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Le pene del Conte
Inviato: martedì 18 marzo 2025, 1:18
da Mario Mazzafoglie
Il Conte Dracula si sistemò il colletto del mantello con la punta delle dita, osservando il proprio riflesso stanco attraverso le crepe dello specchio impolverato.
Nella grande sala, la luce delle candele rimbalzava sulle tetre pareti gotiche.
Il Conte sfogliò l’agenda delle visite programmate al castello: il prossimo appuntamento prevedeva l’arrivo di un pullman di turisti italiani entro 5 minuti. «Per mille paletti di frassino, no!» urlò. «Arriva il peggio del peggio! L’ultima volta si misero qua fuori con le bancarelle a vendere “sangue vero del vampiro” agli altri turisti! Ah, italiani...»
Si avvicinò al grande tavolo rotondo e riempì i calici di benvenuto con prosecco preso in offerta in un discount della zona.
Nel sentire un borbottio di motore, il Conte Dracula si affacciò alla finestra che dava sul cortile: i turisti stavano già scendendo dal pullman con il loro stile dominante fatto di cappelli di paglia, infradito da battaglia, borse frigo mascherate da trolley, occhiali da sole da pregiudicati, e magliette illegali in almeno dodici galassie.
Un circo. Live.
Il Conte discese la scalinata con il suo passo cadenzato, cercando dentro di sé la serenità per affrontare l’orda nemica. Era umiliante... cosa gli toccava fare per sbarcare il lunario!
Non appena le cose sarebbero andate meglio avrebbe assunto una controfigura, se ne sarebbe andato in qualche isola sperduta e avrebbe gestito tutto in smart working.
Al piano terra, il gruppo di turisti si era già tuffato nel castello. «Signori!» tuonò. «Benvenuti nel castello dell’amore, dove prima si succhiava il sangue degli ospiti, mentre oggi gli si offre da bere.»
Quelli se ne fregarono altamente, e continuarono a scattare fotografie ai dipinti, alle teche con dentro le teste delle sue vecchie vittime, e a tutti i cimeli vari.
«Signori!» Si sforzò di mantenere un tono ironico. «Vi succhio tutto il sangue che avete in corpo e ci faccio la salsa per i prossimi 7 anni!»
Un ragazzo finalmente lo notò. «Oh, guardate là: è tale e quale a come lo fanno nei film!»
Tutto il resto del gruppo si voltò verso Dracula.
«Grande Conte! Facci vedere la dentiera!»
«Ao, che capelli zì. Che t’ha leccato la vacca in testa?»
«Vieni, tesò.» Una bionda strattonò l’amica. «Facciamo un selfie col vampiro che prendiamo una marea di like.»
Il conte Dracula ascoltò quei trogloditi e lanciò un ringhio che risuonò per tutta la stanza. Poi andò scena: si spostò rapido da una parte all’altra fino ad avvicinarsi a un uomo di mezza età, il più calmo della combriccola, e fece finta di avvinghiarsi al suo collo.
Tutti risero, ma quello non si scompose, e anzi gli sussurrò all’orecchio: «Tanto io lo so che sei davvero tu.»
Per mille paletti di frassino, che cazzo ne sapeva? I suoi occhi erano così sicuri mentre pronunciavano quelle parole. Ma no, dai, stava bluffando. E se invece no? Ad ogni modo, doveva trovare una soluzione. Metti che si spargeva di nuovo la voce che il castello era pericoloso? Quali turisti sarebbero mai venuti fin là sapendo di trovarci il vero Conte Dracula, colui che si nutriva di sangue umano?
Il Conte fu subito travolto da un uragano di seghe mentali. Si immaginò il suo castello sempre vuoto. Zero turisti, zero incassi, zero fatturato. Bollette non pagate, pignoramenti… che casino!
No! bisognava intervenire.
Il Conte Dracula condusse il gruppone al piano superiore dove offrì ai suoi ospiti il prosecchino di benvenuto.
I turisti sorseggiavano calici e curiosavano tra le attrazioni della sala.
L’uomo di mezza età si trovava sempre in disparte rispetto agli altri, con aria distratta.
Il Conte Dracula attese che gli ospiti fossero immersi nei loro interessi e indietreggiò fino a una porticina. Con la mano fece segno all’uomo di seguirlo nell’altra stanza. Quando furono soli, il Conte lo fissò dritto negli occhi. «Ora ti uccido.»
«Per l’amor di dio.» L’uomo sbuffò. «Fai. Se pensi di non poterti fermare, fallo.»
