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Gruppo MARITO: Lista racconti e classifiche
Inviato: martedì 22 novembre 2022, 2:15
da antico
BENVENUTI ALLA MICHELE VACCARI EDITION, LA TERZA DELLA DECIMA ERA DI MINUTI CONTATI, LA 168° ALL TIME!Questo è il gruppo MARITO della MICHELE VACCARI EDITION con MICHELE VACCARI come guest star. Gli autori del gruppo MARITO dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo PRIMAVERA.
I racconti di questo gruppo verranno commentati e classificati dagli autori del gruppo NEMICO. Questo è un gruppo da OTTO racconti e saranno i primi TRE ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare tra i finalisti che verranno valutati da MICHELE VACCARI. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, e dai miei collaboratori verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre. Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti
RANK DECIMA ERA, a seguire ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti
RANK ALL TIME (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo C, il quarto nel gruppo A e così via), coloro che non hanno ottenuto punti nei due Rank sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo BETA, quarto a postare gruppo X e così via). Ho forzato solo per non fare capitare nello stesso gruppo due racconti con Malus.
E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo MARITO:Santifica il mio spirito, di Polly Russell, ore 23.42, 4990 caratteri
Privilegiati, di Stefano Tanci, ore 00.14, 4868 caratteri
Un’abitudine, di Daniele Villa, ore 00.50, 3821 caratteri
Finché amore non ci separi, di Isabella Valerio, ore 00.58, 2225 caratteri
A cosa pensi?, di Christian Floris, ore 22.39, 2210 caratteri
L’ultima offerta, di Mario Mazzafoglie,
ore 01.30, 4956 caratteri
MALUS QUATTRO PUNTIAlec, di Giovanni Pratesi, ore 23.22, 3450 caratteri
Quattro amici al bar, di Andrea Crevola, ore 00.49, 4901 caratteri
Avrete tempo fino alle 23.59 di giovedì 1 DICEMBRE per commentare i racconti del gruppo PRIMAVERA Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 2 DICEMBRE, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, posterò la mia e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete DIECI giorni per commentare e classificare i racconti del gruppo PRIMAVERA e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare gli altri racconti in gara e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DIECI giorni sono anche troppo pochi. E ancora:
per quanto vi sarà possibile in base ai vostri impegni, date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro. Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri.
– 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri.
– ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo. Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la
classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo PRIMAVERA.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.
E infine: una volta postate e da me controllate, le classifiche non possono più essere modificate a meno di mia specifica richiesta in seguito a vostre dimenticanze. L'eventuale modifica non verrà contabilizzata nel conteggio finale e sarà passibile di malus pari a SETTE punti. BUONA MICHELE VACCARI EDITION A TUTTI!
Re: Gruppo MARITO: Lista racconti e classifiche
Inviato: domenica 27 novembre 2022, 9:52
da Commissa’
A cosa pensi, Christian Floris
Ciao Christian, bentrovato. Testo profondo, da rileggere più volte per valutare tutte le sottigliezze raffinate che si possono cogliere solo con un’attenta lettura o dopo aver conosciuto il finale (le parve di percepire…, s'intenerì…, la tazzina che nessuno aveva toccato…). Stile e forma sono perfetti. Un po’ forzata l’aderenza al tema ma lavoro meritevole.
L’ultima offerta, Mario Mazzafoglie
Ciao Mario, piacere di conoscerti. Che devo dirti Mario? Mi hai fatto morire dal ridere, la storia è la più centrata al tema tra tutte, è scritta bene, ha personaggi boccacceschi ben delineati, bei dialoghi, originale, attuale, c’è tutto insomma. Non so in quale posizione finale ti metterò perché i testi del tuo gruppo sono tutti meritevoli, però sappi che hai fatto un gran bel lavoro.
Alec, Giovanni Pratesi
Ciao Giovanni, bentrovato. Anche il tuo è un bellissimo testo. Ambientazione e climax permettono di entrare rapidamente nella storia e di empatizzare col protagonista Alec. Solo sul finale hai calcato troppo la mano sul significato del corrompere divenendo un po’ ridondante, quando non era necessario perché l’hai trasmesso bene da subito. Alleggerirei le ultime frasi. Bravo
Santifica il mio spirito, Polly Russel
Ciao Polly, bentrovato. Ho letto il tuo racconto fantasy con grande coinvolgimento: sai caratterizzare bene i personaggi, sia nelle descrizioni che attraverso i dialoghi, creare il giusto climax di tensione e trasportare il lettore nell’ambientazione che hai in mente con le poche battute a disposizione. Il tema è centrato nella corruzione dello spirito e degli ideali, giusto una cosa non mi è chiara: cosa ha visto Miro nella schiena di Azrael? Mica l’ho capito. Comunque testo ben ideato.
Privilegiati, Kruaxi
Ciao Stefano, bentrovato. Singolare e interessante interpretazione del peccato originale, dove Eva incarna in prima persona il ruolo del serpente tentatore. Ottimo climax, ottime le caratterizzazioni dei personaggi, piccole incongruenze sugli stessi in quanto i primi esseri viventi sulla terra che, in quanto tali, non dovrebbero nemmeno conoscere il significato di alcuni concetti (non abbiamo PAGATO nulla; una coppia col PEDIGREE). Ad ogni modo una buona prova.
Un’abitudine, Daniele Villa
Ciao Daniele, bentrovato. Te lo dico con tutta onestà: l’argomento scelto per sviluppare il tema è quello meno originale, il classico incontro di boxe. Non ti offendere, sappi che è lo stesso su cui ho puntato anch’io perché non mi veniva nient’altro in mente e questo ci penalizzerà entrambi sul piano dell’originalità. Detto ciò, non ho nulla da riferirti sulla forma e sullo stile: scrivi bene, costruisci in modo soddisfacente ambientazione e personaggi, il finale è buono. Spero di rileggerti in future occasioni in cui lo spunto tematico dia a tutti maggiori opportunità di sviluppo nel poco tempo a disposizione. Buona gara
Finché morte non ci separi, Gennibo’
Ciao Gennibo’, bentrovata. È un testo originale, in alcuni punti non sviluppato al meglio, soprattutto per favorire l’attinenza al tema indicato (i soldi sono per comprarle vino, per pagare l’aiuto, per corromperla e portarla in Svizzera per il suicidio assistito?). Anche la frase: “ invece di rimanere incatenato anima e corpo in una immobilità che spera lui non sia in grado di odiare, perché sarebbe troppo inferno saperlo cosciente e incapace di comunicare.” l’ho trovata arzigogolata. Con più tempo sono sicuro che avresti limato i particolari. Buona continuazione
Quattro amici al bar, Andrea Crevola
Ciao Andrea, bentrovato. Se posso essere onesto, il tuo lavoro mi sembra quello meno centrato rispetto al tema proposto. L’impressione è che ti focalizzi troppo sulla ricerca di un colloquio diretto tra il narratore e il lettore perdendo battute utili per la descrizione dei personaggi, dell’ambiente e per la creazione del climax. Punti tutto sulla storia senza dargli calore se non nella parte finale quando arriva il muratore.
È stata dura fare una graduatoria, erano tutti racconti di buon livello:
1 A cosa pensi, Floris
2 L’ultima offerta, Mazzafoglie
3 Alec, Pratesi
4 Santifica il mio spirito, Russel
5 Privilegiati, Kruaxi
6 un’abitudine, Villa
7 Finché morte non ci separi, Gennibo’
8 Quattro amici al bar, Crevola
Re: Gruppo MARITO: Lista racconti e classifiche
Inviato: lunedì 28 novembre 2022, 0:45
da sara lailmil
Ciao, ecco la mia classifica e a seguire i commenti:
1) Isabella Valerio - Finché amore non ci separi
2) Giovanni Pratesi - Alec
3) Polly Russell - Santifica il mio spirito
4) Andrea Cervola - Quattro amici al bar
5) Christian Floris - A cosa pensi?
6) Stefano Tanci - Privilegiati
7) Mario Mazzafoglie - L'ultima offerta
8) Daniele Villa - Un'abitudine
Isabella Valerio - Finché amore non ci separi
Molto bello, lascia che chi legge esiti a esprimere un giudizio morale su queste personagge. Mi piace molto la fluidità che da un punto ti porta al successivo, ti fai seguire con pochissime parole, ma che sono quelle giuste, forse anche quelle più dolorose e, per certi versi, impronunciabili. Il sottotesto, enorme, è affidato a una frasetta breve e semplice "E per la Svizzera, ci porti?". Ti segnalo solo un'ambiguità in una frase:
se solo l'infarto se lo fosse portato via, invece di rimanere incatenato anima e corpo...
che funzionerebbe meglio sostituendo "rimanere" con "lasciarlo", altrimenti il soggetto dell'azione resta l'infarto.
