Brucia il kraken - Alessio Vallese
Inviato: venerdì 21 ottobre 2022, 18:19
Brucia il kraken
di Alessio Vallese
Brucia il Kraken
Brucia il Kraken
Un colpo su uno dei tavoli della sala riscosse Betta dall'articolo che stava leggendo sul bancone. L'odore di zuppa di kraken permeava l'aria della stanza assieme alle voci di suo padre e di Ric che cantavano. Mancava poco all'ora di pranzo.
Capitan Pepper scottato dal sole
Brush era seduto al suo tavolo accanto alla parete dei trofei e agitava il boccale lavando col grog le sartie e il vecchio tricorno appesi al muro. Sembrava avercela con la Gazzetta di Port Moray. «Che c'è, Brush? Qualche casino?»
Col rum e col gin ci bagna le gole
«Quel figlio di un cane di Chuck! È rimasto solo lui ad assaltare i mercantili, ma non vuole capire che 'ste cose non rendono più. Vacca murena, si aspetta di trovare ancora i galeoni pieni di dobloni? Povero illuso.»
Brush girò un'altra pagina della Gazzetta, la sbatté sul tavolo e si bloccò. Con un'espressione perplessa sfilò un foglio dal giornale e lo tenne davanti a sé. La faccia raggrinzita dal sole del pirata osservava Betta attraverso un ritaglio a forma di L nella pagina. «E questo?»
Brucia il Kraken
Brucia il Kraken
«Oh, sì!» Betta afferrò l'articolo di giornale dal bancone, raggiunse la bacheca alle spalle di Brush e spostò un paio di corde. Uno sbuffo di polvere le lasciò uno sgradevole sentore salmastro sulle labbra. Betta appiccicò tossicchiando il pezzo di giornale nello spazio appena creato tra il sartiame.
Gira il timone non batter la fiacca
«La miglior zuppa di kraken dei sette mari?» lesse alle sue spalle la voce di Brush, «Andate da Capitan Pepper! Vacca murena, tuo padre farà i salti di gioia! La miglior zuppa dei sette mari!»
Sperona! E il kraken ammacca!
Betta sorrise. «In realtà non gliene frega niente. A lui basta che piaccia alla gente, non gli interessano i premi.»
«Però appendi l'articolo.»
«Ah, ah! A me interessa! Attira i clienti! Lui invece vuole solo starsene a cucinare con Ric.»
«Con Ric? Tuo fratello aiuta tuo padre in cucina? Vacca murena, senza offesa, ma è… come dire… fragile.»
Brucia il Kraken
Brucia il Kraken
Betta sospirò. «Eppure si divertono parecchio insieme. Li senti? Quando cantano quella stupida canzoncina di Capitan Pepper vuol dire che stanno preparando la zuppa, e allora mio padre non vuole nessun altro in cucina tranne Ric.»
«Vacca murena, non ne avevo idea. Sono contento che il vecchio abbia trovato un posto nel mondo per tuo fratello. L’ha sempre saputa lunga, tuo padre, mica come quell'idiota di Chuck, che non capisce quando è ora di finirla.»
Allora salviamo Rosemary
Che ce la darà
«Ma alla fine cos’è che ha rubato l'ultima volta?»
«Ottanta barili di guano.»
Ahr! Ahr! Ahr!
*
La puzza di merda nella stiva buia della Sgualdrina stava diventando così forte che ormai Chuck non la sentiva più.
Brook teneva fermo un barile e Franky infilò il piede di porco tra le assi. Con uno scricchiolio e uno schiocco fece saltare il coperchio. Cos'era, il nono? Decimo? Tutti pieni di stramaledetta merda di cormorano. «G-guano anche qui, capitano.»
«Guano!» sputò Chuck. «Che l'abisso se lo porti! Che ce ne facciamo ora di ottanta barili di merda?» Fece roteare un pugnale e lo conficcò sul coperchio di uno dei barili chiusi. Piantò gli occhi su Mara, che si strinse nelle spalle e fece un passo di lato, ritraendosi nell'ombra dal quadrato di luce che entrava da uno degli oblò.
«C-Capitano, il fatto è che o-ormai le n-navi sono troppo armate.» disse Franky alle sue spalle. «L-le poche che possiamo a-attaccare trasportano merce che n-non vale n-niente.»
Aveva ragione. Troppa ragione. Era da mesi che non riuscivano più a raggranellare un bottino decente.
«Quindi cosa proponete? Di mollare tutto e aprire un ristorante come quel pallemosce di Pepper?» abbaiò Chuck.
«Forse.» Mara riemerse dalla penombra. «Credo di avere un'idea.»
*
La passeggiata mattutina aveva messo a Brush una sete del diavolo. Il campanile di San Shank batteva le dieci, quindi si avviò lungo i moli di Port Moray. Il Capitan Pepper stava per aprire e lui non vedeva l'ora di bagnarsi l'ugola. Vacca murena, magari si sarebbe anche fermato a mangiare la zuppa, crepi l'avarizia.
All'angolo della piazza il Capitan Pepper si stagliava ancora chiuso sullo sfondo luccicante della baia. Una donna attraversava la piazza verso il ristorante. Doveva essere Betta, che però aveva un passo un po' troppo veloce, anzi, si stava proprio mettendo a correre. Vacca murena, cosa stava succedendo?
In effetti il Capitan Pepper sembrava fin troppo chiuso: a quell'ora ci doveva essere almeno Pepper in cucina; invece, dal camino non si alzava nemmeno un filo di fumo. Si mise a correre.
Oltre la soglia del ristorante, le vecchie vele che decoravano il soffitto pendevano a mo' di tende e il sartiame strappato dalle pareti aveva sparso nell'aria un pulviscolo salmastro. Un pugnale piantato nella bacheca dei trofei trafiggeva l'articolo della Gazzetta.
