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Troppo freddo

Inviato: lunedì 19 febbraio 2024, 23:59
da jimjams
Faceva freddo.
Il cielo era cupo, minaccioso, e anche se non nevicava potevi sentire l’umido addosso.
Il terreno era gelato già da tempo, duro e tagliente, ma quella mattina tirava un vento teso che rubava ogni alito di calore dai corpi.
I corpi.
Ne aveva visti di corpi. Tanti da non saperli più distinguere. Ombre bianche che sfilavano, fantasmi ancora in vita.
Corpi.
« Quanti questa mattina? »
Con un gesto sgarbato una delle guardie gli allungò un foglio.
Cinquantasette. Il numero era scritto in fondo, bello grande.
I corpi erano già in fila, davanti al capannone, nudi, tremanti, scheletri danzanti.
Fece un cenno di assenso e le guardie iniziarono a farli entrare.
Uno alla volta entravano e lui li contava, uno per uno, in silenzio.
Uno, due, tre, quattro, cinque…
Cercava di contare senza guardarli, un’arte che aveva pian piano appreso.
Sei, sette, otto, nove, dieci, undici, dodici, tredici, quattordici, quindici, sedici…
Faceva davvero un freddo cane, nonostante la divisa pesante.
Diciassette, diciotto, diciannove, venti, ventuno, ventidue, ventitré…
Ancora qualche minuto per farli entrare, al massimo una mezz’ora perché tutto fosse finito, e un’altra mezz’ora per ripulire il tutto. Sarebbe stato a pranzo a casa.
Ventiquattro, venticinque, ventisei, ventisette, ventotto, ventinove, trenta, trentuno, trentadue, trentatré, trentaquattro…
Non era sempre così, a volte gli ordini richiedevano il doppio, il triplo, anche il quadruplo di corpi. E allora bisognava scaglionarli in turni, perché c’era una sola camera, i tempi si allungavano e gli toccava mangiare nel campo.
Trentacinque, trentasei, trentasette, trentotto, trentanove, quaranta, quarantuno, quarantadue, quarantatré, quarantaquattro, quarantacinque, quarantasei…
Due dei corpi barcollavano assieme, sostenendosi l’uno l’altro. O forse uno dei due trascinava l’altro. Per un attimo gli balenò il sospetto che un corpo fosse già un fantasma. Scrollò le spalle.
Quarantasette, quarantotto, quarantanove, cinquanta, cinquantuno, cinquantadue, cinquantatré, cinquantaquattro, cinquantacinque, cinquantasei, cinquantasette…
Un brivido gli percorse la schiena, faceva troppo, troppo freddo. Che diavolo ci faceva lui lì? Che ci facevano tutti loro? Perché?
Cinquantotto, cinquantanove…
« Fermi!  - intimò alle guardie - questi due sono di troppo . »
Lo guardarono annoiati. Uno alzò le spalle, un altro trovò la forza di aprire la bocca: « Cinquanta, sessanta, che cambia? »
Sventolò con rabbia il foglio degli ordini davanti al naso dell’incauto.
« Cinquantasette! Non cinquantotto, non cinquantasei. Cinquantasette ! »
La guardia abbassò lo sguardo e indietreggiò.
I due corpi in soprannumero vennero rispediti indietro.
La porta del capannone si chiuse, le guardie avviarono la procedura.
Mezz’ora dopo altri corpi, appena più in salute, vennero portati per ripulire tutto.
Mentre se ne andava sentì le guardie alle sue spalle brontolare tra loro.
Fece finta di non sentire e allungò il passo, a casa l’aspettava una minestra calda, pane, carne, e un corpo di ragazza.

E comunque, faceva troppo freddo.
Fin sotto i vestiti, fin dentro le ossa e ancora più dentro.

Troppo freddo.

Re: Troppo freddo

Inviato: martedì 20 febbraio 2024, 0:01
da jimjams
Ho dimenticato il nome nel titolo. Mario Pacchiarotti.

Re: Troppo freddo

Inviato: martedì 20 febbraio 2024, 0:06
da antico
Mario!!! Che bello rivederti nell'Arena! Caratteri e tempo ok, divertiti in questa DIEGO LAMA EDITION!

