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Gruppo ARGO: Lista racconti e classifiche
Inviato: martedì 22 marzo 2022, 1:50
da antico
BENVENUTI ALLA MARIA ELISA ALOISI EDITION, LA SETTIMA DELLA NONA ERA DI MINUTI CONTATI, LA 163° ALL TIME!Questo è il gruppo ARGO della MARIA ELISA ALOISI EDITION con MARIA ELISA ALOISI come guest star. Gli autori del gruppo ARGO dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo EVA.
I racconti di questo gruppo verranno commentati e classificati dagli autori del gruppo SIRIO. Questo è un gruppo da OTTO racconti e saranno i primi TRE ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare tra i finalisti che verranno valutati da MARIA ELISA ALOISI. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre. Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti
RANK NONA ERA, a seguire ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti
RANK ALL TIME (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo C, il quarto nel gruppo A e così via), coloro che non hanno ottenuto punti nei due Rank sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo BETA, quarto a postare gruppo X e così via).
E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo ARGO:Si concentri, di Andrea Lauro, ore 23.01, 2991 caratteri
Tratti di matita, di Debora Dolci, ore 00.30, 2993 caratteri
Speak to me, di David Galligani, ore 00.41, 2699 caratteri
Leoni da tastiera, di Elisa Belotti, ore 23.23, 2943 caratteri
La scatola di cacao, di Alexandra Fischer, ore 22.34, 2862 caratteri
L’universo è una scatola di fiammiferi, di Maurizio Chierchia, ore 23.56, 2975 caratteri
Ricordi dal passato, di Cinzia Passaro, ore 23.37,
3176 caratteri MALUS 4 PUNTIEchi riflessi, di Angela Potente, ore 00.48, 2405 caratteri
Avrete tempo fino alle 23.59 di giovedì 31 MARZO per commentare i racconti del gruppo EVA Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 1 APRILE, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, posterò la mia e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete DIECI giorni per commentare e classificare i racconti del gruppo EVA e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare gli altri racconti in gara e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DIECI giorni sono anche troppo pochi. E ancora:
per quanto vi sarà possibile in base ai vostri impegni, date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro. Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri.
– 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri.
– ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo. Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la
classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo EVA.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.
E infine: una volta postate e da me controllate, le classifiche non possono più essere modificate a meno di mia specifica richiesta in seguito a vostre dimenticanze. L'eventuale modifica non verrà contabilizzata nel conteggio finale e sarà passibile di malus pari a SETTE punti. BUONA MARIA ELISA ALOISI EDITION A TUTTI!
Re: Gruppo ARGO: Lista racconti e classifiche
Inviato: domenica 27 marzo 2022, 19:49
da Commissa’
Tratti di matita
Ricordi dal passato
Echi riflessi
Speak to me
L’universo è una scatola di fiammiferi
La scatola di cacao
Si concentri
Leoni da tastiera
Tratti di matita
Bello anche questo. Ottimo stile narrativo, pulito e senza fronzoli. Il ritmo è quello adeguato al contenuto della trama e la capacità di trasmettere sensazioni e morale è trasmesso da uno show don’t tell gestito alla perfezione (bambino con caratteristiche tipiche dell’autismo mai citato ma mostrato e fatto vivere, che ha come forma comunicativa il disegno). Unico refuso nella parte iniziale: mi avvicinò (avvicino).
Trama aderente al tema (immagine del disegno che si ripete come un eco infinito). 10
Ricordi dal passato
Il racconto è un Amarcord che ci catapulta nei ricordi del passato. Alzi la mano chi da piccolo, vestito di tutto punto con l’abito della festa, non ha compiuto la marachella che ha fatto uscire fuori dai gangheri i propri genitori. A mia memoria, l’ho fatto più di una volta e, sculacciato o punito, ho anche protestato stupito. Quindi ottima la trama, buona la narrazione anche se, talvolta, avrei ecceduto un po’ di più sulla punteggiatura per spezzare la lettura e migliorare il ritmo della storia. C’è qualche ripetizione di troppo (soprattutto il verbo guardare) ma credo si tratti piccoli piccoli errori che ho rinvenuto anche negli altri racconti dovuti per lo più ai tempi del contest.
Il tema è pienamente centrato nell’immagine finale della fotografia. 9,75
Echi riflessi
Incubo o realtà? Un sogno nel sogno e l’angoscia che corre nell’animo del protagonista. È la paura di non riconoscere se stesso nel riflesso del proprio viso. Contrariamente agli altri racconti, Echi riflessi ruota del tutto e per tutto il tempo, tranne che nel finale a sorpresa, attorno al tema indicato dal contest. La scrittura è fluente e precisa, a tratti poetica. Avrei riportato in modo differente una sola frase: direttamente dalla bottiglia bevo, in: bevo dalla bottiglia, omettendo del tutto l’avverbio. Bella prova. 9,5
Speak to me
Bello mi è piaciuto tanto. Ti dirò che i trattini al posto degli spazi non mi hanno dato fastidio. Hanno un loro perché in un testo dallo stile moderno e divergente (perfetto in un contesto narrativo “allucinato” che segue le vicende del protagonista in prima persona drogato dal fungo). Ottimo il “mostrato”, con i tasselli che si incastrano uno a uno per mostrare il quadro finale nel colpo di scena che si concretizza nella dichiarazione rivelativa. Aderente al tema per la “ricerca” dell’amata nell’infinito gioco degli specchi. 9,25
L’universo è una scatola di fiammiferi
Ho poco da dire su questo racconto. La gestione della forma è perfetta, lo stile è buono, non ho trovato refusi. La trama è semplice e il tema è centrato per ben due volte: il bambino che legge, il gigante che regge il cerino. Interessante l’idea divergente del padre che viene visto come fuori di testa da alcuni, e con occhi affascinati dal figlio per l’approccio fantasioso alla capacità critica. Posso solo affermare che la posizione nella graduatoria dipenderà in modo esclusivo da quello che hanno presentato gli altri partecipanti del gruppo. Complimenti. 9
La scatola di cacao
Storia originale, scrittura fluida e priva di imprecisioni. Il principale difetto che vi ho rinvenuto è stato quello di voler canalizzare in modo eccessivo il testo della storia verso la sua adesione nei confronti del tema proposto dal contest. Rispetto agli altri lavori esaminati, vi ho trovato meno pathos, minori descrizioni che mi coinvolgessero e che mi immergessero nella lettura. Questo non toglie nulla alla capacità dell’autore ma dipende dal tempo avuto a disposizione per produrre l’elaborato. 8,25
Si concentri
Bel racconto. “Si concentri” è strutturato alla perfezione, ha ottimi dialoghi e significato profondo. È presente un unico refuso nel testo (caldi/caldo), la forma e lo stile sono precisi e puliti. Il contenuto è originale e di impatto (amnesia e confusione post traumatica del protagonista, originato dall’evento/incubo più scioccante che possa capitare a un essere umano: la morte del figlio per propria negligenza). Unico difetto: non vedo grande attinenza col tema del contest, ovvero è molto più labile rispetto a quella cercata da altri racconti meno puliti in termini e stile narrativo. E la vera difficoltà era questa… 8
Leoni da tastiera
L’idea è buona, moderna, distopica. La narrazione è un po’ meno brillante: molto tell, molto spiegato, poco show. Di sicuro sarebbe servito più tempo per sviluppare il testo in modo adeguato, per mostrare meglio la colpa della protagonista, la rabbia dei fruitori del web o la delusione dei genitori con immagini anziché col raccontato. Ad ogni modo, la scrittura è fluida, priva di refusi e la trama coerente col tema richiesto, grazie all’escamotage finale della foto con foto. 7
Re: Gruppo ARGO: Lista racconti e classifiche
Inviato: lunedì 28 marzo 2022, 11:55
da antico
Una classifica postata, ne dovete ancora ricevere altre sei (oltre alla mia).
Re: Gruppo ARGO: Lista racconti e classifiche
Inviato: martedì 29 marzo 2022, 1:11
da Stefano.Moretto
A questo giro il tema era decisamente particolare ed ha avuto un grosso peso in fase di valutazione, molto più di quanto non lo ha di solito. Mi sono ritrovato a far scalare di una posizione o due dei racconti che stilisticamente e strutturalmente avrei piazzato diversamente.
Classifica
1.Speak to me
2.L’universo è una scatola di fiammiferi
3.Tratti di matita
4.Si concentri
5.Leoni da tastiera
6.La scatola di cacao
7.Echi riflessi
8.Ricordi dal passato
Si concentri
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Ammetto che i tuoi racconti li vado sempre a leggere, anche quando non li ho invalutazione, perché tanto so che in un modo o nell'altro riuscirai a sorprendermi. Anche a questo giro non deludi, mi chiedo sinceramente come fai a farti venire certe idee.
