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Gruppo Port Royal
Inviato: sabato 22 ottobre 2022, 19:47
da Spartaco

I concorrenti di questo gruppo dovranno leggere, commentare e classificare i racconti del gruppo Tortuga, che ricambierà il favore. Le vostre classifiche si sommeranno a quelle di
Eugene Fitzherbert, giudice del vostro gruppo.
Questo è il gruppo Port Royal de La Sfida a Daniele Picciuti con Daniele Picciuti come giudice.Andranno in semifinale i primi due di ogni gruppo. Il vincitore di questo gruppo sfiderà il secondo classificato del gruppo Tortuga, il secondo classificato incontrerà il vincitore dell'altro gruppo.
Vediamo i racconti ammessi:
Loros blancos, di Pietro D'Addabbo consegnato il 16 ottobre alle 11:25
Bandiere nere, di Andrea Furlan consegnato il 16 ott 2022 22:26
MaderaSangre, di Michael Dag Scattina consegnato il 19 ottobre alle 19:52
Mindbooter, di Agostino Langellotti consegnato il 21 ottobre alle 20:09
Avete tempo fino alle 23.59 di giovedì 3 novembre per commentare i racconti del gruppo TortugaChi non postasse anche solo un commento verrà squalificato.
Chi non postasse la classifica verrà squalificato
Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul gruppo Tortuga. Vi avverto che saremo fiscali e non accetteremo classifiche postate anche solo alle 00.00 a meno che problemi improvvisi vi ostacolino all'ultimo, ma in quel caso gradiamo essere avvertiti, sapete come trovare i moderatori. Vi ricordiamo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo.
I racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a Spartaco.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri thread.
BUONA SFIDA A TUTTI!
Re: Gruppo Port Royal
Inviato: mercoledì 2 novembre 2022, 8:43
da Alessio
- MaderaSangre, di Michael Dag Scattina
- Mindbooter, di Agostino Langellotti
- Loros blancos, di Pietro D'Addabbo
- Bandiere nere, di Andrea Furlan
MaderaSangre, di Michael Dag Scattina► Mostra testo
Storia interessante, e mi pare di ricordare la scena del messaggio dentro la bussola.
Interessante e ben gestito anche quel quid investigativo in cui Velamuerta cerca di scoprire cosa succede alla nave.
Un appunto su quando trova gli scheletri: non ci sono stati incendi a bordo e lo scheletro è bianchissimo, allora cos'è che gli fa pensare che sia consumato dal fuoco?
Ho trovato personaggi in generale ben fatti. In particolare, il fantasma appare per poche righe ma ha un ottima caratterizzazione.
Una cosa non mi convince su Velamuerta: mi sembra strano che un esperto navigatore usi solo mappa e bussola e non anche le stelle per navigare. Il nostromo, di cui sembra fidarsi e che probabilmente starà al timone in assenza del timoniere, non gli dice niente?
Mi convincono poco anche le motivazioni di Diego, che trovo un po' vaghe.
Usi una focalizzazione profonda, su cui non mi sembra di aver trovato problemi. L'unica cosa è che a volte un po' esterna (per esempio quando il capitano pensa a Diego come "il timoniere").
Ho trovato poca sensorialità, odori, sapori, sensazioni tattili. Penso che uno stile come il tuo gioverebbe di questo tipo di dettagli.
La falce di luna era un ghigno perfido nel cielo.
Anch'io avevo inserito un'immagine simile questa, ma poi ho dovuto sacrificarla sull'altare dei caratteri! :( Ma se passo il turno la rimetto!
Mi ha colpito l'espressione "manovrare la nave a cazzo", non sono sicuro che sia adatta al contesto.
Fai attenzione che nella lettera ad Almirante Diego usa a volte il voi e a volte il lei.
I bonus direi che ci sono tutti. Buona sfida!
Mindbooter, di Agostino Langellotti► Mostra testo
Non ho ancora finito di leggere tutti i racconti della sfida, ma finora il tuo è l'unico racconto che non parla di pirati veri e propri, il che è una cosa che apprezzo.
La storia ha un che di già sentito, ma mi pare che tu la conduca bene. Interessante che nell'interpretazione del sistema Chrome i pirati informatici siano visti come pirati veri. Mischiare pirati classici con pirati informatici l'ho trovata un'intuizione azzeccata. Forse mi sarebbe piaciuta un po' più tensione, ma magari sono solo io: conoscendo il genere solo superficialmente, la storia non ha fatto molta presa.
Non sono molto addentro ai tropi del cyberpunk, quindi non so dire se l'ambientazione sia ben fatta o no. A me sembra sensata, ma ho un appunto da ingegnere sul "mainframe": un mainframe dovrebbe essere una macchina in grado di elaborare una quantità mostruosa di dati, con velocità di calcolo e performance non paragonabili rispetto a un computer "normale". Faccio fatica a credere che possa essere "portatile", visto che per definizione è il meglio che c'è sulla piazza.
Il protagonista mi pare caratterizzato in modo sensato ma forse in maniera un po' superficiale, nel senso che hai praticamente solo un personaggio e mi sembra si potesse investire qualche carattere per renderlo un pelo più sfaccettato.
In generale la focalizzazione è abbastanza coerente, tranne per questo dettaglio che è completamente esterno:
Un altro pezzo di sushi scompare nelle fauci del giovane.
Potrebbe essere qualcosa che vede Czanek, ma siamo nel pdv di Silva.
Altra cosa, il fatto che spesso chiami Silva "il mindbooter" mi porta fuori: essendo ben dentro il pdv di Silva, lui non penserà a sé stesso come "il mindbooter".
Infine, Silva pensa che "Questa volta Angelo ha fatto un buon lavoro con i setting sensoriali", ma io non ho trovato elementi sensoriali nel racconto.
Non so se è una cosa che può appartenere al cyberpunk, ma una volta che Silva è entrato nel sistema, mi sarei aspettato anche di vedere una sorta di "mondo meraviglioso", che suscitasse sense of wonder, che però non ho trovato.
I bonus tradimento e canzone ci sono.
Sul soprannaturale, devo dire di no. Nelle memorie di Waite, l'unica cosa vagamente soprannaturale che si vede sono le facce degli spiriti quando maneggia il cubo, ma potrebbe essere qualsiasi cosa. Il mostro, invece, io l'ho interpretato come un meccanismo di difesa "informatico", e quindi una programmazione. Infine, il trasferimento di coscienza attraverso una apparecchiatura elettronica collegata al cervello non mi pare soprannaturale, ma fantascienza. Nel mondo che hai costruito, sembra una cosa che potrebbe essere fattibile.
Buona sfida!