Re: Troppo freddo

Inviato: giovedì 22 febbraio 2024, 15:43
da alexandra.fischer
. Tema centrato. La conta dei corpi smuove il Lettore. È chiaro che l’ambientazione è quella di un lager. I corpi sono quelli dei prigionieri destinati alla camera a gas. Il Lettore rabbrividisce davanti all’atteggiamento della guardia. Sente il freddo, fin dentro l’animo, eppure è lì. Pensa al ritorno a casa, al cibo e alla sua ragazza. Efficaci le descrizioni dell’atmosfera gelida e dei corpi simili a ombre.

Re: Troppo freddo

Inviato: giovedì 22 febbraio 2024, 18:40
da Giulio_Marchese
Ciao Mario,
Il tema è certamente centrato seppur senza particolare originalità. Non è la prima volta che ti leggo è apprezzo il tuo stile asciutto, in questo caso però qualche dettaglio in più non avrebbe certo guastato rendendo la presa di consapevolezza finale più impattante. Il fatto che avessi ancora molti caratteri a disposizione dà l'idea di occasione sprecata.
Ho però molto apprezzato, e mi correggerai se sbaglio, i sentimenti contrastanti del protagonista che sente ci sia qualcosa di sbagliato in ciò che fa ma al tempo stesso è talmente integrato nel sistema e nella sua macabra routine da non capire cos'è. Penso che il senso della banalità del male stia proprio in questa mancanza di consapevolezza ma, secondo la mia interpretazione, lasci uno spiraglio di umanità sopita e non del tutto cancellata dal contesto. Una speranza insomma, cosa che negli altri racconti che ho letto (compreso il mio) non c'è.

Re: Troppo freddo

Inviato: venerdì 23 febbraio 2024, 15:08
da Fagiolo17
Ciao Mario e piacere di averti letto.
Un racconto d’impatto il tuo, che gioca tutto sul peso della storia e di quello che tutti ahimè conosciamo. Ho apprezzato la vicenda e l’ambientazione vivida, la descrizione dei corpi quasi morti o già fantasmi e la prosa.
Credo solo che la conta dei corpi sia risultata troppo pesante. In un testo così breve per lo meno. Vero che da più la sensazione di ogni vita sprecata in questo modo, ma mi sono ritrovato a saltare i numeri e a correre alle righe seguenti.
Mi rendo conto che volevi dare una certa enfasi a questo conteggio e quindi che la tua sia una scelta consapevole. Avrei preferito qualcosa di diverso. Tipo ne faccio entrare dieci. Altri cinque si aggiungono. Eccone altri dodici. Insomma, qualcosa di meno invasivo nella lettura che scivolasse via più rapidamente.
Si tratta comunque di un bel racconto, gestito e raccontato bene.
In bocca al lupo per l’edizione.

Re: Troppo freddo

Inviato: venerdì 23 febbraio 2024, 15:24
da jimjams
Fagiolo17 ha scritto:Ciao Mario e piacere di averti letto.
Un racconto d’impatto il tuo, che gioca tutto sul peso della storia e di quello che tutti ahimè conosciamo. Ho apprezzato la vicenda e l’ambientazione vivida, la descrizione dei corpi quasi morti o già fantasmi e la prosa.
Credo solo che la conta dei corpi sia risultata troppo pesante. In un testo così breve per lo meno. Vero che da più la sensazione di ogni vita sprecata in questo modo, ma mi sono ritrovato a saltare i numeri e a correre alle righe seguenti.
Mi rendo conto che volevi dare una certa enfasi a questo conteggio e quindi che la tua sia una scelta consapevole. Avrei preferito qualcosa di diverso. Tipo ne faccio entrare dieci. Altri cinque si aggiungono. Eccone altri dodici. Insomma, qualcosa di meno invasivo nella lettura che scivolasse via più rapidamente.
Si tratta comunque di un bel racconto, gestito e raccontato bene.
In bocca al lupo per l’edizione.


La conta viene da una scelta precisa. È pesante, vero, deve esserlo. L'effetto che volevo è proprio quello della lunghezza di questa operazione, della meticolosità dell'uomo. Ho voluto però lasciare al lettore decidere se l'uomo che conta lo fa perché è un maniaco della precisione, perché vuole rispettare gli ordini alla lettera, o se non vuole uccidere un uomo in più.
Il primo titolo che avevo pensato per il racconto è proprio la conta...
Grazie per i buoni auspici.