«Zitto, cazzo! Se sai chi sono perché non hai paura?»
L’uomo rise. «Se mi succede qualcosa questo castello lo fanno chiudere stasera stessa. E dopo come fa a vivere il nostro bel Conte?»
Dracula sibilò con i canini ben in vista. «Che cosa vuoi, infame?»
«Affari, Conte, affari.»
«Ti serve del sangue? Qualcuno a casa ha bisogno di trasfusioni?»
L’uomo passò un dito su una credenza impolverata e lo mise in controluce per osservarlo meglio. «Stammi bene a sentire, caro Conte. Io mi chiamo Gino, e da oggi Gino entra nella società di questo castello. Basta con questo triste turismo di massa! Da oggi si svolta: facciamo stanze per un B&B da 300 euro a notte; Sky per far vedere le partite, ristorantini, bar, sette otto ragazze “diciamo disponibili” con il pubblico.» Fece un occhiolino. «Tu non ti devi preoccupare di niente. Mio cugino ci fa pure i lavori a poco prezzo, a nero.»
Dracula sbarrò gli occhi e dovette poggiarsi al muro per non cadere. Si sentì mancare, ma si ricordò di essere un vampiro, e che per un vampiro sarebbe stato davvero troppo assurdo svenire per un calo di pressione.
Re: Le pene del Conte
Inviato: martedì 18 marzo 2025, 1:25
da antico
Ciao Mario! Malus minimo tempo per te! Buona STEFANIA TONIOLO EDITION!
Re: Le pene del Conte
Inviato: martedì 18 marzo 2025, 17:57
da alexandra.fischer
Tema centrato. Storia ironica, che vede il Conte Dracula offrire prosecco ai turisti per sbarcare il lunario. Simpatica la descrizione dei turisti, da un bel colore locale alla storia. Il personaggio dell’uomo di mezza età che si offre come preda al conte e poi gli propone di trasformare il castello in un luogo di divertimento per tutti i gusti, è ben caratterizzato. Curioso che il conte, essendo un vampiro, riesca a vedersi allo specchio.
Re: Le pene del Conte
Inviato: martedì 18 marzo 2025, 21:16
da Gennibo
Ciao Mario, come al solito è un piacere averti letto, le tue storie sono sempre simpatiche e ben scritte. Il tema centrato.
Carinissima la storia del Conte Dracula che per sbarcare il lunario deve aprire ai volgari turisti il suo castello "gotico".
In effetti, il Conte non può desiderare nulla di meglio di qualcuno che riesca a far fruttare al meglio la sua proprietà.
Limerei un pochino un paio di dialoghi che non filano liscissimi, come qui:
"L’ultima volta si misero qua fuori con le bancarelle a vendere “sangue vero del vampiro” agli altri turisti! Ah, italiani..."
che tra l'altro mi sono anche chiesta a chi stesse dicendo tutte queste cose.
Ma sono dettagli, il racconto mi è piaciuto molto, compresi i mille paletti di frassino :D
Buona edition e alla prossima!
Re: Le pene del Conte
Inviato: mercoledì 19 marzo 2025, 17:42
da julia
piacere di conoscerti mario
! ❁
「RACCONTO」racconto che in generale fa sorridere ♡ gioca molto sulla figura di dracula in un mondo moderno, con il turismo di massa che è una tematica molto sottovalutata nonostante ci si provi a parlarne molto e ovviamente i problemi economici a cui evidentemente pure i "conti" devono far fronte. direi che il finale inaspettato è stata la parte migliore della storia, perché chi se l'aspettava un tale gino
? insomma uno che va in vacanza ma con la mentalità di fare affaroni,
apperò niente male.
「TEMA」non saprei, qui ho colto poco come hai interpretato il tema. ho capito che «
se non posso seminare terrore, ispirerò amore» lo hai reso con il conte dracula che da figura iconica di mostro si ritira a vita da privato "buontempone"
passami il termine che prova l'approccio turistico per rimanere a galla finanziariamente, e... beh, e quindi
? mi manca come ispiri
effettivamente l'amore, ecco.
