Gruppo HOGAN: Lista racconti ammessi e classifiche

72ª Edizione della sua storia, Minuti Contati ospita una guest star d'eccezione: Augusto Chiarle. QUI potete visionare il trailer, al suo interno sono disseminati degli indizi sul tema con cui gli autori dovranno confrontarsi. Il VIA è fissato per lunedì 19 ottobre alle ore 21.00.
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Gruppo HOGAN: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#1 » martedì 20 ottobre 2015, 2:18

Hogan
 
Questo è il gruppo HOGAN della CHIARLE EDITION con Augusto Chiarle nelle vesti di Guest Star.
 
Gli autori del gruppo HOGAN dovranno commentare e classificare i racconti del GRUPPO INOKI.
 
I racconti di questo gruppo verranno invece commentati e classificati dagli autori del gruppo TIGER MAN.
 
I primi TRE racconti di questo raggruppamento avranno diritto alla pubblicazione immediata sul sito ed entreranno tra i finalisti che verranno valutati direttamente da Chiarle. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito.
 
Ricordo che la composizione dei gruppi ha seguito il seguente criterio: assegnazione per ordine cronologico di consegna.
 
E ora vediamo i racconti ammessi a HOGAN:
 
Coprifuoco, di Beppe Roncari, ore 21.39, 2975 caratteri
L’alamaro color cenere, di Alexandra Fischer, ore 22.38, 2613 caratteri
Una bara da quattro soldi, di Chiara Rufino, ore 23.26, 2712 caratteri
Il falco di ferro, di Angelo Frascella, ore 23.45, 2995 caratteri
Un lavoro come un altro, di Roberto Romanelli, ore 23.50, 2989 caratteri
Lei, di Strellima, ore 00.13, 2939 caratteri
Night, di Enrico Nottoli, ore 00.37, 2965 caratteri
La notte dei tempi, di Simone Cassia, ore 00.42, 2603 caratteri
E la luna bussò, di Monica Patrizi, ore 2966 caratteri
 
Avete tempo fino alle 23.59 di venerdì 30 ottobre per commentare i racconti del GRUPPO INOKI. Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Vi avverto che sarò fiscale e non accetterò classifiche postate anche solo alle 00.00 a meno che problemi improvvisi vi ostacolino all'ultimo, ma in quel caso gradisco essere avvertito, sapete come trovarmi. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, posterò la mia e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete dieci giorni per commentare e classificare i nove racconti del GRUPPO INOKI e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare altri racconti, ne avete TRENTAQUATTRO a dsisposizione e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, dieci giorni sono anche troppo pochi. E ancora: date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro.
 
Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti.
– 6 punti malus per chi commenta la metà dei racconti + 1
– 13 punti malus per chi non commenta i racconti o arriva a commentarne meno della metà + 1
Ha valore questo CONTATORE per il conteggio dei caratteri.
 
Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati, se noterò qualche sgarro procederò all’eliminazione. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli tread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel GRUPPO INOKI.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.
 
Detto questo: BUONA EDIZIONE A TUTTI!



Veronica Cani
Messaggi: 148

Messaggio#2 » mercoledì 21 ottobre 2015, 17:21

Ecco la mia classifica, corredata dei commenti:

1) La notte dei tempi, di Simone Cassia
Il tuo è un ottimo racconto. Il tema è perfettamente rispettato e la storia, che scorre bene dall’inizio alla fine, risulta gradevole e suggestiva. Non ho nulla da eccepire né sulla forma, né sullo stile, semplice e fluido ma efficace. C’è solo una frase che mi piacerebbe che mi chiarissi ulteriormente, proprio quella di chiusura del racconto: “Gwelarin sorrise del loro entusiasmo e al ricordo di quando il suo tempo non era ancora passato”…in che senso il suo tempo non era ancora passato? Scusami, probabilmente è un problema mio e delle mie sinapsi che oggi sono fuori uso, ma non riesco a cogliere il senso dell’espressione. Ti rinnovo i miei complimenti per l’ottimo lavoro!

2) Lei, di Alessandra Lusso
Ciao, Alessandra
Il tuo racconto è molto gradevole e coinvolgente, e ha il pregio di aver rispettato perfettamente il tema della gara. La figura della notte alata è molto originale e ben delineata. Non ti nascondo, però, di aver dovuto leggere il racconto una seconda volta per focalizzare appieno le linee della trama e le azioni dei personaggi. E ti confesso che al termine della lettura mi è rimasto un dubbio: perché il personaggio soffre tanto? Ed esattamente che cosa è invitato a dimenticare? Il suicidio del padre? Il rammarico di aver lasciato Sara per la donna demone?
Non ho nulla da eccepire sulla forma, il tuo stile è sempre ottimo. Solo un piccolo appunto, riguardo alla frase «Cosa fai papà?»: anche se riproduce una parlata infantile, io avrei comunque inserito una virgola dopo “fai”.
Complimenti!

3) Il Falco di Ferro, di Angelo Frascella
Per quanto non ami i racconti di supereroi, devo dire che il tuo mi ha colpita favorevolmente per la delicatezza con cui descrivi gli stati d’animo del protagonista e la sua difficile situazione personale ed emotiva. Il tema della gara è rispettato in pieno. Ti faccio solo tre appunti sulla forma: nella frase “Ciao mamma” inserirei una virgola dopo il saluto; nella frase “scappate o preparatevi a morire” ti è sfuggito il maiuscolo iniziale; nella frase “Ora che ti vedo però, temo che abbiamo fatto troppo chiasso per nulla” inserirei una virgola anche prima del “però”. Bravo, complimenti!

4) Coprifuoco, di Beppe Roncari
Un vampiro calato in un’ambientazione fantascientifica: buona idea. Ho apprezzato il ritmo concitato con cui il protagonista si muove nella notte, che rende bene l’idea della sua angoscia. Ti faccio solo due appunti sullo stile: nella frase “Sono più di 88 ore che digiuno” avrei scritto per intero la cifra, “ottantotto”; nella frase “So essere silenzioso come un’ombra quando voglio” avrei inserito una virgola prima di “quando voglio”. Bravo, bel racconto!

5) Una bara da quattro soldi, di Chiara Rufino
Racconto divertente e scorrevole, idea originale. Riguardo al tema della gara, direi che è rispettato, visto che lo espliciti nel passaggio in cui descrivi il brevetto di James. Ti faccio due appunti sulla forma: nella frase “Quelli ancora troppo coscienti li ammazzava, passandogli sotto il naso” correggi il pronome di “passandogli”; visto che è concordato con una forma al plurale, meglio scrivere “passando loro sotto il naso”. Il secondo appunto riguarda il periodo “Il fazzoletto col laudano era ormai inutilizzabile e James si maledì, sprecarne due in una sera lo considerava un abominio ma quella borsa pareva piena delle sterline mancanti.”: è troppo lunga e faticosa; io la spezzerei inserendo due punti tra “maledì” e “sprecarne”. Buon racconto, complimenti!

6) Un lavoro come un altro, di Roberto Romanelli
Racconto coinvolgente con un finale a effetto molto efficace. Non ti nascondo di essermi impantanata in qualche passaggio, non tanto per l’uso della terminologia tecnica, quanto per alcune frasi ellittiche del verbo, come, ad esempio, in “La faccia schiacciata sull’asfalto mentre un ginocchio le premeva sulla spina dorsale bloccandola.” Mi permetto qualche osservazione sulla forma: nella frase “guarda dove vai stronza!” inserirei una virgola dopo “vai”; idem nella frase «Cazzo Cody, ti ho detto di aggiornarmi ogni due minuti!», tra “cazzo” e “Cody”; riguardo alla frase “I suoni […] erano eco lontani”, la parola eco è femminile al singolare e maschile al plurale, per cui la forma corretta è “echi lontani”; nella frase “Levati di mezzo idiota!” inserirei una virgola dopo “mezzo”. Complimenti!

7) L’alamaro color cenere, di Alexandra Fischer
L’ambientazione del tuo racconto è molto suggestiva, ma ti devo dire la verità: l’ho dovuto rileggere più volte per cercare di capire il senso della storia, chi fossero i personaggi e quale fosse lo scopo della loro esistenza nella vicenda. E ancora adesso mi rimangono dei punti oscuri, come, ad esempio, la funzione del bottone: è un amuleto? Serve per proteggersi dalla bottegaia demoniaca? Dal punto in cui inizia il dialogo tra Ivo e la bottegaia avrei coniugato i tempi verbali al trapassato prossimo, per far capire meglio al lettore che l’azione che si sta svolgendo è precedente a quella delle scene iniziali, in cui Ivo risulta già scomparso. Lo stile è fluido, ma la trama non mi ha convinta del tutto. Alla prossima!