Re: Troppo freddo

Inviato: venerdì 23 febbraio 2024, 15:29
da jimjams
Giulio_Marchese ha scritto:Ciao Mario,
Il tema è certamente centrato seppur senza particolare originalità. Non è la prima volta che ti leggo è apprezzo il tuo stile asciutto, in questo caso però qualche dettaglio in più non avrebbe certo guastato rendendo la presa di consapevolezza finale più impattante. Il fatto che avessi ancora molti caratteri a disposizione dà l'idea di occasione sprecata.
Ho però molto apprezzato, e mi correggerai se sbaglio, i sentimenti contrastanti del protagonista che sente ci sia qualcosa di sbagliato in ciò che fa ma al tempo stesso è talmente integrato nel sistema e nella sua macabra routine da non capire cos'è. Penso che il senso della banalità del male stia proprio in questa mancanza di consapevolezza ma, secondo la mia interpretazione, lasci uno spiraglio di umanità sopita e non del tutto cancellata dal contesto. Una speranza insomma, cosa che negli altri racconti che ho letto (compreso il mio) non c'è.


Grazie, Giulio. La tua interpretazione è una di quelle che volevo fossero aperte al lettore. Una cosa che cerco sempre di fare, non sempre riuscendo, è dare al lettore più scelte, magari molto contrastanti.
Sulla lunghezza. Ero partito con un'immagine in testa, una suggestione. La foto è di questi giorni, un gruppo di palestinesi in mutande, bendati, in ginocchio nel fango, sotto il controllo di soldati israeliani. Ho accarezzato l'idea di scrivere il racconto in un modo che non facesse capire se parlavo di loro o dei poveri ebrei sterminati nei campi di concentramento. Ma era molto difficile farlo senza essere ingiusto. Veniva fuori qualcosa che non è esattamente il mio pensiero. Forse ci tornerò sopra.

Re: Troppo freddo

Inviato: venerdì 23 febbraio 2024, 15:33
da jimjams
alexandra.fischer ha scritto:. Tema centrato. La conta dei corpi smuove il Lettore. È chiaro che l’ambientazione è quella di un lager. I corpi sono quelli dei prigionieri destinati alla camera a gas. Il Lettore rabbrividisce davanti all’atteggiamento della guardia. Sente il freddo, fin dentro l’animo, eppure è lì. Pensa al ritorno a casa, al cibo e alla sua ragazza. Efficaci le descrizioni dell’atmosfera gelida e dei corpi simili a ombre.


L'uomo ha questo meccanismo difensivo nella mente. Rende possibile vivere. Ci si adatta a ogni situazione, si cerca di trovare una giustificazione alle nostre azioni, si scarica ogni colpa sugli altri, si arriva a non considerare umani altri umani (pensa a certi religiosi che garantivano la mancanza di anima degli schiavi africani).
È questo che rende possibile contare corpi, non anime.

Re: Troppo freddo

Inviato: venerdì 23 febbraio 2024, 21:33
da Gaia Peruzzo
Ciao Mario. Mi piace come si mescolano le sensazioni dell'esterno del freddo con il resto. Un freddo a cui voluto dare importanza e che ha reso la presenza della morte una routine, come se appunto il tempo metereologico fosse più importante. Avrei usato dei caratteri in più per parlare della "procedura". Anche se tutti sappiamo già che cos'è. Perché c'è una sorta di lentezza che viene scandita anche dalla conta dei corpi per tutto il racconto, come l'orologio che va avanti e ti dice che sta per accadere qualcosa, per poi essere estremamente veloce in quel passaggio lì. O almeno io ho avuto questa percezione. E poi, secondo me, poteva essere un'occasione per calcare ancora di più la mano sul fatto che l'uomo sa essere spietato e fornire altre sensazioni a riguardo.
Per il resto l'ho trovato un buon racconto.
In bocca al lupo per la gara!

