Effetto che!?
Inviato: martedì 22 marzo 2022, 0:50
Addento un cosciotto di pollo, ne strappo via la carne e ne risucchio l’osso fino a farlo luccicare. «Una delizia!» Mi pulisco il muso con la manica della felpa.
Dall’altro lato del tavolo, mia suocera blocca la forchetta a un centimetro dalla bocca e mi lancia un’occhiata torva; Jessica scuote la testa ma continua a mangiare senza alzare lo sguardo; la piccola Isabel fa un piccolo ruttino.
«Jè, scusami,» mastico a bocca aperta. «Non è che potresti andare a controllare che tema è uscito stasera su minuti contati?»
«Stiamo mangiando.»
«Appunto. Se mi alzo io, passo per maleducato. Vai al computer e leggi un attimo il tema, così posso iniziare a fare brainstorming mentre mangiamo.»
Mia suocera abbozza un sorrisino. «Ancora dietro ai tuoi sogni da poeta?»
«Mi piace scrivere, sì.» Mi verso del vino nel bicchiere. «È una mia passione, come la tua per la fotografia.»
Jessica si alza dal tavolo e va verso il computer. «Dai, mamma. Non tarpare le ali al nostro Kafka.»
La piccola Isabel fa un ruttino.
È bello quando le persone che hai attorno credono in te… «Allora, Jè, il tema di stasera?»
«Effetto Droste.»
«Effetto che!?»
«Droste.»
«Ma che cazzo è? Il colpo segreto di qualche calciatore tedesco?»
Jessica torna verso il tavolo. «Ah, boh.»
«Ferma, dove vai?» Le faccio segno di tornare indietro. «Vai su Google a vede—»
«Te lo dico io.» Mia suocera ci interrompe. «Proprio a dimostrarti che la mia passione per la fotografia, a differenza tua, serve a qualcosa.»
Sempre simpaticissima. Ma la lascio fare, magari stasera mi torna utile. «Illuminami.»
Si tampona le labbra col tovagliolo. «Te lo dico con parole terra terra, sennò non lo capiresti nemmeno se ti facessi un disegnino.»
«Dai, mamma,» Jessica torna a sedersi. «Non screditarlo così. Guarda che la scorsa edizione il nostro grande scrittore si è piazzato settantesimo su settantuno.»
La piccola Isabel fa un rutto.
Quante chiacchiere che fanno. Inutile che sto qua a spiegare che il mese scorso ho consegnato un minuto prima della chiusura e che quella sera ero pure ubriaco. «Dai, suocera mia, avanti, parlami di questo effetto Doppler.»
«Droste.» Piega la testa con quel sorrisino del cazzo. «Comunque, per farla breve, è quando un’immagine si ripete nella stessa immagine infinite volte fin quando non diventa troppo piccola per vedersi. Tipo quando metti due specchi di fronte. Chiaro, Pirandello?»
Jessica si lascia andare a una fragorosa risata.
La piccola Isabel fa un bel rutto vigoroso.
Che pazienza che ci vuole. Il problema però è un altro: io che cazzo scrivo con un tema del genere? Un’immagine che si ripete…
Aspetta!
Mia suocera mi fissa. «Fermi! Il nostro Manzoni si è illuminato.»
Jessica abbraccia la madre e sghignazza.
Isabel fa un ruttone roboante.
Ecco la soluzione, proprio qui davanti ai miei occhi! La stessa immagine che purtroppo si replica all’infinito fino a diventare sempre più piccola… Mia suocera, mia moglie, mia figlia.
Cara Isabel, figlia mia, mi raccomando: quando sarà il tuo turno, che siano solo figli maschi!
Dall’altro lato del tavolo, mia suocera blocca la forchetta a un centimetro dalla bocca e mi lancia un’occhiata torva; Jessica scuote la testa ma continua a mangiare senza alzare lo sguardo; la piccola Isabel fa un piccolo ruttino.
«Jè, scusami,» mastico a bocca aperta. «Non è che potresti andare a controllare che tema è uscito stasera su minuti contati?»
«Stiamo mangiando.»
«Appunto. Se mi alzo io, passo per maleducato. Vai al computer e leggi un attimo il tema, così posso iniziare a fare brainstorming mentre mangiamo.»
Mia suocera abbozza un sorrisino. «Ancora dietro ai tuoi sogni da poeta?»
«Mi piace scrivere, sì.» Mi verso del vino nel bicchiere. «È una mia passione, come la tua per la fotografia.»
Jessica si alza dal tavolo e va verso il computer. «Dai, mamma. Non tarpare le ali al nostro Kafka.»
La piccola Isabel fa un ruttino.
È bello quando le persone che hai attorno credono in te… «Allora, Jè, il tema di stasera?»
«Effetto Droste.»
«Effetto che!?»
«Droste.»
«Ma che cazzo è? Il colpo segreto di qualche calciatore tedesco?»
Jessica torna verso il tavolo. «Ah, boh.»
«Ferma, dove vai?» Le faccio segno di tornare indietro. «Vai su Google a vede—»
«Te lo dico io.» Mia suocera ci interrompe. «Proprio a dimostrarti che la mia passione per la fotografia, a differenza tua, serve a qualcosa.»
Sempre simpaticissima. Ma la lascio fare, magari stasera mi torna utile. «Illuminami.»
Si tampona le labbra col tovagliolo. «Te lo dico con parole terra terra, sennò non lo capiresti nemmeno se ti facessi un disegnino.»
«Dai, mamma,» Jessica torna a sedersi. «Non screditarlo così. Guarda che la scorsa edizione il nostro grande scrittore si è piazzato settantesimo su settantuno.»
La piccola Isabel fa un rutto.
Quante chiacchiere che fanno. Inutile che sto qua a spiegare che il mese scorso ho consegnato un minuto prima della chiusura e che quella sera ero pure ubriaco. «Dai, suocera mia, avanti, parlami di questo effetto Doppler.»
«Droste.» Piega la testa con quel sorrisino del cazzo. «Comunque, per farla breve, è quando un’immagine si ripete nella stessa immagine infinite volte fin quando non diventa troppo piccola per vedersi. Tipo quando metti due specchi di fronte. Chiaro, Pirandello?»
Jessica si lascia andare a una fragorosa risata.
La piccola Isabel fa un bel rutto vigoroso.
Che pazienza che ci vuole. Il problema però è un altro: io che cazzo scrivo con un tema del genere? Un’immagine che si ripete…
Aspetta!
Mia suocera mi fissa. «Fermi! Il nostro Manzoni si è illuminato.»
Jessica abbraccia la madre e sghignazza.
Isabel fa un ruttone roboante.
Ecco la soluzione, proprio qui davanti ai miei occhi! La stessa immagine che purtroppo si replica all’infinito fino a diventare sempre più piccola… Mia suocera, mia moglie, mia figlia.
Cara Isabel, figlia mia, mi raccomando: quando sarà il tuo turno, che siano solo figli maschi!