Gruppo LUCIFERO: Lista racconti ammessi e classifiche

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antico
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Gruppo LUCIFERO: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#1 » mercoledì 18 novembre 2015, 2:56

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Questo è il gruppo LUCIFERO della AISLINN EDITION con Aislinn nelle vesti di Guest Star.

Gli autori del gruppo LUCIFERO dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo RAFAEL.

I racconti di questo gruppo verranno invece commentati e classificati dagli autori del gruppo HANIEL.

I primi QUATTRO racconti di questo raggruppamento avranno diritto alla pubblicazione immediata sul sito ed entreranno tra i finalisti che verranno valutati direttamente da Aislinn. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito.

Ricordo che la composizione dei gruppi ha seguito il seguente criterio: assegnazione per ordine cronologico di consegna.

E ora vediamo i racconti ammessi a LUCIFERO:

- Un filo invisibile, di Carolina Pelosi, ore 22.14, 2980 caratteri (Seconda possibilità)
- Troppo tardi per combattere, di Manuel Piredda, ore 22.52, 2984 caratteri (L'apparenza inganna)
- Chanson de geste, di Steamdoll, ore 23.04, 2467 caratteri (L'apparenza inganna)
- Un amico speciale, di Veronica Cani, ore 23.23, 2965 caratteri (L'apparenza inganna)
- Piano di fuga n.2, di Diego Ducoli, ore 2414 caratteri (L'apparenza inganna)
- Può mai il bene misurarsi con la bellezza?, di Simolimo, ore 23.55, 2912 caratteri (L'apparenza inganna)
- Follie d’amore, di Raffaele Marra, ore 00.07, 2721 caratteri (L'apparenza inganna)
- Il sole dentro, di Angelo Frascella, ore 00.34, 2995 caratteri (L'apparenza inganna)
- Il velo di Maia, di Jacopo Berti, ore 00.56, 2917 caratteri (L'apparenza inganna)
- L’arcano, di Alberto Della Rossa, ore 00.59, 2911 caratteri (Seconda possibilità)


Avete tempo fino alle 23.59 di venerdì 27 novembre per commentare i racconti del gruppo RAFAEL. Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Vi avverto che sarò fiscale e non accetterò classifiche postate anche solo alle 00.00 a meno che problemi improvvisi vi ostacolino all'ultimo, ma in quel caso gradisco essere avvertito, sapete come trovarmi. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, posterò la mia e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete dieci giorni per commentare e classificare i DIECI racconti del GRUPPO RAFAEL e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare altri racconti, ne avete TRENTA a dsisposizione e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, dieci giorni sono anche troppo pochi. E ancora: date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro.

Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti.
– 6 punti malus per chi commenta la metà dei racconti + 1
– 13 punti malus per chi non commenta i racconti o arriva a commentarne meno della metà + 1
Cominciate a utilizzare il contatore del forum per calcolare i caratteri. Selezionate l'area desiderata e fate calcolare.


Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati, se noterò qualche sgarro procederò all’eliminazione. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel GRUPPO RAFAEL.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.

BUONA EDIZIONE A TUTTI!



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simolimo
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Re: Gruppo LUCIFERO: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#2 » mercoledì 18 novembre 2015, 10:24

meno male che ho imparato dopo il primo "male" a leggere bene le indicazioni per i compiti... sarei partita a tuono a commentare i racconti del mio gruppo e... invece!!!
siete terribili! ahahah! ;P

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angelo.frascella
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Re: Gruppo LUCIFERO: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#3 » mercoledì 18 novembre 2015, 10:28

simolimo ha scritto:meno male che ho imparato dopo il primo "male" a leggere bene le indicazioni per i compiti... sarei partita a tuono a commentare i racconti del mio gruppo e... invece!!!
siete terribili! ahahah! ;P


Bentornata, Simo!!!! In ogni caso, se ti rimane tempo, i racconti del tuo gruppo puoi comunque commentarli (senza fare la classifica ovviamente) :)

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Andrea Partiti
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Re: Gruppo LUCIFERO: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#4 » giovedì 19 novembre 2015, 10:04

I commenti in ordine casuale e la classifica in fondo.
Anche questo mese delle ottime letture!

