei comunicare, che so, picchiando sul metallo del condotto di ventilazione o qualcosa di più indiretto. Una lattina piena di cibo ad alta densità alla volta sarebbe sufficiente, altrimenti.
Pensavo al pompare aria perché le trivelle mi fanno pensare ad una ambientazione moderna, sarebbe diverso se fosse ambientato nel passato e dovessero lavorare a mano, in una miniera più a bassa tecnologia, ma in quel caso le trivelle dovrebbero sparire.

Per riassumere, ottima idea, ottima ambientazione, ma è difficile empatizzare con il protagonista, in questa stesura, e questo problema trascina il racconto con sé.

Re: Tocca a te

Inviato: domenica 8 novembre 2015, 16:31
da Veronica Cani
Ciao, Andrea :)
Questo racconto è ispirato a una storia vera. Se le dinamiche tra i personaggi e la vicenda del protagonista sono totalmente frutto della mia fantasia, per quanto riguarda le tecniche di salvataggio e di comunicazione tra i minatori e i soccorritori mi sono attenuta alla cronaca. Se vi si trovano apparenti contraddizioni tra usi moderni (le trivelle) e obsoleti (comunicare con il barattolo attraverso il canale di ventilazione) ciò può dipendere dal fatto che la vicenda è accaduta in Sudamerica, in un'area arretrata, in cui queste contraddizioni esistono. Grazie per le osservazioni! :)

Re: Tocca a te

Inviato: domenica 8 novembre 2015, 23:29
da AmbraStancampiano
Ciao Veronica,
intanto ti faccio i complimenti per l'idea, che starebbe proprio bene in un film; ecco, il punto forse è questo: presentata in questa maniera la tua idea sembra più un (perfetto ed interessantissimo) soggetto, ma c'è un grande assente: la miniera stessa, l'ansia del buio, la claustrofobia, le emozioni. Queste cose secondo me non vengono sufficientemente toccate, e il racconto ne risente: il focus sulla mancanza di cibo è un po' dispersivo e si presta a tante obiezioni, ma se c'è qualcosa su cui nessuno potrebbe obbiettare è proprio la paura di ritrovarsi in quella situazione. Il buio della miniera e la paura del rimanere sepolti vivi ti concederebbe anche la possibilità di raccontare meno azioni in favore delle emozioni e di usare un POV più vicino ai protagonisti, che non guasta mai :)
Comunque davvero una grande idea, complimenti!

Alla prossima!

Re: Tocca a te

Inviato: martedì 10 novembre 2015, 18:35
da Peter7413
Buona conduzione del racconto. Non m'inoltro nella discussione riguardante il possibile passaggio di cibo perché anch'io avevo letto di qualcosa del genere nei fatti di cronaca. La sensazione è però che ci sia qualcosa che non quadra e rilevo la mancanza della sensazione di claustrofobia, il contesto è poco vivo. A ben pensarci, è un qualcosa che sembrava non sviluppato al massimo delle sue possibilità neanche nel racconto della Chiarle, quindi direi che abbiamo individuato un punto su cui potresti provare a esercitarti per migliorare i tuoi già molto buoni lavori. Ribadisco infatti che la conduzione degli eventi, lo sviluppo, è preciso, senza mancanze, mentre manca un po' il respiro dell'ambientazione che, soprattutto in un racconto come questo, si sente parecchio.

Che ne pensi?

Re: Tocca a te

Inviato: martedì 10 novembre 2015, 20:45
da Veronica Cani
Grazie ad Ambra e Maurizio per le osservazioni :) Entrambi avete notato lo stesso punto debole del racconto: bene, lo terrò presente qualora dovessi cimentarmi in un'altra storia di questo tipo. Non mi so spiegare bene come mai ho fallito in quest'aspetto...probabilmente, non avendo ancora piena dimestichezza con la narrativa breve (anzi, brevissima!) devo ancora imparare a gestire i caratteri a disposizione e a dare il giusto spazio alle emozioni. Grazie :)

Re: Tocca a te

Inviato: mercoledì 11 novembre 2015, 14:48
da maria rosaria
Ciao Veronica.
L'idea alla base di questo racconto è ottima così come considero originale la declinazione del tema assegnato.
Anche la scrittura è lineare e pulita.
Quello che forse manca è qualcosa che faccia empatizzare maggiormente con il protagonista. Chissà se scritto in prima persona, facendo sentire più forte la voce di Edison, il racconto ne avrebbe giovato. Magari anche utilizzando più dialoghi tra i poveri intrappolati nella miniera. E' solo un'idea, la mia. Comunque, brava!

Re: Tocca a te

Inviato: mercoledì 11 novembre 2015, 22:36
da angelo.frascella
Ciao Veronica.

