Gruppo INOKI: Lista racconti ammessi e classifiche

72ª Edizione della sua storia, Minuti Contati ospita una guest star d'eccezione: Augusto Chiarle. QUI potete visionare il trailer, al suo interno sono disseminati degli indizi sul tema con cui gli autori dovranno confrontarsi. Il VIA è fissato per lunedì 19 ottobre alle ore 21.00.
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Gruppo INOKI: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#1 » martedì 20 ottobre 2015, 2:35

Inoki
 
Questo è il gruppo INOKI della CHIARLE EDITION con Augusto Chiarle nelle vesti di Guest Star.
 
Gli autori del gruppo INOKI dovranno commentare e classificare i racconti del GRUPPO UNDERTAKER.
 
I racconti di questo gruppo verranno invece commentati e classificati dagli autori del gruppo HOGAN.
 
I primi TRE racconti di questo raggruppamento avranno diritto alla pubblicazione immediata sul sito ed entreranno tra i finalisti che verranno valutati direttamente da Chiarle. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito.
 
Ricordo che la composizione dei gruppi ha seguito il seguente criterio: assegnazione per ordine cronologico di consegna.
 
E ora vediamo i racconti ammessi a INOKI:
 
Janara, di Flavia Imperi, ore 21.43, 2496 caratteri
Hima, di Serena Aronica, ore 22.55, 2908 caratteri
Sopra le onde, di Vilma Cretti, ore 23.37, 2556 caratteri
Marta muore con gli occhi aperti, di Francesca Nozzolillo, ore 23.45, 2966 caratteri
Le gambe di Titti, di M. R. Del Ciello, ore 23.50, 2928 caratteri
Le ali di sua madre, di Giulio Marchese, ore 00.23, 2992 caratteri
Maschere, di Adriano Muzzi, ore 00.39, 2979 caratteri
La notte non è nostra, di Eleonora Rossetti, ore 00.44, 2718 caratteri
Solo nella notte, di Fernando Nappo, ore 00.59, 2967 caratteri
 
Avete tempo fino alle 23.59 di venerdì 30 ottobre per commentare i racconti del GRUPPO UNDERTAKER. Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Vi avverto che sarò fiscale e non accetterò classifiche postate anche solo alle 00.00 a meno che problemi improvvisi vi ostacolino all'ultimo, ma in quel caso gradisco essere avvertito, sapete come trovarmi. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, posterò la mia e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete dieci giorni per commentare e classificare gli otto racconti del GRUPPO UNDERTAKER e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare altri racconti, ne avete TRENTAQUATTRO a dsisposizione e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, dieci giorni sono anche troppo pochi. E ancora: date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro.
 
Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti.
– 6 punti malus per chi commenta la metà dei racconti + 1
– 13 punti malus per chi non commenta i racconti o arriva a commentarne meno della metà + 1
Ha valore questo CONTATORE per il conteggio dei caratteri.
 
Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati, se noterò qualche sgarro procederò all’eliminazione. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli tread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel GRUPPO UNDERTAKER.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.
 
Detto questo: BUONA EDIZIONE A TUTTI!



Simone Cassia
Messaggi: 70

Messaggio#2 » mercoledì 21 ottobre 2015, 18:10

Volevo fare i miei complimenti a tutti gli autori di questo raggruppamento, leggervi è stato un piacere. Ho cercato di essere onesto e obiettivo, a prescindere da quanto sono risultato duro, nei commenti (a seguire, in ordine sparso) e nella classifica (che trovate in fondo). Per qualsiasi domanda o chiarimento, continuerò a seguire i topic.


Jonara, di Flavia Imperi, ore 21.43, 2496 caratteri
Ciao Flavia,
leggerti è sempre un piacere. Un’ottima prova, davvero. Hai dato un bel taglio al tema, un volo onirico e notturno alla ricerca di una libertà negata da una vita riparata e dedita ai doveri di moglie e madre, frustrata da una religione che non ha mai predicato il giusto rispetto per le donne. Peccato il finale, che risulta un po’ troppo condensato. La fine tragica della protagonista avrebbe meritato più spazio, personalmente mi sarei concentrato sul viaggio (come hai fatto tu) e poi avrei concluso con la frase dell’incipit.
“Adele si alza molto presto la mattina. Si sciacqua il viso e si infila il grembiule. Per prima cosa fa bollire l’orzo per la colazione, taglia il pane secco in pezzi piccoli, per i bambini.”
ma questi sono gusti :P
A rileggerci!


Hima, di Serena Aronica, ore 22.55, 2908 caratteri
Ciao Serena,
questo racconto è stato tra i primi che ho letto e l’ultimo di cui ho scritto il commento. La storia è forte e amara e parla di un problema che, seppure distante da noi, è sempre bene non dimenticare. La giovane protagonista, una sposa bambina, compie un gesto coraggioso, estremo e definitivo per affermare la sua voglia di libertà oltre ogni costrizione sociale o religiosa che sia.
Non ho nient’altro da dire sul racconto, che è scritto bene con uno stile evocativo che ben si sposa con l’argomento. Brava.


Sopra le onde, di Vilma Cretti, ore 23.37, 2556 caratteri
Ciao Vilma,
racconto con un buono stile ma che non mi convince pienamente.
La parte iniziale e la descrizione del volo è sicuramente il punto più forte del racconto poi qualcosa inizia a non andare come dovrebbe, a mio avviso.
Scopriamo che il protagonista-uccello è stato un uomo, innamorato, che vuole vendicarsi del suo assassino che tra l’altro insidia la sua donna (e anche con discreto successo).
Adesso sorgono una manciata di domande: come e perché è diventato un uccello? Perché è stato ucciso? Perché lei esce con il suo assassino? Perché lui e l’assassino sono così simili (per stessa ammissione di Marion)?
Non solo, anche i dialoghi e la situazione suonano ben strani. Mi chiedo se davvero una donna ancora così ferita dalla morte del proprio uomo uscirebbe con qualcuno che minimizza il suo dolore sviando ripetutamente l’argomento della conversazione e che le tasta il seno dopo che lei gli ha confidato di sentire ancora vicino l’altro uomo… non so.
Il finale violento ben si intona con la disperazione del protagonista per non poter più avere la propria amata e risolve bene il racconto.
A rileggerci.


Marta muore con gli occhi aperti, di Francesca Nozzolillo, ore 23.45, 2966 caratteri
Ciao Francesca,
un bel racconto, davvero, già dal titolo che incuriosisce quanto basta ed è giustamente rappresentativo. Trovo un po’ debole il punto in cui la Morte si imbarazza per la richiesta di tempo della bambina, credo che quasi tutti coloro che incontrano la Morte implorino per averne. Il fatto che l’anello debole del racconto sia il punto di snodo della narrazione è rischioso, ma lo si supera abbastanza bene. Buona l’attinenza al tema.
A rileggerci.


Le gambe di Titti, di M. R. Del Ciello, ore 23.50, 2928 caratteri
Ciao Maria Rosaria,
un racconto gradevole e particolare il tuo. Immagino che il tema sia affidato al parallelismo tra le ali della notte e le gambe della prostituta (anche il nome della ragazza è stato scelto per rimandare al ben noto uccelletto della Warner Bros o no?). All’inizio ci fai vedere il solito racconto sull’uomo che tradisce la moglie a seguito della nascita di un figlio, poi quello stacco sul pappone lascia intuire che sta per accadere qualcosa di diverso. Sapientemente inserisci il tema e un’eco dei pensieri del protagonista e poi il finale “action” con tanto di randellata sulla nuca che però sembra più aprire un nuovo racconto che concluderne uno. In conclusione, buona la struttura e lo stile, bene anche l’aderenza al tema, solo il finale aperto lascia con un “e ora?”


Le ali di sua madre, di Giulio Marchese, ore 00.23, 2992 caratteri
Ciao Giulio,
il racconto è gradevole e si legge senza troppi intoppi. C’è qualche imperfezione che passa in secondo piano al momento della valutazione (solo perché da noi i minuti sono contati!), ma che sarebbe bene curare, come faceva giustamente notare Angelo. L’idea della vendetta e del tatuaggio come elemento di continuità tra madre e figlia sono buoni, ma la realizzazione non li valorizza a pieno, a mio avviso. Personalmente, avrei strutturato in maniera differente, creando una sequenza di scene dello stupro della madre e dell’adescamento della figlia, aiutandoti con il corsivo o con un cambio di narratore. Il tatuaggio con le ali sarebbe stato l’anello di congiunzione della narrazione che lasciava il lettore appeso alla rivelazione conclusiva.
Una struttura del genere ti avrebbe aiutato a sorvolare sull’effetto Serial Killer che crea nel lettore tante domande e minano la stabilità del racconto.
A rileggerci.


Maschere, di Adriano Muzzi, ore 00.39, 2979 caratteri
Ciao Adriano,
buono lo stile e le descrizioni, ma devo dire che il racconto non mi ha convinto pienamente. Affidi l’aderenza al tema all’utilizzo di una figura iconica quale Batman, ma quello che poi si legge ha poco a che fare con il giustiziere targato DC. Ovviamente trattasi di un mitomane, ma il risultato è una scenetta di violenza crudele e gratuita che avrebbe potuto avere questi o altri protagonisti senza essere di molto stravolta.
A rileggerci.


La notte non è nostra, di Eleonora Rossetti, ore 00.44, 2718 caratteri
Ciao Eleonora,
ci racconti una storia stroncata dall’alcol e dalle droghe. Le ali della notte sono quelle che sospingono i ragazzi oltre ogni ragionevole limite, la similitudine con Batman e Robin è funzionale al racconto ma il tema, per me, è rispettato a prescindere. Lo stile è quello ottimo a cui ci hai abituato e il tono amaro della narrazione è una facile previsione del dramma che arriverà a fine lettura, che la vittima sia il narratore stesso è solo un pugno in più. Un’ottima prova. Brava.
A rileggerci!