P.S.: se Silva "addenta un pezzo di salmone crudo", allora sul vassoio c'è anche del sashimi, non solo sushi e uramaki (che tra l'altro fanno parte anch'essi del sushi) ;-)
Loros blancos, di Pietro D'Addabbo► Mostra testo
La storia si regge, l'idea del pappagallo che in qualche modo riesce a viaggiare nel tempo è carina e le vicende che ne conseguono sono coerenti. Il finale "buono" in cui Habral trova uno scopo nella sua vita ci sta e mi sembra adeguato al suo percorso nella storia.
A livello di world building mi manca un po' di contesto sul pappagallo, nel senso che che Habral lo trova nella villa, ma di chi è la villa? Perché il pappagallo è lì? Cosa succede nel presente quando il pappagallo torna indietro? Intendiamoci, nessuna delle risposte a queste domande è fondamentale, ma la mancanza di tutte queste informazioni mi scolla un po' il pappagallo da quanto raccontato fino a quel momento.
Habral e Finn mi sembrano credibili e caratterizzati adeguatamente, un po' meno il capitano, che ho trovato un po' troppo comprensivo con i clandestini che si ritrova a bordo, in particolare con Finn, limitandosi a metterlo a pelare patate (e a trattarlo di merda, ma vabbe'). Diverso è il caso di Habral, che invece è arrivato col pappagallo e quindi ha senso che venga trattato meglio.
La scena dell'addestramento mi sa un po' troppo di già visto.
Due parole sullo stile.
Io è da più di un anno che manco da MC, e da quel che ricordo mi sembra di notare che ti sei orientato di più verso l'immersività, con una focalizzazione profonda nel portatore del punto di vista e una narrazione basata sul "qui e ora". Ho due rilievi da fare in questo senso. Il primo è che, soprattutto all'inizio, usi frasi molto brevi e spezzettate e questo rende piuttosto frammentaria la lettura, soprattutto all'inizio col gatto. Non ci vedrei un grosso problema durante le fasi concitate, ma in scene più calme le trovo poco adatte. Il secondo punto è che c'è poca sensorialità: manca un po' la percezione di odori e sapori. Sono consapevole che i caratteri sono limitati, ma se dovessi arrivare in semifinale può essere uno spunto per utilizzare i caratteri extra.
I bonus per me ci sono tutti. Buona sfida!
Bandiere nere, di Andrea Furlan► Mostra testo
La storia ruota attorno a tradimento e vendetta e in questo caso chi tradisce, o ha tradito, è il protagonista. Apprezzo il ribaltamento del più classico protagonista che viene tradito.
Mi piace come sei riuscito a ingannare il lettore facendo provare empatia per chi, alla fin fine, era lo stronzo della situazione.
Ci sono un paio di punti che non mi convincono.
Perché Iman e i suoi danno fuoco al tetto della casa e poi ci entrano, rischiando di bruciare anche loro insieme alla costruzione?
Jan che uccide la madre a sangue freddo, senza chiederle perché l'ha abbandonata, mi sembra un po' forzato.
Non mi convince nemmeno l'incipit in cui racconti il meteo del giorno. Se vuoi raccontarci com'è il tempo perché ti serve rendere un certo tipo di atmosfera, secondo me ci sono modi migliori.
I personaggi mi sembrano ben caratterizzati, con motivazioni forti e credibili.
La lettura scorre abbastanza bene salvo alcune parti in cui cambi soggetto senza esplicitarlo e non si capisce chi fa cosa, bloccando la lettura.
Per esempio qui:
Fatima era immersa nel verde della foresta, scappava da qualcosa che la inseguiva, un animale feroce che non poteva vedere ma sapeva che era lì, vicino. Troppo vicino.
La foresta era sua amica, lo sapeva nel profondo. Era nata ai suoi margini, ci era cresciuta, l’aveva sempre protetta, coccolata. Era il suo ambiente. Ma ora aveva partorito quella belva che non le dava scampo. La sentiva avvicinarsi, braccarla, impedirle di cambiare direzione.
La foresta sembra che sia amica dell'animale feroce. Poi torniamo su Fatima, che "era nata ai suoi margini", ma quando dici "l'aveva sempre protetta" sembra che sia Fatima a proteggere la foresta. Quindi ora il soggetto è la foresta, che ha partorito la belva. "La sentiva avvicinarsi": posso intuire che sia Fatima a sentire la bestia che si avvicina, ma l'incoerenza, diciamo così, semantica mi blocca la lettura per quell'istante di troppo.
La focalizzazione sul punto di vista non è sempre coerente, a volte sei più esterno, a volte sentiamo i pensieri del personaggio, ma non mi pare di aver notato cambi di pdv ingiustificati.
Usi molti verbi sensoriali che possono essere tranquillamente rimossi (anche in un'ottica di risparmio caratteri).
Per esempio qui:
Si accorse che il sole illuminava la stanza in modo strano: si alzò con cautela, trovando la baia piena di nebbia. Sapeva che la Fortaleza l’avrebbe affrontata senza problemi come era successo tante volte, ma la tensione non l’abbandonava.
[...]
Ricordava che non aveva potuto fare a meno di piangere quando lo aveva salutato, ancora nel cuore della notte.
La nebbia vorticava, all’improvviso si aprì, mostrando uno squarcio della baia: vide un gruppo di navi fronteggiarsi, scoppi che avvertì in lontananza.
"Si accorse che", "sapeva che", "ricordava che", "vide", "che avvertì" sono tutti verbi che scondo me si possono risparmiare senza particolari problemi.
Come ultima nota, ti invito a valutare la possibilità di gestire diversamente molti dei gerundi che hai utilizzato, soprattutto quando, invece di azioni contemporanee, indicano azioni successive.
Esempio:
si alzò con cautela, trovando la baia piena di nebbia
Fatima prima si alza e poi trova la baia piena di nebbia. In questo caso specifico, secondo me puoi anche toglierlo direttamente.
I bonus ci sono tutti. Forse solo il sogno premonitore è un po' più debole come evento soprannaturale, ma comunque c'è. Buona sfida!
Re: Gruppo Port Royal
Inviato: giovedì 3 novembre 2022, 15:57
da Amelohay
1) MaderaSangre, Michael Dag Scattina
2) Bandiere Nere, Andrea Furlan
3) Loros Blancos, Pietro D’Addabbo
4) Mindbooter, Agostino Langellotti
1) MaderaSangre
Il racconto mi è piaciuto davvero tanto, la scrittura è molto fluida e non mi sono mai trovato a dover interrompere la lettura per non aver compreso una frase.
Forse i termini pirateschi e in spagnolo sono un po’ troppi: essendo un appassionato e sapendo lo spagnolo non sono stati un gran problema per me, ma magari per qualcuno potrebbero esserlo.
Inoltre, Valmuerta è spagnolo, parla e pensa in spagnolo, quindi tutte le parole spagnole dovrebbero essere in italiano perché è lingua madre del PdV (ad esempio, perché non usare “ammiraglio” al posto di “almirante”?).