- Un filo invisibile, di Carolina Pelosi (Seconda possibilità)
Ci racconti una storia molto semplice, e non lo intendo in maniera negativa.
Penso colpisca perché a tutti è capitato di allontanarsi da delle amicizie, anche importanti, lasciandole semplicemente allontanare poco alla volta, rimandando i tentativi di mantenere i contatti. Tutti abbiamo una Melissa da qualche parte.
Globalmente, mi piace molto la tua interpretazione della Seconda Possibilità, hai scritto in maniera sensibile e piacevole da leggere, restando alla "giusta distanza" dalla storia. Il mio giudizio è molto positivo, anche se devo farti qualche appunto più tecnico su piccoli problemi che però si possono sistemare o rivedere facilmente.
Sono vicine o lontane?
"Solo un paio di volte e avevano fatto di tutto per non incrociare gli sguardi." Mi fa pensare che abitino nella stessa città.
"Anche da lontano, lontanissimo, " Mi fa pensare che siano anche lontane geograficamente.
La prima opzione ci piazza in automatico in una grande città, altrimenti non sarebbe credibile non incrociare e dover interagire con qualcuno per tre anni, vivendo in maniera normale. Penso che tu lo dia per scontato perché tu stessa vivi in una grande città, ma non è così per ogni lettore e senza una ambientazione esplicità non è immediato intuirlo.
ecco perché ho scritto quello che hai letto

Questo dialogo è poco naturale, provando a leggerlo ad alta voce la lingua si ribella. Una forma più semplice, "ecco perché ti ho scritto" o "per questo ti ho scritto", perde delle informazioni ma sembra scontato che quel che le ha scritto è stato letto, non è un problema lasciarlo implicite.
Tre anni prima il loro rapporto si disintegrò.

"Si era disintegrato"? Stai facendo un salto indietro e stai per spiegarci come e perché. Le regole su come coordinare i verbi al passato sono terribili, ma a pelle mi sembra sbagliato, o almeno strano, usare il passato remoto in questa frase.
Ma come in tutte le storie che non riescono a morire, si ritrovarono.

Di nuovo, "si erano ritrovate", e poi riparte la storia principale al passato remoto.
Il verme sta nella mela che marcisce, di solito

Se ti piace come immagine, tienila senza scrupoli, ma non è vero quel che dici. Le larve mangiano solo la parte sana delle mele, e iniziando a mangiare dall'interno è raro che la mela marcisca per colpa loro, se non quando escono, alla fine, lasciando un foro nella buccia.

- Troppo tardi per combattere, di Manuel Piredda (L'apparenza inganna)
Ammetto che, complice il tema e le doppie letture diffuse in questa edizione, colpevoli gli stracci ricorrenti nelle descrizioni, su cui torni con un po' troppa insistenza, si intuiva che fosse un bambino in uno scenario di gioco e non da prendere alla lettera. Le lame di grafite e il nodo al mantello sono solo gli ultimi chiodi alla bara della sospensione di incredulità. L'immagine della Signora della Luce è molto bella.
Dall'altro lato, il racconto è scritto bene, senza nessun intoppo e con un ottimo ritmo. Tutte le informazioni passano senza mai bisogno di farsi domande o tornare indietro a cercare dettagli perduti.
Penso sia un buon racconto, seppur non eccezionale, ma anche pensandoci non mi viene in mente un modo per migliorarlo nei punti deboli senza snaturarlo completamente.
capitombolare sul posteriore

Capitombolare vuol dire "cadere con la testa all'ingiù", quindi la dinamica del capitombolare sul posteriore non funziona tanto bene. Meglio un altro verbo.

- Chanson de geste, di Steamdoll (L'apparenza inganna)
Bello davvero, il tuo racconto, anche io ho davvero poco da criticare, e dovrei sforzarmi per riuscirci.
Perfetto lo stile, non cede mai per tutto il racconto, e ottima l'interpretazione del tema, ammetto che ero partito in automatico con i personaggi standard in testa e non mi aspettavo il colpo di scena finale, anche se in retrospettiva, considerato il tema, ci potevo arrivare. Mi piace essere sorpreso.
Non è nuovissima l'idea della donna che si finge cavaliere, coperta dalla sua armatura, ma che importa, se viene reinterpretato in maniera piacevole?
(Sto giocando a fare il puntiglioso sul testo, in questa edizione, parola per parola, ma non ho nulla da ridire per te!)

