Il velo di Maia

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Jacopo Berti
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Il velo di Maia

Messaggio#1 » martedì 17 novembre 2015, 0:56

Il velo di Maia

di Timetrapoler/Jacopo Berti

Il corridoio terminò bruscamente in una stanza completamente bianca, senza porte né finestre, illuminata da un'accecante luce di vetro.
Il bambino rannicchiato in un angolo sarebbe passato inosservato se non fosse stato per gli occhi, rossi e acquosi. Vestito di una tunica candida, albino, scriveva con un gessetto bianco sulla parete. Scriveva parole destinate a rimanere inascoltate, come il suo grido muto. Disperato e querulo, senza produrre alcun suono, scandiva quel nome: Maia! Maia!
«Maia? Tutto bene?»
La donna si svegliò di soprassalto, con un singulto. Si accorse di guardare il marito attraverso un velo di lacrime. Si era addormentata accanto a lui, sul divano.
«Un altro brutto sogno» disse Roberto, carezzandole i capelli castani, scoprendole le orecchie.
Maia annuì, di nuovo in affanno. «Non riesco proprio a capire. Non ci riesco!» Andava avanti così da parecchi giorni: da quando aveva visto quelle foto.

Neanche il capitano Coslovich trascorreva notti tranquille. Ma, uomo tutto d'un pezzo, non raccontava a nessuno i suoi incubi, fossero ad occhi chiusi o aperti. Chino sul portatile, cercava di venire a capo di quella brutta storia. La psicologa infantile non gli era stata molto d'aiuto. Ma almeno lo è stata per i bambini - si ripeteva, non del tutto convinto.
Annuiva con gravità ma al contempo teneva il ritmo. Si tormentava un neo sul collo. Zittì Vivaldi: l'Inverno non l'aveva mai trovato un granché. Torno alle registrazioni, tanto per scrupolo.
«Ciao, Giulia. Io sono Maia»
«Ciao»
«Ti va se parliamo mentre aspetti la mamma?»

Coslovich cliccò sulla traccia, trascinando il cursore fino al punto che ben conosceva. Minuto 4.12,
«Un uomo tutto nero. Ha preso Serena e Kevin per i capelli e li ha portati via»
«Dove li ha portati?»
«Nel boschetto. Io ero nascosta nel castello»

4.14 «[...]vin per i capelli e li ha portati via»
5.23 «Ma com'era quest'uomo nero? Com'era vestito?»
«Non lo so, basta, ti prego, ho tanta paura»
E un pianto a dirotto. Fine della registrazione.
Coslovich sfoglio a schermo le foto della scena del crimine. Distrattamente, evitando di guardarle davvero. Le conosceva già. Due corpicini scomposti, con piccoli graffi e contusioni. Ma con le gambe rotte. Spezzate contro gli alberi al limitare dell'area giochi. Sbattute con una violenza inumana. A poca distanza, i loro scalpi, staccati probabilmente con qualche rozzo strumento.

Giulia sembrava dormire sonni tranquilli. I genitori avevano deciso di restare svegli a turno fuori dalla sua porta, per accorrere se la povera piccola avesse chiamato.
La porta dell'armadio si aprì a malapena, ne uscì un'ombra, un essere di pura oscurità. Una sua estremità si allungò fino a raggiungere la bambina, assumendo la foggia di una mano artigliata.
La bambina scalcio via le coperte e si mise a sedere con un risolino, tutta eccitata.
«Cinque in alto! Pugno! Cinque in basso!» - disse piano, ottenendo in risposta un inquietante sussurro flautato.
«No, oggi nessuno mi ha tirato i capelli»


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Jacopo Berti
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Re: Il velo di Maia

Messaggio#2 » mercoledì 18 novembre 2015, 12:21

Per evitare incomprensioni, nonché imbarazzi al sottoscritto, tristo grammar nazi, vi segnalo sin da subito tre accenti mancanti, tutti e tre sulla 'o' del passato remoto. torno > tornò; sfoglio > sfogliò; scalcio > scalciò.
Abbiate pietà di un novellino: scrivendo il racconto in fretta e pubblicando il racconto alle 00:56, non ho avuto tempo di rileggere.
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Andrea Partiti
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Re: Il velo di Maia

