Der Schreiber

Appuntamento fissato per le 21.00 di martedì 19 aprile 2022 con un tema del team di Penne Arruffate!
Gli autori che vorranno partecipare dovranno scrivere un racconto di max 4000 caratteri entro l'una.
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Davide_Mannucci
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Der Schreiber

Messaggio#1 » martedì 19 aprile 2022, 23:21

La mia Greta se n’è andata. Le infermiere mi sorridono ma si vede che sono in difficoltà. Devo sembrare proprio ridicolo con questo papillon. Ma io non vado agli appuntamenti importanti con Greta senza il mio papillon giallo. Un vecchio ridicolo. Ecco quello che quei giovani occhi stanno guardando adesso.
L’odore di corsia mi riporta indietro di settant’anni e le bocche rosse di queste ragazze assomigliano così tanto a quella di mia moglie. Anche Greta sorrideva quel giorno ma in quella baracca non c’erano le pareti bianche di questi corridoi. L’odore però era questo. E gli occhi spaventati che ogni giorno mi si presentavano davanti erano tutt’altra cosa rispetto a tutte queste persone che aspettano di entrare.
Alcuni sono tristi, altri, grazie a Dio, sono felici per una nuova nascita. Molti hanno paura. Quel terrore però non ce l’hanno. Non l’ho più visto su nessun volto, mai più.
«Professore, venga, si metta a sedere». La bella Carolina mi sorride ancora e mi prende per il braccio con una delicatezza che mi dà la conferma di quello che sento nel petto: la mia Greta non c’è più.
«Potete portarmi da lei per favore? So già che se n’è andata».
Quando ci si innamora all’inferno, quando la paura e il terrore sono gli unici testimoni di una storia d’amore, si crea un legame così forte che quando si spezza si sente.
Le gambe sono di piombo mentre i miei passi mi portano davanti alla porta di Greta.
«Professore, mi dispiace così tanto. Mi raccomando, non esiti a chiamarci. Ha tutto il tempo che vuole».
Le sorrido e spingo la porta. Il tempo. Che valore può avere il mio tempo adesso, senza di lei?
La stanza è immersa nel buio e per un attimo torno a quel giorno, il momento in cui lei mi sorrise per la prima volta.
Era tutto buio, umido e quell’infame in uniforme sorrideva mentre, uno dopo l’altro, i prigionieri passavano da me, un foglietto di carta in mano, completamente rasati e terrorizzati, come se io fossi il nemico. Credo sia quello che mi ha fatto innamorare di Greta. Lei mi guardava come uno di loro. Ma penso sia anche la mia più grande condanna: sono stato scelto e non ero più in fila con loro ma seduto su quel maledetto sgabello di legno, con le pinze in mano.
Il mio respiro si fa pesante. Mi gira la testa. La guardo inerme in questo anonimo letto e la rivedo mentre, con mano tremante ma col sorriso sulle labbra, mi passa il suo foglietto.
A34568. Cercai di essere più delicato possibile. E lo fui, eccome se lo fui. Si vedeva appena e l’ufficiale, quel bastardo di Hans, me la fece pagare il giorno dopo. Ne pago il prezzo a ogni cambio stagione, quando la spalla decide di ricordarsi di quel bastardo e di ciò che successe.
Mi avvicino a Greta e le sfioro il braccio. I numeri sono ormai sbiaditi, quasi illeggibili. La pelle delicata e grinzosa li nasconde, come se fosse davvero arrivato il momento di coprire ogni vergogna, ogni crudeltà.
Le sposto i capelli e me la godo un’ultima volta. La mia Greta, l’unica persona che mi ha sorriso quel giorno e che ha reso bello, anche solo per un attimo, il posto peggiore del mondo, il luogo che ha fatto vergognare anche l’inferno. Neanche il diavolo avrebbe mai pensato di mettermi in mano quegli strumenti. Neanche lui mi avrebbe mai chiesto di tatuare i miei fratelli.
Mi guardo il braccio sinistro e inizio a sbottonare la camicia. Le dita tremano e mi fanno male, molto male. Ma non voglio fermarmi e arrotolo la manica. Si riconosce ancora il cinque e forse il sette ma gli altri sono confusi sotto i peli e le pieghe della pelle.
Il mio primo tatuaggio.
Mein schreiber, mi chiamava così Greta.
Mi avvicino alla sua bocca e chiudo gli occhi. Voglio l’ultimo bacio, voglio sentirla ancora dentro di me.
Ero uno scrittore, è vero, e lo sono stato per tutta la vita. Ho raccontato quell’orrore per anni e ho dato finalmente una voce e un nome a quei numeri che ho inciso su quelle pelli.
Ma nessuno ha mai ricordato il mio di nome, solo Greta.
Per gli altri io ero solo Der Schreiber.
Il tatuatore di Auschwitz.