Solo nella notte, di Fernando Nappo, ore 00.59, 2967 caratteri
Ciao Fernando,
L’idea non è male e lo stile è buono, però c’è qualcosa che non mi convince a pieno nel tuo racconto.
Il tono drammatico iniziale è subito smentito, si passa ad uno più farsesco che ci accompagna fino alla conclusione ma che, come diceva Angelo, lascia trasparire poche emozioni e sensazioni.
Il protagonista è poco tratteggiato e sembra prendere con fin troppa filosofia quanto gli accade, trascinato dagli eventi.
Il tema c’è ed è abbastanza centrale nell’economia del racconto, ma forse si poteva sottolinearlo un po’ di più.
In definitiva, un racconto gradevole su cui però c’è ancora da lavorare a mio avviso.
A rileggerci.


Classifica!:

1) Hima di Serena Aronica
2) La notte non è nostra di Eleonora Rossetti
3) Jonara di Flavia Imperi
4) Marta muore con gli occhi aperti di Francesca Nozzolillo
5) Le game di Titti di Maria Rosaria Del Ciello
6) Solo nella notte di Fernando Nappo
7) Sopra le onde di Vilma Cretti
8) Le ali di sua madre di Giulio Marchese
9) Maschere di Adriano Muzzi

alexandra.fischer
Messaggi: 2873

Messaggio#3 » mercoledì 21 ottobre 2015, 20:54

JANARA di Flavia Imperi Mi piace Adele, personaggio libero (una strega, capace di trasformarsi in civetta per partecipare al raduno notturno di Ognissanti, ma buona (non manca a nessuno dei doveri quotidiani di donna, dalla cura della casa e della campagna a quella del marito). Difatti, il raduno, pur in mezzo a creature fantastiche e inquietanti, è anche occasione di incontro per rivedere i cari perduti (penso al figlio morto di febbre di Adele) e il finale, con la mano omicida di Gennaro, è un pugno allo stomaco. Il male è decisamente altrove. Interessante la mitologia Dana-Jano e anche la trasformazione di Adele in civetta.
HIMA di Serena Auronica Il tuo racconto è molto particolare. All’inizio, credevo che la protagonista fosse la vittima di una rapina (ho immaginato uno stupratore di origini arabe, visto anche il tuo riferimento ai datteri) culminata in un atto di violenza sessuale. La reazione terrorizzata di lei davanti all’aggressore (camicia da notte strappata, sguardo all’anello nuziale) mi aveva fatta pensare a una moglie aggredita in assenza del marito. Invece, lo stupratore è lui. Di qui la scelta suicida di lei, nel fiume, pensando alla libertà negatale in vita. Ottimo horror notturno.
SOPRA LE ONDE di Vilma Cretti Il punto di vista del tuo racconto è molto interessante. È quello del compagno di Marion mutato in gabbiano dopo la morte inflittagli con il coltello dal rivale, il quale sta seducendo la donna in barca. Il finale è sanguinario. L’uomo assassinato divenuto gabbiano usa gli artigli per prendersi la rivincita, ma non la vita di prima, descritta da te con grande abilità (sembra di essere davvero nei suoi ricordi. Ama Marion e lo farà sempre, rimpiangendo di averla perduta). Racconto originalissimo di una notte sul mare.
MARTA MUORE CON GLI OCCHI APERTI di Francesca Nozzolillo Il sapore del tuo racconto notturno è molto rustico: io l’ho trovato accattivante. Soprattutto nello stile semplice, che rimanda a una vita fatta di piccole cose (i biscotti al miele della nonna e la visione della vita di Marta, fatta di capoluoghi da imparare a memoria a scuola nell’immediato e casa e bambini per quando sarà grande). Marta ha appreso dalla strega Lilian che i coraggiosi muoiono con gli occhi aperti. Di qui la sua ossessione per la morte (da una parte le rovina l’infanzia, dall’altra le permetterà di morire a ottant’anni con un sorriso coraggioso sulle labbra e attorniata dai figli). Interessante la scena dell’incontro con la Morte, che le condona gli anni di vita, forse conquistata dalla determinazione a vivere della bambina. E qui cominciano i guai del racconto: intanto, mi sembra ovvio che tutti chiedano un rinvio alla Morte (non è un fatto straordinario, al contrario di quello che sostieni nella tua storia). E poi, l’apparizione della morte è slegata dalla strega Lilian (o togli la strega e ci metti la Morte, magari travestita da strega già dall’inizio, oppure puoi introdurre la Morte mandata da Marta dalla stessa Lilian, proprio per sfidarla a essere forte). Attenta a persona: c’è una ripetizione a inizio storia. Toglierei il “persona” riferito a “coraggiosa”.
LE GAMBE DI TITTI di Maria Rosaria del Ciello Mi piace il tuo racconto. L’ho immaginato in un contesto notturno, umido di pioggia. Racconti molto bene la vita di Paolo, stremato dal lavoro e anche stanco per via della famiglia che è aumentata (oltre a Stefy, deve fare i conti anche con la presenza di Michele, il figlio neonato, fragile e tirannico allo stesso tempo). A dargli un po’ di ottimismo è Titti. Per questo, lui non esita a salvarla dall’omone con lo sfollagente (che io ho immaginato come lo sfruttatore di Titti, prostituta con qualcosa di “Irma la dolce”) a costo di finire in un mare di guai. Interessante l’idea della fuga di Paolo con Titti. L’atmosfera è quella di un polar (poliziesco dalle tinte forti). Brava.
Attenta a: nella telefonata, metterei fra le virgolette e in corsivo le risposte di Stefy al marito. È più corretto.
LE ALI DI SUA MADRE di Giulio Marchese
Storia molto notturna. A quanto sembra, la prostituta all’angolo ha deciso di vendicarsi del padre stupratore attirandolo in trappola. Avresti dovuto introdurre un po’ di più la sorpresa finale, già a partire dall’incontro con il padre (sembra un cliente facile, più che un padre malvagio del quale vendicarsi), magari legandola al tatuaggio con le ali d’angelo (quindi caratterizzando meglio il personaggio della madre, mostrando di più come il trauma l’ha segnata e anche caratterizzando meglio la figlia). Storia comunque interessante.
Attento a routin: si scrive routine. Correggerei anche se sua madre sapesse cosa fa per vivere. Stona con il resto del tempo verbale, scriverei: cosa faceva per vivere.
Ripetizione di madre riferito al tatuaggio. Scriverei: era il tatuaggio di lei.
Stava sbottonando la camicetta: si stava sbottonando la camicetta.
Vent’enne: no, si scrive ventenne.
Mini gonna: no, si scrive minigonna.
Nell’ultima frase, toglierei il trattino di chiusura. La battuta della prostituta è già finita.
Refuso: rimore per rumore.
Refuso: si fermo per si fermò.
Refuso: ingurgito per ingurgitò.
Refuso: buoio per buio.
Refuso ripetuto due volte: labro per labbro.
Refuso: naqui per nacqui.
Refuso: senti per sentì.

MASCHERE di Adry666 Il racconto è inquietante, perché mostra il personaggio di un motociclista truccato come un supereroe, ma negativo, notturno. Da una parte, infatti, denuncia l’ipocrisia dell’ambiente in cui vive (padri e madri dal lato oscuro) e dall’altra impersona il ranger solitario che consegna i ladri alla giustizia. Poi, nella scena con il barbone, si vede la doppia personalità dello stesso motociclista (offre la lattina di minestra al barbone per poi accoltellarlo a morte subito dopo). Belle le immagini della strada nastro nero di seta e anche del barbone-animale selvatico diffidente. Storia molto notturna, a partire dalla descrizione del cielo con la Via Lattea al paragone del motociclista con Batman.

LA NOTTE NON E’ NOSTRA di Eleonora Rossetti La tua storia è molto attuale. Infatti, descrive la mania dello sballo alcolico (e non solo) fra i giovani discotecari e frequentatori di locali dalle conseguenze spesso tragiche (proprio come nella tua storia). Il punto di vista che usi è molto interessante (la Voce Narrante è la vittima dell’amico incosciente e la storia termina fra le lamiere delle due auto distrutte nello scontro frontale dove ha avuto la peggio proprio la Voce Narrante). Molto belli i paragoni Batman – Robin prima e Peter Pan poi. Che dire del resto del racconto? Il contrasto fra i due personaggi, l’amico incosciente che solo a tragedia avvenuta sembra aver capito l’enormità dei propri errori e quello del giovane spaventato dalla fine imminente e poi divenuto spettro, è molto ben costruito. Brava.

SOLO NELLA NOTTE di Fernando Nappo Geniale l’idea dell’incidente d’auto arrivato proprio quando Lucifero sta per mettere le mani sull’anima corrotta di un angelo dalle fattezze femminili. L’atmosfera è onirica, notturna. Mi dispiace per il tuo protagonista, perché si trova suo malgrado arruolato nelle milizie infernali solo per essersi trovato al momento sbagliato al posto sbagliato. Arguta l’idea del prurito finale fra le scapole (giusto, lui è uno degli Angeli Caduti, ormai). Mi piace come ne caratterizzi il linguaggio, molto colloquiale. Direi che ci sta, perché il male si annida ovunque, anche in un tizio che sembra tanto alla mano e guida per i fatti suoi.

LA MIA CLASSIFICA E’ (scusandomi per lo svarione di cui sopra):

JANARA di Flavia Imperi

SOPRA LE ONDE di Vilma Cretti

HIMA di Serena Auronica

alexandra.fischer
Messaggi: 2873

Messaggio#4 » mercoledì 21 ottobre 2015, 20:55

Segue il resto della classifica (gli svarioni non vanno mai soli a quanto pare):

SOLO NELLA NOTTE di Fernando Nappo

MASCHERE di ADRY666

LE GAMBE DI TITTI di Maria Rosaria del Ciello

LA NOTTE NON E’ NOSTRA di Eleonora Rossetti

LE ALI DI SUA MADRE di Giulio Marchese

MARTA MUORE CON GLI OCCHI APERTI di Francesca Nozzolillo

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angelo.frascella
Messaggi: 717

Messaggio#5 » giovedì 22 ottobre 2015, 17:29

Ciao a tutti.

