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And it's my whole heart, while tested and tried

Inviato: lunedì 17 marzo 2025, 23:03
da foxie
Ester Focs

Inès è seduta in un rifugio di dubbio gusto, in dubbia compagnia, a bere genepì fermentato in maniera altrettanto dubbia. Fuori dalle finestre si vede solo una pioggia implacabile, di quella che ti impedisce di vedere a un metro di distanza. È l’ora del tramonto, ma tutto quello che vedono è la già scarsa luce sparire.
Sul tetto del rifugio la pioggia batte un ritmo scoordinato, senza senso, di cui Inès non riesce a trovare il ritmo. È una canzone violenta, che non le parla, non come il rumore dei suoi passi sulla strada, come il fruscìo degli alberi del vento, o come il battito sempre più rapido del letto contro il muro. Il rumore di questa pioggia le ricorda quello della sua rabbia.
È paradossale forse, visto che si è sempre considerata una persona facilmente infiammabile – e lo è stata – ma poche cose le ricordano la sua rabbia come questa pioggia implacabile.
La rabbia di Inès è stato qualcosa di orrendo a cui assistere.
La rabbia di Inès non aveva davvero pietà.
Lo stesso questa pioggia. Domani lascerà la montagna senza un pezzo di sé e sofferente.
Lo stesso succede a Inès quando cede – cedeva - alla rabbia.
Ora, che sorseggia genepì affacciata alla finestra di un rifugio alpino, incastonato tra due monti di cui non ricorda il nome, si sente in pace con sé stessa, quieta e finalmente tranquilla. Circondata da affetto, pure, perché ha trovato con chi condividere la strada e il genepì, chi amare e da chi lasciarsi prendere per mano.
C’è stato un momento però, un momento in cui Inès era sola. E ha lasciato che la sua bestia, la sua rabbia prendesse carne, sangue, dolore.
Cedere totalmente alla rabbia l’ha fatta sentire incredibile.
Ha imparato davvero a dare sfogo alla bestia che ha incastrata tra le costole a Fontainebleau, nelle profondità della foresta, tra rocce, alberi e animali selvaggi.
Aveva lo zaino in spalla, e una rabbia in fondo al petto che stava solo aspettando il momento giusto per esplodere come un violentissimo temporale estivo. Inès era in viaggio da qualche mese, ormai, e quei mesi passati in cammino non erano per niente serviti a farle migliorare l’umore. Aveva spaventato chiunque cercasse di avvicinarla.
Aveva poi incontrato altri come lei.
Altri con bestie incatenate tra le costole, incapaci di farle uscire senza farsi del male o fare del male agli altri.
Inès aveva un sorriso ferino, all’epoca. Tutto denti, che non arrivava agli occhi. Era il sorriso che indossava quando sapeva di voler fare paura alle altre persone. Era determinata a fare paura, a mostrare come era brava a tenere la sua bestia incastrata nel petto, a farla affamare, a farla soffrire. Rideva senza freni, quando si rendeva conto che la sua bestia, la sua rabbia, stava soffrendo.
Poi è capitata a Fontainebleau.
E la gabbia s’è spezzata.
Inès s’è spezzata. Saranno stati i lunghi mesi a piedi e in treno. Saranno stati gli anni di rabbia repressa. Sarà stata la luna piena, chessò.
È che Inès ha spezzato la gabbia delle costole e ha liberato il suo cuore, la sua rabbia, la sua bestia. Il cuore l’ha mangiato, e la rabbia è diventata un mostro. Per uscire dal petto ci sono voluti due giorni di agonia, ma quando è successo Inès e il mostro avevano lo stesso sorriso.
Non s’è mai sentita così potente, Inès, come quando ha iniziato a correre nella foresta con chi era come lei.
Ancora adesso, non ricorda bene quei mesi passati a spaventare i malcapitati nella foresta.
Poi, una mattina d’autunno si è trovata davanti una ragazzina.
Inès era il mostro e il mostro era Inès, ma questa ragazzina non ha battuto ciglio.
Inès aveva passato i mesi precedenti a cercare di terrorizzare chiunque, che fosse da sola o fosse in compagnia. Aveva speso così tanto tempo in compagnia del suo mostro che erano diventati la stessa cosa, lo stesso sorriso, la stessa posa arrogante.
Inès non è fuggita, la ragazzina è rimasta ferma. E le ha chiesto se poteva spostarsi, che stava davanti ai funghi che voleva raccogliere. E le ha offerto un fiore, un fungo e un sorriso quando Inès ha fatto quello che la ragazzina ha chiesto. La ragazzina l’ha salutata con un sorriso, dicendole che il sorriso ferino che Inès si sentiva tatuato addosso le piaceva.
E Inès ha smesso di sorridere, di colpo.
La ragazzina se n’era ormai andata, ma il seme del dubbio c’era.
Non le aveva fatto paura?
Le altre bestie erano sparite, c’era solo Inès col suo zaino e il suo mostro e il suo cuore.
Inès aveva ceduto alla rabbia e non ne aveva cavato niente.
Inès sa che la sua rabbia fa paura. Inès fugge da anni perché quando ha conosciuta davvero la sua rabbia ha capito che era inutile tenerla al guinzaglio. C’è diventata amica, dopo essere stata ammutolita da una ragazzina con un impermeabile rosso.
Adesso, che guarda la pioggia cadere bevendo genepì, vede la sua bestia con la coda dell’occhio. E si ricorda che se la pioggia domani mattina avrà portato via un pezzo di montagna, avrà anche ingrossato i torrenti e i fiumi e avrà portato sollievo a una siccità che durava da davvero troppo tempo.