8) Night, di Enrico Nottoli
Il tuo racconto è divertente e scorrevole, ma a parte il titolo che hai assegnato al night club, che è omonimo del tema della gara, non trovo nessun’altra connessione con la consegna, che quindi non viene rispettata. Ti faccio notare alcuni passaggi in cui hai omesso una virgola che io, invece, avrei inserito: nella frase “[…] a guidare verso “Le ali della notte” il night appena fuori città”, tra “le ali della notte” e “il night”; in “Vieni con me allora”, prima di “allora” e in “disse scivolando verso il basso”, dopo “disse”. Alla prossima!


9) E la luna bussò, di Monica Patrizi
Un plauso al tuo stile scorrevole e al registro linguistico utilizzato, che hanno reso la lettura leggera e divertente. A parte questo, però, stento a riconoscere, nella narrazione, la tematica richiesta nella gara, a meno che non la si voglia vedere, un po’ forzatamente, nell’idea della velocità dell’auto che sfreccia nella notte. Qualche appunto sulla forma: la frase “la tracannò di un fiato” non mi suona molto bene; io avrei usato “la tracannò tutta d’un fiato”, oppure “la tracannò in un fiato”; nella frase “eccomi Stè, scusa” aggiungerei una virgola anche dopo “eccomi”; idem per la frase “che poteva dire d’altronde”, in cui inserirei una virgola dopo “dire”; nella frase “gridò contro il vento del finestrino aperto” c’è forse un refuso nell’uso della preposizione…forse era “dal finestrino aperto?” Complimenti, comunque!

Riepilogo la mia classifica:
1) La notte dei tempi, di Simone Cassia
2) Lei, di Alessandra Lusso
3) Il Falco di Ferro, di Angelo Frascella
4) Coprifuoco, di Beppe Roncari
5) Una bara da quattro soldi, di Chiara Rufino
6) Un lavoro come un altro, di Roberto Romanelli
7) L’alamaro color cenere, di Alexandra Fischer
8) Night, di Enrico Nottoli
9) E la luna bussò, di Monica Patrizi

carla anastasio
Messaggi: 30

Messaggio#3 » lunedì 26 ottobre 2015, 8:57

Premetto che per me è stato molto difficile stilare una classifica perché ho trovato dei racconti validi e originali. Quindi, nell’indecisione, la differenza l’ha fatta la capacità saper costruire le frasi e in maniera corretta e quindi comprensibile, in cui il soggetto è chiaro e le situazioni si svolgono in maniera logica e inequivocabile, anche se molto originali e sorprendenti.

1)Il falco di ferro - di Angelo Frascella

Complimenti per l’originalità ottenuta senza appigli fantascientifici. Trovo il racconto scorrevole, le situazioni ben descritte ed il tema ben svolto. E per chiudere in bellezza, mi ha favorevolmente colpito la frase inizialmente cinica: ‘sua madre non se ne accorgerà’ subito bilanciata dalla commovente: ‘ma suo padre lo accoglierà a braccia aperte’. Bravo

2) Coprifuoco - di Beppe Roncari

E’ la mia prima critica in assoluto, quindi scusate se scriverò cose inopportune. Debbo dire che ho il vizio di leggere velocemente e questo racconto, per poterlo ‘capire’, l’ho dovuto rileggere 3 volte. Quindi ora posso esprimere dei giudizi:

positivi, l’originalità della trama (i droni antivampiri sono una bella trovata), il linguaggio in prima persona, la morte scelta ‘voglio farlo guardando le stelle’ che è uno sprazzo di poesia in un racconto quasi dell’orrore' la fedeltà al tema

negativi, la descrizione iniziale del cielo ‘sembra morto‘ e le successive ‘luci mortali‘ al posto delle stelle me lo fanno immaginare prima oscuro e poi punteggiato di luci creandomi un senso di disagio.

Nel complesso è un’ottima prova soprattutto per il ritmo descrittivo.

3) La notte dei tempi - di Simone Cassia

Ciao Simone, Il tuo racconto lo trovo poetico e commovente, con un ritmo cantilenante tipico del narratore di miti e apprezzo la tua fantasia nel ‘creare’ (è proprio il caso di dirlo) un mondo. Ho però un paio di appunti da farti: la frase ‘ ad ogni battito di ali del corvo,un’ombra si era gettata su ogni parte della terra‘ evoca un’ombra soggetto consapevole, che si getta su ogni parte della terra o che viene gettata? E poi, intera o suddividendo sé stessa per ogni parte? Con questa incertezza non riesco a visualizzare correttamente l’immagine che vuoi evocare e mi dispiace perché rimango sospesa e così si interrompe il piacere della lettura. Sono in attesa di un chiarimento per godermela fino in fondo. Anche il termine ‘fonte di lustro’, secondo me, non rende bene l’immagine perché una cosa è lustra quando riceve luce fino a risaltare e quindi non può esserne la fonte. Nel complesso una buona prova.

4) Un lavoro come un altro - di Roberto Romanelli

Ciao, ho trovato l’ambientazione molto originale (la matrice con i suoi corvi spazzini e le fate), il ritmo coinvolgente e tale da trasmettere il senso di urgenza.

Condivido il problema delle virgole che, oltre a dare una valenza e un ritmo, spesso servono a contenere gli incisi in modo che non confondano sull’identità del soggetto, ad esempio, la frase: ‘Luna a cui Cody, il suo contatto in America aveva mandato un messaggio, …’ mi ha creato qualche problema che poi, con una rilettura più attenta e sofferta, ho superato. Il problema con ‘eco’ te l’hanno già sottoposto, quindi, in complesso, gradevole, ben scritto e coinvolgente. Tema rispettato. Bravo

5) Lei - di Strellima

Ciao, racconto originale, l’unico appunto che mi sento di fare è la poca immediatezza di percezione nel passaggio tra il racconto in prima persona e le rievocazioni delle esperienze del padre del protagonista.

Poi, l’altra cosa che mi rende perplessa è la sua sua scelta: ha seguito il progressivo ‘allontanamento’ del padre dalla vita, con il suicidio come esito, quindi non capisco perché si senta così attratto dalla sua esperienza così tanto da volerne calcare le orme. A meno che la ‘notte’ non sia la rappresentazione di una forma di depressione di carattere familiare. In complesso ben scritto e, soprattutto, inerente al tema. Brava

6) Night - di Enrico Nottoli

ciao Enrico, ho trovato il racconto originale, scorrevole, diretto, conciso, ma comunque comprensibile. Mi chiedo però perché ‘pioveva cenere’ non avendo trovato alla frase nessun collegamento con il resto del racconto.

L’altra cosa, che ho imparato dalla critica fatta al mio racconto, è che ci sono due verbi dichiarativi maiuscoli che, a quanto pare, vanno invece scritti minuscoli. Nel complesso una buona prova.

7) Una bara da quattro soldi - di Chiara Rufino

Ciao Chiara, trovo il racconto scorrevole e ben scritto, ma con uno squilibrio narrativo tra la prima parte e la conclusione: la presentazione del protagonista è buona, particolareggiata, (anche se non capisco perché un inventore di macchine volanti gestisca un dormitorio e soprattutto perché pieno di bare), però si perde nella descrizione di particolari o azioni ininfluenti (la civetta che canta, lui che inciampa sulla caviglia ed il barbone che rimane immobile non aggiungono nulla alla storia), quindi si arriva al finale che, per l’assenza di uno stacco grafico tra la botta in testa e la sepoltura del protagonista, fa credere che siano stati i suoi genitori a ‘punirlo’. O forse è così? Nel complesso godibile, ma con il finale un po’ fuorviante.

8) E la luna bussò - di Monica Patrizi

Ciao Monica, stile scorrevole, diretto, ma non trovo attinenze con il tema ‘ali della notte’. Diciamo pure che non mi fa impazzire l’esaltazione di un personaggio vuoto, misero e volgare e delle sue bravate, ma questo è soggettivo.

Dal punto di vista della ‘forma’, non capisco come la frase ‘ti sei scopata tutti, pure ‘sto coglione, e adesso ti sposi in chiesa e batti il petto’ possa combinarsi con ‘ …a me diceva,’ . E’ chiaro che la frase era rivolta a Giulietta la zozzetta, quindi la seconda parte ‘a me diceva’ è incongruente a meno che non venga cambiata con ‘intendeva me’.

Così pure la frase finale ‘lasciando alle sue spalle un’autostrada silenziosa e attonita’ mi lascia un po’ perplessa: non credo che il termine ‘attonita’ possa riguardare un soggetto inanimato come un’autostrada vuota e poi sembra buttata giù tanto per chiudere.