Messaggio#3 » mercoledì 18 novembre 2015, 22:50

Genere grossomodo horror, e parti con la mia simpatia. Bambini cattivi e l'hai vinta completamente.
Detto questo, penso che ci siano troppi personaggi nella tua storia, ci stanno stretti in così pochi caratteri. Madre, padre, Coslovich, Giulia, uomo nero, Maia, sono sei personaggi che agiscono (e due a pezzi). Il sogno all'inizio l'ho trovato un po' confuso, chi è il bambino? Tutti i bambini maschi della storia sono morti, è uno dei figli? E dov'è? Visto che non mancano gli spunti per espandere il resto del racconto, la registrazione, Coslovich, una qualche interazione tra bambina e genitori, forse vedrei meglio un inizio a caldo con la madre che si sveglia dall'incubo. Lo so che è più cliché, ma a volte si può fare.

Penso che il tuo racconto sia ben scritto, sia come scelte di trama che di stile, ma abbia bisogno di un editing aggressivo per bilanciarlo. Si alternano scene molto "statiche", il sogno e la descrizione di Coslovich, a scene molto veloci, come il dialogo registrato e il finale. Penso che una volta preso il ritmo giusto possa migliorare drasticamente!

Ma almeno lo è stata per i bambini

Non c'era solo una bambina sopravvissuta? Sta parlando con lei, per aiutarla a ricordare, a quale altro bambino è stata utile?

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Jacopo Berti
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Re: Il velo di Maia

Messaggio#4 » giovedì 19 novembre 2015, 1:23

Grazie, Andrea, per i commenti. Sono d'accordo su quasi tutto: hai evidenziato alcuni difetti che ho visto anch'io alle prime riletture (riletture che hanno ovviamente avuto luogo dopo l'una di lunedì sera). E ci sono diversi altri problemi che non hai notato, o non hai segnalato. Se avessi avuto più tempo, il racconto sarebbe diverso e immagino migliore. Ma ,giustamente, è questa la sfida di MC ;)

Però su una cosa sento di potermi "difendere". I personaggi non mi sembrano troppi. O meglio, potrei porre rimedio al fatto che sembrano troppi lavorando ancora sulla struttura concatenata, serrata tipo cerniera. Su cui però comunque ho già lavorato, anzi è stata una parte importante del lavoro: la tripartizione del racconto corrisponde ai tre personaggi (Gaia, Coslovich e Giulia) col secondo personaggio che delinea meglio, incorniciandoli nella registrazione, il primo e il terzo. Poi è chiaro che i personaggi non sono isole, e si muovono in ambienti con altre persone. Ma non tutte le persone sono personaggi, credo.
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Angela
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Re: Il velo di Maia

Messaggio#5 » giovedì 19 novembre 2015, 18:28

Testo inquietante, come ha scritto Andrea; i bambini cattivi costituiscono un argomento principe nell'horror che certamente colpisce e non lascia indifferenti. Il finale è ad effetto, in finale che non ti aspetti. La narrazione presenta qualche problema che ti ho evidenziato nei commenti, la parte invece che secondo me fa decollare il racconto, è quella della registrazione e la descrizione della scena del delitto, scritta molto bene.
Quello che mi è piaciuto meno, sono i continui cambi di scena. Non pensare che non mi piacciano, anzi, ma in un racconto così breve, spezzano troppo e confondono il lettore che in poche battute deve faticare per ambentarsi e capire che succede. Se non sbaglio ci sono quattro cambi di scena. Ti scrivo gli appunti che possono esserti utili in fase di revisione:

da un'accecante luce di vetro.
So che volevi darci un’informazione, ma non mi arriva la “luce di vetro”. Visivamente, intendo. Ti faccio un esempio: sto leggendo un libro in cui a un certo punto l’autrice scrive: la luce pioveva dalla vetrata. Ecco, un’immagine di questo tipo arriva, anche se è strana come definizione.

Vestito di una tunica candida, albino, scriveva con un gessetto bianco sulla parete.
L’informazione che è un albino (quindi di pelle chiarissima) è principale, non va inserita nel testo dopo la tunica.

