Una bara da quattro soldi

72ª Edizione della sua storia, Minuti Contati ospita una guest star d'eccezione: Augusto Chiarle. QUI potete visionare il trailer, al suo interno sono disseminati degli indizi sul tema con cui gli autori dovranno confrontarsi. Il VIA è fissato per lunedì 19 ottobre alle ore 21.00.
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chiara.rufino
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Una bara da quattro soldi

Messaggio#1 » lunedì 19 ottobre 2015, 23:26

L'odore acre del sudore e del vino lo investì come una carrozza lanciata nella sua corsa.
James si turò il naso con un fazzoletto che aveva nel bavero della giacca e cominciò a tastare le figure che si trovavano sotto di lui.
Constatò che era davvero facile derubare quei poveri morti di fame; venivano là, nel suo dormitorio, e lo pagavano per dormire nelle bare non usate.
Quelli ancora troppo coscienti li ammazzava, passandogli sotto il naso una potente dose di laudano.
Sei mesi di attività e ancora non l'avevano beccato.
"Devo farti i miei complimenti, sei stato molto sveglio; dopo tutto il caos successo coi tuoi genitori".
Si complimentò con sé stesso e sorrise.
E dire che suo padre l'aveva pure sbattuto fuori di casa, quando aveva saputo che se n'era andato da Eton per iniziare la sua carriera di scienziato alle fiere.
Era riuscito a brevettare un velivolo che gli permetteva, sfruttando il vapore, di sorvolare Londra indisturbato.
Le ali erano il calco di quelle dei falchi, rapide e veloci nelle escursioni notturne.
Trovò un orologio d'argento e il suo possessore si mosse nel sonno, brandendo una mano per riaverlo.
"A cuccia!"
James gli diede uno schiaffo e la mano tornò al suo posto, confusa dalla botta ricevuta.
Con quell'ultimo oggetto gli mancavano solo mille sterline per completare il suo progetto; rendere ancora più efficace il suo brevetto.
Uno sghignazzare sommesso lo fece trasalire e James si girò nella direzione indicatagli dal suo udito; un barbone, piuttosto sporco e mal nutrito, rideva nel sonno, stringendo al petto una borsa che sembrava piena.
Il fazzoletto col laudano era ormai inutilizzabile e James si maledì, sprecarne due in una sera lo considerava un abominio ma quella borsa pareva piena delle sterline mancanti.
Si avvicinò all'uomo e, stappata la boccetta, gliela posizionò direttamente sotto il naso, aspettando.
Una civetta cantò alla luna e James fu preso dal panico, lasciò cadere la boccetta ed inciampò sulla caviglia dell'uomo.
Il barbone, rimasto immobile, pareva essere morto e James tirò un sospiro di sollievo.
Sgusciò in avanti e spostò le braccia del barbone sopra la sua testa, liberando così la borsa.
S'alzò in piedi e constatò che non solo era piena di quelli che parevano orologi, ma erano anche funzionanti.
Fece un salto indietro e gioì.
"La mia macchina, i miei soldi, il mio..."
BAM!
Una legnata lo colpì sulla testa, facendogli perdere i sensi.
"Il mio brevetto!".
James finì la frase e sbatté le palpebre. Era buio e non si spiegava come fosse possibile.
Tese le orecchie e cercò di origliare.
"Era un così bravo giovane!"
Sua madre? Perché?!
Una botta arrivò dall'alto, colpendo il coperchio della bara.
Suo padre gettò la prima manciata di terra, concludendo il funerale prematuro del suo unico figlio.
Urla sorde proruppero dalla tomba.


404 Patience Not Found

Veronica Cani
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Messaggio#2 » mercoledì 21 ottobre 2015, 12:02

Racconto divertente e scorrevole, idea originale. Riguardo al tema della gara, direi che è rispettato, visto che lo espliciti nel passaggio in cui descrivi il brevetto di James. Ti faccio due appunti sulla forma: nella frase “Quelli ancora troppo coscienti li ammazzava, passandogli sotto il naso” correggi il pronome di “passandogli”; visto che è concordato con una forma al plurale, meglio scrivere “passando loro sotto il naso”. Il secondo appunto riguarda il periodo “Il fazzoletto col laudano era ormai inutilizzabile e James si maledì, sprecarne due in una sera lo considerava un abominio ma quella borsa pareva piena delle sterline mancanti.”: è troppo lunga e faticosa; io la spezzerei inserendo due punti tra “maledì” e “sprecarne”. Buon racconto, complimenti! :)

viviana.tenga
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Messaggio#3 » giovedì 22 ottobre 2015, 7:52