「CONSIGLI」per quanto sia stato facile cogliere il tuo umorismo e l'intento con cui hai scritto tutto, non si può fare a meno di notare che i personaggi sono molto stereotipati in maniera negativa e venga rappresentata l'italia con la solita solfa di
paese-di-cacca con
abitanti-di-cacca. sono italiana anch'io, figurarsi se non riconosco le varie problematiche del paese o meglio dei turisti italiani all'estero, ma qui nel tuo racconto c'è così tanto protrarre la solita storia che stufa e mi fa alzare un pochino gli occhi al cielo... dai, magari la borsa frigo a mo' di trolley è stata troppo, perché mi ha proprio portata indietro alle robe mostrate nei cinepanettoni. per carità, turisti italiani un po'
burini ce ne sono, ma dopo aver visto come si comportano quelli di altre nazionalità
come se si potesse fare di tutta l'erba un fascio, tra l'altro ho proprio rivalutato l'intera nostra categoria xD anche il dialogo sui selfie per avere tanti like, non so, abbastanza superato. mi ha dato il tutto un effetto da "
ecco l'ennesimo racconto scritto dall'ennesimo boomer", il che è un peccato
!「FRASI PREFERITE」Mario Mazzafoglie ha scritto:per mille paletti di frassino, che cazzo ne sapeva? i suoi occhi erano così sicuri mentre pronunciavano quelle parole.
Re: Le pene del Conte
Inviato: giovedì 20 marzo 2025, 12:25
da matt_heels
Mario Mazzafoglie ha scritto:Il Conte Dracula si sistemò il colletto del mantello con la punta delle dita, osservando il proprio riflesso stanco attraverso le crepe dello specchio impolverato.
Nella grande sala, la luce delle candele rimbalzava sulle tetre pareti gotiche.
Il Conte sfogliò l’agenda delle visite programmate al castello: il prossimo appuntamento prevedeva l’arrivo di un pullman di turisti italiani entro 5 minuti. «Per mille paletti di frassino, no!» urlò. «Arriva il peggio del peggio! L’ultima volta si misero qua fuori con le bancarelle a vendere “sangue vero del vampiro” agli altri turisti! Ah, italiani...»
Si avvicinò al grande tavolo rotondo e riempì i calici di benvenuto con prosecco preso in offerta in un discount della zona.
Nel sentire un borbottio di motore, il Conte Dracula si affacciò alla finestra che dava sul cortile: i turisti stavano già scendendo dal pullman con il loro stile dominante fatto di cappelli di paglia, infradito da battaglia, borse frigo mascherate da trolley, occhiali da sole da pregiudicati, e magliette illegali in almeno dodici galassie.
Un circo. Live.
Il Conte discese la scalinata con il suo passo cadenzato, cercando dentro di sé la serenità per affrontare l’orda nemica. Era umiliante... cosa gli toccava fare per sbarcare il lunario!
Non appena le cose sarebbero andate meglio avrebbe assunto una controfigura, se ne sarebbe andato in qualche isola sperduta e avrebbe gestito tutto in smart working.
Al piano terra, il gruppo di turisti si era già tuffato nel castello. «Signori!» tuonò. «Benvenuti nel castello dell’amore, dove prima si succhiava il sangue degli ospiti, mentre oggi gli si offre da bere.»
Quelli se ne fregarono altamente, e continuarono a scattare fotografie ai dipinti, alle teche con dentro le teste delle sue vecchie vittime, e a tutti i cimeli vari.
«Signori!» Si sforzò di mantenere un tono ironico. «Vi succhio tutto il sangue che avete in corpo e ci faccio la salsa per i prossimi 7 anni!»
Un ragazzo finalmente lo notò. «Oh, guardate là: è tale e quale a come lo fanno nei film!»
Tutto il resto del gruppo si voltò verso Dracula.
«Grande Conte! Facci vedere la dentiera!»
«Ao, che capelli zì. Che t’ha leccato la vacca in testa?»
«Vieni, tesò.» Una bionda strattonò l’amica. «Facciamo un selfie col vampiro che prendiamo una marea di like.»
Il conte Dracula ascoltò quei trogloditi e lanciò un ringhio che risuonò per tutta la stanza. Poi andò scena: si spostò rapido da una parte all’altra fino ad avvicinarsi a un uomo di mezza età, il più calmo della combriccola, e fece finta di avvinghiarsi al suo collo.
Tutti risero, ma quello non si scompose, e anzi gli sussurrò all’orecchio: «Tanto io lo so che sei davvero tu.»
Per mille paletti di frassino, che cazzo ne sapeva? I suoi occhi erano così sicuri mentre pronunciavano quelle parole. Ma no, dai, stava bluffando. E se invece no? Ad ogni modo, doveva trovare una soluzione. Metti che si spargeva di nuovo la voce che il castello era pericoloso? Quali turisti sarebbero mai venuti fin là sapendo di trovarci il vero Conte Dracula, colui che si nutriva di sangue umano?
