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Un lavoro come un altro - Roberto Romanelli

Inviato: lunedì 19 ottobre 2015, 23:50
da Vastatio
-Hei,guarda dove vai stronza!
Luna cercava di evitare al meglio la folla nelle strade illuminate dai neon.
«Cazzo Cody, ti ho detto di aggiornarmi ogni due minuti!»
«Tutto uguale, ti sto mandando i dati sul tuo Times Square» la voce di Cody le arrivò chiara direttamente nel cervello. Luna aveva dato massima priorità al circuito di comunicazione. I suoni del mondo reale erano eco lontani filtrati dal software.
«Non ho tempo di leggere i tuoi fottuti dati, sto cercando di non ammazzare qualcuno mentre arrivo da lei»
-Levati di mezzo idiota! - Luna schivò di misura un ubricò che aveva deciso di vomitare proprio dietro la curva a pochi isolati dall'appartamento di Maria.
«Dimmi come sta mia sorella. Con la tua cazzo di voce!»
«E' ancora dentro la Matrice. Segni vitali costanti. Sto cercando di riconnettermi, ma l'ICE del sistema continua ad escludermi»
Luna correva da dieci minuti. Da quando la moto si era spenta improvvisamente nel momento in cui la sua chiave crittografica di proprietà era stata cancellata.

Maria cercava disperatamente di uscire dal sistema. Cody era stato sbattuto fuori nel momento in cui avevano tentato di forzare un blocco di dati cifrati. Lei non era stata così fortunata. Si erano immersi nell'ICE di quella che doveva essere una piccola società di alimenti e invece da un cubo dati erano usciti due CORVI SPAZZINI. Si voltò per vedere come stavano lavorando le sue FATE D'OMBRA. Aveva liberato tutte le FATE che aveva. Le erano costate due anni di risparmi, non aveva previsto di usarne nemmeno una per quel lavoretto, ma con due CORVI SPAZZINI... Ogni FATA stava replicando l'impronta digitale di Maria per tutto quel settore della Matrice. I CORVI puntavano verso una delle esche e ne disgregavano il codice. Solo che i CORVI erano più veloci delle FATE.

Luna si fermò di scatto a meno di cento metri dalla sua meta. Se il messaggio automatico di pericolo di sua sorella le aveva fatto abbandonare una cena di lavoro con un possibile cliente ora erano stati i suoi allarmi a costringerla a fermarsi.
Non solo era sospetta la presenza di una macchina governativa parcheggiata a pochi metri dall'appartamento di Maria, ma che quella macchina fosse anche schermata oltre il livello A5 dei suoi scanner significava solo che questa volta Maria e Cody avevano pescato un pesce troppo grande per loro.
«Cody, si può sapere a chi avete pestato i piedi? Avete dei governativi fuori da…»
- Ah!
Luna cadde pesantemente a terra. La faccia schiacciata sull'asfalto mentre un ginocchio le premeva sulla spina dorsale bloccandola.
- Chi diavolo siete e cosa volete da me? - Riuscì a sentire il rumore dei condensatori di uno storditore che si scaricavano.

Maria guardava i CORVI avvicinarsi. Dietro le loro ali di bit solo la notte della Matrice.
Luna a cui Cody, il suo supporto in America aveva inviato un messaggio di soccorso, stava sicuramente arrivando.
Aspettava mentre vedeva i CORVI puntare su di lei.
Aspettava che Luna la sconnettesse dalla Matrice.
Nessuno la sentì urlare.

Inviato: mercoledì 21 ottobre 2015, 12:26
da Veronica Cani
Racconto coinvolgente con un finale a effetto molto efficace. Non ti nascondo di essermi impantanata in qualche passaggio, non tanto per l’uso della terminologia tecnica, quanto per alcune frasi ellittiche del verbo, come, ad esempio, in “La faccia schiacciata sull’asfalto mentre un ginocchio le premeva sulla spina dorsale bloccandola.”
Mi permetto qualche osservazione sulla forma: nella frase “guarda dove vai stronza!” inserirei una virgola dopo “vai”; idem nella frase «Cazzo Cody, ti ho detto di aggiornarmi ogni due minuti!», tra “cazzo” e “Cody”; riguardo alla frase “I suoni […] erano eco lontani”, la parola eco è femminile al singolare e maschile al plurale, per cui la forma corretta è “echi lontani”; nella frase “Levati di mezzo idiota!” inserirei una virgola dopo “mezzo”. Complimenti! :)

Inviato: mercoledì 21 ottobre 2015, 14:06
da Vastatio
Ciao,

ti ringrazio pe ril commento e la nota sull'ermafroditismo di eco.
Ammetto che è la prima volta che provo a gestire tre diversi contesti in così poco spazio e il risultato finale non soddisfa nemmeno me.
Aggiungiamo anche che le virgole le ho messe quasi a caso (rilettura a ora tarda non pervenuta) e che nella fase di post ho perso parecchi a capo che avrebbero, forse, migliorato un po' la lettura.