Il fatto di aver risolto il problema del capire chi è che parla usando il corsivo è un bel trucco, semplice, incredibilmente efficace e anche straordinariamente efficiente dato che ti fa risparmiare i caratteri che avresti dovuto usare per le battute.
Anche la costruzione della storia, un tassello alla volta, è ottima. Il caldo che viene citato più volte come fosse un elemento quasi irrilevante, per poi diventare importante per il mancamento e infine scopri che è l'informazione più importante di tutto il racconto. L'unica cosa a riguardo di cui non mi sento totalmente sicuro è il finale: forse sono io che non sono riuscito a capire bene l'ordine degli eventi, ma ho avuto bisogno di una rilettura più analitica. In pratica, il protagonista è andato al supermercato per prendere la crema per il bambino, ma ha avuto un mancamento ed è svenuto; l'hanno portato via, ma aveva lasciato il bambino in auto che a causa del caldo è morto. Successivamente la moglie ha tentato il suicidio. Ho interpretato correttamente lo svolgersi degli eventi?
Riguardo l'aderenza al tema, devo essere onesto, neanche io ce ne vedo molta. Questo mese il tema era particolarmente ostico, quindi mi aspetto che ci siano diverse interpretazioni più "larghe" e forse sarà la prima volta in cui avrà un grosso peso quando dovrò decidere l'ordine della classifica.
Tratti di matita
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Salve prof! I tuoi racconti sono sempre piacevoli da leggere, il modo in cui riesci a comunicare le emozioni è la tua firma. A parte i refusi che ti hanno già segnalato, l'unica cosa che mi ha disturbato leggermente la lettura è il non aver capito subito che il protagonista è il padre. Un po' complice questa frase:
Ho promesso di non chiamare, Elisa.
dove la virgola trasforma un complemento oggetto in un complemento vocativo, e mi ha fatto pensare che stesse usando una qualche forma strana di comunicazione a se stesso (di solito, nel caso, si usa la seconda persona). Immagino che la virgola sia un refuso, ma non ho avuto neanche altri appigli per capire, e in questo racconto sapere che il protagonista è il padre è un'informazione abbastanza importante per capire quanto sia frustrante per lui non essere visto dal figlio.
Questo è l'unico elemento che non mi ha convito totalmente, per il resto laa tua scrittura scorre come sempre liscia e limpida, davvero invidiabile.
Speak to me
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Wow. Questo racconto mi ha ricordato il film Shrooms - Trip senza ritorno; anzi, mi ha fatto venire voglia di rivederlo... dopo il commento guardo se lo trovo in streaming.
Okay, okay. Okay. Bel trip, davvero. Hai reso in modo eccezionale la confusione psichedelica di un tipo sotto acidi, adattando il tema in una maniera incredibilmente letterale e al tempo stesso non irrealistica. La metanarrativa con cui hai condito il tutto è un dettaglio decisamente apprezzabile, nel modo in cui hai usato grassetti e punteggiature; la scritta al contrario è la ciliegina sulla torta.
Forse l'unica cosa che non ho apprezzato troppo è il finale un po' cliché e vagamente citofonato, ma è una cosa su cui sono tranquillamente passato sopra.
Ottima prova per me
Leoni da tastiera
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Questa è la terza volta di seguito che sono nel tuo gruppo di valutazione, o qualcosa del genere. Inizierai a odiarmi ormai, ma giuro che non è colpa mia!
Scherzi a parte, mi piace un sacco l'idea che hai avuto a questo giro, la distopia che hai descritto non è banale, anzi, ha un suo perché nel "contrappasso" che infligge ai "criminali" e il modo in cui l'hai mostrato è anche molto pulito. Ci sono però alcune cose che mi hanno un po' interrotto la lettura:
“Troia!”
“Mi fai skifo!!!”
“Come poxo far crescere i miei bimbi in un mondo cosi spero che ti bruciano e cmq fai skifo”
“Ke poi nn 6 neanke bella guarda ke pancia”
“Te lo meriti!”
Le voci escono dagli altoparlanti, impietose.
Fino alla specifica che le voci escono da un altoparlante io ho letto pensando che lei stesse leggendo dei messaggi sul cellulare, dato che era l'unico elemento che avevi introdotto fino a lì. Letteralmente l'unico, non avendo un'ambientazione mi ero figurato la ragazza in camera sua, col cellulare in mano, che legge i messaggi. Quando inizi una storia da zero devi fare attenzione alle primissime righe, perché sono quelle che danno al lettore l'idea di dove e quando è ambientata una storia.
Un'altra cosa che secondo me puoi valutare è di alternare di più i messaggi dei Leoni da tastiera, che sono anche il titolo del racconto. Adesso ce ne sono 5 all'inizio e 2 verso la fine, secondo me avresti potuto distribuirli un po' più equamente sparsi per il racconto, anche interrompendo i pensieri della protagonsita, per far vedere che il tempo scorre.
Secondo me questo sarebbe un ottimo incipit per qualcosa di più lungo.
La scatola di cacao
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Ciao Alexandra. Devo dire che dopo più di un anno che leggo i tuoi racconti, ripensando alle impressioni che avevo all'inizio, ho percepito un'evoluzione molto forte – in positivo. Sei famosa per le descrizioni eccezionalmente accurate, forse anche un pochino troppo accurate; invece per i tuoi standard qui mi sembra che ti sia un po' trattenuta in tal senso, e in effetti la storia scorre meglio.
Il mondo che hai delineato è semplice, ma comunque efficace. Solitamente quando c'è un contesto post–apocalittico sento il bisogno di sapere cos'è successo, come, perché: è stato un attacco? Un incidente? Una catastrofe naturale? In questo caso non ne ho sentito così tanto il bisogno, anzi sono arrivato al termine della lettura senza che questo tarlo mi rodesse troppo, segno che comunque sei riuscita a mantenere quasi sempre la mia attenzione alta su qualcos'altro.
Il difetto maggiore secondo me è il momento in cui descrivi la scatola:
Si aggiustò la maschera, frugò nella dispensa, e ne tirò fuori una piccola scatola di cacao con il motivo di un bambino in pigiama blu seduto a tavola con accanto alla tazza una scatola di cacao con la figura di un bambino in pigiama blu con accanto una tazza e una scatola di cacao.
Questo è un periodo unico ed è lunghissimo: il protagonista si aggiusta la maschera, fruga la dispensa, prende la scatola e poi parte la descrizione ricorsiva. Il lettore ha bisogno di più interruzioni, se non metti un punto, non vai a capo, crei confusionei. Per esempio:
Si aggiustò la maschera, frugò nella dispensa, e ne tirò fuori una piccola scatola di cacao.
Sul cartone era stampata la figura di un bambino in pigiama blu seduto a tavola, con accanto alla tazza una scatola di cacao con la figura di un bambino in pigiama blu, con accanto una tazza e una scatola di cacao.
In questo modo il lettore può concentrarsi su un elemento alla volta: prima vede il personaggio prendere la scatola, poi, con calma, analizza la scatola stessa.
Prova a rileggere il racconto, ci sono vari punti in cui puoi applicare questa logica per semplificare la lettura, per esempio quando descrive la cucina.
L’universo è una scatola di fiammiferi
► Mostra testo
Ciao Maurizio
inizio col dire che mi ha fatto un'enorme tenerezza il protagonista di questo racconto, e sappi che ti odio perché mi stai mettendo molto in crisi con le classifiche ora. Da un lato è vero che nel racconto non è che accada molto, in realtà questo lo vedrei molto bene come inzio di qualcos'altro: un racconto fantasy? Un romanzo scifi? Non lo so, potrebbe andare a parare in mille universi diversi, ma così da solo sa un po' di poco. Dall'altro lato, il modo in cui hai giocato col tema mi piace. Sono partito pensando "no vabbè, non può aver messo giusto l'accenno al libro, così non vale" e poi mi hai fregato con la storia dei fiammiferi: anche lì per un attimo ho pensato che l'avessi introdotto come un accenno, e invece poi l'accenno prosegue e diventa il focus del protagonista. Che, però finisce insieme al racconto. E io ora sto in crisi perché voglio premiare il racconto per qualcosa che è stato stroncato dallo stesso motivo per cui voglio penalizzarlo.
Tornando al racconto: il tuo stile è molto pulito e trasmette bene i pensieri del protagonista, c'è un unico punto che mi è piaciuto poco:
Gli ripeteva quel pazzo strampalato del papà.