Ciao Chiara,

Il tuo racconto è stilisticamente ben scritto, ma purtroppo non del tutto riuscito a livello di trama, che ho trovato traballante per due motivi: primo, l'idea stessa di fare soldi rubando a gente così disperata da essere disposta a dormire dentro bare (e il fatto che simili persone abbiano orologi d'argento che non si sono ancora venduti). Secondo, la comparsa dei genitori alla fine, la cui dinamica mi rimane tra l'altro un po' oscura: sapevano già da tempo ma hanno aspettato fino all'ultimo per ucciderlo? O per una coincidenza abbastanza irreale lo scoprono proprio quando aveva finito di racimolare la cifra che voleva (senza però arrivare in tempo per salvare l'ultima vittima)?
Altro tasto dolente è il tema, preso molto di sfuggita: in fondo, se l'invenzione da brevettare fosse stata qualsiasi altra cosa, la storia non sarebbe cambiata di una virgola.
Peccato perché il personaggio di James e alcuni degli spunti presenti erano decisamente interessanti, ma così com'è il racconto non mi ha convinto molto.

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chiara.rufino
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Messaggio#4 » giovedì 22 ottobre 2015, 10:13

Ciao a tutti per i commenti!

Intanto, grazie per le note e le critiche. Su James e i genitori, penso che sia ovvio che dei genitori vadano al funerale del figlio, sebbene l'abbiano rinnegato.

Del dormire nelle bare, mi sono informata su internet ed era una pratica diffusa nell'Ottocento inglese, chiedo venia per le scarse informazioni che v'ho riportato qua. E penso che chiunque, più o meno, avesse un orologio a quell'epoca, visto che anche Dickens lo dà in mano ai più

reietti di Londra.

 
404 Patience Not Found

viviana.tenga
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Messaggio#5 » giovedì 22 ottobre 2015, 12:27

Scusa, ho riletto il racconto e mi sono resa conto che sulla questione dei genitori ero io che avevo preso un abbaglio clamoroso, fai conto che non abbia detto niente. Come piccolo suggerimento, forse avrei inserito una riga bianca di stacco dopo che lui perde i sensi per chiarire che si cambia completamente scena (riconosco che il fatto che non ci sia non è una scusa per non capirlo, ma giusto per aiutare ulteriormente il lettore). Comunque in fase di classifica correggerò senz'altro il tiro in positivo rispetto al commento precedente.
Per quanto riguarda il dormire nelle bare: non sapevo che fosse una pratica diffusa, ma sulla cosa in sé non avevo troppi problemi a crederci. Solo, mi sembra che comunque dovesse essere gente messa male e ok avere un orologio, ma d'argento? Quello che volevo dire è che in generale mi sembra strano che gente che dorme in delle bare possegga oggetti davvero di valore...

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chiara.rufino
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Messaggio#6 » giovedì 22 ottobre 2015, 14:46

Beh, mi dispiace se continua a non tornarti quel passaggio.

Avendo letto molta, forse troppa letteratura inglese, considero quasi normale che una persona possegga un orologio da taschino. E  non scordiamo che i taccheggiatori esistevano già a quei tempi.
404 Patience Not Found

carla anastasio
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Messaggio#7 » giovedì 22 ottobre 2015, 15:00

Ciao Chiara,

trovo il racconto scorrevole e ben scritto, ma con uno squilibrio narrativo tra la prima parte e la conclusione: la presentazione del protagonista è buona, particolareggiata, (anche se non capisco perché   un inventore di macchine volanti gestisca un dormitorio e soprattutto perché pieno di bare), però si perde nella descrizione di particolari  o azioni ininfluenti (la civetta che canta, lui che inciampa sulla caviglia ed il barbone che rimane immobile non aggiungono nulla alla storia),  quindi si arriva al finale che, per  l'assenza di uno stacco grafico tra la botta in testa e la  sepoltura del protagonista, fa credere che siano stati i suoi genitori a 'punirlo'.  O forse è così?

Nel complesso godibile, ma con il finale un po' fuorviante.

 

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Andrea Partiti
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Messaggio#8 » martedì 27 ottobre 2015, 1:35

Sul tema bari un pochino, perché il brevetto potrebbe riguardare qualsiasi cosa senza cambiare il racconto.
L'idea che sviluppi mi piace molto, un po' alla sweeney todd, ma meno drastico, anche se mi sembra un bersaglio pessimo per un rapinatore, quelli dei senzatetto. Trovare un modo per derubare qualcuno con delle finanze migliori sarebbe un grosso miglioramento, e sono sicuro che una mente capace di progettare una macchina volante a vapore inventerebbe un piano ottimo per riuscirci!
Anche le atmosfere che crei sono molto convincenti, danno un'aria inquietante di grande normalità a tutto quel che succede.
Il finale è un po' brusco, magari in una revisione successiva lo separarei nettalmente dalla narrazione precedente (il confine ora è ambiguo), magari esplicitando meglio quelle urla sorde. Nonostante un paio di riletture mi sembra l'ambiguità tra "lo stiano seppellendo vivo coscientemente, anche se urla" e "la botta gli ha fatto inalare una dose massiccia di laudano e l'hanno preso per morto, non sta urlando davvero".