«Betta! Pepper! Vacca murena, dove siete? Betta!» Brush si fece strada fra i rottami dei tavoli sfasciati e spalancò la porta della cucina. «Pepper, vacca murena, cosa—»
Betta era in ginocchio davanti a un mucchio di stracci bianchi imbrattati di sangue. Brush le si avvicinò: gli stracci erano Ric, sdraiato a terra rannicchiato su un fianco, con le mani sulle orecchie e un labbro spaccato. Si inginocchiò accanto a Betta, che solo allora sembrò accorgersi di lui. «Vacca murena, Ric, cosa ti hanno fatto?»
Brucia. Kraken. Brucia. Kraken.
Ric era scosso dai singulti e continuava a borbottare quella stupida canzoncina.
Brush guardò Betta. «Dov'è Pepper?»
Lei tirò su col naso e scosse la testa asciugandosi le lacrime. «Non lo so, non c'era.»
«Vacca murena! Ric!» Brush accarezzò un braccio del ragazzo. «Dov'è tuo papà?»
Pepper. Scottato. Sole.
«Betta, cerca di calmarlo e portalo a casa. Io do un'occhiata in giro e cerco di capire chi può aver rapito il vecchio.»
Betta annuì.
In sala Brush afferrò un tavolino e lo rimise in piedi. Traballava. Chissà chi aveva combinato quel casino e perché?
«Ehi.» La voce di Garth, da fuori. «Che ci voleva Chuck stama—» Si bloccò appena mise piede nella sala. «Oh merda! Che cazzo ci è successo?»
Brush gli fu addosso in un balzo. «Cos'hai detto? Chuck?»
«Sì cazzo, ce l'ho visto stamattina che entrava coi suoi, ma poi c'avevo da fare e ci sono andato per i fatti miei. Non ci pensavo che faceva casini. Cos’è che ci ha combinato?»
«Vacca murena, quel figlio di un cane ha rapito il vecchio Pepper e menato Ric.»
«Chuck ha rapito papà? Oh, mio Dio.» Sulla porta della cucina Betta sorreggeva Ric, ancora tremante.
Rum. Gin. Gole.
Brush si affacciò a una delle finestre che davano sulla baia. La Sgualdrina del Mare era ancorata a metà strada dall'orizzonte, un miglio abbondante dal molo.
«Dobbiamo andarci a riprendere Pepper, vacca murena! Garth, sei con noi?»
«Certo che ci vengo, ma se ci andiamo ora ci finiamo impallinati. Ci serve un piano.»
«Vacca murena, stanotte, col buio.» Brush carezzò una guancia di Betta. «Te la senti di venire con noi?»
«E me lo chiedi? Porto a casa Ric e poi pensiamo al piano.»
Sperona. Kraken. Ammacca.
*
Pepper sputò un grumo di sangue in faccia a Chuck, che ricambiò con un manrovescio che lo ribaltò assieme alla sedia cui era legato.
«Col cazzo!» Il ghigno di Pepper mostrava i denti segnati di rosso. Quell'espressione provocava un intenso prurito alle mani di Chuck.
«O racconti la ricetta a me o la racconterai ai pesci!»
«Allora è meglio se risparmi tempo e mi butti in mare subito, maledetto bastardo!»
«Capitano…» Mara si fece avanti col fiaschetto che conteneva il liquore blu della strega.
Chuck rimise in piedi la sedia con sopra Pepper, gli strappò una ciocca di capelli e la consegnò a Mara. «Va bene, va bene, ecco qui.» Puntò un dito contro la donna. «Sarà meglio che funzioni. Ti dispiacerebbe molto se avessimo speso i nostri ultimi averi in una cialtronata!»
Mara mise i capelli in una ciotola e ci versò sopra il liquore, che sfrigolò fino a quando non ebbe consumato del tutto la ciocca. «Funzionerà. Mia sorella non vende cialtronerie. Non a me.»
«Franky, tienigli indietro la testa, vediamo di farla finita.» Chuck indicò Pepper.
Pepper si irrigidì sulla sedia. «Cosa volete farmi? Fermi!»
Franky lo afferrò per la testa e Chuck fece un cenno a Mara. «Svelta.» Tirò un pugno sullo stomaco al cuoco, che gemette, e la donna ne approfittò per versargli in bocca la ciotola di liquore. Pepper ne sputò una buona parte, ma quella che aveva ingollato sarebbe bastata. Lo rimisero dritto.
Pepper aveva gli occhi semichiusi e la testa gli ciondolava. Borbottava una canzoncina di cui non si capivano le parole. Bene, forse ora era pronto per parlare.
Chuck gli diede una sberla. «La ricetta.»
Pepper lo fissò con un sguardo vitreo. «Brucia il kraken. Brucia il kraken.»
Altra sberla. «La ricetta!»
«Capitan Pepper scottato dal sole, col rum e col gin ci bagna le gole…»
Chuck si rivolse a Mara. «Be', che gli è successo?»
«Sembra che sia impazzito. Lara mi aveva avvertito che poteva succedere.»
«Brucia il kraken, brucia il kraken.» Pepper continuava a scuotere la testa avanti e indietro.
«Dobbiamo aspettare che passi l'effetto e riprovare. Domani.»
«Argh! Merda!» Chuck diede un altro manrovescio a Pepper e lo mandò di nuovo gambe all'aria. «Sbattetelo in sentina, vediamo se la puzza di piscio lo fa tornare in sé!» Prese la bottiglia di liquore blu e la cacciò in mano a Mara. «E con te facciamo i conti dopo.»
«Gira il timone, non batter la fiacca. Sperona, e il kraken ammacca.»
*
Brush dirigeva la barca attraverso la foschia notturna verso la luce lattiginosa della lanterna di prua della Sgualdrina. Il ritmico sciacquio ovattato dei remi manovrati da Garth e Betta si mescolava allo scricchiolio dei legni della nave di Chuck.