E lui ci credeva.
Fino a quel punto la narrazione era fortemente dal punto di vista di Edoardo: i banchi erano freddi e spigolosi, non gli piaceva leggere a scuola né a casa...
E invece qui mi sono sentito un po' fuori, perché mi risulta difficile pensare a un bambino che etichetta suo padre come "pazzo strampalato". O se è davvero così che lo vede, non può essere questo il modo in cui viene presentato al lettore, perché sembra più un giudizio dell'autore che non un modo di vedere di Edoardo. Un esempio in cui avrebbe potuto essere percepito come vero pensiero di Edoardo:
Gli ripeteva papà.
E lui gli credeva, anche quando sembrava un pazzo strampalato.
Chiudo con una nota positiva: ho particolarmente apprezzato il dettaglio del sorriso sdentato di Francesco, è una minuzia che però dà quel suggerimento di ambientazione che aiuta a restare dentro la storia.
Ricordi dal passato
► Mostra testo
Ciao Cinzia,
Ammetto che il muro di testo mi ha un po' stordito. Andare a capo non è propriamente una "opzione" in narrativa, è più che altro uno strumento che lo scrittore ha a disposizione e che dovrebbe usare, esattamente come la punteggiatura e le maiuscole. Se schianti il testo senza nessuna formattazione rendi la lettura incredibilmente più faticosa e meno fluente.
Detto questo: il brano in sé ha una storia carina, ma mi lascia un po' un senso di "e quindi?". Mi spiego meglio: la bambina balla in una pozzanghera, la madre grida perché si sta sporcando – immagino; una reazione forse un po' esagerata, soprattutto in un giorno di festa. E, basta, finita lì. Il racconto è al 90% la bambina che balla, che per carità è descritta molto bene nella sua interiorità (eccetto un paio di punti di cui ti parlo tra poco), però resta semplicemente una bambina che balla nella pozzanghera.
Anche l'aderenza la tema è molto risicata, in pratica c'è una foto con l'effetto di foto nella foto, ma finita lì. Togliendo quell'elemento la storia fila comunque liscissima, quindi non è propriamente il tema del racconto. Questo è un problema che c'è abbastanza di frequente, ma questo mese è venuto particolarmente a galla a causa della natura astratta del tema.
Passando alla parte stilistica, il punto più critico, che fa un po' da riassunto, è questo:
Continuo felice finché un urlo disumano squarcia, in quel giorno di festa, il brusio della gente che uscita sul sagrato, subito dopo la funzione, chiacchiera con indolenza sotto il caldo di quegli ultimi giorni di primavera, che già preannuncia un estate rovente.
Qui mi dirai "perché cavolo hai fatto un arlecchino della frase? Tranquilla, ora ti spiego il modo malato in cui l'ho letta.
Ho diviso la frase così:
rosso le parti fondamentali
arancioni le parti non fondamentali, ma che comunque possono dare informazioni rilevanti
verde le parti non rilevanti, ma ancora accettabili
azzurro le parti che sono palesemente di troppo
giallo le parti che non sono assolutamente accettabili in questo contesto
Perché sto applicando questo schema proprio in questo punto e non in altri? Perché è il punto in cui sta succedendo qualcosa di estremamente improvviso e concitato: la madre tira un
urlo disumano, quindi sta succedendo qualcosa di terribile e il lettore deve capire al volo cosa, perché di lì a poco accadrà sicuramente qualcosa di molto veloce. E invece di dire subito al lettore cosa sta per succedere, ti perdi in una divagazione incredibilmente lunga sull'ambiente intorno alla bambina, sul fatto che
la gente è uscita dopo la funzione, che
fa caldo in primavera, che
ci sarà un'estate rovente.
Immagina di vedere questa scena in un film. C'è una bambina che balla in una pozzanghera, tutta allegra e contenta, si fa fare due foto, poi all'improvviso la madre urla come se la stessero sventrando, ma prima che si possa capire perché la telecamera si blocca e inquadra tutti i presenti e una voce fuori campo, con calma, dice: "i presenti erano usciti all'aperto, dopo la funzione, a chiacchierare sotto il caldo primaverile, di sicuro l'estate sarà rovente". Poi il film riparte e si vede la madre che corre dalla bambina. Sarebbe terribile a livello cinematografico, no? Lo spettatore sarebbe quantomeno confuso dal vedere una cosa del genere. Ecco, leggendo non è così tanto grave, ma è comunque una cosa che andrebbe evitata.
Puoi provare a togliere un colore alla volta (partendo dal giallo > azzurro > verde > arancione, e rimettendo a posto le virgole) e vedi che quel pezzo funziona sempre meglio mano a mano che elimini i pezzi.
Spero che questo commento possa esserti utile.
Echi riflessi
► Mostra testo
Ciao Angela,
come ti hanno già detto, il muro di testo non è l'ideale per un racconto, anche se breve. Considera l'andare a capo non come una "opzione" della scrittura, ma un vero e proprio strumento, al pari della punteggiatura, delle virgolette, del corsivo e dei caporali.
Detto questo: il tuo racconto ha senz'altro al centro il tema della ricorsività, però lascia un po' di effetto "e quindi?". Mi spiego: il protagonista sogna di sognare (esperienza interessante, tra l'altro, a me è successo una volta) e di vedersi riflesso nel riflesso senza riconoscersi, quindi hai usato il tema nel tema (ehi, so che ti piace il tema, quindi ho messo del tema nel tuo tema), però la storia non porta effettivamente da nessuna parte. Il tipo alla fine si sveglia, scopre di essere sonnambulo e di aver rotto lo specchio. Tutte le paure che avevano erano solo un incubo, quindi come si sveglia tutto il racconto perde di significato agli occhi del lettore. Se il sogno avesse qualche ripercussione reale sarebbe già un altro discorso. Per esempio, se il protagonista si ritrovasse a non capire più se è sveglio o se sta dormendo, finendo il racconto nell'angoscia.
Altro micro appunto sul finale:
Ho sognato nel sogno di essere sognato da qualcuno che non ero io, mi fissava e i suoi occhi erano uguali ai miei.
La mia reazione leggendo è stata "sì, lo so, l'ho appena letto". Questa era una spiegazione assolutamente non necessaria a mio parere, se uno è arrivato fin lì leggendo ha capito cos'è successo.
In definitiva: per me l'idea di partenza è più che buona, ma l'esecuzione ha aperto delle falle troppo grandi. Peccato.
Re: Gruppo ARGO: Lista racconti e classifiche
Inviato: martedì 29 marzo 2022, 1:51
da christianfloris
1. Echi riflessi
2. Ricordi dal passato
3. Si concentri
4. Speak to me
5. Tratti di matita
6. Leoni da tastiera
7. La scatola di cacao
8. L’universo è una scatola di fiammiferi
Echi riflessi
E' un racconto sottilmente angosciante, che spiazza il lettore perché stravolge i punti di riferimento noti - i propri occhi, gli ambienti famigliari - facendo perdere le coordinate del tempo e della realtà. Si rileva anche un sapiente uso della tessitura sintattica, della punteggiatura e delle similitudini, collocate al punto giusto come pietre miliari ai lati di una strada immersa in una foschia giallastra.
Si poteva fare qualcosa di più sul finale? Forse, ma il sogno nel sogno nel sogno è un'idea originale. Mi ha risvegliato nella mente il gioco onirico di matrioske del film Vanilla Sky. L'unico dato davvero reale - forse - è lo specchio in frantumi, che però rimanda, nel suo simbolismo e nell'immaginario, a un caleidoscopio infinito di possibilità.
Un lavoro curato nei dettagli.
Nella mia personale scala di valutazione da 1 a 10 questo è un 9.75
Ricordi dal passato
Felicissima pagina raccontata con uno stile trascinante, debordante, che ti butta dentro il racconto. Anche il tema mi sembra centrato, c'è un mondo che vibra in questi pochi caratteri ed è un mondo di ricordi trasfigurati dagli occhi dolci di una bambina.
C'è qualche refuso dovuto senz'altro al poco tempo avuto per controllare il testo, ma è una gran bella prova. L'effetto Droste arriva, è ben costruito, del resto come l'intera architettura narrativa.
Complimenti.
Nella mia personale scala di valutazione da 1 a 10 questo è un 9.50
Si concentri
E' un'ottima prova. La lettura di questo racconto è come il risalire a ritroso una forte corrente, fino al devastante finale che svelerà purtroppo una verità atroce. La sua forza sta tutta nei dialoghi serrati e credibili, da cui si evincono anche personaggi ben delineati. Ho percepito la mancanza di una punta di ambientazione, qualcosa che aiuti il lettore a collocarsi spazio-temporalmente nella narrazione fin dall'inizio, ma stiamo parlando di peccati veniali: in 3.000 caratteri non ci si può inventare chissà che.