Re: Troppo freddo

Inviato: sabato 24 febbraio 2024, 17:12
da GiulianoCannoletta
Ciao Mario! Sempre un piacere leggerti.
Racconto efficace, senza dubbio. Quel conteggio ossessivo intervallato dai pensieri del protagonista, che rimugina su aspetti secondari e banali, coglie appieno il tema.
Credo che tu sia riuscito a scegliere i dettagli giusti per raggiungere lo scopo a cui miravi con questo racconto. Le persone identificate semplicemente come corpi da contare; il genocidio ridotto a pratica burocratica per cui il protagonista interrompe il flusso dei pensieri solo quando rischia di perdere il conto; il freddo persistente. È tutto reso molto bene, un bel pugno nello stomaco.
A rileggerci presto!
Giuliano

Re: Troppo freddo

Inviato: domenica 25 febbraio 2024, 12:38
da jimjams
Gaia Peruzzo ha scritto:Ciao Mario. Mi piace come si mescolano le sensazioni dell'esterno del freddo con il resto. Un freddo a cui voluto dare importanza e che ha reso la presenza della morte una routine, come se appunto il tempo metereologico fosse più importante. Avrei usato dei caratteri in più per parlare della "procedura". Anche se tutti sappiamo già che cos'è. Perché c'è una sorta di lentezza che viene scandita anche dalla conta dei corpi per tutto il racconto, come l'orologio che va avanti e ti dice che sta per accadere qualcosa, per poi essere estremamente veloce in quel passaggio lì. O almeno io ho avuto questa percezione. E poi, secondo me, poteva essere un'occasione per calcare ancora di più la mano sul fatto che l'uomo sa essere spietato e fornire altre sensazioni a riguardo.
Per il resto l'ho trovato un buon racconto.
In bocca al lupo per la gara!


Ciao Gaia e grazie per il commento.
Il punto è proprio lì, non accade niente di rilevante. Il protagonista è lì, concentrato sulla conta, sul disagio del freddo, su quello che lo aspetta a casa. Ma per lui tutto il resto sparisce. Le persone sono solo corpi da contare e ciò che accade dopo "quasi non lo sa". Guarda mi rendo conto che sembra incredibile, ma la mente umana è capace di cancellare, scaricare su altri il male. Spesso si scarica la colpa sulle stesse vittime. Altre volte si riesce a fare sparire il male. Come una puzza, che sentiamo all'inizio e poi il cervello cancella, anche se c'è ancora.
È così che riusciamo a banalizzare il male. Anche il più atroce.

Re: Troppo freddo

Inviato: domenica 25 febbraio 2024, 12:41
da jimjams
GiulianoCannoletta ha scritto:Ciao Mario! Sempre un piacere leggerti.
Racconto efficace, senza dubbio. Quel conteggio ossessivo intervallato dai pensieri del protagonista, che rimugina su aspetti secondari e banali, coglie appieno il tema.
Credo che tu sia riuscito a scegliere i dettagli giusti per raggiungere lo scopo a cui miravi con questo racconto. Le persone identificate semplicemente come corpi da contare; il genocidio ridotto a pratica burocratica per cui il protagonista interrompe il flusso dei pensieri solo quando rischia di perdere il conto; il freddo persistente. È tutto reso molto bene, un bel pugno nello stomaco.
A rileggerci presto!
Giuliano


Grazie, Giuliano. Hai colto il mio intento, mi rendo conto che non si tratta di un racconto molto originale sotto il profilo della storia che racconta, ma visto il tema volevo sottolineare come sia sempre possibile, per come siamo fatti, ricadere in questi meccanismi.

Re: Troppo freddo

Inviato: domenica 25 febbraio 2024, 22:43
da Manuel Marinari
Ciao Mario, piacere di leggerti per la prima volta mi pare. Tema ovviamente centrato. Mi aspettavo un riferimento esplicito al personaggio che faceva la conta ma non è arrivato. Questo lascia libera interpretazione che all'inizio avevo digerito male perchè mi chiedevo "si ma chi è questo che conta?, mentre ho apprezzato poi concludendo la lettura. La crudeltà della violenza di un genocidio e della persecuzione è tema ricorrente, purtroppo, e non episodico. Quindi il racconto è ben strutturato da questo punto di vista. Lascia campo aperto.
La conta e quindi la parte numerica l'ho trovata utile perchè fa entrare in sintonia col personaggio: arriva bene al lettore quanto lui si voglia sbrigare di terminare il lavoro per poi tornarsene a casa, nonostante sia estremamente ligio alle regole. E' vero che si legge saltando la numerazione, perchè è scontato che dopo il venti c'è il ventuno, ma lo trovo efficace.
Questa parte invece, "Un brivido gli percorse la schiena, faceva troppo, troppo freddo. Che diavolo ci faceva lui lì? Che ci facevano tutti loro? Perché?" mi ha fatto un pò storcere il naso. Non so, non ce lo vedo il personaggio che fa la conta a fare introspezione, a meno che non senta un grande senso di colpa che però non mi pare di aver colto. Sarei andato dritto con il suo senso di convinzione o dissociazione emotiva che sia.
Spero di rileggerti presto!