L’idea della nave che si rigenera mi ha ricordato molto i “Pirati dei Caraibi”, ma è un elemento soprannaturale che mi è piaciuto. Una nave che si nutre di sangue la trovo, tra l’altro, molto piratesca di per sé: sa proprio di storia che si racconterebbero i marinai la notte attorno a un fuoco. E sono un amante di elementi splatter e horror quindi non ho potuto non apprezzarla.
Tuttavia, ho avuto un piccolo problema sul finale.
Dopo che Winnhorn si è arreso, Valmuerta chiede dove sia Diego. Presumo voglia saperlo per ucciderlo o fargliela pagare per il tradimento (e se non lui, almeno l’ammiraglio Gayetano, anche se non mi è chiaro che cosa possano fare i fantasmi e cosa no… possono uccidere? Possono impugnare una spada tipo esercito dei morti del “Signore degli Anelli” o solo spaventare tipo “Paranormal Activity”?).
Non ho capito, dunque, come possa Diego scrivere alla sua amata Ereja di essere prigioniero degli inglesi e di essere stato condannato a morte. L’unica spiegazione che mi viene in mente è che sia stato incarcerato e processato sulla nave, ma mi suona un po’ inverosimile.
Almeno in prima lettura avevo immaginato che questi avvenimenti fossero successi a terra. Quindi è fuggito anche dalla nave di Winnhorn?
Mi risulterebbe molto strano (o molto naïf da parte degli inglesi), se lui prima fosse stato condannato e poi li avesse convinti a farlo imbarcare con Valmuerta.
Secondo me, comunque, il testo è molto buono e si merita tutti i bonus, anche grazie al doppio tradimento di Diego.
2) Bandiere Nere
Il racconto mi è piaciuto davvero molto, la scrittura è scorrevole e nonostante la brevità sono riuscito a empatizzare con tutti i personaggi PdV (che sono parecchi, per essere un testo così corto). Sono tutti personaggi molto realistici, e questo aiuta l’immedesimazione anche in quelli negativi.
Ho apprezzato i parallelismi tra Diogo e Iman, per esempio nello scegliere e conoscere personalmente ogni membro del rispettivo equipaggio: sono simili nell'atteggiamento e condividono molto di più dell'amore per la stessa donna. Sono sicuro che, a parti inverse, anche Diogo avrebbe esattamente quello che ha fatto Iman.
L’hook non brilla per originalità, ma fa il suo dovere e ci immerge in un'atmosfera quasi spettrale.
Nella lettura ho riscontrato un piccolo problema di temporalità, che non riesco a capire se sia intenzionale o una semplice svista.
Nel primo paragrafo si dice che Diogo ha dormito con Fatima quella notte perché ancora ne sente il profumo; Fatima, dopo essersi risvegliata dal suo incubo, dice che “erano mesi che non abbracciava Diogo durante la notte”.
La contraddizione tra queste due frasi mi ha fatto credere che le due vicende si svolgessero su piani temporali diversi. Nel resto del testo, invece, sembra che le storie siano contemporanee e che tutto accada nella stessa mattinata.
Personalmente non saprei se considerare il sogno premonitore come un vero e proprio elemento soprannaturale, ma probabilmente è solo un mio problema dato dal mio odio irrazionale per i sogni nella narrativa. Gli altri bonus ci sono senza dubbi.
3) Loros Blancos
L’idea della storia mi è piaciuta: è coinvolgente e mi ha trascinato avanti perché volevo capire dove sarebbe andata a parare. I pirati sono presentati in salsa cartoonesca, quasi stereotipata, nell’abbigliamento e nel linguaggio. Se la cosa era voluta l’ho apprezzata.
L’inizio, però, mi è sembrato un po’ lungo. Anche a fine lettura non mi è sembrato del tutto importante. Mi sarebbe piaciuto se, una volta sulla nave pirata, la vita da dipendente di una ditta di traslochi fosse servita a qualcosa. Magari grazie a questo mestiere Habral riesce a fare qualcosa di particolare che nessun pirata sa fare?
Così, invece, mi è parsa un po’ inutile ai fini globali della storia e il protagonista risulta un passivo perché non prende in mano la situazione.
Quello che secondo me manca è la voce interiore del personaggio. Si ritrova in una nave pirata nel Settecento e non si chiede nemmeno “Dove sono finito?”. Un vago “Avrei un sacco di domande” e subito dopo sembra quasi dimenticarsi di essere stato vittima di una magia.
Anche quando il Capitano gli spiega che il pappagallo viaggia nel tempo e nello spazio, Habral accetta la spiegazione senza fare (né farsi) domande, come se fosse la cosa più normale del mondo. In questo modo, appunto, risulta molto passivo.
La scrittura è buona, le frasi brevi danno ritmo alla storia, ma a volte risultano un po’ troppo scarne e troppo spezzate, soprattutto all’inizio. Più di una volta ho dovuto tornare indietro e ricostruire chi stesse parlando o che cosa stesse succedendo.
Nel complesso, comunque, il racconto mi sembra buono e i bonus ci sono tutti.
4) Mindbooter
Il testo mi è piaciuto, soprattutto per l’originalità. È l’unico testo di quelli che ho letto in cui il tema è declinato in stile cyberpunk/fantascientifico, anche se forse mi ha ricordato un po’ troppo il film “Inception”.
Non ho capito come mai i dialoghi siano introdotti alternativamente da virgolette alte e da trattini, ma penso che dovrebbero essere uniformati.
Ho avuto un po’ di difficoltà a capire che Silva fosse un maschio (complice anche il fatto che per un po’ ho letto “Silvia”). Anche se il nome di per sé non aiuta, ammetto che qui è anche un po’ colpa mia.
La scrittura è molto fluida e vivida, anche se mi sarebbe piaciuto sentire di più l’interiorità del personaggio PdV e un po’ più di stimoli sensoriali. Trattandosi di un viaggio in una specie realtà aumentata, è comprensibile che i dettagli siano principalmente visivi, ma gli altri mancano e si sente.
Non so se in questo tipo di esperienza si possa sentire l’odore del mare, si possa essere infastiditi dal riflesso del sole sull’acqua o si possano sentire i container che scottano per il viaggio sotto il sole, per esempio.
Se tutte queste informazioni vengono trasmesse a Silva penso che sarebbe bello descriverle, in quanto il PdV le percepisce; se non gli vengono trasmesse penso che ne noterebbe l’assenza. È anche possibile che sia abituato a quest’assenza, visto che di viaggi del genere ne ha fatti tanti e quindi si aspetta che non ci siano, ma comunque sentirebbe che è avvenuto un cambiamento.
