Le ali nere della notte - Ambra Stancampiano

72ª Edizione della sua storia, Minuti Contati ospita una guest star d'eccezione: Augusto Chiarle. QUI potete visionare il trailer, al suo interno sono disseminati degli indizi sul tema con cui gli autori dovranno confrontarsi. Il VIA è fissato per lunedì 19 ottobre alle ore 21.00.
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AmbraStancampiano
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Le ali nere della notte - Ambra Stancampiano

Messaggio#1 » lunedì 19 ottobre 2015, 23:53

Le ali nere della notte


Sono cresciuto in luoghi oscuri e umidi, cullato dai miasmi dei cunicoli più profondi e fetidi della grande metropoli. Non ricordo nulla della mia vita in superficie, solo il profumo di mia madre, che mi sfiora le narici quando mi concentro, in solitudine.
E non ci credereste, ma è difficile stare da soli nelle fogne dove vivo io; a parte gli scarafaggi e i ratti, quaggiù vive un sacco di gente: barboni, tossici, bambini sperduti come me, ubriaconi che han perso la bussola.
E poi ci sono quelli che ci vengono a cercare: poliziotti e trafficanti, spacciatori e uomini d’affari che campano dell’altrui elemosina, bande di ladri che cercano carne da cannone per gli incarichi più pericolosi. Io lavoro con loro. Sono piccolo e agile, so entrare da fessure strettissime, cancelli con le sbarre, finestrelle. Mi arrampico su alberi e pali, salto tra i tetti. Qui dicono che ho le ali. In genere entro nelle ville e poi apro la porta ai ladri, stavolta però è diverso.
Il tizio che mi ha assoldato è da solo, e mi dà una strana sensazione. Parla con una voce molle e un po’ viscida, ma non è armato (ho occhio per queste cose) e comunque non è la persona peggiore per cui ho lavorato. E’ solo un po’... strano, con gli occhiali da sole al buio.
Mi ha fatto salire in macchina, e sul sedile posteriore c’era una grossa gabbia piena di bestiacce nere che strillavano con una vocina acutissima:
- Ma sono...
- Pipistrelli, le ali della notte. Non ti piacciono?
Ha guidato per un bel po’, mentre io mi godevo il calduccio e la morbidezza del sedile. Devo essermi addormentato.
Mi sono riscosso quando si è fermato, mi sono guardato intorno. Eravamo in una zona di fabbriche abbandonate. Casermoni di mattoni scuri con finestracce grandi come occhi, senza più un vetro integro, mi fissavano da tutte le parti. Davanti a noi, un’antica ciminiera di mattoni, di quelle per cuocere la ceramica. Sono sceso dalla macchina. L’uomo era proprio davanti alla ciminiera, armeggiava intorno ai resti di un falò. Mi sono avvicinato.
- Che aspetti? Arrampicati sulla ciminiera!
Non aveva più gli occhiali da sole, e mi ha guardato dritto negli occhi. Qualcosa in quello sguardo mi ha smosso un brivido umido tra la pancia e le ginocchia. Mi sono avvicinato alla ciminiera e mi sono attaccato al primo mattone, poi al secondo e così via. Lo sconosciuto, dietro di me, si è messo a cantare; mi è arrivato alle narici un odore pungente di brace. Ho continuato a salire; il mondo è pieno di matti.
Arrivato a metà scalata, ho sentito un’esplosione. Mi sono voltato, una luce accecante mi ha ferito gli occhi ed ho perso la presa. Cadendo, ho chiuso gli occhi aspettando l’impatto, poi ho agitato le ali.
Le ali?
Ho provato ad aprire gli occhi, niente. Mi sono messo ad urlare, ma dalla bocca mi è uscito un suono stridulo che è andato a sbattere contro qualcosa un attimo prima che mi catturasse.
- Preso! - ha detto lo sconosciuto mentre mi agitavo nel retino - ora saluta i tuoi nuovi amici.
E mi ha sbattuto nella gabbia.


Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

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Flavia Imperi
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Messaggio#2 » mercoledì 21 ottobre 2015, 9:02

Ciao Ambra!
A mio parere scrivi molto bene. Il racconto è fluido, piacevole e interessante. Ho immaginato un'atmosfera un po' steampunk, non so se era negli intenti!
Delinei bene il protagonista, con pochi tratti lo rendi interessante e viene voglia di saperne di più. Forse per il tipo di racconto, così breve, il colpo di scena è un po' azzardato, nel senso che non si capisce la motivazione. Chi è l'uomo con gli occhiali da sole, e perché trasforma la gente in pipistrelli? Se ci fosse qualche elemento che fa capire un minimo di scopo dell'antagonista, la storia sarebbe perfetta.
A livello stilistico, visto che scegli le parole in modo efficace, ti consiglierei di usare meno aggettivi. Spesso un aggettivo appropriato (come riesci già bene a fare) è più efficace di due. :D
L'unico che non mi è piaciuto è stato "un brivido umido", che non ha molto senso a mio avviso.
Il tema direi che non è preso, è presissimo!
Un racconto di buon livello.
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AmbraStancampiano
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Messaggio#3 » mercoledì 21 ottobre 2015, 11:11