Accostarono alla catena dell'ancora, Betta fece roteare un rampino e lo fece volare oltre il parapetto trascinandosi dietro la corda e agganciandosi con un tonfo sommesso. Brush si issò sulla corda e faticò ad arrivare in cima, era passato troppo tempo dall'ultima volta. Non aveva ancora finito di ansimare e Betta lo raggiunse, seguita da Garth, che trasportava i due sacchi di zolfo e carbone.
Brush fece un cenno con la mano per indicare alla ragazza di dividersi. Lei si issò in spalla i due sacchi e si diresse verso uno dei boccaporti. Per quanto fosse in gamba, lo preoccupava saperla da sola a cercare il guano nella stiva, ma non c'era scelta. Lui e Garth dovevano solo fare il proprio lavoro, vacca murena, e tutto sarebbe andato bene.
I due si infilarono in un altro boccaporto e scesero le scale. Fuori dalla portata della lampada di prua procedettero tentoni lungo il corridoio sottocoperta. Una porta socchiusa lasciava filtrare la debole lama di luce sfarfallante di una lampada. L'odore del carburo non riusciva a coprire del tutto quello del guano. Brush gettò un'occhiata all'interno della stanza: Chuck dormiva stravaccato su una poltrona senza emettere un suono. Se il petto non si fosse mosso, avrebbe detto che era morto.
Proseguirono oltre per qualche passo e Garth gli strinse un braccio. «Ci hai sentito?» sussurrò.
Brush si bloccò e tese un orecchio. Uno scricchiolio più forte del normale lo fece trasalire. «Vacca murena.» disse con un filo di voce. «È solo la nave.»
«No, ci sento una voce.»
In effetti un flebile borbottio sembrava arrivare dalle scale che conducevano al ponte inferiore, ma fu coperto da un altro scricchiolio.
«Vacca murena, scendiamo.»
L'intenso odore di guano sembrava rendere ancora più denso il buio del piano inferiore. Doveva essere il ponte delle stive. Betta era sicuramente lì in qualche anfratto a fare la sua parte del piano.
Quel poco di luce che arrivava da sopra permise a Brush di individuare per terra la botola della sentina ed evitare di caderci dentro. Di nuovo Garth gli afferrò un braccio. Stavolta il borbottio si sentiva più forte e ritmico, e veniva dall’ingresso sul pavimento. Vacca murena, avevano sbattuto Pepper in sentina.
In confronto al fetore di liquami di scarico che proveniva dall'apertura, l'aria della stiva profumava di rose. Brush trattenne a stento un conato, ma si infilò comunque nel buco che lo condusse in un ambiente semiallagato e appena illuminato da una piccola lampada a carburo. Pepper sedeva afflosciato su una tavola appoggiata di traverso sopra due assi della struttura della nave, con la testa che ciondolava avanti e indietro. Ai suoi piedi la luce radente del lume proiettava lunghe ombre di una ciotola umida circondata da una manciata di briciole. «Gira il timone, non batter la fiacca.» canticchiava.
«Cosa ci hanno fatto?» sbottò Garth accanto a Brush.
«Oh, gli passerà, non vi preoccupate» rise una voce di donna da in cima alla botola. «Un po' di compagnia gli farà bene.» E il pannello si richiuse con un tonfo e uno stridio metallico.
Con un balzo Brush fu in cima alle scale e picchiò contro il legno. «Vacca murena, la puttana di Chuck. Ci ha chiusi dentro.»
«Sperona, il kraken ammacca.»
*
Betta si appiattì nel buio dietro la porta di una delle stanze della stiva. La donna che aveva appena chiuso la botola guardò le scale, da cui stavano scendendo dei passi e una luce.
«Dannazione, Mara, sei tu.» disse l'uomo che stava arrivando «Cosa cazzo succede?» La lanterna ne illuminava la faccia barbuta e rugosa, doveva essere Chuck. Le lampade spente attaccate alle pareti proiettavano delle ombre che si muovevano in maniera inquietante.
«Gli amici di Pepper hanno tentato di salvarlo.» Mara batté un piede sulla botola. «Ora gli stanno facendo compagnia in sentina.»
«Hanno tentato di— Ah! Ah! Bel lavoro ragazza mia. Metti un lucchetto a quel catenaccio e lasciamoli frollare. Domani faremo cantare anche loro.»
Mara armeggiò con qualcosa ai suoi piedi che scattò. «Fatto.»
I due risalirono al ponte degli alloggi e lasciarono Betta nel buio. Doveva trovare un modo di liberare suo padre e i suoi amici. Tese l'orecchio, nessun rumore di passi, e non sembrava esserci più nessuna luce di sopra. Tastò il muro del corridoio fino a quando trovò una delle lampade spente e la accese col suo acciarino. Cercò di forzare la botola, ma riuscì solo a sollevarla di meno di un dito. «Brush, Garth, sono io.» sussurrò.
«Betta! Vacca murena, stai bene?»
«Sì, ma non riesco a forzare il catenaccio. Mio padre è lì dentro? Sta bene?»
«Pepper è qui con noi, è debole. Dobbiamo uscire di qui.»
«Ho un'idea. Allontanatevi dalla botola.»
Betta prese uno dei barili di guano più piccoli a cui aveva mischiato zolfo e carbone e lo fece rotolare sopra la botola, tracciò una scia con l'olio di una delle lampade e l'accese.
L'esplosione fu meno potente di quello che si aspettava, ma sufficiente ad aprire un buco nel pavimento. E sullo scafo della nave. E sul soffitto. Brush e Garth emersero dalla sentina trascinando a spalle Pepper che era preda di uno strano torpore e cantava sommessamente: «Brucia il kraken, brucia il kraken.».
«Papà!» Betta si gettò al collo del padre, che sembrò riscuotersi.
«Betta?» sussurrò.
Dal buco nel soffitto vennero sprazzi di luce e un vociare concitato.
Brush trascinò via Pepper. «Via di qua, vacca murena!»