Re: And it's my whole heart, while tested and tried

Inviato: lunedì 17 marzo 2025, 23:18
da antico
Ciao Ester e benvenuta nell'Arena! Caratteri e tempo ok, ma devi presentarti con nome e cognome (anche solo privatamente con me). Inoltre, se sei su FB ti consiglio di entrare nel gruppo di MC in modo da vivere al meglio l'esperienza.

Re: And it's my whole heart, while tested and tried

Inviato: lunedì 17 marzo 2025, 23:19
da foxie
Mancava un pezzo allo studio delle regole! Arrivo! (Fb non lo so usare, arrivo pure lì)

Re: And it's my whole heart, while tested and tried

Inviato: martedì 18 marzo 2025, 18:18
da alexandra.fischer
Tema centrato. Racconto d’atmosfera di montagna. Inès è tranquilla dopo aver attraversato un periodo infernale di collera. L’episodio di Fontainebleu lo dimostra chiaramente, nell’immagine del mostro che esce allo scoperto. Lei e i suoi simili terrorizzano gli abitanti nei boschi, ma una bambina restituisce a Inès l’equilibrio chiedendole di spostarsi. Le dona un fiore e un fungo. Inès ricorda l’episodio nella casa di montagna, mentre fuori piove. Bello il finale con la pioggia intesa come purificazione.

Re: And it's my whole heart, while tested and tried

Inviato: martedì 18 marzo 2025, 20:14
da Gennibo
Ciao Ester e benvenuta nell'arena! Bella ambientazione e bella la struttura circolare del racconto. L'inizio mi è piaciuto molto. Invece le ripetizioni mi hanno portato fuori dalla storia, mi è sembrato più un esercizio di stile non riuscitissimo, piuttosto che qualcosa di funzionale a ciò che volevi dire.
Buona edition e spero di rileggerti presto!

Re: And it's my whole heart, while tested and tried

Inviato: mercoledì 19 marzo 2025, 13:28
da matt_heels
foxie ha scritto:Ester Focs