Il racconto parte con un’incipit a effetto, poi però si perde in una cronaca distaccata di eventi passati, tra l’altro quasi tutta all’imperfetto. Questi due elementi (la lunga cronaca di come siamo arrivati a questo punto e l’uso eccessivo dell’imperfetto) creano un distacco che impedisce al lettore di farsi prendere emotivamente dagli eventi. Secondo me, il racconto sarebbe stato molto più emozionante ed efficace se, a partire da quell’inizio avessi fatto svolgere, sotto I nostri occhi, il dramma che si stava consumando in quegli istanti, lì sotto, facendo passare qui e lì qualche informazione importante, tramite I dialoghi (nel modo più naturale possibile però).
Aggiungo che hai tenuto, per quasi tutto il tempo, il punto di vista di Edison e poi, senza soluzione di continuità sei saltata a quello del soccorritore. In casi come questo conviene staccare il paragrafo per non confondere il lettore (o forse solo per non far arrabbiare gli editor più affezionati alle regole :)

A rileggerci
Angelo

Re: Tocca a te

Inviato: giovedì 12 novembre 2015, 0:18
da raffaele.marra
Sono stato a lungo indeciso su come giudicare questo racconto. Per tre quarti si tratta di un testo che si lascia leggere con interesse e curiosità. Mi piace il modo freddo, quasi distaccato, con cui descrivi il tempo che passa nella prigione di questi poveri minatori. E mi piace la sensazione di crescendo che suggerisci senza cadere nel patetico. Poi però quando i minatori cominciano a morire, tutto mi risulta un po’ affrettato. Cerco di spiegarmi: non che io mi aspettassi inutili digressioni sulla vita e la morte, ma il modo in cui la morte è raccontata mi è sembrato un tantino affrettato, il che ha avuto come conseguenza il mio “allontanamento” dalla storia. Ho l’impressione che tu avessi altro da scrivere (e forse lo avevi fatto, per poi cancellarlo prima di postare la versione definitiva) ma l’economia imposta di caratteri ti ha imposto di fare delle scelte. Comunque ho apprezzato molto il finale, non del tutto inatteso, ma comunque bello, adattissimo e ben scritto.

Re: Tocca a te

Inviato: giovedì 12 novembre 2015, 16:20
da beppe.roncari
Bellissimo testo, Veronica, mi ha davvero colpito.
Se non è primo è perché anche Ambra, con un racconto molto simile (per le mie corde interiori) se l'è giocata leggermente meglio, ma vorrei darvi l'ex aequo…
Il crescendo, la dinamica che crei, l'ultimo che diventa primo, che torna ultimo e quindi è ultimo e primo a venir salvato… molto brava.
Questo è un racconto: ha premessa, sviluppo, conclusione. Le parti sono legate e interdipendenti. Il finale sorprende ma è anche la perfetta a naturale conclusione seminata nella premessa e raccolta nel payoff.
Ottima prova! ;-)
PS - unica cosa che non mi piace: il nome del protagonista. Perché Edison? Mi richiama tutto un altro immaginario…

Re: Tocca a te

Inviato: giovedì 12 novembre 2015, 23:47
da erika.adale
Ciao Veronica,
hai scelto un'ambientazione che mi è piaciuta e il tono con cui l'hai raccontata è nelle mie corde. La voce narrante è dimessa, quasi rassegnata e l'atteggiamento rimanda a quello di Edison, che accetta di essere lasciato ultimo da coloro che, di fatto, ha salvato. Che teme i compagni e li vede morire, uno dopo l'altro. Forse avrei gradito anch'io qualche cenno alla claustrofobia oltre che alle difficili dinamiche fra reclusi, anche perché essere in un buco buio insieme a dei corpi in decomposizione qualche reazione dovrà pur suscitarla. Avrei gradito una spiegazione (anche minima) riguardo al cibo trovato, che non mi aspetterei in una miniera. Perché il nome Edison? L'hai trovato nel fatto di cronaca?

Re: Tocca a te

Inviato: giovedì 12 novembre 2015, 23:54
da Veronica Cani
Grazie a Maria Rosaria, Angelo, Raffaele, Beppe ed Erika per le osservazioni e mi scuso per il ritardo con cui rispondo :) Per Beppe ed Erika riguardo al nome Edison: uno dei sopravvissuti al fatto cui mi sono ispirata si chiama proprio così, e siccome tra i miei interessi ci sono anche l'elettrotecnica e l'illuminotecnica, sono rimasta suggestionata dall'omonimia con il caro Thomas Alva, e quindi l'ho scelto per il mio personaggio :) Per quanto riguarda il cibo trovato nella miniera, anche questo è nei fatti di cronaca. Anch'io non mi sarei aspettata latte e tonno, ma tant'è...A rileggervi presto!

Re: Tocca a te

Inviato: venerdì 13 novembre 2015, 20:59
da lordmax
Chiedo infinitamente scusa per il ritardo, purtroppo ieri sono rimasto sconfitto da un malditesta molto forte e alla fine non ho consegnato la classifica… e avevo scritto tutti i miei inutili commenti. Maurizio mi ha convinto a postarli ugualmente anche se con un giorno di ritardo quindi ecco il mio.

Bella trama, molto forte e toccante, la paura e l’istinto di sopravvivenza sono sempre un motore di trama eccezionale e lo usi molto bene anche nel finale.
Sulle critiche ai dettagli ti hanno già detto tutto, non mi dilungo perché sarebbe inutile però noto anch’io che aver scelto di descrivere tutto fa perdere partecipazione, allontana.
Sarebbe stato eccezionale se scritto come flusso di coscienza in prima persona.