A livello di paragone cinematografico, lo sviluppo dell'effetto Droste mi ha ricordato l'impatto emotivo della rivelazione di Kevin Spacey al poliziotto Brad Pitt, nel mai troppo celebrato Seven. Altra storia e altro plot, intendiamoci: parlo soltanto dell'intensità del coinvolgimento generato dalla costruzione della scena che si svela per gradi successivi. Good job.
Nella mia personale scala di valutazione da 1 a 10 questo è un 9.25
Speak to me
Ci sono gli echi dei calligrammi di Apollinaire in questi quasi 3.000 caratteri. C'è l'ingegno, c'è la follia. Certo, c'è Speak to me, ma non priviamoci nemmeno di Brain damage o ancora dei numerosi loop sonori che caratterizzano un album leggendario e un racconto tanto floyd.
Quelle gocce di sangue che cadono in bagno mi riportano invece a un'altra citazione, stavolta cinematografica, sempre della band inglese: Bob Geldof-Pink si rasa le sopracciglia, ma siamo in The Wall.
Nel complesso un lavoro molto buono, certamente c'è una ricorsività che rimanda all'effetto del tema. Ma forse mi suggerisce più un effetto Escher che un effetto Droste. Siamo comunque in pieno territorio pazzoide, si disquisisce di sfumature.
Un'unica nota ortografica: Gilmour, non Gilmore.
Nella mia personale scala di valutazione da 1 a 10 questo è un 8.75
Tratti di matita
Un racconto che coglie nel segno. Forse un po' faticoso da ingranare all'inizio, spazialmente e temporalmente, ma non è detto che sia un problema di chi scrive.
Riesci a mostrare senza spiegare, secondo le tecniche narrative che vanno per la maggiore. L'indeterminatezza di certi passaggi è certamente funzionale a esprimere il disagio del padre - che poi trova la strada per comunicare -, contrapposto al mondo di suo figlio.
Uno stile che non ha bisogno di chissà quali effetti speciali per raccontare una bella storia. L'effetto Droste è abbastanza evidente, nel tratteggio via via più dettagliato del disegno. Niente male, una buona prova.
Nella mia personale scala di valutazione da 1 a 10 questo è un 8.25
Leoni da tastiera
Un bel plot distopico, forse con qualche difficoltà d'accensione all'inizio perché il lettore fatica a individuare subito il dove, il quando e il come. Il chi è subito chiaro, il perché lo diventa in poco tempo. Al di là di alcune frasi fatte o di similitudini già viste, è certamente una prova discreta, imperniata su una promettente idea di partenza. Ciò che ho avvertito mancare - naturalmente, a mio modesto avviso - è un po' lo sviluppo centrale della storia, che tende ad avvitarsi su se stessa. Nulla che non si possa sistemare, intendiamoci. Il canone del tema è svelato alla fine, lo stile non è trascendentale, ma non è nemmeno sciatto. L'occhio dei social è sempre puntato su di noi.
Nella mia personale scala di valutazione da 1 a 10 questo è un 8
La scatola di cacao
Avverto una nota lirica in questo racconto. Dal punto di vista della struttura narrativa, non trovo nulla da eccepire: funziona, ha una sua logica interna, è una sequenza successiva a qualche attacco chimico, ma questo è intuibile dai dettagli che mostri durante il racconto. L'effetto Droste non è tanto nell'impalcatura del testo, quanto nella messa a fuoco di un particolare, che ha una sua efficacia.
Si può fare di meglio sotto l'aspetto stilistico: registro una certa ridondanza nell'uso degli aggettivi che può essere tranquillamente controllata. Non per togliere ricchezza alla tua scrittura, ma per indirizzarla meglio.
A ogni modo, una prova più che discreta che ci lascia col gusto del cacao amaro in bocca.
Nella mia personale scala di valutazione da 1 a 10 questo è un 7.50
L’universo è una scatola di fiammiferi
Non è male l'idea della casa sull'albero. Il difetto strutturale di questo racconto risiede però nel fatto che gira attorno al tema senza mai entrarci dentro: non preoccuparti, non sei stato l'unico ad avere difficoltà. Bisogna però fare attenzione all'impostazione dei dialoghi e alla costruzione del finale. Il racconto parte indubbiamente bene, ma si perde un po' nella parte centrale: cerchi di riafferrarlo nelle battute conclusive, recuperando - o cercando di recuperare - l'aderenza al tema, ma mi pare che scivoli via senza lasciare traccia. C'è da aggiustare qualcosa anche sul rispetto delle regole tipografiche - di solito, dopo la chiusura delle caporali o delle virgolette in generale non si mette la maiuscola, se si riparte con una descrizione - ma se lavori sugli aspetti che ho evidenziato diventa senz'altro un lavoro migliore. Sufficienza d'incoraggiamento.
Nella mia personale scala di valutazione da 1 a 10 questo è un 6
Re: Gruppo ARGO: Lista racconti e classifiche
Inviato: martedì 29 marzo 2022, 8:49
da MatteoMantoani
Ciao a tutti, ho dovuto faticare per capire chi mettere ai primi tre posti. Per me anche il quarto è stato molto bravo, qui mi sono dovuto basare sul mio gusto personale.
1. Tratti di Matita
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Il racconto mi è piaciuto, sviluppa molto bene il tema della comunicazione padre/figlio portandolo ai suoi estremi, cioè descrivendo in modo molto efficace quanto sia difficile per un padre entrare in contatto col figlio autistico. Magari verso la fine non ho capito qualcosina, ma ciò non inficia assolutamente il mio coinvolgimento emotivo. Molto brava!
2. Leoni da Tastiera.
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Di questo racconto ho apprezzato molto l'idea di base, che descrive un mondo distopico in cui il parere del pubblico fa legge, chiara satira della nostra società degna di un episodio di Black Mirror. Avrei curato l'esecuzione per rendere il filtro più interno, mentre adesso la voce narrante fa un po' troppo "monologo da teatro", comunque lodo l'originalità della trama, aspetto cui do sempre molto peso nel giudizio finale.
3. Si Concentri.
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Un racconto che ha la sua forza principalmente se si pensa al tema della gara, cioè nella sua struttura in cui la verità viene disvelata di volta in volta e ad ogni tassello nuovo assume una nuova diversa. Ho dovuto rileggerlo per riuscire a seguire tutto il filo del discorso senza perdermi io stesso dei tasselli, l'effetto finale è comunque molto buono.
4. Speak to Me.
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Ci sono racconti molto semplici che comunque riescono a centrare il loro obiettivo, il tuo è uno di quelli. Con una struttura che oserei dire futurista, racconti l'angoscia e lo smarrimento di un personaggio affetto da chissà quali turbe e da un lutto recente. Mi è piaciuto, ho messo su Breathe su YouTube per godermelo meglio. Per me una buona prova.
5. La scatola di cacao
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Qualche pulizia come al solito la farei, le frasi sono carichissime di dettagli che magari possono rendere la lettura un pochino meno immediata. Il senso di nostalgia che hai voluto esprimere mi è piaciuto, ma magari l'avrei bilanciato un po' di più col senso di pericolo per preparare meglio il finale. Insomma, idea buona, qualcosina da rivedere.
6. Ricordi dal Passato.
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Secondo me c'è un pochino da lavorare proprio sulla tecnica di scrittura e di costruzione di una storia. Il racconto di un ricordo per me è un pochino pesantuccio da leggere, attenzione anche all'effetto wall of text, non invoglia il lettore vedere un blocco unico di testo. La scenetta e la situazione comunque non sono male. Il tema mi sembra infilato un po' a forza.
7. L'universo è una scatola di fiammiferi
► Mostra testo
Mi spiace, ma per quanto mi riguarda non c'è stata la scintilla, il tuo racconto mi è parso una semplice discussione attorno al tema della gara, come se ti fossero venute due idee in mente (il collegamento con La Storia Infinita, l'immagine del gigante che regge il lume) e le avessi inserite come dialogo sciolto tra personaggi abbastanza asettici. Scusa la franchezza, sono sicuro che nelle prossime edizioni riuscirai a fare meglio.