Inès è seduta in un rifugio di dubbio gusto, in dubbia compagnia, a bere genepì fermentato in maniera altrettanto dubbia. Fuori dalle finestre si vede solo una pioggia implacabile, di quella che ti impedisce di vedere a un metro di distanza. È l’ora del tramonto, ma tutto quello che vedono è la già scarsa luce sparire.
Sul tetto del rifugio la pioggia batte un ritmo scoordinato, senza senso, di cui Inès non riesce a trovare il ritmo. È una canzone violenta, che non le parla, non come il rumore dei suoi passi sulla strada, come il fruscìo degli alberi del vento, o come il battito sempre più rapido del letto contro il muro. Il rumore di questa pioggia le ricorda quello della sua rabbia.
È paradossale forse, visto che si è sempre considerata una persona facilmente infiammabile – e lo è stata – ma poche cose le ricordano la sua rabbia come questa pioggia implacabile.
La rabbia di Inès è stato qualcosa di orrendo a cui assistere.
La rabbia di Inès non aveva davvero pietà.
Lo stesso questa pioggia. Domani lascerà la montagna senza un pezzo di sé e sofferente.
Lo stesso succede a Inès quando cede – cedeva - alla rabbia.
Ora, che sorseggia genepì affacciata alla finestra di un rifugio alpino, incastonato tra due monti di cui non ricorda il nome, si sente in pace con sé stessa, quieta e finalmente tranquilla. Circondata da affetto, pure, perché ha trovato con chi condividere la strada e il genepì, chi amare e da chi lasciarsi prendere per mano.
C’è stato un momento però, un momento in cui Inès era sola. E ha lasciato che la sua bestia, la sua rabbia prendesse carne, sangue, dolore.
Cedere totalmente alla rabbia l’ha fatta sentire incredibile.
Ha imparato davvero a dare sfogo alla bestia che ha incastrata tra le costole a Fontainebleau, nelle profondità della foresta, tra rocce, alberi e animali selvaggi.
Aveva lo zaino in spalla, e una rabbia in fondo al petto che stava solo aspettando il momento giusto per esplodere come un violentissimo temporale estivo. Inès era in viaggio da qualche mese, ormai, e quei mesi passati in cammino non erano per niente serviti a farle migliorare l’umore. Aveva spaventato chiunque cercasse di avvicinarla.
Aveva poi incontrato altri come lei.
Altri con bestie incatenate tra le costole, incapaci di farle uscire senza farsi del male o fare del male agli altri.
Inès aveva un sorriso ferino, all’epoca. Tutto denti, che non arrivava agli occhi. Era il sorriso che indossava quando sapeva di voler fare paura alle altre persone. Era determinata a fare paura, a mostrare come era brava a tenere la sua bestia incastrata nel petto, a farla affamare, a farla soffrire. Rideva senza freni, quando si rendeva conto che la sua bestia, la sua rabbia, stava soffrendo.
Poi è capitata a Fontainebleau.
E la gabbia s’è spezzata.
Inès s’è spezzata. Saranno stati i lunghi mesi a piedi e in treno. Saranno stati gli anni di rabbia repressa. Sarà stata la luna piena, chessò.
È che Inès ha spezzato la gabbia delle costole e ha liberato il suo cuore, la sua rabbia, la sua bestia. Il cuore l’ha mangiato, e la rabbia è diventata un mostro. Per uscire dal petto ci sono voluti due giorni di agonia, ma quando è successo Inès e il mostro avevano lo stesso sorriso.
Non s’è mai sentita così potente, Inès, come quando ha iniziato a correre nella foresta con chi era come lei.
Ancora adesso, non ricorda bene quei mesi passati a spaventare i malcapitati nella foresta.
Poi, una mattina d’autunno si è trovata davanti una ragazzina.
Inès era il mostro e il mostro era Inès, ma questa ragazzina non ha battuto ciglio.
Inès aveva passato i mesi precedenti a cercare di terrorizzare chiunque, che fosse da sola o fosse in compagnia. Aveva speso così tanto tempo in compagnia del suo mostro che erano diventati la stessa cosa, lo stesso sorriso, la stessa posa arrogante.
Inès non è fuggita, la ragazzina è rimasta ferma. E le ha chiesto se poteva spostarsi, che stava davanti ai funghi che voleva raccogliere. E le ha offerto un fiore, un fungo e un sorriso quando Inès ha fatto quello che la ragazzina ha chiesto. La ragazzina l’ha salutata con un sorriso, dicendole che il sorriso ferino che Inès si sentiva tatuato addosso le piaceva.
E Inès ha smesso di sorridere, di colpo.
La ragazzina se n’era ormai andata, ma il seme del dubbio c’era.
Non le aveva fatto paura?
Le altre bestie erano sparite, c’era solo Inès col suo zaino e il suo mostro e il suo cuore.
Inès aveva ceduto alla rabbia e non ne aveva cavato niente.
Inès sa che la sua rabbia fa paura. Inès fugge da anni perché quando ha conosciuta davvero la sua rabbia ha capito che era inutile tenerla al guinzaglio. C’è diventata amica, dopo essere stata ammutolita da una ragazzina con un impermeabile rosso.
Adesso, che guarda la pioggia cadere bevendo genepì, vede la sua bestia con la coda dell’occhio. E si ricorda che se la pioggia domani mattina avrà portato via un pezzo di montagna, avrà anche ingrossato i torrenti e i fiumi e avrà portato sollievo a una siccità che durava da davvero troppo tempo.