Per quanto riguarda i bonus, anche se ti faccio i complimenti per i gusti musicali ho qualche dubbio sull’interpretare il mostro come elemento soprannaturale.
Dal momento che la scena ha già luogo in un’ambientazione fantastica, non l’ho percepito come qualcosa di magico. Ho pensato che fosse solo uno strumento di difesa, un po’ come accade in “Inception” in cui la coscienza della persona attaccata reagisce all’intruso.
Re: Gruppo Port Royal
Inviato: giovedì 3 novembre 2022, 20:25
da Rovignon
1. MINDBOOTER
2. LOROS BLANCO
3. MADERA SANGRE
4. BANDIERE NERE
Non è stato facile mettere in fila questi racconti.
Complimenti a tutti
MINDBOOTER
Ciao Pretorian!!!
Sì, te lo confermo sono quel Rovignon di qualche anno fa!!!
Che dire… sono incasinatissimo in questo periodo, ma quando Polly Russell mi ha detto che c’era una gara a tema pirati… Beh, non ho saputo resistere
Ad ogni buon conto, entrando subito nel merito del tuo racconto… non ti nascondo che da te non mi sarei aspettato di meno! Sì, da te mi aspettavo proprio una storia in chiave Cyberpunk.
E mi è anche piaciutata tantissimo.
Se devo farti notare qualche cosa che non va, beh… a dire il vero poco. Sei migliorato tantissimo nella prosa e, in particolare, nei dialoghi.
Quel che manca, ma forse è anche una questione di caratteri, è una rappresentazione più completa dell'ambiente… sì, una storia Cyberpunk potrebbe essere benissimo rappresentata su uno sfondo bianco, di più, trasparente… ma avendo tu voluto rappresentare dei pirati di tipo classico, forse forse questa ambientazione del mondo al di là del collegamento andava rappresentato meglio, con un po’ più di dovizia di particolari, magari anticipando considerazioni del tipo “ah… spero di non trovare squali a protezione dei dati… io odio gli squali!”
Altro problema, credo te lo abbiano già fatto notare, è l’uso di parole specifiche dell’informatica che non appartengono al comune vocabolario dei più e che credo avrebbe avuto bisogno di essere supportato da qualche “didascalia” in più. non vere spiegazioni, ma qualcosa tipo… mainframe, il computer più potente della rete, (sempre che ci abbia preso con il mainframe) giusto per cristallizzare nei lettori meno competenti (io per primo!!!) l’idea legata a quella parola.
Per il finale, complimenti, non una vera sorpresa, ma comunque ad effetto con la giusta dose di “scarsa probabilità”!
Per i punti extra, OK canzone; OK tradimento; Soprannaturale… mmm… sì, è vero, ci hai provato, ma, diciamocelo, la tua era una storia di pura fantascienza… difficile credere al soprannaturale anche se hai provato ad inserircelo!
MADERA SANGRE
Complimenti per l’idea della nave mostro… è un’idea che anche io ho sfruttato in un’altra avventura dei miei pirati… ebbene sì, ho già scritto diversi racconti con protagonisti Abner e Testa di martello!!!
Ad ogni conto, come qualcuno ti ha già fatto notare, quel che forse funziona meno è che l’apprendere della caratteristica della nave che mangia la gente non susciti nei personaggi lo stesso raccapriccio che ha suscitato in me come lettore… è uno scollamento che si fa notare, quando ho visto che Velamuerta non se ne preoccupava più di tanti, mi sono chiesto se non fossi io a essermi sbagliato nell’interpretare la cosa, quasi che la nave non fosse quel mostro che doveva essere.
Le descrizioni sono buone, anche se ho trovato qualche imprecisione nei termini marinareschi, ma niente di che, tipo Chiglia riferita allo scafo intero (in effetti la chiglia è solo il legno più in basso) ma ci sta in un racconto che deve farsi capire suscitando emozioni senza essere troppo pedante.
Per la storia nulla da dire, l’intreccio c’è ed è buono, qualche descrizione sull’emotività dei personaggi, però, avrebbe aiutato a creare un coinvolgimento più immersivo.
Per i punti extra: OK canzone (e che canzone!); OK tradimento; OK soprannaturale (e che soprannaturale!)
BANDIERE NERE
Una storia molto, ma molto raccapricciante!!!
In effetti la scena dei fratelli uniti dalla lama che sta uccidendo la madre (e, necessariamente, anche il fratellastro) è stata l’apice del raccapriccio! Anzi, credo che tutto il racconto sia stato una specie di “scusa” per arrivare a rappresentare quell’immagine, uasi che sia proprio su di essa che si sia scatenata la tua immaginazione… ma questa è solo una mia supposizione perché i processi mentali su cui si muove la fantasia sono infiniti!!!
I personaggio mi sono piaciuti molto e la costruzione pure. quel che mi ha convinto poco (ma credo possa essere facilmente rimesso a posto con una riscrittura) è il fatto che il tradito (scusa se non uso i nomi da te scelti per i personaggi ma non sono così immediati da ricordare) abbia già avuto la possibilità di uccidere la ex, ma abbia preferito rapirle il figlio per crescerlo nell’odio e far sì che uccidesse la madre. Non so… io avrei fatto in modo che lui avesse tentato di ucciderla, ma non ci fosse riuscito magari ad opera del rivale che l’aveva aiutata a salvarsi, e che quindi, il rapimento del figlio cresciuto poi nell’odio fosse più che altro l’unica strada per riuscire a vendicarsi passando il compito della vendetta al figlio.
Ad ogni buon conto bravo.
Per quanto riguarda i punti extra: OK canzone (anche se mi sarebbe piaciuto che avesse un ruolo più centrale); OK tradimento; soprannaturale mmm… è vero, c’è il sogno, ma non è qualcosa di determinante ai fini della storia.
LOROS BLANCO
Idea molto bella. ma proprio per questo mi sarei aspettato che venisse sfruttata meglio.
Mi spiego… il pappagallo che fa saltare nel tempo (e che, volendo vedere, recluta i membri dell’equipaggio) secondo me doveva essere caratterizzato meglio. Doveva avere un ruolo ulteriore nella storia, doveva fare commenti, interagire con gli altri personaggi e spigare nei vari discorsi perchè l’uomo che aveva scelto poteva andare bene. Così come nella prima parte del racconto avrei apprezzato se ci fosse stato un passaggio sul perchè quel pappagallo si trovasse lì. Non tanto nella casa, quanto nel futuro, perchè in quell’anno… non so, ma forse è un mio limite, quando ci sono i salti nel tempo ho sempre bisogno di sapere perchè quell’anno e non un altro… ma ripeto, forse è un mio limite.