Il Conte fu subito travolto da un uragano di seghe mentali. Si immaginò il suo castello sempre vuoto. Zero turisti, zero incassi, zero fatturato. Bollette non pagate, pignoramenti… che casino!
No! bisognava intervenire.
Il Conte Dracula condusse il gruppone al piano superiore dove offrì ai suoi ospiti il prosecchino di benvenuto.
I turisti sorseggiavano calici e curiosavano tra le attrazioni della sala.
L’uomo di mezza età si trovava sempre in disparte rispetto agli altri, con aria distratta.
Il Conte Dracula attese che gli ospiti fossero immersi nei loro interessi e indietreggiò fino a una porticina. Con la mano fece segno all’uomo di seguirlo nell’altra stanza. Quando furono soli, il Conte lo fissò dritto negli occhi. «Ora ti uccido.»
«Per l’amor di dio.» L’uomo sbuffò. «Fai. Se pensi di non poterti fermare, fallo.»
«Zitto, cazzo! Se sai chi sono perché non hai paura?»
L’uomo rise. «Se mi succede qualcosa questo castello lo fanno chiudere stasera stessa. E dopo come fa a vivere il nostro bel Conte?»
Dracula sibilò con i canini ben in vista. «Che cosa vuoi, infame?»
«Affari, Conte, affari.»
«Ti serve del sangue? Qualcuno a casa ha bisogno di trasfusioni?»
L’uomo passò un dito su una credenza impolverata e lo mise in controluce per osservarlo meglio. «Stammi bene a sentire, caro Conte. Io mi chiamo Gino, e da oggi Gino entra nella società di questo castello. Basta con questo triste turismo di massa! Da oggi si svolta: facciamo stanze per un B&B da 300 euro a notte; Sky per far vedere le partite, ristorantini, bar, sette otto ragazze “diciamo disponibili” con il pubblico.» Fece un occhiolino. «Tu non ti devi preoccupare di niente. Mio cugino ci fa pure i lavori a poco prezzo, a nero.»
Dracula sbarrò gli occhi e dovette poggiarsi al muro per non cadere. Si sentì mancare, ma si ricordò di essere un vampiro, e che per un vampiro sarebbe stato davvero troppo assurdo svenire per un calo di pressione.
Ciao Mario!
Entrambi abbiamo ricollocato Dracula in tempi moderni, ma al tuo forse è andata peggio che al mio xD
Il tuo racconto è divertente e scorre molto bene. La tua scrittura è molto buona e fluida: tutto fila senza intoppi e questo, in narrativa, è oro. L'effetto "caricatura" l'ho trovato propedeutico al tono del racconto e alla destinazione (vedi Gino e gli abusi edizili). Forse c'era spazio per giocare di più sull'effetto speculazione, ma non credo fosse questo l'intento principe del racconto.
Sul tema, invece, credo manchi qualcosa. Dracula ha già adibito il suo castello a museo per turisti. Seppur orgoglioso, si è già "arreso". Sul finale, la posta in gioco si alza (Dracula rischia di essere smascherato), Gino lo minaccia e lo obbliga a entrare in affari e rivoluzionare ulteriormente il suo castello. Dracula passa da "dimesso" ad "ancora più dimesso". Dracula non è affatto soddisfatto della piega che ha preso la sua vita (se non posso seminare terrore: ok), ma a mio parere è un po' sfumata la seconda metà (allora ispirerò amore). Diciamo che qui ispira solo del turismo dozzinale, ecco xD
Al netto delle considerazioni sul tema, il racconto è piacevole e intrattiene. Questo è l'imporante.
Buona edition e alla prossima,
Matteo
Re: Le pene del Conte
Inviato: venerdì 21 marzo 2025, 22:22
da Debora
Ciao Mario e piacere di averti letto. Tu sei uno che in quanto a story telling ne sai qualcosa e anche qui con 5000 battute hai costruito qualcosa di ben strutturato. Il racconto mi ha divertito ma anche un po’ indispettito: trovo che hai forzato un po’ troppo la mano con gli stereotipi su quei turisti italiani! Il tema non è proprio centrato, non mi pare proprio che il Conte ispiri amore a meno che non prendiamo per “amore” la proposta di Gino di metterci le ragazze “disponibili”! Buona edition!
Re: Le pene del Conte
Inviato: sabato 22 marzo 2025, 15:46
da Gaia Peruzzo
Ciao Mario, è bello ritrovarti!