9) L’alamaro color cenere - di Alexandra Fischer

Ciao Alexandra, ho dovuto rileggere più volte il tuo racconto per trovare un senso alle cose e molto è rimasto oscuro: non sono chiari i personaggi né il loro ruolo, non si sa cosa ha detto Melina (suppongo sia una delle due che parla) e il ruolo del bottone, né della fontanella e. soprattutto, il tentativo di salvataggio. Avrei dato più spazio all’ambientazione per chiarire meglio le dinamiche e dato più chiavi di lettura. Insomma, leggere deve essere un piacere, non una fatica. Peccato perché l’idea poteva essere buona.

viviana.tenga
Messaggi: 560

Messaggio#4 » lunedì 26 ottobre 2015, 22:05

Ecco la mia classifica. Nel complesso, ho trovato il girone molto equilibrato e come nota positiva complessiva ci tengo a specificare che ho trovato elementi molto buoni anche nei racconti che ho messo agli ultimi posti (purtroppo troppo azzoppati da altri aspetti), cosa che non succede sempre.

1)FALCO DI FERRO, di Angelo Frascella
Bel racconto. In poche righe hai saputo dare grande spessore psicologico al protagonista e rendere molto bene la sua solitudine. Come ti hanno già detto, anche il finale è perfetto.
Unica perplessità a livello di trama: il protagonista ha sventato un paio di scippi e messo in fuga uno spacciatore in tre mesi... non è un po' per essere preso di mira da gente che si prende la briga di elaborare complicati piani che prevedono di spargere indizi per il deep web?

2)LEI, di Strellima
Bell'interpretazione del tema, anche se non facilissima da capire. Quando sono arrivata alla fine, avevo intuito che la figura misteriosa fosse la depressione, ma non ero affatto sicura di aver capito bene. E' comunque bastata una rilettura per accorgermi che così tutte le cose poco chiare tornavano alla perfezione, quindi avevo capito bene. Forse sarebbe comunque stato meglio dare la chiave di lettura in maniera un filino più esplicita (senza esagerare). In ogni caso, ben resi e molto credibili tutti i personaggi, protagonista, padre e madre che cerca di tenere nascosto quello che sta succedendo (o forse non lo capisce del tutto).

3)LA NOTTE DEI TEMPI, di Simone Cassia.
Mi è piaciuta molto l'idea alla base del racconto e l'interpretazione del tema, un mito della creazione con il giusto mix di elementi tradizionali e originali. A livello di stile, ho trovato qua e là delle scelte lessicali che rendono il tono generale un po' troppo pomposo rispetto a quello che dovrebbe essere il racconto di una fiaba. Quella che mi ha inceppato un attimo nella lettura è quando all'inizio parli di "invocazioni" dei bambini (le hanno solo chiesto di raccontare una storia), per il resto sono piccole cose che singolarmente non mi avrebbero dato fastidio, ma accumulandosi finiscono per appesantire un po' il tutto. Per il resto nulla da dire, mi è piaciuto.

4)NIGHT, di Enrico Nottoli
Il racconto scorre abbastanza piatto fino al finale, che riesce a strappare un sorriso (anche se un po' amaro). La cosa è comunque in linea con il carattere apatico del protagonista, quindi per un racconto così breve funziona bene. Dal punto di vista dello stile, ti segnalo giusto una ripetizione all'inizio "Troppo apatico, diceva. Diceva che...": i due diceva di fila spezzano un po' troppo il ritmo, forse meglio "Diceva che ero troppo apatico, che...". Anche qualche battuta nei dialoghi al night è un po' forzata, il fatto che anche il protagonista se ne renda conto è una scusante solo parziale. Non sono convinta nemmeno sull'interpretazione del tema: dopo aver letto l'avevo vista solo nel nome del locale (un po' poco); il tuo commento chiarificatore mi ha in parte convinta, ma il fatto che sia stato necessario un chiarimento è comunque un mezzo punto in negativo.
Nel complesso, racconto carino, forse un po' da rifinire ma comunque già buono.

5)UN LAVORO COME UN ALTRO, di Roberto Romanelli
Dal punto di vista stilistico, c'è qualche problema con la punteggiatura, che a tratti rende la lettura faticosa. Per quanto riguarda il racconto in sé, la trama si segue bene, l'ambientazione è troppo complessa per essere resa in così poco spazio, ma si riesce comunque a farsi un'idea sufficientemente chiara. A questo proposito, forse l'effetto sarebbe stato migliore se avessi usato meno termini tecnici: dal mio punto di vista, il problema non è tanto che confondono, ma che fanno uscire dalla modalità "realtà virtuale, ma più o meno uguale al mondo reale" e lasciano con la curiosità di capire l'ambientazione meglio. Per capirci, dopo l'immagine delle "ali di bit" non sapevo più come immaginarmi i CORVI, ho cominciato a pormi domande del tipo "Ma perché dei programmi tipo antivirus dovrebbero apparire come dei corvi? Cosa mi rappresentano le ali? Sono pezzi di programma, non stanno davvero volando secondo le leggi dell'areodinamica...".
Comunque, nel complesso, racconto interessante, un giro di revisione per ripulire lo stile e sarebbe davvero molto buono.

6)COPRIFUOCO, di Beppe Roncari
Del racconto mi è piaciuta molto l'ambientazione, originale e piena di spunti interessanti. Il problema è che è un'ambientazione che avrebbe bisogno di molto più spazio. Anche se i punti principali sono chiari e la trama si segue senza particolari problemi (che ci fosse da aspettarsi una sorpresa sull'identità del protagonista si capiva abbastanza da subito), ho trovato il racconto troppo concentrato. Arrivata alla fine, la lettura non mi aveva lasciato niente, forse in parte perché ero troppo concentrata sul capire cosa stesse succedendo per empatizzare davvero con il protagonista.

7)UNA BARA DA QUATTRO SOLDI
Racconto stilisticamente ben scritto, con un personaggio protagonista sicuramente interessante, ma a livello di trama non mi ha convinta del tutto: rubare a gente che si è ridotta a dormire in delle bare non mi sembra un gran modo di fare soldi, e per quanto possa essere vero che all'epoca chiunque aveva un orologio da taschino mi aspetterei che fosse di materiali meno pregiati dell'argento.
Il passaggio dalla prima alla seconda scena è un po' faticoso da individuare per la mancanza di uno stacco grafico, ma questo è un problema facilmente rimediabile.
Altro tasto dolente è il tema, preso molto (troppo) di sfuggita: se l'invenzione da brevettare fosse stata qualsiasi altra cosa, la storia non sarebbe cambiata di una virgola.

8)L'ALAMARO COLOR CENERE, di Alexandra Fischer
Ho trovato il racconto troppo affrettato da diversi punti di vista: lo stile è a tratti poco scorrevole, avrebbe bisogno di una sistemata. Soprattutto però ho qualche perplessità sulla trama, o meglio sul finale: Ivo è andato nel quartieri dei chioschi senza la protezione del bottone ed è stato vittima di una creatura oscura, ma in che senso la protagonista l’ha salvato grazie all’acqua della fontanella?
Per l’ambientazione invece pollice in su: anche se dai pochi dettagli sparsi, sono abbastanza da creare un’atmosfera davvero suggestiva e originale.

9)E LA LUNA BUSSO', di Monica Patrizi
Racconto di cui mi è piaciuta la caratterizzazione del protagonista; anche se non sappiamo niente di lui, prima i dettagli sulla macchina e l'abbigliamento e poi i dialoghi gli danno grande tridimensionalità. Ho trovato invece la trama un po' sconclusionata: il protagonista sta guidando, racconta un aneddoto buffo su un matrimonio a cui è appena stato e riceve la notizia della vittoria della Juventus ed esulta. Benché il tutto sia gradevole da leggere, si arriva alla fine chiedendosi "e quindi?". Anche il tema mi sembra preso un po' troppo di sfuggita.

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Andrea Partiti
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Messaggio#5 » martedì 27 ottobre 2015, 20:57

Bravi tutti e come sempre la mia classifica (al fondo) è sofferta!

 

Coprifuoco, di Beppe Roncari
Promuovo a pieno il tuo racconto perché ha saputo ingannarmi. Arrivato a metà avevo delle ottime ipotesi su chi/cosa fosse il protagonista, probabilmente un animale randagio di qualche genere, magari persino un umano in un ambiente duro o di guerra, e il colpo di scena in cui si svelano dei dettagli futuristici dell'ambientazione era davvero inaspettato. Non importa davvero che sia un vampiro o altro, non lo specifichi e non credo serva, anzi.
L'unico appunto te lo farei sull'equilibro del racconto, l'inizio è particolarmente lento e ricco di dettagli e "ruba" spazio ad una parte centrale più d'azione (da quando incontra il gatto in avanti) che penso ne gioverebbe con più respiro e qualche dettaglio in più.