Ad ogni buon conto è bellissimo lo stacco tra la prima parte e la seconda. forse forse è proprio la cosa migliere del racconto, anche se lascia un po’ insoddisfatto il fatto che non si sappia più che sorte toccherà al datore di lavoro stronzo che gli ha fatto persdere la sua serata davanti alla TV a vedere la partita!
In ogni caso, è proprio per colpa dei suoi aguzzini se alla fine preferisce rimanere tra i pirati.
Molto bene le descrizioni e la prosa, un po’ meno l’introspezione del protagopnista… o meglio, in realtà c’è, ma non su tutto. Mi sarei aspettato molto più stupore e spaesamento dopo essere saltato indietro nel tempo di oltre tre secoli.
Per i punti etra: OK canzone; Tradimento così e così; OK soprannaturale
Re: Gruppo Port Royal
Inviato: giovedì 3 novembre 2022, 22:16
da Polly Russell
Ragazzi, sto giro ho fatto una fatica assurda. Non sapevo con che criterio fare la classifica, cosa penalizzare, cosa no… quanto sarebbero stati importanti i bonus, quanto i personaggi, quanto la scrittura… perché se avessi dovuto pensare all’enpatia, avrebbe vinto Loris Blancos, il suo protagonista è quello con cui ho empatizzato di più. quello
che mi è rimasto più impresso. Se avessi pensato alla scrittura e allo stile, allora Bandiere Nere, per l’idea, assolutamente Mindbooter… che fatica!
alla fine ho deciso che avrei provato a sommare i pregi e a detrarre i difetti, lasciando indietro “la pancia”, non so se ci sono riuscita, quindi prendere per buoni i commenti, ma la classifica non mi soddisfa.
1) Madera Sangre
Molto buono. -Già che usi i Blind Guardian, per me sei tre passi avanti. Che poi coincidenza: oggi li ho fatto sentire a quella metallaretta in erba di mia figlia :)
Comunque: dicevo molto buono. mi piace il sentore di stantio e salsedine che pervade tutto il pezzo. Termini giusti usati al momento giusto, non appesantiscono la lettura, te ne fotti se non ne conosci qualcuno perché sono ben calati nel contesto e si capisce cosa intendono.
Mi piace molto anche la nave che si rigenera formando un tutt’uno con i fantasmi del vecchio equipaggio, fa un po’ Pirati dei Caraibi, ma ha quel input gore che gli fa fare il salto qualitativo.
Non sono proprio convinta che quel “poveraccio” del nostromo avesse voluto tradire anche Madera, per come l’ho vista io, ci ha provato. In ogni caso il tradimento c’è, ed è pure bello grosso, quindi bonus più che rispettato.
Non mi convincono tanto i messaggi. Capisco che in qualche modo dovevi spiegarci che cappio aveva combinato quell’infame di Diego, ma il messaggio fa tanto “cattivo da manuale”.
Focus ben centrato sul portatore di pdv, non c’è un momento in cui non ci si senta nella testa di Velamuerta, a questo proposito avrei preferito una maggiore introspezione. Quando scopre che la nave mangia le persone, per esempio, la notizia gli passa addosso troppo liscia. Non un crampo allo stomaco, una goccetta di sudore, lingua asciutta… insomma un po’ d’ansia io ce l’avrei vista.
Lo stesso dicasi quando si rende conto che Diego l’ha fregato. Che li ha condannati tutti. Rabbia, paura, risentimento… insomma vedo poca emotività. Sia descritta dal corpo che come introspezione.
per il resto mi è piaciuto parecchio.
2)Mindbooter
Ciao Pretorian! Bello rileggersi dopo tanto tempo. Allora parto col dirti che, secondo me, il bonus del soprannaturale lo hai cannato. Nella società che mi prospetti cosa mi impedisce di pensare che lo scambio di coscienza non sia fattibile? a livello tecnologico intendo. Avresti dovuto porre l’accento sul fatto che una cosa del genere fosse possibile solo con la
magia. Per il resto, il rituale, i pentacoli… il vecchio maestro magari era un “semplice” satanista, questo non ne fa un mago. Ho notato spesso lo stesso errore, inverti la consecutio di ciò che accade. Prima vede la donna, la descrive, poi nota DECINE di incappucciati intorno a lei. Avrebbe dovuto vedere prima loro, poi tra l’uno e l’altro anche la donna.
Chiami tutti i personaggi, a parte il vecchio, alternativamente l’uomo, il giovane, il ragazzo, e a parte che mi incasini il pdv (perché mai il pdv dovrebbe pensare a se stesso come “il ragazzo”) io non so come immaginarmi i personaggi. Anche il
nome
del protagonista non aiuta, per un quarto di racconto ho pensato fosse femmina. in mancanza di descrizioni e di declinazioni di genere, il fatto che lo chiami Silva (che io ho letto Silvia per tre volte) non aiuta.
Per il resto mi piace, mi piace la determinazione di Silva, che vuole essere ricordato come il migliore, e il fatto che sia disposto a friggersi il cervello per farlo. I pirati informatici sono pirati a tutti gli effetti, e tu hai anche aggiunto la parte visiva che ci fa immedesimare parecchio. Oltretutto ho finalmente capito qualcosa di tutta quella roba informatica che sento nei film! XD! Spiegata come l’hai spiegata tu è facile!
insomma, ci devi rimettere un po’ le mani, ma è stata una piacevole lettura.
3)Loros Blancos
Ciao.
parto col dire che mi piace la tua scrittura, è lineare, pulita. pochi fronzoli e va diretta dove vuole andare. il racconto scorre bene e si ha voglia di andare avanti nella lettura. questo nonostante la trama mi abbia un po’ spiazzata. I fatto un preambolo un po’ linguettò, ero lì a chiedermi quando avremmo visto qualcosa di piratesco e come, soprattutto. A un certo punto ki sono chiesta sé avessi deciso di declinare il concetto di pirateria a dei “topi” d’appartamento.
Il protagonista è un buon personaggio, di entra subito in empatia con lui e si sta dalla sua parte. però rimane sempre questa strana trama alla “dal tramonto all’alba”, che uno si ritrova a pensare, se ne avesse fatto due racconti distinti sarebbe stato meglio.
Non capisco perché finisce tre secoli prima, in mezzo al mare, non capisco come faccia a capire i pirati, che potrebbero parlare molte lingue, ma non l’italiano. Non capisco perché li identifichi come tali. Qual’e l’abbigliamento da pirata? perché se andavano in giro con una gamba di legno, la benda è una maglietta a righe azzurre, sarebbe stato molto più carino fargli esclamare che sembravano pirati da film.
la canzone c’è e pure il sovrannaturale, ma sul tradimento ni. alla fine non li stava tradendo, voleva solo scappare via e sperare di sopravvivere.