E' davvero difficile mettere in una classifica i racconti. Tutti belli. I primi sei sono quasi equivalenti e alla fine ho dovuto ordinarle per qualche sfumatura che le fa accordare più o meno ai miei gusti e alla mia sensibilità. Gli ultimi tre non sono brutti, ma solo da perfezionare un po'. Complimenti a tutti.

1. Marta muore con gli occhi aperti di Francesca Nozzolillo

Ciao Francesca.

Che bello questo racconto! Con delicatezza e poesia riesce a raccontare l'angoscia della presa di coscienza della mortalità da parte di una bambina e l'incapacità di gestire questa sensazione. L'unica cosa che mi convince poco è lo stupore della morte di fronte a una richiesta che non può essere la prima volta che riceva. Si tratta però di un dettaglio che è normale in una competizione come MC (nella fretta di scrivere e rileggere è l'istinto che domina e qualche considerazione razionale finisce per sfuggire). Quindi, complessivamente un ottimo racconto.

2. MASCHERE di Adriano Muzzi
Ciao Adriano.

Per il tuo racconto hai scelto il mio stesso tema (d’altra parte con le Ali della Notte venivano facili due associazioni di idee: il romanzo di Silverberg e Batman), anche se l’interpretazione risulta molto diversa, sia stilisticamente che nei contenuti.
Nonostante le scelte diverse, il tuo racconto mi è piaciuto molto. Mi ha convinto sia lo stile, sia la scelta di mostrare quello che un supereroe sarebbe nel mondo reale: un “giustiziere” spietato, disumano e privo di rispetto per la vita. Inoltre mi hai spiazzato per due volte: quando il sedicente batman si avvicina al barbone mi aspettavo gli facesse del male. Invece tira fuori dei fagioli caldi e allora ho pensato: bel colpo di scena; mi aspettavo un crudele giustiziere, invece è davvero un personaggio positivo. E a quel punto, tac, la coltellata arriva come… una coltellata. Bravo.

3. La notte non è nostra – Eleonora Rossetti

Ciao Eleonora.
Quella che ci proponi è una storia molto semplice (un ragazzo dedito allo sballo notturno che un sabato sera, ubriaco, investe il suo migliore amico), in cui per lavori molto sulle parole per costruire atmosfera, percorso di dannazione del personaggio, rapporto fra i due amici. Il tutto funziona in maniera efficace. Il finale drammatico e inaspettato chiude molto bene il racconto. Unico dubbio mio è l’attinenza col tema, non del tutto centrato (devi proporre un’analogia, poco adatta, con Batman e Robin per suggerirla). Diciamo che interpretando il tema con un po’ di libertà, si può pensare che le ali siano quelle che il personaggio prova a mettere bevendo oltre il limite per distaccarsi dal mondo e guardarlo da lontano. In ogni caso un buon lavoro

4. Hima di Serena Aronica

Ciao Serena.

Racconto forte, che, devo dirti la verità ho fatto fatica a leggere, visto la tematica davvero dura. In ogni caso è un buon racconto con uno stile un po' sovrabbondante (non che sia un difetto di per sé, ma per gusto personale preferisco stili un po' più immediati) ma che comunque si adatta bene allo svolgimento e all'atmosfera. La frase sulle frustate del padre mi aveva tratto in inganno e sarebbe da rimettere un po' a posto: ero convinto si parlasse di violenza familiare, invece il tema è quello delle spose bambine.

5. Janara di Flavia Imperi
Ciao Flavia

Bella questa versione di "casalinga disperata" dei tempi passati che si libera grazie alla stregoneria (ma che poi, per questa torva la fine). Ne viene fuori una bella metafora della condizione delle donne di una volta sottomesse al punto che persino una fuga puramente mentale dal peso della realtà che le attanaglia è considerata una violazione inaccettabile. La scena in cui lei si spalma l'unguento e poi inizia a volare (seppure solo col contatto mentale con la civetta), mi ha ricordato il Maestro e Margherita. Sei anche tu un'estimatrice di questo romanzo?)

6. Sopra le onde di Vilma Creti

Ciao Vilma

Racconto interessante il tuo, con uno stile raffinato e un tema originale. C'è qualche incertezza in alcuni dettagli: difficile che su una barca a vela ci sia spazio per banchettare seduti a tavola; il gabbiano affonda gli artigli mentre è sulla barca (oppure riesce a sentire le parole e vedere il viso a distanza enorme, mentre lui è nella sabbia e loro in mare); perché il gabbiano dice che il suo assassino sta guardando una fotografia se è steso a guardare il cielo? E poi perché l'assassino ricorda l'ex alla ragazza? Erano fratelli. A parte questi dettagli, però, comprensibili in una gara senza respiro come MC, il racconto mi è piaciuto. Brava.


7. Le ali di sua madre – Giulio Marchese

Ciao Giulio.
L’idea della figlia nata da una violenza che prepara un piano diabolico per vendicarsi non è male e il tema è centrato. Purtroppo però il racconto presenta diversi problemi stilistici e logici.
Per quello che riguarda il primo punto, c’è un errore di consecutio, che con una rilettura avresti potuto evitare (non “Se sua madre sapesse cosa fa per vivere l’avrebbe uccisa con le sue mani”, ma “se sua madre avesse saputo cosa faceva per vivere…”), e alcuni errori di battitura (un routin al posto di routine e un po’ di accenti mancanti). Non è importante da un punto di vista sostanziale, ma ricorda che quando si usa il trattino per il dialogo non va inserito alla fine di una frase, dopo la quale vai a capo (sono dettagli che danno, a un eventuale editore, la sensazione di avere davanti uno che legge poco). Altrimenti usa le virgolette e vai sul sicuro.
Dal punto di vista logico: non si capisce perché ci dovrebbe essere una foto del violentatore sul giornale. O lui era stato arrestato (e in quel caso anche l’identità sarebbe nota) oppure sul giornale ci sarebbe stato solo l’identikit.
Inoltre sul finale, perché lui rimane immobilizzato? La pasticca l’ha presa lei, no? E lei uccide tutti i clienti? Sempre nella stessa zona? E ancora non è stata presa?
In ogni caso, con un po’ di revisione credo tu possa proporlo al laboratorio (se non dovessi qualificarti) perché l’idea è buona.

8. Solo nella notte di Fernando Nappo

Ciao Fernando.
Non so perché ma l’incidente stradale è uno dei temi più frequenti dei racconti proposti nelle varie edizioni di MC. In questo caso l’evento è declinato in chiave fantastica e risulta coerente col tema proposto. Da un punto di vista stilistico non ho particolari commenti: il racconto è scritto bene. Mi convince un po’ meno l’atmosfera e l’impatto emotivo. Seppure la situazione di partenza sia drammatica e ciò che accade risulti davvero incredibile, non passa molto dell’insieme di paura, dolore, sorpresa che il protagonista dovrebbe provare. Ho, inoltre, qualche dubbio sul finale: mi sarebbe piaciuto di più che il protagonista volasse via come diavolo, lasciando in terra le proprie spoglie umane. Invece così sembra quasi che Lucifero abbia il potere di rimettere tutto a posto. Ma allora perché avrebbe perso la vita della ragazza? In ogni caso, non è una cattiva prova e il racconto è piacevole. Suggerirei solo di lavorarci un po’ su per rafforzarne i punti deboli.

9. Le gambe di Titti – di M.R. Del Ciello

Ciao M.R.

Ho letto il tuo racconto, scritto in modo gradevole e con buona tecnica. Il racconto però non mi convince del tutto perché mi pare gli manchi un "centro narrativo". Da un parte c'è la storia di Paolo stufo del matrimonio e fedifrago. Dall'altra quella di Titti sua amante a pagamento che viene aggredita. Alla fine lui arriva, mette fuori gioco lo stupratore e se la porta via… e quindi? Tutto si risolve lì, con Paolo che freddamente mette KO un delinquente, come niente fosse, e lei che se ne sta tranquilla in auto con lui. Sembra quasi che il racconto si sia fermato a metà… Inoltre, nonostante le tue spiegazioni, faccio fatica a vedere l'aderenza col tema, un po' troppo metaforica.

A rileggerci
Angelo

enrico.nottoli
Messaggi: 82

Messaggio#6 » domenica 25 ottobre 2015, 17:37

Ecco commenti sparsi e classifica. Buona edizione a tutti!


Flavia Imperi
Ciao Flavia,
Il racconto mi è piaciuto molto nella prima parte, specie nelle descrizioni che hai fatto. molto dettagliate e puntuali, riesci a far vedere le cose che descrivi. La seconda parte, da quando inizia il volo per intendersi, invece non mi ha proprio convinto. Mi è sembrato che il tema fosse un po’ forzato e ribadito troppe volte.
Alla prossima :)

Serena
Ciao Serena,
il tema della storia è centrato e mi è piaciuta l’immagine della camicia da notte lacerata, mentre la protagonista cade nel vuoto. il problema del racconto secondo me è nello stile. Ho trovato qualche refuso, come omissioni di virgole “Sento il suo alito caldo sulla mia faccia sa di datteri”, alcune ripetizioni di parole come “esile” ripetuta nel giro di poche righe. Anche la frase: “Mi mordo con forza il labbro inferiore fino a sentire il sapore metallico del sangue” è una frase un po’ sentita e risentita.
A rileggerti :)

Willy
Ciao Willy,
nel tuo racconto il tema è forte e originale. Mi piace l’ambientazione marittima che hai saputo tracciare. La storia è coinvolgente anche se a tratti risulta essere ai limiti dello stereotipo: il cattivo che uccide il protagonista per rubargli la donna amata, e poi la vendetta. è una storia già sentita. Nel complesso però un bel racconto.
Ciao :)

Francesca Nozzolillo
Ciao Francesca,
il racconto è ben narrato, soprattutto nello stile che a volte ricorda quello fiabesco. Il tema c’è e anche la storia è piacevole da leggere, sebbene non particolarmente originale. Ho apprezzato molto anche la scelta del titolo, forte e incisivo che cattura l’attenzione e stimola già di per sé la curiosità. Il finale invece non ha aggiunto gran che a tutto il resto, manca di un po’ di pepe.
Comunque una buona prova. Brava.
Alla prossima :)