Chuck e Mara si avventarono su di loro dal piano di sopra. I quattro fecero per scappare verso l'altra uscita della stiva ma si ritrovarono davanti due scagnozzi di Chuck.
«Dove credete di andare, dopo avermi distrutto la nave?» Chuck si avvicinò, spada in pugno. Accanto a lui Mara aveva estratto un pugnale che baluginava alla luce della lanterna che reggeva con l'altra mano.
Uno dei due sgherri emise un grido e si accasciò a terra con un elsa che gli spuntava dalla schiena.
«Franky, che cazzo fai?» abbaiò Chuck verso l'altro pirata.
«N-ne ho le p-palle piene di rischiare la vita in c-continuazione p-per un pugno di…» Franky indicò con un gesto tutta la stiva. «Di m-merda! Addio capitano!» Si rivolse a Betta. «Forza, a-andiamocene!»
Pepper sembrava essersi ripreso e sulle sue gambe spinse gli altri tre dietro a Franky. «Che stiamo aspettando? Via!»
Riemersero sul ponte della Sgualdrina nell'aria umida della notte appena rischiarata da un sole non ancora sorto.
Brush guidò il gruppetto verso il rampino, seguito da Franky e Garth. Betta li stava per raggiungere, ma un grido e un tonfo alle sue spalle la bloccarono. Pepper rantolava steso a terra con un pugnale conficcato in un rene. «Papà!» Betta si inginocchiò accanto a lui. Mara con tutta calma appoggiò la lanterna a terra e snudò altre due lame.
Pepper rantolò togliendosi il pugnale dalla schiena e un fiotto di sangue si sparse per terra. «Andatevene.»
«Non ti lascio qui.» Betta in lacrime tirò su col naso e si rimise in piedi per affrontare Mara, a mani nude se necessario.
Una figura la superò di corsa e si avventò su Mara. Garth! Lì accanto Brush e Franky avevano ingaggiato battaglia con Chuck. Prima che potesse rendersene conto, suo padre si rialzò e corse verso la lanterna, la raccolse senza fermarsi e si fiondò nel boccaporto. «Andatavene!»
Chuck lo vide e abbandonò lo scontro con Brush e Franky per inseguirlo.
L'atto inaspettato di Pepper distrasse Mara, e Garth ne approfittò per stordirla con una testata sul naso. I quattro amici si scambiarono uno sguardo. Franky e Garth si lanciarono in mare oltre il parapetto. Betta fece per correre dietro a Pepper. «Papà!» Brush le fu addosso, la prese per un braccio e la trascinò con sé in acqua.
Le onde sollevate dall'esplosione della Sgualdrina del Mare travolsero Betta, che si ritrovò immersa nell'acqua a girare su sé stessa in un mare di bollicine senza riuscire a distinguere il sopra dal sotto. Le mancò il fiato e ingoiò diverse boccate d'acqua, finché non si sentì afferrare sotto le ascelle e appoggiare su una tavola di legno che la tenne a galla, mentre Franky le dava dei colpi sulla schiena e lei tossiva tutta l'acqua che aveva respirato.
*
Il mare luccicante dell’alba risputò Brush sulla battigia umida. Attorno a lui i suoi amici si stavano riprendendo dalla nuotata.
L'ex scagnozzo di Chuck fu il primo a rimettersi in piedi gocciolando. «B-be', è s-stato bello f-far fuori Chuck con v-voi, ma io p-penso che me ne a-andrò per la mia s-strada. M-mi dispiace per Pepper.»
Anche Brush si rimise in piedi. «Franky, giusto?» L'altro annuì, Brush gli tese la mano. «Vacca murena, ci hai salvato la pelle. Buona fortuna. E grazie.»
«A-addio.» Franky gliela strinse e se ne andò caracollando.
Betta singhiozzava seduta sulla sabbia e Garth la aiutò a rialzarsi. «Mi sa che ci ho bisogno di farmi una dormita. Ci vediamo dopo al ristorante.»
Brush posò una mano sulla spalla di Betta e si incamminarono verso il Capitan Pepper. Lì Brush si versò una tazza di grog e si sedettero stremati a un tavolo. «La cosa migliore che puoi fare per ricordare tuo padre è portare avanti il suo lavoro, qui al ristorante con tuo fratello. È quello che vorrebbe, vacca murena.»
Betta lo guardò in lacrime. «Non ce la faremo mai.» Tirò su col naso. «Papà era l'unico a conoscere la ricetta della zuppa di kraken, non l'ha mai rivelata a nessuno e che io sappia non l'ha mai nemmeno scritta. Senza la zuppa siamo rovinati.»
Brucia il Kraken
Brucia il Kraken
Betta si riscosse. «Papà? No, è la voce di Ric. Sarà entrato dalla porta di servizio. Che ci fa qui?»
In cucina Ric stava armeggiando ai fornelli.
Capitan Pepper scottato dal sole
Col rum e col gin ci bagna le gole
Betta si avvicinò. «Ric, cosa stai—»
«Aspetta.» Brush le afferrò un braccio. «Guarda!»
Un grosso brandello di kraken e un peperone stavano arrostendo sul fuoco, mentre Ric tagliuzzava delle erbe.
«Il kraken, il peperone, Capitan Pepper… Vacca murena, non ci posso credere!»
Betta lo guardava come se fosse pazzo.
Brush prese una manciata di erbe tritate. «Allora salviamo Rosemary. Figlio di—»
«Brush, che stai dicendo?»
«Non l'hai capito? È la canzone!» Brush lanciò in aria le spezie, che ricaddero a pioggia sulla testa e davanti agli occhi lucidi di Betta. «È la stramaledettissima canzone!»
Brucia il Kraken
Brucia il Kraken
Capitan Pepper scottato dal sole
Col rum e col gin ci bagna le gole
Brucia il Kraken
Brucia il Kraken
Gira il timone non batter la fiacca
Sperona! E il kraken ammacca!