- Un amico speciale, di Veronica Cani (L'apparenza inganna)
Affronti un tema molto delicato nel tuo racconto, prendendolo molto alla larga e in maniera molto indiretta. Non so se è un buon modo oppure no, ma mi piace il risultato.
Presentare don Maurizio in maniera positiva, come unico modello positivo nella vita del protagonista, la vedo non tanto come una critica al prete in sé, ma come una critica alla famiglia, alle altre persone che gli stanno attorno. Parli di un bambino che non ha letteralmente nessuno di cui si fida, con cui può parlare, che viene isolato sistematicamente e si trova a essere manipolabile per via della sua situazione. E' la vittima perfetta perché è da solo, e quando prova a uscire dal suo isolamento perché il suo subconscio capisce che deve provarci, ottiene solo ostilità. E' una immagine molto più brutta degli abusi in sé, dal mio punto di vista.
Penso sia una scelta coraggiosa affrontare il tema da questa prospettiva.
Non ho niente da ridire riguardo lo stile o i tempi del racconto, penso che fili tutto in maniera naturale e piacevole. Ottima prova!

- Piano di fuga n.2, di Diego Ducoli (L'apparenza inganna)
Sono contento di aver letto anche un racconto umoristico, questa volta, è rinfrescante.
Per quanto l'idea mi piaccia e sia sviluppata con i tempi giusti, il finale sia ben preparato, l'esecuzione non è perfetta e avrebbe bisogno di una revisione significativa.
Qualche nota sparsa.
Il piano per liberarsi delle mogli mi sembra ottimo, visto che lo standard dei racconti è ucciderle in maniera crudele. Mi sembra non completamente credibile il dialogo, però. Presentando il proprio amante alla moglie, penso sia strano che l'amante stesso risponda alla domanda su quando si sono incontrati, soprattutto non in maniera garrula e ammiccante... le domande sarebbero per il marito.
"Almeno è chiaro chi di voi due è il maschietto", la moglie è davvero zen per reagire in maniera così pacata, mi viene da pensare, anche se poi esplode.
Alcuni dei dialoghi, se letti ad alta voce, sembrano un po' lo stereotipo della pubblicità progresso anti omofobia "Vogliamo sparire e vivere il nostro amore senza il giudizio di nessuno", mi fa sorridere, non mi immagino nessuno dire questa frase, soprattutto non nel mezzo di un coming out alla moglie che si sta riscaldando. Penso che il dialogo potrebbe essere più aggressivo e accattivante, viste le premesse.
"gli infilò una banconota in mano" --> "le infilò".
Serve una rilettura generale per la punteggiatura, punti/virgole dentro o fuori dalle virgolette a fine dialogo, spazi dopo i dialoghi, maiuscole negli incisi. Non c'è uno standard vero, ma usarli in maniera coerente rende più piacevole leggere.

- Può mai il bene misurarsi con la bellezza?, di Simolimo (L'apparenza inganna)
La tua favola è molto bella da leggere, mi piacciono i racconti di questo genere, semplici e lineari.
Hai scelto un buon linguaggio per la storia che racconti e lo mantieni costante per tutto il racconto, con frasi ritmate, semplici e molto accattivanti. Il risultato è ottimo.
E' un ottimo nuovo taglio sul tema del brutto anatroccolo che si riscatta avendo successo su tempi lunghi anziché a breve termine.
Non ho grosse critiche da farti, mi piace così com'è il racconto. Il titolo un po' meno perché sembra forzato e pomposo per una storia così diretta.
"— E se tenendola lasciassero qui anche noi?" Non mi è chiara questa frase, chi la terrebbe? Pensavo che l'obiettivo delle castagne umanizzate fosse di essere scelte e "tenute". Forse "e se scartandola/evitandola", o comunque una forma di rifiuto, altrimenti non si spiega il fare la muffa che preoccupa le sorelle in quel caso.
(Per dover di cronaca, le castagne vuote e piatte sono non fertilizzate, quindi nel duro mondo reale la nostra protagonista sarebbe marcita.)