Ma, uomo tutto d'un pezzo,
Word dovrebbe segnalarlo come errore, ma in linea di massima, non si iniziano le frasi con “ma” e “però”.
Uno scrittore è un mondo intrappolato in una persona (Victor Hugo)

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Jacopo Berti
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Re: Il velo di Maia

Messaggio#6 » giovedì 19 novembre 2015, 19:54

Grazie anche a te, Angela, per il commento.
Accolgo buona parte delle tue osservazioni.
- Cambi di scena. Credo che così come sono possano in effetti confondere un po'. Non credo però che siano un difetto assoluto. Devo soltanto (ma non è dir poco) gestirli meglio.
- Accecante luce di vetro. Che dire? Hai ragione. L'idea era quella che fosse come una luce fredda che viene da una finestra, ma senza finestra. Devo cercare un'espressione più adatta o togliere questo particolare.
- Albino. Va messo senza dubbio prima.
- "Ma" all'inizio frase. Ecco, su questo punto potrei aprire un flame. Ma forse per questo genere di cose la nuova sezione, "Discussioni" è più appropriata. Ci vediamo lì nel prossimo tempo morto, senza Arene o Laboratori.
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Callagan
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Re: Il velo di Maia

Messaggio#7 » venerdì 20 novembre 2015, 11:10

Ciao, Jacopo, ben trovato.
Leggerti per la prima volta è stata una piacevole sorpresa. Al di là di alcune critiche che ti farò, il tuo racconto mi ha lasciato una sensazione positiva, sia a una prima che a una seconda rilettura. Mi ha convinto il tuo stile e quindi il ritmo narrativo, mi è piaciuto come sei riuscito a calare il lettore in una storia abbastanza completa con così pochi caratteri, e sopratutto mi è piaciuto come hai collegato tra loro i diversi paragrafi: hai infatti evitato che il lettore fosse alienato dai tre cambi di prospettiva collegandoli tra loro nel continuum della narrazione.
Ora, cosa non mi ha convinto? Il finale. Se il terzo paragrafo da un lato ha il pregio di collegarsi agli altri due, continuando e, in un certo senso, completando la storia, d'altro canto risulta essere un pugno nello stomaco del lettore. Il paranormale "uomo nero", in quei pochi caratteri con cui si spiega tutta la vicenda, mi ha dato l'impressione d'essere un "deus ex machina". Per spiegarmi meglio: mentre nei prime due paragrafi sei riuscito a incuriosirmi, a farmi entrare dentro la storia, le poche righe finali mi hanno catapultato fuori con violenza. L'inserimento dell'elemento fantastico, al posto di sorprendermi, m'ha deluso in quanto facile escamotage letterario.
In ogni caso, buona prova. A presto!

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Jacopo Berti
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Re: Il velo di Maia

Messaggio#8 » venerdì 20 novembre 2015, 11:32

Grazie dei complimenti e delle critiche, Callagan.
Ho decicato un po' di tempo a pensare al finale, e pochissimo a scriverlo. L'idea non è certo nuova, ma nelle mie intenzioni qualche elemento originale doveva averlo. L'ultimo paragrafo doveva essere un flashback, doveva svolgersi prima della mattanza. Ma mi sono accorto che nei pochi minuti che mi rimanevano non sarei riuscito ad allacciarlo con rimandi adeguati e rischiavo davvero il crollo del racconto.
Spero che apprezzerai anche il finale quando avrò avuto modo di renderlo come lo volevo e lo metterò sul laboratorio.
Per chiarezza: l'uomo nero resterà. Tra le altre cose, mi fa rabbrividire (e quindi mi piace) l'idea della bambina che ha talmente tanta malizia da capire che può, interrogata, dire "la verità" perché tanto non le crederebbero. Altra cosa da sviluppare, perché non so se ora si coglie. Forse basterebbe una frase in più nella seconda parte.
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Eterocefalo
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Re: Il velo di Maia

Messaggio#9 » venerdì 20 novembre 2015, 13:16

Ciao Timetrapoler! L'atmosfera del racconto è piacevolmente inquietante e l'idea è carina... però ho l'impressione che le quattro scene (tre più un sogno) trovino troppo poco spazio. A costo di apparire come il tonto del quartiere, ti confesso che ho dovuto leggerlo due volte per capire la situazione. Come ti hanno già fatto notare, in 3000 caratteri tutti i personaggi che hai inserito confondono un po' le idee. Però l'amicizia tra la bambina e l'uomo nero è spassosa.