Davide Mannucci

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antico
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Re: Der Schreiber

Messaggio#2 » martedì 19 aprile 2022, 23:26

Altro autore in piena ROAD TO THE CHAMPION: Davide Mannucci! Tutto ok con i parametri, divertiti in questa PENNE ARRUFFATE EDITION!

Commissa’
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Re: Der Schreiber

Messaggio#3 » mercoledì 20 aprile 2022, 9:20

Bello, elegante, pulito. Hai gestito benissimo lo show, le frasi d’impatto e il pathos. L’argomento non è nuovo ma hai trovato uno spunto che l’ha reso originale: la scoperta dell’anima gemella in un lungo che per antonomasia è sempre stato ritenuto l’inferno in terra. Un amore che è sostegno, forza e motivo per andare avanti. Direi una prova superlativa. Complimenti
Ultima modifica di Commissa’ il mercoledì 20 aprile 2022, 22:30, modificato 2 volte in totale.

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Davide_Mannucci
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Re: Der Schreiber

Messaggio#4 » mercoledì 20 aprile 2022, 9:27

Commissa’ ha scritto:Bello, elegante, pulito. Hai gestito benissimo lo show, le frasi d’impatto e il pathos. L’argomento non è nuovo ma hai trovato uno spunto che l’ha reso originale. Direi una prova superlativa. Complimenti


Ciao Gabriele!
Urca che commento! Grazie mille...sono felice che sia arrivato così tanto da definirlo superlativo. Grazie ancora!
Davide Mannucci

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Emiliano Maramonte
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Re: Der Schreiber

Messaggio#5 » mercoledì 20 aprile 2022, 15:57

Ciao Davide!
Ho fatto l'abbonamento ai tuoi gruppi, quindi ormai capiti sempre per primo nelle valutazioni!
E' stato un vero piacere leggere anche questo racconto, soprattutto perché trattare certi argomenti mette sempre i brividi addosso. Anche solo pochi accenni all'orrore dei campi di concentramento o ad Auschwitz fanno tremare i polsi. E mai come in questo caso la prima persona è perfettamente funzionale alla rievocazione di quei momenti orribili. Qui, in particolare, fai un passo avanti visto che tratti un aspetto inedito relativo ai campi di sterminio, aspetto che non conoscevo, ossia l'utilizzo di tatuatori ebrei per i deportarti. Molto commovente, in tal senso, la storia d'amore tra il tatuatore e Greta, che fa intravedere una piccola luce in un oceano di oscurità. Sullo stile poco da dire: ormai lo trovo consolidato e personalissimo Edition dopo Edition e sempre più focalizzato, anche se puoi perfezionare meglio la tecnica visto che in alcuni passaggi ti lasci andare a piccole imbeccate (involontarie) per il lettore (esempio: "Ero uno scrittore, è vero, e lo sono stato per tutta la vita. Ho raccontato quell’orrore per anni e ho dato finalmente una voce e un nome a quei numeri che ho inciso su quelle pelli.") però nessun sacrilegio, per carità. Il tema mi sembra centrato: i numeri (drammaticamente) incomprensibili sono i numeri di serie tatuati sugli arti dei prigionieri.
Permettimi una nota a margine, che è solo una mia considerazione personale di chi ti conosce sotto il profilo autoriale da un po' di tempo. Non è una critica né un rimprovero, sia ben chiaro. Da molto tempo noto un certo appiattimento della tua cifra stilistica su un unico tipo di approccio: narratore in prima persona e forte rappresentazione interiore della narrazione. In futuro mi piacerebbe leggerti anche con altre impostazioni, non so una terza al passato o al presente e trame orientate ad altri registri (umoristico, horror, sentimentale, fantascienza... giusto per dare qualche indicazione). Si tratta di pura e semplice curiosità.
Per intanto lasciami dire ottima prova e... in bocca al gufo!