Brucia il Kraken
Brucia il Kraken
Allora salviamo Rosemary
Che ce la darà
Ahr! Ahr! Ahr!
di Alessio Vallese
Brucia il Kraken
Brucia il Kraken
Un colpo su uno dei tavoli della sala riscosse Betta dall'articolo che stava leggendo sul bancone. L'odore di zuppa di kraken permeava l'aria della stanza assieme alle voci di suo padre e di Ric che cantavano. Mancava poco all'ora di pranzo.
Capitan Pepper scottato dal sole
Brush era seduto al suo tavolo accanto alla parete dei trofei e agitava il boccale lavando col grog le sartie e il vecchio tricorno appesi al muro. Sembrava avercela con la Gazzetta di Port Moray. «Che c'è, Brush? Qualche casino?»
Col rum e col gin ci bagna le gole
«Quel figlio di un cane di Chuck! È rimasto solo lui ad assaltare i mercantili, ma non vuole capire che 'ste cose non rendono più. Vacca murena, si aspetta di trovare ancora i galeoni pieni di dobloni? Povero illuso.»
Brush girò un'altra pagina della Gazzetta, la sbatté sul tavolo e si bloccò. Con un'espressione perplessa sfilò un foglio dal giornale e lo tenne davanti a sé. La faccia raggrinzita dal sole del pirata osservava Betta attraverso un ritaglio a forma di L nella pagina. «E questo?»
Brucia il Kraken
Brucia il Kraken
«Oh, sì!» Betta afferrò l'articolo di giornale dal bancone, raggiunse la bacheca alle spalle di Brush e spostò un paio di corde. Uno sbuffo di polvere le lasciò uno sgradevole sentore salmastro sulle labbra. Betta appiccicò tossicchiando il pezzo di giornale nello spazio appena creato tra il sartiame.
Gira il timone non batter la fiacca
«La miglior zuppa di kraken dei sette mari?» lesse alle sue spalle la voce di Brush, «Andate da Capitan Pepper! Vacca murena, tuo padre farà i salti di gioia! La miglior zuppa dei sette mari!»
Sperona! E il kraken ammacca!
Betta sorrise. «In realtà non gliene frega niente. A lui basta che piaccia alla gente, non gli interessano i premi.»
«Però appendi l'articolo.»
«Ah, ah! A me interessa! Attira i clienti! Lui invece vuole solo starsene a cucinare con Ric.»
«Con Ric? Tuo fratello aiuta tuo padre in cucina? Vacca murena, senza offesa, ma è… come dire… fragile.»
Brucia il Kraken
Brucia il Kraken
Betta sospirò. «Eppure si divertono parecchio insieme. Li senti? Quando cantano quella stupida canzoncina di Capitan Pepper vuol dire che stanno preparando la zuppa, e allora mio padre non vuole nessun altro in cucina tranne Ric.»
«Vacca murena, non ne avevo idea. Sono contento che il vecchio abbia trovato un posto nel mondo per tuo fratello. L’ha sempre saputa lunga, tuo padre, mica come quell'idiota di Chuck, che non capisce quando è ora di finirla.»
Allora salviamo Rosemary
Che ce la darà
«Ma alla fine cos’è che ha rubato l'ultima volta?»
«Ottanta barili di guano.»
Ahr! Ahr! Ahr!
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La puzza di merda nella stiva buia della Sgualdrina stava diventando così forte che ormai Chuck non la sentiva più.
Brook teneva fermo un barile e Franky infilò il piede di porco tra le assi. Con uno scricchiolio e uno schiocco fece saltare il coperchio. Cos'era, il nono? Decimo? Tutti pieni di stramaledetta merda di cormorano. «G-guano anche qui, capitano.»
«Guano!» sputò Chuck. «Che l'abisso se lo porti! Che ce ne facciamo ora di ottanta barili di merda?» Fece roteare un pugnale e lo conficcò sul coperchio di uno dei barili chiusi. Piantò gli occhi su Mara, che si strinse nelle spalle e fece un passo di lato, ritraendosi nell'ombra dal quadrato di luce che entrava da uno degli oblò.
«C-Capitano, il fatto è che o-ormai le n-navi sono troppo armate.» disse Franky alle sue spalle. «L-le poche che possiamo a-attaccare trasportano merce che n-non vale n-niente.»
Aveva ragione. Troppa ragione. Era da mesi che non riuscivano più a raggranellare un bottino decente.
«Quindi cosa proponete? Di mollare tutto e aprire un ristorante come quel pallemosce di Pepper?» abbaiò Chuck.
«Forse.» Mara riemerse dalla penombra. «Credo di avere un'idea.»
*
La passeggiata mattutina aveva messo a Brush una sete del diavolo. Il campanile di San Shank batteva le dieci, quindi si avviò lungo i moli di Port Moray. Il Capitan Pepper stava per aprire e lui non vedeva l'ora di bagnarsi l'ugola. Vacca murena, magari si sarebbe anche fermato a mangiare la zuppa, crepi l'avarizia.
All'angolo della piazza il Capitan Pepper si stagliava ancora chiuso sullo sfondo luccicante della baia. Una donna attraversava la piazza verso il ristorante. Doveva essere Betta, che però aveva un passo un po' troppo veloce, anzi, si stava proprio mettendo a correre. Vacca murena, cosa stava succedendo?
In effetti il Capitan Pepper sembrava fin troppo chiuso: a quell'ora ci doveva essere almeno Pepper in cucina; invece, dal camino non si alzava nemmeno un filo di fumo. Si mise a correre.
Oltre la soglia del ristorante, le vecchie vele che decoravano il soffitto pendevano a mo' di tende e il sartiame strappato dalle pareti aveva sparso nell'aria un pulviscolo salmastro. Un pugnale piantato nella bacheca dei trofei trafiggeva l'articolo della Gazzetta.