8. Echi riflessi.
► Mostra testo
Purtroppo l'idea mi sembra banalotta e ormai riconducibile a un cliché del genere horror, l'esecuzione è molto migliorabile, a cominciare da questo wall of text che rende la lettura un po' difficoltosa. Per me ci sono parecchi elementi su cui dovresti lavorare, per questo ti invito a partecipare ancora alle gare di Minuti Contati per fare ancora esercizio.
Re: Gruppo ARGO: Lista racconti e classifiche
Inviato: mercoledì 30 marzo 2022, 0:41
da Mario Mazzafoglie
Ecco la mia classifica:
1) Leoni da tastiera
2) Si concentri
3) Tratti di matita
4) Speack to me
5) La scatola di cacao
6) Ricordi dal passato
7) L''universo è una scatola di fiammiferi
8) Echi riflessi
Echi dal passato - Angela Potente
Ciao Angela, un piacere leggerti.
Parto dallo stile di scrittura, forse un po' troppo "poetico", forse derivata dall'essere cresciuta con i classici dalla letteratura. E per come la vedo io, non è un male. Solo, forse, in questo contesto andava bene anche una prosa meno articolata.
Per quando riguarda la storia in sè, come già ti ha fatto notare qualcuno, il clichè del personaggio che alla fine si sveglia e scopre che è stato tutto un sogno è una di quelle cose che andrebbero assolutamente evitate, ma il fatto che nel tuo racconto si tratti di un sogno dentro a un altro sogno me lo ha fatto apprezzare di più.
Sull'aderenza al tema dell'edizione... sorvolo, così come farò per tutti gli altri racconti.
Nel complesso, una buona prova.
In bocca al lupo.
Ricordi dal passato - Cinzia Passaro
Ciao Cinzia, un piacere leggerti.
Il racconto in sè è piacevole e la storia ci narra uno spaccato di vita dell'infanzia di tutti noi.
I problemi del testo sono grossomodo quelli che ti sono già stati detti negli altri commenti, a cui mi accodo: il muro di testo è qualcosa che appesantisce troppo la lettura e non riesce a far percepire al lettore gli stacchi che in letteratura credo siano assolutamente necessari; la decisione di raccontarla in prima persona al passato fa molto effetto ricordo, per cui dal momento che avevi deciso di narrare in prima, avresti potuto farlo al presente assumento il Pov della bambina. Avrebbe reso meglio, a mio avviso.
Sull'aderenza al tema dell'edizione... sorvolo, così come farò per tutti gli altri racconti.
Nel complesso, una buona prova.
In bocca al lupo.
L'universo è una scatola di fiammiferi - Maurizio Chierchia.
Ciao Maurizio, un piacere leggerti.
Il racconto in sè, come altri del tuo girone, è gradevole ma si ha la sensazione che non porti a nulla, così come ti è già stato detto. Sono strasicuro del fatto che non sia una colpa degli autori, ma del tema proposto, che ci ha costretto a scervellarci per trovare uno spunto che fosse almeno decente.
Il tuo è uno spaccato di infanzia, che ci fa guardare al nostro passato con la nostalgia.
Manca sicuramente azione, in quanto si tratta di una scena statica, dove per almeno metà della narrazione si raccontano cose del passato. Questo non mi è piaciuto e soprattutto credo che fosse migliorabile.
Un buon racconto, in bocca al lupo.
La scatola di cacao - Alexandra Fisher
Ciao Alexandra, un piacere leggerti.
Innanzitutto complimenti per aver avuto il coraggio di usare la prima cosa che è uscita a tutti su google dopo aver digitato il tema proposto per l'edition. :)
Il racconto in sè non mi ha fatto particolarmente impazzire perchè anche dinanzi a una seconda rilettura ci sono stati dei passaggi che non sono riuscito a capire a fondo.
Come ti ha già fatto notare qualcuno, non si percepisce il rischio dovuto al gas e non si capisce bene quale sia lo scopo del protagonista. A mio avviso, maggiore spiegazione di questi due aspetti avrebbe potuto dare tutto un altro significato al testo.
In bocca al lupo.
Leoni da tastiera - Elisa Belotti
Ciao Elisa, un piacere leggerti.
Parto con la nota più positiva tra tutte: l'originalità della storia. Come ti ha già detto qualcuno ricorda qualche episodio di Black Mirror, dove la tecnologia viene estremizzata e se ne mostrano tutte le imperfezioni. Per cui partiamo già da un buon livello per i miei standard.
Sempre come ti è già stato detto, con qalche miglioria questo testo sarebbe veramente una bomba. Anche io ho trovato fastidioso scoprire alla fine (anche se poteva essere intuibile) che la proagonista è in perizoma. Significa che il lettore deve cancellare tutta l'immagine mentale che si era creata nella testa per spazio a una nuova.
Per quanto riguarda l'aderenza al tema... sorvolo, come ho fatto con tutti gli altri racconti.
Per me questa è un'ottima prova.
In bocca al lupo.
Speak to me – David Galligani
Ciao David, un piacere leggerti.
Parto col dire che secondo me è un testo che ha bisogno di una seconda rilettura per essere apprezzato a dovere. Il finale, poi, dà al lettore il colpo di grazia e ci rivela la sofferenza del protagonista che magari all'inizio del racconto ci sembra un classico fattone senza scopo, ma che poi si rivela essere un uomo distrutto dalla perdita di sua moglie.
Per quanto riguarda la scelta stilistica, il mio parere è meno entusiastico rispetto ai precedenti commenti che hai ricevuto. Per mio gusto personale preferisco testi classici (nella forma ti parlo, non nel linguaggio), per cui tutte quelle stranezze non riesco a farmele andare giù così alla leggera.
Detto questo, una buona prova. In bocca al lupo.
Tratti di matita - Debora Dolci
Ciao Debora, un piacere leggerti.
Il tuo sicuramente è un buon racconto, con una tematica importante sullo sfondo.
Parto dalla nota più dolente, che secondo me è l'incipit, soprattutto per due motivi: il primo è che non ci fa capire dove ci si trova, e il secondo è che il lettore non capisce chi sia il protagonista. Visto che ormai abbiamo capito che sei un'insegnante, io credo che tutti noi abbiamo pensato che si trattasse di una maestra (donna) che controlla un alunno nell'atto di fare un disegno tra i banchi di scuola. Poi invece scopriamo che ci troviamo in una cucina, e poi che il pov è un uomo. Quella virgola prima di "Elisa" in effetti è micidiale nel rendere difficoltosa la comprensione su chi stia parlando.
Detto questo, tutti questi problemi scompaiono a una seconda rilettura, dove con le informazioni in possesso del lettore ci si può figurare tutto al meglio. Questo rende tutto molto più godibile, anche perchè è un ottima storia!
Quando c'è da rileggere un testo, per me lettore è sempre un punto in meno nella classifica di gradimento, ma comunque il racconto merita e sicuramente si piazzaerà in alto nella mia classifica.
Si concentri - Andrea Lauro
Ciao Andrea, un piacere leggerti.
Parto con queste benedette teste parlanti. Credo che sì, contesto e azione ci vogliano, ma se alla fine stiamo parlando una scena statica dove ci sono un paziente e un analista è inutile stare lì a inventarsi un milione di microazioni di due persone che sono lì sedute e parlano. Anche perchè lo fai capire subito dove ci troviamo, e questo è un pregio. Si leggono racconti dove ci sono dieci righe di descrizioni nell'incipit ma alla fine se ci vai a ragionare ancora non capisci dove ci troviamo realmente. Quindi la scelta per me è ok.
Ammetto che l'alternanza con il corsivo e l'assenza di caporali e virgolette all'inizio mi aveva spiazzato, ma dopo alcune righe tutto va a posto e scorre bene.
Per quanto riguarda l'aderenza al tema, come già detto a tutti gli altri autori, in questa edition non mi esprimo perchè non voglio essere bannato.
Un'ottima prova per me, in bocca al lupo.
Re: Gruppo ARGO: Lista racconti e classifiche
Inviato: mercoledì 30 marzo 2022, 10:19
da Alessandro -JohnDoe- Canella
Come penso molti altri, ho trovato il tema di questo mese tanto interessante quanto tosto da sviluppare in maniera originale. Anche in ragione di ciò, ho trovato parecchie trame poco interessante, tanto che mai come questo mese il mio privilegiare la tecnica al contenuto è stato fondamentale per stilare la classifica finale.
Come sempre, ricordo i principi alla base delle mie classifiche:
1. A parità di valore, privilegio i testi caratterizzati da uno stile di qualità a scapito della trama. La mia idea è che un bravo scrittore sia in grado di nascondere un’idea poco originale dietro alla tecnica. Attenzione, però: quando parlo di tecnica non mi riferisco al barocchismo di certi scribacchini di quart’ordine che riempiono le librerie nascondendosi dietro la maschera della fantomatica literary fiction; parlo di pulizia e costruzione delle scene, di caratterizzazione dei personaggi, di gestione e progressione del conflitto e infine di dialoghi accattivanti e ben bilanciati.