- Follie d’amore, di Raffaele Marra (L'apparenza inganna)
Intanto, in quanto a stile e ritmo, il tuo mi sembra il racconto meglio riuscito del girone. La storia non è originalissima, ma è leggera da leggere, molto spigliata, i dialoghi sono naturali e non si inceppano mai, quindi tutto il resto si perdona.
Purtroppo c'è un difetto non indifferente della trama, l'esistenza di informazioni pubbliche. La sospensione dell'incredulità vacilla. Nel momento in cui la vittima è un attore noto o famoso, un killer degno del suo nome avrebbe almeno fatto i suoi compiti per controllare se davvero era sposato, se aveva dei figli, un assistente regolare, giusto per evitare di incappare in altre persone nel suo appartamento, e avrebbe scoperto che la cliente non era sua moglie. Diventa difficile accettare che vada alla cieca ad ucciderlo, senza informarsi prima. (Ad esempio il buon Remo Girone, wikipedia ci dice essere sposato e con chi, senza faticare troppo).
Una nota di poco conto ma che mi ha fatto pensare.
"La casa di Remo il traditore e sua moglie." questa frase che ci butta a freddo nell'ambientazione non è sbagliata in sé, però è anomala, molto statica in mezzo a delle scene rapide.
Una volta deciso di inserirla, me la sarei aspettata ripetuta nell'ultimo paragrafo all'altro cambio di ambientazione, o meglio all'inizio di tutte e tre le scene, tipo "un buio garage sotterraneo", "La casa di Remo ...", "La casa romana di Remo", per scandire un ritmo e non solo spezzarlo. Tutti come precisa scelta stilistica oppure nessuno. Altrimenti poteva tranquillamente essere inserita nella narrazione normale, "Arriva alla casa di Remo ..." o simili.

- Il sole dentro, di Angelo Frascella (L'apparenza inganna)
Finita la prima lettura ho pensato "Dov'è il tema? Ah dev'essere la Seconda possibilità che lei dà a Marco a fine serata, anche se vuole fuggire", poi ho controllato, era L'apparenza inganna... e il tema non l'ho più trovato nel racconto, anche sforzandomi.
Mi ritrovo molto nelle descrizioni della solitudine, perché mi è capitata circa la stessa situazione, passare da vivere con dei coinquilini a restare solo in casa per varie ragioni. Può essere complicato, esaltante al principio e strano col passare dei giorni. Mi sembra strana la reazione di cercare la "persona sbagliata", per stessa ammissione della protagonista, e non una delle altre opzioni possibili. Studiare in aule studio, dipartimenti, quant'altro. E' raro studiare da soli, soprattutto se la solitudine la si patisce.
Ho letto tuo racconti con molta più verve e direzione, non prenderla a male, ma questo non mi sembra riuscitissimo. Soprattutto il finale con il complimento esagerato fa un po' crollare tutta l'aspettativa di una qualche rivelazione dovuta alla combinazione di ragazzo superficiale e commento non richiesto dopo la cena. Tutto fa presumere un qualche cambiamento nella protagonista, e invece nulla...
Il racconto è ben scritto, ma non mi convince davvero, nonostante l'abbia riletto diverse volte per trovare l'angolo giusto da cui apprezzarlo.

- Il velo di Maia, di Jacopo Berti (L'apparenza inganna)
Genere grossomodo horror, e parti con la mia simpatia. Bambini cattivi e l'hai vinta completamente.
Detto questo, penso che ci siano troppi personaggi nella tua storia, ci stanno stretti in così pochi caratteri. Madre, padre, Coslovich, Giulia, uomo nero, Maia, sono sei personaggi che agiscono (e due a pezzi). Il sogno all'inizio l'ho trovato un po' confuso, chi è il bambino? Tutti i bambini maschi della storia sono morti, è uno dei figli? E dov'è? Visto che non mancano gli spunti per espandere il resto del racconto, la registrazione, Coslovich, una qualche interazione tra bambina e genitori, forse vedrei meglio un inizio a caldo con la madre che si sveglia dall'incubo. Lo so che è più cliché, ma a volte si può fare.
Penso che il tuo racconto sia ben scritto, sia come scelte di trama che di stile, ma abbia bisogno di un editing aggressivo per bilanciarlo. Si alternano scene molto "statiche", il sogno e la descrizione di Coslovich, a scene molto veloci, come il dialogo registrato e il finale. Penso che una volta preso il ritmo giusto possa migliorare drasticamente!
Ma almeno lo è stata per i bambini

Non c'era solo una bambina sopravvissuta? Sta parlando con lei, per aiutarla a ricordare, a quale altro bambino è stata utile?

