Gruppo HANIEL: Lista racconti ammessi e classifiche

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antico
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Gruppo HANIEL: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#1 » mercoledì 18 novembre 2015, 2:52

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Questo è il gruppo HANIEL della AISLINN EDITION con Aislinn nelle vesti di Guest Star.

Gli autori del gruppo HANIEL dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo LUCIFERO.

I racconti di questo gruppo verranno invece commentati e classificati dagli autori del gruppo RAFAEL.

I primi QUATTRO racconti di questo raggruppamento avranno diritto alla pubblicazione immediata sul sito ed entreranno tra i finalisti che verranno valutati direttamente da Aislinn. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito.

Ricordo che la composizione dei gruppi ha seguito il seguente criterio: assegnazione per ordine cronologico di consegna.

E ora vediamo i racconti ammessi a HANIEL:

- Adele Stoppasecchi, moribonda, di Angela Catalini, ore 22.04, 2936 caratteri
- Scrivere mi aiuta, di Andrea Partiti, ore 22.49, 2995 caratteri (L'apparenza inganna)
- Lo specchio del Minotauro, di Beppe Roncari, ore 23.04, 2998 caratteri (L'apparenza inganna)
- X, di Flavia Imperi, ore 22.18, 2377 caratteri (L'apparenza inganna)
- Mezz’ora prima che il diavolo…, di Chiara Rufino, ore 23.25, 2899 caratteri (L'apparenza inganna)
- Benvenuta felicità, di Marina Usai, ore 23.53, 2992 caratteri (L'apparenza inganna)
- Per chi suona il campanello, di Ambra Stancampiano, ore 00.01, 2995 caratteri (Seconda possibilità)
- Sorelle, di Roberto Romanelli, ore 00.33, 2945 caratteri (Seconda possibilità)
- La mobilità, di Francesco Nucera, ore 00.47, 2989 caratteri (Seconda possibilità)
- Intolleranza, di Filippo Puddu, ore 00.59, 2877 caratteri (Seconda possibilità)


Avete tempo fino alle 23.59 di venerdì 27 novembre per commentare i racconti del gruppo LUCIFERO. Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Vi avverto che sarò fiscale e non accetterò classifiche postate anche solo alle 00.00 a meno che problemi improvvisi vi ostacolino all'ultimo, ma in quel caso gradisco essere avvertito, sapete come trovarmi. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, posterò la mia e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete dieci giorni per commentare e classificare i DIECI racconti del GRUPPO LUCIFERO e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare altri racconti, ne avete TRENTA a dsisposizione e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, dieci giorni sono anche troppo pochi. E ancora: date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro.

Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti.
– 6 punti malus per chi commenta la metà dei racconti + 1
– 13 punti malus per chi non commenta i racconti o arriva a commentarne meno della metà + 1
Cominciate a utilizzare il contatore del forum per calcolare i caratteri. Selezionate l'area desiderata e fate calcolare.


Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati, se noterò qualche sgarro procederò all’eliminazione. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel GRUPPO LUCIFERO.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.

BUONA EDIZIONE A TUTTI!



pfafff
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Re: Gruppo HANIEL: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#2 » mercoledì 18 novembre 2015, 9:16

ciao, dovrei chiedere 2-3 cose per fare la classifica ma non posso scriverti un messaggio perché essendo appena registrato, la funzione non è attiva!
vabbè, intanto leggo i racconti, mi annoto un po' di cose e poi si vedrà.

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antico
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Re: Gruppo HANIEL: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#3 » mercoledì 18 novembre 2015, 10:54

Pfaff, l'ideale è, se hai un account fb, chiedermi l'amicizia lì. Detto questo, devi commentare i racconti non del tuo gruppo, ma di quello che hi assegnato a ogni gruppo. Commenti di minimo 300 caratteri, meglio ancora se postati sotto ogni racconto in modo da chiamare l'autore interessato a rispondere, se vuole, e intavolare così una discussione, sempre nel rispetto delle differenti posizioni. Quando ti senti pronto posti la classifica dal primo al decimo (riallegando i commenti in modo che li possa controllare) nel post del gruppo che hai classificato. Per quanto riguarda il metro di giudizio, ognuno ha il suo, dai un po' un occhio in giro per vedere come fanno gli altri ;)

alexandra.fischer
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Re: Gruppo HANIEL: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#4 » mercoledì 18 novembre 2015, 18:48

Scusa Antico, non riesco ad aprire i racconti del gruppo Haniel. Colpa del mio PC?

alexandra.fischer
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Re: Gruppo HANIEL: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#5 » mercoledì 18 novembre 2015, 18:49

Ciao Antico, non riesco ad aprire i racconti del gruppo Haniel. Colpa del mio PC?

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Angela
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Re: Gruppo HANIEL: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#6 » mercoledì 18 novembre 2015, 18:54

ciao Alexandra, non c'è il link diretto al racconto, devi andarli a cercare nel mucchio :)
Uno scrittore è un mondo intrappolato in una persona (Victor Hugo)

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Eterocefalo
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Re: Gruppo HANIEL: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#7 » mercoledì 18 novembre 2015, 19:32

1 - La mobilità, di Francesco Nucera

Ottimo racconto. Ironico e tristemente attuale. Perfetto l'incipit, che chiarisce la situazione con pochi passaggi. Il gridato a caratteri maiuscoli è un po' eccessivo, avresti potuto limitarlo a una o due battute, perché così è pesante e poco estetico. Quando mi aspettavo un incontro di pugilato, l'annuncio della sfida a Re boia è risultato esilarante. Complimenti.

2 - Adele Stoppasecchi, moribonda, di Angela Catalini

Un racconto simpatico e piacevole, buona la forma e i dialoghi. L'ho apprezzato. Forse un poco lunga l'introduzione, in rapporto al limitato numero di caratteri, così che ti sei lasciata poco spazio per il dialogo. Carino anche il finale, dove l'impenitente Adele considera addirittura desiderabile il momento della propria estrema unzione, pur di poter stare ancora una volta in compagnia di un prete. Una vera feticista! Mi piace.

3 - Per chi suona il campanello, di Ambra Stancampiano

Noto qualche ridondanza nelle descrizioni, come la canottiera che lascia scoperti “vistosi ciuffi di grossi (?) peli neri”, e un nome generico “Pinco Pallini”, che rischia di rendere il personaggio più artificiale di quanto non sia già, nella sua veste di maschera di un promoter. L'idea però è originale e simpatica, e sfrutta al meglio il tema che era stato assegnato. Il racconto ha inoltre il pregio di assecondare un sogno feticistico condiviso da molti, ovvero lo smembramento di uno di quegli odiosi personaggi. Lo so, anche loro devono lavorare... non auguro a nessuno di essere massacrato da un pazzo, eppure ho sadicamente apprezzato la piccola soddisfazione di fantasia che mi hai regalato. Bella trovata il titolo.

4 - Scrivere mi aiuta, di Andrea Partiti

Un intero blocco di memoria svanito nel nulla, decine di anni inghiottiti dal tempo. La memoria è un tema che mi affascina molto. Credo che sarebbe stato più efficace eliminare il corsivo nella seconda parte, perché il lettore non avrebbe trovato alcun salto tra il passato appena vissuto e il presente dolorosamente lontano; poi in generale il corsivo si utilizza per incisi nel testo, o flashback, e in questo caso non lo vedo appropriato. Il periodo finale mi sembra quasi superfluo. Nel complesso un buon lavoro. Mi è piaciuto.

5 - X, di Flavia Imperi

Un po' troppo verticale, come struttura. Nel senso che è sviluppato quasi esclusivamente in dialoghi veloci e poche descrizioni a elenco, e questo provoca nel lettore (almeno, in me) un'accelerazione nel ritmo di lettura che si traduce in una scarsa comprensione del testo. Il pensiero del bambino in corsivo, posto al centro del racconto, non aiuta in questo senso. Alla seconda lettura, una volta che si ha un'idea chiara della situazione, il racconto risulta piacevole... comunque più nel significato, che nella forma. Originale l'idea.

6 - Mezz’ora prima che il diavolo s'accorga che sei morto, di Chiara Rufino,

Devo dire che non è un tema particolarmente originale, quello dell'irlandese vittima dei soprusi degli inglesi. Comunque il racconto è ben scritto, e rende l'idea dell'ingiustizia. L'interpretazione del tema da te adottata non è d'immediata individuazione, è un messaggio che invita a non fermarci alle apparenze e conoscere davvero le persone, se vogliamo migliorare il mondo in cui viviamo. Ero indeciso se metterti una posizione più in alto in classifica, diciamo che è quasi un pari merito, per quanto mi riguarda.
Il titolo è spettacolare.

7 - Benvenuta felicità, di Marina Usai

Ho avuto l'impressione che anticipare il finale nel primo paragrafo per concludere con un lungo flashback non sia stata la scelta migliore. Quando dici che Anna ha accolto in casa il pazzoide, perché era ritenuto un buon uomo dalla gente del quartiere, noi già sappiamo come va a finire, e siamo solo a metà racconto. Ciò che segue rischia di essere ridondante.
Approvo poco anche le scelte che ti elenco di seguito: grondante “di” sangue (avrei omesso l'articolo), i denti che “riposavano” sul pavimento (immagine stonata), le maiuscole in “Mari del Sud”, “dilapidato” i capelli (volevi dire diradato?), Anna gli chiese di “farle” da babysitter (di fare da babysitter alla bambina).
Il racconto ha il pregio di essere scanzonato, pur se cruento. L'idea in sé non è male, forse sviluppata un poco frettolosamente. E anche se mi riesce difficile immaginare come si possa assassinare un uomo adulto con una Baby Mia, l'idea mi ha divertito.

8 - Intolleranza, di Filippo Puddu

Prima parli di Giulio, senza qualificarne l'età, poi inizia il flashback: “Con uno schianto, il giovane Giulio abbassò la saracinesca” , e qui sembra che si stia parlando di un bambino, proprio perché lo hai definito giovane solo ora, ma più tardi si rende palese che il flashback è di poco precedente al primo paragrafo. A questo punto, se credi che sia utile dichiarare la giovinezza (relativa) del protagonista, sarebbe stato meglio farlo fin da subito, per non confondere le idee.
“Un peloso periscopio umano”. Questa descrizione dice molto in breve, evita giri di parole e crea un'immagine efficace.
“Il sangue gli ribolliva violento tra le vene”, direi nelle vene.
“Continuava a divincolarsi come un kafkiano scarafaggio”, non so se Gregor Samsa dovrebbe essere ricordato principalmente per la sua abitudine di divincolarsi e se quindi sia un soggetto adatto alla similitudine.
Ci mostri scene cruente di intolleranza, vendetta insensata, connivenza dell'autorità, ma anche il riconoscimento dell'inutilità delle stesse da parte del protagonista della storia. La vendetta non gli ha offerto una seconda possibilità, ma solo amarezza e disgusto.
Non c'è spazio per la redenzione nella tua storia. Considerato il tema delicato che hai deciso di trattare, credo che un finale positivo, che lasciasse spazio alla speranza per il genere umano, sarebbe stato più indicato.