Giovanni Pratesi - Alec
L'idea è quella che mi ha colpito di più, tocchi una dimensione che è presente nella vita di ognuno e poni a chi legge una domanda con cui confrontarsi, domanda che tra l'altro è proprio sul tema della corruzione. Molto bene. Sulla costruzione del racconto, sebbene la scrittura sia coinvolgente e favorisca la sospensione dell'incredulità, è pur vero che ci chiediamo se nello spazio un corpo resti davvero integro e sospeso in un destino immobile. Probabilmente no, ma accettiamo lo stesso l'eventualità per amore della storia. Alcune cose però non funzionano. Ad esempio, si può fare a meno delle parole dello psicologo, che non aggiungono nulla e invece sviano dalla direzione a cui il testo punta. Insomma, alcune cose andrebbero sistemata o ripulite, e però resta un racconto affascinante e ben scritto.
Polly Russell - Santifica il mio spirito
Il racconto funziona, ha un buon ritmo, porta a casa una storia che intuiamo sia parte di un tutto più grande che resta sottotesto e di cui vediamo sprazzi. Mi piace molto, anche il tema è presente sebbene marginale, ho trovato molto più forte il tema dell'esitazione. Ti segnalo solo un passaggio dove una diversa punteggiatura avrebbe forse giovato a esprimere con più forza il dubbio di Azrael:
Lì c'è scritto "Gesù ama anche te" e se fosse vero?
Andrea Cervola - Quattro amici al bar
Premessa: starei ore ad ascoltare le chiacchiere da bar e per questo, forse, il tuo racconto mi ha ispirato subito simpatia. C'è una cosa che tu dici e che secondo me è molto vera: "Mi pareva una constatazione che lo avrebbe riportato a considerare quel tremendo spettacolo a cui aveva assistito come se si trattasse di un fatto ovvio, scontato, misurabile. È questo che noi baristi facciamo." Mi piace che il barista non esprima giudizi su ciò che è accaduto, ma si limiti a osservare le reazioni. Non mi ha convinto tanto solo il fatto che sia lui a prendere l'argomento dell'incidente quando fino a una riga sopra si lamenta dei dischi rotti. Sullo stile non ho niente da dirti, togliendo gli stivali magnetici secondo me risolvi anche il problema dell'ambientazione (il fatto che non specifichi cosa sia il fungo per me non è problematico, si capisce che è una costruzione alta e tanto è sufficiente a far funzionare il tutto). Solo un appunto: il tema?
Christian Floris - A cosa pensi
Rimango con il dubbio che il racconto possa funzionare meglio al presente invece che al passato perché, se è vero che il passato ti aiuta a mantenere l'ambiguità del racconto, è anche vero che alcuni gesti di lei, come il parlare ad alta voce "per farsi sentire", lasciano intendere che lei viva incastrata in un tempo (anche solo mentale) nel quale Carlo c'è ancora. Lo stile è pulito e risulta naturale: il racconto è scritto molto bene, dalla cura che Amelia mette nei suoi gesti emerge la cura che tu poni nell'osservarla. La storia funziona meno: non si capisce se la morte sia arrivata nel momento stesso in cui Carlo dice che la vita scappa. Forse qualcosa di più forte delle sole parole avrebbe reso più solida la struttura, che così è un po' traballante. Il tema sembra forzato.
Stefano Tanci - Privilegiati
La riscrittura del mito di Adamo ed Eva, forse avrebbe funzionato di più senza il "colpo di scena" finale, ma scoprendo le carte da subito. Resta un buon racconto. Ho apprezzato soprattutto il botta e risposta conclusivo, con Adamo che teme di conoscere la morte senza sapere cosa sia. Alcuni punti andrebbero limati perché risultano un po' stucchevoli. Ad esempio, la frase "Era tutto per lui, fin dal primo momento che l'aveva vista." è ridondante, perché ribadisce il periodo precedente e dà un effetto ancora più zuccheroso.
Mario Mazzafoglie - L'ultima offerta
La corruzione c'è e si vede, mi ha ricordato la gag di Ajeje Brazorf sul tram. Il racconto è certamente attuale, ma l'impressione è quella di una scena ben scritta ma che non sposta nulla: il personaggio è squallido dall'inizio alla fine e quella che è la conclusione in realtà sembra l'inizio di qualcosa che però non mostri, lasciando in chi legge una certa insoddisfazione. Non male, ma non mi ha convinta del tutto.
Daniele Villa - Un'abitudine
La storia funziona e il tema c'è, nella sua accezione classica e forse non particolarmente inedita, ma suona autentica e questo, alla fine, è quello che davvero conta. Si tratta di un racconto che è più di trama che di stile. In effetti, la scrittura è un po' acerba, a volte tende a spiegare e andrebbe asciugata in diversi punti per essere davvero incisiva. Attenzione anche a non appoggiarti troppo sui cliché, come l'abito gessato, il sigaro in bocca e i due gorilla ai lati.
Re: Gruppo MARITO: Lista racconti e classifiche
Inviato: lunedì 28 novembre 2022, 14:18
da MatteoMantoani
1) L'ultima offerta
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Ciao Mario, sempre un piacere ritrovarti in questi lidi.
Allora i navigator esistono! Oppure il tuo è un racconto fantasy? XD
Scherzi a parte, racconto scritto bene, brillante, divertente, irriverente.. unica cosa è che l'ho trovato un po' inconcludente. Chiaro che l'ironia del finale arriva bella potente, ma la vicenda per me non si è conclusa, il conflitto tra questo furfantello e il navigator rimane sospeso.. come va a finire la storia?
Altra cosuccia: una canottiera regalata dalla mamma prima di morire? Cioè? Forse era meglio "comprata" piuttosto che regalata. Avevo una zia che mi regalava solo calzini, ma canottiere...
Questi gli unici nei di un racconto che per me ricalca molto bene il tuo stile e la tua consueta ironia. Il mio riscontro è certamente positivo.
Grazie per avermi divertito, e alla prossima!
2) Finché Amore non ci separi
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Ciao Isabella,
Piacere di rileggerti. Il tema della corruzione è presente, certo in senso ancora più ampio. Sei riuscita a esprimerlo mettendolo in una specie di zona grigia, perché sì, l'atto in sé è sbagliato, ma riguarda qualcosa per cui non è così immediato schierarsi a favore o contro.
Lato narrazione nulla da dire, per me tutto ok a parte qualche piccolissima cosa, come "dall'interno del collo", che mi ha fatto proprio pensare a capelli che penetrano nella carne, anche se è evidente che ti riferivi al cappotto (magari usare colletto?)
Molto bella anche la frase iniziale, in cui l'amore per un consorte viene paragonato a quello per l'alcool.
Sicuramente un racconto che valuterò positivamente in classifica.
Buona gara e buona fortuna!
3) Santifica il mio spirito
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Ciao Polly, sempre un piacere leggerti.
Uhm, sono combattuto. Qui c'è molta molta roba, nel senso che c'è una storia complessa con un world building non banale, e non è tutto chiarissimo..
Cioè, capisco che questo prelato è un tipo un po' losco, che usa delle armi umani per scopi un po' dubbi.. ma sti bambini sono veramente licantropi? Perché Azrael ha un morso al fianco? Sono stati i bambini licantropi? E Azrael e i suoi compagni crociati sono umani o qualcos'altro? Potrebbe starci il sottofondo della guerra tra vampiri e licantropi, con anche la chiesa che si mette in mezzo.. insomma, non credo di essere venuto a capo di tutto.
Lato lettura tutto ok. La scelta di esporre il worldbuilding per mezzo di un dialogo è un po' un rischio, infatti alcune volte ho avuto la sensazione di as you know Bob, e qualche pensiero mi sembra un po' spiegone.. nulla di livellabile.
Quello che mi è piaciuto di più è il rapporto di devozione di Azrael per il zozzone che anche lo punisce con un marchio a fuoco, è un amore malato che è sempre ghiotto per chi legge.
Insomma, situazione buona, scenario reso un po' poco chiaro, forse a causa del poco spazio. Vedrei bene questo racconto per un'eventuale espansione.
Alla prossima e buona gara!
4) Un'abitudine
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Ciao Daniele, non so se ti ho commentato prima, quindi: piacere di conoscerti e di leggerti.
Trovo la scena che descrivi molto positiva, confitto puro e vendetta, il tutto messo in bocca a un padre che cerca di insegnare suo figlio a farsi rispettare.
Vero, il tema è preso alla lettera, ma a me non dispiace granché.
Per quanto la tua scrittura sia suggestiva, per i miei gusti alcune parti vanno corrette e asciugate per renderle più scorrevoli, anche alcune battute di dialogo riportano l'azione del personaggio dopo e non prima, e questo mi ha causato un po' di confusione a figurarmi bene la cronologia delle azioni. Quindi, bene per la costruzione della storia, un po' meno bene nell'esposizione, sempre per quanto riguarda i miei gusti.