Emiliano.

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MatteoMantoani
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Re: Der Schreiber

Messaggio#6 » mercoledì 20 aprile 2022, 18:53

Prime Impressioni: Ciao Davide, piacere di rileggerti. Il tuo racconto mi ha emozionato, la mia prima impressione è assolutamente positiva.

Aderenza al Tema: Egregiamente declinato.

Punti di Miglioramento: Alooooora.... se proprio devo rompere i bleeep, potrei confessarti che quando leggo storie di nazisti mi si alza il proverbiale sopracciglio, visto la pletora di storie di questo tipo che si trovano in giro. Commuovere e fare breccia nell'immaginario comune attraverso l'Olocausto è diventato uno stratagemma molto abusato nel mondo della letteratura e dello spettacolo, tanto che ormai è assimilabile a un cliché.
Lato stile poco da dire, il racconto ha delle parti più lente legate ai ricordi, ma che fanno il loro lavoro, e le parole sono scelte molto bene. Unica cosa che non mi ha convinto molto è questa frase: "voglio l'ultimo bacio, voglio sentirla ancora dentro di me".. dentro di me in che senso? Con gli odori? I sapori? Scusa, ma quest'espressione mi pare un po' fuori luogo in quanto mi fa venire in mente i dialoghi erotici.

Punti di Forza: Il personaggio mi pare molto interessante, sebbene calato in un'ambientazione vista e rivista, in quanto non sapevo che i tatuaggi ad Auschwitz venissero fatti da un prigioniero. La scena è commovente, c'è la lacrimuccia che spinge per uscire.

Conclusioni: Lo so, storie sui nazisti e company ormai ce ne sono così tante che a furia di battere questo ferro caldo ormai lo si sta riducendo in briciole. A voler proprio rompere i bleeep direi quindi che hai avuto la furbizia di sfruttare un contesto molto ben scolpito nell'immaginario comune per raggiungere i tuoi scopi, non è una nota di demerito ma solo una cosa che ho notato. Tuttavia, il protagonista ha una connotazione originale e la scena è descritta bene. Il racconto per me fa il suo lavoro e il risultato c'è, quindi nulla da dire se non: va bene così, bravo!

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maurizio.ferrero
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Re: Der Schreiber

Messaggio#7 » giovedì 21 aprile 2022, 8:35

Ciao Davide, piacere di rileggerti.

La storia funziona e il tema è centrato. Il tema dei campi di concentramento è ormai talmente abusato che quando mi capita sotto gli occhi non riesco a trattenere gli sbuffi, ma vorrei evitare che ciò influenzi troppo il mio giudizio.
Quello che ho percepito dalla tua storia è un po' troppa freddezza. Al protagonista è appena morta la moglie, la compagna di una vita con cui lui stesso ammette di aver passato l'inferno, eppure rimane molto lucido nei suoi pensieri, concentrato. Non so, mi ha convinto fino a un certo punto. Forse l'avrei giocata meno sul sentimentalismo (che essendo lucido non salta fuori benissimo) e più su un senso di confusione.
Il tema del contest è molto ben declinato, e questo mi fa rivalutare un po' l'ambientazione. Non ho capito in che modo delle pinze possano essere utili per tatuare, ma magari mi sfugge qualcosa.

A presto!

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Davide_Mannucci
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Re: Der Schreiber

Messaggio#8 » giovedì 21 aprile 2022, 9:37

maurizio.ferrero ha scritto:Ciao Davide, piacere di rileggerti.