alexandra.fischer
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Re: Il velo di Maia

Messaggio#10 » venerdì 20 novembre 2015, 21:07

Il velo di Maia di Timetrapoler Il tuo racconto è molto inquietante (geniale l’immagine della luce di vetro). Gli incubi infantili possono uccidere. Io l’ho visto così. Difatti, la base di partenza è realistica, ci sono due bambini assassinati (gambe rotte per essere stati sbattuti contro gli alberi nell’area situata subito dopo il campo di giochi, scalpi strappati con violenza). L’unica superstite, Giulia, riesce a ricacciare l’incubo (ombra munita di artigli che esce dall’armadio, con una formula quasi magica: Cinque in alto! Pugno! Cinque in basso). Interessante il personaggio del bambino albino che scrive sulla lavagna e chiama Maia, la psicologa infantile con doti da sensitiva. Il Capitano Coslovic non riesce a venire a capo del delitto, forse perché andrebbe cercato in Giulia (nascosta nel castello del parco giochi e forse proprio lei evocatrice della forza tenebrosa, altrimenti quest’ultima non se sarebbe tornata nell’armadio con un suono flautato e lei non le avrebbe detto che nessuno le aveva tirato i capelli. In questo caso, l’incubo è diventato giustiziere di dispetti fra bambini). Bravissimo.

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Vastatio
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Re: Il velo di Maia

Messaggio#11 » domenica 22 novembre 2015, 17:19

Ciao, un bel racconto horror che inizia bene e finisce ancora meglio. E' nella fase centrale che trovo si perda, con dinamiche di cui, sinceramente, ho fatto fatica a capire il senso.
L'incubo che descrivi all'inizio non trova attinenza coi fatti narrati se non interpretandolo con "un generico bambino/vittima che vuole essere vendicato/aiutato". Perché la storia che ci mostri vede due vittime e nessun sopravvissuto se non la stessa autrice. O forse c'è qualche altro "testimone" che è impazzito? Dopotutto il colonnello parla di "bambini".
Tema rispettato.

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ceranu
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Re: Il velo di Maia

Messaggio#12 » lunedì 23 novembre 2015, 9:05

Ciao e piacere di conoscerti.
Racconto interessante, ma come già detto da altri forse troppo complesso per le 3000 battute. La parte centrale è quella gestita meglio, le altre mi lasciano un po' perplesso. Credo che mettere direttamente Maia davanti ai monitor avrebbe reso di più, facendo vivere tutto direttamente e cambiando scena una volta in meno.
Dal punto di vista tecnico ho apprezzato poco, nella parte finale, un abuso di punti.
Nel complesso è un buon racconto che si legge volentieri.
Ciao, alla prossima

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AmbraStancampiano
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Re: Il velo di Maia

Messaggio#13 » lunedì 23 novembre 2015, 9:30

Ciao,
bellissimo horror, complimenti! E' stato un piacere leggerti (e scusa per l'apostrofo, la keyboard del mio pc non è italiana).
Condivido il pensiero degli altri quando però ti dicono che ci sono troppi personaggi per troppo pochi caratteri, e che gestire tutte queste scene e questi movimenti è complicato e lascia un senso di compressione e una parziale insoddisfazione nel lettore.
Il mio consiglio, che forse non apprezzerai, è quello di TAGLIARE la prima scena: riflettici, la figura di Maia col suo sogno è davvero così importante?
In questo modo avresti lo spazio necessario per farci capire bene la natura dell'uomo nero e il suo rapporto con la bambina, e per rendere ancora più inquietante la scena in cui il detective studia il caso con le foto e le registrazioni (che personalmente ho apprezzato molto).
Altro consiglio, che forse apprezzerai di più: hai abbastanza materiale per scrivere un racconto lungo, che potrebbe venire davvero bene: in questo momento gli archi narrativi dei tuoi personaggi sono incompleti e le loro motivazioni non così evidenti (perché Maia rimane così inquietata dalla bambina al punto da fare incubi? Il detective vuole veramente risolvere il caso o ha altri problemi? Perché la bambina ha fatto uccidere gli altri due? Avevano litigato?), ma partendo dalla base che hai creato (e che è fortissima) potresti affascinare centinaia di lettori.
Spero di esserti stata utile.