Ciao, Ester! Benvenuta a Minuti Contati!

Sai pennellare parole con abilità e il narratore ci accompagna insieme a Inès, svelando le sue pulsioni e la sua natura. Il tuo stile di scrittura è senz'altro elevatissimo, il che rende la lettura piacevole, ma al termine del racconto non ho trovato "spiegazione" ai tanti elementi su cui ti soffermi a lungo. Su tutti, il "genepì". Non dico mi aspettassi diventasse centralissimo nella narrazione, ma immaginavo avesse una valenza superiore nell'arco della storia. Magari la bambina avrebbe potuto regalarle una bottiglia (che poteva aver rubato al padre per non farlo ubriacare), e Inès trovava in quel liquore (e nel gesto d'affetto) un balsamo per calmare la sua rabbia.

Per il resto, tema centrato e bellissima l'ambientazione che hai saputo dipingere. Con un miglior dosaggio delle ripetizioni, visto il tuo virtuoso stile di scrittura, avremmo avuto un racconto molto più solido. Probabilmente un gioiello.

Buona edition e a presto,

Matteo

Re: And it's my whole heart, while tested and tried

Inviato: giovedì 20 marzo 2025, 16:50
da julia
ciao ester, piacere di conoscerti ❁
sono nuova anch'io, è la mia prima volta su minuti contati come te, quindi come prima cosa ti auguro una buona gara!

「RACCONTO」
dunque, in generale il tuo è un racconto in cui la forza personale, con un'impronta introspettiva, emerge senza troppe fatiche. leggendolo penso che si incastrino bene le varie figure che hai costruito, come il mostro indissolubilmente legato "nel petto" alla protagonista e il contrasto tra la potenza distruttiva della rabbia e la possibilità di trasformarla in qualcosa di diverso inserendo l'incontro con la bambina. ♡ la scelta di utilizzare certe parole hanno dato un'atmosfera un po' malinconica, azzardo nel definirla intima. nell'insieme la storia è molto carina!

「TEMA」
il concetto di «se non posso seminare terrore, ispirerò amore» penso anche ci sia, ma lo sento sfumato... quasi un ricordo. inès passa dall'essere un mostro che terrorizza al trovare una sorta di pace, quindi ci siamo, ma l'aspetto dell'ispirare amore non è centrale quanto la riflessione e continua ripetizione sulla rabbia. forse intendevi mostrare una trasformazione dall'orrore all'amore, che ci sta, ma penso dovesse essere più incisivo per poter definire che rientravi nel tema.

「CONSIGLI」
lo stile in cui l'hai scritto è davvero troppo poetico: ci starebbe anche se non fosse appesantito da continue ripetizioni, così tanto presenti che alla fine mi sono chiesta se tu non utilizzassi l'essere ridondante per raggiungere un minimo di caratteri e nemmeno so il perché avresti dovuto farlo... prendi per esempio il "genepì", forse per mio errore nel leggere il tuo racconto mi aspettavo che avrebbe avuto un ruolo anche di chiusura, invece no, e quando la ragazzina sul finale cita i funghi ho pensato subito tu potessi utilizzare qui il liquore in qualche modo. che ne pensi? fammi sapere.
anche riguardo le frasi ti consiglio di alleggerirle in generale, magari rileggerle un po', perché risultano confusionarie delle volte. guarda per esempio qui, che ti metto qui giù in spoiler con una piccola considerazione.
► Mostra testo
ps: maaa perché il titolo del racconto in inglese?