9 - Lo specchio del Minotauro, di Beppe Roncari

Devo ammettere che nonostante l'abbia letto più volte non sono riuscito a farmi un'idea chiara della situazione. Un po' troppo confusionario; credo dovresti cercare di facilitare un po' la vita al lettore, perché se lo costringi a tornare a leggere righe sopra per raccapezzarsi, spezzi la sua attenzione e rischi di perderlo definitivamente.
Dove le frasi sono corte e spezzettate potresti provare a collegarle meglio.

10 - Sorelle, di Roberto Romanelli

Ho capito che si tratta di un racconto cyberpunk, per via dei termini che hai utilizzato, ma non molto di più. Sono sicuro che nella tua immaginazione il racconto aveva una forma ben definita, ma temo che questa si sia liquefatta una volta che ha raggiunto la pagina. Considerando i pochi caratteri a tua disposizione dovresti essere il più conciso e chiaro possibile, perché non hai molto spazio per spiegarti con il lettore. Sono rimasto stordito dalla prima riga e non mi sono ripreso più. Anche una seconda lettura non mi ha aiutato.

alexandra.fischer
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Re: Gruppo HANIEL: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#8 » venerdì 20 novembre 2015, 20:21

Adele Stoppasecchi, moribonda di Angela Catalini Mi piace la tua storia, perché è ironica e scoppiettante. Mi ha strappato un sorriso la vitalità della presunta moribonda alle prese con il sacerdote (con il quale, nonostante l’età, ha ancora pose da seduttrice). Anche l’ambiente che descrivi, quello ospedaliero, ricorda le commedie partenopee (Madonna carica di bigiotterie e monetine) ed è un tocco da maestro. Mi sembra quasi di vederlo, quel sacerdote dall’aspetto giovanile che tanto ha attirato l’attenzione dell’anziana ricoverata, che sì, sta male, ma non è certo sul punto di lasciare questo mondo (lo si vede quando passa ai gesti espliciti con il religioso). E si vede. Hai tratteggiato una protagonista davvero simpatica.

Refuso: stanca per stanza.


Scrivere mi aiuta di Andrea Partiti

la tua storia è molto crepuscolare. Già l’inizio è cupo, si vede parecchio entusiasmo smorzato nella tua protagonista. Il matrimonio non la convince del tutto e sembra quasi che abbia subito la storia d’amore con Tito fin dall’inizio. Neppure come scrittore le è parso granché. Ha molti dubbi, eppure, si lascia trascinare nelle nozze e nella vita provinciale che tanto la inquieta. Il finale la mostra del tutto staccata dalla realtà, tanto da confondere il figlio Davide con Tito, padre scomparso da molto tempo (non morto, se è andato). Che vita soffocante, quella della tua protagonista. Mi chiedo come potrebbe essere peggiore se non scrivesse. Trovo che l’atmosfera dell’angoscia nello stile de “Gli Indifferenti” di Moravia sia resa bene (passività del personaggio accompagnata comunque a una sofferenza).


Lo specchio del Minotauro di Beppe Roncari Hai scritto una storia bellissima. Mi piace molto questa contrapposizione fra fratelli divisi dalla vita e messi uno contro l’altro dalle circostanze (uno lavora per i servizi segreti, l’altro è un ricercato). Bellissima anche la loro complicità, che si vede dal nome dato alla casa: Base Luna, dal nome della loro serie di SF preferita e dal comune anno di nascita. Molto bella anche l’immagine del minotauro (anche lì, tratto da un libro che piaceva a entrambi…compare prima nella stanza dove Sante apprende di dover uccidere il fratello e dopo, è il fratello stesso a ricordargliela, apparendo come un’ombra che calca un cappello a tesa larga dalle doppie punte. Appare come un’ombra- doppio). Io, in queste passioni nutrite da entrambi, ci vedo una possibilità di salvezza per il fratello di Sante. Ed è nella frase conclusiva. C’è una voce del sangue.

Refuso: comandate per comandante.

X di Flavia Imperi Che storia meravigliosa. Le apparenze ingannano sì. Il reperto D-42 è scappato, sì, ma a opera dello studente di archeologia, il quale gli ha lasciato la finestra aperta affinché si
riunisse alla madre, sepolta nelle vicinanze (in questo vedo una geniale rielaborazione del romanzo “Scheletri” di Sarrantonio), cosa che il reperto D42 fa oppresso da un senso di straniamento (quella non è la sua epoca e lui vuole solo la mamma); commovente la scena successiva, quando è aiutato dallo studente di archeologia Anselmo a raggiungere la madre. La D sta per Decius e c’è molta umanità nel gesto di Anselmo (l’archeologia di epoca romana è affascinante. La tua storia mi ha fatta pensare al ritrovamento della tomba di Chrepereia Tryphoena).

Mezz’ora prima che il diavolo si accorga che sei morto di Chiara Rufino.
Con la spiegazione che ho letto sotto il tuo racconto, anche riguardo al proverbio che ti ha ispirato il titolo, è ancora più chiaro quello che volevi dire. Nella tua storia descrivi un episodio realmente avvenuto (l’arresto e la condanna ingiusta da parte degli inglesi di sei irlandesi implicati nell’esplosione di un pub nel 1974) e lo fai con grande abilità. Il personaggio di Robert è molto ben reso, se ne sente tutta l’umanità ed è impossibile non simpatizzare con lui. Lui è il simbolo di un popolo vessato (gli irlandesi) da parte degli inglesi. Trovo che il tema sia più che mai attuale, perché mostra a cosa può portare il fanatismo religioso (l’IRA, che chiede l’autonomia dalla Corona Inglese, lo fa perché è di maggioranza cattolica. Il resto dell’Irlanda è invece anglicana). Impossibile non collegare questi eventi a Parigi. Nel tuo racconto, la realtà supera l’orrore.


Benvenuta Felicità di Marina Usai Il tuo racconto è un horror in piena regola e ha molto a che vedere con le apparenze che ingannano. Il protagonista, Felice, appare come un uomo mite, che sa adattarsi alle durezze della vita (la perdita del lavoro, il fatto di vedere sposata e separata Anna, la donna che ha amato dall’epoca dell’asilo, arrivando a occuparsi della figlia di lei, Federica), ma che alla fine esplode quando Gianni si rivela il corteggiatore più determinato di tutti quelli che ronzano intorno a Anna. Mi piace la tua scelta di mostrare da subito il delitto compiuto da Felice (con la bambola) e poi descrivere le vicende che lo hanno portato fin lì.

Per chi suona il campanello di Ambra Stancampiano
In questo caso, l’orrore è quello della condizione di promoter (quel Pinco Pallini da un sapore surrealista alla storia e hai fatto bene a sceglierlo) e colpisce. Che il ragazzo stia cercando di fregare i condomini è già una brutta faccenda (ancora più se si pensa che non ha neppure ottenuto un contratto) e il fatto di incappare in un uomo esasperato da persone come lui al punto da accoltellarlo, è da brividi (l’apparenza inganna. Prima l’uomo è gentile, sembra stia per offrirgli un caffè e poi, vai con il coltellaccio) e l’orrore aumenta quando la signora visitata prima dal promoter pensa che l’omicidio sul pianerottolo sia una finta e non apre neppure la porta. Il fatto che il condominio sia vuoto a parte questi due inquilini e il promoter precedente sia scomparso, getta una luce sinistra sia sul luogo sia sulla tipologia di lavoro.

Attenta a: Tecnico Edel signora. Scriverei: Tecnico Edel, signora


Sorelle di Roberto Romanelli Il racconto è molto gibsoniano ma deve anche molto al filone della Realtà Virtuale di un certo tipo di cartoon manga (tipo quello del Dottor Rao e dell’Energia Solare), ma ha qualcosa anche di Matrix. Mi è piaciuto il confronto di Luna e del backup di se stessa, risorsa che ha usato per scappare dai due gorilla. Affascinante il mondo Matrice nel quale vive Maria (proiezioni olografiche fiabesche, normale che diano fastidio a qualcuno, soprattutto se invadono lo spazio governativo) nel pieno spirito di “Attraverso lo specchio” di Lewis Carrol (la matrice è forse un sogno di Maria, destinato a distruggersi se lei si sveglia? Un po’ come Alice che non deve svegliare il Re Rosso perché lei e la realtà che lo circonda sono tutti sogni del monarca addormentato?). Interessanti i Corvi Spazzini e incuriosisce il Ladro di Sogni. Può diventare una saga.

Attento a: avvicino per avvicinò, avvio per avviò.


La mobilità di Francesco Nucera Il tuo racconto rende, con tono surreale ( allusioni a sfide come Juke Box, Non si Muove una foglia, Re boia) con riferimenti a funzioni professionali (Revisione Conti, Smistamento Missive, recupero crediti), , un tema più che mai attuale: la guerra per conservare il posto di lavoro. E lo fa con uno scenario da lotta libera, con tanto di commentatore. Il tuo protagonista, Dario, ha tutte le ragioni per combattere (Lucia aspetta un figlio da lui) e coraggiosamente ci prova. Mi dispiace che si sia giocato la seconda possibilità, urlando; non lo dici in modo esplicito, ma è comprensibile, visto lo stato del suo dito, rotto. Però ha combattuto bene contro Baldo (la testata gli ha rovinato il sorriso di certo).

Attento a: allargo per allargò.

Intolleranza di Filippo Puddu Mi piace la descrizione di apertura, intriga il lettore e lo spinge a proseguire. Il braccio che si muove a periscopio, incuriosisce. Pensavo che nella vasca ci fosse qualcuno, invece no. Aveva aperto il rubinetto lui, e nel flashback ne spieghi il motivo. Da giovane, Giulio ha ucciso un arabo in un ufficio (o una copisteria, vista la menzione di una saracinesca e le molte fotocopiatrici accese da Giulio per attutire il rumore delle torture che infligge all’arabo). L’uomo ha seviziato ed eliminato una donna cara a Giulio, Chiara e non da solo. Il fatto che intervenga un carabiniere e copra Giulio aiutandolo a ripulire un mattatoio degno del Canaro da un alone ambiguo alla vicenda (perché lo ha fatto? Oltre a essergli amico, visto che lo chiama per diminutivo? Giustizia sommaria?). Il finale è molto aperto: Giulio si uccide perché gli arabi stanno per colpirlo dopo tanto tempo? (Da come lo descrivi al presente lo immagino un po’ oltre la mezza età) Ecco, questo è un dettaglio che dovresti spiegare, per migliorare una storia scritta con grande maestria. La seconda possibilità negatagli dal destino è di lasciarsi il fatto di sangue giovanile alle spalle.