Inviato: giovedì 22 ottobre 2015, 15:30
da carla anastasio
Ciao,

ho trovato l'ambientazione molto originale (la matrice con i suoi corvi spazzini e le fate), il ritmo coinvolgente e tale da trasmettere il senso di urgenza.

Condivido il problema delle virgole che, oltre a dare una valenza e un ritmo, spesso servono a contenere gli incisi in modo che non confondano sull'identità del soggetto, ad esempio, la frase:  'Luna a cui Cody, il suo contatto in America aveva mandato un messaggio, ...'  mi ha creato qualche problema che poi, con una rilettura più attenta e sofferta, ho  superato.

Il problema con 'eco' te l'hanno già sottoposto, quindi, in complesso, gradevole, ben scritto e coinvolgente.

Tema rispettato. Bravo

 

Inviato: domenica 25 ottobre 2015, 11:10
da viviana.tenga
Ciao Roberto,
Dal punto di vista stilistico, c'è qualche problema con la punteggiatura, che a tratti rende la lettura faticosa (più un paio di refusi, quello riguardo a eco e un "ubriacò" al posto di "ubriaco"). Per quanto riguarda il racconto in sé, la trama si segue bene, l'ambientazione è troppo complessa per essere resa in così poco spazio, ma si riesce comunque a farsi un'idea sufficientemente chiara. A questo proposito, forse l'effetto sarebbe stato migliore se avessi usato meno termini tecnici: dal mio punto di vista, il problema non è tanto che confondono, ma che fanno uscire dalla modalità "realtà virtuale, ma più o meno uguale al mondo reale" e lasciano con la curiosità di capire l'ambientazione meglio. Per capirci, dopo l'immagine delle "ali di bit" non sapevo più come immaginarmi i CORVI, ho cominciato a pormi domande del tipo "Ma perché dei programmi tipo antivirus dovrebbero apparire come dei corvi? Cosa mi rappresentano le ali? Sono pezzi di programma, non stanno davvero volando secondo le leggi dell'aerodinamica...".
Comunque, nel complesso, racconto interessante, un giro di revisione per ripulire lo stile e sarebbe davvero molto buono.

Inviato: domenica 25 ottobre 2015, 13:40
da Vastatio
Ciao,

@carla, grazie per essere andati oltre la punteggiatura. Veramente indecente in questo racconto.
La frase alla fine poi... brrr...
L'ho tagliata all'ultimo e, senza rileggerla, è uscita quella cosa invereconda.

@Viviana, per i tuoi dubbi sui CORVI ammetto di attingere all'immaginario Cyberpunk classico per il contesto di Maria che è "dentro alla rete/ICE". La rete puoi vederla solitamente in due modi. Una sorta di realtà virtuale molto realistica (alla Matrix) e quindi un programma anti intrusione che si chiama CORVO sarà effettivamente un corvo, con tanto di ali e tutto. Oppure una versione più tecnica, dove il programma è semplice codice ed è in questo caso Maria a immaginarsi le ali visto che il programma che la sta assalendo si chiama CORVO ed è molto veloce.

Inviato: domenica 25 ottobre 2015, 15:27
da viviana.tenga
Sì, quello che volevo dire è che all'inizio mi immaginavo tutto in stile Matrix senza pormi particolari domande, ma l'immagine delle ali di bit mi ha fatto fermare a chiedermi "in che senso?". Volevo segnalarti la cosa come passaggio che secondo me incoraggia troppo il lettore a farsi domande a cui non c'è spazio per rispondere, tutto qui ;)

Inviato: lunedì 26 ottobre 2015, 20:09
da Andrea Partiti
Punteggiatura blah già pervenuto, una revisione generale e quell'aspetto guarisce.
Penso che in questo racconto tu ci abbia voluto mettere troppe cose tutte pigiate, e non ci siano davvero state. Tanti elementi sono molto evocativi, ma lasciano un po' di amaro perché non c'è modo di saperne di più e di vederli sviluppati, come se creassero più domande che elementi utili alla trama.
La tecnicità invece non mi dispiace, l'hai contenuta bene ed è molto specifica, non spezza la narrazione (ma sono abituato). L'accenno ad inizio racconto sui suoni reali che filtrano nel mondo virtuale ci cala subito nel contesto di una realtà virtuale stile oculus rift, ma niente di più avanzato altrimenti i sensi sarebbero disconnessi. Questa frase da sola crea tutta l'ambientazione necessaria in maniera semplice e diretta, lo apprezzo.