Re: Troppo freddo

Inviato: lunedì 26 febbraio 2024, 20:10
da Gaia Peruzzo
jimjams ha scritto:Ciao Gaia e grazie per il commento.
Il punto è proprio lì, non accade niente di rilevante. Il protagonista è lì, concentrato sulla conta, sul disagio del freddo, su quello che lo aspetta a casa. Ma per lui tutto il resto sparisce. Le persone sono solo corpi da contare e ciò che accade dopo "quasi non lo sa". Guarda mi rendo conto che sembra incredibile, ma la mente umana è capace di cancellare, scaricare su altri il male. Spesso si scarica la colpa sulle stesse vittime. Altre volte si riesce a fare sparire il male. Come una puzza, che sentiamo all'inizio e poi il cervello cancella, anche se c'è ancora.
È così che riusciamo a banalizzare il male. Anche il più atroce.


Ho capito, quindi il male che hai inserito sta in questa specie di strato di apparente apatia verso la violenza. Nel senso che ormai è una cosa talmente di routine da risultare poco degna di nota.
Anche se, secondo me, poteva starci qualcosa di visivo in quel punto, più per il lettore che per il personaggio stesso. È per quello che te l'ho scritto. Ma comunque rimane un buon testo, anche senza il mio consiglio.

Re: Troppo freddo

Inviato: martedì 27 febbraio 2024, 18:53
da Luca Moggia
Ciao Mario,

parto dal tema sicuramente centrato anche se in modo non molto originale, con la descrizione della banalità
del male legata all’olocausto.
La storia è scritta bene, con uno stile pulito, la punteggiatura al posto giusto e nessuna ripetizione.
Lo apprezzo, soprattutto perché spesso nei miei racconti lascio imprecisioni dovute alla fretta o alla stanchezza quindi so che non è facile.
Il vero punto di forza, secondo me, è la caratterizzazione del protagonista.
Mi è piaciuta la scelta di fargli considerare “corpi” i prigionieri che sta contando. Trasmette bene il suo essere alienato dal male che sta commettendo.
Che anche la sua ragazza sia un “corpo” la trovo invece una scelta un pochino più debole.
Se l’ufficiale avesse parlato della sua ragazza come una persona vera e non come un semplice corpo, si sarebbe creato un contrasto che avrebbe reso meglio il distacco del protagonista dal male commesso.
Buona idea e funzionale a caratterizzare il protagonista anche la sua meticolosità nello svolgere il proprio “lavoro”.
Il conteggio mi è risultato un po’ ripetitivo e forse poteva essere alleggerito, ma comunque il racconto resta buono.

In bocca al lupo per la Diego Lama Edition e alla prossima!

Re: Troppo freddo

Inviato: mercoledì 28 febbraio 2024, 15:17
da Maurizio Chierchia
Ciao Mario.
È un piacere leggerti, hai uno stile fluido e i tuoi racconti si leggono sempre volentieri.
Qui, a differenza di altri, ho trovato invece interessante l'idea di segnare tutti le 57 volte il numero contato dal protagonista. Ho cercato di entrare nel tuo racconto a pieno e ammetto che leggere i numeri insieme a lui da proprio quell'idea di normalità. Per lui è normale contare vite umane come fossero noccioline ed è la cosa che crea più inquietudine in tutto ciò. Non apprezzo tanto il fatto di aver optato per la seconda guerra mondiale ma di sicuro questo non penalizzerà il tuo racconto.
Ti faccio ancora i miei complimenti per la profondità che hai nello scrivere.
Buona gara e a rileggerci presto!

Re: Troppo freddo

Inviato: lunedì 4 marzo 2024, 11:14
da L'inquisitore
Ciao Mario! Da quanto tempo! Racconto vivido ricco di descrizioni e interiorità. Direi ben scritto e piacevole, anche se la situazione della conta risulta un po' piatta e già vista. Siamo al terzo racconto in cui dico che l'esperienza vince sulla trama. Direi comunque che hai reso bene l'interpretazione del tema.
Pollice tendente al positivo per questo tuo pezzo.