La mia classifica (siete stati tutti bravissimi) è:

ADELE STOPPASECCHI, MORIBONDA, di Angela Catalini
LO SPECCHIO DEL MINOTAURO di Beppe Roncari
X di Flavia Imperi
SORELLE di Roberto Romanelli
PER CHI SUONA IL CAMPANELLO di Ambra Stancampiano
LA MOBILITA’ di Francesco Nucera
INTOLLERANZA di Filippo Puddu
SCRIVERE MI AIUTA di Andrea Partiti
BENVENUTA FELICITA’ di Marina Usai
MEZZ’ORA PRIMA CHE IL DIAVOLO SI ACCORGA CHE SEI MORTO di Chiara Rufino

pfafff
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Re: Gruppo HANIEL: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#9 » domenica 22 novembre 2015, 11:50

ecco in velocità la mia classifica (in velocità non perchè io sia afflitto dal cancro del ventunesimo secolo "non ho tempo", ma perchè non mi piace passare tempo al pc.). premetto che come prima volta, è stato difficile essere oggettivo al 100%.
laddove ho trovato dei pari merito, ho proceduto ad estrarre a sorte in modo che la mia mancanza di oggettività potesse essere compensata dal fato (ad esempio un racconto per il quale a pelle posso provare odio che però magari merita una buona posizione estraendolo a sorte nel suo gruppo può risultare il primo cioè il meno peggio. poi magari il fato lo fa andare ultimo lo stesso, chi lo sa).
assicuro comunque che il primo classificato non era a pari merito con altri.
col tempo, diventerò più oggettivo. sicuramente. (col tempo infatti ho imparato ad andare in bicicletta, a guidare, a suonare la chitarra, a cucinare una focaccia, a tinteggiare una stanza, a montare i mobili ikea...)


1 mobilità di francesco nucera
geniale, fantozziano (ma più crudele.) uno alla fine quasi si dispiace per il protagonista. bella anche la fine dove si capisce che tutto si svolge nella pausa pranzo. unica pecca, ma solo concettuale, è il fatto che il protagonista faccia tutto per la moglie e il futuro pupo. questa baggianata spacciata da hollywood che tutte le cose che l'uomo fa hanno come scopo la protezione della famiglia dobbiamo scrollarcela di dosso. dato il tenore del racconto si poteva trovare una motivazione più surreale, chessò, che il protagonista rivoleva il suo posto perchè nel suo ufficio c'era la signorina silvani! comunque gli do un bell'otto anzi, visto che qui si ragiona al contrario, un 1. ben costruito, dove tutto è chiaro anche se la situazione è surreale, non vedo punti deboli. complimenti

2 per chi suona il campanello di ambra stancampiano
a me non sembra che pinco pallini voglia truffare le persone. è demoralizzato perché non ha chiuso nemmeno un contratto. l'idea della storia che si svolge in un palazzo l'avevo letta in una trama che davano in giorno prima in tv. non so in quale canale né il nome del titolo. forse il nome del promoter è poco azzeccato, anche se hai già spiegato che ha un suo perché. bello il finale con la vecchia che pensa sia tutta una messa in scena. io scriverei "inciampare SULLO zerbino". mi sembra più corretto.

3 moribonda di adele stoppasecchi
a me sembra un racconto ben costruito. non mi sembra troppo lungo nell'introduzione nè troppo sbrigativo nel resto. forse è vero che si poteva rendere un po' più completa la scena tra il prete e la vecchia ma anche così va bene. il disagio del prete si poteva accentuare un po', però non è che in 3000 caratteri si può fare tutto. se uno ha un'idea in testa a volte non si può proprio ridurla a un limite di caratteri

4 intolleranza di filippo neri
io purtroppo non ho capito quale sarebbe la seconda possibilità che non è stata concessa a giulio. comunque la storia fila liscia e il fatto che giulio sia giovane o vecchio quando si ammazza nella vasca da bagno non ha nessuna importanza, per me. mi è piaciuta la comparsa del carabiniere complice che apre porte su molti altri significati.1

5 benvenuta felicità di marina usai
non c'è cattivo più cattivo di un buono quando diventa cattivo. così parlò zara..bud spencer. anche se la storia non ha particolari difetti, tranne quelli lessicali già citati, la trama dell'uomo mite che alla fine sbotta, o quella del tizio normale che si rivela poi essere un truce assassino, l'avrò letta almeno cento volte su questo forum. penso che si possa trovare qualcosa di alternativo come colpo di scena finale (che qui invece è iniziale in quanto la situazione appare chiara fin da subito). aggiustandolo un po' può diventare molto meglio. ma qualsiasi cosa, aggiustandola un po', può diventare molto meglio. non so se ne valga la pena. comunqe lo metto nella top ten. anzi, visto che ne devo commentare solo 10, nella top five.

6 X di flavia imperi
dunque, il tutto fila liscio e si capisce, appunto tutto. per rendere meglio l'idea del cuore duro di anselmo, forse so poteva dire all''inizio, visto che un po' di caratteri a disposizione ancora c'erano, che questo anselmo era proprio un tipo alla john travolta in quel film, non mi ricordo quale, in cui è un quasi bullo da cuore tenero. flahdance? breakdance? insomma hai capito, così alla fine la frase "ma allora sotto quella lastra di marmo..." avrebbe avuto ancora più significato.

7 scrivere mi aiuta di andrea partiti
se non l'avessi scritto nel commento, non avrei mai capito che è la vecchia svampita che scrive la storia. o meglio non ho capito che alla vecchia piace scrivere, che tiene un diario. poi non mi sembra che l'aiuti molto. per il resto, come tutte le storie che ho letto finora, è un racconto normale che narra una storia e che poi alla fine spara il colpo di scena affinchè tutta la storia assuma un altro significato. ripensandoci, e questo non c'azzecca nulla col commento, a mia nonna non fanno tenere un diario. vabbè che non si ricorda nemmeno come si scrive. sarà per quello.

8 lo specchio del minotauro di beppe roncari
ho dovuto rileggerlo più volte, ma alla fine ho capito. quasi tutto, nel senso che non so come il cattivo n.2 sappia che lo sbirro hab la busta gialla. gliel'ha detto il cattivo n.1 che poi è il fratello dello sbirro? non sarò un genio però quando devo rileggere una cosa più volte vuol dire che non tutto fila liscio e chiaro. poi magari è chiaro a tutti e vincerà il premio nobel (non che questa sia una garanzia, basta vedere saramago) però un po' più di scorrevolezza sarebbe stata un valore aggiunto anche se la vicenda dei fratelli, uno buono e uno cattivo, è una situazione trita e ritrita o, come dice microsoft word a proposito di un'espressione però, "logora e abusata". scelta azzeccata per la figura del minotauro che collega i due fratelli.

9 mezz'ora prima che il diavolo si accorga che sei morto di chiara rufino
all'inizio non son riuscito a individuare il tema. poi ho letto i commenti degli altri e ho capito. ma in prima istanza no (complice la mia ignoranza in storia, ahimè però bisogna fare anche i conti con noi, no?). la storia comunque è ben scritta anche se non si dice chiaramente che jerry è una innocente vittima dell'ingiustizia inglese (vabbè, dovrebbe essere chiaro parlando di irlandesi e inglesi). magari con qualche carattere disponibile in più sarebbe stato tutto più chiaro, secondo me. poi magari gli altri capiscono tutto e subito.

10 sorelle di roberto romanelli
caspita, non ci ho capito niente. ora, leggendo i commenti precedenti, ho visto di cosa si parla, ma io non ho nessuna conoscenza in tema. troppi termini specifici senza spiegazione e messi in sequenza. l'ho riletto alla luce delle spiegazioni altrui e qualcosa ho capito però alla prima lettura sono rimasto parecchio disorientato. magari con il doppio dei caratteri avrebbe avuto un'altra forma.

Fernando Nappo
Messaggi: 584

Re: Gruppo HANIEL: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#10 » martedì 24 novembre 2015, 15:22

1 - La mobilità, di Francesco Nucera
Ciao Francesco,
bel racconto, complimenti. Buona l'idea, l'ambientazione è indovinata e il tono surreale adeguato. Leggerlo mi ha molto divertito. Mi piace anche il finale non scontato.
Concordo con chi mi ha preceduto che la questione della craniata non risulta di immediata comprensione, così come il fatto che Dario urli prima dello scadere del tempo, anche se entrambe le cose si possono evincere dalla lettura.
Ottima prova.

2 - Adele Stoppasecchi, moribonda, di Angela Catalini
Ciao Angela,
un'idea molto simpatica per un racconto pimpante, con personaggi ben caratterizzati. Ben resa l'ambientazione. Il tema mi sembra centrato. Trovo forse un po' troppo breve l'interazione tra padre Fernando (complimenti per la sceta del nome) e Adele, anche a causa di una lunga introduzione.
Mi permetto un appunto, che più che altro è una questione di gusto personale, relativamente a questa frase:
-Sapete, ne ho conosciuti di preti. E li ho pure amati!
Mi sembra un po' troppo smaccata, quasi a voler attirare l'attenzione sul tema del racconto, come a dire guardate come sono diversa da come appaio. Forse, se anziché sottolineare di aver amato tanti preti si fosse limitata a una strizzatina d'occhi, sarebbe risultata più naturale e, perché no, sbarazzina. Parere personale, sia chiaro.
Una buona prova.

3 - X, di Flavia Imperi
Ciao Flavia,
la struttura del tuo racconto è interessante, mi piacciono molto i dialoghi, ma quello stupido archeologo che usa Anna al termine del primo paragrafo mi ha fatto storcere il naso: più che una interiezione m'è sembrato un escamotage per far sapere al lettore che Anselmo è un archeologo.
Stesso discorso per il pensiero di Anselmo, che a me suona poco naturale, col quale mi informa che Anna è una antropologa.
Tutte cose che, con buona approssimazione, si potevano intuire dal fatto che hanno a che fare con reperti, professori e catacombe.
Inoltre, in alcuni punti trovo difficoltoso abbinare con certezza personaggio e dialogo.
Mi piace molto il tono surreale, scheletri che agiscono e pensano, e umani che danno loro un aiuto a portare a termine i loro propositi.
Riguardo al tema, potrebbe essere che Anselmo, una volta intuite le intenzioni di Decimus, e cioè quelle di un bambino che cerca solo di tornare dalla mamma, si riveli più di buon cuore rispetto a quanto Anna sospettasse.

4 - Per chi suona il campanello, di Ambra Stancampiano
Ciao Ambra,
trovo il titolo del racconto moto azzeccato, un po' meno, invece, i nomi dell'azienda e in particolare quello del protagonista, nonostante la tua spiegazione ne chiarisca la genesi. Il tema è centrato e lo sarebbe stato, a mio avviso, anche senza citarlo più volte in modo esplicito all'interno del testo.
Una cosa mi è semrata poco credibile: Pinco inciampa, ma anziché rialzarsi e riprendere a scappare si ferma a suonare alla porta della signora, quando il portone d'ingresso del palazzo (e la salvezza) non dorebbe essere ormai molto lontano (quanti piani ha il palazzo? almeno due Pinco se li è lasciati alle spalle, visto i due di vantaggio, un altro dove vive la signora, magari un altro sotto, se sono di più non è più un palazzo ma un grattacielo). E poi, per un semplice inciampo il suo grande vantaggio sull'assalitore non può essersi ridotto così tanto. A meno che, cadendo, non si sia fatto male o stortato un piede, magari.
Per finire, il borbottio della signora in conclusione mi pare un errore di gestione del punto di vista, dato che l'ultima parte
è raccontata col punto di vista di Pinco.