L’alamaro color cenere, di Alexandra Fischer
Allora, come sempre, le atmosfere sono ottime, evocative, pulite, fumose di carbone bruciato, mi piacciono davvero molto.
Mi sfugge davvero quello che sta succedendo nel racconto, purtroppo. Le premesse sono abbastanza chiare, la sfida, il bottone perso incautamente che ha un ruolo di protezione, ma l'interazione con la bottegaia, il commento sulla valuta fuori corso (che allude a qualcosa che non sappiamo), l'arazzo e il suo significato... è come se non si incastrassero bene a risolvere la situazione sospesa.
Anche con le spiegazioni aggiuntive, è molto difficile trovare tutto dentro al racconto.

Una bara da quattro soldi, di Chiara Rufino
Sul tema bari un pochino, perché il brevetto potrebbe riguardare qualsiasi cosa senza cambiare il racconto.
L'idea che sviluppi mi piace molto, un po' alla sweeney todd, ma meno drastico, anche se mi sembra un bersaglio pessimo per un rapinatore, quelli dei senzatetto. Trovare un modo per derubare qualcuno con delle finanze migliori sarebbe un grosso miglioramento, e sono sicuro che una mente capace di progettare una macchina volante a vapore inventerebbe un piano ottimo per riuscirci!
Anche le atmosfere che crei sono molto convincenti, danno un'aria inquietante di grande normalità a tutto quel che succede.
Il finale è un po' brusco, magari in una revisione successiva lo separarei nettalmente dalla narrazione precedente (il confine ora è ambiguo), magari esplicitando meglio quelle urla sorde. Nonostante un paio di riletture mi sembra l'ambiguità tra "lo stiano seppellendo vivo coscientemente, anche se urla" e "la botta gli ha fatto inalare una dose massiccia di laudano e l'hanno preso per morto, non sta urlando davvero".

Il falco di ferro, di Angelo Frascella
Ammetto di aver pensato anche io ai supereroi, una volta letto il tema. Forse perché le ali della notte, Nightwing, mi ricordavano il buon Robin nella sua incarnazione più indipendente e fiera, di cui ho letto tante storie con piacere!
Ma il tuo racconto è più umano, scegli delle corde giuste da usare secondo me. Mi piace che il voler essere un supereroe sia un modo per non sentirsi deboli, per superare un trauma in famiglia. Le arti marziali sono spesso uno sfogo in situazioni del genere, e mi piace la figura del sensei "realistico" che ricorda la natura non violenta del suo stile (non importa che sia kendo, aikido, judo... tutte condividono lo stesso spirito del -do).
Il punto debole che vedo, già fatto notare, è quello del deep web, un po' abusato da quando è diventato di moda. I criminali che si trovano sulla strada con spranghe e coltelli, difficilmente lavorano sul deep web e viceversa. Anche l'hacker di Ferro che introduci en passant sembra non avere un ruolo, e se lo avesse avrebbe delle implicazioni per il protagonista, che non sarebbe più davvero solo. Penso sarebbe un dettaglio da eliminare o espandere nel resto del racconto.
In generale è davvero un bel racconto, pulito, semplice e scorrevole come piace a me!

Un lavoro come un altro, di Roberto Romanelli
Punteggiatura blah già pervenuto, una revisione generale e quell'aspetto guarisce.
Penso che in questo racconto tu ci abbia voluto mettere troppe cose tutte pigiate, e non ci siano davvero state. Tanti elementi sono molto evocativi, ma lasciano un po' di amaro perché non c'è modo di saperne di più e di vederli sviluppati, come se creassero più domande che elementi utili alla trama.
La tecnicità invece non mi dispiace, l'hai contenuta bene ed è molto specifica, non spezza la narrazione (ma sono abituato). L'accenno ad inizio racconto sui suoni reali che filtrano nel mondo virtuale ci cala subito nel contesto di una realtà virtuale stile oculus rift, ma niente di più avanzato altrimenti i sensi sarebbero disconnessi. Questa frase da sola crea tutta l'ambientazione necessaria in maniera semplice e diretta, lo apprezzo.

Lei, di Strellima
Sono d'accordo con i commenti precedenti sul bisogno di esplicitare un po' di più il ruolo della figura alata. Si intuisce ma non diventa mai veramente chiaro, neppure alla fine. Penso che senza la tua spiegazione e senza rileggere almeno un paio di volte il racconto mi sarebbe rimasto il dubbio, soprattutto per via del finale ambiguo.
Il tuo stile mi piace molto e il ritmo del racconto mi sembra ottimo, è ben scandito in scene e riesce a mantenere l'attenzione alta per tutto il tempo.
Per quanto riguarda il tema, penso sia una interpretazione ottima, originale e sviluppata con grande tatto!

La notte dei tempi, di Simone Cassia
Il tuo racconto è molto piacevole da leggere. Non è originalissima l'idea del tema reinterpretato come mito di creazione, ma si perdona facilmente. L'idea del corvo come creatore è ricorrente tra i nativi americani, ma ammetto che visto il falò con i bambini attorno, mi aspettavo quasi una reinterpretazione del nachtkrapp, il corvo gigante rapitore di bambini!
Anche la Notte dei Tempi si incastra bene nel mito, è una falsa etimologia molto elegante.
Mi impegno sempre a trovare qualcosa di positivo e qualcosa di negativo in ogni racconto, ma per questa volta passo sulle negatività, perché non riesco a trovarne facilmente!
(Verrai sgridato per le -d eufoniche di troppo, ma è un peccato veniale.)

E la luna bussò, di Monica Patrizi
Mi piace com'è scritto il tuo racconto, è molto scorrevole ed è una novità per me l'idea della telefonata ascoltata da un solo lato. È come se richiedesse più attenzione da seguire e quindi costringesse a prestare più attenzione del normale.
Davvero azzeccata anche la scena della chiesa, l'ho trovata molto viva nella sua follia.
Non mi convince del tutto l'organizzazione storia, invece. L'essere in auto e alla guida non sembra avere uno scopo mirato, quasi tutto succede in maniera indiretta, parlando del matrimonio o dell'incontro della sera prima. Il protagonista sembra un po' una macchietta stereotipo dell'omino esaltato coinvolto più di quanto sia ragionevole nel calcio e addestrato a ragionare per slogan sportivi, però comunica in maniera articolata e complessa, più di quanto ci si aspetti dopo quella caratterizzazione. Penso che tu non sia una fanatica del calcio e che il tuo modo di parlare e pensare sia traspirato troppo nel personaggio!

Night, di Enrico Nottoli
Allora, quello che mi salta più all'occhio leggendo il tuo racconto sono i dialoghi, decisamente innaturali. Proverei a leggerli ad alta voce pensando "Suonano bene o sembrano usciti da un episodio di The Lady?" Se quella vera è la seconda, li riscriverei senza pietà!
Il tema è un po' tirato, se è solo il nome del pub. Sembra che vada per la maggiore interpretare le corse in auto come ali della notte, ma non riesco a vederlo.
Con una buona revisione sarebbe un ottimo racconto, il tema e il tipo di sentimenti del protagonista sono molto comuni (a chi non è successo?), quindi è facile empatizzare, sentirsi coinvolti e presi dalla lettura.


1. La notte dei tempi, di Simone Cassia
2. Il falco di ferro, di Angelo Frascella
3. Lei, di Strellima
4. Coprifuoco, di Beppe Roncari
5. Un lavoro come un altro, di Roberto Romanelli
6. Una bara da quattro soldi, di Chiara Rufino
7. L’alamaro color cenere, di Alexandra Fischer
8. E la luna bussò, di Monica Patrizi
9. Night, di Enrico Nottoli

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raffaele.marra
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Messaggio#6 » giovedì 29 ottobre 2015, 9:21

Ecco la mia classifica:

1° - Lei, di Strellima

Mi piace molto l’atmosfera di questo racconto severo e poetico al tempo stesso. C’è un’amarezza di fondo che però non è spinta all’eccesso e quindi non si corre il rischio di cadere nel patetico. Anzi, una buona dose di “soprannaturale” dà al tutto un gusto gradevole e un equilibrio intelligente tra favola e triste realtà. Ottimo lo stile e altrettanto notevole è l’originalità con cui hai declinato il tema del mese. Complimenti.

 

2° - Il falco di ferro, di Angelo Frascella

Il tuo stile (ormai è noto) è caratterizzato da una semplicità e una essenzialità che a mio parere sono difficili da raggiungere. Proprio questa tua caratteristica, unita al tema del “supereroe”, tema notoriamente associato ad una retorica dal suono epico e magniloquente, rappresenta la maggiore originalità della storia in questione. È pertanto molto interessante leggere questo testo in cui lo stile asciutto e ordinario racconta una storia straordinaria dal sapore fantascientifico/avventuroso. Alla luce di ciò, quella frase finale, che rappresenta l’unico momento di “pathos” vibrante che concedi al lettore, assume una carica eccezionale e conclude splendidamente un racconto sicuramente di ottima qualità.