Alla prossima e buona gara!
5)A cosa pensi?
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Ciao Christian, piacere di rileggerti.
Dunque, racconto commovente ma secondo me dal tema preso un po' di striscio, cosa che purtroppo inficierà il mio giudizio finale. Sì, la corruzione è menzionata, ma la battuta di dialogo andrebbe inserita di più nel contesto della scena, magari facendo riferimento a una malattia o a una tragedia imminente, ma certo se l'avessi fatto avresti depotenziato il finale..
Trovo azzeccata l'idea della tazza di caffè che nessuno tocca, anche se una soluzione "un po' comoda" per sviare il lettore senza troppe pretese di coerenza interna. Certo, lei può aver preparato comunque il caffè per nostalgia, abitudine, eccetera, ma stessa cosa i vestiti? Non so, un po' troppo, o sono io che non riesco a convincermi.
Devo rifletterci. La situazione è buona, lo svolgimento mi pare un po' troppo diretto verso una costruzione del racconto per sviare il lettore, più che per fornire elementi di arricchimento alla trama, ma è come dicevo una sensazione.
A presto e buona gara!
6) Privilegiati
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Ciao Stefano, piacere di rileggerti.
Hai certamente scelto una declinazione del tema abbastanza classica, e facendo riferimento a un episodio molto noto nell'immaginario comune.. forse troppo noto, infatti a metà racconto avevo indovinato tutto e questo ha depotenziato se non annullato la rivelazione finale. In compenso, la prima parte è stata molto spassosa, questo botta e risposta tra due amanti in cui lei fa la parte della tipa con pensieri e motivazioni incomprensibili, un po' mi ha ricordato la canzone "Cara ti amo, mi sento confusa", tanto che avrei preferito se avessi calcato un po' di più questa ironia anche nella seconda parte.
Insomma, per me un racconto riuscito a metà, complice il fatto di un po' troppa semina che mi ha svelato il twist troppo presto. Per me è molto difficile un twist di questo tipo, in cui il soggetto è impiantato così bene nell'immaginario comune, comunque sei stato coraggioso :)
Buona fortuna e alla prossima!
7) Alec
► Mostra testo
Ciao Giovanni, piacere di leggerti.
Alooooora.. :) di questa storia ho apprezzato la declinazione del tema, la situazione "spaziale" e la conclusione macabra.. un po' meno alcuni dettagli (direi che nello spazio un cadavere non rimane ibernato, ma verrebbe ridotto un po' male perché l'acqua nel vuoto bolle e il corpo si gonfierebbe come un pallone, inoltre la radiazione cosmica lo vaporizzerebbe lentamente).
Lato stile andrei a rivedere la narrazione per renderla più scorrevole: ci sono parecchi incisi e molto "narrato": per i miei gusti un po' troppo "narrato". Attenzione anche a delineare il conflitto sin dalle prime righe: Alec parte con una capsula (situazione certamente pericolosa), ma è indifferente. Se è indifferente e non sente il pericolo, e il narratore non fa percepire il pericolo da nessuna parte, perché il lettore dovrebbe pensare che ci sia qualcosa di conflittuale in arrivo?
Insomma, per me un nì.
Alla prossima e buona fortuna per la gara!
8) Quattro Amici
► Mostra testo
Ciao Andrea, benvenuto nell'Arena!
Allora.. in tutta sincerità, il tuo pezzo non mi ha convinto.
Sebbene ci sia dell'ironia che ho apprezzato, ancora dopo qualche rilettura non sono riuscito a comprendere tutti i dettagli e la declinazione del tema. Cos'è il fungo? In che epoca siamo, se gli operai hanno stivali magnetici? Cosa dovrei capire dalla conclusione?
Lato stile, chiaro il tuo tentativo di riprodurre una parlata colloquiale, ma per i miei gusti c'è molto margine di semplificazione per rendere il testo più immediato.
Qualche esempio.
La primissima frase:
I campioni di questo sport sono il quartetto di vecchi che ogni benedetto pomeriggio mette le radici sotto al tavolino di fianco alla vetrina del bar di fronte alla chiesa.
Lunghissima, nemmeno una virgola, e magari con qualche dettaglio che l'appesantisce troppo, che ne dici di qualcosa così?
Se dovessimo indire un torneo a chi brontola di più, i quattro pensionati che ogni santo giorno vengono a mettere radici al mio bar vincerebbero su tutti.
Ci ho anche provato a far loro cambiare discorso. Ho acceso la televisione a tutto volume. Ho chiesto di smetterla. Gli ho portato il giornale perché trovassero qualche spunto differente. Niente. Dischi rotti.
Qui magari veniva meglio come elenco:
Ci ho anche provato a far loro cambiare discorso: ho acceso la televisione a tutto volume, ho chiesto di smetterla, gli ho portato il giornale perché trovassero qualche spunto differente. Niente... dischi rotti.
Annuì, nel tentativo di dimostrare quel minimo di compassione pretesa dal mio cliente. «Si sa chi fosse?»
Volevi di certo scrivere: "Annuii"
Insomma, per me un nì.
Tieni duro! A rileggerci la prossima volta!
Re: Gruppo MARITO: Lista racconti e classifiche
Inviato: martedì 29 novembre 2022, 18:05
da antico
Oltre a quella de L'INQUISITORE, dovete ancora ricevere altre cinque classifiche.
Re: Gruppo MARITO: Lista racconti e classifiche
Inviato: martedì 29 novembre 2022, 23:51
da Pretorian
Ecco graduatoria e commenti.
1) Santifica il mio spirito, di Polly Russell
Ciao, Polly e piacere di leggerti.
Dunque, devo dire che questo racconto mi sembra al di sotto delle tue capacità. Da un lato, la trama sembra incompleta, come se stessimo vedendo il frammento di un racconto più lungo. In particolare, si intuisce che Azrael possa non essere completamente umano, ma non si capisce se sia a sua volta un licantropo o no, mentre il ruolo di Miro è superfluo. In egual misura, ho percepito la tua urgenza di fornire quante più informazioni possibili per chiarire le relazioni tra i personaggi. Una scelta encomiabile, ma che si è tradotta in un tell abbondante, dove ogni azione è contornata da una spiegazione precisa delle emozioni dei personaggi. Insomma, non un cattivo lavoro, anzi mi da la curiosità di conoscere di più della storia, però di sicuro è al di sotto di quanto mi aspetto da qualcuno di valore come te.
Alla prossima
2)Finché amore non ci separi, di Isabella Valerio
Ciao, Isabella e piacere di leggerti. Allora, la tua scrittura è sicuramente avanzata e ho apprezzato il tentativo di esprimere un mostrato approfondito. Di tanto in tanto sei ricaduta nel narrato (come quando specifichi che la protagonista è invidiosa o quando sintetizzi lo stato di Mario in una frase che è troppo artefatta per poter essere un flusso di pensiero della donna). A livello di storia, penso che avrei insistito maggiormente sulla drammaticità della scelta che deve compiere, che viene liquidata in due frasi. Tutto quello che offri è una stretta di mano, un po' pochino per il dramma di una eutanasia. Sono, invece, dubbioso sul rispetto del tema: i soldi dati all'infermiera per l'acquisto del vino mi sembrano abbastanza poco e sono ininfluenti per la trama. Inoltre, non penso si possano considerare "corruzione", dato che è evidente che l'infermiera lo fa più perché vuole bene alla protagonista che per i soldi.
Alla prossima!
3)L’ultima offerta, di Mario Mazzafoglie
Ciao, Mario e piacere di leggerti.
Purtroppo, devo dire che trovo questo racconto molto al di sotto delle capacità che hai dimostrato nelle scorse edizioni. A livello di stile, si vede che stai cercando di puntare su una narrativa immersiva, ma il narratore è ancora troppo presente, anzi qui diventa decisamente invadente. Anche volendo escludere l'iniziale "Il ventilatore girava sul soffitto senza grande convinzione", il racconto è pieno di interventi palesi dell'autore che non hai nemmeno provato a mascherare da pensieri del narratore/protagonista. E dato che la gran parte di questi sono descrizioni, direi di passare al secondo problema, ossia al protagonista. Allora, capisco che l'idea fosse quella di rendere un personaggio macchiettistico, lo stereotipo del perdigiorno con il RDC, ma qui davvero si va oltre: grasso, con la forfora, brutto, pigro, che si scopa qualunque cosa si muove... non è un protagonista, è un meme! Seriamente, mi aspettavo che da un momento all'altro esclamasse qualcosa del tipo "Oh, pe' San Gennar e Santo Maradona!", oppure che indossasse una sciarpa del Napol, in modo da trasformarsi definitivamente nello stereotipo del terrone scroccone che si vede su Facebook. Ma se carichi un personaggio caricaturale di troppi elementi dispregiativi non lo rendi più divertenti, lo rendi solo assurdo. In egual misura, il navigator ha una descrizione che lo rende più simile al Ragionier Filini che a un integerrimo servitore dello Stato.