Maria Rosaria del Ciello
Ciao Maria,
Mi piace la scelta che hai usato per declinare il tema. La prima parte del racconto è molto bella, appassionante e ben scritta, specie nei dialoghi. La storia però si perde in corso d’opera. Non ho apprezzato soprattutto gli spazi bianchi a dividere la narrazione in blocchi e creando confusione con i tempi e i luoghi. Il finale è un po’ facile, ma in generale una bella prova.
Ciao :)

Giulio Marchese
Ciao Giulio,
ti dico subito la verità, mi ha fatto cadere tutto il finale. Proprio non mi è piaciuto, l’ho trovato forzato a creare un finale a sorpresa, quando non ce ne era bisogno. Peccato perché secondo me hai tracciato molto bene la storia con un bello stile vivo (occhio a un refuso all’inizio nel termine routine) e coinvolgente, il tema azzeccato … l’unica cosa è quel finale che proprio a me non è piaciuto, ma gusto mio chiaramente. Però detto questo considero la tua una bella prova.
Alla prossima :)

Adriano Muzzi
Ciao Adriano,
tutto filava liscio finché non ho letto la parola Batman. Perché non hai provato a inserirlo nel contesto in maniera diversa? Così è caduto giù senza giustificazioni e ha stonato la narrazione che comunque trovo molto ben scritta e con uno stile ricercato e raffinato. Proprio per questo non ho apprezzato la scelta della storia e quella rivelazione sul finale. Non ne sentivo il bisogno ecco, avrei preferito arrivarci con più indizi e non sentendomelo dire. Il tema però è sicuramente centrato.
Ciao :)

Eleonora Rossetti
Ciao Eleonora,
la storia (sebbene non originalissima) mi è piaciuta, mi ha colpito soprattutto il finale, infatti mi aspettavo che sarebbe morto l’amico e non il protagonista. Onestamente però non mi è piaciuto il metodo che hai utilizzato per portare avanti la narrazione, il tono interrogativo esasperante, come: “Non è questo il compito di un migliore amico?”, “Era quello l’unico sballo?” … un po’ artificiose. Anche i paragoni a Batman e Peter Pan non mi hanno fatto impazzire.
Ciao :)

Fernando Nappo
Ciao Fernando,
un ottimo racconto. Lo tracci con una delicatezza che arriva dritta fino alla fine. Una storia non banale e in tema, anche se non a pieno, ma in modo trasversale sì. Mi piace anche il finale che lascia aperto a più possibili conclusioni, non è chiarito se le vicende sono successe per davvero oppure no e questo è un lato forte del testo, senza dubbio.
Bravo!
Alla prossima :)

1 Fernando Nappo
2 Francesca Nozzolillo
3 Giulio Marchese
4 Adriano Muzzi
5 Maria Rosaria del Ciello
6 Willy
7 Flavia imperi
8 Serena
9 Eleonora Rossetti

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chiara.rufino
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Messaggio#7 » lunedì 26 ottobre 2015, 14:45

Janara: Ben trovata Flavia! Il tuo racconto mi ha lasciata perplessa, a partire dal titolo(l'ho googlato). Mi è piaciuta l'ambientazione casalinga e come mostri il quotidiano, solo che nella parte finale mi sembra un po' troppo sbrigativo, specie quando la uccidono o quando ci parli del bosco e dei loro riti.

Hima: Ciao. Col tuo racconto ho avuto diversi problemi. Mi spiego: hai descritto benissimo le sensazioni della ragazza e a tratti mi sono inquietata non poco per la sua sorte. Alcune cose però secondo me stonano, tipo "la mia anima sventola", ma questo è un parere mio. Il racconto in sé però funziona e lo trovo ben scritto, tolto qualche aggettivo.

Sopra le onde: Ciao e benvenuta. Bello il punto di vista del gabbiano, magari trasformato da un essere malvagio; bello il setting, insomma, il tuo racconto mi è piaciuto molto. A tratti lo trovo un po' didascalico ma penso che sia una cosa dettata dal tuo stile. Anche i suoi ricordi sono bellissimi, specie quando parla della sua Marion.
Marta muore con gli occhi aperti: Ciao Francesca! Ho letto il tuo racconto quasi subito, e ho trovato diverse cose che secondo me non vanno. La storia inizia con una bambina a cui è predetto che morirà con gli occhi aperti e sarà coraggiosa. E va bene. Va bene anche l'incontro con la morte e la sua richiesta. Il resto della storia però, dov'è? Cos'ha fatto Marta nel resto della sua vita per "meritare" questo coraggio? Non ce lo fai sapere.

Le gambe di Titti: Tolto il titolo (che sì, mi fa ridere, perdono), questo racconto è veramente bello. Le metafore reali dell'"andare a puttane"e la descrizione femminile, il salvataggio di lei, c'è davvero un racconto fresco eppure brutale nella sua semplicità di narrazione. La tipica frustrazione maschile dopo la nascita di un figlio, delineata in poche righe, per me va bene.

Le ali di sua madre: Ciao e benvenuto. L'idea di una vendetta molto "pane al pane" rende; lei decide di vendicare sua madre facendo lo stesso mestiere, anche se da donna la trovo molto squallida come immagine. Mi dispiace solo dirti che ho trovato tanti errori d'ortografia, tipo naque, spero dipenda dalla fretta del concorso e non da altro.
Maschere: Questo racconto è davvero ben scritto, anche se noto che c'è qualcosa che non va. Mi piace l'ambientazione, l'uso della metafora che rende molto bene il giro in moto e i sentimenti del protagonista. E' che, a tratti, mi sembra troppo cadenzato per permettere una lettura scorrevole, mi sembra quasi che tu abbia dato un taglio "teatrale", passami il termine.
La notte non è nostra: Ciao Eleonora. Il racconto è molto bello, sia dal punto di vista stilistico che dei contenuti. Narrare con leggerezza, quasi, un sabato sera folle che finisce in tragedia non è una cosa facile, si rischia di cadere facilmente nel patetico e tu non l'hai fatto. Mi sono piaciute anche le analogie a Batman e Robin (anche se, con questo tema, tendiamo a farle più o meno tutti). Alla prossima!

Solo nella notte: Dunque, il tuo racconto magari può risultare scontato, visto che di incidenti, in questa classifica, ce ne sono due, eppure non me la sento di bocciarlo. Bella l'idea di qualcosa di malvagio (IL malvagio, diciamo) venga a prendere il fautore di una morte e lo recluti per la sua armata. Fa molto Faust.

1) Sopra le onde - Vilma Cretti
2)La notte non è nostra- Eleonora Rossetti
3) Maschere - Adriano Muzzi
4) Le gambe di Titti -M.R. Del Ciello
5) Janara - Flavia Imperi
6) Hima - Serena Aronica
7) Le ali di sua madre -Giulio Marchese
8) Solo nella notte - Fernando Nappo
9) Marta muore con gli occhi aperti - Francesca Nozzolillo
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Monica Patrizi
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Messaggio#8 » martedì 27 ottobre 2015, 0:42

Buonasera a tutti e a tutte. E’ la prima volta che partecipo ad un concorso letterario di questo tipo, spero che i miei giudizi possano essere chiari e comprensibili, e che possano essere utili agli autori, rispetto allo scopo del concorso. Non è stato facile stilare la classifica finale, ho trovato tutti i lavori di un livello molto alto.
Posterò di seguito i commenti ai racconti, in ordine di lettura, e alla fine troverete la mia classifica personale.

Janara di Flavia Imperi:
Il tuo racconto mi è piaciuto molto, mi piace lo stile, l’utilizzo del presente. Sembra quasi, leggendolo, di poter toccare il grembiule della protagonista, di sentire l’odore della cantina… davvero brava!
L’unica nota che mi ha convinto meno, dovuta immagino alla necessità di rispettare i canoni di lunghezza del testo, è la chiusura, che mi sembra un po’ frettolosa. Volentieri avrei voluto leggere cosa altro Adele stesse pensando/ provando/ vedendo/ricordando mentre bruciava… è un personaggio davvero attraente e che desta curiosità! Complimenti!

Marta muore con gli occhi aperti di Francesca Nozzolillo:
Ho letto questo racconto di getto, incuriosita dal titolo, e mi è piaciuto davvero molto! Ad ora a questo racconto non ho trovato un difetto, è una storia “musicale”, quasi una dolce (e talvolta amara) ninna nanna. Trovo la scelta del contenuto molto originale e preziosa, quasi un piccolo tesoro sul senso della caducità della vita. Il titolo è già, di per sé, una calamita per il lettore… Che altro dire? Davvero brava!

Solo nella notte di Fernando Nappo
Bello anche questo racconto letto. Lo trovo geniale (e malefico), scritto molto bene, la storia e le parole scivolano sotto gli occhi rapidamente, la suspense è nell’aria. Mi piace il dettaglio della sigaretta accesa, trovo l’immagine assolutamente “umana”, terrena, proprio a sottolineare il passaggio da uno stato all’altro. L’unica cosa su cui potrei appigliarmi, giusto per dire qualcosa di critico, è che avrei approfondito di più l’anima, i valori del personaggio principale, che appare un po’ spaesato e poco descritto psicologicamente nel piombargli addosso degli eventi. Comunque è un racconto notevole, complimenti!

La notte non è nostra – Eleonora Rossetti
Lo trovo un racconto eclettico: bello, intenso, sorprendente, ma anche divertente e con quella angoscia derivante dall’autodistruzione, che tutti abbiamo provato, sullo sfondo. Mi piace molto. Mi piace il linguaggio usato, come un parlare a se stessi, un misurarsi con i propri limiti. Spassosa la similitudine tra Batman e Robin, che alleggerisce il senso di disperazione e diverte. Mi piacciono le descrizioni che hai fatto, nel gioco di luci ed ombre della città, rende vivida la scena. Complimenti!

Hima di Serena Aronica
E’ un racconto a tinte buie, coraggioso il tema descritto e suggestivo nelle immagini. Un racconto ben scritto, molto scenografico. Arriva al lettore come un cazzotto sullo stomaco. Pochi i tratti usati per descrivere i personaggi ma efficaci. La parte in cui la protagonista fugge e la famiglia di lui urla, risulta uno snodo cruciale della storia: è il punto in cui il lettore, che aveva immaginato uno stupro da uno sconosciuto, intuisce invece che è altro. Ecco, questo passaggio non è del tutto chiaro. Bellissima l’immagine di lei che si butta e apre le ali. Un racconto che fa pensare, che non si digerisce in pochi minuti, molto bello.