«Betta! Pepper! Vacca murena, dove siete? Betta!» Brush si fece strada fra i rottami dei tavoli sfasciati e spalancò la porta della cucina. «Pepper, vacca murena, cosa—»
Betta era in ginocchio davanti a un mucchio di stracci bianchi imbrattati di sangue. Brush le si avvicinò: gli stracci erano Ric, sdraiato a terra rannicchiato su un fianco, con le mani sulle orecchie e un labbro spaccato. Si inginocchiò accanto a Betta, che solo allora sembrò accorgersi di lui. «Vacca murena, Ric, cosa ti hanno fatto?»
Brucia. Kraken. Brucia. Kraken.
Ric era scosso dai singulti e continuava a borbottare quella stupida canzoncina.
Brush guardò Betta. «Dov'è Pepper?»
Lei tirò su col naso e scosse la testa asciugandosi le lacrime. «Non lo so, non c'era.»
«Vacca murena! Ric!» Brush accarezzò un braccio del ragazzo. «Dov'è tuo papà?»
Pepper. Scottato. Sole.
«Betta, cerca di calmarlo e portalo a casa. Io do un'occhiata in giro e cerco di capire chi può aver rapito il vecchio.»
Betta annuì.
In sala Brush afferrò un tavolino e lo rimise in piedi. Traballava. Chissà chi aveva combinato quel casino e perché?
«Ehi.» La voce di Garth, da fuori. «Che ci voleva Chuck stama—» Si bloccò appena mise piede nella sala. «Oh merda! Che cazzo ci è successo?»
Brush gli fu addosso in un balzo. «Cos'hai detto? Chuck?»
«Sì cazzo, ce l'ho visto stamattina che entrava coi suoi, ma poi c'avevo da fare e ci sono andato per i fatti miei. Non ci pensavo che faceva casini. Cos’è che ci ha combinato?»
«Vacca murena, quel figlio di un cane ha rapito il vecchio Pepper e menato Ric.»
«Chuck ha rapito papà? Oh, mio Dio.» Sulla porta della cucina Betta sorreggeva Ric, ancora tremante.
Rum. Gin. Gole.
Brush si affacciò a una delle finestre che davano sulla baia. La Sgualdrina del Mare era ancorata a metà strada dall'orizzonte, un miglio abbondante dal molo.
«Dobbiamo andarci a riprendere Pepper, vacca murena! Garth, sei con noi?»
«Certo che ci vengo, ma se ci andiamo ora ci finiamo impallinati. Ci serve un piano.»
«Vacca murena, stanotte, col buio.» Brush carezzò una guancia di Betta. «Te la senti di venire con noi?»
«E me lo chiedi? Porto a casa Ric e poi pensiamo al piano.»
Sperona. Kraken. Ammacca.
*
Pepper sputò un grumo di sangue in faccia a Chuck, che ricambiò con un manrovescio che lo ribaltò assieme alla sedia cui era legato.
«Col cazzo!» Il ghigno di Pepper mostrava i denti segnati di rosso. Quell'espressione provocava un intenso prurito alle mani di Chuck.
«O racconti la ricetta a me o la racconterai ai pesci!»
«Allora è meglio se risparmi tempo e mi butti in mare subito, maledetto bastardo!»
«Capitano…» Mara si fece avanti col fiaschetto che conteneva il liquore blu della strega.
Chuck rimise in piedi la sedia con sopra Pepper, gli strappò una ciocca di capelli e la consegnò a Mara. «Va bene, va bene, ecco qui.» Puntò un dito contro la donna. «Sarà meglio che funzioni. Ti dispiacerebbe molto se avessimo speso i nostri ultimi averi in una cialtronata!»
Mara mise i capelli in una ciotola e ci versò sopra il liquore, che sfrigolò fino a quando non ebbe consumato del tutto la ciocca. «Funzionerà. Mia sorella non vende cialtronerie. Non a me.»
«Franky, tienigli indietro la testa, vediamo di farla finita.» Chuck indicò Pepper.
Pepper si irrigidì sulla sedia. «Cosa volete farmi? Fermi!»
Franky lo afferrò per la testa e Chuck fece un cenno a Mara. «Svelta.» Tirò un pugno sullo stomaco al cuoco, che gemette, e la donna ne approfittò per versargli in bocca la ciotola di liquore. Pepper ne sputò una buona parte, ma quella che aveva ingollato sarebbe bastata. Lo rimisero dritto.
Pepper aveva gli occhi semichiusi e la testa gli ciondolava. Borbottava una canzoncina di cui non si capivano le parole. Bene, forse ora era pronto per parlare.
Chuck gli diede una sberla. «La ricetta.»
Pepper lo fissò con un sguardo vitreo. «Brucia il kraken. Brucia il kraken.»
Altra sberla. «La ricetta!»
«Capitan Pepper scottato dal sole, col rum e col gin ci bagna le gole…»
Chuck si rivolse a Mara. «Be', che gli è successo?»
«Sembra che sia impazzito. Lara mi aveva avvertito che poteva succedere.»
«Brucia il kraken, brucia il kraken.» Pepper continuava a scuotere la testa avanti e indietro.
«Dobbiamo aspettare che passi l'effetto e riprovare. Domani.»
«Argh! Merda!» Chuck diede un altro manrovescio a Pepper e lo mandò di nuovo gambe all'aria. «Sbattetelo in sentina, vediamo se la puzza di piscio lo fa tornare in sé!» Prese la bottiglia di liquore blu e la cacciò in mano a Mara. «E con te facciamo i conti dopo.»
«Gira il timone, non batter la fiacca. Sperona, e il kraken ammacca.»
*
Brush dirigeva la barca attraverso la foschia notturna verso la luce lattiginosa della lanterna di prua della Sgualdrina. Il ritmico sciacquio ovattato dei remi manovrati da Garth e Betta si mescolava allo scricchiolio dei legni della nave di Chuck.
