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Tutto è relativo

Inviato: giovedì 24 settembre 2015, 0:32
da Valeria_Imperi
La fine del mondo è un evento relativo.
Si sa, quel che il bruco chiama "fine del mondo", il resto del mondo lo chiama farfalla; lo abbiamo letto tutti su qualche social.
Personalmente, ho visto troppi annunci della fine del mondo imminente per preoccuparmene seriamente.
Mia madre è sempre stata una fan delle apocalissi: profezie dei Maya, millennium bug, la rotazione della Terra che si ferma ed inizia a girare in senso opposto... Ne posso citare altre.
Sarà per questo che ogni nuovo allarme di pestilenza, agenti tossici, minacce dallo spazio mi lascia comprensibilmente freddina.
L'Apocalisse è sempre stato, secondo me, un concetto volutamente vago, un balocco mitologico con cui ogni cultura si è più o meno trastullata... A meno che non avesse questioni più serie di cui occuparsi. Riflettendoci, gli antichi Romani non mi pare cianciassero di fine del mondo. Alle terme probabilmente avevano argomenti più interessanti di cui parlare. Il loro pantheon era rissoso ma abbastanza affidabile, magari discutevano di tasse e del malcostume, dei barbari esotici e pericolosi... Ma alla fine hanno avuto la loro bella apocalisse. Roma spazzata via, popolazione decimata e via discorrendo.
Nel Medioevo, le apocalissi erano su scala più ridotta, ma continue... Peste, incursioni, carestie. Chi sopravviveva magari aspettava quella grossa come un sollievo, chissà.
La verità è che ci piace trastullarci col pensiero morboso della fine del mondo. Arrivano gli zombie, ammazzano tutti e anziché andare in ufficio devo preoccuparmi della sopravvivenza. Si, certo, ci ho pensato anch'io. Curiosamente, in questi scenari che dipingiamo, noi sopravviviamo sempre. In fondo, se muoriamo noi, che ci frega di come va il resto? Bisogna essere ben depressi per mettersi ad immaginare nei particolari il mondo dopo di noi, senza di noi.
Ho letto un sacco di racconti di fantascienza, da ragazzina. Ogni tanto spuntava fuori la fine del mondo, e ognuno se la organizzava in modo diverso. C'era quella rapida che se ne accorgeva solo lo scienziato di turno e paf! finito. C'era quella con tante avvisaglie ma che non si capiva, oppure quelli che tentavano l'esodo planetario, o quelli che fuggivano solo loro... Ce n'era uno tristissimo in cui si mostravano le reazioni di un tot di personaggi: quello che faceva finta di niente, quello che si dava al sesso o all'alcool... C'era quella che si organizzava per capire il momento giusto in cui dare il sonnifero ai figli e li metteva a letto. Si, era piuttosto deprimente.
Ma sto divagando... Non che abbia molto di meglio da fare, in effetti. Se mi mettessi a pensare, a riflettere seriamente su tutto quel che avrei voluto fare nella vita, alle occasioni sprecate o anche solo a tutto quel che avrei da fare la prossima settimana... Altro che fine deprimente. Meglio prenderla con un po' di spirito. In fondo, ho sempre desiderato fare la scrittrice, no? Ed ora mi sto realizzando.
Sinceramente però non ho nessuna intenzione di mettermi ad elucubrare proprio sulla fine del mondo.
Certo, se quel fottuto meteorite l'avessero visto, che so io, una settimana fa... Non dico che ci si sarebbe potuto far qualcosa, ma almeno avrei evitato di fare parecchia fatica inutile.
Tutti buoni oggi a polemizzare sui tagli alla ricerca spaziale.