La storia funziona e il tema è centrato. Il tema dei campi di concentramento è ormai talmente abusato che quando mi capita sotto gli occhi non riesco a trattenere gli sbuffi, ma vorrei evitare che ciò influenzi troppo il mio giudizio.
Quello che ho percepito dalla tua storia è un po' troppa freddezza. Al protagonista è appena morta la moglie, la compagna di una vita con cui lui stesso ammette di aver passato l'inferno, eppure rimane molto lucido nei suoi pensieri, concentrato. Non so, mi ha convinto fino a un certo punto. Forse l'avrei giocata meno sul sentimentalismo (che essendo lucido non salta fuori benissimo) e più su un senso di confusione.
Il tema del contest è molto ben declinato, e questo mi fa rivalutare un po' l'ambientazione. Non ho capito in che modo delle pinze possano essere utili per tatuare, ma magari mi sfugge qualcosa.

A presto!



Ciao Maurizio! Che piacere ricevere di nuovo il tuo commento.
Grazie per le tue osservazioni, sempre ben accette.
per quanto riguarda la freddezza, in realtà era proprio sul senso di confusione che ho giocato o almeno ci ho provato. So che il tema dei campi di concentramento è abusato e infatti ho giocato sulla declinazione del tema. Appena letto il tema mi è venuta l’immagine dell’avambraccio di un deportato che conobbi 30 anni fa e ho pensato di puntare su quello0. Poi ho ancora freschi i racconti di mia figlia che è stata lì e mi ha raccontato delle modalità con cui venivano tatuati. Usavano prigionieri e, almeno all’inizio, prima di passare all’ago doppio, utilizzavano delle piccole piastre su cui c'erano dei chiodini (una piastrina per ogni lettera) che venivano applicate su apposite pinze con le quali bucavano la pelle.
Sul sentimentalismo e sulla confusione....ci ho provato :)
Grazie ancora!
Davide Mannucci

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Shanghai Kid
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Re: Der Schreiber

Messaggio#9 » venerdì 22 aprile 2022, 20:15

Ciao Davide e piacere di leggerti!
Finalmente tocca a me commentarti!
Che dire? A me la declinazione del tema che hai scelto è piaciuta da matti e il fatto che l'Olocausto sia un tema abbastanza inflazionato non fa che dare valore aggiunto al tuo pezzo perchè secondo me sei riuscito a dare un taglio originale e a non scadere in banalizzazioni, cosa che apprezzo molto.
Il tuo racconto mi ha commossa.
Per quanto riguarda lo stile non ho proprio appunti da farti: il pezzo scorre bene e funziona in tutte le sue parti.
Ottima prova per me, complimenti!
A rileggerti,
Elisa

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Fagiolo17
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Messaggio#10 » domenica 24 aprile 2022, 17:28

Ciao Davide e piacere di leggerti.
Ancora ricordo i nostri primissimi incontri su questi lidi. Quanto sei cresciuto e migliorato da allora (sì, fa molto Nonnino del Mulino Bianco, ma non vedevo l'ora di poterlo dire!)
Bando alle cavolate, veniamo al testo.
Parti in svantaggio col tema scelto. Il nazismo e zone limitrofe per parlare di brutte cose mi ha un po' stancato, ma ti riprendi con la realizzazione. Stilisticamente niente da dire, bella l'affresco che hai dipinto, escono potenti i sentimenti del nostro protagonista per la donna di cui si è innamorato nel campo di concentramento.
Quindi niente da dire! il racconto fila liscio, è attinente al tema ed è scritto bene.
Mi ripeto, l'unica cosa a mio avviso un po' meh è la scelta dell'olocausto, perché mi ha un po' stancato, ma quando un racconto è scritto bene, queste cose passano in secondo piano.

E poi ammetto che coi numeri anche io avevo valutato di citare quelli che venivano impressi a fuoco agli ebrei...

Complimenti e in bocca al lupo per questa edizione.

alexandra.fischer
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Re: Der Schreiber

Messaggio#11 » martedì 26 aprile 2022, 16:53

Tema centrato. Tradotto in modo libero dal tedesco: lo scrivano. Ecco chi era il marito affettuoso di Greta, nel ruolo di tatuatore del Sonderkommando, ossia il Commando Speciale, dove gli ebrei prendevano provvedimenti nei riguardi dei loro simili agli ordini dei comandanti del campo. Il numero ce l’ha anche lui. Colpisce la sua delicatezza nell’aver tatuato la moglie con delicatezza e aver preso perciò le botte dall’addetto allo smistamento dei prigionieri del campo di Auschwitz. Bello il papillon giallo e anche la ricostruzione dell’ospedale pieno di vita, pur con lo stesso odore del campo. E anche il commiato da Greta ormai defunta, ma con una forza tale da schiacciargli la personalità di autore, una grande evoluzione rispetto alla condizione di scrivano.