「FRASI PREFERITE」
foxie ha scritto:è che inès ha spezzato la gabbia delle costole e ha liberato il suo cuore, la sua rabbia, la sua bestia

Re: And it's my whole heart, while tested and tried

Inviato: venerdì 21 marzo 2025, 22:54
da Debora
Ciao Ester e benvenuta su Minuti Contati! Per prima cosa ti dico di non farti smontare dalle eventuali critiche, io sono stata massacrata più volte ma è dal massacro che imparo ad ogni edizione qualcosa in più! Ma veniamo al racconto… io ho come l’impressione che tu abbia citato qualche gioco o libro fantasy o che ti sia fatta ispirare (deduco anche dal titolo), sbaglio? Se è così mi spiace ma non conosco l’origine di questi riferimenti. Per quanto riguarda la struttura del racconto il primo appunto che ti faccio è quello dell’uso del narratore onnisciente (e vedrai che non sarò l’unica!). Se tu avessi scritto questo racconto in prima persona avresti evitato un sacco di ripetizioni (che sono disturbanti) e risparmiato molti caratteri per dare più spessore alla storia. Di positivo c’è la resa dell’atmosfera e il tema centrato e la certezza che sai scrivere molto bene, devi solo aggiustare le dosi degli ingredienti che hai a disposizione. Spero di leggerti ancora, buona edition!

Re: And it's my whole heart, while tested and tried

Inviato: sabato 22 marzo 2025, 15:50
da Gaia Peruzzo
Ciao Foxi e benvenuta!
Porto già subito alla tua attenzione una ripetizione in una frase, che non definisce la qualità del testo, ma è solo perché così magari la prossima volta che parteciperai ci starai più attenta: “Sul tetto del rifugio la pioggia batté a un ritmo [...] di cui Ines non riesce a trovare il ritmo.” Qui c'è la ripetizione di ritmo.
Il testo ha degli elementi che si ripetono che non mi hanno infastidito, perché era come se con le parole volessi riprodurre quasi il suono della pioggia. Ma al tempo stesso ti portano via spazio prezioso, in termini di resa del testo. È bello il filo conduttore di lei che guarda il panorama e beve, e attorno a lei tutto piano piano cambia riflettendo il suo stesso cambiamento, ma secondo me manca qualcosa.
Il testo ha un messaggio forte che però perde potenza, perché non mi fai vedere davvero la rabbia di Ines. A parte spaventare i passanti del bosco e dirmi che era diventata un mostro. Come? E che aspetto aveva? Era sempre lei? Era qualcosa soltanto nel suo sorriso? La parola mi fa pensare a che in qualche modo lei potesse essere stata posseduta da uno spirito malvagio, ma è una deduzione che ho fatto senza alcun tipo di indizio. Ma non conosco nemmeno le sue motivazioni, quindi non riesco a comprendere del tutto la sua storia. Penso che in un racconto così breve sia importante. Non ho avuto paura di lei, mi chiedevo più perché se ne fosse andata nel bosco e chi sono le persone che ha incontrato. Con un background più dettagliato il racconto avrebbe funzionato meglio. Insomma ci sono degli elementi mancanti che potevano rendere la sua storia più interessante e originale.
In ogni caso hai una scrittura davvero molto potente ed evocativa, sia in termini visivi che sensoriali. La parte finale con la bambina che provoca il cambiamento di Ines è commovente. Per cui ti consiglio davvero di continuare a partecipare, il trucco dei pochi caratteri sta nel focalizzarsi sui giusti dettagli. E tu in parte già lo fai, devi solo pensare a rendere il racconto il più completo e conclusivo possibile.
In bocca al lupo!

Re: And it's my whole heart, while tested and tried

Inviato: lunedì 24 marzo 2025, 8:32
da Manuel Marinari
Ciao Foxie, benvenuta sul forum.
Mi piace la tua scrittura, un mix potente di poesia, metafore e scene evocative. Visto il tipo di racconto che hai scritto, quindi molto introspettivo e narrato da una voce esterna, mi sento di dirti che avresti potuto giocare ancora di più sulle sensazioni della rabbia, prima esplosiva e poi, via via, che si perde. Puoi osare di più con le metafore, appunto, in questo tipo di narrazione. Avrei voluto dapprima fantasticare su questa emozione della rabbia (un fiume che sfonda gli argini, un esplosione lavica, e via dicendo. I primi che mi vengono in mente) per poi descriverla nel concreto. In che modo avveniva?
Mi sarebbe piaciuto trovare, nel racconto, scene in cui questa rabbia viene descritta nel modo in cui viene espressa. Questo perché la citi, ne parli, ma non so come avviene. Ed è un peccato, perché è centrale e mi sarebbe piaciuto saperlo. Quindi, ecco, mi sento di suggerirti di osare di più nel mostrare le scene, anche se avvenute nel passato. Ad esempio: la bambina con cappotto rosso lo dici dopo che era rosso. Mostrala subito, quando racconti del primo incontro, che era una bimba col cappotto rosso, non dopo. Perché ormai l'effetto visivo è compiuto. Perde un pò di effetto scenico.
Quindi, in conclusione, scrivi davvero bene e secondo me, partecipando ancora qui, in poco tempo avanzerai tantissimo nella qualità delle tue storie.
Buona edition.