Da ultimo la trama: dopo un'introduzione lenta, abbiamo l'arrivo del navigator, uno scambio di battute e poi... fine! Davverp, il finale non risolve la vicenda e sembra così arbitrario che se tu avessi deciso di terminare il racconto un paio di righe prima non si sarebbe notata la differenza.
Peccato, Mario, ma consolati: a mio giudizio il racconto umoristico è forse uno dei più difficili da tentare e posso dirti di averne fallati un bel po' le prime volte, quindi sono sicuro che il prossimo andrà meglio.
Alla prossima!
4)Privilegiati, di Stefano Tanci
Ciao, Kruaxi e piacere di leggerti,
Questo racconto soffre di due problematiche. Il primo è uno stile ancora molto grezzo, che si affida ancora ad un narrato molto pesante per far arrivare le cose al lettore. Avverbi, espressioni, descrizioni di stati d'anomo: tutto contribuisce a creare una separazione tra lettore e testo, rendendo chiaro che si tratta di una storia. Per dire quel "il giovane rea inqueto, addirittura agitato" funziona solo se messo in bocca a un narratore che deve raccontare una vicenda, non a una vicenda che si racconta da sè. Dall'altra parte, abbiamo i due protagonisti che si muovono in uno spazio vuoto. O per meglio dire, per arrivare al colpo di scena finale, hai forzatamente posto i due protagonisti in un vuoto assoluto: nessuna descrizione del loro aspetto, di che li circonda o del loro contesto. Persino i loro dialoghi sono vaghi e generici, senza un'oncia di informazione. Posso capire la necessità di mantenerti per il finale, ma questa scelta è stata eccessiva e rende tuttio ciò che arriva prima della fine solo un accessorio sul resto.
Alla prossima
5) Un’abitudine, di Daniele Villa
Ciao, Daniele e piacere di leggerti.
Il tuo racconto parte penalizzato da due grossi problemi. Il primo è lo stile: è confuso, pesante, con uno stile narrativo che sembra passare senza soluzione di continuità dalla "narrazione" a una sorta di terza persona esterna. Insomma, rileggi la storia e prova a chiederti: se è un padre che sta raccontando la vicenda al figlio, lo farebbe davvero in questo modo? Se, invece, è una storia in terza persona, sono da eliminare le parti in cui il narratore si rivolge direttamente al figlio immaginario. E questo senza volersi addentrare nel mostrato/narrato, aggettivi, avverbi, ecc, perché li siamo già a uno stadio più avanzato. Il secondo problema è la trama: la storia della combine di boxe che non va come dovrebbe è stravecchia: da Dylan Dog a Deardevil a Pulp Fiction è stata messa in scena praticamente in ogni modo possibile e immaginabile e qui aggiungi davvero poco per provare a crearti una strada nuova. Inoltre, se nella prima parte vai lento e ti soffermi su dettagli insignificanti, nella seconda porti tutto in modo molto succinto, senza dare al lettore la possibilità di familiarizzare davvero con il protagonista e suo padre. Il finale, con tutti i suoi limiti, è forse l'unica parte davvero interessante.
Peccato,
Alla prossima
6)Alec, di Giovanni Pratesi
Ciao, Giovanni e piacere di leggerti.
Purtroppo il racconto è molto grezzo sia a livello di stile che di storia. Per la storia, la vicenda è confusa: non si capisce bene quale sia il compito di Alec, perché gli altri insistano perché lui non vada (e, di contro, perché lui vada: da quel che so gli astronauti non possono partire in missione se non vengono giudicati idonei a livello psicologico), non si comprende bene cosa siano i detriti (il fatto che un astronauta non sappia cosa siano e si debba affidare all'analogia degli aghi sulla spiaggia è inverosimile) ne cosa lo colpisca tanto nell'astronauta morto. A livello di stile, siamo nel narrato più profondo, reso ancora più confuso e pesante da eccessive aggettivazioni, periodi confusi (la scena dello psicologo sembra un flashback, poi si rivela essere solo una memoria e addirittura aggiungi "non sapeva perché l'avesse in mente" che al lettore suona come un "quello che hai letto ora non serve a nulla") e da espressioni che non hanno un vero significato ("Guardava fuori dall'oblò, rassegnato, come se stesse viaggiando in tram" [?] "Saltò dalla capsula al portellone della stazione come se dovesse saltare un fosso in campagna." [??]).
L'elegia finale sull'incorruttibilità della carne esce fuori dal nulla e sembra totalmente scollegata con il resto della storia, quasi sia stata aggiunta solo per provare a rientrare nel tema.
Mi spiace, ma c'è molto ma migliorare.
Alla prossima!
7) A cosa pensi?, di Christian Floris
Ciao, Christian è piacere di leggerti.
Dunque, parto subito con il tema, che è la parte più semplice: mi spiace, ma non è rispettato. Nulla nella storia lascia intendere una forma di corruzione e la frase finale della protagonista sembra quasi più un'aggiunta fatta apposta per provare a rientrare nei canoni, ma non la ritengo sufficiente.
A livello di trama, penso siamo borderline: non abbiamo una vera e propria storia, ma una serie di azioni che Amelia compie prima di essere pronta per il funerale, però c'è comunque in filo narrativo che dovrebbe portare al crescendo del colpo di scena finale (purtroppo, abbastanza telefonato). Lo stile funziona abbastanza bene, forse ancora una prevalenza del narrato sul mostrato, ma la breve dimensione del racconto non ha aiutato.
All an prossima!!
8)Quattro amici al bar, di Andrea Crevola
Ciao, Andrea e piacere di leggerti.
Purtroppo, devo dire come questo racconto sia insufficiente sotto tutta la linea. A livello di tema, penso sia totalmente fuori. A livello di stile abbiamo un testo lento, gonfio di aggettivi e confuso. Vorrebbe essere una sorta di flusso di coscienza, un racconto del narratore al lettore, ma sembra procedere a casaccio e con parti che mi hanno lasciato più dubbi che altro ("Mi pareva una constatazione che lo avrebbe riportato a considerare quel tremendo spettacolo a cui aveva assistito come se si trattasse di un fatto ovvio, scontato, misurabile. È questo che noi baristi facciamo." l'ho letto quattro volte e ancora non trovo un senso).
A livello di trama... nulla. Non c'è una vera trama. Ci sono dei vecchi che giocano a carte e commentano un incidente. Un muratore entra, li sente e si arrabbia. Stop. Sembra uno stralcio preso a caso di un testo più lungo, e potrebbe finire o iniziare in qualsiasi altro punto senza che cambi nulla.
Mi spiace, ma davvero non ci siamo.
Alla prossima
Re: Gruppo MARITO: Lista racconti e classifiche
Inviato: mercoledì 30 novembre 2022, 21:58
da SarahSante
1 - Santifica il tuo spirito
2 – Finché amore non ci separi
3 – L’ultima offerta
4 – Alec
5 - A cosa pensi?
6 - Privilegiati
7 – Un’abitudine
8_ 4 amici al bar
Santifica il tuo spirito
Ciao Polly,
molto intenso il racconto, mi ha tenuto incollata fino alla fine per sapere come andava a finire. Scritto bene, ben strutturato, personaggi ben caratterizzati, il vescovo così nell’ombra e così certo di essere nel vero da manipolare Azrael arrivando a piegare la sua volontà e le sue stesse convinzioni etiche. Azrael, bisognoso di amore e di approvazione al punto di dubitare completamente di se stesso e Miro che non vorrebbe eseguire l’ordine del vescovo ma alla fine cede. Bello.
Finché amore non ci separi
Ciao Isabella,
bello, mi è piaciuto questo narrare di un amore che un infarto sposta su un altro piano facendolo diventare prigione sia per lui assistito dall’infermiera, che per lei che sta insieme a lui in condizioni diverse da quelle in cui l’ha sposato. È fluido e porta una riflessione profonda sullo scorrere del tempo e sul per sempre che magari non arriva ad esserlo veramente per sempre. La parte della Svizzera arriva poi come una stoccata improvvisa, ma ben assestata. Veramente una buona prova.
L’ultima offerta
Ciao Mario,
mi hai fatto veramente ridere in più passaggi e questo l’ho molto apprezzato. L’inizio del racconto l’ho trovato un po’ lento con frasi eccessivamente lunghe poi la narrazione ha preso un buon ritmo. Il finale, se volessi rivedere il racconto, lo puoi sicuramente strutturare meglio perché arriva un po’ risicato a fronte di una parte centrale sicuramente più ampia e strutturata, ma mi rendo conto che con il poco tempo a disposizione hai fatto quello che hai potuto. Buono comunque.