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GiulianoCannoletta
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Re: Der Schreiber

Messaggio#12 » martedì 26 aprile 2022, 20:59

Ciao Davide, è sempre un piacere leggere i tuoi racconti!
Un testo davvero bello, mi è piaciuto come sei passato dalla scena in ospedale al ricordo del dramma nel campo di concentramento. Poco da dire sullo stile, scorre tutto molto bene. Il finale mi ha lasciato la voglia di saperne di più su questo personaggio, quindi direi che il racconto ha fatto il suo dovere fino in fondo.
Bravo davvero!
Giuliano
“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
Julio Cortázar

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Davide_Mannucci
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Re: Der Schreiber

Messaggio#13 » mercoledì 27 aprile 2022, 16:18

Emiliano Maramonte ha scritto:Ciao Davide!

Permettimi una nota a margine, che è solo una mia considerazione personale di chi ti conosce sotto il profilo autoriale da un po' di tempo. Non è una critica né un rimprovero, sia ben chiaro. Da molto tempo noto un certo appiattimento della tua cifra stilistica su un unico tipo di approccio: narratore in prima persona e forte rappresentazione interiore della narrazione. In futuro mi piacerebbe leggerti anche con altre impostazioni, non so una terza al passato o al presente e trame orientate ad altri registri (umoristico, horror, sentimentale, fantascienza... giusto per dare qualche indicazione). Si tratta di pura e semplice curiosità.
Per intanto lasciami dire ottima prova e... in bocca al gufo!

Emiliano.



Grazie mille Emiliano per l’apprezzamento e per i consigli che mi hai dato. Sempre preziosi. :)
Davide Mannucci

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Re: Der Schreiber

Messaggio#14 » mercoledì 27 aprile 2022, 16:25

Prime Impressioni: Ciao Davide, piacere di rileggerti. Il tuo racconto mi ha emozionato, la mia prima impressione è assolutamente positiva.


E questa è cosa buona e giusta. :)


Aderenza al Tema: Egregiamente declinato.


Obrigado Mantoao ;)


Punti di Miglioramento: Alooooora.... se proprio devo rompere i bleeep,


Ma perché DEVI romperli? ahahahaha

potrei confessarti che quando leggo storie di nazisti mi si alza il proverbiale sopracciglio, visto la pletora di storie di questo tipo che si trovano in giro. Commuovere e fare breccia nell'immaginario comune attraverso l'Olocausto è diventato uno stratagemma molto abusato nel mondo della letteratura e dello spettacolo, tanto che ormai è assimilabile a un cliché.


In realtà non c’è stato alcun stratagemma, solo un’immagine che mi si è inchiodata al cervello e io le ho dato solo spago.

"voglio l'ultimo bacio, voglio sentirla ancora dentro di me".. dentro di me in che senso? Con gli odori? I sapori? Scusa, ma quest'espressione mi pare un po' fuori luogo in quanto mi fa venire in mente i dialoghi erotici.


E qui ti salta fuori il Mantoani sessocentrico. Figlio mio, se una donna legge “voglio sentirla dentro di me” parlando di un bacio, dubito pensi al pezzo A nel pezzo B. Suvvia, maschiaccio, non facciamoci riconoscere... E io che credevo di esser stato poetico ahahahah Diavolo di un Mantoani! AHAHAHAHHA


Punti di Forza: Il personaggio mi pare molto interessante, sebbene calato in un'ambientazione vista e rivista, in quanto non sapevo che i tatuaggi ad Auschwitz venissero fatti da un prigioniero. La scena è commovente, c'è la lacrimuccia che spinge per uscire.


Dai dai con questa lacrimuccia che ti ripulisce dalle cosacce che hai pensato leggendo le cosine romantiche ahahahahah


Il racconto per me fa il suo lavoro e il risultato c'è, quindi nulla da dire se non: va bene così, bravo!


