Scrivere mi aiuta - Andrea Partiti

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Andrea Partiti
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Messaggio#1 » lunedì 16 novembre 2015, 22:49

Oggi Tito mi ha chiesto di sposarlo.
Mi ha portata in montagna, nel prato dove da giovani passavamo interi pomeriggi a leggere all’ombra di un’alta betulla, il nostro albero. Di nascosto ci appoggiavamo sulle spalle gli amenti profumati, fingendo per gioco che fossero grassi bruchi caduti dall’alto. E ridevamo sempre.
Con viva la gioia dei ricordi di quel luogo, mi ha viziata con cibo troppo buono per essere suo, mi ha versato il vino leggero che mi rende felice ma non stordita, mi ha letto stralci del primo sapido romanzetto, parodia lieve di una storia d’amore, la cui storia era cresciuta al crescere del nostro affetto.
A giornata inoltrata, col sole già basso, mi ha presa tra le braccia e mi ha chiesto di sposarlo, perché quel giorno non finisse mai. Non è stato come nei film, non era un grande gesto. Era semplice, ma non avrei desiderato nulla di diverso. Per me era perfetto.
Doveva essere perfetto, invece tutto è crollato.
Al mio acconsentire senza riserve, Tito, sciocco, s’è messo a progettare il nostro futuro, un futuro diverso e migliore ai suoi occhi, come se vedesse nella promessa un fondamento più solido dei semplici sentimenti.
Prima ha accennato in modo velato ai cambiamenti che ci aspettavano; poi sempre più incalzante, tentando di vedere dentro di me un riflesso dei suoi desideri mal celati.
Sapevo che avremmo dovuto parlarne molto tempo fa, ben prima di convivere. Sapevo che un giorno avrebbe voluto tornare al suo paese dalla sua famiglia, ma non era giusto impormelo così, come condizione a un matrimonio tanto desiderato. Non posso immaginare di tornare in provincia, a spegnermi, a rinunciare a ogni sogno.
Forse non siamo fatti per grandi progetti. Amiamo la vita quotidiana, insieme, ma la nostra meta è diversa.
Se solo avesse avuto la decenza di aspettare qualche giorno, di farmi gioire nelle mie illusioni, prima di impormi un destino non gradito e costringermi a una scelta.
Mi sento al contempo piena di speranze e frustrata, senza vie d’uscita. Non so cosa fare.
Siamo rincasati parlandoci appena, ho sbattuto la porta della camera e mi mi sono gettata sul letto, coprendomi il viso.

Scesi le scale. Avevo sentito Tito muoversi al piano di sotto. L’avevo aspettato sveglia per ore, sperando, pregando che mi cercasse, ma alla fine la stanchezza aveva vinto.
Il mio cuore si fermò. Tito era in mezzo alla stanza, abbracciato a un’altra donna, sconosciuta.
Le diede un bacio sulla fronte. Quel gesto così intimo e solitamente riservato a me, mi colpì come un pugno allo stomaco.
Mi gettai su di lui, per colpirlo, per fargli male, perché non potevo vederlo un altro secondo vicino a quella donna, nella nostra casa.
Tito mi afferrò il braccio, che di colpo sentivo debole, fragile.
— Mamma, fermati per favore.
Cercai di colpirlo di nuovo, con l’altra mano. Mi lasciò fare.
— Sono io, Davide, tuo figlio. Calmati e prova a ricordare, Tito se n’è andato da molti anni, prima che nascessi. Ci sono solo io, ora.


Vivo nel passato, raramente ne esco. Scrivere mi aiuta.



alexandra.fischer
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Re: Scrivere mi aiuta - Andrea Partiti

Messaggio#2 » mercoledì 18 novembre 2015, 19:10

Scrivere mi aiuta di Andrea Partiti

la tua storia è molto crepuscolare. Già l’inizio è cupo, si vede parecchio entusiasmo smorzato nella tua protagonista. Il matrimonio non la convince del tutto e sembra quasi che abbia subito la storia d’amore con Tito fin dall’inizio. Neppure come scrittore le è parso granché. Ha molti dubbi, eppure, si lascia trascinare nelle nozze e nella vita provinciale che tanto la inquieta. Il finale la mostra del tutto staccata dalla realtà, tanto da confondere il figlio Davide con Tito, padre scomparso da molto tempo (non morto, se è andato). Che vita soffocante, quella della tua protagonista. Mi chiedo come potrebbe essere peggiore se non scrivesse. Trovo che l’atmosfera dell’angoscia nello stile de “Gli Indifferenti” di Moravia sia resa bene (passività del personaggio accompagnata comunque a una sofferenza).