Ciao Flavia, grazie per il bel commento :)
Riguardo all'antagonista ti do ragione, ma avendo scelto di narrare questa storia dalla prospettiva del protagonista, usando la prima persona, ho pensato che dare troppe informazioni su un uomo che lui non conosce e non sa cosa ha intenzione di fare (almeno finché non è troppo tardi) sarebbe stato scorretto.
Magari ne scriverò un secondo episodio in cui il ragazzino scopre cosa sta succedendo e chi è lo stregone, e forse torna normale (o sceglie di rimanere un pipistrello perché quella vita gli piace, chissà), ma al momento sappiamo quello che lui sa e vediamo quello che lui vede, quindi le informazioni sul misterioso stregone con gli occhiali da sole sono poche :)
Un brivido umido è quello che provi quando ad esempio cadi in acqua vestito e poi ne esci ma non puoi cambiarti, e resti con vestiti zuppi addosso a morire di freddo ;)
Anche sui doppi aggettivi hai ragione, è un mio brutto vizio non saper scegliere :/
Per l'atmosfera ero più sul gotico, ma me gusta anche lo steampunk!
Alla prossima :)
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

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Flavia Imperi
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Messaggio#4 » mercoledì 21 ottobre 2015, 11:39

Eh, il punto di vista, croce e delizia dello scrittore! Trovo anche io grosse difficoltà quando voglio far sapere qualcosa, ma senza far uscire il lettore dall'immedesimazione. Leggendo i grandi scrittori sto cercando di carpire quei modi sottili di far arrivare comunque le informazioni come per esempio scrivendo delle sensazioni, particolari che il protagonista non coglie ma il lettore sì (ma ancora non è che mi riesca un granchè XD) . Comunque se e quando scrivi una seconda parte voglio leggerla, facci sapere!
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maria rosaria
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Messaggio#5 » mercoledì 21 ottobre 2015, 17:31

Ciao Ambra.
Il racconto è scritto molto bene. Le immagini sono vive, il pathos cresce man mano che si avvicina il finale. C’è un mistero però ( forse era una tua intenzione) che non riesco a svelare. Chi è il protagonista del racconto? A una prima lettura, arrivata alla fine ho pensato che fosse un uccello, che eri riuscita abilmente a celare tra le parole lungo tutto il racconto. Ma a una seconda lettura ho capito che mi sbagliavo, che il protagonista invece è un uomo, un ladro, agile e abile. Ammetto che il dubbio mi è rimasto.
In ogni caso, un noir gustoso e scritto benissimo. Brava!
Maria Rosaria

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eleonora.rossetti
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Messaggio#6 » giovedì 22 ottobre 2015, 21:10

Ciao Ambra,

hai uno stile che cattura molto, in poche righe riesci a dare un'immagine d'insieme dell'ambientazione e del protagonista, il suo modus operandi e la sua indole di pensiero. Il tono del racconto si avvia su un tenue crescendo fino ad arrivare a un finale completamente a sorpresa (bella la scena di come diventa pipistrello: la fai intuire senza dire apertamente la mutazione, quel "Le ali?" è fantastico per far capire lo sgomento del protagonista). Se devo trovarci un difetto, è che non mi è chiaro esattamente come e perché quest'uomo sia diventato pipistrello. Come è avvenuta la mutazione (con che magia, per intenderci)? E perché il tizio trasforma la gente in pipistrelli, cosa se ne fa? Nomini solo un'esplosione e nient'altro, mentre invece qualche dettaglio in più avrebbe dato veramente un tocco di perfezione. Brava comunque!
Uccidi scrivendo.

Fernando Nappo
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Messaggio#7 » martedì 27 ottobre 2015, 22:06

Ciao Ambra,
il racconto è ben scritto e il tema centrato, ma il finale non mi è chiaro. Non ho capito chi sia il tizio che trasforma il ragazzo in pipistrello, né il perché. E non riesco neppure a capire per quale motivo per portare a termine quella trasformazione debba fa scalare al ragazzo la ciminiera. Non lo poteva trasformare con comodo appena fatto salire sull'auto? Si sarebbe pure risparmiato un sacco di chilometri. Se c'è una ragione per tutto questo non sono riuscito a coglierla.
L'atmosfera è resa bene.