Accostarono alla catena dell'ancora, Betta fece roteare un rampino e lo fece volare oltre il parapetto trascinandosi dietro la corda e agganciandosi con un tonfo sommesso. Brush si issò sulla corda e faticò ad arrivare in cima, era passato troppo tempo dall'ultima volta. Non aveva ancora finito di ansimare e Betta lo raggiunse, seguita da Garth, che trasportava i due sacchi di zolfo e carbone.
Brush fece un cenno con la mano per indicare alla ragazza di dividersi. Lei si issò in spalla i due sacchi e si diresse verso uno dei boccaporti. Per quanto fosse in gamba, lo preoccupava saperla da sola a cercare il guano nella stiva, ma non c'era scelta. Lui e Garth dovevano solo fare il proprio lavoro, vacca murena, e tutto sarebbe andato bene.
I due si infilarono in un altro boccaporto e scesero le scale. Fuori dalla portata della lampada di prua procedettero tentoni lungo il corridoio sottocoperta. Una porta socchiusa lasciava filtrare la debole lama di luce sfarfallante di una lampada. L'odore del carburo non riusciva a coprire del tutto quello del guano. Brush gettò un'occhiata all'interno della stanza: Chuck dormiva stravaccato su una poltrona senza emettere un suono. Se il petto non si fosse mosso, avrebbe detto che era morto.
Proseguirono oltre per qualche passo e Garth gli strinse un braccio. «Ci hai sentito?» sussurrò.
Brush si bloccò e tese un orecchio. Uno scricchiolio più forte del normale lo fece trasalire. «Vacca murena.» disse con un filo di voce. «È solo la nave.»
«No, ci sento una voce.»
In effetti un flebile borbottio sembrava arrivare dalle scale che conducevano al ponte inferiore, ma fu coperto da un altro scricchiolio.
«Vacca murena, scendiamo.»
L'intenso odore di guano sembrava rendere ancora più denso il buio del piano inferiore. Doveva essere il ponte delle stive. Betta era sicuramente lì in qualche anfratto a fare la sua parte del piano.
Quel poco di luce che arrivava da sopra permise a Brush di individuare per terra la botola della sentina ed evitare di caderci dentro. Di nuovo Garth gli afferrò un braccio. Stavolta il borbottio si sentiva più forte e ritmico, e veniva dall’ingresso sul pavimento. Vacca murena, avevano sbattuto Pepper in sentina.
In confronto al fetore di liquami di scarico che proveniva dall'apertura, l'aria della stiva profumava di rose. Brush trattenne a stento un conato, ma si infilò comunque nel buco che lo condusse in un ambiente semiallagato e appena illuminato da una piccola lampada a carburo. Pepper sedeva afflosciato su una tavola appoggiata di traverso sopra due assi della struttura della nave, con la testa che ciondolava avanti e indietro. Ai suoi piedi la luce radente del lume proiettava lunghe ombre di una ciotola umida circondata da una manciata di briciole. «Gira il timone, non batter la fiacca.» canticchiava.
«Cosa ci hanno fatto?» sbottò Garth accanto a Brush.
«Oh, gli passerà, non vi preoccupate» rise una voce di donna da in cima alla botola. «Un po' di compagnia gli farà bene.» E il pannello si richiuse con un tonfo e uno stridio metallico.
Con un balzo Brush fu in cima alle scale e picchiò contro il legno. «Vacca murena, la puttana di Chuck. Ci ha chiusi dentro.»
«Sperona, il kraken ammacca.»
*
Betta si appiattì nel buio dietro la porta di una delle stanze della stiva. La donna che aveva appena chiuso la botola guardò le scale, da cui stavano scendendo dei passi e una luce.
«Dannazione, Mara, sei tu.» disse l'uomo che stava arrivando «Cosa cazzo succede?» La lanterna ne illuminava la faccia barbuta e rugosa, doveva essere Chuck. Le lampade spente attaccate alle pareti proiettavano delle ombre che si muovevano in maniera inquietante.
«Gli amici di Pepper hanno tentato di salvarlo.» Mara batté un piede sulla botola. «Ora gli stanno facendo compagnia in sentina.»
«Hanno tentato di— Ah! Ah! Bel lavoro ragazza mia. Metti un lucchetto a quel catenaccio e lasciamoli frollare. Domani faremo cantare anche loro.»
Mara armeggiò con qualcosa ai suoi piedi che scattò. «Fatto.»
I due risalirono al ponte degli alloggi e lasciarono Betta nel buio. Doveva trovare un modo di liberare suo padre e i suoi amici. Tese l'orecchio, nessun rumore di passi, e non sembrava esserci più nessuna luce di sopra. Tastò il muro del corridoio fino a quando trovò una delle lampade spente e la accese col suo acciarino. Cercò di forzare la botola, ma riuscì solo a sollevarla di meno di un dito. «Brush, Garth, sono io.» sussurrò.
«Betta! Vacca murena, stai bene?»
«Sì, ma non riesco a forzare il catenaccio. Mio padre è lì dentro? Sta bene?»
«Pepper è qui con noi, è debole. Dobbiamo uscire di qui.»
«Ho un'idea. Allontanatevi dalla botola.»
Betta prese uno dei barili di guano più piccoli a cui aveva mischiato zolfo e carbone e lo fece rotolare sopra la botola, tracciò una scia con l'olio di una delle lampade e l'accese.
L'esplosione fu meno potente di quello che si aspettava, ma sufficiente ad aprire un buco nel pavimento. E sullo scafo della nave. E sul soffitto. Brush e Garth emersero dalla sentina trascinando a spalle Pepper che era preda di uno strano torpore e cantava sommessamente: «Brucia il kraken, brucia il kraken.».
«Papà!» Betta si gettò al collo del padre, che sembrò riscuotersi.
«Betta?» sussurrò.
Dal buco nel soffitto vennero sprazzi di luce e un vociare concitato.
Brush trascinò via Pepper. «Via di qua, vacca murena!»
Chuck e Mara si avventarono su di loro dal piano di sopra. I quattro fecero per scappare verso l'altra uscita della stiva ma si ritrovarono davanti due scagnozzi di Chuck.
