Sopra le onde

72ª Edizione della sua storia, Minuti Contati ospita una guest star d'eccezione: Augusto Chiarle. QUI potete visionare il trailer, al suo interno sono disseminati degli indizi sul tema con cui gli autori dovranno confrontarsi. Il VIA è fissato per lunedì 19 ottobre alle ore 21.00.
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willy
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Sopra le onde

Messaggio#1 » lunedì 19 ottobre 2015, 23:27

Lascio la carcassa del pesce con cui ho banchettato con le viscere sparse sull'umido della sabbia e mi alzo in volo. Scivolo sopra le onde sfiorandone appena la superficie; ancora non mi sono abituato alla leggerezza, volo radente per stare vicino al mare, per sentire gli spruzzi salati colpirmi e rotolare via dalle piume. Mi viene incontro la notte con il suo abbraccio tetro. Pochi sanno che anche da vivo l'amavo, cercavo rifugio tra le sue ombre. Poi l'ho trovato. Un'ombra talmente grande che mi ha avvolto come un sudario.
Ho quasi raggiunto la mia destinazione: vedo la barca a vela dondolare placida nell'ansa solitaria. Il luogo perfetto per l'amore.
Manca solo la luna, i miei occhi sono in netto vantaggio.
Planando tra gli scogli, osservo il ponte: lei è seduta a tavola e la poca luce fa risplendere la pelle che il vestito lascia scoperta. Lui le sorride sopra il calice che spumeggia. Maledetto. Gli guardo le mani e sento ancora il coltello che mi ha spaccato il cuore in due, rivedo il lampo di feroce soddisfazione che gli spalanca gli occhi, la sferzata d'odio che gli attraversa il braccio e mi trapassa più della lama.
Marion gli parla in tono soffuso e non sono abbastanza vicino per sentire, ma lo vedo abbassare le palpebre. È la loro prima uscita in barca, ne sono certo: ho tenuto d'occhio il porto in ogni stagione dalla mia dipartita.
Mi avvicino, affondo gli artigli nella sabbia,
voglio sentire di nuovo la sua voce.
«È già passato un anno, domani... a volte mi sembra incredibile, lo sento ancora così vicino.»
È dolce, musicale. È quella che mi svegliava al mattino.
«Vero. Però bisogna saper voltare pagina, sei giovane, la vita ricomincia ogni giorno.»
Le sorride.
«Hai ragione, ma capisci? Non è facile con te davanti. Scusa, non volevo dire... è che siete così simili.»
«Ora non ci pensare, vieni. Siamo fortunati, non c'è luna. Stendiamoci sul ponte, le stelle sono una meraviglia.»
Una folata di vento mi porta il suo profumo.
Il cuore mi batte veloce, non se riuscirò a spiccare il volo.
Ce la faccio e li osservo dall'alto, le mie ali si spiegano sopra le loro vite. La mia Marion dalla pelle di seta, le sue labbra che non potrò più baciare. Mi manca come l'aria.
Guardano il cielo nel silenzio perfetto della notte. Lui non sa di stare fissando la sua ultima fotografia. Allunga una mano a sfiorarle una spalla, poi il seno.
Concludo il cerchio prima di scendere in picchiata, mirando agli occhi. Sangue, urla, il mio grido stridulo che fende la notte.
Poi mi lancio in acqua a lavare un sapore che non riuscirò mai più a dimenticare.



alexandra.fischer
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Messaggio#2 » martedì 20 ottobre 2015, 21:03

SOPRA LE ONDE di Vilma Cretti Il punto di vista del tuo racconto è molto interessante. È quello del compagno di Marion mutato in gabbiano dopo la morte inflittagli con il coltello dal rivale, il quale sta seducendo la donna in barca. Il finale è sanguinario. L’uomo assassinato divenuto gabbiano usa gli artigli per prendersi la rivincita, ma non la vita di prima, descritta da te con grande abilità (sembra di essere davvero nei suoi ricordi. Ama Marion e lo farà sempre, rimpiangendo di averla perduta). Racconto originalissimo di una notte sul mare.

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Monica Patrizi
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Messaggio#3 » martedì 20 ottobre 2015, 22:53

Molto bello e suggestivo, fa pensare ad un noto film di Hitchcock. Scritto molto bene, sembra di planare a pelo d'acqua col protagonista. L'atmosfera è tetra ed il finale spiazza il lettore. Complimenti. Io già lo so, stilare la classifica di questo gruppo non sarà facile, sono 9 racconti carichi di atmosfera, di cura per i dettagli ed originali, proprio come questo, e scegliere il migliore tra tutti non sarà facile... Brava davvero.

Simone Cassia
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Messaggio#4 » mercoledì 21 ottobre 2015, 17:53

Ciao Vilma,
racconto con un buono stile ma che non mi convince pienamente.
La parte iniziale e la descrizione del volo è sicuramente il punto più forte del racconto poi qualcosa inizia a non andare come dovrebbe, a mio avviso.
Scopriamo che il protagonista-uccello è stato un uomo, innamorato, che vuole vendicarsi del suo assassino che tra l’altro insidia la sua donna (e anche con discreto successo).
Adesso sorgono una manciata di domande: come e perché è diventato un uccello? Perché è stato ucciso? Perché lei esce con il suo assassino? Perché lui e l’assassino sono così simili (per stessa ammissione di Marion)?
Non solo, anche i dialoghi e la situazione suonano ben strani. Mi chiedo se davvero una donna ancora così ferita dalla morte del proprio uomo uscirebbe con qualcuno che minimizza il suo dolore sviando ripetutamente l’argomento della conversazione e che le tasta il seno dopo che lei gli ha confidato di sentire ancora vicino l’altro uomo… non so.
Il finale violento ben si intona con la disperazione del protagonista per non poter più avere la propria amata e risolve bene il racconto.
A rileggerci.