Inviato: mercoledì 28 ottobre 2015, 19:58
da Wikierrante
Il tema mi piace, anche se temo che il ritmo frenetico fa creare poche immagini, tranne quando non si narra direttamente la "realtà" dentro l'ICE. In questo caso mi pare tutto più chiaro, ma durante le fasi di realtà "esterna" a volte mi sono ritrovato confuso, non certo per i termini tecnici, ma per la comprensione di cosa stava effettivamente avvenendo e i ruoli dei personaggi. Una rilettura più attenta mi ha fatto intendere bene tutto, ma riuscire a far recepire la storia anche ai lettori frettolosi è una dote importante.
Mi piacerebbe da morire leggere una versione di questa storia più estesa: anche in forma di racconto lungo reggerebbe bene, a mio parere. Bravo.
Ah, un'ultima cosa... Nessuno ha segnalato quell'ubricò all'inizio, chiaro refuso.

Inviato: giovedì 29 ottobre 2015, 9:04
da raffaele.marra
Racconto difficile da giudicare, almeno per me. È come se ogni caratteristica sia positiva e negativa al tempo stesso. Mi spiego: la ricchezza di dettagli, ad esempio, affascina perché dà l’idea di un universo immaginato con minuziosità e coerenza, però rallenta troppo il testo e, in definitiva, stanca un po’. Lo stile, inoltre, sembra puntare su un ritmo forsennato, tipico di una scena d’azione; il ritmo però è spesso ostacolato e interrotto dalla difficoltà del lettore di comprendere al volo i tanti particolari. Insomma, una prova così e così. Ho l’impressione che uscendo dal limite dei tremila caratteri potrebbe diventare un gran bel racconto.

Inviato: giovedì 29 ottobre 2015, 10:58
da patty.barale
Ciao Roberto!

Eccoci qui: il tuo racconto è uno dei primi che ho letto e l'ultimo che vado a commentare.

Già, perché per me è estremamente difficile commentare un racconto SF, soprattutto uno ricco di particolari informatici come il tuo, dal momento che io sto al computer come un cammello sta alla cruna dell'ago!

A parte battute, ho cercato,nella mia valutazione, di lasciare ai margini i miei gusti personali e i miei limiti interpretativi (anche se, ovvio, non posso escluderli in toto!), e di concentrarmi sulla forma: sicuramente dipenderà dalla fretta e annessi e connessi, ma la punteggiatura, che pare disseminata a caso, non aiuta certo nella comprensione!

Il tema è sicuramente centrato, anche se il fatto di aver dovuto leggere parecchie volte il racconto per arrivare a raccapezzarmici non gioca a favore!

 

Alla prossima!

Inviato: venerdì 30 ottobre 2015, 22:41
da Angela_Bernardoni
Non è una cosa negativa quella che sto per dire, anche se ammetto che potrebbe sembrarlo. Non sono del tutto sicura di poter chiamare racconto questo testo: veniamo lanciati nel mezzo di un'azione, con personaggi di cui in pratica sappiamo solo i nomi e quel poco che si può intuire dai dialoghi (che comunque sono scritti bene), in una situazione frenetica che hai zeppato di dettagli come se stessi cercando di far entrare un pollo arrosto in una tazzina da caffè. Mi hai sicuramente invogliata a saperne di più, come se avessi aperto un libro a una pagina a caso e avessi letto un capitolo, però ad una prima (ma anche alla seconda e alla terza) lettura, il tuo racconto lascia storditi. Che non è necessariamente negativo, però proporrei di snellirlo un po' di contenuti. La forma invece è ottima.

Inviato: domenica 1 novembre 2015, 11:00
da antico
Al netto di una necessaria revisione del testo causa refusi sparsi e forme da aggiustare, questo racconto per me è un pollice su. C'è azione, c'è contesto, ci sono personaggi vivi, c'è mistery, c'è un mondo fantasy fatto di bit. Il tema è un pelo stirato, ma ci sta. Non lo ammetto direttamente alla vetrina del sito solo per darti la possibilità di aggiustarlo nel labo.