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Eterocefalo
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Re: Scrivere mi aiuta - Andrea Partiti

Messaggio#3 » mercoledì 18 novembre 2015, 19:21

Un intero blocco di memoria svanito nel nulla, decine di anni inghiottiti dal tempo. La memoria è un tema che mi affascina molto. Credo che sarebbe stato più efficace eliminare il corsivo nella seconda parte, perché il lettore non avrebbe trovato alcun salto tra il passato appena vissuto e il presente dolorosamente lontano; poi in generale il corsivo si utilizza per incisi nel testo, o flashback, e in questo caso non lo vedo appropriato. Il periodo finale mi sembra quasi superfluo. Nel complesso un buon lavoro. Mi è piaciuto.

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Andrea Partiti
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Re: Scrivere mi aiuta - Andrea Partiti

Messaggio#4 » venerdì 20 novembre 2015, 23:20

Oh, no, non voglio scrivere come Moravia! ._. Chiunque ma non Moravia, per favore! Devo aver commesso un grave errore :D
Volevo imitare Gozzano, idealmente. Perché ho riletto il giorno dell'edizione una sua raccolta di racconti e ce l'avevo ancora in mente. Per questo ho riciclato il suo alterego Tito Vinadio nella mia storia. In un vero racconto di Gozzano i protagonisti sarebbero stati cugini, ma quel dettaglio l'ho lasciato perdere perché non funzionava bene con la trama.

Scherzi a parte, non so se ho raggiunto davvero il mio obiettivo di creare l'idea di smarrimento. Ho provato ad usare due topos dell'alzheim, il confondere figli con genitori e le terapie in cui fanno tenere un diario ai pazienti sugli eventi che percepiscono come recenti, i questo caso la proposta, ed ho voluto lasciare vaghi gli avvenimenti in mezzo, temporaneamente perduti, in modo da portare chi legge nello stesso "presente" di chi scrive. Era difficile riuscirci mantenendo comunque una struttura di racconto.

pfafff
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Re: Scrivere mi aiuta - Andrea Partiti

Messaggio#5 » domenica 22 novembre 2015, 11:03

se non l'avessi scritto nel commento, non avrei mai capito che è la vecchia svampita che scrive la storia. o meglio non ho capito che alla vecchia piace scrivere, che tiene un diario. poi non mi sembra che l'aiuti molto. per il resto, come tutte le storie che ho letto finora, è un racconto normale che narra una storia e che poi alla fine spara il colpo di scena affinchè tutta la storia assuma un altro significato. ripensandoci, e questo non c'azzecca nulla col commento, a mia nonna non fanno tenere un diario. vabbè che non si ricorda nemmeno come si scrive. sarà per quello.

Fernando Nappo
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Re: Scrivere mi aiuta - Andrea Partiti

Messaggio#6 » domenica 22 novembre 2015, 14:17

Ciao Andrea,
il tuo racconto parte da ricordi ameni e situazioni giose, ma in poche righe l'atmosfera diventa cupa e traspaiono la tristezza e la rassegnazione della protagonista. Per essere sincero, leggendolo non ho capito che si tratta di una pagina del diario di una donna sofferente di alzheimer, almeno non fino a quando non ho letto la tua spiegazione. Forse anche per questo ho faticato a inquadrare correttamente la parte in corsivo, dove il presente e il passato della donna si mischiano.
Riguardo al tema, se ho ben capito, dovrebbe essere il matrimonio che si rivela ben diverso da ciò che la donna s'aspettava. In questo caso, mi pare centrato.