2. I commenti che troverete a corredo della classifica NON sono gli stessi che ho scritto sui singoli post, in quanto nascono da riflessioni post seconda lettura ed eventuali scambi d’opinione con i singoli autori.
E ora via con la classifica, regia!
1. Speak to me – David Galligani► Mostra testo
Tendenzialmente, non sono un amante degli scritti “sperimentali”. Tuttavia, in questo caso lo stile adottato da David l’ho trovato perfetto per rendere appieno lo stato allucinato in cui si trova a muoversi il protagonista. A premiare questo racconto è stato però l’aver saputo cogliermi del tutto di sorpresa una volta raggiunto il finale. Davvero, durante la lettura non riuscivo davvero a capire dove si volesse andare a parare, nonostante, a ben vedere, la semina ci fosse tutto. Per farla breve, un racconto in grado di sorprendermi sia nello stile che nel contenuto. Bravo.
2. Tratti di matita – Debora Dolci► Mostra testo
Volendo ricollegarmi al commento precedente, questo è uno di quei racconti dove sin dalle prime righe è chiarissimo dove voglia andare a colpire l’autore. Il tentativo del padre d’instaurare un rapporto con il figlio è esplicitato sin dalle prime righe e per il lettore è facile immaginarsi la conclusione della storia. Tuttavia, la costruzione della scena, con i suoi continui parallelismi tra genitore e figlio, è così meticolosa e precisa da farti dimenticare tutto ciò. Forse non il miglior racconto in assoluto di Debora, ma comunque un’ottima prova.
3. Si concentri – Andrea Lauro► Mostra testo
Anche qui mi ricollego a quanto scritto a David, così da rendere più chiare le ragioni dietro questo terzo posto. Dal punto di vista meramente tecnico, questo è forse il brano migliore del gruppo. Tuttavia, presenta a mio modo di vedere due difetti. Il primo è esplicitare sin da subito il gioco che l’autore ha deciso di creare con il lettore: è chiaro che quanto affermato dal protagonista non coincide con il vero e che il testo altro non vuole essere che un thriller in chiave ridotta. La rivelazione finale arriva quindi senza particolari scossoni, per quanto ben orchestrata. Il secondo è l’aderenza al tema. Sia chiaro, mentre scrivevo il primo commento ad Andrea ho compreso appieno il “trucco” da lui adottato, ovvero l’aver creato una sorta di effetto Droste al contrario, dove, anziché sprofondare nelle immagini, il lettore non fa altro che risalire alla fonte di tutto. Lo schema attraverso cui si compie questo viaggio, come tuttavia già scritto ad Andrea, mi ha ricordato più quello di un oggetto analizzato al microscopio. Resta comunque un’ottima prova.
4. Leoni da tastiera – Elisa Belotti► Mostra testo
Non immagini nemmeno il dispiacere che provo nel tenerti fuori dal podio, Elisa. Il tuo racconto è infatti una vera bomba dal punto di vista dell’intuizione iniziale, tanto da creare un world building pressoché perfetto in appena 3000 caratteri. Notevole, davvero notevole! Peccato solo per la forma, assolutamente da rivedere. In particolare, il mio suggerimento è di rivedere il flusso d’informazioni, allo stato attuale disposto un po’ a casaccio, così da rendere la lettura più fluida.
5. Echi riflessi – Angela Potente► Mostra testo
Trama non originalissima (a voler essere generosi), graziata da una resa stilistica discreta. Il problema maggiore risiede però nel “terzo atto”, se così può essere definito, il quale abbandona l’aura onirica delle prime due parti per abbandonarsi prima a un inutile spiegone e poi a una frase conclusiva banale e priva di un vero legame con il resto del racconto. Un vero peccato.
6. L’universo è una scatola di fiammiferi – Maurizio Chierchia► Mostra testo
Di questo racconto ho apprezzato il doppio effetto Droste, molto meno l’intreccio generale, il quale, alla fine non porta a nulla. Manca infatti un qualsivoglia arco di trasformazione o anche solo una trama, tanto che alla fine il racconto si può riassumere con “c’è un ragazzino che legge in una casa sull’albero”. Stop.
7. La scatola di cacao – Alexandra Fischer► Mostra testo
Tralasciando le questioni più prettamente stilistiche (su tutte, il continuo perdersi in descrizioni che nulla aggiungono alla storia), il problema di fondo di questo racconto è il modo in cui il tema viene sfruttato, ovvero in maniera letteralmente letterale (perdonate il gioco di parole) e senza che questo costituisca il vero centro della narrazione. A ciò si aggiungono gli ormai consueti passaggi subottimali dal mero punto di vista della correttezza sintattica, i quali rimandano all’ormai consueta domanda: perché caricare il racconto così di fretta, se poi TUTTE LE VOLTE basterebbero un paio di riletture in più per correggere il correggibile?
8. Ricordi del passato – Cinzia Passaro► Mostra testo
Un racconto che… beh, non è un racconto. Manca una storia, manca uno sviluppo dei personaggi, manca anche solo una morale o quantomeno un obbiettivo finale. Ma il vero problema è lo sfruttamento del tema della competizione, relegato alle ultime righe senza un vero scopo. A far così siam bravi tutti, su.
Re: Gruppo ARGO: Lista racconti e classifiche
Inviato: mercoledì 30 marzo 2022, 11:17
da antico
Oltre alla mia, dovete ricevere ancora una classifica. Inoltre, al momento la classifica di Floris non può essere considerata valida perché prevede del ex aequo, ma è già stato avvertito e ha assicurato che provvederà a sistemare entro la chiusura, quindi la modifica alla sua classifica è approvata.
Re: Gruppo ARGO: Lista racconti e classifiche
Inviato: mercoledì 30 marzo 2022, 12:09
da antico
Floris ha corretto la sua classifica quindi è validata.
Re: Gruppo ARGO: Lista racconti e classifiche
Inviato: mercoledì 30 marzo 2022, 21:08
da Laura Brunelli
1) Tratti di matita di Debora Dolci
2) Speak to me di David Galligani
3) Si concentri di Andrea Lauro
4) La scatola di cacao di alexandra.fischer
5) Leoni da tastiera di Elisa Belotti
6) L'universo è una scatola di fiammiferi di Maurizio Chierchia
7) Echi riflessi di Angela Potente
8) Ricordi dal passato di Cinzia Passaro
1) Tratti di matita di Debora Dolci
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Ciao Debora,
Piacere di leggerti.
Gran bel racconto. A parte qualche piccolo refuso, lo stile è, come sempre impeccabile. Se devo fare proprio le pulci, l’unica cosa che mi ha un po’ stonato è questa frase
tratti veloci di spessori diversi, sembrano solo linee. Diventeranno qualcosa però.
Io avrei scritto così
“tratti veloci di spessori diversi. Sono solo linee, diventeranno qualcosa però.”
Quel sembrano mi stona un po’. Il padre sa già che diventeranno un disegno compiuto e un sembrano solo linee mi dà più l’idea che si aspetti un disegno astratto, considerato, soprattutto, le difficoltà di Leo.
Leo sta rappresentando noi due, adesso.
Anche questo inciso sarebbe, a mio avviso, da rivedere. Immagino volessi trasmettere la felicità o lo stupore del protagonista, ma non passa granché e il risultato e che la frase appare superflua.
Mi piace un sacco come hai declinato il tema che, ovviamente, è centrato in pieno. Trovo credibile che un bambino che rientra nello specchio autistico, ripeta il disegno nel disegno.
Complimenti.
Alla prossima e buona edition
2) Speak to me di David Galligani
► Mostra testo
Ciao David,
Piacere di leggerti.
Gran bel racconto. Ti dirò, alla fine la piramide di trattini, ci sta pure, da quasi una dimensione fisica, sia alla confusione mentale del protagonista, che all’azione, seppur immaginifica, dell’attraversamento degli specchi. Tema centrato. Punti di miglioramento? Boh, forse il finale. L’intenzionalità nel pensiero del protagonista mi sembra troppo coerente per una persona in stato allucinatorio. In ogni caso, un’ottima prova. Complimenti.
Alla prossima e buona edition
3) Si concentri di Andrea Lauro
► Mostra testo
Ciao Andrea,
Piacere di leggerti.
