Sabato sera
Inviato: lunedì 21 marzo 2022, 23:56
Sabato sera
di Stefano Floccari
Colpisco il cavernicolo con forza, anche se non in maniera efficace. Tanto basta per sbilanciarlo: il ragazzo cade sul pavimento sporco di vomito, birra annacquata e sputi. Il polso mi fa male, non è da me fare a cazzotti.
La ragazza mi guarda per un lungo istante con gli occhi spalancati per lo stupore, o forse per lo spavento. Poi torna in sé e furente mi si piazza davanti. “Perché l’hai fatto”? Afferra la mia maglietta all’altezza dei miei pettorali ormai flosci, mi strattona. “Perché?”
Cerco di mantenere la calma, a maggior ragione visto che chi mi trovo di fronte è una donna. “Faceva il cretino con la mia ragazza, l’hai visto!” Le afferro i polsi cercando di non stringere.
Lei allenta la presa; ma ancora non demorde. “Non ti dà comunque il diritto.” Mi dà uno spintone. “Cazzo sei, Chuck Norris?”
La mia ragazza si mette tra noi due. “Stronzetta, tieni giù le mani!” Ho paura che Nadia possa peggiorare le cose: due calici di inferno, tre Braulio lisci e due sambuche con la mosca non giovano molto alle relazioni diplomatiche. “Tesoro, è tutto a posto, tranquilla”. Rimane lì perplessa, le gambe che le tremano e non per paura. Annuisce poco convinta, poi si siede su uno dei divanetti e mi guarda. “Mi viene da vomitare.” Poesia.
Mi giro verso Calamity Jane. “Scusa per il cazzotto, riccioli d’oro; ma cerca di tenere a freno quel bisonte, ok?”
Lei sta sulle sue qualche secondo, poi sembra aprirsi. “Ci proverò”.
Mi avvicino al ragazzo a terra, sembra divertito dalla scena. Gente strana, questi cittadini. “Tirati su, dai”. Gli tendo una mano. “E scusami!”
Si rimette in piedi. “Grazie, amico”. Risistema la camicia nei pantaloni. “Ehi, non volevo fare nulla di male, erano solo due chiacchiere, sai…”
Non so. Cioè, sì, lo so. Non sono un tipo geloso, odio la gelosia, è un sentimento stupido. Ma mi sta sul cazzo lui e mi sta sul cazzo come squadrava Nadia. “È tutto a posto”. Per me lo è, quantomeno. “Venite, dai, vi offro un giro”.
Il ragazzone mi sorprende. “Un’altra volta, magari. Stasera è meglio se non tocco altro alcol, ho già fatto abbastanza danni”. Mi fa l’occhiolino, sembra sincero.
“Io accetto!” Calamity Jane abbozza un sorriso. La luce dei suoi occhi traspare perfino nella penombra di questa cazzo di bettola.
Per un momento rimango come bloccato, poi mi volto verso Nadia. Che sta dormendo. Cristo santo, quanto tempo è passato, un minuto? Nemmeno quando le ho fatto vedere “La compagnia dell’anello” aveva resistito così poco.
Porgo il grappino alla ragazza. Mi faccio coraggio. “State insieme da tanto?”
Lei ridacchia. “Con quell’orso? È mio fratello!” Non so se essere felice della scoperta.
Beve un sorso, poi appoggia il bicchiere. La sua mano sfiora la mia. “Il mio ragazzo ci raggiunge più tardi”. Due secondi di montagne russe, cristo.
“Ah no, eccolo!”
Non faccio in tempo a girarmi: un’incudine s’abbatte sul mio volto e mi scaraventa sul pavimento sporco di vomito, birra annacquata e sputi.
I miei occhi si annebbiano.
Una voce angelica nel buio.
“Perché l’hai fatto?”
di Stefano Floccari
Colpisco il cavernicolo con forza, anche se non in maniera efficace. Tanto basta per sbilanciarlo: il ragazzo cade sul pavimento sporco di vomito, birra annacquata e sputi. Il polso mi fa male, non è da me fare a cazzotti.
La ragazza mi guarda per un lungo istante con gli occhi spalancati per lo stupore, o forse per lo spavento. Poi torna in sé e furente mi si piazza davanti. “Perché l’hai fatto”? Afferra la mia maglietta all’altezza dei miei pettorali ormai flosci, mi strattona. “Perché?”
Cerco di mantenere la calma, a maggior ragione visto che chi mi trovo di fronte è una donna. “Faceva il cretino con la mia ragazza, l’hai visto!” Le afferro i polsi cercando di non stringere.
Lei allenta la presa; ma ancora non demorde. “Non ti dà comunque il diritto.” Mi dà uno spintone. “Cazzo sei, Chuck Norris?”
La mia ragazza si mette tra noi due. “Stronzetta, tieni giù le mani!” Ho paura che Nadia possa peggiorare le cose: due calici di inferno, tre Braulio lisci e due sambuche con la mosca non giovano molto alle relazioni diplomatiche. “Tesoro, è tutto a posto, tranquilla”. Rimane lì perplessa, le gambe che le tremano e non per paura. Annuisce poco convinta, poi si siede su uno dei divanetti e mi guarda. “Mi viene da vomitare.” Poesia.
Mi giro verso Calamity Jane. “Scusa per il cazzotto, riccioli d’oro; ma cerca di tenere a freno quel bisonte, ok?”
Lei sta sulle sue qualche secondo, poi sembra aprirsi. “Ci proverò”.
Mi avvicino al ragazzo a terra, sembra divertito dalla scena. Gente strana, questi cittadini. “Tirati su, dai”. Gli tendo una mano. “E scusami!”
Si rimette in piedi. “Grazie, amico”. Risistema la camicia nei pantaloni. “Ehi, non volevo fare nulla di male, erano solo due chiacchiere, sai…”
Non so. Cioè, sì, lo so. Non sono un tipo geloso, odio la gelosia, è un sentimento stupido. Ma mi sta sul cazzo lui e mi sta sul cazzo come squadrava Nadia. “È tutto a posto”. Per me lo è, quantomeno. “Venite, dai, vi offro un giro”.
Il ragazzone mi sorprende. “Un’altra volta, magari. Stasera è meglio se non tocco altro alcol, ho già fatto abbastanza danni”. Mi fa l’occhiolino, sembra sincero.
“Io accetto!” Calamity Jane abbozza un sorriso. La luce dei suoi occhi traspare perfino nella penombra di questa cazzo di bettola.
Per un momento rimango come bloccato, poi mi volto verso Nadia. Che sta dormendo. Cristo santo, quanto tempo è passato, un minuto? Nemmeno quando le ho fatto vedere “La compagnia dell’anello” aveva resistito così poco.
Porgo il grappino alla ragazza. Mi faccio coraggio. “State insieme da tanto?”
Lei ridacchia. “Con quell’orso? È mio fratello!” Non so se essere felice della scoperta.
Beve un sorso, poi appoggia il bicchiere. La sua mano sfiora la mia. “Il mio ragazzo ci raggiunge più tardi”. Due secondi di montagne russe, cristo.
“Ah no, eccolo!”
Non faccio in tempo a girarmi: un’incudine s’abbatte sul mio volto e mi scaraventa sul pavimento sporco di vomito, birra annacquata e sputi.
I miei occhi si annebbiano.
Una voce angelica nel buio.
“Perché l’hai fatto?”