Non avrei usato un cacatua. l’Australia è stata scoperta nel 1600, siamo stretti con i tempi per commerciare in pappagalli, da lì. ma, a parte questo dettaglio è proprio il come il protagonista sia saltato nel tempo che mi perplime. uno straccetto di spiegazione me lo devo dare.
Per quanto riguarda la forma, mi piacciono molto le frasi brevi che hai usato, tengono su il ritmo. empatia c’è, come ho già detto e hai addirittura i filato un arco di trasformazione del protagonista. Complimenti. quello che manca è l’introspezione: sto tipo non si stupisce di niente. Si trova in una cambusaxe non si preoccupa. Scopre di essere finito, minimo trecento anni indietro nel tempo e va bene così. Non c’è conflitto interiore, paura, angoscia direi! lui invece non sente niente.
Comunque una buona prova. mi sono anche affezionata al protagonista.
4) Bandiere nere
Ed eccomi anche da te. per la verità ho letto il
racconto già qualche giorno fa, ma
speravo di arrivare ad avere sotto mano un pc per scrivere i commenti; cosa che non è accaduta. ce ne faremo una ragione.
il tuo racconto mi è piaciuto, anche se i continui cambi di pdv mi hanno un po’ “incasinato”, se non avessi dovuto inserire l’elemento sovrannaturale, di quello di Fatima, per dire, potevano fare a meno.
non è facile immedesimarsi nella storia, non è facile empatizzare con i personaggi, perché: diciamolo! sono una manica di stronzi! XD A parte il povero Jan, vittima inconsapevole.
Non sembra ma ti sto facendo un complimento, a chi verrebbe in mente di fare dei personaggi tanto opinabili? tutti tradiscono tutti, Fatima per prima, che non vuole più suo figlio, per dedicarsi a un nuovo amore. Complimenti per il coraggio e anche per la riuscita, perché nonostante lo
odiassi tutti, sono stata in apprensione.
Non inizierei il racconto con il meteo, è scontato e oltretutto ai fini della trama non serve a nulla, parti diretto da Diogo.
C’è una bella suapance, e tieni alta la tensione. la parte del sogno è un po’ telefonata, si capisce che è un sogno (e ci sta che tu l’abbia fatto di proposito), ma la perfezione sarebbe capirlo una volta letto tutto. Finire il
capitolo e dire, “cacchio! era chiaro, perché non ci sono arrivato?”
per il resto non ho molto da dire che non ti abbia già suggerito Alessio. sono arrivata tardi.
Buona sfida!
Re: Gruppo Port Royal
Inviato: giovedì 3 novembre 2022, 23:02
da Stefano.Moretto
Scusate il ritardo, ho avuto veramente poco tempo per leggere tutti i racconti in questi giorni e ho tenuto l'ultimo giorno per scrivere i commenti.
Classifica:
1.MaderaSangre
2.Mindbooter
3.Loros blancos
4.Bandiere nere
Loros blancos
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Ciao Pietro, piacere di rileggerti.
Da fan degli isekai non può non piacermi una storia in cui il protagonista finisce in un altro mondo (o nel passato, in questo caso), soprattutto se la cosa – anche se non viene spiegata se non con un "è magia" – ha una rilevanza ai fini della trama. E in questo caso ce l'ha, con il tradimento finale che viene innescato proprio da questo elemento.
Per il resto la storia fila liscia e lineare, forse pure un po' troppo: Habral accetta molto passivamente l'idea di essere finito su una nave pirata, non prova neanche a capire come o perchè, né tenta di tornare a casa (o fa capire in qualche modo che gli piaccia l'idea di restare lì per sempre). Accetta anche passivamente il fatto di bere alcool, cosa che va contro la sua religione. Un credente avrebbe opposto più resistenza; giusto per fare un parallelismo, quando gli hanno offerto l'alcool ha fatto la stessa resistenza di quando il capo gli ha sbolognato un turno extra, cioè un timido tentativo di dire "no" per poi accettare tutto.
Ecco, "passivo" penso sia la parola che descrive il problema principale del racconto: il protagonista fa poco il protagonista, si limita a reagire quel che basta agli eventi della trama per sopravvivere.
Anche durante la battaglia, mi aspettavo che sarebbe stato il fulcro del racconto, invece lui si chiude a chiave in una stanza e non ci prova neanche. Paradossalmente era molto più attivo come personaggio nei primi paragrafi, quando svuotava le case.
Penso che il racconto sarebbe stato molto più interessante se Habral si fosse comportato in modo più propositivo.
Bandiere nere
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Ciao Andrea,
la storia ha un bell'intreccio, ma ho trovato un po' complicato seguire il tutto. Principalmente perché ci sono veramente tanti stacchi temporali e/o spaziali, e ogni volta che inizi una nuova scena il lettore deve avere il tempo di capire chi è il nuovo punto di vista, il luogo e il tempo.
In particolare lo stacco "peggiore" è stato quello in cui Fatima si sveglia: essendo che fino a questo momento ogni stacco mi ha dato un personaggio diverso, mi aspettavo che anche in questo caso ci fosse un cambio di PoV, che invece non c'è stato; in realtà non c'è stato neanche un cambio di tempo, si è solo spostato dal sogno alla realtà. Visto che ci sono ben tre voci in questo racconto, forse in quel punto preciso sarebbe stato meglio non mettere uno stacco di una riga, ma semplicemente andare a capo e dire che Fatima si sveglia, in modo da non confondere le acque.
Un altro punto "critico" è quando Fatima (sì, è sempre colpa sua) inizia a ricordarsi la notte del tradimento. A parte il fatto che se vedo dei pirati che mi stanno entrando in casa difficilmente mi perderò nei ricordi, l'inserimento di quella parte mi ha confuso un bel po', perché non è un ricordo breve ma prosegue per più di una decina di righe e dopo un po' inizio a chiedermi se sono ancora nel ricordo o se in realtà era quello che stava succedendo in quel momento, visto che la situazione nel mondo reale era parecchio concitata.
Per il resto il racconto è perfettamente godibile e anche abbastanza appassionante devo dire, e non mi è dispiaciuto il finale tragico.
MaderaSangre
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Ciao Michael,
devo dire che questo racconto mi ha preso. L'alternanza di narrazione ed epistolare non disturba tanto quanto dovrebbe normalmente, probabilmente perché hai sfruttato la cosa per inserire le informazioni nell'esatto istante in cui erano necessarie, e anzi, per come le hai usate ti hanno permesso di dare tantissime informazioni senza dover descrivere tutta la scena. Dal punto di vista tecnico per me è un lavoro eccelso.