5 - Mezz’ora prima che il diavolo s'accorga che sei morto, di Chiara Rufino
Ciao Chiara,
pur non conoscendo nello specifico l'evento a cui fai riferimento, lo svolgimento del tuo racconto è chiaro e lineare e mi pare che sfrutti piuttosto bene l'argomento storico per raccontare la vicenda di Robert e dei suoi amici. Tra l'altro l'argomento delle contrapposizioni (ideologiche o religiose o quant'altro) risulta particolarmente adeguato al momento storico attuale.
Il racconto scorre bene, lo sviluppo è lineare (ma anche piuttosto prevedibile), e il tema direi che è centrato con il povero Robert scambiato per un terrorista per la sola appartenenza all fazione opposta.

6 - Benvenuta felicità, di Marina Usai
Ciao Marina,
l'idea di mostrare da subito il colpevole, nel tuo racconto, è in parte un punto di forza, spinge a continuare la lettura per capire cosa è successo, in parte un punto debole, perché la vicenda si sviluppa secondo il sentiero fin troppo conosciuto del brav'uomo (mite e magari un filino tardo) che sbrocca (se poi sbrocca per amore è ancora più prevedibile).
Ciò detto, il tema è senza dubbio centrato, ma purtroppo il racconto soffre di una eccessiva prevedibilità.

7 - Scrivere mi aiuta, di Andrea Partiti
Ciao Andrea,
il tuo racconto parte da ricordi ameni e situazioni giose, ma in poche righe l'atmosfera diventa cupa e traspaiono la tristezza e la rassegnazione della protagonista. Per essere sincero, leggendolo non ho capito che si tratta di una pagina del diario di una donna sofferente di alzheimer, almeno non fino a quando non ho letto la tua spiegazione. Forse anche per questo ho faticato a inquadrare correttamente la parte in corsivo, dove il presente e il passato della donna si mischiano.
Riguardo al tema, se ho ben capito, dovrebbe essere il matrimonio che si rivela ben diverso da ciò che la donna s'aspettava. In questo caso, mi pare centrato.

8 - Intolleranza, di Filippo Puddu
Ciao Filippo,
fatico un po' a trovare il tema nel tuo racconto. Potrebbe essere che Giulio si porta da anni il dubbio di aver ucciso un innocente e quindi si uccide sapendo che non potrà avere una seconda occasione di rivevere quel momento, per lasciarlo in vita. O, più semplicemente, vorrebbe solo non aver commesso l'omicidio, a prescindere dalla colpevolezza dell'arabo.
L'idea non è forse originalissima, ma la presenza di un carabiniere connivente sul luogo della vendetta è interessante e meriterebbe un approfondimento.
Qualche refuso qua e là.

9 - Lo specchio del Minotauro, di Beppe Roncari
Ciao Beppe,
ammetto di essermi un po' perso nel tuo racconto e di aver dovuto rileggere alcune parti più volte. In particolare nel secondo paragrafo non capisco la questione del ricercato di cui solo Peppe poteva conoscere il volto. Se sono gemelli omozigoti il volto di Peppe e quello di Sante sono identici, per cui la polizia (o i carabinieri o i servizi segreti...) non possono non sapere che faccia abbia il ricercato. Ma se anche fossero eterozigoti, Peppe non avrebbe alcuna difficoltà a tratteggiare un ritratto del gemello. O, possibilità da non sottovalutare mai, c'è qualche risvolto che hai inserito ma che a me sfugge.
E' interessante che certe figure evochino in entrambi le stesse immagini, così come è interessante che un ricordo comune (Base Luna, UFO, che bei ricordi...) aiuti il poliziotto a capire che il fratello in realtà è ancora vivo.
Un altro paio di cose che non mi sono chiare: come scopre il Minotauro che Peppe ha capito che Sante è ancora vivo?
Come capisce Peppe che Sante sta per andare a farlo fuori? E' il classico invisibile filo che unisce i pensieri dei gemelli?

10 - Sorelle, di Roberto Romanelli
Ciao Roberto,
purtroppo mi devo unire al coro di quelli che hanno faticato a capire fino in fondo il tuo racconto. Anzi, devo ammettere di essere rimasto con molti dubbi fino a quando non ho letto lo spoiler che tu stesso hai pubblicato.
L'attacco, in primis, non permette di capire subito che Luna è la protagonista del tuo racconto e questo vagare fra le righe alla ricerca del personaggio principale non aiuta a calarsi nell'atmosfera. E' vero, mi dirai, che il nome della protagonista appare già alla terza riga, ma è un nome (peraltro molto bello) che non permette di identificare subito un essere in particolare perché, proprio per la sua particolarità, potrebbe essere quello di una macchina, o di una qualunque altra apparecchiatura, di un software o chissà che altro. Dunque, a mio avviso, Luna andava introdotta prima in modo che fosse chiaro chi è e soprattutto che lei è la protagonista della storia.
La parte seguente, con le due sorelle in macchina e tenute a bada dai gorilla, mi sembra comprensibile, però poi mi perdo sulla questione del backup. Inizialmente avevo capito che il restore dei dati veniva avviato per riparare qualche parte di Luna che era rimasta distrutta dal LADRO DI SOGNI (nome che fa molto Inception, ma che non brilla per originalità). Che in vece il backup venga caricato su Maria per fornirle le capacità di Luna e trarre le ragazze d'impaccio, be', senza la spiegazione che hai dato tu non l'avrei mai capito e l'mmagine di Luna che aiuta Luna non solo non mi ha dato una mano a capire, ma mi ha confuso ancora di più.
Il racconto ha delle potenzialità, belli i nomi dei personaggi, meno quelli di accessori e connessioni varie, e si sente che ha bisogno di maggior respiro.

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Gian de Steja
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Re: Gruppo HANIEL: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#11 » giovedì 26 novembre 2015, 17:59

Ecco la mia classifica. Non è stato facile perché siete stati bravissimi!

1- La mobilità, di Francesco Nucera, ore 00.47, 2989 caratteri (Seconda possibilità)
Divertentissimo, hai avuto davvero un'intuizione geniale. Mi piace molto la gestione dei dialoghi e del maiuscolo che rende il tutto più "dinamico."
Il tema è centrato alla perfezione e il finale è perfetto. Decisamente il mio racconto preferito, direi che non c'è altro da aggiungere. Ah, sì: Bravissimo. ;)

2- X, di Flavia Imperi, ore 22.18, 2377 caratteri (L'apparenza inganna)
Questo è uno dei miei racconti preferiti, condito di ottima ironia e sarcastico al punto giusto. Il grottesco che lo permea giustifica pienamente la sospensione dell'incredulità che è alla base di tutti i racconti fantascientifici (i comportamenti dei due protagonisti non sono per niente razionali). Credimi, non è facile rendere tutto questo. Brava! ;)

3- Per chi suona il campanello, di Ambra Stancampiano, ore 00.01, 2995 caratteri (Seconda possibilità)
Racconto molto divertente e ironico. Hai gestito le fasi della storia in maniera intelligente, dosando egregiamente i dialoghi. Mi fa sorridere molto il nome Edel al posto di Enel, mi ricorda quando leggevo i Topolino da piccolo, in cui i nomi erano tutti storpiati, per ragioni di copyright, immagino. Pinco Pallini invece no, quello potevi studiartelo meglio. Brava! ;)

4- Adele Stoppasecchi, moribonda, di Angela Catalini, ore 22.04, 2936 caratteri (L'apparenza inganna)
L'idea è carina e il racconto è ben gestito dall'inizio alla fine ed è scritto molto bene. La storia fa sorridere, scorre ed è piacevole da leggere. Il tema della competizione (l'apparenza inganna) direi che è centrato in pieno. Brava, una bella prova.
Piccolo refuso: stanca al posto di stanza sul finale.

5- Lo specchio del Minotauro, di Beppe Roncari, ore 23.04, 2998 caratteri (L'apparenza inganna)
Eh, vabbè, qua si vede che c'è la mano di uno che ha dimestichezza con l'arte. Un buon racconto, scritto benissimo e che rispetta il tema della prova (l'apparenza inganna). Come trama non è che mi faccia impazzire, devo dire che ho letto tue storie migliori, ma senz'altro tecnicamente è ineccepibile.

6- Benvenuta felicità, di Marina Usai, ore 23.53, 2992 caratteri (L'apparenza inganna)
Secondo me l'idea di partire con la fine arricchisce il racconto perché tutto sommato la storia è abbastanza scontata e poco originale. Forse potevi spendere due parole per dire che la bambola era tipo di ceramica, per rendere più credibile il fatto di riuscire a utilizzarla per uccidere una persona. Non ho capito proprio la frase finale (e di conseguenza il titolo), mi sembra un po' una forzatura.

7- Scrivere mi aiuta, di Andrea Partiti, ore 22.49, 2995 caratteri (L'apparenza inganna)
Alla prima lettura sono andato un po' in confusione, ma questo è uno di quei racconti che va letto due o tre volte per dare il meglio di sè. Alla fine mi è piaciuto, anche se non so quanto possa funzionare per una competizione come minuti contati. Non so se il corsivo è la scelta giusta per rappresentare questo tipo di dinamica, forse quando interviene il figlio (— Mamma, fermati per favore.) avresti dovuto tornare allo stampatello (o viceversa).

8- Mezz’ora prima che il diavolo…, di Chiara Rufino, ore 23.25, 2899 caratteri (L'apparenza inganna)
La storia, anche se non originalissima è scritta tecnicamente bene. E' davvero toccante perché fa pensare ai soprusi che vengono perpetrati quotidianamente dal potere verso le minoranze. Onestamente non ho capito l'attinenza con il tema, qual è l'apparenza che inganna? Forse il fatto che lui è innocente? Dal racconto di evince in qualche modo questa sua presunta innocenza, ma forse andrebbe spiegato meglio.

9- Intolleranza, di Filippo Puddu, ore 00.59, 2877 caratteri (Seconda possibilità)
La storia lascia all'immaginazione parecchio lavoro e non so se questo sia un bene o un male, ma qualche riga in più certamente avrebbero fatto comodo. Onestamente non so come possa centrare il tema della prova. Non vedo questa seconda possibilità negata, mi sforzo a immaginare che sia dovuta alle sue scelte di vita o al fatto che con quel crimine, prima o poi avrebbe dovuto pagare con il suicidio, però è molto forzata...