Gran bel pezzo davvero, complimenti. Nonostante l’utilizzo delle teste parlanti, risulta scorrevole e piacevole da leggere e la mancanza di beat, action e/o dialogue tag non si sente, anche grazie all’espediente dell’alternanza del corsivo. Bravo. Non so se era nelle tue intenzioni, ma la scelta grafica mi aveva tratta in inganno anche sulla trama. Mi ero figurata un immaginario incontro tra l’anima del defunto protagonista e un qualche guardiano di un mondo ultraterreno. Sarà che amo fantasy e mistery, in ogni caso, questo ha aiutato ad alimentare l’effetto sorpresa nel finale.
Qualche dubbio sul tema, ho avuto più la sensazione di uno svelamento a cipolla, come se ogni domanda sollevasse un velo nella memoria del protagonista.
Alla prossima e buona edition
4) La scatola di cacao di alexandra.fischer
► Mostra testo
Ciao Alessandra,
piacere di leggerti.
L’idea è interessante, ma devo dire che ho fatto molta fatica a capire il racconto. A parte qualche difficoltà con alcune frasi che ho trovato un po’ lunghe e contorte, anche a causa di qualche refuso.
La cucina dai muri ricoperti di piastrelle bianche e il lampadario di celluloide a forma di budino rovesciato era rimasta la stessa, proprio come il tavolo e le sedie di legno nero.
Qui, per esempio, ho come la sensazione che manchi un con tra bianche e lampadario
desiderava la lucidità dei compagni di lotta, rimasti ad aspettarlo in strada, a bordo del furgone dal motore scoppiettante e dall’odore di bruciato.
Questa frase non l’ho proprio capita, così come non mi è chiaro il finale. Il motivo? Ad un certo punto il protagonista si sistema la maschera. Questo mi ha un po’ destabilizzato. Sta cercando del cibo perché scarseggia. Quindi è imperativo che esca vivo dalla missione. Se è così e considerato che ha un orologio con telecamera, suppongo che abbia anche una maschera antigas funzionante. Quindi non mi spiego perché non sia lucido e perché alla fine senta l’odore del gas e muoia.
Partendo dal presupposto che l’intendo era quello di trasmettere la poca lucidità del protagonista, lo stile è buono, ma trovo ci siano margini di miglioramento. Un esempio, giusto per spiegarmi meglio:
Aprì la dispensa e sperò di trovare cibo commestibile, malgrado il gas avesse corrotto la maggior parte di quello che c’era in città.
Questa la modificherei così:
Aprì la dispensa. Malgrado il gas avesse corrotto la maggior parte del cibo che c’era in città sperò di trovare qualcosa di commestibile.
Alla prossima e buona edition
5) Leoni da tastiera di Elisa Belotti
► Mostra testo
Ciao Elisa,
Piacere di leggerti.
Devo essere onesta, ho avuto un po’ di difficoltà a seguire la trama. Non che non si capisca il senso, ma rimangono aperte un sacco di domande. Una in particolare, mi disturba in modo particolare. Non riesco a capire se, quando lei ha inviato la foto, la censura era già così pressante. In questo caso, trovo difficile credere che la protagonista l’abbia mandata con così tanta superficialità: superficialità che mi trasmetti con la frase
Non pensavo che il Comitato di Censura nazionale potesse arrivare a me.
Ora, ci starebbe anche, ma la reazione della protagonista al tradimento di Giorgio avrebbe dovuto essere più approfondita.
Giorgio, quello stronzo di Giorgio, sta guardando di sicuro.
Stavamo insieme da due anni e ha tanto insistito perché gliela mandassi.
Qui mi sarei aspettato un mi fidavo di lui, invece, quel ha tanto insistito mi sembra un po’ buttato lì. Ovviamente è solo la mia sensibilità personale.
Qualche contraddizione qua e là, come, ad esempio, la ginocchiata che poi si trasforma in calcio, ma ci sta.
Tema centrato.
Nel complesso una buona prova.
Alla prossima e buona edition.
6) L'universo è una scatola di fiammiferi di Maurizio Chierchia
► Mostra testo
Ciao Maurizio, piacere di leggerti.
Il tuo racconto mi spiazza un po’. Lo stile è piacevole, ma presenta ampi margini di miglioramento.
Una candela accesa era appoggiata su uno scatolone.
L’unica fonte d’illuminazione che puntava sul libro aperto tra le sue mani.
Fagocitava quelle pagine senza rendersi conto del tempo che passava.
In questo passaggio ci sono parecchie cose che non funzionano. La seconda frase ha, come soggetto sottinteso la candela. Di per sé non sarebbe un problema, se non fosse che anche la terza frase ha un soggetto sottinteso, che è Edoardo. Al di là del fatto che in terza persona il soggetto deve sempre essere esplicitato, a una prima lettura sembra che sia la candela a fagocitare le pagine.
Personalmente unirei le prime due frasi:
“L’unica fonte d’illuminazione era una candela appoggiata su uno scatolone.” Trovo poi difficile che una candela possa puntare sul libro aperto tra le mani di Edoardo. Semmai è lui che deve posizionarsi in modo che la luce finisca sul libro e penso anche che sarebbe un tantino scomodo.
Dal punto di vista del contenuto, mi accodo agli altri commenti. Non succede granché e manca completamente il conflitto.
Alla prossima e buona edition.
7) Echi riflessi di Angela Potente
► Mostra testo
Ciao Angela,
Piacere di leggerti e commentarti.
Mi spiace, ma il tuo racconto non mi ha colpito molto. Ho trovato lo stile un po’ legnoso, ridondante e ripetitivo. In un testo di poco più di 2400 la parola occhio/occhi si ripete ben diciannove volte, appesantendo inutilmente il testo e la frase
Ho sognato nel sogno di essere sognato da qualcuno che non ero io, mi fissava e i suoi occhi erano uguali ai miei.
non è altro che la spiegazione di quello che ci hai mostrato nel testo. Secondo me è del tutto superflua.
Mi piace l’uso della prima persona al presente, anche se ci sono molti margini di miglioramento.
Il tema, pur declinato in modo non troppo originale, c’è.
Buona edition e alla prossima.
8) Ricordi dal passato di Cinzia Passaro
► Mostra testo
Ciao Cinzia,
Piacere di leggerti.
Devo essere sincera ho fatto molta fatica a seguire il racconto. L’introduzione mi stona molto. Non riesco a coordinare quel “mi rivedo bambina” con il tempo del racconto. Secondo me, manca qualcosa che accompagni il lettore indietro nel tempo insieme alla protagonista. Trovo che lo stile sia un po’ pesante e non sempre chiaro. Ti faccio qualche esempio:
, quando all’improvviso mi appare davanti una pozzanghera, limpida e trasparente in cui si specchia l’ambiente circostante, le policrome maioliche alternate risplendono sotto la luce del sole e luccicano nell’acqua simili a pietre preziose destando tutta la mia attenzione. È il residuo dell’acquazzone di ieri
La frase prima del punto è talmente lunga che quando ho letto “è il residuo dell’acquazzone” sono dovuta tornare indietro per capire a cosa ti riferivi, anche perché il soggetto della frase precedente sono le policrome maioliche.
Mia madre orripilata a quella vista, lasciata la neonata nel passeggino e affidata l’altra a sicure mani, la vedo calare su di me come un aquila sulla sua preda.
Anche in questa frase ho faticato a collegare “orripilata a quella vista” al fatto che lei era sporca di fango. Tra il suo tip tap nella pozzanghera e l’urlo della madre passa troppo tempo e il refuso “la vedo calare su di me come un’aquila” evidentemente frutto di un ripensamento sulla struttura della frase, ha ulteriormente aumentato la mia confusione.
Il tema c’è, anche se fatico a immaginarmi che la bambina sia rimasta in posa mentre il fotografo puntava la macchina fotografica da un’altra parte e trovo poco credibile il fatto sia riuscito a fotografarla di riflesso nel vetro.
Alla prossima e buona edition
Re: Gruppo ARGO: Lista racconti e classifiche
Inviato: mercoledì 30 marzo 2022, 22:33
da antico
Avete ricevuto tutte le classifiche, nei prossimi giorni arriverà anche la mia.
Re: Gruppo ARGO: Lista racconti e classifiche
Inviato: sabato 2 aprile 2022, 11:25
da antico
Ecco i miei commenti e classifica per il vostro gruppo!
1) Speak to me, di David Galligani
Ormai mi dovreste conoscere e sapete che mi piace chi rischia e osa. Ne consegue che quando il rischiare è accompagnato dalla giusta resa, da un'esecuzione che ritengo appropriata, allora la valutazione non può che essere la (mia) massima possibile. Qui l'effetto Droste è inserito e anche, in certo qual modo, declinato (pur trovandomi d'accordo con quanto segnalato da Floris). Ti faccio i miei complimenti, per me un pollice su.