 

3° - Coprifuoco, di Beppe Roncari

Una storia sicuramente ben scritta, con uno stile perfettamente in grado di sostenere la tensione dall’inizio alla fine. Per quanto riguarda la trama, noto alcuni spunti di originalità nonostante si tratti di un tema letto e riletto. Devo dire che non c’è alcuna sorpresa nello scoprire che si tratta di un vampiro, ma questo, va chiarito, è dovuto al tema del mese: l’associazione tra “le ali della notte” e i vampiri credo sia stata immediata per tutti noi e dunque, nel tuo caso, la possibile sorpresa è stata bruciata in partenza. Al di là di ciò, comunque, si tratta di una buona prova.

 

4° - Un lavoro come un altro, di Roberto Romanelli

Racconto difficile da giudicare, almeno per me. È come se ogni caratteristica sia positiva e negativa al tempo stesso. Mi spiego: la ricchezza di dettagli, ad esempio, affascina perché dà l’idea di un universo immaginato con minuziosità e coerenza, però rallenta troppo il testo e, in definitiva, stanca un po’. Lo stile, inoltre, sembra puntare su un ritmo forsennato, tipico di una scena d’azione; il ritmo però è spesso ostacolato e interrotto dalla difficoltà del lettore di comprendere al volo i tanti particolari. Insomma, una prova così e così. Ho l’impressione che uscendo dal limite dei tremila caratteri potrebbe diventare un gran bel racconto.

 

5° - Night, di Enrico Nottoli

Molto piacevole e scorrevole, originale e divertente. Trovo questo racconto molto originale sia nella trama, che acquista notevole spessore grazie al finale che fa sorridere, sia nello stile che con la trama è tutt’uno, perfettamente coerente e appropriato. Apprezzo il coraggio che hai avuto nel raccontare con ironia e giusto cinismo una vicenda che in altri contesti sarebbe sfociata facilmente nel patetico e nella retorica del già visto. L’unica perplessità che ho, e purtroppo non è proprio ininfluente, riguarda la rispondenza al tema del mese che qui è troppo sottile, difficile da riconoscere con convinzione.

 

6° - La notte dei tempi, di Simone Cassia

Una favola mitologica presentata come tale che risulta perfettamente coerente con il tema del mese. L’ambientazione è originale, anche se, non conoscendo la letteratura alla quale tu ti ispiri, non sono in grado di dire se il mito che tu racconti sia esistente o sia una tua invenzione totale. Lo stile è semplice e non sempre all’altezza del testo. In definitiva si tratta di un racconto positivo che però non mi ha entusiasmato del tutto.

 

 

7° - Una bara da quattro soldi, di Chiara Rufino

Un racconto che vanta una notevole originalità e un rapporto tra dramma e ironia molto ben equilibrato. Mi è piaciuta l’ambientazione storica e il protagonista risulta abbastanza credibile e ben delineato. Ho però delle perplessità sulla rispondenza al tema del mese: le ali della notte, qui, sono solo un aspetto piuttosto marginale della storia, un dato secondario che potrebbe benissimo essere sostituito con qualcos’altro senza che il racconto muti sostanzialmente la propria identità.

 

8° - L’alamaro color cenere, di Alexandra Fischer

Di buono c’è lo stile, efficace ed evocativo, in grado di accrescere l’interesse del lettore nei confronti del racconto. Devo però ammettere che la storia non è affatto chiara in tutti i suoi particolari e, di conseguenza, non è chiara neanche la piena attinenza del racconto al tema del mese. Credo che la storia avrebbe meritato uno sviluppo più tranquillo con più tempo e più caratteri a disposizione. Insomma, in definitiva si tratta di un racconto che andrebbe arricchito qua e là di particolari per poter sviluppare a pieno le sue potenzialità.

 

9° - E la luna bussò, di Monica Patrizi

Manca evidentemente qualcosa in questo racconto in cui la trama sembra solo una scena di passaggio di una storia molto più ampia che però qui non è neanche suggerita. Non vedo una precisa attinenza con il tema del mese, e questo penalizza ulteriormente il tuo lavoro. Devo però riconoscere una buona capacità nel costruire un personaggio divertente, sottolineato in maniera molto efficace da uno stile appropriato. Anche se, mi rendo conto, il tuo protagonista avrebbe meritato più spazio e più caratteri per potersi definire in completezza. Resta infatti qualche perplessità dovuta ad alcuni elementi di questo “coatto” che fuoriescono decisamente dallo stereotipo che ci ha sempre rappresentato il cinema (ad esempio il fatto che sia tifoso della Juve o che beva da una bottiglietta di acqua e non di altro). Questa caratterizzazione un po’ diversa dal solito non è affatto un elemento negativo, ma ritengo che a questo punto sarebbe stato necessario più spazio per poter comprendere al meglio il tuo protagonista che si presenta più complesso dello stereotipo cui siamo abituati.

 

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Messaggio#7 » giovedì 29 ottobre 2015, 11:06

COPRIFUOCO di Beppe Roncari

 

Ciao Beppe!

Sicuramente un racconto originale, il tuo (almeno per me che non conosco la letteratura SF quindi ancora meno le sue contaminazioni con l'horror), ma devo ammettere che ho fatto molta fatica a "sentire" la storia.

Non so spiegarti il motivo, ma, a parte il finale, il volo libero nel cielo e l'immagine della stella cadente (che è veramente poetica) non mi sono sentita coinvolta, pertanto non sono riuscita ad apprezzare questa storia, che, secondo me, avrebbe bisogno di un respiro nettamente maggiore per esprimersi adeguatamente.

 

Ultime due noticine:

 

-So essere silenzioso come un’ombra quando voglio: metterei la virgola.

-Apro di uno spiffero il portone: la parola spiffero mi porta a pensare a qualcosa che entra e non a un essere (per quanto etereo possa essere) che vuole uscire...

 

Ciao e alla prossima!

 

L'ALAMARO COLOR CENERE di Alexandra Fisher

 

Ciao Alexandra!

Mi sono persa!

Avresti un bottone anche per me?

Ho letto più volte il tuo racconto, ma non sono riuscita a capirlo.

Dunque, vediamo: Melina regala a Ivo il montgomery per proteggersi dal freddo nella sua "prova di coraggio" e su di esso cuce un bottone "magico" capace di fornirgli protezione.

Ivo perde il suo amuleto e viene fagocitato da questo quartiere misterioso.

Melina ritrova l'arazzo da lui comprato vicino alla fontanella. E il bottone? Lo trova anche alla fontanella? Lo aveva perso lì o il bottone vi si è "trasferito" da solo?

La sensazione che ho è che la storia avesse bisogno di mooooolto più spazio per spiegare di più.

Per il resto il tuo stile è sempre molto pulito e curato, per cui... Nulla da segnalare!

 

Alla prossima!

 

UNA BARA DA QUATTRO SOLDI di chiara.rufino

Ciao Chiara.

Il tuo racconto riesce a creare bene l'atmosfera dei diseredati della Londra ottocentesca (mi hai fatto ricordare "From Hell" di Alan Moore!) e scorre bene fino alla sepoltura: la mancanza di uno stacco grafico mi ha lasciata un attimo confusa.

Critiche:

-il barbone con la borsa piena di orologi... Mi sembra strano che non sia andato a monetizzarli invece di portarseli appresso in un giaciglio tanto insicuro e in un ambiente pieno di ladri come i bassifondi londinesi dell'epoca.

-"passandogli sotto il naso" penso sarebbe meglio "passando loro"

-il tema c'è, ma in maniera molto marginale (il fatto che sia un velivolo e non un pallone aerostatico o qualche altra diavoleria a vapore non è fondamentale nel racconto)

 

Alla prossima!

 

IL FALCO DI FERRO di Angelo Frascella

 

Ciao Angelo!

Bel racconto! Una causa scatenante ben accennata, un ragazzo che decide di impedire che altri si ritrovino a vivere la sua esperienza di lutto, il sogno del supereroe... (Un kickass con più allenamento!)

Ho trovato tutto molto ben dosato e scritto molto bene.

 

Critiche:

sicuramente errori di battitura:

"calzamaglie" penso ne indossi una sola, per cui "calzamaglia",

"da quanto suo marito" ovviamente "quando",

"micette" "micette"

 

quando descrivi la vestizione parli di bastone da kendo dietro la schiena, poi, nello scontro, sfodera una katana.

 

In ogni caso ottima prova!

Alla prossima.

 

LEI di Strellima

 

Brutta bestia la depressione, ma bellissima la sua raffigurazione nel tuo racconto.

Hai saputo creare l'atmosfera, quella dipendenza che si crea tra un soggetto è la propria depressione, quel male di vivere che diventa il tuo solo compagno.

Brava!

Lo so, devo arrivare a trecento caratteri, ma ho detto tutto, veramente una bella prova!

 

Alla prossima

 

NIGHT di Enrico Nottoli

 

Ciao Enrico!