10- Sorelle, di Roberto Romanelli, ore 00.33, 2945 caratteri (Seconda possibilità)
Accidenti, cimentarsi in un uno spin-off di Matrix in 3000 caratteri significa avere una bella dose di coraggio (o incoscienza ;) ). Il risultato purtroppo è un po' confusionario, soprattutto considerato che se uno non conosce il film in questione, alla fine non ci capisce nulla. Bella l'idea ma da sviluppare in spazio più generosi...
"L'aria sarà sempre troppo carica di qualcosa. Il vostro corpo sempre indolenzito o stanco. Vostro padre, sempre troppo ubriaco. Vostra moglie sempre troppo fredda. Avrete sempre una qualche scusa per non vivere la vostra vita." C. Palahniuk

Fabiana Donato
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Re: Gruppo HANIEL: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#12 » giovedì 26 novembre 2015, 21:49

1- Mezz'ora prima che il diavolo.. di Chiara rufino

Ciao Chiara, dopo aver letto il tuo brano credo di aver compreso molte cose di cui non ero a conoscenza. Innanzitutto sei riuscita a conciliare il tema con una vicenda (grazie per questa informazione storica) che è attuale per le situazioni che stiamo vivendo e che lascia riflettere. Inoltre mi è piaciuta tanto la storia che hai scritto, sia perché sono una fanatica degli scritti storici e sia perché ho apprezzato il modo in cui hai narrato questa vicenda che fa comprendere in modo chiaro quanto sporco c'è in certa gente e quanto invece dovremmo fermarci prima di giudicare chiunque, poiché questo rischia di portarci in errore e a volte lo sbaglio in questione può travolgere in negativo la vita di una persona. Come ultima cosa mi è piaciuta da morire la caratterizzazione che sei riuscita a dare al personaggio, soprattutto dal punto di vista religioso che è stata una sorpresa rispetto a come si era presentato all'inizio. È stato come un graduale progresso. Nel complesso: ottimo. Alla prossima :)

2- Intolleranza di Filippo Puddu

Ciao Filippo, ottimo racconto. Apprezzo molto il modo in cui hai scritto la tua storia, mi hai fatto entrare nel vivo della vicenda e gli elementi che hai scelto sono perfettamente collegati tra loro, facendomi sentire delle emozioni miste tra odio e compassione, rabbia e frustrazione. Inoltre, hai posto il tema della seconda possibilità in maniera diversa rispetto agli altri scritti che ho letto, lasciandomi con le stesse emozioni di chi ha sentito fortemente la vicenda,come se il fumo di quella sigaretta ce l'avessi io. Bella caratterizzazione del personaggio e interessante la trama con le sue sfumature cupe. Nel complesso: ottimo. Alla prossima :)

3-Benvenuta felicità di Marina Usai

Ciao Marina, che bella storia horror. Hai scritto seguendo gli elementi peculiari del genere che più preferisco e già con questo hai attirato tutta la mia attenzione, l'unica cosa che non ho gradito è stata la scelta dell'omicida, troppo prevedibile. Se fosse stato Gianni forse mi sarei impressionata di più e mi avresti suscitato delle emozioni più forti! Il consiglio che vorrei darti è di osare con le idee fino in fondo, anche se gradisco la linearità e il procedimento che hai realizzato, avrei preferito un vero colpo di scena. Nel complesso: bene. Alla prossima :)


4- La mobilità di Francesco Nucera

Ciao Francesco hai avuto una bella idea. Purtroppo non mi ha particolarmente appassionato il finale, avrei voluto leggere un lieto fine con la vittoria del protagonista, ma ahimè non posso dire altro, perché rappresenta fantasticamente la realtà. Sofferenza della propria condizione nel veder rubato il posto di lavoro, l'ansia del fallimento, l'adrenalina di riprovarci e la triste conclusione di chi nuovamente si ritrova con la sofferenza del punto di partenza. Dario aveva avuto la seconda possibilità che tanti aspettano, ma purtroppo non ce l'ha fatta, le emozioni negative non hanno fatto uscire il meglio di lui, bensì scorrettezza. È l'incertezza e la paura di non farcela che a volte spingono le persone a sbagliare. Nel complesso: bello, mi fa pensare. Alla prossima :)

5-Per chi suona il campanello di Ambra Stancampiano

Ciao Ambra, il tuo racconto è drastico e mi piace. Non ho apprezzato particolarmente la parte in cui non accentui le caratteristiche di Pinco pallini, ho capito poco di questo personaggio e mi sarebbe piaciuto leggere qualche aspetto che lo rappresenti maggiormente. Inoltre, nel tuo brano c'è questa costante e sottile ironia che mi ha dato modo di riflettere sulle condizioni umane di oggigiorno: disperazione e perdita della ragione. Ho apprezzato anche la scelta dei nomi, inusuali e particolari come questa storia che alla fine da un vero e proprio colpo di scena. Nel complesso: mi sconvolge. Alla prossima :)

6- X di Flavia Imperi

Ciao Flavia hai realizzato una storia affascinante e interessante, ma non mi piace molto la parte finale. Non per il modo in cui termina la vicenda, perché è bella l'idea che sotto quella lastra di marmo si nasconda un cuore tenero e soprattutto penso che tu abbia molta fantasia, purtroppo però penso che tu avresti dovuto insistere maggiormente sull'argomento. Sembra un po' marginale il tema dell'apparenza, non lo so avrei voluto questo finale più accentuato; però posso affermare che ho apprezzato la lettura di questo brano, tanto che non mi ha annoiata anzi, mi ha appassionata! Secondo me, se avessi avuto più spazio per scrivere avresti sicuramente creato qualcosa di davvero avvincente. Nel complesso: mi piace. Alla prossima :)

7- Scrivere mi aiuta di Andrea Partiti

Ciao Andrea, ottimo inizio. La prima frase ha catturato la mia attenzione, in quanto entra in medias res nel vivo della vicenda. Procedendo nella lettura non ho molto apprezzato la ripetizione: “cresciuta al crescere” e poi successivamente, come hai descritto la storia d'amore. Forse è il mio essere un' inguaribile romantica, ma avrei tratteggiato maggiormente le bellezza di questa storia d'amore che pian piano è andata scemando. Evidenziandone e rallentando i tempi di questa parte mi sarebbe piaciuto conoscere in un modo più approfondito i tratti psicologici della donna. Dulcis in fundo, il finale mi ha spiazzata. Un racconto iniziato bene, che mi ha un po' persa nello svolgimento, ma poi ripresa alla fine. Una bella trovata che lascia l'amaro in bocca, ma che lascia riflettere su questo tema. Nel complesso: belle idee. Alla prossima :)


8- Adele Stoppasecchi, moribonda di Angela Catalini

Ciao Angela, ho riscontrato due aspetti molto importanti nel racconto. Il primo è che tu abbia strutturato molto bene la vicenda, non trovo neanche l'introduzione troppo lunga anzi hai fatto bene perché se non l'avessi fatto, le azioni successive sarebbero state meno chiare. Il secondo che non mi ha convinto molto è che i personaggi mi danno l'impressione di essere un po' piatti, nel senso che sono due ruoli particolari e proprio per questo mi sarebbe piaciuto leggere qualche commento più accattivante dell'arzilla vecchietta, ulteriori interrogativi del prete e il colpo di scena finale più accentuato. Nel complesso: ben scritto. Alla prossima :)


9- Sorelle di Roberto Romanelli

Ciao Roberto, non riesco a commentare in modo specifico. Purtroppo quello che sono in grado di dirti è molto poco visto che sono ignorante in materia e mi piacerebbe imparare questo tuo linguaggio informatico; a primo impatto non posso dirti che mi piace. Leggendo i commenti per capirne di più ho visto che non sono stata l'unica non comprendere sia per le scarse conoscenze che tu hai applicato e sia perché saresti dovuto essere un po' più chiaro. Dell'argomento che hai trattato mi piacerebbe saperne di più. Il mio consiglio è: fai attenzione a quello che scrivi in modo che sia adeguato al contesto in cui lo realizzi, soprattutto in una condizione del genere, perché ci sono diverse persone che non hanno le tue stesse idee e non puoi dare per scontato tutto questo. Anzi devi riuscire a catturare la loro attenzione e farli entrare nel mondo che hanno creato la tua mente e il tuo cuore per rendere chiaro e avvincente anche qualcosa di cui non si sa praticamente niente. Nel complesso: poteva andare meglio. Alla prossima :)


10- Lo specchio del minotauro di Beppe Roncari


Ciao Beppe, sappi che sono confusa, ma il titolo mi piace molto e la tua trama è interessante. Non so se è per il genere che attira la mia curiosità, oppure perché sei riuscito a creare con la tua fantasia un racconto con una situazione così particolare. Purtroppo, l'aspetto che non mi permette di valorizzare la tua bella storia è il modo in cui è scritto. Sono convinta che oltre le idee sia molto importante riuscire a trasportare il lettore chiarendo tutte le situazioni, anche evitando possibili spoiler. È un peccato dato che la vicenda mi è piaciuta tanto, solo che se non avessi letto i commenti in cui tu hai spiegato la trama, io molto probabilmente neanche avrei finito di leggerlo. Per questo mi ha un po' annoiato e ripeto che con una maggiore attenzione su alcuni particolari soprattutto quando Sante parla con la propria ombra, le situazioni portanti che reggono la narrazione renderebbero tutto più chiaro. Nel complesso: non male. Alla prossima :)

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Rionero
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Re: Gruppo HANIEL: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#13 » venerdì 27 novembre 2015, 19:59

Ecco con la mia - prima - classifica di Minuti Contati. Colgo l'occasione per dire che l'ho trovata un'esperienza veramente interessante e che mi sono ripromesso di partecipare anche alle prossime. Ah e naturalmente colgo l'occasione per fare i complimenti a tutti, soprattutto per la varietà di stili ed argomenti legati dallo stesso tema, WOW!

1- Lo specchio del Minotauro
2- Per chi suona il campanello
3- X
4- La mobilità
5- Benvenuta felicità
6- Adele Stoppasecchi
7- Intolleranza
8- Scrivere mi aiuta
9- Mezz'ora prima che il diavolo...
10- Sorelle

COMMENTI

- Adele Stoppasecchi, moribonda,
Ciao Angela,

Niente da dire sullo sviluppo, chiaro, equilibrato secondo me nel destinare spazio alle descrizioni ed al dialogo finale e con l’apparenza ingannevole che è la più classica di tutte: quella della vecchina che cova ancora tanta giovinezza, un esempio che io associo alla spiegazione del comico nei manuali di narrativa.

Se proprio devo pensare ad un difetto, quindi, è proprio il fatto che sia molto molto lineare, liscio, senza particolari punte né stilistiche, né nella costruzione. Entrambi i personaggi rientrano poi nell’ambito della commedia più classica (il prete giovane e bello tentazioni per le fedeli…) quindi in realtà penso proprio che la tua sia una scelta!

Se devo dire una cosa sullo stile, come detto molto corretto, mi è suonata strana una frase, forse a causa della prima virgola che mi spezza la frase e che con la seconda mi sembra chiude il tutto come in un inciso:
“Gli giunse voce che nel reparto di medicina, c’era una donna anziana che stava per rendere l’anima a Dio e aveva bisogno di essere confortata e magari confessata, prima del trapasso”.