Re: And it's my whole heart, while tested and tried

Inviato: lunedì 24 marzo 2025, 16:10
da giuseppe.gangemi
Ciao Foxie,
il tuo è un racconto intenso, una meditazione lirica sulla rabbia, sulla trasformazione interiore e sull’accettazione di sé. La protagonista, Inès, è una donna che un tempo ha ceduto completamente alla propria parte oscura, incarnandola fino a diventare una creatura feroce e isolata, determinata a fare paura. Ma un incontro inaspettato con una bambina che non si lascia spaventare le mostra un’altra via: quella della presenza, del disarmo, del ritorno alla vulnerabilità.
Attraverso un linguaggio poetico e sensoriale, il racconto costruisce un viaggio emotivo profondo. La rabbia non è negata né demonizzata: è vissuta, attraversata, e infine riconosciuta come parte dell’identità. Inès impara che non è la repressione a salvare, ma la consapevolezza. La sua “bestia” resta con lei, ma non comanda più.
Il racconto è costruito su un doppio binario temporale: il presente nel rifugio di montagna, e il passato nella foresta di Fontainebleau, dove la protagonista ha vissuto la sua metamorfosi mostruosa. L’elemento naturale è centrale e simbolico: la pioggia, che devasta ma disseta; la foresta, luogo di pericolo e rinascita; i funghi, piccole meraviglie che crescono nel silenzio e nell’ombra.
Nel contesto del tema “Se non posso seminare terrore, ispirerò amore”, il racconto si distingue per una rielaborazione profonda e non banale. Inès scopre che spaventare gli altri non la salva, e che il potere ottenuto attraverso la paura è sterile. La sua rinascita avviene attraverso un incontro gentile, e la decisione di non scappare più da sé stessa.
Lo stile è evocativo, il ritmo lento e avvolgente. Le immagini sono forti, ma sempre funzionali al racconto. La voce narrante è matura, consapevole, capace di portare il lettore dentro un percorso emotivo complesso senza mai cadere nella retorica.
Un racconto che si legge in silenzio e lascia una traccia duratura. Un esempio di scrittura emotiva e simbolica buon livello, che affronta con coraggio temi difficili come la rabbia, la solitudine, l’identità. E che mostra, senza proclami, che anche dalle emozioni più oscure può nascere qualcosa di buono.
Alla prossima!

Re: And it's my whole heart, while tested and tried

Inviato: giovedì 3 aprile 2025, 10:06
da foxie
alexandra.fischer ha scritto:Tema centrato. Racconto d’atmosfera di montagna. Inès è tranquilla dopo aver attraversato un periodo infernale di collera. L’episodio di Fontainebleu lo dimostra chiaramente, nell’immagine del mostro che esce allo scoperto. Lei e i suoi simili terrorizzano gli abitanti nei boschi, ma una bambina restituisce a Inès l’equilibrio chiedendole di spostarsi. Le dona un fiore e un fungo. Inès ricorda l’episodio nella casa di montagna, mentre fuori piove. Bello il finale con la pioggia intesa come purificazione.


Ciao!
Grazie :)

Re: And it's my whole heart, while tested and tried

Inviato: giovedì 3 aprile 2025, 10:10
da foxie
Manuel Marinari ha scritto:Ciao Foxie, benvenuta sul forum.
Mi piace la tua scrittura, un mix potente di poesia, metafore e scene evocative. Visto il tipo di racconto che hai scritto, quindi molto introspettivo e narrato da una voce esterna, mi sento di dirti che avresti potuto giocare ancora di più sulle sensazioni della rabbia, prima esplosiva e poi, via via, che si perde. Puoi osare di più con le metafore, appunto, in questo tipo di narrazione. Avrei voluto dapprima fantasticare su questa emozione della rabbia (un fiume che sfonda gli argini, un esplosione lavica, e via dicendo. I primi che mi vengono in mente) per poi descriverla nel concreto. In che modo avveniva?
Mi sarebbe piaciuto trovare, nel racconto, scene in cui questa rabbia viene descritta nel modo in cui viene espressa. Questo perché la citi, ne parli, ma non so come avviene. Ed è un peccato, perché è centrale e mi sarebbe piaciuto saperlo. Quindi, ecco, mi sento di suggerirti di osare di più nel mostrare le scene, anche se avvenute nel passato. Ad esempio: la bambina con cappotto rosso lo dici dopo che era rosso. Mostrala subito, quando racconti del primo incontro, che era una bimba col cappotto rosso, non dopo. Perché ormai l'effetto visivo è compiuto. Perde un pò di effetto scenico.
Quindi, in conclusione, scrivi davvero bene e secondo me, partecipando ancora qui, in poco tempo avanzerai tantissimo nella qualità delle tue storie.
Buona edition.