Sopra le onde di Vilma Cretti
Molto bello e suggestivo, fa pensare ad un noto film di Hitchcock. Scritto molto bene, sembra di planare a pelo d’acqua col protagonista. L’atmosfera è tetra ed il finale spiazza il lettore. Complimenti. Io già lo so, stilare la classifica di questo gruppo non sarà facile, sono 9 racconti carichi di atmosfera, di cura per i dettagli ed originali, proprio come questo, e scegliere il migliore tra tutti non sarà facile… Brava davvero.

Le gambe di Titti -M.R. Del Ciello
Il tuo racconto mi è piaciuto molto, sia nel contenuto che nello stile usato. A mio avviso ci sono tutte le coordinate rispetto al tema delle ali della notte, dai dettagli si riesce ad immergersi in quest’atmosfera notturna e umida: il badge di Paolo timbrato alle 20.30, la sua situazione coniugale claustrofobica, il lavoro notturno di Titti, la fuga in macchina, la libertà violata nel tentativo di stupro. Mi piace poco l’appellativo “l’omone”, è una situazione drammatica, e il sostantivo “omone” mi fa un po’ sorridere, ma è un parere personale. Brava! Più leggo i vostri racconti, più mi rendo conto di quanto sia difficile poter stilare una classifica!

Maschere – Adriano Muzzi
Mi sono piaciute molto le descrizioni, la potenza delle immagini che crei nella mente di chi sta leggendo il tuo racconto (il raso nero dell’asfalto, la notte stellata, il rombo della moto, il passante distratto, il barbone nel suo cartone). Mi è piaciuto meno il finale, che mina, a mio avviso, la coerenza del protagonista ed ha inciso sul mio giudizio. Seppur il personaggio principale sia delirante (“Ormai qui in zona mi conoscono tutti; i giornali parlano spesso di me e delle mie gesta eroiche: ladri di supermercati acciuffati in flagrante e consegnati alla prima volante dei Ranger”), perché poi accoltella invece, e a tradimento, un inerme e innocuo barbone? Comunque complimenti, hai uno stile di scrittura molto particolare, mi piacerebbe leggere altro scritto da te.

Le ali di sua madre – Giulio Marchese
Ciao Giulio, storia avvincente, difficile esporla in soltanto mille battute. Purtroppo disseminata di refusi, apostrofi sbagliati ed errori di battitura (routin, buoio, labro, naqui ecc.) che appesantiscono la lettura. Da un punto di vista logico, non è chiaro come la pasticca ingoiata da Katia quando sale in macchina, vada poi ad uccidere il cliente/padre in motel. Anche la storia della foto dello stupratore sul giornale, così come la scelta di Katia di fare la prostituta, per vendicarsi dell’aggressione alla madre, non convince. Comunque complimenti!

1) Marta muore con gli occhi aperti – Francesca Nozzolillo
2) Janara – Flavia Imperi
3) Hima – Serena Aronica
4) Sopra le onde – Vilma Cretti
5) La notte non è nostra- Eleonora Rossetti
6) Le gambe di Titti -M.R. Del Ciello
7) Solo nella notte – Fernando Nappo
8) Maschere – Adriano Muzzi
9) Le ali di sua madre -Giulio Marchese

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beppe.roncari
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Messaggio#9 » martedì 27 ottobre 2015, 14:08

GRUPPO INOKI, Chiarle Edition
 
CLASSIFICA
(Per chi non lo sapesse, mi diletto a dare un titolo ironico personalizzato a tutti i racconti, anche per aiutarmi a "visualizzarli" e ricordarli al volo quando devo stilare la classifica. Spero nessuno si offenda.)
 
1. Janara, di Flavia Imperi, "Strega de' no(stri)antri"
2. Sopra le onde, di Vilma Cretti, "T'acceco nella notte"
3. Marta muore con gli occhi aperti, di Francesca Nozzolillo, "Nessuno chiede più tempo alla Morte"
4. Maschere, di Adriano Muzzi, "Sembro cattivo e sono cattivo"
5. La notte non è nostra, di Eleonora Rossetti, "Muoio, muoio… Calma! Ma prima, aspetta, prima… volevo dirti…"
6. Solo nella notte, di Fernando Nappo, "E ti lamenti? Ammazzi uno e ti danno un posto di lavoro…"
7. Hima, di Serena Aronica, "Lo spillone del Male"
8. Le gambe di Titti, di M. R. Del Ciello, "Le gambe aperte: la libertà passa di là"
9. Le ali di sua madre, di Giulio Marchese, "Le ali di sua madre, l'uccello di suo padre"
 
 
COMMENTI
(In ordine sparso.)
 
Solo nella notte, di Fernando Nappo, "E ti lamenti? Ammazzi uno e ti danno un posto di lavoro…"
Ciao Fernando, ben ritrovato!
Il tuo racconto mi ha ricordato "Rimpianto" di Enrico Nottoli di qualche edizione fa, incidente d'auto, conseguenze. Un tema abbastanza spesso rivisitato nelle edizioni di Minuti Contati. Come pure quello del patto/incontro casuale col diavolo, possibilmente sulle strade e connesso a un incidente d'auto…
Questo per dire che purtroppo non mi sento certo di premiare il tuo racconto per originalità. È carina l'idea del diavolo che - come un mafioso - "dà un lavoro" al suo debitore (di solito nei film di mafia è il figlio di quello che si è suicidato per debiti ed è subentrato nella servitù del padre) per sdebitarsi.
Insomma, tutte cose già viste, ma - in effetti - forse mai viste amalgamate insieme. Un racconto medio, direi, cui manca qualcosa per spiccare veramente ma una lettura divertente. Alla prossima!
 
 
La notte non è nostra, di Eleonora Rossetti, "Muoio, muoio… Calma! Ma prima, aspetta, prima… volevo dirti…"
Ciao Eleonora, ben ritrovata.
Il tuo racconto è carino e ha un ribaltamento nel finale interessante. Purtroppo, a mio parere, è qui anche il suo problema principale: è basato tutto su un "imbroglio" del punto di vista nei confronti del lettore. Il narratore non può pensare/narrare veramente tutto quello che gli fai dire nel momento in cui sta per morire, non è un ribaltamento vero, ma un trucco drammaturgico.
Nota, avevo l'impressione che il punto di vista non funzionasse, che stridesse, anche prima di arrivare al finale, che mi ha un po' deluso, perché mi sono sentito imbrogliato.
Alla prossima! ;-)
 
 
Maschere, di Adriano Muzzi, "Sembro cattivo e sono cattivo"
Ciao Adriano, ben ritrovato.
Il tuo racconto - per me - è penalizzato un po' da una frase molto simile all'incipit del racconto della Guest Star, "L'Agguato":
CHIARLE:
La notte è fatta per celarsi. Nell’oscurità le persone morigerate non escono di casa, se non sono costrette a farlo. Le tenebre che avvolgono la città nelle ore più tarde si popolano di malfattori, ladri, assassini, prostitute, viziosi, contrabbandieri, guardie e metronotte. Anche coloro che di giorno, sotto il Sole, sono persone comuni con vizi comuni, come il fumo o il vino, di notte si sentono invisibili, in qualche modo meno soggetti al comune giudizio dei propri simili e, sperando di passare inosservati, si trasformano. Non che il giorno sia popolato di sole brave persone, intendiamoci, ma la notte è differente: anche alcuni insospettabili cambiano con le tenebre. Così se anche di giorno vediamo il padre di famiglia che va di nascosto al bordello, il gentiluomo che si rovina nella bisca clandestina, il giovane che frequenta le fumerie d’oppio, il ladro che tenta di intrufolarsi in una casa vuota, la ragazza che si prostituisce in strada per sbarcare il lunario, tutto ciò assume proporzioni persino superiori col calare della notte.

TU:
la notte a volte può trasformare le persone in modo inimmaginabile: rispettabili padri di famiglia che celano rapinatori seriali, mamme baciapile che battono le strade come professioniste.

(Complimenti per la maggiore brevitas.)
A mio personale parere il doppio salto carpiato del finale è eccessivo. Fingi che sia un eroe, ti aspetti allora che sia un serial killer, sembra per un attimo ancora che sia un bravo ragazzo dopotutto... no, alla fin fine è un sadico serial killer. Non so dove mi porti, esattamente, con questa storia.
Piccola nota: la maschera di Batman non copre il sorriso.
Alla prossima!
 
 
Le ali di sua madre, di Giulio Marchese, "Le ali di sua madre, l'uccello di suo padre"
Ciao Giulio, ben ritrovato.
A questo giro il tuo racconto non mi ha convinto. Carino il piano diabolico, ma non era davvero necessario che la ragazza facesse la prostituta, bastava che fingesse di esserlo… Come già notato da altri la foto sul giornale non convince per niente: avrebbe dovuto essere qualcosa rubato da sua madre che conosceva solo lei, tipo la foto della carta d'identità strappata… Non so, ma qualcos'altro. OK, lo avvelena/droga/seda con il bacio e poi lei prende un antidopo… un po' complicato, meglio offrirgli una pasticca di droga o un calice di vino. E poi davvero lo fa da anni con tutti gli altri? Che si addormentano nel mezzo dell'amplesso? Più che una vendetta è masochismo, no?
Alla prossima!
"Se sua madre sapesse cosa fa per vivere l’avrebbe uccisa con le sue mani." consecutio temporum: "Se sua madre sapesse cosa fa per vivere la ucciderebbe con le sue mani." o al limite, ma meno logico: "Se sua madre avesse saputo cosa faceva per vivere l’avrebbe uccisa con le sue mani."
Ocio, "routine" si scrive con la -e finale.
 
 
Marta muore con gli occhi aperti, di Francesca Nozzolillo, "Nessuno chiede più tempo alla Morte"
Ciao Francesca, ben ritrovata!
La tua storia è carina e poetica ma ci trovo un difetto fatale davvero insormontabile.
Morte era perplessa: nessuno le aveva mai chiesto più tempo.