- Scrivere mi aiuta, di Andrea Partiti
Ciao Andrea,

Avrei dovuto capire fin dall’inizio, soprattutto dallo stile, che a parlare era una persona anziana.

Non so perché ma lo stile, che inizialmente mi suonava strano, con la scoperta della natura della voce narrante è diventata improvvisamente calzante.

Apprezzabile la svolta anche se non è chiarissimo il passaggio dal litigio iniziale al marito morto da tempo... anche perché quando si parla di vivere nel passato sono i rimpianti solitamente che si portano alla luce e con la scelta di un episodio fondamentalmente contrastante che sembra portare alla conclusione di una storia, è difficile poi trovarsi a leggere di un matrimonio presumibilmente lungo e ricordato, come se anche al lettore mancasse qualcosa. Sicuramente con più caratteri a disposizione sarebbe stato molto più chiaro ed efficace!

- Lo specchio del Minotauro
- X, di Flavia Imperi

Ciao Flavia,

Il dialogo che hai creato è sicuramente efficace (a parte alcune parti che ti hanno già segnalato e che ti erano evidentemente funzionali alla presentazione dei mestieri dei personaggi) e rileggendolo una seconda volta ho trovato la storia molto interessante...forse troppo: nel senso mi sembra sia uno scorcio su un'ambientazione/romanzo/mondo più ampio. Come un prologo. Quando posso leggere il resto?:D
- Mezz’ora prima che il diavolo…, di Chiara Rufino

Ciao Chiara,

Non so se è una mia impressione, ma fin dalle prime righe avevo l’impressione che la voce narrante fosse femminile e la scoperta che in realtà era un uomo mi ha straniato per tutto il racconto, così come l'ambiguità delle prime righe che non sembrano riferirsi ad un interrogatorio.. se l'attinenza con il tema "l'apparenza inganna" era data da questo allora il bersaglio, per quanto in maniera straniante, è stato decisamente colpito!

In ogni caso, visto il genere, l’ambientazione (bellissima) e la voce narrante magari avrei calcato di più la mano sul linguaggio, abbandonando parole come per esempio “chiappe".

- Benvenuta felicità, di Marina Usai

Ciao Marina,

Inizio col dire che adoro l'horror ed alcune immagini erano molto azzeccate. A me è piaciuta anche la storpiatura del nome della bambola ed il suo collegamento ad un omicidio così efferato che mi fa tanto pensare alle atmosfere stile dylan dog.

Per il resto arrivo in ritardo e vedo che ti hanno già segnalato qualche problema legato alla scelta delle parole. Per il resto il racconto mi sembra scritto bene e comprensivo.
Lo stile è anche abbastanza centrato sul genere cui fai riferimento, forse però non basta a rendere interessante un racconto dalla trama classica (l'emarginato/buono/sconfitto con il raptus di follia) ed il tutto non è aiutato dalla scelta di organizzarlo con un lungo flash back e chiarendo subito come e perché l'apparenza era sbagliata...

- Per chi suona il campanello, di Ambra Stancampiano
PER CHI SUONA IL CAMPANELLO

DLINDLON
- Chi è?
- Tecnico Edel signora.
La signora Bifani guarda scocciata l’orologio; sono le 20,00, tra poco inizia il suo programma preferito alla TV. Apre la porta sospirando:
- Desidera?
Il ragazzo è sulla ventina. Indossa un completo in misto poliestere, una cravatta che sembra stia per strozzarlo e in mano ha una cartellina di plastica. L’ennesimo promoter porta a porta.
- Buonasera! Sono Pinco Pallini di Edel e voglio darle l’irripetibile opportunità di entrare a far parte della nostra grande famiglia di clien…
- Guardi, già vi conosco e la vostra opportunità non mi interessa.
- Mi lasci finire di parlare signora, sono solo cinque minuti, non se ne pentirà.
- Me ne pentirò eccome! Mi è già successo.
- Non con Edel, signora.
- Invece proprio con Edel! Tempo fa sono stata truffata da un giovanotto come lei, ci sono voluti mesi per uscirne.
- Ma signora, non tutti i promoter sono uguali! Dia a me e alla mia azienda una seconda possibilità, bastano cinque minuti per illustrarle questa nuova offerta davvero irrinunciabile!
- Cinque minuti di troppo. Arrivederci.
La signora chiude la porta in faccia al promoter.

Pinco Pallini sospira. Oggi non è riuscito a chiudere neanche un contratto. “Che stronza” pensa salendo al piano superiore.
Suona diversi campanelli, ma non risponde nessuno. Quel palazzo sembra vuoto, a parte la strega del primo piano. L’eco dei suoi passi risuona per le scale deserte, mettendogli una strada inquietudine. E’ tardi, il palazzo è isolato e lui è solo, il suo collega oggi ha dato le dimissioni. Decide di fare l’ultimo tentativo.

DLINDLON
- Chi è?
- Tecnico Edel signore! Mi scuso per l’orario…
L’uomo che apre la porta è un tipo strano, di corporatura robusta. Ha un principio di calvizie, indossa un pigiama con canottiera che lascia scoperti vistosi ciuffi di grossi peli neri e ha un tic all’occhio sinistro.
- Si?
- Sono Pinco Pallini di Edel e volevo offrirle una fantastica opportunità di risparmio sulla sua bolletta.
- Sembra interessante. Prego, entri pure.
L’uomo fa accomodare Pinco in cucina e si mette ad armeggiare con dei cassetti, dandogli le spalle.
- Se mi favorisce una bolletta, le spiego i termini della nostra offerta.
L’uomo si gira, in mano ha un coltellaccio da macellaio:
- Te la do io la bolletta, truffatore!
Si getta sul promoter, che scappa chiudendosi la porta alle spalle. L’uomo lo insegue ridendo, Pinco imbocca le scale correndo a perdifiato.
- Aiuto!!!
Nessuno lo sente. Ha un vantaggio di due piani sul suo assalitore, per la fretta inciampa nello zerbino della signora Bifani. Suona disperatamente il campanello, batte i pugni sulla porta:
- Signora mi apra la prego! Mi aiuti!
La signora, da dietro la porta, strepita:
- Ancora lei? Ma lo sa cosa vuol dire NO? Io una seconda possibilità NON-GLIE-LA-DO!
L’uomo ha raggiunto il ragazzo, gli tira la prima coltellata. La signora lo sente urlare:
- La prego, si fermi!
Sempre più indispettita, lei gira i tacchi e torna verso la TV, borbottando:
- Quante storie, non sanno più cosa inventarsi.

- Sorelle, di Roberto Romanelli

Ciao Roberto,

Io sarei il tuo target di riferimento, adoro Gibson, gioco a Netrunner e sono sempre alla ricerca di materiale cyberpunk, sottogenere purtroppo relegato e sminuito ma ricchi di spunti e molto attuale.
Detto questo mi dispiace deluderti ma io - dopo l'esaltazione generata dal trovarmi di fronte ad un racconto di questo genere - non ci ho capito moltissimo.

In particolare leggo dalle tue risposte che ci sono sono tre livelli narrativi, mentre io ne avevo colti solo due, arrendendomi invece nel cercare di capire il numero esatto di protagonisti...
Il problema, secondo me, è che oltre ad un problema di tagli eccessivi e di "seguito" alcune parti sono descritte male o non in maniera pulita (la scena della limousine per esempio o le conversazioni tra le sorelle sono davvero confusionarie), un difetto che in un racconto con un tale livello di astrazione non ci si può permettere e che già dal primo paragrafo non fa capire quando si parla di Maria e quando di Luna e doe si trova l'una (ehm) e dove l'altra...

Se posso poi aggiungere qualcosa sul linguaggio direi non mi sono personalmente piaciute alcune scelte di termini:

- maledizione! / Diamine / gattina non suonano per nulla cyberpunk;
- "livello troppo basso" non mi convince troppo, forse parlerei di forza dell'ICE;
- i nomi degli ICE, ma non è colpa tua questa, suonano troppo meglio in inglese a meno di miracoli;
- "Preferirei sapere piuttosto perché" sembra il tono di una multata per essere stata beccata in doppia fila piuttosto che di una netrunner presa rapita da due gorilla;
- encomiabile la denominazione di uno dei due Gorilla con una frase legata all'interpretazione dei suoi stivali, ma la costruzione con cui l'hai fatto non mi sembra efficace.

Detto questo...tifo per te, sogno di leggere altro cyberpunk!

- La mobilità, di Francesco Nucera

Ciao Francesco,

Il tuo racconto mi è piaciuto perché riesce a mantenere un ritmo veloce e frizzante.
Il surreale, poi, rende benissimo il clima di competizione asfissiante e disperazione legato all'attuale mondo del lavoro. Ottima anche la chiusa con la battuta politically scorrect finale! Complimenti!

- Intolleranza, di Filippo Puddu

Ciao Filippo,

Sulla scrittura niente da dire, anche sullo stile stessa cosa. Mi è piaciuto in particolare il fatto che rimanendo freddo sulla scena della tortura riesce ad avere la sua efficacia.
Non mi piace troppo, invece, come è stato organizzando il racconto: ho avuto difficoltà a collocare temporalmente il flashback ed ho capito che la seconda possibilità è quella data dal poliziotto che insabbia la vicenda solo leggendo gli altri commenti.

Il problema maggiore a livello di gusto personale ce l'ho tuttavia sull'argomento: è interessante che si lasci il dubbio sulla colpevolezza del torturato e sulla natura del crimine, per questo mi sarebbe piaciuto vedere più sviluppate queste parti.

Zebratigrata
Messaggi: 308

Re: Gruppo HANIEL: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#14 » venerdì 27 novembre 2015, 22:37

CLASSIFICA:

1. Scrivere mi aiuta, di Andrea Partiti
2. La mobilità, di Francesco Nucera
3. Per chi suona il campanello, di Ambra Stancampiano
4. X, di Flavia Imperi
5. Sorelle, di Roberto Romanelli
6. Benvenuta felicità, di Marina Usai
7. Adele Stoppasecchi, moribonda, di Angela Catalini
8. Intolleranza, di Filippo Puddu
9. Mezz’ora prima che il diavolo…, di Chiara Rufino
10. Lo specchio del Minotauro, di Beppe Roncari

COMMENTI:

Adele Stoppasecchi, moribonda, di Angela Catalini

il racconto mi è piaciuto, è scorrevole, simpatico, e decisamente in tema.

Evochi bene l'ambiente, ma il personaggio dell'anziana mi ha lasciata un po' perplessa: la presenti come debolissima e a malapena in grado di muoversi o parlare, salvo il fatto che poi la vediamo 'schioccare la lingua', 'esclamare', e addirittura afferrare la mano del prete con una tale forza da costringerlo a 'divincolarsi'. Il personaggio quindi mi dà una sensazione sbagliata, incoerente. Vero è che se l'apparenza inganna la vecchina che sembra debole e moribonda può in realtà rivelarsi forte ed energica, ma credo che non fosse questo l'aspetto centrale del tuo racconto. Avrei preferito un'Adele che mette sì inaspettatamente in mostra il suo passato -e presente- peccaminoso, ma in maniera coerente con la prima impressione che ci dà. Necessariamente per giustificare l'equivoco del prete deve sembrare moribonda, e allora che nel raccontare giochi, più che su esclamazioni allusive, su sensuali sussurri, e via dicendo.