- L’arcano, di Alberto Della Rossa (Seconda possibilità)
Non sono completamente sicuro di aver capito come finisce il racconto, perché l'arcano del mago lo fa reincarnare e perché la morte pensa che stia infrangendo il patto. In realtà mi domando in che modo differisca la sua sorte in base agli arcani che potrebbe pescare.
Lo stile è ottimo, si legge davvero bene e dipingi dei personaggi molto vivi, specialmente la morte con la sua fisionomia fuori controllo e un carattere molto più vivace di quanto non abbia nelle rappresentazioni classiche.
Finale a parte mi sembra un ottimo racconto. Prima di deciderne le sorti leggerò i commenti altrui perché magari qualcosa mi è sfuggito nonostante le riletture, o magari c'è qualche simbolismo dei tarocchi che non conosco. Quelli che ho trovato, riguardo al Mago-Bagatto parlando della bacchetta nella mano destra puntata verso il paradiso e la mano sinistra verso la terra, collegamento tra umano e divino, yada yada, che mi fanno pensare non a una reincarnazione ma a una ascensione del nostro protagonista... ma sono quasi sicuro che siano tutti miei viaggi e si sarebbe trovato un simbolismo buono per qualsiasi altra carta dei tarocchi fosse rimasta a terra a fine racconto!
- E chi mi dice che le carte non sono segnate? Non mi sembrano in buono stato.

Il mazzo di carte è della morte, anche se fossero segnate, che importa all'anima di passaggio che deve scegliere? Tanto non saprebbe che segni cercare. Se la morte si limita a mischiare e far scegliere, possono pure avere tutti i retri diversi (e probabilmente lo sono, essendo dipinti a mano) e non sarebbe rilevante.




1 - Chanson de geste, di Steamdoll (L'apparenza inganna)
2 - Può mai il bene misurarsi con la bellezza?, di Simolimo (L'apparenza inganna)
3 - Il velo di Maia, di Jacopo Berti (L'apparenza inganna)
4 - Un amico speciale, di Veronica Cani (L'apparenza inganna)
5 - Piano di fuga n.2, di Diego Ducoli (L'apparenza inganna)
6 - Un filo invisibile, di Carolina Pelosi (Seconda possibilità)
7 - L’arcano, di Alberto Della Rossa (Seconda possibilità)
8 - Troppo tardi per combattere, di Manuel Piredda (L'apparenza inganna)
9 - Follie d’amore, di Raffaele Marra (L'apparenza inganna)
10 - Il sole dentro, di Angelo Frascella (L'apparenza inganna)

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Re: Gruppo LUCIFERO: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#5 » giovedì 19 novembre 2015, 13:38

angelo.frascella ha scritto:Bentornata, Simo!!!! In ogni caso, se ti rimane tempo, i racconti del tuo gruppo puoi comunque commentarli (senza fare la classifica ovviamente) :)


grazie mille Angelo ^_^ carino come sempre!! <3
se avrò tempo li commenterò tutti... sicuro li leggerò =)
ciauzzzzz!

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Re: Gruppo LUCIFERO: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#6 » giovedì 19 novembre 2015, 20:22

Troppo bravi gli autori di questo gruppo. A mio avviso, ci sono diversi pari merito, ma una classifica va fatta. La new entry Steamdoll ha scritto un capolavoro, Albero della Rossa ha sfondato una porta aperta con me, Raffaele si conferma un professionista della scrittura, Veronica ha confezionato un'altra storia toccante, Simolimo ha scritto un racconto che tutti dovrebbero leggere, grandi e piccini. Mi spiace per l'ultimo posto, è il racconto che mi ha presa meno, lo stile non ha nulla da invidiare agli altri. In bocca al lupo a tutti e grazie per le belle storie che mi avete regalato.

1) Chanson de geste – Steamdoll
Mi unisco ai complimenti di Ambra, testo scritto divinamente, descrizioni eccellenti, ti sei calata alla perfezione nel Medioevo e ci hai regalato uno spaccato davvero pregevole. Il finale però, a parte la ripetizione, sicuramente voluta, pone in secondo piano la figura del cavaliere che tanto ci ha affascinato per concentrarsi su Ginevra. Invece il personaggio femminile che indossa l'armatura è grandioso, magari con qualche carattere in più avresti potuto restituirle un'identità. Resta comunque un pezzo di gran pregio. Bravissima.

2) L’arcano – Alberto della Rossa.
Alberto, hai giocato sporco con la carta dei Tarocchi. Naturalmente sto scherzando, ma essendo una conoscitrice della materia (ora non immaginatemi come una maga, piuttosto come un'amante dell'ignoto), il tuo racconto mi è piaciuto moltissimo. Lo stile è molto buono e si capisce benissimo che non hai avuto modo di rileggerlo perché gli errori sono sviste. Anzi, te li scrivo subito così non li perdo.