Alec
Ciao Giovanni,
l’inizio parte bene con la descrizione di quello che vede il protagonista. E l’intervento dello psicologo sembra aggiungere una backstory (perché lui non deve partire? Perché è troppo coinvolto?), che poi non viene raccontata e che mantiene il lettore sospeso in attesa di una spiegazione che non arriva. Comunque lui arriva, la capsula si aggancia, forse arriverà la spiegazione tanto attesa, ma semplicemente lui vede un ragazzo morto, ben conservato (e anche io mi sono chiesta se funzioni così nello spazio) e parte una dissertazione sul tema della morte e la corruzione del corpo sulla terra che sembra un po’ posticcio. Mi sarei aspettata che trovasse il cadavere di qualcuno a lui caro che avrebbe spiegato le parole dello psicologo. Per il resto l’ho trovato scritto bene, solo con alcuni passaggi un po’ farraginosi.
A cosa pensi
Ciao Christian,
ho intuito fin dalla seconda frase che il marito era morto e mi sono chiesta se fosse nella vasca da bagno in decomposizione visto che lei visto che il tema dei racconti era la corruzione e quindi sarebbe stata una buona declinazione quella della corruzione del corpo. Il fatto che lei si stesse semplicemente preparando per la messa del trigesimo mi ha un po’ deluso. Per il resto, niente da dire sulla scrittura, il testo scorre, è scritto bene, e alcuni particolari li ho trovati molto azzeccati, come il caffè, lei che si liscia i capelli o lui che la riempie di complimenti e baci.
Privilegiati
Ciao Stefano,
mi è piaciuta soprattutto la parte iniziale in cui si parlava di un amore impari e di una donna che voleva e vedeva altro rispetto all’uomo. Mi ha ricordato la canzone di De André la ballata dell’amore cieco e pensavo andasse a parare in qualcosa di simile anche se declinato diversamente. A metà della lettura ho capito che si stava parlando di Adamo ed Eva e sono rimasta un po’ delusa anche se mi è piaciuta la parte finale in cui tratti il tema della responsabilità e del fare le cose da soli e non come riflesso della grandezza di un altro.
Un’abitudine
Ciao Daniele,
ho trovato il racconto confuso soprattutto nelle parti inziali, più sciolto nel finale. Ho dovuto rileggere un paio di volte per capire chi era sul ring, non capivo se il padre o il figlio e chi era Christian Cyborg o certi passaggi tra presente e passato, tra il figlio bambino e il padre che dice le cose e poi il figlio che le dice al padre. Anche il passaggio sul figlio che torna tardi e il padre che ha lo stesso sguardo che si trova ad avere sul ring mi ha confuso, perché non ne ho capito il senso. Era arrabbiato? Era deciso? La fine mi è piaciuta, sarà anche scontata ma comunque evocativa e commovente
Quattro amici al bar
Ciao Andrea,
ho trovato il tuo racconto un po’ confuso. Si sofferma tanto su questi quattro vecchietti al bar che infastidiscono il barista che li osserva e che vorrebbe farli smettere perché gli mandano via i clienti, ma è un qualcosa che gira a vuoto finché non arriva il muratore, Saverio, che ha assistito all’incidente. Lì si sente una svolta che non viene approfondita quanto potrebbe. Ho pensato che avresti virato su di lui che vede il cadavere a terra e quindi sulla corruzione del corpo, ma questa parte non c’è e rimane quindi vago l’accenno al tema.
Re: Gruppo MARITO: Lista racconti e classifiche
Inviato: giovedì 1 dicembre 2022, 0:21
da jimjams
Ecco la mia classifica
1. Santifica il mio spirito, di Polly Russell
Buonasera Polly, ci si incrocia spesso, ma è un bene vedo. Passiamo al racconto. Ma che bello, che bello, che bello! Davvero una buona idea di base e un'ottima resa tecnica. Mi affascina questa situazione, che si trova così spesso nella realtà. Ci vuole infatti poco per trasformare una vittima in aguzzino, un orfano rapito in uccisore del proprio popolo (mi viene in mente che forse molti bambini ucraini saranno allevati in qualche luogo sperduto della russia con quest'ottica, chissà). Insomma un richiamo potente a tantissime situazioni della realtà. Bello.
2. L’ultima offerta, di Mario Mazzafoglie
Ciao, Mario. Il racconto è scritto in maniera impeccabile. L'ironia lo pervade e il tutto mi ricorda tanto cose come "Avventure in città" o simili. Il che, per chi non conoscesse la citazione, è un bene. Tema ovviamente centrato, in maniera divertente. E storia quanto mai attuale. Molto gustosi i particolari, credo che ogni lettore si sia fatto rapidamente un'immagine chiarissima del nostro protagonista, dei luoghi, degli altri personaggi. Se posso indicare un difetto, almeno per me, è la chiosa. Mi lascia un sottile senso di incompletezza. Non so, magari sono io, ma alla vista della Cinzia l'occhialuto navigator non può che soccombere. O no? ;-)
3. A cosa pensi?, di Christian Floris
Ciao, Christian. Un racconto dolce amaro che mi è piaciuto sia emotivamente che per la narrativa delicata. Mi aspettavo qualcosa del genere, è abbastanza evidente fin dalle prime battute dove saremmo andati a parare, ma non è necessariamente un male. Non capisco perché utilizzare un anniversario, il trigemino, quando avresti potuto tranquillamente agganciarti al funerale stesso. Credo sarebbe stato più interessante sul piano emotivo. Avevi in fondo ancora parecchio spazio per giocarci. Tema tristemente centrato.
4. Privilegiati, di Stefano Tanciù
Ciao, Stefano. Il racconto centra il tema con un'idea che ho intuito rapidamente ma che è interessante per il legame particolare con il tema. Buona la scrittura, per quanto mi riguarda. L'insieme funziona abbastanza bene, specialmente all'inizio e rende rapida e fluida la lettura. Poi, almeno nel mio caso, arriva l'identificazione dei personaggi e si arriva al finale un po' per inerzia. Non male nell'insieme.
5. Finché amore non ci separi, di Isabella Valerio
Ciao, Isabella. Anche il tuo racconto mi metterà in forte imbarazzo una volta arrivato il momento di mettere in ordine una classifica. Nel tuo caso la storia mi colpisce a livello personale, e dunque ci sto dentro emotivamente. Dal punto di vista tecnico invece ci sono molte cose che potevano essere migliorate. Alcune frasi sono un po' troppo complicate e lunghe. Ricorda che, in special modo quando stai affrontando un racconto che punta sul coinvolgimento emotivo del lettore, più brevi sono le frasi, più incalzante la storia, più il lettore sarà coinvolto. Non deve essere distratto dal tentativo di capire cosa stai dicendo. Inoltre avevi ancora molti caratteri da utilizzare e quindi alcuni passi un po' raccontati potevi forse gestirli meglio. Nell'insieme un buon racconto.
6. Un’abitudine, di Daniele Villa
Ciao, Daniele. Di questo racconto mi piace parecchio la storia, la trama diciamo. Quello che difetta un pochino è la fluidità della scrittura. Niente che non si possa risolvere con un minimo di revisione direi. I più pignoli diranno che è un po' troppo raccontato, e forse è così, ma credo sia una necessità in questo caso. Avrò qualche imbarazzo nel piazzarti in classifica, perché per certi versi mi piace molto e per altri aspetti c'è un po' da lavorare. In ogni caso la storia c'è, e per me questo conta molto.
7. Alec, di Giovanni Pratesi
Ciao, Giovanni. Una declinazione della corruzione decisamente materiale la tua. Credo tu sia partito proprio dall'idea della corruzione delle carni e dalla sua assenza in mancanza di aria (sarà vero? Fino a che punto? Non sono esperto) per delineare la storia. E diciamo che l'obiettivo di centrare il tema con questa sua particolare interpretazione è centrato. Resta tuttavia una storia che potevi caricare di maggiore coinvolgimento emotivo, giustificando anche l'introduzione, per esempio uno dei morti poteva essere un parente stretto etc. Qualcosa da migliorare anche sulla tecnica di scrittura, ma per quanto mi riguarda questa è la parte più facile da imparare (e magari poi da ignorare). Hai margini di miglioramento, continua che scrivere è un percorso.
8. Quattro amici al bar, di Andrea Crevola
Ciao, Andrea. Il tuo racconto mi ha sollevato qualche perplessità. Nella parte iniziale hai scelto uno stile fatto di frasi molto lunghe, con qualche stranezza, forse volendo ricordare qualche modalità regionale che tuttavia mi sfugge. In ogni caso è un po' pesante. Poi, da dove iniziano i dialoghi, la cosa migliora nettamente e il tutto scorre molto meglio. Il registro tra l'ironico e il critico non mi dispiace. Il tema è molto sullo sfondo, possiamo intuire che il fungo non sia certo stato costruito senza ungere ingranaggi a destra e a manca. Anche qui mi ricorda un po' l'amato "Avventure in città".