Dal punto di vista formale non mi piace tanto la virgola dopo 'medicina', e quello stesso 'medicina' lo trasformerei in 'medicina generale' o qualcosa di simile, che il reparto di medicina mi fa pensare a tutto l'ospedale :-)

Scrivere mi aiuta, di Andrea Partiti

Il racconto mi è piaciuto e lo trovo ben scritto.
Inizialmente lo stile mi ha portato a collocare l'azione nel passato, all'inizio del novecento. So che non ci sono elementi concreti nel racconto che portino il lettore in questa direzione, ma è andata così. Per questo quando ho iniziato a capire la situazione, e mi sono immaginata una coppia di quel periodo che conviveva, il tutto ha iniziato a stridere. Capisco chi dice che lo stile antiquato rende bene l'età del personaggio narrante, ma a mio parere non basta a eliminare il senso di incoerenza: vorrei avere qualche indizio del fatto che la protagonista viene da una famiglia non convenzionale, o che la sua decisione di andare a convivere le ha procurato dei problemi con la famiglia... una signorina borghese d'inizio secolo che si comporta così non mi torna del tutto.

L'altro elemento problematico a mio avviso è il fatto che apprendiamo poi dal figlio hce è Tito ad essersene andato. Io, lettrice che non si fa i cazzi suoi mai una volta nella vita, sono proprio sorpresa di aver lasciato la signorina che ponderava l'ipotesi di lasciare il fidanzato e andarsene lei, per non doversi sottomettere ai suoi desideri, e scoprire che invece se n'è andato lui. Vorrei proprio sapere com'è andata. La curiosità insoddisfatta riguardo alla storia della protagonista fa così cadere in secondo piano la questione principale del racconto, cioè il dramma di non sapere più cos'è la realtà, e di non potersi fidare nemmeno di se stessi.

Lo specchio del Minotauro, di Beppe Roncari

Anche io ho dovuto rileggere diverse volte il racconto per mettere a posto tutti i pezzi. A mio parere il 'non detto' è un po' troppo, almeno per il lettore medio. Aggiungendo qualche dettaglio per facilitare l'interpretazione penso non toglieresti nulla alla trama o al piacere del lettore, lo rendersesti invece più accessibile.
In particolare la scena in cui Sante parla con se stesso non è così immediata: gemelli, specchi ombre... forse questo labirinto è un po' troppo fitto per poterne uscire senza una guida ;-) E infatti leggere il tuo commento su questo punto mi ha chiarito un sacco di cose.
La storia è molto complessa per un racconto così breve, ma torna abbastanza. La questione del minotauro invece, non mi torna del tutto: non riesco proprio a immaginare come la sagoma di un cappello a tesa larga possa somigliare a un paio di corna: c'è sempre il 'bozzo' della testa in mezzo, troppo grosso per far risaltare le corna e pensare al minotauro. Ma in fondo, magari era il llibro per bambini ad essere disegnato male :-D
Riguardo alla forma nulla da eccepire, molto scorrevole, sintetico, ogni scena descritta con pochi tratti efficaci, bella l'idea di mettere gli specchi come elemento ricorrente in una storia basata sulle sembianze dei gemelli.

X, di Flavia Imperi

Il tuo modo di scrivere mi piace davvero molto, leggero ed efficace. Perciò sulla forma non posso dirti nulla.
Il tema mi sembra azzeccato: ciò sembra morto non lo è! Per questo mi sembra superfluo citare il tema sul finale per ribadire che anche il carattere di uno dei protagonisti sorprende l'altro all fine.
A parte questo, l'unico neo che trovo nella storia è che i due non sembrano davvero spaventati dalla loro scoperta: in un racconto breve personalmente tendo sempre a presumere un'ambientazione realistica e contemporanea, a meno che ci sia qualche indizio del fatto che non è così. Indiana Jones non si sarebbe stupito o spaventato troppo di una cosa del genere... ma i tuoi protagonisti mi sembrano un po' troppo tranquilli :-)

Mezz’ora prima che il diavolo…, di Chiara Rufino


Il tuo racconto non mi dispiace, trovo una buona scelta quella di farcelo vivere al presente per rendere più reale e viva la sofferenza del protagonista. A questo proposito io metterei al presente anche la seconda frase (forse ti è solo sfuggita).

Per quanto riguarda il narratore, dal fatto che usi delle contrazioni come m'hanno, c'hanno, ecc penso tu voglia dare l'idea di una persona comune: funziona bene e personalmente avrei calcato ancora di più la mano in questo senso.
Una cosa che ho trovato un po' strana è la rassegnazione e calma con cui il personaggio racconta gli eventi fin dall'inizio: mi sembra un atteggiamento sensato nell'ultima parte, ma forse dovrebbero filtrare più sofferenza, paura, disperazione nella prima parte del racconto.

La mia ultima nota riguarda le espressioni irlandesi che usi: 'paddy' è un insulto detto dagli inglesi, ma penso che l'irlandese medio sarebbe stato orgoglioso di definirsi tale, è una parola delicata e credo che se il lettore non sa qualcosa della storia dell'irlanda si perda un po' del senso che ha (stessa cosa vale per il titolo). In generale non trovo sbagliato presupporre una conoscenza pregressa da parte del lettore, non è necessario rivolgersi a chiunque con il proprio racconto. In questo caso però il lettore che capisce le espressioni che usi saprà già degli abusi di cui parli nel tuo racconto, che forse non avrà molto da dargli, invece scegliendo espressioni magari meno tipiche ma più comprensibili, oppure trovando il modo di spiegarle, il tuo racconto potrebbe raggiungere più facilmente un pubblico che non è consapevole della situazione che stai narrando, e che potrebbe quindi apprezzare l'aspetto storico del tuo testo.

Il titolo in particolare mi sembra usato in modo ambiguo; leggo in un tuo commento che lo interpreti come un insulto. A me risulta invece che in genere sia usato come un augurio in senso positivo: 'spero che tu ce la faccia ad arrivare in paradiso, nonostante tutto'. Quindi prima di leggere il tuo commento ho pensato che fosse proprio quella la preghiera finale del protagonista, rassegnato ma che spera tutto sommato di cavarsela almeno nell'aldilà, o che quantomeno se la cavi l'Irlanda. Perciò non so se sia l'espressione giusta per ottenere il risultato che desideravi.

Benvenuta felicità, di Marina Usai

Il tuo racconto mi è piaciuto, in particolare ho un debole per la prolessi che è uno stratagema difficile da usare in letteratura: bisogna esser bravi per tenere agganciato il lettore anche dopo avergli rivelato il finale.

Anche il tema mi sembra centrato -l'uomo buono che si rivela psicopatico-, e ci dai anche degli indizi qua e là del suo atteggiamento a suo modo eccessivo.

Non mi piace molto la scelta di alcune parole:
- dilapidato non rende bene associato ai capelli, anche se posso immaginare che tu volessi dare una carica metaforica alla frase, come a suggerire l'idea di una vita e una giovinezza sprecate.
- Bebi Mia credo non esista più, perciò anche se caratterizzi bene l'arma del delitto il tuo racconto finisce automaticamente negli anni '80. Questo crea un'incoerenza nel personaggio di Felice, che sembra un sempliciotto un po' sfigato che non trova lavoro, e non ce lo vedo a guardare Discovery Channel (ora sarebbe normale magari, ma negli anni '80 ci voleva un po' di sforzo per avervi accesso). Piuttosto Rai Tre :-) Per questo secondo me sarebbe meglio descrivere la bambola, ma senza darle un nome: in questo modo rendi la caratterizzazione dell'arma più godibile anche per chi Bebi Mia non se la ricorda :-)

Per chi suona il campanello

il racconto mi è piaciuto, è divertente e diciamo che è pure catartico perché chi non vuole vedere il molestatore porta a porta del giorno accoltellato, senza danni, sulla carta? ;-P So che non sono tutti in malafede, e so anche che non sono quasi mai felici di fare un lavoro del genere, so che non è colpa loro, però nella maggior parte dei casi sono molesti. Proprio per questo leggendo il primo dialogo secondo me è automatico identificarsi con la signora che apre la porta, e provare subito quel tipico senso di fastidio... Io non avrei esplicitato il punto di vista della signora descrivendo Pinco, avrei lasciato che il lettore ci cascasse da solo, per poi rivelare nella seconda parte che noi stiamo dalla parte del venditore, questa volta. E capiamo che è frustrato pure lui, poverino!
I diversi cambi di punto di vista anche secondo me nuociono un po' al racconto, che comunque resta scorrevole.
Come già ti hanno suggerito anche io darei a Pinco un buon motvo per non correre giù dalle scale, tipo una storta, una gamba rotta, o simile.
Per finire, il racconto mi sembra ssolutamente in tema.

Sorelle, di Roberto Romanelli

La storia con un paio di letture si capisce. Vero però che ho un bel background di letture di questo genere.
Probabilmente se il racconto è parte di un testo più lungo anche un neofita del genere ha la possibilità di scoprire con calma a cosa si riferiscono i termini più 'strani', se ha la pazienza di continuare. Purtroppo molte volte non ce l'ha, spesso perché pensa che termini 'inventati' interni al mondo della narrazione debbano essere necessariamente termini 'reali' che bisogna conoscere prima di leggere e che gli precluderanno ocmunque la comprensione del testo... quindi, quel lettore non lo catturerai spiegando i termini, perché continuerà a non riconoscerli e ne risulterà comunque disincentivato. Personalmente non credo sia sempre necessario parlare a tutti. Trovo giustissimo scegliersi un pubblico e parlare a quello nella sua lingua rinunciando a un'altra fetta di pubblico potenziale, basta esserne consapevoli. Dipende molto dai tuoi obiettivi.

Le cose che rendono un po' complessa la comprensione, a mio parere:
- il nome 'Luna', te lo hanno già detto, ma viene davvero poco spontaneo pensare ad una persona: macchina, intelligenza artificiale, ecc. In efffetti se fosse un nome più 'normale' sarebbe tutto più chiaro
- Secondo me non è scontato l'incarnarsi del backup di Luna nella sorella... Maria sembra fuori combattimento, e Luna ha bisogno di aiuto nella realtà. In questo piccolo scorcio della storia non si capisce perché Maria non possa svegliarsi, o perché non abbia le capacità per aiutare lei stessa Luna.
- Il fatto che Luna aiuti se stessa ad uscire dalla macchina, così, senza spiegare come, non è completamente soddisfacente: vorrei sapere come fa, mi aspetto di vedere la scena e di risolvere così il dubbio che ti ho espresso al punto precedente.
- I nomi di programmi e vari seppur evocativi secondo me non aggiungono molto e riducono la leggibilità del racconto. Diverso potrebbe essere nel contesto di un lavoro più ampio in cui tornino più volte smettendo di sembrare solo una particolare forma di techno bla-bla inutile anche se comprensibile.