Ciao! Non ho raccontato di come esplode la rabbia un po' perchè non avevo più spazio, un po' perchè ognuno di noi vive la rabbia in maniera diversa, e non mi piaceva l'idea di imporre il mio punto di vista.
Sulla bambina col cappotto rosso: era una citazione stupida a Cappuccetto rosso, per cui non aveva nè senso nè motivo annunciare in anticipo il colore del cappotto.
Grazie per i complimenti!

Re: And it's my whole heart, while tested and tried

Inviato: giovedì 3 aprile 2025, 10:34
da foxie
Gaia Peruzzo ha scritto:Ciao Foxi e benvenuta!
Porto già subito alla tua attenzione una ripetizione in una frase, che non definisce la qualità del testo, ma è solo perché così magari la prossima volta che parteciperai ci starai più attenta: “Sul tetto del rifugio la pioggia batté a un ritmo [...] di cui Ines non riesce a trovare il ritmo.” Qui c'è la ripetizione di ritmo.
Il testo ha degli elementi che si ripetono che non mi hanno infastidito, perché era come se con le parole volessi riprodurre quasi il suono della pioggia. Ma al tempo stesso ti portano via spazio prezioso, in termini di resa del testo. È bello il filo conduttore di lei che guarda il panorama e beve, e attorno a lei tutto piano piano cambia riflettendo il suo stesso cambiamento, ma secondo me manca qualcosa.
Il testo ha un messaggio forte che però perde potenza, perché non mi fai vedere davvero la rabbia di Ines. A parte spaventare i passanti del bosco e dirmi che era diventata un mostro. Come? E che aspetto aveva? Era sempre lei? Era qualcosa soltanto nel suo sorriso? La parola mi fa pensare a che in qualche modo lei potesse essere stata posseduta da uno spirito malvagio, ma è una deduzione che ho fatto senza alcun tipo di indizio. Ma non conosco nemmeno le sue motivazioni, quindi non riesco a comprendere del tutto la sua storia. Penso che in un racconto così breve sia importante. Non ho avuto paura di lei, mi chiedevo più perché se ne fosse andata nel bosco e chi sono le persone che ha incontrato. Con un background più dettagliato il racconto avrebbe funzionato meglio. Insomma ci sono degli elementi mancanti che potevano rendere la sua storia più interessante e originale.
In ogni caso hai una scrittura davvero molto potente ed evocativa, sia in termini visivi che sensoriali. La parte finale con la bambina che provoca il cambiamento di Ines è commovente. Per cui ti consiglio davvero di continuare a partecipare, il trucco dei pochi caratteri sta nel focalizzarsi sui giusti dettagli. E tu in parte già lo fai, devi solo pensare a rendere il racconto il più completo e conclusivo possibile.
In bocca al lupo!



Ciao!
le ripetizioni sono il mio grande difetto, assieme alle virgole: a volte le metto intenzionalmente, a volte mi sfuggono.
sulla rabbia di Inès, invece, ho scelto di non descriverla per questioni di spazio e di narrazione: ognuno vive la propria rabbia in maniera diversa, e mi sembrava più interessante lasciare spazio all'immaginazione. (poi non lo so, ma penso che faccia più paura il mostro che non vedi rispetto a quello che vedi)