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Gian de Steja
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Re: Scrivere mi aiuta - Andrea Partiti

Messaggio#7 » giovedì 26 novembre 2015, 17:49

Alla prima lettura sono andato un po' in confusione, ma questo è uno di quei racconti che va letto due o tre volte per dare il meglio di sè. Alla fine mi è piaciuto, anche se non so quanto possa funzionare per una competizione come minuti contati. Non so se il corsivo è la scelta giusta per rappresentare questo tipo di dinamica, forse quando interviene il figlio (— Mamma, fermati per favore.) avresti dovuto tornare allo stampatello (o viceversa).
"L'aria sarà sempre troppo carica di qualcosa. Il vostro corpo sempre indolenzito o stanco. Vostro padre, sempre troppo ubriaco. Vostra moglie sempre troppo fredda. Avrete sempre una qualche scusa per non vivere la vostra vita." C. Palahniuk

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Rionero
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Re: Scrivere mi aiuta - Andrea Partiti

Messaggio#8 » giovedì 26 novembre 2015, 18:15

Ciao Andrea,

Avrei dovuto capire fin dall’inizio, soprattutto dallo stile, che a parlare era una persona anziana.

Non so perché ma lo stile, che inizialmente mi suonava strano, con la scoperta della natura della voce narrante è diventata improvvisamente calzante.

Apprezzabile la svolta anche se non è chiarissimo il passaggio dal litigio iniziale al marito morto da tempo... anche perché quando si parla di vivere nel passato sono i rimpianti solitamente che si portano alla luce e con la scelta di un episodio fondamentalmente contrastante che sembra portare alla conclusione di una storia, è difficile poi trovarsi a leggere di un matrimonio presumibilmente lungo e ricordato, come se anche al lettore mancasse qualcosa. Sicuramente con più caratteri a disposizione sarebbe stato molto più chiaro ed efficace!

Zebratigrata
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Re: Scrivere mi aiuta - Andrea Partiti

Messaggio#9 » giovedì 26 novembre 2015, 18:49

Ciao Andrea,

il racconto mi è piaciuto e lo trovo ben scritto.
Inizialmente lo stile mi ha portato a collocare l'azione nel passato, all'inizio del novecento. So che non ci sono elementi concreti nel racconto che portino il lettore in questa direzione, ma è andata così. Per questo quando ho iniziato a capire la situazione, e mi sono immaginata una coppia di quel periodo che conviveva, il tutto ha iniziato a stridere. Capisco chi dice che lo stile antiquato rende bene l'età del personaggio narrante, ma a mio parere non basta a eliminare il senso di incoerenza: vorrei avere qualche indizio del fatto che la protagonista viene da una famiglia non convenzionale, o che la sua decisione di andare a convivere le ha procurato dei problemi con la famiglia... una signorina borghese d'inizio secolo che si comporta così non mi torna del tutto.

L'altro elemento problematico a mio avviso è il fatto che apprendiamo poi dal figlio hce è Tito ad essersene andato. Io, lettrice che non si fa i cazzi suoi mai una volta nella vita, sono proprio sorpresa di aver lasciato la signorina che ponderava l'ipotesi di lasciare il fidanzato e andarsene lei, per non doversi sottomettere ai suoi desideri, e scoprire che invece se n'è andato lui. Vorrei proprio sapere com'è andata. La curiosità insoddisfatta riguardo alla storia della protagonista fa così cadere in secondo piano la questione principale del racconto, cioè il dramma di non sapere più cos'è la realtà, e di non potersi fidare nemmeno di se stessi.

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antico
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Re: Scrivere mi aiuta - Andrea Partiti

Messaggio#10 » domenica 29 novembre 2015, 20:36

La prima parte è molto bella, ben narrata, ma nel momento stesso in cui disveli il meccanismo qualcosa s'inceppa. Da subito, ho pensato che fosse il grassetto lo scritto e questo vuol dire che devi cambiare il segno grafico. Poi c'è troppo stacco, tenterei di creare un ponte tra lo scritto e il ritorno alla realtà. Allo stato attuale è un pollice NI, ma sono sicuro che nel laboratorio saprai affinarlo come deve.

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