Una volta letta la prima puntata tutto è molto più chiaro, però preso come racconto a sé può essere migliorato: funziona, ma si regge essenzialmente sull'idea di poter caricare un backup altrui dentro di sé, di poter aiutare se stessi con se stessi. Idea carina, ma non sufficientemente approfondita nel racconto da farlo stare in piedi da solo; è troppo marcata la sensazione che si tratti solo di un dettaglio di una storia più 'grande'.

Come narrazione invece non ho appunti da farti, con le riserve espresse prima, funziona tutto dal punto di vista linguistico. L'ambientazione della scena iniziale secondo me risulta chiara (vedo che nel tuo commento avevi dei dubbi). Ci sono tutti gli elementi necessari: pavimento di un'auto, che associato ai due gorilla sul sedile diventa da sé una limousine, dettaglio sugli anfibi che ci conferma che Luna è a terra e poi viene sollevata per i capelli fino a vedere maria accasciata... torna tutto, direi :-)

La mobilità, di Francesco Nucera

Bel racconto, complimenti!
Comico, ma anche serio: potrebbe essere benissimo una di quelle proiezioni fantascientifiche della nostra società in un futuro forse nemmeno troppo lontano: vita lavorativa e carriera affidati a un reality, mi ha ricordato la sfida finale di 'Elianto' ma anche la serie inglese 'Black Mirror'... penso che potresti apprezzarla molto.

Alcuni punti però non mi hanno convinto appieno:
- è facile fare confusione tra i due personaggi, perché non sono così caratterizzati, e 'Dario' e 'Baldo' sono in fondo due nomi simili.
- non mi è piaciuto scoprire che si tratta di un avvenimento che ha luogo durante la pausa pranzo: in questo modo tutta la scena perde improvvisamente pathos e rilevanza e si finisce per interpretarla come un gioco tra colleghi. Molto pù bello -e allucinante anche- se fosse veramente un reality show, che magari ti monitora in qualunque momento della giornata lavorativa.
- il tema della seconda possibilità sembra inserito un po' a forza in un racconto che si regge benissimo senza. Ok, si ha solo una possibilità per sfidare un collega e prendere il suo posto. O forse solo due. Ma la cosa non è fondamentale nella narrazione. Se non lo avessi sottolineato esplicitamente non sarebbe stato immediatamente comprensibile.

Intolleranza, di Filippo Puddu

La storia del tuo racconto mi sembra chiara, ma purtroppo il tema non mi sembra così evidente. Ho letto i tuoi commenti e a posteriori posso capire la tua idea, tuttavia lì per lì mi è venuto da pensare che la seconda possibilità che Giulio non ha mai avuto fosse una seconda possibilità di amare -o di rincontrare Chiara-, ma avevo comunque dei dubbi.

Riguardo l'organizzazione del testo non trovo nulla di sbagliato, ma forse per gusto personale lo preferirei diviso in due parti anziché in 3. Capisco che Giulio pensa al passato nella vasca da bagno, e prende quindi la sua decisione... ma in questo modo l'atmosfera del bagno che costruisci bene nel primo pezzo va recuperata un po' a fatica quando il lettore ci ritorna al terzo pezzo. Insomma è un po' sprecata, secondo me. Forse perché il racconto è breve. Comunque la scena intera avrebbe avuto più impatto a mio parere.

Mentre la scena nel bagno mi piace molto, è vivida ed evocativa, la scena in corsivo mi sembra meno credibile. Attribuisco questa sensazione in gran parte ad alcune frasi che usi, forse troppo complesse e costruite con un lessico più letterario che reale e crudo: riducono la forza della scena guidata da odio, rabbia e impulsi viscerali, che anche se lenta in sé mi pare poco adatta a tempi 'lenti' sul piano sintattico. Esempio: 'divincolarsi come un kafkiano scarafaggio', 'si palesava nei suoi occhi, che premevano per uscire dalle orbite', 'Il colore della pelle differenziava i due uomini che, per il resto, si sarebbero potuti dire fratelli, tanto netta era la somiglianza' portano il lettore a distaccarsi e contrastano molto l'effetto invece buono di altre espressioni come 'mattatoio', 'come un animale pronto al macello', 'il sangue sprizzò', 'urla sguaiate di dolore'. Mi sono detta: forse vuoi proprio trasmettere la calma, il senso di essere nel giusto che non fa dubitare delle proprie azioni, la fredda premeditazione dell'assassino e la sua insensibilità di fronte alla sofferenza dell'altro perché percepita come giustizia; anche in quest'ottica la resa non è ottimale a mio parere.

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Re: Gruppo HANIEL: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#15 » lunedì 30 novembre 2015, 0:18

Ecco la mia classifica per il vostro gruppo, a domani per quella generale e i finalisti.
Unico pollice SU il racconto di Francesco Nucera che, pertanto, al netto di come si posiziona nella generale, è già sicuro di un posto sulla vetrina del sito.

1) La mobilità, di Francesco Nucera
Ottima prova, non vedo problematiche, internamente coerente, ben narrata, anche divertente, inoltre critica sociale a manetta, bravo. Pollice SU per me. Ecco, se proprio posso trovare il pelo nell'uovo... Forse l'accappatoio non era così necessario, vista la natura delle sfide, lo vedo un orpello inutile ed eliminabile, la sua assenza non si sentirebbe.
2) X, di Flavia Imperi
C'è da eliminare il primo pensiero, quello di Anselmo, si tende a confonderlo con quello della mummia subito successivo e anche senza il testo regge. Per il resto mi è piaciuto. Utilizzi i dialoghi in modo appropriato, li fai "suonare" alla grande anche senza il bisogno chi parla e dove e perché, brava. Per me un pollice quasi del tutto su, non totalmente solo perché ho la sensazione che vada ancora un poco sfrondato. Ottimo lavoro.
3) Benvenuta felicità, di Marina Usai
Non mi piace l'affermazione con cui chiudi (che è anche il titolo) ed è l'unico motivo per cui non metto il pollice completamente SU. Ti chiederei di cercare un'alternativa più incisiva o semmai di convincermi della validità della tua scelta, nel laboratorio. Sì, perché questo racconto rispecchia la tua galleria di personaggi, per l'idea che mi sono fatto alla seconda lettura di un tuo testo, quindi servono ulteriori e molte controprove. Mi piace, lo trovo coerente con il racconto con cui hai vinto la Sosio Edition, lo vorrei in vetrina. Parliamone nel lab.
4) Mezz’ora prima che il diavolo si accorga che sei morto, di Chiara Rufino
Il racconto mi è piaciuto, per me è un pollice tendente all'alto. Perché non su completamente? Perché vorrei lo sporcassi ancora un po' di più. Non si percepisce l'odio del protagonista. Questo è un confronto tra due opposte fazioni e anche se è innocente non può valutare così "serenamente" e in modo quasi distaccato quanto sta accadendo. Fallo sanguinare, questo racconto. Mostra l'odio, quello reciproco, tenendo bene a mente che sia le guardie che il protagonista vessato non sono che vittime della Storia, quasi impossibilitate ad agire diversamente perché se sei cresciuto in un certo modo e con certe convinzioni quelle per te sono vere e basta. Abbraccia tutti i tuoi personaggi e faccelo sentire imprimendocelo a fuoco, questo racconto. Ti aspetto nel laboratorio.
5) Per chi suona il campanello, di Ambra Stancampiano
Si legge bene, non presenta falle. Forse per i miei gusti è troppo lineare, il finale rispetto ai tuoi soliti è telefonato e non mi ha steso. Per me un pollice tendente all'alto perché, davvero, è confezionato nel modo giusto, senza pecche. Per il SU avrebbe bisogno di un guizzo che però, in questa forma, non vedo.
6) Adele Stoppasecchi, moribonda, di Angela Catalini
Ottimo tutto fino al finale che, a mio parere, non è incisivo quanto avrebbe dovuto e potuto essere. Manca qualcosa, muore tutto troppo in fretta. Forse il contrasto è accentuato dalla precisione con cui sei riuscita ad arrivarci, alla fine. Ecco, c'era ancora qualcosa da fare, è mancato. Tu e la tua fretta nel consegnare! (lo dico bonariamente). Quando chiudi il racconto, mettilo in frigo per una mezz'ora e poi riprendilo e revisionalo, ti assicuro che non potrai che migliorarlo. Questa è una prova da pollice tendente verso l'alto, ma con anche solo quell'oretta di lavoro in più poteva essere da pollice su.
7) Intolleranza, di Filippo Puddu
Hai avuto un'intuizione molto buona, davvero. Il racconto però è ancora acerbo, necessita forse di qualche carattere in più: va meglio definito l'amico poliziotto e va creato più stacco ancora tra l'intro e il flashback in modo da pestare di più sull'ineluttabile senso di colpa che quest'uomo si è trascinato dietro per la vita, fino a oggi.Ti aspetto nel laboratorio. Come valutazione ti assegno un pollice tendente all'alto.
8) Scrivere mi aiuta, di Andrea Partiti
La prima parte è molto bella, ben narrata, ma nel momento stesso in cui disveli il meccanismo qualcosa s'inceppa. Da subito, ho pensato che fosse il grassetto lo scritto e questo vuol dire che devi cambiare il segno grafico. Poi c'è troppo stacco, tenterei di creare un ponte tra lo scritto e il ritorno alla realtà. Allo stato attuale è un pollice NI, ma sono sicuro che nel laboratorio saprai affinarlo come deve.
9) Lo specchio del Minotauro, di Beppe Roncari
Sicuramente un racconto affascinante, ma ci sono alcune semplificazioni che stridono. Tanto per cominciare, per entrare nei servizi segreti non penso si possa mantenere segreta anche la propria storia... Lo si può fare, ma non può essere dato per scontato. Poi, l'incontro casuale alla mostra nel cinema di Venezia... Fa parte del servizio segreto d'ordine, me l'immagino in trasferta, poi invece va a leggersi la lettera a casa (casa che è facilmente trovata dal fratello, tra l'altro...). Giochi sul simbolismo, sull'arte e quant'altro, ma le falle sono troppo evidenti, urge una revisione. In più, mentre la fai, cerca di unire meglio le parti perché si percepiscono salti troppo bruschi. Pollice NI per me.
10) Sorelle, di Roberto Romanelli
Mmm... Ok, è il seguito del racconto della Chiarle, ma quello che ci presenti qui è un momento di raccordo, pertanto, a prescindere, mi trasmette poco. Non un pollice giù perché l'organizziazione interna è presente e a suo modo ha un inizio e una fine, direi un NI. Eh no, non so se me lo vedo come pezzo a seguire di quello della scorsa edizione, lo sai che non mi piacciono le cose che vanno da un punto A al B in modo troppo passivo e qui un pò mi hai dato l'idea di esserlo stato, passivo.

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