2) Tratti di matita, di Debora Dolci
Molto bello, soprattutto per la tua consueta gestione dei travagli dell'animo umano che stai sempre più imparando a gestire attraverso il mostrato con pennellate funzionali e nette. Peccato per quei due errori in partenza che non sono proprio da te e che rallentano l'ingresso nel racconto. Tema più inserito che declinato, a mio parere, ma ci sta. Direi un pollice quasi su.
3) Leoni da tastiera, di Elisa Belotti
Bellissimo racconto con qualche imperfezione che va smussata, pertanto ti anticipo già la mia valutazione: pollice quasi su. Partiamo dai messaggi che vengono trasmessi e per i quali hai usato una grafica da social mentre, invece e appunto, sono voci che parlano e questo cozza un po' con la situazione, ma è una quisquilia. Quello che mi preme più sottolineare è che ho sentito la necessità di una maggiore semina sul contesto che già è molto buona, ma che mi sembra ancora a una fase più sperimentale che altro, tipica da prima stesura quale, per ovvi motivi, è. Occhio anche alla lunghezza della diretta perché così tante ore mi sembrano difficili da accettare in un'ottica di programma di successo. Declinazione del tema, anche qui, più citata che declinata, ma va bene così. Bel lavoro davvero e peccato sia finito in un gruppo che ha espresso una qualità così alta perché, inevitabilmente, qualcuno deve restare fuori dalla finale.
4) Si concentri, di Andrea Lauro
Confermo che è difficile valutare questo racconto in relazione al tema, quanto meno per il fatto che mi sembra mancare quell'effetto di ripetitività infinita in quanto arrivi a una chiusa ben definita, quindi non lo prendi in pieno anche se capisco quali fossero le tue intenzioni. Detto questo, il racconto funziona molto bene anche se penso che tu avresti potuto essere più incisivo sul finale. Proprio sul finale avresti potuto giocarti, mio parere, meglio il tema nella negazione ulteriore di quanto successo, quindi portare il protagonista fino alla scena del figlio in macchina per poi azzerarlo facendolo ripartire dal tradimento, ma questo avrebbe reso necessaria una semina diversa che facesse pensare che altre volte fossero già arrivati fino a quel punto. Quindi ti giochi il SU per questo aspetto legato al tema, mi fermo a un tendente al positivo in modo solido e brillante.
5) Echi riflessi, di Angela Potente
Parto con una richiesta rivolta a tutti e magari ci scriverò anche un post: vero che molti testi in questa edizione parevano, a prima vista, dei muri di testo, ma occhio che vanno anche considerate le intenzioni degli autori e quindi fate sempre molta attenzione, durante la valutazione, al valutare se l'effetto grafico era voluto o meno e, in seconda istanza, a chiedervi semmai il perché non abbia funzionato. Lo sottolineo perché ho assistito da fuori all'evoluzione dell'edizione e io stesso, appena visti postati i racconti, avevo pensato alla grafica per poi apprezzare, durante il commento, il fatto che, mio parere, fossero voluti e semmai non funzionasse qualcosa nell'esecuzione.
Fatta la doverosa premessa, veniamo al commento. Ci vedo una mano sapiente dietro a questo racconto e allo stesso tempo ho percepito il testo come un'esercizio ben esperito, ma pur sempre esercizio perché funziona per quello che voleva essere, quindi giudizio positivo, ma poteva assurgere a ben altro livello. Sottolineo che anche a me non è piaciuto quella sorta di spiegone al risveglio, l'ho trovato una piccola caduta di stile. E anche io, come Alessandro, avevo inizialmente pensato si potesse spezzare con un a capo al primo "risveglio" tranne poi cambiare idea perché l'intenzione dell'autrice era proprio quella di dare continuità. Il fatto che tutto sia costruito intorno al tema, infine, è un bel valore aggiunto. Per me qui siamo su un pollice tendente al positivo in modo solido e anche discretamente brillante perché trattasi di un testo che va dove l'autrice voleva portarlo anche se poteva ovviamente ambire a qualcosa di molto di più. E chiudo con la speranza di rivedere questa penna nell'Arena (come anche quelle delle altre new entry) perché ho trovato consapevolezza e capacità che possono arricchire la community di MC (poi chiaro che il primo approccio a tempo e caratteri limitati può sempre essere un bel peso ed è anche un tipo di contest che richiede qualche edizione di esperienza per arrivare a gestire tutti i limiti imposti).
6) Ricordi dal passato, di Cinzia Passaro
C'è un'idea bella precisa in questo testo e il mio iniziale campanello d'allarme da WALL OF TEXT s'è sopito perché mi sembra che la decisione sia totalmente autoriale, quindi va analizzato il perché in molti ci si siano comunque scontrati. Mio pensiero, una forma simile necessita di un flusso continuo di lettura che non deve mai costringere il lettore a rallentare o rischiare di "tirarlo fuori". Qui sono presenti alcune ripetizioni che possono infastidire (cotone bianco e foto) mentre tenderei a dare meno importanza a refusi tipo UN ESTATE, in più alcuni in alcuni passaggi ho sentito il bisogno di una più attenta punteggiatura e in uno in particolare mi è sembrato che il periodo si prolungasse troppo. Vorrei anche porre l'attenzione sul gergo utilizzato soprattutto nella prima parte, molto adulto. Sulle prime mi sono detto che non rispecchiava il pdv della bambina mentre poi ho focalizzato che no, il pdv era sulla narratrice adulta che raccontava un ricordo e sotto questo punto di vista ci stava non fosse che nella seconda parte si avvicina molto di più a quello giusto per l'eta creando un disequilibrio e, cosa forse ancora più incisiva, la ricercatezza della prima parte rischia di rallentare proprio quella lettura che invece richiederebbe la massima fluidità proprio per la decisione operata sulla struttura del racconto. Infine, il tema che, anche qui, risulta più inserito che declinato, ma che essendo infilato proprio all'ultimo può avere creato una reazione più forte (intendo avversa) rispetto ad altri testi in cui, invece, era disseminata in punti diversi. Detto questo, il racconto mi è piaciuto e l'immagine che rimane è bella definita. Nella mia personalissima scala di giudizio direi che è un pollice tendente al positivo in modo solido, ma non brillante (per tutte le segnalazioni fatte). Concludo sottolineando come la difficoltà di esecuzione di un testo simile è di sicuro maggiore di quanto possa apparire.
7) La scatola di cacao, di Alexandra Fischer
Devo dire che nelle ultime edizioni stai imbrigliando bene il tuo stile per renderlo più asciutto e funzionale, lo scorso mese il risultato è stato evidente mentre questo mese, invece, mi sembra ti sia scontrata con il tema venendone anche un pelo dominata, tanto da inserirlo a forza in un modo che non mi ha lasciato del tutto convinto. Poi un problema anche sul finale perché viene sopraffatto dal gas pur indossando la maschera (di cui avevi parlato nel primo terzo di racconto) e questo mi è sembrato un errore grosso soprattutto se poi non supportato da adeguata spiegazione sul perché sia risultato tanto micidiale. Insomma, un passo indietro rispetto al mese scorso, ma sempre rimanendo sulla giusta strada. Per me siamo su un pollice tendente al positivo anche se non in modo solido e neppure brillante.
8) L’universo è una scatola di fiammiferi, di Maurizio Chierchia
Una buona prova, ma che non mostra una direzione precisa limitandosi a uno spaccato che termina e basta. Cosa non ha funzionato? Parto sempre dal presupposto che l'autore volesse raggiungere un certo risultato e qui sei partito con un tono parecchio fiabesco, un padre che sembra il protagonista di Big Fish e una voce narrante vicina al bambino/ragazzo. Ecco, tanto per cominciare non si capisce bene l'età del protagonista, poi, mio parere, perdi l'equilibrio con la lunga scena dell'amico che serve a ben poco e che ti costringe poi a troncare causa spazio bruciato in caratteri. In poche parole, è la confezione a non funzionare, sempre a mio parere, ovviamente. Quindi un problema di pura strategia perchè la mano c'è. Credo che il tema ti abbia fatto faticare parecchio e ti abbia decentrato nel strutturare la storia. Detto questo, per me è un pollice tendente al positivo in modo non solido e neppure brillante e in classifica ti posiziono dietro al parivalutato racconto della Fischer perché presenta una struttura più coerente rispetto alla tua.