Chiarle Edition - Un lavoro come un altro
Inviato: domenica 15 novembre 2015, 14:17
-Hei, guarda dove vai, stronza!
Luna cercava di evitare al meglio la folla nelle strade illuminate dai neon.
«CAZZO CODY! TI HO DETTO DI AGGIORNARMI OGNI DUE MINUTI!»
«NIENTE DI DIVERSO, TI STO MANDANDO I DATI SUL TUO TIMES SQUARE» la voce di Cody le arrivò chiara direttamente nel cervello. Luna aveva dato massima priorità al circuito di comunicazione. I suoni del mondo reale erano echi lontani filtrati dal software.
«NON HO TEMPO DI LEGGERE I TUOI FOTTUTI DATI, STO CERCANDO DI NON AMMAZZARE QUALCUNO MENTRE ARRIVO DA LEI»
-Levati di mezzo, idiota! - Luna schivò di misura un ubriaco che aveva deciso di vomitare proprio dietro la curva a pochi isolati dall'appartamento di Maria.
«DIMMI COME STA MIA SORELLA. CON LA TUA CAZZO DI VOCE!»
«E’ ANCORA DENTRO LA MATRICE. SEGNI VITALI COSTANTI. STO CERCANDO DI RICONNETERMI, MA L'ICE DEL SISTEMA CONTINUA AD ESCLUDERMI»
Luna correva da dieci minuti; da quando la moto si era spenta improvvisamente nell’istante in cui la sua chiave crittografica di proprietà era stata cancellata.
Maria cercava disperatamente di uscire dal sistema. Cody era stato sbattuto fuori nel momento in cui avevano tentato di forzare un blocco di dati cifrati. Lei non era stata così fortunata.
Si erano immersi nell'ICE di quella che doveva essere una piccola società di alimenti e invece da quel cubo dati erano usciti due CORVI SPAZZINI.
Maria si voltò per vedere come stavano lavorando le sue FATE D’OMBRA. Aveva liberato tutte le FATE che aveva. Le erano costate due anni di risparmi e non aveva previsto di usarne per quel lavoretto. Due CORVI SPAZZINI però…
Ogni FATA stava replicando l'impronta digitale di Maria per tutto quel settore della Matrice. I CORVI puntavano verso una delle esche e ne disgregavano il codice. Solo che i CORVI erano più veloci delle FATE.
Luna si fermò di scatto a meno di cento metri dalla sua meta. Se il messaggio automatico di pericolo di sua sorella le aveva fatto abbandonare una cena di lavoro con un possibile cliente ora erano stati i suoi di allarmi a farle cambiare programma.
Non solo era sospetta la presenza di una macchina governativa parcheggiata a pochi metri dall'appartamento di Maria, ma che quella macchina fosse anche schermata oltre il livello A5 dei suoi scanner significava solo che questa volta Maria e Cody avevano pescato un pesce troppo grande per loro.
«CODY, SI PUO` SAPERE A CHI AVETE PESTATO I PIEDI STAVOLTA? AVETE DEI GOVERNATIVI FUORI DA…»
- Ah! - Luna venne sbattuta violentemente a terra: la faccia schiacciata sull'asfalto e un ginocchio pesante come un macigno sulla spina dorsale.
- Chi diavolo siete e cosa volete da me? - Riuscì solamente a sentire il rumore dei condensatori di uno storditore che si scaricavano.
Maria guardava i CORVI. Dietro le loro ali di bit solo la notte della Matrice.
Cody, il suo supporto in America, aveva di certo inviato un messaggio di soccorso e Luna stava sicuramente arrivando.
Maria aspettava, mentre vedeva le ultime FATE sparire e i CORVI puntare su di lei.
Aspettava che Luna la sconnettesse fisicamente dalla Matrice.
Nessuno la sentì urlare nella Matrice.
Luna cercava di evitare al meglio la folla nelle strade illuminate dai neon.
«CAZZO CODY! TI HO DETTO DI AGGIORNARMI OGNI DUE MINUTI!»
«NIENTE DI DIVERSO, TI STO MANDANDO I DATI SUL TUO TIMES SQUARE» la voce di Cody le arrivò chiara direttamente nel cervello. Luna aveva dato massima priorità al circuito di comunicazione. I suoni del mondo reale erano echi lontani filtrati dal software.
«NON HO TEMPO DI LEGGERE I TUOI FOTTUTI DATI, STO CERCANDO DI NON AMMAZZARE QUALCUNO MENTRE ARRIVO DA LEI»
-Levati di mezzo, idiota! - Luna schivò di misura un ubriaco che aveva deciso di vomitare proprio dietro la curva a pochi isolati dall'appartamento di Maria.
«DIMMI COME STA MIA SORELLA. CON LA TUA CAZZO DI VOCE!»
«E’ ANCORA DENTRO LA MATRICE. SEGNI VITALI COSTANTI. STO CERCANDO DI RICONNETERMI, MA L'ICE DEL SISTEMA CONTINUA AD ESCLUDERMI»
Luna correva da dieci minuti; da quando la moto si era spenta improvvisamente nell’istante in cui la sua chiave crittografica di proprietà era stata cancellata.
Maria cercava disperatamente di uscire dal sistema. Cody era stato sbattuto fuori nel momento in cui avevano tentato di forzare un blocco di dati cifrati. Lei non era stata così fortunata.
Si erano immersi nell'ICE di quella che doveva essere una piccola società di alimenti e invece da quel cubo dati erano usciti due CORVI SPAZZINI.
Maria si voltò per vedere come stavano lavorando le sue FATE D’OMBRA. Aveva liberato tutte le FATE che aveva. Le erano costate due anni di risparmi e non aveva previsto di usarne per quel lavoretto. Due CORVI SPAZZINI però…
Ogni FATA stava replicando l'impronta digitale di Maria per tutto quel settore della Matrice. I CORVI puntavano verso una delle esche e ne disgregavano il codice. Solo che i CORVI erano più veloci delle FATE.
Luna si fermò di scatto a meno di cento metri dalla sua meta. Se il messaggio automatico di pericolo di sua sorella le aveva fatto abbandonare una cena di lavoro con un possibile cliente ora erano stati i suoi di allarmi a farle cambiare programma.
Non solo era sospetta la presenza di una macchina governativa parcheggiata a pochi metri dall'appartamento di Maria, ma che quella macchina fosse anche schermata oltre il livello A5 dei suoi scanner significava solo che questa volta Maria e Cody avevano pescato un pesce troppo grande per loro.
«CODY, SI PUO` SAPERE A CHI AVETE PESTATO I PIEDI STAVOLTA? AVETE DEI GOVERNATIVI FUORI DA…»
- Ah! - Luna venne sbattuta violentemente a terra: la faccia schiacciata sull'asfalto e un ginocchio pesante come un macigno sulla spina dorsale.
- Chi diavolo siete e cosa volete da me? - Riuscì solamente a sentire il rumore dei condensatori di uno storditore che si scaricavano.
Maria guardava i CORVI. Dietro le loro ali di bit solo la notte della Matrice.
Cody, il suo supporto in America, aveva di certo inviato un messaggio di soccorso e Luna stava sicuramente arrivando.
Maria aspettava, mentre vedeva le ultime FATE sparire e i CORVI puntare su di lei.
Aspettava che Luna la sconnettesse fisicamente dalla Matrice.
Nessuno la sentì urlare nella Matrice.