Osservava la media aritmetica dei lineamenti di tutti coloro che l'avevano incontrata e si chiedeva se le facce conosciute che di tanto in tanto gli sembrava di riconoscere fossero quelle dei suoi amici già trapassati o semplicemente fisionomie comuni
Periodo che manca di virgole.

Le carte si aprirono nuovamente tra le mani incartapecorite. Alfio allungò la mano
Ripetizione mani/mano

Torniamo al testo. Caratterizzazione dei personaggi ottima, mi è piaciuto tanto immaginare la Morte con mille volti, inoltre trovo che il finale sia un gioiellino. La carta del "Mago", detta anche del "Bagatto", ha un significato divinatorio positivo, tu l'hai usata forzando la sua natura, ma è questo il bello. Poiché il Bagatto è una persona intelligente, con tutti gli strumenti necessari per cavarsela alla grande, non è escluso che non sia un Mago capace di manipolare la materia. Questo testo mi mette in crisi, perché avevo già chiare in mente le prime tre posizioni, adesso non so più che pesci prendere.
Lo sapete che vi odio, vero?
Bravo :)

3) Follie d’amore – Raffaele Marra
Assolutamente fantastico! Pensa, che prima di leggere il racconto, poiché lo copio incollo su un file word per comodità, mi era andato l'occhio sul finale e avevo già l'informazione anzi la chiave per capire dove il racconto andava a parare. Eppure, sei riuscito a confezionare il testo così bene, che mi sono dimenticata di "George Clooney" e ci sono cascata con tutte le scarpe.
Trama e stile ottimi, del resto ormai ci hai abituati a certi livelli. Non ho neppure un rilevo da farti a livello di editing. Forse l'unica cosa che mi sembra strana, sono tutte queste telefonate che potrebbero essere intercettate, soprattutto dopo il delitto. Quel "Gentile signora, fatto", mi sembra poco professionale. Per il resto è un bellissimo lavoro e l'incipit è il migliore in assoluto tra tutti quelli che ho letto fino ad ora su Minuti Contati.
«Voglio che lei uccida mio marito.»
Sfido qualsiasi lettore ad abbandonare il testo, dopo una dichiarazione di questo tipo. Bravissimo.

4) Un amico speciale – Veronica Cani
Primo racconto che leggo tra i luciferini, quindi non posso sbilanciarmi troppo con il giudizio. Posso solo dire che mi è piaciuto davvero tanto, credo sia il migliore tra quelli che hai scritto. Ho trovato lo stile molto migliorato, ma certamente la forza di questo racconto non è solo nello stile, ma nel messaggio che arriva forte e chiaro. Il tema è centrato al 100% e la trama con il finale aperto, come piace a me, è attuale e molto triste.
Uno dei periodi che ho apprezzato di più è questo: "Andrea dovette ammettere che Roger aveva ragione. C’era qualcosa nell’atteggiamento di don Maurizio che trovava sgradevole. Ma non sapeva spiegarsi cosa." Il bambino si rende conto che c'è qualcosa che non va, ma è troppo piccolo per capire. Per fortuna c'è Roger, il suo Alter Ego :)
Di appunti ne ho giusto due:

Gli capitava di prendere un brutto voto a scuola, di macchiare di fango la roba fresca di bucato o, peggio ancora, di procurarsi uno strappo nei calzoni mentre giocava a pallone.
Nella priorità delle cose peggiori hai messo lo strappo nei pantaloni, per me invece è il brutto voto a scuola. Ma questa credo sia una valutazione personale, perché per me è sempre stata una tragedia, ma non per tutti è così.

Era il parroco della chiesa di Santa Maria che Andrea frequentava e tutti i bambini lo adoravano.
Manca la virgola.
Ottimo lavoro, Veronica.

5) Può mai il bene misurarsi con la bellezza? – Simolimo
Concordo con il commento precedente, un ottimo racconto, soprattutto nel finale. Un testo con un messaggio importante. La rivincita del piccolo, dell'insignificante, dell'ultimo che però non dimentica gli altri né l'amore, né l'affetto che dovrebbe legare i propri simili. Dopo la sviolinata, passiamo alle cose che non mi hanno convinto. I dialoghi in primis. Non hai differenziato chi dice cosa, ponendo le sorelle sullo stesso piano. Non che sia un errore, in fondo sono entrambe vanitose e superficiali, ma mi sarebbe piaciuta una maggiore caratterizzazione.
Inoltre questo passaggio: "Ma anche quando nessuno" è da rivedere. Non è mai bene iniziare una frase con "ma".
Per il resto, ottima lettura, consigliabile a tutti.