Re: Gruppo MARITO: Lista racconti e classifiche
Inviato: giovedì 1 dicembre 2022, 14:33
da Andrea76
CLASSIFICA E COMMENTI:
1. A COSA PENSI? Di Stefano Floris
Mia madre è venuta a mancare qualche giorno fa, e mio padre nel discorso che ha fatto in chiesa ha parlato proprio di una foto che ritraeva la giovinezza d’entrambi. Con questo racconto hai toccato le corde del mio animo, e non poteva essere altrimenti. In ogni caso trovo anche che sia ottimamente scritto.
2. L’ULTIMA OFFERTA, di Mario Mazzafoglie
Gran pezzo. Sarà che Ivan è un personaggio che rientra proprio nelle mie corde, sarà che l'habitat che descrivi ricorda contesti bukowskiani a me cari. Non ci ho trovato nemmeno un senso di incompiuto nel tuo racconto, perché la parabola del personaggio va a cadere lì dove non poteva evitare di farlo: la corruzione di un funzionario pubblico con un'offerta tutt'altro che allettante, un atto che combacia precisamente con la psicologia del personaggio da te tratteggiato.
3. FINCHÈ AMORE NON CI SEPARI, di Isabella Valerio
Il personaggio di Gianna è avulso da ogni retorica. È un personaggio privo di emozioni (ad eccezione dell’infelicità che lo pervade) e va premiato per il tuo coraggio di averlo messo in scena. E svuotato dalla retorica è anche l’intento di Gianna di porre fine alle sofferenze di Mario, perché alimentato non tanto dall’amore quanto dalla volontà di liberarsi di un peso. Un racconto molto realistico, il tuo.
4. PRIVILEGIATI, di Stefano Tanci
L’ironia alla “Boris” avrebbe funzionato meglio se la storia fosse stata subito contestualizzata. Così però ti saresti bruciato il plot-twist che almeno con me ha funzionato. La cosa più riuscita del racconto è che sembra un normale dialogo uomo-donna in cui emergono le banali divergenze dei rispettivi modi di pensare, e invece poi si scopre che è del Primo Uomo e della Prima Donna che si parla, il che rende il tutto piuttosto universale.
5. SANTIFICA IL MIO SPIRITO, di Polly Russell
Un testo che fa il suo perchè scritto da una penna solida. Come già ti è stato detto, la cieca devozione di Azrael per il vescovo è la parte più interessante del racconto. Poi c'è quella che, per quanto mi riguarda, è una criticità: il fatto che il testo sia solo la parte di un tutto rappresenta un minus. Le informazioni che ci fornisci sono tante e non tutto risulta chiaro. Perché Azrael esita nell’uccidere gli abomini? Forse non sono così cattivi? Mi manca troppo di loro (in primis la messa in scena) per riuscire a empatizzare con il conflitto interiore del protagonista.
6. QUATTRO AMICI, di Andrea Crevola
Mi è piaciuto il tono (mai retorico) che hai dato al racconto, quantomeno mi ha portato a leggerlo fino alla fine senza il minimo sforzo. Le criticità a mio avviso si concentrano tutte sulla questione “tema” che a mio avviso hai appena sfiorato. Immagino che il fungo ne rappresentasse l’elemento catalizzatore, ma concordo con chi ti ha detto che c’è una mancanza di equilibrio nel testo che ti ha fatto concentrare su dettagli interessanti (i quattro anziani al bar, ad esempio) ma poco funzionali a far sì che la tua storia aderisse con l’argomento del contest.
7. UN’ABITUDINE, di Daniele Villa
Uno stile troppo contaminato (show don’tell, tell, pensiero diretto, pensiero indiretto, ecc.) penalizza la storia che seppur inflazionata era costruita bene. In realtà la scena dell’incontro è godibile e ha anche il suo pathos culminato nell’abbandono degli spalti da parte di Don Lucio. Il finale, però, che si esaurisce in una sorta di riassunto dei fatti susseguenti a quell’incontro, risulta freddo e impersonale azzerando, a mio avviso, ogni coinvolgimento emotivo da parte del lettore.
8. ALEC
Concordo con quanto ti hanno detto riguardo all’eccessiva presenza dell’autore nel testo. Lo stile, molto narrato e poco immersivo, penalizza la declinazione del tema la cui premessa era potenzialmente interessante. Mi è mancato il patos, un po’ anche perché non sei riuscito, a mio avviso, a delineare un vero e proprio conflitto (Alec appare indifferente rispetto al pericolo che sta per correre). Spero di leggere qualcos’altro di tuo in futuro.
Re: Gruppo MARITO: Lista racconti e classifiche
Inviato: giovedì 1 dicembre 2022, 18:42
da antico
Oltre a quella de L'INQUISITORE, dovete ancora ricevere una sola classifica.
Re: Gruppo MARITO: Lista racconti e classifiche
Inviato: giovedì 1 dicembre 2022, 22:17
da DamianoMeloni
Classifica
1. Privilegiati
2. Santifica il mio spirito
3. L’ultima offerta
4. A cosa pensi
5. Finché amore non ci separi
6. Un’abitudine
7. Alec
8. Quattro amici al bar
Privilegiati
Ciao!
Ottimo il conflitto inziale tra i due personaggi. Carina anche l’idea della rielaborazione del peccato originale.
Un paio di piccole note a mio avviso. La prima è occhio ai termini, come già qualcuno ha fatto notare, è difficile che i protagonisti siano a conoscenza di alcuni concetti (per esempio pedigree) e inserirli è un errore a mio avviso.
Secondo, ma è più un consiglio che altro, alla fine è chiaro che sia Eva la donna, forse sarebbe meglio chiamarla direttamente per nome in “Lei, Eva,…” oppure dar per scontato che il lettore l’abbia capito e mantenere solo il “Lei”.
Nel complesso l’ho trovato molto carino.
Santifica il mio spirito
Ciao Polly! Ti faccio i miei complimenti per questo racconto, mi è piaciuto leggerlo e mi sono veramente divertito. Bei personaggi e ottimo il conflitto/amore, ottima anche l’idea di fondo. Complimenti!
Detto questo, mi ha fatto un po’ storcere il naso il fatto che più che un racconto con un inizio ed una fine mi sembra un breve capitolo di un romanzo o, comunque, di una storia più complessa. Si intravede un mondo complesso sullo sfondo, ricco di elementi e spunti interessanti. Purtroppo, secondo me, l’inserimento di tutti questi elementi in 5000 caratteri sono un po’ dispersivi e mi hanno fatto sorgere molte domande che mi hanno distratto dalla lettura.
Nel complesso l’ho trovata un’ottima prova, ancora complimenti.
Spero di veder ampliata la storia in futuro.
L’ultima offerta
Ciao Mario, piacere di leggerti.
Il racconto è molto originale e mi è piaciuto per questo e mi è piaciuto lo sforzo che hai fatto per dare un taglio ironico alla vicenda. Quello che mi ha fatto storcere il naso è stata l’estrema caricatura dei due personaggi: un super-perdigiorno abbastanza squallido e un burocrate inflessibile. Forse un po’ meno sarebbe stato meglio a mio avviso, ma niente di grave.
Ultima nota, ho avvertito un senso di urgenza nel concludere il racconto, probabilmente dovuto dal limite dei caratteri. Forse sarebbe stato meglio snellire la parte inziale, che risulta più lenta, a favore di un finale più elaborato.
A cosa pensi
Ciao Christian. Un lavoro veramente ben fatto, a mio avviso. La lettura è stata scorrevole e mi ha preso abbastanza. Mi piace il modo con cui la protagonista svolge la sua routine mattiniera meccanicamente, come se tutto fosse normale. Bello e toccante il finale. Unica nota un po’ negativa è che il tema della corruzione è leggermente accennato.
Spero di rileggerti presto!
Finché amore non ci separi
Ciao Isabella, piacere di leggerti.
Ho trovato molto bella la tua rielaborazione del tema della corruzione ed il fatto di aver presentato due personaggi che si schierano nella zona grigia della moralità.
Dal lato della scrittura, a mio avviso alcune frasi sono molto articolate e il significato l’ho dovuto ricercare con una seconda lettura. Ti consiglierei di eliminare qualche “che”.
Detto questo ho trovato veramente piacere nel leggerti. A presto.
Un’abitudine
Ciao Daniele, piacere di conoscerti. Il tema è centrato alla perfezione. Sinceramente non mi dispiace se il racconto tratta in maniera originale o meno il tema assegnato. Bella la morale del racconto.