Alla prossima!
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

marina_usai
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Re: Il velo di Maia

Messaggio#14 » martedì 24 novembre 2015, 21:33

Ciao Jacopo,
il racconto è ben scritto. Le scene si stampano in modo delineato nella mente di chi legge. Il finale non l’ho capito subito, ho dovuto rileggerlo un’altra volta per capire come fosse andata veramente la questione, forse gli avrei dedicato più spazio dato che è anche il nucleo portante della storia.

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Flavia Imperi
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Re: Il velo di Maia

Messaggio#15 » mercoledì 25 novembre 2015, 12:15

Un buon horror, che centra il tema. Ho apprezzato molto questo passaggio, tratteggiato con pochi particolari che fanno vivere la scena, nonché il piacevole riferimento a Vivaldi:

Annuiva con gravità ma al contempo teneva il ritmo. Si tormentava un neo sul collo. Zittì Vivaldi: l'Inverno non l'aveva mai trovato un granché.

Forse la struttura che hai scelto, con la narrazione dai vari punti di vista, è troppo costretta in un racconto così breve. Forse avrebbe funzionato meglio con solo due punti di vista, il capitano e la bambina, senza dare tanto spazio iniziale alla psicologa, che addirittura da il titolo, nonostante poi sia secondario come personaggio. C’è questo sbilanciamento, ecco, che non lo rende fruibile al massimo.
Comunque bel racconto!
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Re: Il velo di Maia

Messaggio#16 » mercoledì 25 novembre 2015, 17:37

Grazie per le risposte, specialmente quelle più ampie e motivate.
Non vedo l'ora di sistemare il racconto per il Laboratorio. A giudicare dai commenti e dalle classifiche, ho lavorato maluccio coi tempi stretti. Ma d'altronde il poco tempo a disposizione è ciò che caratterizza la nostra competizione, no?
Sono sorpreso di alcuni elementi che avete evidenziato e che non intendevo mettere nella trama, e di altri che avevo progettato con attenzione e che pensavo fossero chiari, ma che non sono invece risultati tali.
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Re: Il velo di Maia

Messaggio#17 » mercoledì 25 novembre 2015, 22:34

Ciao Jacopo, ben trovato! :-)
Un buon horror, con un'idea solida alla base e un bel colpo di scena finale.
Forse non tutte le parti sono dosate nella maniera corretta. Mi spiego, è più bella l'idea della realizzazione. Si fatica a definirlo horror perché si resta imbrigliati nel cercare una trama "gialla", nello scoprire un colpevole, e quindi parli più alla testa che alle viscere.
Insomma, si prova poca paura a leggerlo...
Però una buona prova, alla prossima! ;-)

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Re: Il velo di Maia

Messaggio#18 » sabato 28 novembre 2015, 15:04

Racconto che mi ha colpito molto, ben oltre il pollice NI che ho deciso di dargli. Dimenticavo: benvenuto a Minuti Contati! Torniamo a noi... Dalla prima risposta che hai dato a chi ti ha segnalato la presenza di troppi personaggi (cosa che ho riscontrato anch'io) mi sembra che di aver capito che hai un'idea su come sistemarli in modo da non far passare questa sensazione: bene, il laboratorio c'è proprio per questo tipo di operazioni e verrò a rileggerti. Allo stato attuale, però, la mia analisi è che tutta la prima parte sia ridondante e che eliminarla non toglierebbe più di tanto al testo. Però, ripeto, sono molto curioso di capire come in una revisione hai intenzione di gestire la cosa. Spero di rivederlo nel lab, verrò a leggerti senz'altro. Finale ottimo, la bimba katifa ci sta alla grande.

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Re: Il velo di Maia

Messaggio#19 » lunedì 30 novembre 2015, 10:21

Tra i problemi che mi erano stati evidenti sin da subito e le vostre osservazioni, ho un bel da fare per il laboratorio :) I 2000 caratteri aggiuntivi mi saranno sicuramente utili.
Un'osservazione. La trama "gialla" è voluta. D'altronde sono ovvi, per ogni professionista che si rispetti, come è Coslovich, l'analisi oggettiva dei fatti e il non tenere in considerazione elementi soprannaturali.
Altro non dico, perché mi dispiacerebbe rovinare la lettura quando lo scritto sarà in laboratorio.
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