Nessuno ha mai chiesto più tempo a Morte?!? In tutto il tempo? In tutta la storia? E perché dovrebbe essere una cosa coraggiosa? È piuttosto un piagnucolio da codardi chiedere più tempo, o no?
Quindi tutte le premesse crollano come un castello di carta e un magnifico racconto, per me, diventa un rimpianto di ciò che avrebbe potuto essere ma non è stato. A livello extradiegetico, però, e non nella storia.
Alla prossima! Scusa la franchezza…
 
 
Sopra le onde, di Vilma Cretti, "T'acceco nella notte"
Ciao Willy!
Interessante racconto, buon punto di vista nella prima parte, poi ti perdi un po'. Fai uno spiegone non necessario sul fatto che il gabbiano/falco (perché ha gli artigli) è la reincarnazione di un uomo ed è stato ucciso dal rivale ma lasci altre cose più importanti incerte, tipo: era il suo gemello? Suo fratello?
Non è facile con te davanti. Scusa, non volevo dire… è che siete così simili.

Si limita poi ad accecarlo (l'ultima "foto") o lo uccide?
Non so. Una prova media, per me.
 
 
Hima, di Serena Aronica, "Lo spillone del Male"
Ciao Serena, ben ritrovata.
Racconto dal tema forte, che ho capito solo leggendo le tue risposte a commenti: le spose bambine. Per il resto pensavo a una terribile ma normale, italiana, violenza quotidiana (terribile ancor di più perché quotidiana) contro le donne nell'intimità domestica.
Ci sono però dei problemi di tono e di sovraccarico.
Il terrore mi infilza come uno spillone, inchiodandomi sul letto.

L'immagine dello spillone, l'ho trovata un po' infelice, come espressione, data la situazione fisica parallela.
Idem qui:
La stoffa si strappa, si lacera. Farà lo stesso anche alla mia carne, tra poco.

Troppo on the face il parallelismo. O lo fai intendere, o non lo spiattelli così… Il punto di vista. Non la trovo molto a fare autoironia, Hima, mentre viene violentata…
Alla prossima!
 
 
Janara, di Flavia Imperi, "Strega de' no(stri)antri"
Ciao Flavia, ben ritrovata!
Il racconto mi è piaciuto. Bella declinazione del tema, e mi pare di aver letto da qualche parte la storia delle donne di medicina che usavano un unguento per avere visioni e poi venivano scambiate per streghe… Ammetto che invece non conoscevo il termine "Janara", ma non si smette mai di imparare.
Il personaggio è una donna libera in un mondo schiavo, ed è molto ben delineata. Drammatica la sua fine e, purtroppo, storicamente esatta.
Ho apprezzato poi che fosse una "strega" italiana e non le classiche di Salem o tedesche, ben fatto.
Dovendo farti un appunto: il marito come fa a capire che ha le visioni? Perché l'accusa? Sembra un sempliciotto, non un violento fanatico. Forse questo è l'unico punto un po' forzato.
Per il resto, brava, una buona prova.
 
 
Le gambe di Titti, di M. R. Del Ciello, "Le gambe aperte: la libertà passa di là"
Ciao M.R., ben ritrovata!
Il tuo racconto è un po' troppo irrealistico per i miei gusti, in particolare la scelta coraggiosa di Paolo di difendere Titti quando non ha il coraggio di fare il padre: mi sembrava più un pavido e un inetto, non lo vedo come l'eroe della storia.
Alcune scelte lessicali sono infelici: "da quando il suo matrimonio era andato a puttane" sembra una battutaccia, visto che poi a puttane ci va veramente, e "Il balordo". Balordo per chi? Qual è il punto di vista? Di Titti? No, è il suo magnaccia, sarà abituata, al massimo "il violento". Di Paolo? Mmm... non convince.
Mi spiace, alla prossima!

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Vastatio
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Messaggio#10 » martedì 27 ottobre 2015, 21:15

Janara

Ciao, un bel racconto, sicuramente ben inserito nel tema. Ho fatto solo un po' di fatica nel seguire cosa è reale e cosa è "stregoneria". Subito dopo che si spalma l'unguento "chiude gli occhi e vola". Nel passo successivo però sta scendendo in cantina. Mi confondi perché lei dovrebbe essere ferma nel mondo reale, mi aspetto che "voli" in qualche modo, ma in realtà si "immerge" nella terra. Vola effettivamente solo più tardi, quando si fonde con la civetta.
Ti segnalo anche la frase " Lì c’è la Seconda Porta e poi la scogliera. Una delle altre le ha detto che si chiama così. " Che si chiama così la Seconda Porta o la scogliera? Per carità è chiaro, è anche in corsivo, ma Seconda Porta non è un nome così particolare da rimanermi impresso e nella mia memoria a breve termine è "scogliera" l'ultima cosa che associo alla frase precedente.
Il finale è un po' affrettato. Per come descrivi il tutto ormai lei sembra essere una Janara assidua e che non abbia trovato un modo per nascondersi, o non abbiano un modo per accorgersi del marito che si sveglia è un comportamento un po' ingenuo per delle "streghe" che sanno benissimo cosa comporti l'essere scoperte. Frequentare le colleghe mentre il marito dorme è veramente poco accorto.
Come già scritto per un altro racconto, la morte della protagonista non è essenziale, anche il suo ritorno a letto con un sorriso sornione sarebbe stato un epilogo adeguato.

Hima

Ciao, un racconto che è un macigno sia per il tema che tratti sia per lo stile. Scritto bene e per questo anche più incisivo nel suscitare sentimenti nel lettore. Quello che, molto egoisticamente, mi chiedo sinceramente è "perché?". E' un racconto denuncia? No, lo sappiamo tristemente tutti che esiste uno schifo del genere. Non dico che uno debba mettere la testa sotto la sabbia, ma non vedo lo scopo di questo racconto se non far male al lettore. Ho dovuto rileggerlo due volte perché, in prima lettura, pensavo che lo stupratore fosse il padre mentre gli eventi finali mi hanno fatto capire che qualcosa non andava nella mia interpretazione. Tre quarti di racconto a descrivere uno stupro, sinceramente, li ho trovati davvero difficili da leggere. Aderenza al tema relegata a una frase in chiusura.

Sopra le onde

Ciao, un storia non propriamente originale vissuta però da un protagonista inusuale. L'idea in sé è bella, ma avrei preferito trovarci qualcosa di veramente nuovo. Un gabbiano/albatross con gli istinti animali ma con quel qualcosa della sua vita precedente che lo obbliga a quell'atto di vendetta, magari con un segno distintivo(fisico o corpontamentale) che aveva l'uomo. Mi fa storcere il naso questa reincarnazione e consapevolezza così perfetta da uomo a volatile (e qui ho evitato facili battute), descrizioni cosi poetiche in testa a un uccello non ce le vedo. Il tema però c'è ed è parte del racconto stesso.

Marta muore con gli occhi aperti

Ciao, una bella fiaba, scritta col tono delicato di una bambina che tuttavia mi ha lasciato perplesso per alcuni aspetti.
Il doppio modo con cui poni la morte. Da una parte il classico a cui siamo tutti abituati e dall'altro Morte, nome proprio di traguardo, che ammetto mi ha stranito per tutto il racconto (per quanto sia abituato a leggere Pratchett che fa un uso più che eccellente di Morte).
Il comportamento di Morte poi non è da morte (perdona il gioco di parole, ma è colpa tua), questo mi fa pensare che Morte non sia realmente la morte (e due). La morte che si imbarazza (prima volta che le chiedono più tempo?), che ha un "alito caldo". Mi aspettavo che alla fine ci fosse una rivelazione sulla vera identità di Morte, ma non arriva.
Marta poi, nella sua ingenuità e timidezza, davanti alla morte chiede... qualche "decennio"? Rovini un po' l'atmosfera zuccherosa così.
Bella la frase sulla vita di Marta, che era solo quello che la morte voleva. Avresti potuto agganciarti a quello per la concessione "straordinaria", e quindi la morte avrebbe avuto una "vita più lunga" da raccogliere. Il tema? Un paio di ali appiccicate alla morte.

Le gambe di Titti

Ciao, un racconto che si fa leggere senza impedimenti ma che mi lascia perplesso. Un po' perché scegli di far diventare "eroe" un bugiardo traditore, che abbandona moglie e figlio. Un po' perché il tema è così slavato (sarà che piove) che potrebbe essere qualsiasi altro. Mi hai illuso con la frase sul matrimonio che andava a puttane, speravo che fosse un ulteriore indice di cinica ironia del protagonista, ma alla fine contro "l'omone", steso al primo colpo, se ne esce con una battuta ben poco da macho.

Le ali di sua madre

Ciao, devo ammettere che, per quanto l'idea mi piaccia, il racconto mi ha lasciato un sacco di dubbi riguardo la coerenza di cosa racconti. La protagonista è una prostituta serial killer. Se da una parte lo fa spinta dalla vendetta per l'aggressione della madre, il fatto che ammazzi tutti quelli che assomigliano al padre (o forse li ammazza tutti) la trasforma in una squilibrata. Ha la foto del padre, presa da un giornale, e non ha fatto una ricerca negli archivi per rintracciarne il nome? Lavora sempre nello stesso posto e non l'hanno mai collegata agli altri omicidi? Anche il modo in cui somministra la droga non è proprio chiarissimo. La frase che dovrebbe spiegare perché lei batta su quel marciapiede è da psicologia spicciola.
Credo che basti veramente poco a migliorare il tutto, forse quello che mi sembra mancare è il "giudizio" dell'autore sulla sua protagonista: è una squilibrata o una vendicatrice? Il tema c'è, forse ci si poteva giocare di più sopra, ma c'è.


Maschere

Ciao, un batman mascherato che è in realtà uno "spazzino" di barboni. Peccato che il colpo di scena, almeno per me, non sia stato così inaspettato. Fondamentalmente perché durante tutto il resto del racconto non succede niente e lo anticipi tu stesso che bisogna aspettarsi qualcosa di interessante. A livello di stile preferisco la parte finale, quando smetti di fare le ruote di pavone con le parole e si può gustare l'ironico disprezzo del protagonista. Attinenza al tema affidata al costume di batman. Cambiato costume, perso il tema.