Il tuo racconto, divertente e ironico, secondo me non centra bene il tema: al di là del nome del locale, che poteva anche chiamarsi "Ci Lecca" e non sarebbe cambiato nulla!

Sì certo l'ambientazione è notturna, ma mi pare un po' poco.

Per il resto è una storia godibile e fresca, anche se non mi convince la scelta dei tempi verbali, al posto del passato remoto, nel racconto di come lei lo molla, avrei usato il trapassato prossimo.

 

Alla prossima

 

LA NOTTE DEI TEMPI di Simone Cassia

 

Ciao Simone!

Un racconto nel racconto. Bello, poetico e scritto molto bene!

Hai saputo creare benissimo l'atmosfera intorno al fuoco, di cui si percepisce quasi il calore, e il clima magico del mito di creazione.

Che dire? Bravo!

È dura arrivare a trecento caratteri quando la sola cosa che vuoi dire è: mi è piaciuto tantissimo!

 

Alla prossima!

 

E LA LUNA BUSSÒ di Monica Patrizi

 

Ciao Monica!

Spassosissimo il tuo racconto, anche se... A mio parere il tema non è centrato appieno: ok, la scopata o chiaro di luna, ma non mi convince!

Per il resto sai rendere perfettamente, con pochi tratti, il protagonista: sbruffone pieno di soldi e di cattivo gusto (le infradito sotto al gessato...brrrrr!)

Anche la calata romanesca è perfetta.

Insomma un bel racconto, che, però, mi ritrovo a dover penalizzare per la poca aderenza al tema.

 

Alla prossima!

 

UN LAVORO COME UN ALTRO di Roberto Romanelli

 

Ciao Roberto!

Eccoci qui: il tuo racconto è uno dei primi che ho letto e l'ultimo che vado a commentare.

Già, perché per me è estremamente difficile commentare un racconto SF, soprattutto uno ricco di particolari informatici come il tuo, dal momento che io sto al computer come un cammello sta alla cruna dell'ago!

A parte battute, ho cercato,nella mia valutazione, di lasciare ai margini i miei gusti personali e i miei limiti interpretativi (anche se, ovvio, non posso escluderli in toto!), e di concentrarmi sulla forma: sicuramente dipenderà dalla fretta e annessi e connessi, ma la punteggiatura, che pare disseminata a caso, non aiuta certo nella comprensione!

Il tema è sicuramente centrato, anche se il fatto di aver dovuto leggere parecchie volte il racconto per arrivare a raccapezzarmici non gioca a favore!

 

Alla prossima!

 

CLASSIFICA

 

1-LA NOTTE DEI TEMPI

2-LEI

3-IL FALCO DI FERRO

4-UNA BARA DA QUATTRO SOLDI

5-COPRIFUOCO

6-L'ALAMARO COLOR CENERE

7-E LA LUNA BUSSÒ

8-NIGHT

9-UN LAVORO COME UN ALTRO

Wikierrante
Messaggi: 11

Messaggio#8 » venerdì 30 ottobre 2015, 0:00

Noto che la mia classifica va abbastanza controcorrente riguardo alcuni racconti rispetto al resto dei commentatori. Ma credo che il bello sia proprio questo: la varietà di opinioni e di lettori!
In più riuscire a scrivere qualcosa che generi un'approvazione collettiva e univoca è un lavoro da vero maestro e artista, tanto da essere un qualcosa di praticamente impossibile da raggiungere.

1) Lei di Strellima
Trovo il tuo racconto davvero molto ben fatto e suggestivo. Anche se si capiva quasi da subito (ma forse sono troppo abituato io a questo genere di testi) cosa rappresentasse Lei, il tutto è ben narrato e mi è molto piaciuto. Una o due volte ci sono piccole ripetizioni, ma sono inezie, e per il resto lo stile è scorrevole ed evocativo.
Complimenti.

2) La notte dei tempi di Simone Cassia
Un racconto fantastico, con una cornice che fa subito immergere il lettore in una certa modalità di visione. Il mito della creazione è ben giocato e tanto suggestivo, e scritto con uno stile che ben si sposa con quel particolare tipo di racconto orale, lontano e sciamanico.
Non ti nego che anche io una volta letto il tema avevo in mente di scrivere qualcosa di simile, quindi non può che essermi piaciuto il tutto, specialmente come te lo sei giocato tu!
Complimenti.

3) COPRIFUOCO di Beppe Roncari
Trovo questa un’ottima performance per quanto riguarda la tipologia di racconto breve: fornisce uno spaccato di un mondo, dando abbastanza informazioni per comprenderlo e godersene. Sono contro chi dice che “voleva saperne di più”, il bello sta proprio in questo dover “immaginare” tutto il contorno plasmato di non detti da parte dell’autore. Anzi, tu utilizzi la mancanza di una elencazione precisa delle regole del tuo mondo, per svelarle man mano fino alla fine creando un ottimo effetto sorpresa.
Trovo buona anche la commistione di generi classici, e il ricollocamento di personaggi tipici di un dato ambiente letterario in un altro completamente diverso. (anche se, questo specifico mix è già stato usato in parecchi libri e manga. Ma lo apprezzo sempre e comunque).
Se posso fare una critica negativa, a mio parere il racconto crea ben poche immagini d’ambiente nella mente del lettore, che segue solo il movimento e le azioni del personaggio, lasciando sfocato tutto il teatro in cui avviene la vicenda.

4) Un lavoro come un altro di Roberto Romanelli
Il tema mi piace, anche se temo che il ritmo frenetico fa creare poche immagini, tranne quando non si narra direttamente la “realtà” dentro l’ICE. In questo caso mi pare tutto più chiaro, ma durante le fasi di realtà “esterna” a volte mi sono ritrovato confuso, non certo per i termini tecnici, ma per la comprensione di cosa stava effettivamente avvenendo e i ruoli dei personaggi. Una rilettura più attenta mi ha fatto intendere bene tutto, ma riuscire a far recepire la storia anche ai lettori frettolosi è una dote importante.
Mi piacerebbe da morire leggere una versione di questa storia più estesa: anche in forma di racconto lungo reggerebbe bene, a mio parere. Bravo.
Ah, un’ultima cosa… Nessuno ha segnalato quell’ubricò all’inizio, chiaro refuso.

5)Una bara da quattro soldi di Chiara Rufino
Ehilà Chiara!
Non mi ripeterò su ciò che già altri hanno commentato prima di me, volevo dirti che ricrei bene il tema dell’epoca sin da subito. Già dalla prima frase stabilisci con il lettore il punto di visione comune riguardo al quando e al dove si sta svolgendo la vicenda, e questo lo trovo essenziale.
Il tema lo vedo un po’ sfiorato di striscio, c’è la notte, ma meno le ali, se magari avessi inteso il brevetto non come lo scopo delle sue malefatte, ma come il mezzo con il quale le perpetrava sarebbe stato più centrato.
Ma comunque, a parte qualche ripetizione ad un certo punto ho perso la dimensione spaziale in cui si svolgevano le azioni: se i dormienti sono nelle bare, come fa a inciampare sulla gamba del barbone?
Mi piace la conclusione, anche se sento che c’è qualcosa che manca. Non riesco a capire bene: è stato vittima di un agguato? L’assalitore era legato a lui in qualche maniera, o era solo un tizio che voleva derubarlo? Vedo il protagonista molto vittima degli eventi, e il conflitto con cui si scontra e dal quale esce perdente lo travolge senza che lui possa fare molto.
In più, nessuno che controlli se James è vivo, prima di infilarlo dentro una bara e seppellirlo? Credo che anche all’epoca, se si ritrovasse un cadavere, prima di gettarlo dentro la terra passi abbastanza tempo, durante il quale potrebbe essersi ripreso da una “semplice” legnata.
Comunque, a conti fatti, tranne queste mie perplessità qui e là, un bel racconto, collocato nel suo tempo.
Ps: troppi punti e a capo. Quando non cambi argomento ma le frasi sono collegate, il punto fermo con la continuazione è perfetto.

6)Night di Enrico Nottoli
Ehilà, ciao!
Vediamo, non vorrei ripetermi su ciò che hanno detto gli altri, come il tema preso di striscio etc.
Il mio focus è sullo stile più che altro: frasi troppo brevi e cadenzate. Possono dare un bell’effetto se lette interpretate, magari con voce profonda; ma lasciate così al testo scritto danno solo fastidio (a mio parere) e rallentano la lettura che potrebbe essere molto più veloce. Ricorda, i punti sono pause lunghe, le virgole brevi e calcolando solo con questo dato il tuo scritto ci metti il triplo rispetto a tutti gli altri racconti per leggerli.
Non vedo molto forti caratterizzazioni psicologiche che fanno spiccare il protagonista rispetto a tanti altri simili, e il suo momento per differenziarsi (i dialoghi) te lo sei giocato un po’ male.
Mi piace però l’evocazione generale che riesci a generare e la coerenza di linguaggio di tutto il testo, che apprezzo.
Una volta rivisto per quanto riguardo i dialoghi e quanto detto, recitato in una certa maniera renderebbe bene. Scritto così no.