Il problema principale che ho riscontrato è nello stile di scrittura: all’inizio sembra una storia in terza persona, poi si passa ad un padre che racconta al figlio (più o meno da “Christian “Cyborg” Giudici diventò una furia. Avresti dovuto vederlo, che classe. ”). Devo dire che mi ha fatto un po’ storcere il naso, perché ho dovuto rileggere quel passaggio un paio di volte prima di proseguire. La parte finale è un riassunto veloce di quello che è successo. Un elenco di fatti che fanno estraniare il lettore dalla vicenda. Un consiglio: cerca di evitare i cliché banali del boss con sigaro, gorilla.
Detto questo, spero di leggerti ancora.
Alec
Ciao Giovanni, piacere di leggerti.
Mi piace l’idea originale di ambientare il racconto nello spazio. Purtroppo, non mi piace molto lo stile narrativo puro. Il racconto, secondo me, manca sia di pathos che di empatia, non provo nulla per il protagonista e sinceramente non ho capito perché sia dovuto andare nello spazio (una missione di recupero cadaveri?). Sistemando questi punti, dando uno scopo al protagonista e facendogli affrontare qualche ostacolo (magari usando i detriti?) si potrebbe ricavare un ottimo racconto, vista la bella idea iniziale.
Quattro amici al bar
Ciao Andrea, piacere di leggerti.
Purtroppo, come già detto dagli altri, il racconto l’ho trovato al limite del fuori-tema, forse qualcosa legato alla relazione tra corruzione negli appalti pubblici e le morti bianche, ma vado a immaginazione. Per quanto riguarda lo stile, non ho niente da dirti, anzi mi è piaciuto che hai cercato di creare un contatto tra barista e lettore.
Re: Gruppo MARITO: Lista racconti e classifiche
Inviato: giovedì 1 dicembre 2022, 23:00
da antico
Dovete solo più ricevere la classifica de L'INQUISITORE.
Re: Gruppo MARITO: Lista racconti e classifiche
Inviato: lunedì 5 dicembre 2022, 12:15
da L'inquisitore
Non è stato facile stilare la classifica questa volta. La spiego brevemente per giustificare certe scelte sui miei parimerito.
Mario batte Isabella per una maggiore aderenza al tema.
Stessa cosa per Polly e Christian che hanno fatto un buon lavoro, anche se meno buono dei primi due. Qui Polly batte Chrisitan sull'aderenza al tema.
Gli ultimi quattro posti li ho stabiliti concentrandomi sulla qualità dei racconti, posto che tutti sono inferiori a quelli precedenti, il pezzo di Stefano ha più struttura e colpo di scena finale onesto, mentre lo stile di Andrea risulta migliore di quello di Daniele e Giovanni che metto ultimo per l'inconsistenza del racconto che avrebbe sicuramente guadagnato diverse posizioni se avesse sfruttato la semina per il coinvolgimento emotivo.
CLASSIFICA1. L’ultima offerta
2. Finché amore non ci separi
3. Santifica il mio spirito
4. A cosa pensi
5. Privilegiati
6. Quattro amici al bar
7. Un’abitudine
8. Alec
COMMENTIL’ultima offerta► Mostra testo
Ciao Mario! Un altro racconto privo di inversione, di cambiamento, forte però di uno stile evocativo e ironico che si fa leggere con piacere. Il tema è senz’altro presente. Piuttosto che cercare declinazioni originali, hai puntato a costruire un racconto piacevole su una declinazione più comune. Mi sembra una scelta vincente se consideriamo che il come sia spesso più importante del cosa.
Caratterizzare ben tre personaggi in modo così interessante e convincente in così pochi caratteri non è facile e dimostra ancora una volta la tua competenza.
Sul piano «trama», come dicevo, manca un finale che porti il pollice verso lo zenit, ma penso che questi aspetti siano spesso lontani dalla questione «competenza» e più vicini al fattore C.
Quindi pollice quasi sollevato anche per te.
Finché amore non ci separi► Mostra testo
Ciao Isabella! Per quanto non ami la terza presente devo dire che è ottimamente gestita. L’incipit del racconto è perfetto: mostra la situazione, il personaggio e suggerisce l’elemento di stranezza che incarna la promessa narrativa aggiungendo elementi personali con quel «Forse di più». Ottimo lavoro.
In pochissimi caratteri descrivi una scena chiara, vivida e credibile. Direi che tecnicamente non puoi chiedere di più. Non c’è un movimento emotivo, ma una staticità credibile con cui è possibile empatizzare e su cui è possibile riflettere.
Peccato per la scelta della terza presente che ti costringe a queste cose: «Allora Gianna aveva sperato di vivere con Mario il più a lungo possibile. Come mi sbagliavo, pensa adesso.»
Qui, invece che portare il lettore dentro Gianna come non avresti avuto alcun problema a fare, lo tieni fuori con quel «pensa adesso». Mi permetto di fare questa considerazione solo perché credo che rimanere esterni in questa situazione non porti un vero vantaggio alla fruizione del racconto.
Anche il tema non mi sembra proprio preso in pieno, come ti ha fatto notare Agostino.
Se ci fosse stato un guizzo finale, meno staticità emotiva, un’inversione di valore di quelle che hanno da dire qualcosa al lettore, e il tema più presente ti avrei dato un pollice su. Quindi pollice quasi su, per un pelo.
Santifica il mio spirito► Mostra testo
Ciao Polly! Racconto più confuso del solito. Se è vero che in parte si può intuire una possibile interpretazione, è anche vero che questa non riceve alcuna conferma, quindi il lettore anche finito il pezzo non sa bene se c’ha preso o meno e non sa come interpretare il tutto. Lo stesso sulla natura di Azrael. Mi sembra mancare un cambiamento di qualche tipo (l’inversione di valore di cui parla McKee) o un gancio emotivo col lettore. Abbiamo un protagonista che serve il male ma non è così cattivo, ma il fatto che abbia sgarrato non ha un significato personale per lui, magari morale, ma si ferma lì.
Per il resto la scena funziona, anzi, funzionerebbe come scena di un racconto più lungo, ma non l’avrei scelta per un MC. In fondo non è troppo originale: lo scagnozzo che viene punito per non aver fatto il suo dovere in stile «Sì, Oscuro Signore» l’abbiamo visto spesso, no?
Insomma, racconto che lascia un po’ indifferenti questa volta. Forse sarebbe stato più interessante vedere l’evento che viene preso a pretesto per questa scena.
L’aderenza al tema è la corruzione dello spirito che viene presa a motivazione del ricatto del vescovo. Poteva essere un pelo più centrale, ma direi che c’è.
Pollice tendente al positivo per questo tuo racconto.
A cosa pensi► Mostra testo
Ciao Christian! Sono d’accordo con chi ti ha fatto notare che il tema non è presente se non di striscio e un po’ forzatamente. Tu stesso ammetti di esserti preso un rischio cercando di allontanarti dalla declinazione più immediata. Encomiabile, ma direi che l’esperimento non sia riuscito, come ti hanno fatto notare in molti.
La prosa è buona e hai fatto un ottimo uso di alcune immagini evocative e ben infilate tra il presente narrativo e i ricordi di Amelia. Purtroppo il fatto che Carlo sia in realtà morto e che la routine di Amelia sia, come hai sottolineato, il tentativo di esorcizzare il dolore del lutto risulta subito piuttosto probabile, se non palese. Questo impoverisce il racconto di promessa narrativa, di curiosità, e si procede nella lettura senza ottenere granché. Mi rendo conto però che sia molto difficile in un contesto come MC riuscire a costruire un pezzo che tenga vivo l’interesse del lettore per qualche risvolto ancora da scoprire e che poi soddisfi questa curiosità. Non ho letto un solo racconto di questo gruppo che ci sia davvero riuscito. In questo tuo pezzo è come se tutto quello che avevi da dire si esaurisca col primo paragrafo. Forse per questo Sarah si è dichiarata delusa dalla scelta che hai fatto, non perché ti suggerisse che ogni racconto debba essere truce, ma suggerendo una sorpresa che, se pur più banale e inflazionata, avrebbe aggiunto qualcosa alla fine del racconto. Inoltre il tema sarebbe stato sicuramente preso. Ho apprezzato che tu non abbia usato più caratteri del necessario, denota sempre una buona consapevolezza autoriale.
Pollice tendente al positivo, ma sotto ad altri per la mancanza del tema.
Privilegiati► Mostra testo
Ciao Stefano! I problemi principali del tuo racconto, dal mio punto di vista, sono quattro:
1 - Troppo lungo.
Situazione e messaggio sarebbero stati più incisivi con la metà dei caratteri. Così allunghi il brodo senza un vero motivo e non aggiungi nulla alla sorpresa finale o alle motivazioni di Eva.
2 - Qualche incongruenza come ti ha fatto notare Gabriele che però non sono abbastanza sopra le righe da risultare comiche e assurde. Anche perché penso che funzionerebbero solo dopo la rivelazione e qui il suggerimento di Sara e di Andrea di svelare subito le carte ti aiuterebbe con l’ironia.
3 - Il fatto che basi il racconto su una trasposizione popolare di quello che citi.