Forse l'unica criticità è la natura della "magia" che tiene i fantasmi a bordo: la magia di solito non ha grosso bisogno di spiegazioni, ma se raggiunge un certo livello di tecnicismo bisogna fare attenzione a non causare fraintendimenti. Per esempio: qui sembra che la nave mangi il sangue e la carne dei cadaveri per rigenerarsi; invece poi sembra che siano stati i fantasmi a berlo, ma quindi hanno riparato loro la nave? E a questo punto viene da chiedersi come mai ci sia questa maledizione su di loro. Cerco di spiegarmi meglio: se si trattasse solo di una nave magica non mi farei grosse domande: è un oggetto magico, l'avrà incantato qualcuno, la cosa importante è che è lì e fa cose. Se invece è una maledizione che colpisce all'improvviso un equipaggio, costringendolo in uno stato di fantasmi cannibali, mi viene da chiedermi perché sia successo.
Al netto di questo, il racconto mi è piaciuto molto. Forse avrei voluto vedere qualcosa in più riguardo il timoniere traditore, ma capisco che mancavano i caratteri.
Mindbooter
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Ciao Agostino.
Mi piace l'interpretazione sci–fi che hai dato al tema, apprezzo sempre la fantascienza e soprattutto quella che parla di ricordi e manipolazione mentale. Forse ho trovato un po' confusionari alcuni punti e in effetti può essere complicato descrivere qualcosa di così "astratto" come un firewall in realtà virtuale.
Credo che la parte migliore del racconto sia la caratterizzazione del protagonista, che non è un personaggio che si muove solo per soldi, perché la situazione gli va contro, per sopravviere o per una morale: vuole semplicemente tirarsela davanti a tutto il mondo anche a scapito dei suoi stessi interessi, e lo trovo estremamente realistico.
Riguardo il lato tecnologico della cosa, per quanto lo scifi per molti versi è assimilabile al "è magia, non ho intenzione di spiegare 'sta roba", l'unica cosa che mi confonde è come abbia fatto il "mostro" a uscire dai ricordi e attaccare Silva. Mi spiego: faceva parte di un ricordo, quindi vuol dire che è possibile manipolare e far uscire cose dai ricordi? Per di più succede una volta sola e pure Silva non sembra aspettarsi che altri mostri lo attacchino visto che continua ad andare a spulciare ricordi a diritto senza guardarsi attorno. Visto che anche lui era sorpreso (a ragione) dell'attacco, mi sarei aspettato un approccio più cauto da lì in poi. Anche lo scopo del mostro non mi è chiaro: doveva servire a incuriosire Silva? E se lo avesse ucciso?
Il plot twist finale è carino e coerente con tutto, forse un pochino citofonato dagli ultimi avvenimenti, ma comunque è un ottimo finale per il racconto.
Re: Gruppo Port Royal
Inviato: sabato 5 novembre 2022, 13:58
da Eugene Fitzherbert
Per la prima volta in qualità di semigiudice, vi presento al mia classifica. Devo ammettere che è stato difficile arrivare a un verdetto, tanto che mi sono dovuto concedere una proroga, ma solo perché sono il Signore del Tempo e faccio un po' come cazzo mi pare.
Per fare un commento panistico (che riguarda tutti, e non scritto in panetteria, con le rosette nel cartoccio), ho trovato i racconti tutti di buon livello, con stili riconoscibili e che mostravano una certa personalità. Accanto a questa considerazione, devo aggiungerne un'altra: non sempre le narrazioni sono state declinate al meglio. Ho trovato passaggi zoppicanti, alcune scelte discutibili nella scansione degli eventi e qualche incertezza stilistica.
Vediamo in dettaglio cosa mi è piaciuto e cosa no, sempre nell'ottica che questo serve a migliorare e non a offendersi e prendersela sul personale (come piace fare a me. Siate delle persone migliori di me, bastardi!)
MindBooter
Racconto che mischia cyberpunk e horror vecchio stile, bit e sangue. Ed è una cosa che ho apprezzato parecchio: adoro le contaminazioni splatterose.
La scrittura è abbastanza fluiida, anche se alcuni passaggi potrebbero essere asciugati (per guadagnare anche preziosi caratteri). L'uso del presente nella narrazione è coinvolgente. Ben fatto!
Le parti action sono ben calibrate e comprensibili e questo è un bel punto a tuo favore, perché la descrizione delle lotte è estremamente insidiosa.
Ci sono però alcuni passaggi migliorabili, nel corso della storia.
Per esempio, il combattimento con il demone, secondo me, te lo sei giocato troppo presto. Sembra tanto una specie di boss di fine livello, che però spunta a metà del racconto. E questo gli fa del male per due motivi: non si capisce del tutto la sua importanza all'interno dello schema di trasferimento dei ricordi e non si capisce quanto sia importante. Il secondo motivo è che fa perdere di mordente al resto dei ricordi che il protagonista sblocca durante la sua immersione.
Altra cosa che potresti/dovresti approfondire nella tua storia è il rapporto tra il mindbooter e il suo secondo: chi sta nel mondo reale cosa vede? Si accorge che qualcosa non va? Cerca di dissuadere il suo capo a smettere con questa cazzata? Per esmpio potrebbe lasciare un hint al lettore che qualcosa di strano sta accandendo. Inoltre, se Silva agisce di testa sua per diventare una leggenda, nonostante le proteste del suo secondo, avresti aggiunto un ulteriore layer alla sua personalità.
Rifletti su questi suggerimenti, e se li consideri sbagliati, non esitare a dirmelo: non me ne frega niente, d'altronde! :D
MaderaSangre
Buona scrittura al passato, ben controllata e focalizzata. Non è una cosa facile: kudos!
Le trovate soprannaturali sono belle anche se non del tutto originali (non è un problema, eh! Sti cazzi!) - le interpreto come citazioni e sono contento così: a prima vista sembrerebbe aver preso in prestito dai Pirati dei Caraibi, ma secondo me l'inception della nave che si ciba di sangue per guarire e far risorgere i suoi precedenti occupanti arriva da più lontano. Ci ho visto un pizzico di Christine, la macchina infernale e un pizzico più grosso di Hellraiser del buon vecchio Clive Barker: nel film è palese come Frank si nutra del sangue delle vittime per ritornare umano dopo essere sfuggito ai Cenobiti.
La storia si svolge in modo un po' meno limpido, con alcuni passaggi affrettati o stridenti e qualche incertezza qua e là. Ti faccio alcuni esempi:
- Diego muore/scappa/sparice nella prima scena, ma questo evento, che è importante per la storia, non si vede, non si intuisce nemmeno. È affidato a un pensiero/commento a posteriori di Velamuerta.
- La rivelazione del tradimento di Diego e della sua fuga è del tutto casuale (ok, ci sta!), ma non porta a immediate reazioni/conseguenze. In un passaggio successivo, inoltre, Velamuerta lo considera ancora morto, anche se sa che è scappato.