La notte non è nostra

Ciao, un finale ben piazzato su una storia forse un po' troppo "autocommiserante". Belle le descrizioni e le associazioni ironiche, che aiutano a risollevarsi dal tono lagnoso del protagonista. Saturo dei racconti di questa edizione dove, a parte rarissime eccezioni, il morto ci scappa sempre il tuo è uno di quei racconti che , se non fosse morto nessuno, non avrebbe perso smalto. Una chiusura in cui il morituro, magari evitando al pelo l'incidennte, si domandava ancora fino a quando sarebbe andata bene con l'amico che sghignazzava preda dell'alcool, o arrivare addirittura a denunciare l'amico per evitare che "potesse" ammazzare qualcuno. A parte questo un ottimo finale, che qualcuno sarebbe morto lo si capisce dalla seconda riga, ma non mi aspettavo fosse il narratore. Tema quasi trasparente.

Solo nella notte

Ciao, una bella idea che merita una fine diversa. Personalmente ci ho visto molto, quasi troppo, di Constantine. Se da una parte mi piace molto come ambientazione dall'altra per svilupparla in maniera che non sia banale ci va lavoro.
Intanto lo spiegone fa troppo infodump. Avrei preferito fosse inframmezzato da qualche descrizione di comportamenti irriverenti del diavolo. Anche le condizioni del protagonista, dopo un incidente in cui si ritrova a testa in giù e con del sangue me lo aspettavo un po' acciaccato, con un minimo di difficoltà a muovere le braccia.
Magari il diavolo ha già operato il suo "miracolo" e mi sarebbe piaciuto un po' di sconcerto del protagonista anche per questo. Come accennato all'inizio però quello che trovo poco coerente è il finale.
Il diavolo non offre nulla, il protagonista non supplica o chiede di vivere. Non vedo quindi come questo possa permettergli di "operare" sul protagonista. Non sarà un angelo a cui promettere chissà cosa, ma un contratto o simile DEVE essere stipulato. Devi dirmi perché il diavolo ha tutta questa libertà di azione su di lui (magari è un suicida come lo era Constantine, e quindi già fuori dalla grazia di Dio).
L'arruolamento coatto mi sembra una soluzione finale molto poco elegante per qualcuno che è riuscito a corrompere un angelo. Tema presente.
PS: molto bella la finezza del diavolo che continua il suo discorso allacciandosi a quanto pensato dal protagonista.

Classifica

1) Janara
2) Sopra le onde
3) Solo nella notte
4) Le ali di sua madre
5) Hima
6) La notte non è nostra
7) Marta muore con gli occhi aperti
8) Maschere
9) Le gambe di Titti

Strellima
Messaggi: 16

Messaggio#11 » giovedì 29 ottobre 2015, 14:32

Ciao a tutti, ecco i miei commenti e, di seguito, la classifica.
Hima: Ciao Serena, felice di leggerti.
Hai scelto un’interpretazione piuttosto forte del tema e hai trattato l’argomento con molto trasporto: ho apprezzato la scelta e il coinvolgimento emotivo che ne deriva.
Veniamo alla forma. Hai scelto di narrare in prima persona al tempo presente, una scelta che reputo molto difficile da sostenere per pezzi più lunghi di un breve brano come questo. Come tu stessa puoi notare, infatti, in questo modo è più difficile inserire i dialoghi e dare tridimensionalità al brano: tutto si svolge nella mente della protagonista, che si trova a dover riferire le sue sensazioni per poterle trasmettere al lettore (provo dolore, provo paura: “Il dolore mi infilza come uno spillone”, “Un dolore gelido mi squarcia il petto” etc…). Se posso darti un consiglio, il brano potrebbe acquistare spessore se cercassi di creare un’interazione più concreta tra la tua protagonista, l’uomo e l’ambiente circostante.
In ogni caso un brano interessante da leggere e con un buon margine di miglioramento.
A rileggerti presto,
Alessandra

Solo nella notte: Ciao Fernando, felice di leggerti.
II tema della notte alata è presente e, per gusto personale, trovo sempre gradevole il filone del “patto con il diavolo”. In questo caso, però, più che di patto si parla di scelta forzata e questo toglie un po’ di profondità al racconto. Forse questa scelta sarebbe stata l’innesco interessante per un racconto più lungo, nel quale indagare sulle conseguenze di una simile eventualità, ma in un brano così conciso fa perdere un po’ di pathos per strada. Mi spiego meglio: al protagonista succede di uccidere una in un incidente e la sua anima viene presa in cambio dal diavolo, fine. Non c’è conflitto, non c’è disperazione, non c’è ansia di riscatto o reale retribuzione.
A parte questa piccola debolezza nella trama, il racconto è ben gestito nella struttura, non annoia e alterna bene dialoghi e narrazione.
A rileggerti presto,
Alessandra.

La notte non è nostra: Ciao Eleonora, felice di leggerti.
Anche qui, come ad altri, dico subito che l’assenza di dialoghi e il punto di vista troppo chiuso non fanno funzionare bene il racconto, lo appesantiscono e gli danno una prospettiva che non sarebbe potuta durare più a lungo di così senza annoiare. Si tratta di una vicenda riferita, non mostrata, non resa viva da fatti concreti e dialoghi ma solo dalla voce dello stesso protagonista. L’interpretazione del tema è centrata ma non originalissima, nonostante il guizzo del finale giunga inaspettato. Ti sostiene comunque uno stile vivido e scorrevole, che potresti sfruttare meglio lavorando sulla struttura del racconto e sull’idea di partenza. Spero di essermi spiegata bene e che una maggiore attenzione a questi particolari ti sia d’aiuto in futuro!
A rileggerti presto,
Alessandra

Maschere: Ciao Adry, felice di leggerti.
Che dire di questo racconto? Partiamo dai punti di forza: anche tu rispetti il tema, anche se devo dire che sono stupita di come la notte alata abbia suggerito quasi a tutti l’idea del supereroe (con varie declinazioni) o delle prostitute. La tua scrittura è molto, diciamo, cinematografica nella gestione delle immagini. Fai attenzione però, perché non si tratta di una sceneggiatura ma di un racconto, in cui devi saper dosare le descrizioni, per quanto ben rese, alternandole ai dialoghi e a qualche guizzo stilistico che renda il tutto più intrigante per chi ti legge. In più, cosa essenziale, devi far progredire l’azione. Per tutto il tuo racconto non succede, in sostanza, nulla di essenziale. Introduci il tuo protagonista in un modo e lo fai agire solo nelle ultime righe del racconto, per altro in maniera un po’ schizofrenica (nutre il barbone solo per ingannare il lettore, non ha una reale funzione nel racconto se non quella di spiazzare chi legge). In tutto questo manca qualcosa, credo: per usare un termine inglese l’ho trovato un po’ “pointless”. Ho apprezzato comunque l’ironia che traspare dal racconto e dal finale. Regala al tuo protagonista un carattere, una motivazione più definita, e avrai la tua storia.
A rileggerti presto,
Alessandra.

Le ali di sua madre: Ciao Giulio, felice di leggerti.
Allora, parto con il dirti che il tema è rispettato. Anche se l’interpretazione non è troppo originale, l’idea di una donna che vendichi l’aggressione della madre mi sembra una variazione abbastanza interessante.
Nulla da eccepire sulla forma del racconto, che grazie a una buona alternanza tra dialoghi e narrato scorre piacevolmente e non suona come uno spiegone privo di concretezza. Trovo meno riuscita, invece, la costruzione della storia. Alcuni snodi logici suonano, complice la necessaria brevità del testo, poco credibili. Mi spiego: quante probabilità ci sono che, dopo vent’anni, lei riesca ad adescare lo stesso aggressore, nello stesso punto? Se il suo volto era noto, in quel momento non si sarebbe dovuto trovare in prigione per stupro? :) Penso che la storia debba essere costruita meglio, ma capisco che il poco tempo non sempre sia d’aiuto in questo e che molti errori logici emergano solo dopo varie letture.
A rileggerci presto,
Alessandra

Le gambe di Titti: Ciao Maria Rosaria, felice di leggerti.
Nel tuo racconto riscontro l’aderenza al tema e una buona gestione del ritmo narrativo. Fai un buon uso dei dialoghi e rendi le scene in maniera molto chiara, concreta.
L’appunto che posso farti, in questo caso, è sulla storia. Prima di iniziare a scrivere, ti sei chiesta che cosa stavi raccontando e perché? La storia di un uomo che fugge dalle responsabilità coniugali per avventurarsi nella notte con l’amante-prostituta mi sembra un tema di per sé non troppo originale, chiamiamolo topos letterario-cinematografico. Quando si sceglie di parlare di una cosa “già sentita” bisogna almeno fare lo sforzo di aggiungere qualche particolare che conferisca ai personaggi una certa unicità. A volte si ricorre al sovrannaturale, altre a caratterizzazioni particolari (pensa ai personaggi di Welsh o di Bukowski, o a quelli cinematografici di Woody Allen: persone particolarmente cattive, o particolarmente nevrotiche, in situazioni tutto sommato ordinarie). Spero abbia capito cosa intendo e che puoi usare questo punto di vista per dare molto più sale al tuo racconto, partendo da una buona struttura.
A rileggerti presto,
Alessandra

Marta muore con gli occhi aperti: Ciao Francesca, felice di leggerti.
Mi è piaciuta molto l’idea che sta dietro questo racconto, ma trovo la sue realizzazione ancora un pochino debole dal punto di vista formale. Mi spiego: mano a mano che ho letto i vari racconti in gara, mi sono resa conto che in quasi tutti mancano i dialoghi. Prova a far fare il salto di qualità alla tua scrittura uscendo dal racconto “riferito” per passare al racconto “mostrato”.
Un conto è dire “Una volta le avevano detto che sarebbe morta con gli occhi aperti. La signora Lilian era una strega dall’orribile sorriso sdentato, e le aveva detto che un giorno sarebbe diventata una persona estremamente coraggiosa.” Un altro è dire:
“Morirai con gli occhi aperti” le disse una volta Lilian, attraverso il suo orribile sorriso sdentato. Di lei dicevano che era una strega.
Noti come il ritmo cambia? Come la seconda forma sia più credibile, abbia quasi più concretezza?
Ti hanno fatto già notare, mi pare, come sia poco credibile che la bambina fosse la prima a chiedere più tempo alla morte: difetto facile da correggere, ma non trascurare questi piccoli particolari che potrebbero togliere credibilità al racconto.
Spero di esserti stata utile, a rileggerti presto!
Alessandra