7)Il Falco di Ferro di Angelo Frascella
Salve, bel racconto, anche se non riesco a collocarlo bene. Vuole avere un tono serio? Se sì, ci sono troppe cose che glielo fanno perdere. Come le questioni già citate dagli altri utenti, “Peppe l’hacker” e gli “indizi nel Deep Web” (che poi, se davvero qualcuno volesse seminare indizi laggiù, dovrebbe accedere come minimo alla Home della Hidden Wiki, o intasare le pochissime board che prevedono interazione, cosa mastodontica per un gruppetto di ragazzini che ha voglia di malmenare uno pseudo-supereroe. Quando si parla di qualcosa senza conoscere bene come funziona, una ricerca non fa mai male).
Per il resto si, scritto bene, anche se non capisco come mai nelle frasi che riguardano Ferro, il soggetto è sottinteso. Può essere una scelta stilistica, ma avrebbe avuto senso se fosse stata funzionale ai fini della trama (non so, per esempio se fosse stato davvero un uccello, e si voleva generare un effetto sorpresa nell’ultima frase).
Strana la scelta di una terza persona al presente, non si vede così spesso, ma è usata bene.

8)E la luna bussò di Monica Patrizi
Il tema? Non vedo molta attinenza con le ali della notte, purtroppo. In più, tranne che mostrare una telefonata che enuncia l’incoerenza e gli “scleri” di un’Italia tipicamente bassa e in qualche modo grezza, non fa molto altro. Cose quindi che si possono sentire scendendo in qualsiasi piazza, soprattutto del centro-sud (da cui provengo), o facendosi un giro su Facebook, altro teatro per questo tipo di “commedie”.
Parliamo dello stile. Troppi punti di sospensione: come vedi e come fai nella seconda parte dei tuoi dialoghi, si può far intendere una pausa anche senza mettercene tre, di punti. Ti consiglio di dosare meglio gli a capo, visto che a volte servono per non generare un “wall of text” che nasconde quelle poche pause durante il monologo. Soprattutto perché tu hai utilizzato le virgolette alte sia per il discorso, sia per la citazione, cosa che non va affatto bene. Per non parlare di virgole aperte e mai chiuse, a volte.
Alla fine di questo testo mi è rimasto poco e niente, se non una smorfia a vedere dei dialettantismi pseudo-tradotti in italiano (che quindi non sono del tutto reali).

9) L'alamaro color cenere, di Alexandra Fischer
Caspita… mi è stato davvero difficile seguirti.
Prima di scrivere questo commento ho provato a leggere gli altri, per vedere se ero l’unico, e ho notato che non era così. Ho dovuto leggere la tua spiegazione per riuscire a capire dove voleva andare a parare il racconto, che fra l’altro possiede uno stile fastidioso e che non aiuta a mantenere l’attenzione (e in casi dove vuoi lasciare che il lettore comprenda qualcosa senza doverglielo dire apertamente, lo stile è tutto).
Questa situazione, dove addirittura devi arrivare a spiegare un tuo racconto per far sì che gli altri intendano è la peggiore: vuol dire che hai fallito come narratore, perché la storia che volevi raccontare non è arrivata (o meglio, è arrivata in modo confuso e nebuloso). In più, nonostante questo extra, permangono punti oscuri che fatico a comprendere.
Tirando le somme, mi dà anche l’idea di “già visto”, non trovo nulla di nuovo in quello che hai scritto, mi spiace.

Angela_Bernardoni
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Messaggio#9 » venerdì 30 ottobre 2015, 23:30

Monica Patrizi - E la luna bussò.

Ciao Monica,
Complimenti per essere riuscita a creare un protagonista odioso, è un talento e una cosa coraggiosa, visto che un tipo del genere difficilmente accoglierà i favori del pubblico. Trovo però un po' difficile immaginarmi le pause in quel monologo che è la telefonata. Mi spiego: “Poi ti racconto… Tu sei già al Pub? E la partita? …Grande! Chi ha segnato? Tevez su rigore al terzo minuto di recupero? Allora siamo primi in classifica…” mi sembra una ridondanza, considerato che il protagonista starà ripetendo metà delle parole appena dette dal suo interlocutore. Il momento dello svelamento, poi, mi è sembrato molto tirato via. Nonostante il numero limitato di caratteri, forse potevi togliere un po' della parte dedicata agli orgasmi sportivi del pg per parlare di quello che veramente ci sarebbe potuto interessare, ovvero quello che è successo la notte prima del matrimonio.
Purtroppo quello che si vede dell'uomo è solo il suo lato macchiettistico, manca invece la psicologia del personaggio.

Simone Cassia - La notte dei tempi.

Ciao Simone,
questo racconto mi è piaciuto molto, il tema è stato interpretato in modo ineccepibile e la cornice della storia intorno al fuoco dà modo di calare ancora di più il lettore in quella notte di cui ti si chiedeva di parlare e di utilizzare un registro abbastanza datato (s'avvide, si apprestò) senza che questo risulti dissonante nel racconto.
Stavo cercando una critica da farti quindi vado proprio a cercare il pelo nell'uovo: la parola "sciamana" mi trasporta subito tra gli indiani d'America, ma il nome dell'anziana protagonista, Gwelarin, sembra più un nome celtico o sassone. Dove siamo, in realtà?

Enrico Nottoli - Night

Enrico te lo devo dire, il tema è parecchio stiracchiato. Per il resto: inizi il racconto all'imperfetto, poi c'è un flashback in cui giustamente passi al passato remoto, solo che quando poi torni al presente, ti dimentichi di riprendere l'imperfetto e prosegui il racconto al passato remoto fino in fondo.
Il finale mi è piaciuto, il tuo protagonista riesce a rendere empatico il lettore, anche grazie all'autoironia che traspare in alcuni punti ("Baby non si poteva sentire."). Se dovessi identificare il tema del racconto, direi che qua stiamo parlando di una fuga dall'immobilità e l'apatia (poi ovviamente così non sarà, ma è quello che ci ho visto io).
Comunque mi è piaciuto, nonostante la sovrabbondanza di frasi secche, che non sempre servono così tanto.

Lei - Strellima

Il racconto è scritto bene e d'impatto, la depressione è descritta con tocchi sapienti, solo due cose mi lasciano perplessa: magari ho avuto una lettura poco attenta io, ma all'inizio il protagonista è sdraiato nel letto e invita Lei a raggiungerlo, alla fine è seduto in poltrona nello studio del babbo; sono due momenti diversi? Mi sono persa qualcosa?
L'altro punto su cui ho dei dubbi è l'uso di immagini suggestive come quella del sasso in fondo allo stagno, o delle luce che filtra sotto la serranda abbassata, che mi lasciano in bocca un sapore di già letto, di cliché.
Comunque è un testo completo nella sua brevità, molto bella la figura della madre che cerca di spiegare la malattia del padre al bambino.

Un lavoro come un altro - Roberto Romanelli

Non è una cosa negativa quella che sto per dire, anche se ammetto che potrebbe sembrarlo. Non sono del tutto sicura di poter chiamare racconto questo testo: veniamo lanciati nel mezzo di un'azione, con personaggi di cui in pratica sappiamo solo i nomi e quel poco che si può intuire dai dialoghi (che comunque sono scritti bene), in una situazione frenetica che hai zeppato di dettagli come se stessi cercando di far entrare un pollo arrosto in una tazzina da caffè. Mi hai sicuramente invogliata a saperne di più, come se avessi aperto un libro a una pagina a caso e avessi letto un capitolo, però ad una prima (ma anche alla seconda e alla terza) lettura, il tuo racconto lascia storditi. Che non è necessariamente negativo, però proporrei di snellirlo un po' di contenuti. La forma invece è ottima.

Angelo Frascella - Il falco di ferro

L'idea del ragazzino che vuole diventare supereroe mi ricorda inevitabilmente Kick-Ass, anche se qua c'è quell'italianità che ancora non riesco a vedere associata a questo mondo senza che mi si alzi un sopracciglio (ma anche il ragazzo invisibile di Salvatores mi ha fatto questo effetto). Mi è piaciuta molto la componente emotiva del racconto, il finale, il ragazzino che sulla scia di Batman vuole diventare super per vendicare la morte del padre. Probabilmente ci sarebbero volute più battute a disposizione per non renderlo così didascalico e un po' più di ricerca, ma è un ottimo testo di base da rielaborare. Bravo.