«Dove credete di andare, dopo avermi distrutto la nave?» Chuck si avvicinò, spada in pugno. Accanto a lui Mara aveva estratto un pugnale che baluginava alla luce della lanterna che reggeva con l'altra mano.
Uno dei due sgherri emise un grido e si accasciò a terra con un elsa che gli spuntava dalla schiena.
«Franky, che cazzo fai?» abbaiò Chuck verso l'altro pirata.
«N-ne ho le p-palle piene di rischiare la vita in c-continuazione p-per un pugno di…» Franky indicò con un gesto tutta la stiva. «Di m-merda! Addio capitano!» Si rivolse a Betta. «Forza, a-andiamocene!»
Pepper sembrava essersi ripreso e sulle sue gambe spinse gli altri tre dietro a Franky. «Che stiamo aspettando? Via!»
Riemersero sul ponte della Sgualdrina nell'aria umida della notte appena rischiarata da un sole non ancora sorto.
Brush guidò il gruppetto verso il rampino, seguito da Franky e Garth. Betta li stava per raggiungere, ma un grido e un tonfo alle sue spalle la bloccarono. Pepper rantolava steso a terra con un pugnale conficcato in un rene. «Papà!» Betta si inginocchiò accanto a lui. Mara con tutta calma appoggiò la lanterna a terra e snudò altre due lame.
Pepper rantolò togliendosi il pugnale dalla schiena e un fiotto di sangue si sparse per terra. «Andatevene.»
«Non ti lascio qui.» Betta in lacrime tirò su col naso e si rimise in piedi per affrontare Mara, a mani nude se necessario.
Una figura la superò di corsa e si avventò su Mara. Garth! Lì accanto Brush e Franky avevano ingaggiato battaglia con Chuck. Prima che potesse rendersene conto, suo padre si rialzò e corse verso la lanterna, la raccolse senza fermarsi e si fiondò nel boccaporto. «Andatavene!»
Chuck lo vide e abbandonò lo scontro con Brush e Franky per inseguirlo.
L'atto inaspettato di Pepper distrasse Mara, e Garth ne approfittò per stordirla con una testata sul naso. I quattro amici si scambiarono uno sguardo. Franky e Garth si lanciarono in mare oltre il parapetto. Betta fece per correre dietro a Pepper. «Papà!» Brush le fu addosso, la prese per un braccio e la trascinò con sé in acqua.
Le onde sollevate dall'esplosione della Sgualdrina del Mare travolsero Betta, che si ritrovò immersa nell'acqua a girare su sé stessa in un mare di bollicine senza riuscire a distinguere il sopra dal sotto. Le mancò il fiato e ingoiò diverse boccate d'acqua, finché non si sentì afferrare sotto le ascelle e appoggiare su una tavola di legno che la tenne a galla, mentre Franky le dava dei colpi sulla schiena e lei tossiva tutta l'acqua che aveva respirato.
*
Il mare luccicante dell’alba risputò Brush sulla battigia umida. Attorno a lui i suoi amici si stavano riprendendo dalla nuotata.
L'ex scagnozzo di Chuck fu il primo a rimettersi in piedi gocciolando. «B-be', è s-stato bello f-far fuori Chuck con v-voi, ma io p-penso che me ne a-andrò per la mia s-strada. M-mi dispiace per Pepper.»
Anche Brush si rimise in piedi. «Franky, giusto?» L'altro annuì, Brush gli tese la mano. «Vacca murena, ci hai salvato la pelle. Buona fortuna. E grazie.»
«A-addio.» Franky gliela strinse e se ne andò caracollando.
Betta singhiozzava seduta sulla sabbia e Garth la aiutò a rialzarsi. «Mi sa che ci ho bisogno di farmi una dormita. Ci vediamo dopo al ristorante.»
Brush posò una mano sulla spalla di Betta e si incamminarono verso il Capitan Pepper. Lì Brush si versò una tazza di grog e si sedettero stremati a un tavolo. «La cosa migliore che puoi fare per ricordare tuo padre è portare avanti il suo lavoro, qui al ristorante con tuo fratello. È quello che vorrebbe, vacca murena.»
Betta lo guardò in lacrime. «Non ce la faremo mai.» Tirò su col naso. «Papà era l'unico a conoscere la ricetta della zuppa di kraken, non l'ha mai rivelata a nessuno e che io sappia non l'ha mai nemmeno scritta. Senza la zuppa siamo rovinati.»
Brucia il Kraken
Brucia il Kraken
Betta si riscosse. «Papà? No, è la voce di Ric. Sarà entrato dalla porta di servizio. Che ci fa qui?»
In cucina Ric stava armeggiando ai fornelli.
Capitan Pepper scottato dal sole
Col rum e col gin ci bagna le gole
Betta si avvicinò. «Ric, cosa stai—»
«Aspetta.» Brush le afferrò un braccio. «Guarda!»
Un grosso brandello di kraken e un peperone stavano arrostendo sul fuoco, mentre Ric tagliuzzava delle erbe.
«Il kraken, il peperone, Capitan Pepper… Vacca murena, non ci posso credere!»
Betta lo guardava come se fosse pazzo.
Brush prese una manciata di erbe tritate. «Allora salviamo Rosemary. Figlio di—»
«Brush, che stai dicendo?»
«Non l'hai capito? È la canzone!» Brush lanciò in aria le spezie, che ricaddero a pioggia sulla testa e davanti agli occhi lucidi di Betta. «È la stramaledettissima canzone!»
Brucia il Kraken
Brucia il Kraken
Capitan Pepper scottato dal sole
Col rum e col gin ci bagna le gole
Brucia il Kraken
Brucia il Kraken
Gira il timone non batter la fiacca
Sperona! E il kraken ammacca!
Brucia il Kraken
Brucia il Kraken
Allora salviamo Rosemary
Che ce la darà
Ahr! Ahr! Ahr!