Sopra le onde: Ciao Willy, felice di leggerti.
Ho apprezzato davvero l’interpretazione originale del tema, che pur nella sua semplicità trovo interessante. Il brano è ben equilibrato tra parti descrittive e dialogate, scorrevole e coerente, in poche parole ben gestito. Avrei spostato la rivelazione delle reali motivazioni del gabbiano all’ultima parte del brano, per lasciare ambiguità sulla reale natura del protagonista fino alla fine. Come avresti potuto fare, secondo me? Porre l’accento sulle caratteristiche animalesche (sensazioni fisiche legate agli spruzzi di acqua salata, all’odore del pesce etc..) all’inizio e aggiungere i pensieri d’amore solo alla fine, come reazione alla conversazione. Qualche dubbio anche sulla velocità con la quale la signorina ha dimenticato il suo defunto amore.
Nel complesso un brano interessante, che funziona.
Alessandra

Janara: Ciao Flavia, felice di leggerti.
Il tuo racconto mi è piaciuto molto. Ho amato l’interpretazione originale che hai dato al tema e la tua personale poetica. Soprattutto nella prima parte usi molto bene il linguaggio descrittivo per rendere la sensazione di libertà interiore che la protagonista prova nel trasgredire i divieti sociali e familiari. L’unico appunto che mi viene di farti è questo: il tuo racconto non è un vero e proprio racconto, ma una lunga “spiegazione”, dal punto di vista della protagonista, di quello che prova e di quello che fa. In un testo così breve si tratta di una soluzione ancora accettabile, ma per il futuro, se vuoi fare un significativo salto di qualità e produrre un brano dalla forma più matura, cerca di servirti di fatti e dialoghi per dare al tutto un taglio più concreto, reale, in cui sia più facile immedesimarsi. Qui, per esempio, avresti potuto inserire con un dialogo, anche molto breve e verso la fine del testo, il personaggio del marito: l’interazione, per quanto violenta, avrebbe spezzato la monotonia e avrebbe dato al brano e ai personaggi tridimensionalità.
In ogni caso un racconto di piacevole lettura.
A rileggerti presto,
Alessandra.


Classifica:
1) Janara
2) Sopra le onde
3) Marta muore con gli occhi aperti
4) Solo nella notte
5) Hima
6) Maschere
7) La notte non è nostra
8) Le ali di sua madre
9) Le gambe di Titti


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antico
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Messaggio#12 » domenica 1 novembre 2015, 18:48

Ecco a voi la mia classifica, tutti racconti con grandi potenzialità. Spero che chi domani non risulterà ammesso alla fase finale si concentrerà immediatamente per risolvere i problemi del proprio racconto, mi piacerebbe avervi tutti sulla vetrina (previo passaggio dal labo, ovviamente).
 
1) Janara, di Flavia Imperi
Bello, molto ben controllato, il tema è presente. Un racconto che denota una notevole maturità. Mi sarebbe piaciuto vedere qualche riga di dialogo, tanto da spezzare qua e là, ma è un vezzo mio. Riesci a praticare uno squarcio nella storia e a mostrarci qualcosa che fa parte del nostro passato, il tutto ammantandolo della tua capacità di disegnare immagini che riempiono di sensazioni e colori il lettore. Un pollice SU per me.
2) Marta muore con gli ochhi aperti, di Francesca Nozzolillo
Un racconto dal potenziale notevole che perde il colpo nella parte centrale. Se Morte decide di farle visita è perché lei, la piccola protagonista, non fa altro che pensarla, cercherei di specificarlo questo pena una casualità che non potrei apprezzare. Debole la richiesta di più tempo, serve altro, una prova da superare, qualcosa che lei dice che incuriosisca Morte. Bellissimo il finale con lei che, finalmente, può morire a occhi aperti perché nel frattempo ha scoperto la vita e, di conseguenza, capito la morte. Incerto sul giudizio, mi attesto su un pollice tendente all'alto, ma se quei difetti che ho sottolineato venissero risolti, beh, raccontone.
3) La notte non è nostra, di Eleonora Rossetti
Parto dal tema che, come in altri casi in questa edizione, ho trovato centrato perché ragazzi, le ali della notte, sono anche quelle che ti senti quando arriva il buio, la libertà che ti acchiappa e non ti molla. E qui c'è. Detto questo, come in altri casi, si sente la mancanza di qualche linea di dialogo qua e là per alleggerire il testo. Certo, si legge che è un piacere, quello è innegabile, però un po' più snello non sarebbe stato male. Il finale, poi, per un attimo ho pensato si stesse rivolgendo a se stesso, che tutto il discorso fosse inflenzato dal suo stato di morente, poco lucido e quindi si fosse costruito il discorso rivolto a se stesso da una posizione esterna a se stessa, infatti m'è diaspiaciuto quando hai fatto rientrare in scena l'amico con la sua voce fuoricampo. Giudizio difficile, direi un pollice tendente all'alto con l'invito a riragionarlo nei termini di "tutto rivolto a se stesso"... Sicuramente complesso, ma sfida carina, no?
4) Hima, di Serena Aronica
Hai la grande capacità di creare situazioni forti e ti muovi bene nello svilupparle. Il racconto ha un valore molto alto, ma perde punti (facilmente recuperabili) laddove sarebbe utile una miglior semina al fine di caratterizzare in modo meno equivocabile la situazione. Che sia una sposa bambina m'è arrivato solo dal tuo commento. In corso di lettura avevo notato la specificazione "troppo vecchio", ma sul momento ho pensato a un altro contesto e non necessariamente al fatto che fosse ancora bambina. Devi lavorare su questo e il racconto sboccerà in tutta la sua potenza. Al riguardo, trovo molto utile il commento che ti ha lasciato la Lusso. Un pollice che definire NI è sbagliato, direi più tendente all'alto.
5) Maschere, di Adriano Muzzi
Manca l'anima del protagonista. Quel marcio che nasconde bene e che evidenzi nel finale deve essere collegato al contesto. Il suo peregrinare in questa città di notte, alla ricerca di banditi da bloccare e "scarti" (per lui) da eliminare deve essere meglio contestualizzato. E' un fanatico, questo è certo, probabilmente appartenente all'estrema destra. Dagli uno spessore maggiore e il racconto prende il volo. Aggiungi anche qualche linea di dialogo qua e là che in questa forma è troppo concentrato, devi dargli più respiro. Detto questo, un racconto da pollice NI con notevoli margini di miglioramento. Spero di poterlo rileggere nel labo perché ha grandi potenzialità.
6) Sopra le onde, di Vilma Cretti
Racconto irrisolto. Ottimo tutto tranne il quid. Sembra un angelo, sembra un demone, un vampiro, una sirena volante, uno spirito, un uccello. Come ha fatto a reincarnarsi? Ok, non è importante, ma lui non si pone domande ed è rimasto un anno ad aspettare proprio lì, perché? E poi dici che lo acceca, sembrava che in qualche modo l'avesse ucciso. Insomma, un pollice NI dettato da tutti questi elementi senza contesto. La forma, come al solito, è ottima.
7) Le ali di sua madre, di Giulio Marchese
Non sarebbe molto più interessante se lei, iniziata la sua "carriera" per vendetta, poi ci avesse trovato gusto e perpetrasse gli omicidi sempre convincendosi di avere di fronte il padre? Conducila nella follia e guarda dove ti porta. A quel punto sarebbe irrilevante la foto, potresti eliminarla. Anzi, potresti inscenare un dialogo tra la vittima disperata e lei e sarebbe lì che dovresti mostrare la sua pazzia. Detto questo, ovviamente ritengo anch'io che la foto e lo stesso angolo di strada a distanza di 20 anni siano un pelo forzati, però la lettura è piacevole, scorre bene, diretta, immediata. Per le perplessità sottolineate mi fermo a un pollice NI, ma mi piacerebbe rivederti nel labo con una versione aggiustata.
8) Solo nella notte, di Fernando Nappo
Mi trovo d'accordo in toto con il commento di Strellima: manca contrasto, il racconto procede piuttosto passivo, il protagonista non deve decidere e neppure fare nulla, non ci sono scelte da prendere. Personalmente ho anche patito un poco l'apertura con questo angelo ucciso: che è successo? Come può essere stato tanto sfortunato da investire un angelo che il Diavolo era appena riuscito a corrompere? Manca qualcosa. Per il resto, si legge benissimo, ma per quanto detto non posso andare oltre un pollice NI e attendere quello che riuscirai a rielaborare nel labo.
9) Le gambe di Titty, di Maria Rosaria Del Ciello
Racconto che parte forte per poi cadere nell'incoerenza strutturale. Il ping pong tra le due situazioni non è giustificato, l'attenzione data ai due protagonisti è sbilanciata verso Paolo e pertanto Titty non può assurgere che al ruolo di comprimaria e i loro destini non possono essere messi in parallelo, primo perché non porti il lettore a empatizzare con entrambi. Quindi via le parti solo Titty, andava mantenuto il focus su Paolo. Inoltre, il finale giunge spuntato: arriva, la salva e vanno via... Dove? Si suppone a darsi reciproco conforto anche se uno paga e l'altra prende i soldi. Scatta qualcosa tra i due? Non è dato sapere. Hai grande abilità di scrittura, ma in questo caso hai mancato la storia, le scelte non sono state quelle ottimali e può capitare, no problem. Facendo la media tra l'ottima forma e la storia mancata sono per un pollice NI. Sarebbe carino rivederlo al labo, magari con quei 2000 caratteri in più.

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