L'alamaro color cenere - Alexandra Fisher

Ciao, come hanno detto anche gli altri, purtroppo qui la narrazione è nebulosa. Sono sicura che nella tua testa il racconto avesse una sua logica e che filasse senza incespicare. Il problema è che molto spesso scrivendo diamo per scontato informazioni sull'universo narrativo che abbiamo creato di cui i lettori non sono a conoscenza. La storia del bottone era simpatica, mi ha ricordato le quest dei videogiochi in cui devi cercare gli amuleti per proteggerti, i personaggi sembrano avere vitalità, avresti avuto bisogno però di molto più spazio, per far entrare anche noi nel tuo mondo.

Coprifuoco - Beppe Roncari
Ciao Beppe, mi è piaciuto molto questo racconto, sono rimasta anche confusa fino alle ultime righe sulla vera natura del protagonista, quindi direi che il plot twist funziona. Hai creato una storia piccola, sembra di vedere il piano sequenza in cui si muove il protagonista mentre vaga alla ricerca di "cibo" per la città deserta. Non ho critiche, se non che non sono più abituata a vedere i vampiri volare e quindi sul momento mi risultava strano quel librarsi nel cielo. Davvero complimenti.

Una bara da quattro soldi - Chiara Rufino
Ciao Chiara, hanno già detto tutto gli altri, sono i problemi del commentare per ultimi. Lo stile mi piace, è molto Dickens, ci sono le bare, ci sono i barboni, si riesce quasi a percepire la patina di sporco sui muri del dormitorio e l'alito pesante dei dormienti. Però davvero, poi mi spiegherai se l'hanno seppellito vivo o no, perché il dubbio mi resta. Come altri racconti di questo gruppo, il limite di battute ti ha castrato, non lasciando alla storia lo spazio per dispiegarsi bene.

Classifica.
1. Coprifuoco, di Beppe Roncari
2. La notte dei tempi, di Simone Cassia
3. Night, di Enrico Nottoli
4. Lei, di Alessandra Lusso
5. Un lavoro come un altro, di Roberto Romanelli
6. Una bara da quattro soldi, di Chiara Rufino
7. Il Falco di Ferro, di Angelo Frascella
8. E la luna bussò, di Monica Patrizi
9. L’alamaro color cenere, di Alexandra Fischer

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antico
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Messaggio#10 » domenica 1 novembre 2015, 12:25

Grande qualità. Un'annotazione: LE ALI DELLA NOTTE è anche quello che la notte nasconde o quello che porta a fare, non solo la letteralità di ali fisiche o quant'altro. Mi rendo conto di aver postato una classifica un po' a rovescio, ma ritengo che i due racconti che ho posizionato ai primi due posti siano stati troppo penalizzati. Detto questo, come abbiamo detto e definito più volte, l'aderenza al tema dev'essere valutata singolarmente e allora è giusto che se i più non la riscontrano (anche se a mio avviso personale c'è) allora i racconti in esame vadano penalizzati (la qual cosa non m'impedisce però di ammetterli direttamente alla vetrina del sito, svincolata dalla gara).
 
1) “E la luna bussò”, di Monica Patrizi
Un racconto che si pone l'obbiettivo di svelare tutta l'incoerenza e la superficialità dell'Italia attuale e per me ci riesce. Partiamo dalla scelta della squadra: la Juve contro la Roma e lui è un romano de Rroma che tifa per i bianconeri. Una prima incoerenza. Giulia si sposa il giorno dopo aver tradito il futuro marito con uno dei suoi amici, perché allora sposarsi in Chiesa? Mancanza totale di comprensione di ciò che rappresentano i nostri atti. Lui che non si sente in colpa, ma neppure un poco e anzi ci scherza sopra, è vero, gente così ce n'è e neppure poca. La donna che sbraita che viene vista come una pazza, pur beccandoci, e in tal modo l'elemento sovrannaturale di questa sorta di possessione "santa" viene etichettata come fastidiosa per una cerimonia che ha perso ogni singola valenza originaria (anche se sull'istituzione del matrimonio ce ne sarebbero da dire a palate). Infine, la notte... Questa lunga notte della consapevolezza che ci mette le ali per volare sopra ogni decenza o coerenza. Per me un pollice SU netto. Ammesso diretto alla vetrina del sito.
2) Night, di Enrico Nottoli
Inizio dal tema: il protagonista è in evidente crisi, eppure si muove, fa, va, cerca di reagire arrovellandosi sul come, viene "spinto" dalla notte. Probabilmente sarebbe stato meglio non dare proprio quel nome al locale perché distrae, ma la mia interpretazione è stata da subito questa. E poi, il tuo stile mi piace, lo sai e ho avuto modo di ribadirtelo più volte. Qui sei arrabbiato, carico eppure sempre riflessivo. Il finale è perfetto. Per me un pollice SU e ammissione diretta alla vetrina del sito.
3) Un lavoro come un altro, di Roberto Romanelli
Al netto di una necessaria revisione del testo causa refusi sparsi e forme da aggiustare, questo racconto per me è un pollice su. C'è azione, c'è contesto, ci sono personaggi vivi, c'è mistery, c'è un mondo fantasy fatto di bit. Il tema è un pelo stirato, ma ci sta. Non lo ammetto direttamente alla vetrina del sito solo per darti la possibilità di aggiustarlo nel labo.
4) Coprifuoco, di Beppe Roncari
Un buon racconto che fa della varietà il suo punto di forza. Il protagonista esce dall’edificio in cui si protegge, s’intuisce che teme qualcosa, incontra un gatto, è un robot, scappa verso una morte che sia sua e che invece gli è negata, perlomeno nelle modalità. In più è un vampiro e allora si apre tutto un contesto non detto che arricchisce la fantasia del lettore. Per me un pollice SU.
5) Lei, di Alessandra Lusso
Un racconto pulito, preciso, stilisticamente perfetto. In prima lettura a me è arrivata la donna demone, per la depressione credo sarebbe il caso d'inserire un elemento in più per instradare il lettore. Il tema è rappresentato con efficacia. Non un pollice SU in pieno per un altro motivo ancora, avrei gradito la circolarità: hai iniziato nel letto, avrei chiuso lì e non nello studio del padre. E magari proprio la chiusa nel letto poteva darti modo di chiarire la figura di Lei. Pensaci... ;)
6) Il falco di ferro, di Angelo Frascella
Ottima preparazione, finale un pelo deludente perché non arrivata con tutta la forza che, a mio avviso, dovrebbe avere. Forse una differente scelta al livello di trama ti avrebbe aiutato a trovare una conclusione più efficace, ma questa c'è e questa va commentata. I teppistelli che riempiono il deep web di falese news per attirarlo nella trappola, a che pro? Non c'è preparazione a questo scontro e un'atmosfera fino a quel punto leggera e precisa si appesantisce senza peraltro essere ineccepibile. In ogni caso, bello questo Kick Ass italiano, lo riprenderei per dargli maggior spazio, magari in un racconto più lungo. Pollice tendente all'alto per me.
7) Una bara da quattro soldi, chi Chiara Rufino
Parto dal tema, secondo me rispettato. L'attività dubbia del protagonista si svolge di notte e la stessa è per lui possibilità per racimolare il gruzzolo necessario per... spiccare il volo. Molto forti e delineate le sensazioni che lasci al lettore, c'è stato un problema di a capo sulla questione "genitori", a una prima lettura sembrano davvero loro a colpirlo. Il problema dell'inciampare non si capisce proprio, teoricamente sono dentro le bare i barboni. Dagli una ripulita e vedrai che avrà tutto un altro appeal. Per il momento il pollice è NI, ma più che altro per questa serie di problemi che ti ho delineato che sono tutti facilemente risolvibili. See you in the lab!
8) La notte dei tempi, di Simone Cassia
Un racconto "raccontato" il cui difetto sta nella mancanza di contrasto. Notte, giorno, ombre, ma quello che accade è dato e nulla può il protagonista che, invero, rimane passivo. C'è anche molto simbolismo, cosa che in genere rifuggo. Ho notato che generalmente è piaciuto, ma devo essere onesto con me stesso e con te e affermare che, personalmente, mi ha lasciato perplesso. Mi rendo conto che giudicarti con pollice NI può sembrare eccessivo, ma, davvero, sento scorrere poca vita in un testo che invece la celebra. Mi spiace.
9) L’alamaro color cenere, di Alexandra Fischer
Noto che stai usando con più efficacia i dialoghi e questo è un bene. In questo racconto mancano alcune connessioni importanti tipo il “dove siamo?”, “chi sono queste creature demoniache?”, “perché Ivo è andato a fare quell’acquisto?”. Rimpolpalo per il lab, ma stai attenta all’infodump, le info vanno seminate e disseminate e non date tutte insieme. Potenzialmente un buon racconto, vediamo che ne esce dopo l’operazione che ti ho chiesto di fare. Per il momento il pollice è giù, ma non del tutto.


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