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patty.barale
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Messaggio#9 » mercoledì 28 ottobre 2015, 11:39

Ciao Chiara.

Il tuo racconto riesce a creare bene l'atmosfera dei diseredati della Londra ottocentesca (mi hai fatto ricordare "From Hell" di Alan Moore!) e scorre bene fino alla sepoltura: la mancanza di uno stacco grafico mi ha lasciata un attimo confusa.

Critiche:

-il barbone con la borsa piena di orologi... Mi sembra strano che non sia andato a monetizzarli invece di portarseli appresso in un giaciglio tanto insicuro e in un ambiente pieno di ladri come i bassifondi londinesi dell'epoca.

-"passandogli sotto il naso" penso sarebbe meglio "passando loro"

-il tema c'è, ma in maniera molto marginale (il fatto che sia un velivolo e non un pallone aerostatico o qualche altra diavoleria a vapore non è fondamentale nel racconto)

 

Alla prossima!

 

Wikierrante
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Messaggio#10 » mercoledì 28 ottobre 2015, 18:58

Ehilà Chiara!
Non mi ripeterò su ciò che già altri hanno commentato prima di me, volevo dirti che ricrei bene il tema dell'epoca sin da subito. Già dalla prima frase stabilisci con il lettore il punto di visione comune riguardo al quando e al dove si sta svolgendo la vicenda, e questo lo trovo essenziale.
Il tema lo vedo un po' sfiorato di striscio, c'è la notte, ma meno le ali, se magari avessi inteso il brevetto non come lo scopo delle sue malefatte, ma come il mezzo con il quale le perpetrava sarebbe stato più centrato.
Ma comunque, a parte qualche ripetizione ad un certo punto ho perso la dimensione spaziale in cui si svolgevano le azioni: se i dormienti sono nelle bare, come fa a inciampare sulla gamba del barbone?
Mi piace la conclusione, anche se sento che c'è qualcosa che manca. Non riesco a capire bene: è stato vittima di un agguato? L'assalitore era legato a lui in qualche maniera, o era solo un tizio che voleva derubarlo? Vedo il protagonista molto vittima degli eventi, e il conflitto con cui si scontra e dal quale esce perdente lo travolge senza che lui possa fare molto.
In più, nessuno che controlli se James è vivo, prima di infilarlo dentro una bara e seppellirlo? Credo che anche all'epoca, se si ritrovasse un cadavere, prima di gettarlo dentro la terra passi abbastanza tempo, durante il quale potrebbe essersi ripreso da una "semplice" legnata.
Comunque, a conti fatti, tranne queste mie perplessità qui e là, un bel racconto, collocato nel suo tempo.

Ps: troppi punti e a capo. Quando non cambi argomento ma le frasi sono collegate, il punto fermo con la continuazione è perfetto.

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raffaele.marra
Messaggi: 397

Messaggio#11 » giovedì 29 ottobre 2015, 9:02

Un racconto che vanta una notevole originalità e un rapporto tra dramma e ironia molto ben equilibrato. Mi è piaciuta l’ambientazione storica e il protagonista risulta abbastanza credibile e ben delineato. Ho però delle perplessità sulla rispondenza al tema del mese: le ali della notte, qui, sono solo un aspetto piuttosto marginale della storia, un dato secondario che potrebbe benissimo essere sostituito con qualcos’altro senza che il racconto muti sostanzialmente la propria identità.

Angela_Bernardoni
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Messaggio#12 » venerdì 30 ottobre 2015, 23:26

Ciao Chiara, hanno già detto tutto gli altri, sono i problemi del commentare per ultimi. Lo stile mi piace, è molto Dickens, ci sono le bare, ci sono i barboni, si riesce quasi a percepire la patina di sporco sui muri del dormitorio e l'alito pesante dei dormienti. Però davvero, poi mi spiegherai se l'hanno seppellito vivo o no, perché il dubbio mi resta. Come altri racconti di questo gruppo, il limite di battute ti ha castrato, non lasciando alla storia lo spazio per dispiegarsi bene.

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antico
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Messaggio#13 » domenica 1 novembre 2015, 10:35

Parto dal tema, secondo me rispettato. L'attività dubbia del protagonista si svolge di notte e la stessa è per lui possibilità per racimolare il gruzzolo necessario per... spiccare il volo. Molto forti e delineate le sensazioni che lasci al lettore, c'è stato un problema di a capo sulla questione "genitori", a una prima lettura sembrano davvero loro a colpirlo. Il problema dell'inciampare non si capisce proprio, teoricamente sono dentro le bare i barboni. Dagli una ripulita e vedrai che avrà tutto un altro appeal. Per il momento il pollice è NI, ma più che altro per questa serie di problemi che ti ho delineato che sono tutti facilemente risolvibili. See you in the lab!

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