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angelo.frascella
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Messaggio#5 » giovedì 22 ottobre 2015, 15:11

Ciao Vilma

Racconto interessante il tuo, con uno stile raffinato e un tema originale. C'è qualche incertezza in alcuni dettagli: difficile che su una barca a vela ci sia spazio per banchettare seduti a tavola; il gabbiano affonda gli artigli mentre è sulla barca (oppure riesce a sentire le parole e vedere il viso a distanza enorme, mentre lui è nella sabbia e loro in mare); perché il gabbiano dice che il suo assassino sta guardando una fotografia se è steso a guardare il cielo? E poi perché l'assassino ricorda l'ex alla ragazza? Erano fratelli. A parte questi dettagli, però, comprensibili in una gara senza respiro come MC, il racconto mi è piaciuto. Brava.

A rileggerci
Angelo

enrico.nottoli
Messaggi: 82

Messaggio#6 » domenica 25 ottobre 2015, 17:29

Ciao Willy,
nel tuo racconto il tema è forte e originale. Mi piace l’ambientazione marittima che hai saputo tracciare. La storia è coinvolgente anche se a tratti risulta essere ai limiti dello stereotipo: il cattivo che uccide il protagonista per rubargli la donna amata, e poi la vendetta. è una storia già sentita. Nel complesso però un bel racconto.
Ciao :)

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beppe.roncari
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Messaggio#7 » martedì 27 ottobre 2015, 13:09

Ciao Willy!
Interessante racconto, buon punto di vista nella prima parte, poi ti perdi un po'. Fai uno spiegone non necessario sul fatto che il gabbiano/falco (perché ha gli artigli) è la reincarnazione di un uomo ed è stato ucciso dal rivale ma lasci altre cose più importanti incerte, tipo: era il suo gemello? Suo fratello?
Non è facile con te davanti. Scusa, non volevo dire… è che siete così simili.

Si limita poi ad accecarlo (l'ultima "foto") o lo uccide?
Non so. Una prova media, per me.

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Vastatio
Messaggi: 621

Messaggio#8 » martedì 27 ottobre 2015, 21:06

Ciao, un storia non propriamente originale vissuta però da un protagonista inusuale. L'idea in sé è bella, ma avrei preferito trovarci qualcosa di veramente nuovo. Un gabbiano/albatross con gli istinti animali ma con quel qualcosa della sua vita precedente che lo obbliga a quell'atto di vendetta, magari con un segno distintivo(fisico o corpontamentale) che aveva l'uomo. Mi fa storcere il naso questa reincarnazione e consapevolezza così perfetta da uomo a volatile (e qui ho evitato facili battute), descrizioni cosi poetiche in testa a un uccello non ce le vedo. Il tema però c'è ed è parte del racconto stesso.


Strellima
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Messaggio#9 » giovedì 29 ottobre 2015, 12:06

Ciao Willy, felice di leggerti.
Ho apprezzato davvero l'interpretazione originale del tema, che pur nella sua semplicità trovo interessante. Il brano è ben equilibrato tra parti descrittive e dialogate, scorrevole e coerente, in poche parole ben gestito. Avrei spostato la rivelazione delle reali motivazioni del gabbiano all'ultima parte del brano, per lasciare ambiguità sulla reale natura del protagonista fino alla fine. Come avresti potuto fare, secondo me? Porre l'accento sulle caratteristiche animalesche (sensazioni fisiche legate agli spruzzi di acqua salata, all'odore del pesce etc..) all'inizio e aggiungere i pensieri d'amore solo alla fine, come reazione alla conversazione. Qualche dubbio anche sulla velocità con la quale la signorina ha dimenticato il suo defunto amore.
Nel complesso un brano interessante, che funziona.
Alessandra

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willy
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Messaggio#10 » giovedì 29 ottobre 2015, 17:58

Grazie a tutti quelli che sono passati, per i consigli, per i complimenti e le tirate d'orecchi.
Alcuni chiarimenti:
nella mia testa il rapace è un tipo di falco marino (specie rara, lo ammetto) e il motivo per cui il protagonista si reincarni in questo volatile non è dato sapere.
Il gemello del protagonista è facilitato nel compito di "agganciare" la compagna del fratello per la somiglianza tra i due, ed è per questo che lui dice:
rivedo il lampo di feroce soddisfazione che gli spalanca gli occhi, la sferzata d’odio che gli attraversa il braccio e mi trapassa più della lama.
Il falco acceca il rivale, non lo uccide.

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antico
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Messaggio#11 » domenica 1 novembre 2015, 17:08

Racconto irrisolto. Ottimo tutto tranne il quid. Sembra un angelo, sembra un demone, un vampiro, una sirena volante, uno spirito, un uccello. Come ha fatto a reincarnarsi? Ok, non è importante, ma lui non si pone domande ed è rimasto un anno ad aspettare proprio lì, perché? E poi dici che lo acceca, sembrava che in qualche modo l'avesse ucciso. Insomma, un pollice NI dettato da tutti questi elementi senza contesto. La forma, come al solito, è ottima.

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