- l'arrivo dei fantasmi della ciurma passata (grazie, Dickens!) non ha un impatto visibile, né sull'attuale equipaggio, nè soprattutto su Velamuerta. Per certi versi non sembra neanche aver un impatto sulla storia in quanto tale: cosa vogliono questi fantasmi? E che pericolo corre Velamuerta a tenerli a bordo?
Il Finale non è soddisfacente, non c'è alcuna rivelazione che faccia chiudere il cerchio, non si arriva a una sintesi di tutto quello scritto e seminato nel racconto: questo perché ti sei giocato male il personaggio di Diego, che poteva essere un ottimo catalizzatore per il grand finale: per esempio, che succede se Diego che ha tradito due equipaggi e lasciato affamata la nave per anni, venisse ucciso sulla MaderaSangre?
Affidare il raccontato e il contesto alle lettere scritte dai personaggi ha il vantaggio che ti evita un po' di digressioni, ma ti impone di contestualizzarli all'interno della storia e questa cosa un po' l'hai cannata (soprattutto l'ultima lettera di Diego che non si sa bene dove l'abbia scritta e come l'abbia inviata.)
Altri Kudos per le canzoni in spagnolo e per i termini tecnici navali!
Loros Blancos
Questo è il racconto che mi ha dato più grattacapi. Da una parte è scritto in modo fluido, immersivo, con un buon mix e una buona alternanza di pensieri-azioni. I dialoghi sono tesi e asciutti, senza fronzoli e veloci.
Lo stesso protagonista è divertente e si lascia "amare" fin d subito. Purtroppo, a fronte di questa bella costruzione, alla fine resta troppo bidimensionale: per esempio non ho ben capito se quello che fa è un'attività lecita o losca. Inoltre il suo lavoro, che occupa buona parte dell'incipit, non ha alcuna rilevanza ai fini della storia, se non quello di fargli trovare il pappagallo magico. Ma poi, perché lasciare il pappagallo vivo ingabbiato in una casa dove si sta facendo un trasloco? Non riesco a crederci neanche se Habral sia lì per svuotare la villa quando i padroni di casa sono in viaggio. Se poi il trasloco è una cosa ufficiale, perché i padroni di casa non se lo sono portati con sé come si farebbe con un animale?
Lo stesso aspetto magico del pappagallo, usato come macchina del tempo piumata, per quanto affascinante è una trovata lasciata un po' a sé stessa. Per esempio: perché era nel presente di Habral? Perché era in quella casa? Il padrone di casa era un lontano parente del capitano pirata? (sto facendo supposizioni a caso, perché in realtà nella tua versione della storia, le cose accadono e basta.) E quando compare sulla nave pirata, l'avvenimento viene accettato come se niente fosse.
Lo stesso Habral che è vestito da giovane del 2022 è accolto in modo un po' troppo piatta. Nel corso del racconto, purtroppo, le reazioni dei personaggi sono tutte smorzate, appena accennate. E questo purtoppo riguarda anceh il nostro protagonista che da voce narrante e unico filtro narrativo agli eventi che lo circondano dovrebbe esserne travolto, considerando l'aspetto soprannaturale e sorprendente dei fatti.
Il finale, poi, è poco soddisfacente perché non risponde alle domande che sono sorte nel corso del racconto:
- perché Habral e il Pappagallo sono arrivati proprio lì?
- Cosa diavolo è il pappagallo? E perché era in quella casa?
- È mai tornato indietro, Habral? È mai voluto tornare indietro?
- E soprattutto, il Flinn che pela le patate è veramente lo stesso Flinn della storiella che Habral cita? È un riferimento metanarrativo? Habral è finito in qualche universo paranarrativo, dove le fiabe sono tutte mischiate e ognuno fa un po' come cazzo gli pare?
Spero di averti dato qualche spunto per riflettere sui punti da rinforzare della tua storia, che resta comunque una buona prova di scrittura e di stile.
Bandiere Nere
Questo racconto purtroppo è quello che, al di là dei molto pregi, come la storia di tradimenti inaspettata, l'aspetto romantico, il triangolo amoroso, si porta dietro un po' di criticità che andrebbero corrette per renderlo migliore e farlo evolvere nella sua forma definitiva, tipo un Pokémon.
La scrittura in terza persona (che ho anche scritto a qualcun altro, ma non mi ricordo chi) è piuttosto insidiosa se non ben calibrata. Nel tuo caso, fai un largo uso di verbi di percezione (vedere, scrutare, sentire, etc etc) che in generale tengono il lettore lontano dall'azione vera e propria. Ci sono alcuni passaggi che sono più sul versante Tell che Show della famigerata regoletta, e questo allo stesso modo, butta il lettore fuori dalla scena.
Sempre in merito alla terza persona, in questo caso non focalizzata con un narratore tecnicamente onniscente, ti sei ritrovata a voler gestire diversi punti di vista, molto spesso sovrapposti. La narrazione ne soffre perché si frammenta il flusso narrativo, si spezza l'azione e si lascia spazio alla confusione. Come corollario a quanto detto, ti faccio presente che alcune volte per evitare di ripetere in continuazione il nome dei personaggi hai lasciato (giustamente) la frase senza soggetto: il risultato è che in alcuni punti in cui ti sei fatto prendere la mano non si capisce bene chi fa cosa.
Per quel che riguarda la trama, è lineare, veloce e senza grossi stravolgimenti di fronte. Si arriva da A a B, con una breve sosta in un flashback che rimette tutto in prospettiva.
Secondo me, sarebbe molto più interessante se il racconto fosse scritto usando i puntoi di vista dei personaggi più interessanti e contrapposti: Jan e Diogo, lasciando Iman e Fatima in secondo piano. D'altronde i fatti del passato coinvolgerebbero alla grande i due protagonisti senza la necessità di farli raccontare agli altri.
Il triangolo amoroso sarebbe quindi visto da due prospettive diverse: quella interna (Diogo) e quella esterna (Jan) e avresti un buon mix per fare esplodere tutto.
Comunque, sono solo idee: riflettici, o al massimo, se vuoi continuare a tenere tutti i punti di vista, allora cerca di controllarli meglio e per farlo avrai bisogno di più spazio.
CLASSIFICA:
1. Mindbooter
2. MaderaSangre
3. Loros Blancos
4. Bandiere Nere
Re: Gruppo Port Royal
Inviato: sabato 5 novembre 2022, 17:19
da Spartaco
Classifica finale:
1) MaderaSangre, Michael Dag Scattina punti 3
2) Mindbooter, Agostino Langellotti punti 6
3) Loros Blancos, Pietro D’Addabbo punti 11
4) Bandiere Nere, Andrea Furlan punti 16
Accedono alla semifinale: MaderaSangre, Michael Dag Scattina e Mindbooter, Agostino Langellotti.
Avete tempo fino a lunedì 7 alle 23.59 per postare il vostro racconto sistemato nel treand apposito.
Buon lavoro!