Inviato: giovedì 24 settembre 2015, 14:55
da Daniele_picciuti
Eccomi qui, dunque più che un racconto è un lungo flusso di pensiero, ben scritto per altro e scorrevole, a tratti divertente, che conduce fino alla rivelazione finale e alla battuta sui tagli alla ricerca spaziale. Funziona tutto abbastanza, anche se non l'ho trovato particolarmente coinvolgente. Forse, tra i flussi di pensieri, sarebbe stato meglio "vedere" anche qualcosa di ciò che sta accadendo intorno alla protagonista. Magari anche "mentendo" al lettore, mostrare un tizio al bar che esce senza pagare, un giovanotto che ruba la pensione a una vecchietta, un tipo in giacca e cravatta che ruba le monete di un cieco che elemosina in strada... cose da fine del mondo, insomma. Cose che, se fatte ora, non frega niente a nessuno perché non ci saranno conseguenze . Non so se mi spiego. :)

Inviato: giovedì 24 settembre 2015, 20:19
da Polly Russell
Molto grazioso, ma già te lo avevo detto. Certo non posso considerarlo un racconto in senso stretto. Manca la "storia" dell'io narrante.

Ciò nonostante mi è piaciuto. La battuta finale, azzeccata e, tra l'altro, bene incastonata nei fatti degli ultimi tempi.

Inviato: giovedì 24 settembre 2015, 20:45
da Flavia Imperi
Ciao sorella!
Innanzitutto benvenuta finalmente in questo matto angolo di mondo, vedrai che ti farai le ossa e affinerai le tue doti da scrittrice (vizio di famiglia)! Sai che adoro dirti dove hai sbagliato, (secondo vizio di famiglia) quindi ecco qui la mia critica al racconto. In linea di massima concordo con Polly e Daniele, manca un po' la storia. Il discorso teorico non permette a chi legge la storia di immedesimarsi, è più una cosa a senso unico da parte di chi scrive.
Alcuni concetti poi sono un po' ripetitivi (per es. ci piace trastullarci).
D'altro canto sono una fan del tuo humor, il finale è stupendo, e sono sicura che scriverai grandi cose da qui in avanti. Per sarai giù nella classifica, ma puramente per una questione "tecnica".

Inviato: venerdì 25 settembre 2015, 11:52
da antico
Ciao Valeria e benvenuta a Minuti Contati!
Dunque, il racconto nel tuo testo s'intravede nelle ultime righe, tutto quanto precede lo utilizzi come pretesto per una riflessione che diviene flusso di pensiero teso a creare il terreno per un finale che dovrebbe giungere inaspettato non fosse che il lettore se lo può immaginare con largo anticipo facendo venire così a mancare l'effetto sorpresa. La forma è buona, sullo stile non posso esprimermi perché, appunto, trattasi di non racconto. Il consiglio giusto te lo ha dato Daniele: devi seminare all'interno del testo. Anche fare assumere alla protagonista degli atteggiamenti non consoni potrebbe essere una via, farla agire come una fuori di testa, mostrare l'anarchia che precede il nulla. C'è da lavorarci, ma il laboratorio esiste per quello e Flavia saprà indicarti la strada, se lo vorrai. Per quanto riguarda il mio giudizio il pollice è giù. Ti aspetto nelle prossime edizioni di Minuti Contati!

Inviato: venerdì 25 settembre 2015, 21:17
da marco.roncaccia
Ciao Valeria,
il tuo testo è scritto molto bene è scorrevole, ironico, ma, come ti è stato fatto notare, tecnicamente non è un racconto. Hai ritmo, una buona scrittura dalla tua parte e se ti applicassi un minimo alle regole base della narrativa sono sicuro che faresti faville (pare che una fervida fantasia sia del tutto di casa nella tua famiglia).

Inviato: lunedì 28 settembre 2015, 18:41
da Valeria_Imperi
Grazie a tutti!

Si, decisamente ne ho da studiare... E l'influsso malvagio di certi raccontini di fantascienza vecchio stampo non si decide ad abbandonarmi, a quanto pare! Ma racimolando minuti qua e là chissà che prima o poi non riesca a produrre qualcosa di buono. Come ad esempio un racconto vero e proprio, per iniziare!