Re: And it's my whole heart, while tested and tried

Inviato: giovedì 3 aprile 2025, 10:44
da foxie
Debora ha scritto:Ciao Ester e benvenuta su Minuti Contati! Per prima cosa ti dico di non farti smontare dalle eventuali critiche, io sono stata massacrata più volte ma è dal massacro che imparo ad ogni edizione qualcosa in più! Ma veniamo al racconto… io ho come l’impressione che tu abbia citato qualche gioco o libro fantasy o che ti sia fatta ispirare (deduco anche dal titolo), sbaglio? Se è così mi spiace ma non conosco l’origine di questi riferimenti. Per quanto riguarda la struttura del racconto il primo appunto che ti faccio è quello dell’uso del narratore onnisciente (e vedrai che non sarò l’unica!). Se tu avessi scritto questo racconto in prima persona avresti evitato un sacco di ripetizioni (che sono disturbanti) e risparmiato molti caratteri per dare più spessore alla storia. Di positivo c’è la resa dell’atmosfera e il tema centrato e la certezza che sai scrivere molto bene, devi solo aggiustare le dosi degli ingredienti che hai a disposizione. Spero di leggerti ancora, buona edition!



Ciao!
Il titolo viene da una canzone di florence and the machine, "Which witch", che mi tormenta da settimane. L'unica altra citazione che mi sono lasciata sfuggire è quella a cappuccetto rosso sulla fine, in maniera un po' stupida.

Mi piace scrivere in terza persona, in particolare quando ho intenzione di scrivere qualcosa che vuole essere un po' straniante, con un ritmo particolare. Con la prima persona avrei rischiato di esagerare coi caratteri e di perdere il carattere un po' lirico della narrazione. (questo per preferenze personali, uso molto di più la terza persona della prima)

Re: And it's my whole heart, while tested and tried

Inviato: giovedì 3 aprile 2025, 11:15
da foxie
matt_heels ha scritto:
Ciao, Ester! Benvenuta a Minuti Contati!

Sai pennellare parole con abilità e il narratore ci accompagna insieme a Inès, svelando le sue pulsioni e la sua natura. Il tuo stile di scrittura è senz'altro elevatissimo, il che rende la lettura piacevole, ma al termine del racconto non ho trovato "spiegazione" ai tanti elementi su cui ti soffermi a lungo. Su tutti, il "genepì". Non dico mi aspettassi diventasse centralissimo nella narrazione, ma immaginavo avesse una valenza superiore nell'arco della storia. Magari la bambina avrebbe potuto regalarle una bottiglia (che poteva aver rubato al padre per non farlo ubriacare), e Inès trovava in quel liquore (e nel gesto d'affetto) un balsamo per calmare la sua rabbia.

Per il resto, tema centrato e bellissima l'ambientazione che hai saputo dipingere. Con un miglior dosaggio delle ripetizioni, visto il tuo virtuoso stile di scrittura, avremmo avuto un racconto molto più solido. Probabilmente un gioiello.

Buona edition e a presto,

Matteo


Ciao!
mi fa molto ridere che vi siate concentrati sul genepì: era un modo per ricordare a me stessa che Inès era sulle alpi, e non sperduta da qualche parte nel nulla montano. Avevo in mente un rifugio ben preciso, di cui non ricordo il nome ma ricordo molto bene il davanzale coperto di bottiglie di piante sotto spirito.
Le ripetizioni sono il mio dramma! un giorno imparerò a dosarle.
Ti ringrazio :)

Re: And it's my whole heart, while tested and tried

Inviato: giovedì 3 aprile 2025, 18:09
da Gaia Peruzzo
foxie ha scritto:Ciao!
le ripetizioni sono il mio grande difetto, assieme alle virgole: a volte le metto intenzionalmente, a volte mi sfuggono.
sulla rabbia di Inès, invece, ho scelto di non descriverla per questioni di spazio e di narrazione: ognuno vive la propria rabbia in maniera diversa, e mi sembrava più interessante lasciare spazio all'immaginazione. (poi non lo so, ma penso che faccia più paura il mostro che non vedi rispetto a quello che vedi)


Ciao di nuovo! In parte hai ragione perché l'ignoto fa paura, però penso anche che in racconti così brevi aiuti molto ad avere una figura chiara, a far visualizzare bene il lettore la storia in sé attraverso i vari dettagli. All'inizio lo fai molto bene con l'ambientazione, però su Ines, sulla sua trasformazione si perde.
Ovviamente questo è il mio parere personale, e in ogni caso spero di rileggerti ancora perché ripetizioni a parte, mi piace molto come scrivi!