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AmbraStancampiano
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Messaggio#8 » mercoledì 28 ottobre 2015, 2:53

Ciao a tutti,
sono molto contenta che il racconto vi piaccia, ho tentato di usare uno stile meno asciutto del solito, sacrificando forse una parte delle spiegazioni; come dicevo a Flavia qualche post più su, il nostro punto di vista coincide con quello del protagonista, che chiaramente non sa cosa sta succedendo, né tantomeno perché, o come.
Quel che sappiamo, è che questo tizio gli ha proposto un lavoro, lo ha portato lì e lo fa arrampicare sulla ciminiera, poi c'è l'esplosione e lui si ritrova pipistrello e prigioniero. Purtroppo il POV in prima persona e la carenza di caratteri non hanno concesso maggiori spiegazioni, ciò che effettivamente accade è un mistero. Anche perché il nostro protagonista adesso è un pipistrello a tutti gli effetti, per cui non sarebbe in grado di chiederle. :)
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

Fernando Nappo
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Messaggio#9 » mercoledì 28 ottobre 2015, 7:57

Ciao Ambra,
in effetti è proprio il senso di incompiutezza che lascia il racconto a spiazzare. Da bravi lettori ci siamo affezionati al ragazzino e ne vorremmo sapere di più di ciò che gli è capitato.
Sono del parere che ci starebbe molto bene una versione ampliata in cui alterni al punto di vista del ragazzino quello del tizio, così da spiegare il perché e il percome degli avvenimenti che narri.
Se decidessi di provare a estendere il racconto lo leggerei volentieri. M'è rimasta la curiosità...

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AmbraStancampiano
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Messaggio#10 » mercoledì 28 ottobre 2015, 15:22

E' una cosa su cui stavo riflettendo anche io, ma piuttosto che ampliare il racconto, credo che scriverò un sequel :)
Magari lo posto sul laboratorio, così mi date tutti un parere ^_^
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

Francesca Nozzolillo
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Messaggio#11 » giovedì 29 ottobre 2015, 20:25

Beh ti consiglio di farlo, perchè il racconto è interessante e scritto con uno stile impeccabile (sai cosa penso di te e della tua scrittura) Belle le descrizioni, l'umido della fogna, i personaggi che la popolano, e questo ragazzino (che potrebbe essere un uccello, o qualunque altra cosa) che si aggira da solo, bada a se stesso, e alla fine viene probabilmente fregato a causa della sua ingenuità. E' una bella idea, che potresti sfruttare in maniera diversa. Magari proprio in una serie. Un racconto come questo potrebbe essere un ottimo incipit per qualcosa di diverso e più lungo. Pensaci.

Comunque brava.

Giulio_Marchese
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Messaggio#12 » venerdì 30 ottobre 2015, 0:21

Le ali nere della notte – Ambra Stancampiano

Ciao! Questo racconto mi è piaciuto parecchio, stile fluido, punto di vista chiaro e finale quanto meno disarmante! E' perfettamente nelle mie corde e non riesco a trovarci veri e propri difetti. Una cosa che eliminerei completamente è "– Pipistrelli, le ali della notte. Non ti piacciono?", odio le citazioni dirette del tema in minuti contati, se il tema c'è si vede non c'è bisogno di dirlo e questa frase sembra essere messa li come a dire "guardate che il tema c'è sono i pipistrelli le ali della notte!", non so mi sembra forzata, quei caratteri avrei preferito fossero sfruttati meglio. Un ultima cosa, la storia non è completamente autoconclusiva, questo a mio avviso non è un male però è comunque un aspetto da rilevare, anche se non so cosa consigliarti probabilmente di portare avanti la storia gli scenari che si prospettano sono infiniti. Pollice in su in ogni caso, aspetto un seguito ;)

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Adry666
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Messaggio#13 » venerdì 30 ottobre 2015, 11:23

Ciao Ambra,

tema centrato.
Il racconto è scritto bene, buon ritmo, buona padronanza dei termini. In alcune parti, specie nell’incipit mi ha ricordato lo stile e le ambientazioni di Neil Gaiman (nessun dove). Tuttavia ho dovuto rileggerlo due volte per cercare di capirne il senso, ma devo ammettere che ho ancora parecchi dubbi: chi è (era) il protagonista? Cosa gli succede? Difficile districarsi; capisco che il mistero sai voluto, ma se è troppo rischia di diventare un nebbione troppo fitto.

A presto
Ciao
Adriano

Serena
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Messaggio#14 » venerdì 30 ottobre 2015, 18:31

Ciao Ambra! Mi piace molissimo il tuo tratteggio in questo racconto, molto particolareggiato. Adoro le storie ricche di elementi, permettono di costrutire un vivio quadro dell'ambiente. E' vero... nel finale resta quel desiderio di saperne di più, quasi un po' di amaro in bocca per il dover rimanere senza una spiegazione più completa. L'idea però è davvero molto interessante e spero che tu scriva davvero un seguito!

Ciao!

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antico
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Messaggio#15 » domenica 1 novembre 2015, 19:55

Un racconto che si chiude senza chiudere. I casi sono due: o lo si prende come un incompiuto e quindi lo si apprezza per quello che è pur nel suo unico grande difetto oppure lo si prende come un "ai confini della realtà" e quello che accade è che c'è questo mondo ai margini in cui non c'è limite a ciò che può accadere ed è inutile farsi domande perchè le ombre della notte vanno e vengono senza particolari spiegazioni. Ecco, detto questo, direi che propendo più per il secondo approccio. Non riesco ad arrivare al massimo gradimenti, ma il pollice è senz'altro tendente verso l'alto e la storia di questo ragazzo continuerà a stuzzicare la mia fantasia per un bel po'.

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