Mantoani ti voglio bene :D
Ultima modifica di Davide_Mannucci il giovedì 28 aprile 2022, 6:41, modificato 2 volte in totale.
Davide Mannucci

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Re: Der Schreiber

Messaggio#15 » mercoledì 27 aprile 2022, 16:27

Elisa, che dire? Grazie grazie grazie!

e il fatto che l'Olocausto sia un tema abbastanza inflazionato non fa che dare valore aggiunto al tuo pezzo perchè secondo me sei riuscito a dare un taglio originale e a non scadere in banalizzazioni, cosa che apprezzo molto.


Già questa frase mi riconcilia col mondo. Hai capito perfettamente il senso.

Grazie ancora e a presto. ;)
Davide Mannucci

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Re:

Messaggio#16 » mercoledì 27 aprile 2022, 16:30

Ancora ricordo i nostri primissimi incontri su questi lidi. Quanto sei cresciuto e migliorato da allora (sì, fa molto Nonnino del Mulino Bianco, ma non vedevo l'ora di poterlo dire!)


La mia sensibilità adesso mi consiglierebbe di farmi un’oretta di macchina per venire ad abbracciarti. :D


Parti in svantaggio col tema scelto. Il nazismo e zone limitrofe per parlare di brutte cose mi ha un po' stancato, ma ti riprendi con la realizzazione. Stilisticamente niente da dire, bella l'affresco che hai dipinto, escono potenti i sentimenti del nostro protagonista per la donna di cui si è innamorato nel campo di concentramento.
Quindi niente da dire! il racconto fila liscio, è attinente al tema ed è scritto bene.
Mi ripeto, l'unica cosa a mio avviso un po' meh è la scelta dell'olocausto, perché mi ha un po' stancato, ma quando un racconto è scritto bene, queste cose passano in secondo piano.


Grazie di cuore del commento e sono felice di aver reso bene qualcosa di scritto e riscritto. Anche questa è stata una sfida.
Davide Mannucci

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Re: Der Schreiber

Messaggio#17 » mercoledì 27 aprile 2022, 16:30

GiulianoCannoletta ha scritto:Ciao Davide, è sempre un piacere leggere i tuoi racconti!
Un testo davvero bello, mi è piaciuto come sei passato dalla scena in ospedale al ricordo del dramma nel campo di concentramento. Poco da dire sullo stile, scorre tutto molto bene. Il finale mi ha lasciato la voglia di saperne di più su questo personaggio, quindi direi che il racconto ha fatto il suo dovere fino in fondo.
Bravo davvero!
Giuliano



Wow Cannoletta! Questi complimenti, da uno che scrive come te, sono da incorniciare.

Grazie!
Davide Mannucci

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Re: Der Schreiber

Messaggio#18 » giovedì 28 aprile 2022, 0:46

alexandra.fischer ha scritto:Tema centrato. Tradotto in modo libero dal tedesco: lo scrivano. Ecco chi era il marito affettuoso di Greta, nel ruolo di tatuatore del Sonderkommando, ossia il Commando Speciale, dove gli ebrei prendevano provvedimenti nei riguardi dei loro simili agli ordini dei comandanti del campo. Il numero ce l’ha anche lui. Colpisce la sua delicatezza nell’aver tatuato la moglie con delicatezza e aver preso perciò le botte dall’addetto allo smistamento dei prigionieri del campo di Auschwitz. Bello il papillon giallo e anche la ricostruzione dell’ospedale pieno di vita, pur con lo stesso odore del campo. E anche il commiato da Greta ormai defunta, ma con una forza tale da schiacciargli la personalità di autore, una grande evoluzione rispetto alla condizione di scrivano.


Grazie mille, Alexandra!
Davide Mannucci

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Re: Der Schreiber

Messaggio#19 » martedì 3 maggio 2022, 13:39

Non vedo criticità in questo testo, mi sembra che l'obbiettivo sia stato perfettamente raggiunto e anche con bello stile. Certo, ci sono tematiche che si ripetono nel tempo e che all'ennesima esecuzione possono risultare già sentite, ma non mi sembra il caso di questo racconto che presenta, invece, un'esecuzione degna di nota riuscendo a fare vibrare le corde dell'emozione. Quindi ottimo e buona anche la declinazione del tema. Per me un pollice su.

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