Mi è piaciuto molto come hai mischiato la modernità dei turisti con l'atmosfera gotica del castello del conte. Di solito preferisco personaggi originali, ma come altri, anche il tuo racconto mi ha divertito. È vero che ci sono molti luoghi comuni però, secondo me, sei riuscito a incastrarli bene creando un racconto che fila via liscio. Il ricatto finale da parte del turista non me lo aspettavo. Forse potevi puntare ancora un po’ di caratteri sulla possibile disperazione di Dracula per il terrore perduto, perché parti direttamente dall’ispirare amore e adorazione da parte dei turisti. O togliere la parte in cui loro non sembrano notarlo subito, perché svia un po’ da come penso tu abbia interpretato il tema e rende il vampiro meno centrale.
In ogni caso, forse vado controcorrente, ma per me è una prova riuscita.
In bocca al lupo!
Re: Le pene del Conte
Inviato: lunedì 24 marzo 2025, 15:56
da giuseppe.gangemi
Ciao Mario,
il tuo è un racconto folgorante, capace di fondere commedia, satira sociale e rivisitazione cinematografica in un testo denso, divertente e profondo. Il protagonista è il leggendario Conte Dracula, qui ridotto a fare da guida turistica per gruppi di turisti italiani rumorosi, volgari e insensibili al fascino dell’orrore gotico.
Il racconto si apre con un Dracula stanco e indignato, costretto a preparare calici di prosecco da discount per accogliere gruppi armati di t-shirt imbarazzanti e borse frigo. L’atmosfera gotica del castello è invasa dal turismo di massa, e Dracula è ormai un’ombra di sé stesso: costretto a recitare una parte che non incute più alcun timore, deve affrontare l’umiliazione dell’indifferenza. Quando un turista lo riconosce come il “vero Dracula”, il Conte prova a recuperare dignità, ma si ritrova di fronte Gino, un imprenditore da commedia all’italiana che propone una “riconversione” dell’attività in chiave B&B di lusso, Sky e ragazze disponibili. Il finale è un colpo di genio.
Il tono è irresistibile: ironico, scanzonato, ma anche lucido. Il racconto gioca sul contrasto tra epico e grottesco, tra mito e realtà, e riesce a offrire una critica feroce alla perdita di profondità della cultura contemporanea, senza mai appesantire il ritmo narrativo. I dialoghi sono brillanti, le situazioni paradossali ma plausibili, e il personaggio del Conte è ben tratteggiato.
In relazione al tema del contest “Se non posso seminare terrore, ispirerò amore” il racconto lo affronta con una chiave originale e molto efficace: Dracula, impossibilitato a spaventare, deve reinventarsi, diventando oggetto di consumo. Non è amore nel senso sentimentale, ma è comunque una forma di accettazione, di convivenza, di trasformazione.
Il racconto si distingue per originalità, intelligenza, stile personale e capacità di unire leggerezza e riflessione. È un testo che riesce a far ridere con intelligenza e a parlare del presente con profondità, usando un mostro antico per raccontare il nostro tempo.
Alla prossima!
Re: Le pene del Conte
Inviato: martedì 25 marzo 2025, 9:57
da Manuel Marinari
Ciao Mario,
mi piacciono i racconti che prendono personaggi conosciuti nel mondo letterario. Tu hai scelto un vero classico e lo hai reso in chiave moderna e ironico. Apprezzo questo tentativo, a me non riesce con così semplicità.
Qualcosina non mi ha convinto del tutto.
Allora, purtroppo il primo elemento è proprio all'inizio della storia: nonostante la rivisitazione del Dracula moderno, non avrei utilizzato la scena dello specchio. Una delle caratteristiche tipiche delle creature demoniache, tra cui il vampiro, è che di fronte allo specchio non riflettono la propria immagine. L'avrei mantenuta questa tipicità. Ma siccome era inserita proprio in incipit, non ho potuto fare a meno di citartela. Detto ciò, non è una regola di base, c'è chi la adotta e chi no.
La rappresentazione dei turisti italiani, al contrario di altri che ti hanno commentato, non mi è dispiaciuta. Anzi, il racconto ha una chiave ironica, hai fatto bene, a mio avviso, a calcare la mano sullo stereotipo. Ottima scelta, secondo me.
L'altro elemento che mi ha convinto poco è l'uomo di mezza età: entra un pò in sordina e di punto in bianco dice che si prende la gestione del castello in pratica. Non so, lo avrei caratterizzato diversamente. Mi immagino un uomo d'affari differente, anche nella rappresentazione della sua figura scenica. Negli abiti, nel look. Non so.
In generale, il finale forse pecca di qualcosa: più che amore, in lui ci ho visto rassegnazione.
Buona edition