Spesso per i racconti di MC manca il tempo per documentarsi e questo porta a questo problema specifico: scrivere di ciò che si conosce poco.
Adamo ed Eva nella Genesi vengono, de facto, minacciati da Dio che dopo la disobbedienza li scaccia dicendo «Ora sono diventati come noi riguardo la conoscenza del Bene e del Male, che non abbiano anche a mangiare dell’albero della Vita e vivano per sempre». Gli alberi in Eden sono due e i nostri hanno mangiato di quello della conoscenza del Bene e del Male. E pensa che Dio mette a guardia dei cancelli un cherubino armato tipo Mazinga (non scherzo). Quindi i nostri non desiderano la morte, ma bramano la conoscenza.
O anche il fatto che citi una mela, quando in realtà il testo non parli di che tipo di frutto cresca sull’albero, ma la tradizione la veda come mela dal fraintendimento del latino «Malum» che è sia male che mela.
Non che cambi moltissimo, ma abbastanza per farmi capire da dove trae ispirazione il tuo racconto e rompere la sospensione d’incredulità.
4 - Come ti ha fatto notare Agostino, il testo è povero di elementi che aiutino il lettore a orientarsi. Troppo generico e privo di contesto, il lettore non si fa coinvolgere né dalle motivazioni dei personaggi né dal desiderio di comprendere. Aspetta e basta e questo lo porta facilmente alla noia.
A livello tecnico non è male, ma potresti prestare ancora maggiore cura a certi aspetti. Per esempio:
«il giovane era inquieto, addirittura agitato.» Chi lo dice? Perché qui c’è un’intenzione di esprimere, seguita da quella di spiegarsi meglio. Ci mostra un narratore onnisciente insicuro. Poco convincente.
O ancora:
«Lei si alzò lentamente e fece qualche passo. Teneva le braccia dietro la schiena, le mani intrecciate.
Camminava allargando molto il passo, quasi saltellando, via via sempre di più.
Ogni tanto girava la testa verso di lui, sorridendo.»
Tutto questo passaggio risulta un po’ troppo lungo per descrivere gesti poco chiari e comunicativi. Il finale con «ogni tanto girava la testa» suggerisce che passi molto tempo a saltellare in silenzio, il che rende la scena un po’ bizzarra.
L’idea non è male: l’origine della corruzione dello spirito e del corpo secondo la tradizione. Se fosse stato un pelo più corto avresti sollevato più in alto questo pollice ni.
Quattro amici al bar► Mostra testo
Ciao Andrea, benvenuto! In qualità di inquisitore eccomi a tirare le somme sul tuo racconto.
Come ti hanno fatto notare, l’espediente dei quattro nonnetti brontoloni si prende troppo spazio e il racconto non fa che denunciare una situazione lavorativa che, per quanto proiettata nel futuro, conosciamo già molto bene, purtroppo. Il tema della corruzione fa da sfondo alla situazione, permessa proprio da coloro che hanno intascato a discapito degli operai, della sicurezza e di condizioni di lavoro migliori. C’è da dire che non l’hai palesato in modo molto chiaro, motivo per cui in tanti non hanno rilevato il tema nel testo. La cosa esce dalla frase «Gli unici che ci hanno guadagnato sono quelli che l’hanno costruito. E quelli che l’han fatto costruire. So come vanno queste cose», quindi è sicuramente presente.
Come nel racconto di Giovanni, anche tu prometti qualcosa che poi non arriva. Vediamo il fungo, veniamo a sapere della grave situazione dei morti sul lavoro e, nel finale, veniamo ancora a sapere della situazione dei morti sul lavoro. Manca una conclusione vera e propria.
Il registro misto che utilizzi, l’ambiguità del barista che ti è stata fatta notare e lo stile un po’ dimostra che non sei stato del tutto padrone del testo. Tutte cose che con l’esperienza farai tue.
Pollice ni anche per te, ma con buone speranze per i prossimi racconti.
Un’abitudine► Mostra testo
Ciao Daniele! Eccomi a commentare il tuo racconto, quindi ti do ufficialmente il benvenuto su MC.
Racconto che soffre di un po’ di confusione, sopratutto stilistica. Si fatica a inquadrare subito la scena. L’incipit è molto importante, sopratutto su un racconto così breve. Considera che con queste lunghezze è difficile che il lettore empatizzi davvero coi personaggi, che arrivi a conoscerli davvero. Quindi non puoi contare nemmeno troppo sulla memoria degli eventi che precedono il discernimento del contesto. Cioè, finché il lettore non inquadra tutto non memorizza niente, che significa che tutto il testo che viene prima della comprensione è buttato. E nel tuo pezzo è nebuloso sopratutto il soggetto in scena, il protagonista, la situazione nel dettaglio. Forse chiarire dall’inizio il tipo di racconto che stiamo per leggere avrebbe aiutato almeno nella comprensione.
Inoltre nota come alcuni, Damiano e Agostino, abbiano pensato a un pezzo scritto in terza persona all’inizio, e questo solo per quel «Lo aveva visto arrivare, era anche riuscito ad indietreggiare in modo da attutire l’impatto.» Io lo interpreto come un pensiero dell’io narrante, quindi una narrazione in prima che racconta quello che aveva notato, ma messo lì all’inizio risulta così ambiguo da aver tratto in inganno due lettori. Potremmo dire che loro non siano stati attenti, ma il lettore non deve stare attento, quindi è più utile dare ragione a loro.
Un’altra cosa che tiene lontano il lettore sono le citazioni di personaggi che può non conoscere. «Questa era una frase di MJ, il più grande di tutti.» Non dai riferimenti e, oltre ad essere inutile per me, questa frase mi fa sentire come se non fossi stato invitato alla festa.
La promessa narrativa è scarsa: leggiamo di un pugile che non si piega alla corruzione. Sappiamo già tutto quello che succederà e come andrà, non notiamo un particolare conflitto interiore alla scelta del pugile e sappiamo anche cosa pagherà per questo. Insomma, non vediamo un vero motivo per leggere il racconto.
La scena sembra quella di Pulp Fiction come ti hanno fatto notare. Capita che non vengano molte idee, ma di solito scartare la prima potrebbe essere la cosa migliore.
Anche il fatto che la natura del racconto cambi sul finale sembra un trucchetto poco leale nei confronti del lettore, come se stessi barando (capiscimi: non ti sto dando del baro, ma è uno di quei «trucchetti da quattro soldi» di cui parla Carver).
Rileggi la frase «La lettera postuma arrivata alla questura di stato ed il processo che ne scaturì fecero infine in modo che le righe di quel costoso vestito gessato non furono quelle che Luciano Galluccio detto “Don Lucio” indossò per il resto dei suoi giorni.» E immagina che sia un papà che la dice al figlio perché dia il meglio durante il torneo scolastico. Poco credibile, poco «onesto».
Inoltre, rileggi la frase ad alta voce: è illeggibile. Lunghissima, senza virgole, con tre periodi diversi accavallati e ben due coniugazioni verbali sbagliate. Quando ti trovi a formulare frasi così lunghe fermati e spezzale.
Insomma, l’idea è debole e la resa non è il massimo, ma l’intenzione si vede e anche una certa capacità evocativa. Direi un pollice ni per te a questo giro, ma sono certo che migliorerai rapidamente.
Alec► Mostra testo
Ciao Giovanni, ti commento per la prima volta, quindi benvenuto su MC anche da me.
Come ti hanno già fatto notare, il tuo racconto soffre del fatto che tu non abbia declinato la questione personale che suggerisci con un paio di frasi a inizio racconto. Un peccato, perché quello avrebbe aumentato notevolmente il valore del pezzo e avresti soddisfatto la promessa fatta al lettore. Promessa che, invece, così pare caduta nel testo per caso.
La parte interessante del racconto non è lo spazio o la morte di alcuni personaggi sconosciuti, ma cosa tutto questo significhi per il protagonista. Anche per questo le sue reazioni fredde non sembrano una scelta molto felice, visto che non vengono motivate nel racconto.
Anche la mancanza di un minimo di documentazione su cosa accade a un corpo nello spazio penalizza il tuo racconto, ma, come dicevo a Stefano, spesso il tempo per questo manca durante la prova classica di MC.
Sul piano stilistico ci sono alcune incertezze che mostrano una certa inesperienza. Parlo di cose come: «era entrato nella mesosfera, per la quinta volta in vita sua». Il numero cinque dovrebbe suggerire esperienza o inesperienza? E questo che significato ha per Alec? Inoltre aggiungere «in vita sua» è pleonastico. Anche nel periodo dopo reiteri questo evidenziare la quinta volta, che però rimane ancora senza significato.
Sono certo che leggerò tuoi racconti migliori in futuro.
Pollice ni che poteva essere senz’altro più alto se tu avessi sfruttato l’interessante semina fatta.