6) Troppo tardi per combattere – Manuel Piredda
Il finale è molto divertente e solo dopo averlo letto, il titolo ha un significato. Le descrizioni della battaglia sono ottime, mi è piaciuta in particolare la caratterizzazione della creatura fatta di ombre e questa signora della luce invocata e resa palese solo nel finale. Qualche appunto sparso, ma il giudizio è positivo.

Con un salto affondò la lama al centro della sagoma nell'ombra ma quella non emise alcun suono
Manca la virgola

afferrò la caviglia e lo fece capitombolare sul posteriore.
Non mi piace molto “posteriore” come definizione, avrei preferito “capitolare a terra” lasciando che sia il lettore a immaginare il resto.

spezzata durante la caduta e la sensazione di freddo sul posteriore
Hai addirittura ripetuto la parola “posteriore”! LOL

Luca fece l’unica cosa che gli era rimasta da fare: si mise a piangere e urlare in cerca d’aiuto.
Taglierei la prima parte “Si mise a piangere e a urlare” va benissimo così.

7) Il velo di Maia – Jacopo Berti
Testo inquietante, come ha scritto Andrea; i bambini cattivi costituiscono un argomento principe nell'horror che certamente colpisce e non lascia indifferenti. Il finale è ad effetto, in finale che non ti aspetti. La narrazione presenta qualche problema che ti ho evidenziato nei commenti, la parte invece che secondo me fa decollare il racconto, è quella della registrazione e la descrizione della scena del delitto, scritta molto bene.
Quello che mi è piaciuto meno, sono i continui cambi di scena. Non pensare che non mi piacciano, anzi, ma in un racconto così breve, spezzano troppo e confondono il lettore che in poche battute deve faticare per ambentarsi e capire che succede. Se non sbaglio ci sono quattro cambi di scena. Ti scrivo gli appunti che possono esserti utili in fase di revisione:

da un'accecante luce di vetro.
So che volevi darci un’informazione, ma non mi arriva la “luce di vetro”. Visivamente, intendo. Ti faccio un esempio: sto leggendo un libro in cui a un certo punto l’autrice scrive: la luce pioveva dalla vetrata. Ecco, un’immagine di questo tipo arriva, anche se è strana come definizione.

Vestito di una tunica candida, albino, scriveva con un gessetto bianco sulla parete.
L’informazione che è un albino (quindi di pelle chiarissima) è principale, non va inserita nel testo dopo la tunica.

Ma, uomo tutto d'un pezzo,
Word dovrebbe segnalarlo come errore, ma in linea di massima, non si iniziano le frasi con “ma” e “però”.

8) Il sole dentro – Angelo Frascella
Racconto moderno che parla della quotidianità. Non hai cercato effetti speciali, hai raccontato la nornalità in cui tanti di noi si rispecchiano. Questo è il pregio di questo testo che è coerente e si prende le giuste pause. Gli aspetti negativi riguardano la trama che manca di elementi forti, portanti. Senza cercare i famosi fuochi di artificio che neppure io amo, secondo me manca qualcosa che renda il testo unico e originale. L'ho trovato scorrevole, ben scritto, con un finale piacevole, ma non si distingue.
Attenzione alle ripetizioni, ne ho trovate parecchie con "Rita" come soggetto.

Rita scosse la testa.
“Rita, da giorni vaghi per il centro
Rita afferrò il cellulare
Rita chinò la testa


9) Un filo invisibile – Carolina Pelosi
Per il tuo testo, potrei fare copia incolla del commento che ho fatto ad Angelo Frascella. Racconto che narra una storia semplice in cui chiunque si può rispecchiare, non succede nulla di particolare. Due persone che prima erano legate, si separano e si perdono di vista. Poi si ritrovano per parlare dei vecchi tempi e il filo che le legava torna ad essere forte come prima. Il tutto scritto molto bene, tanto è vero che ho un solo appunto da segnalarti:

E tre anni di distanza non li avevano cambiati affatto.
Sono due donne, quindi “non le avevano”.

Quello che manca al tuo racconto è l'originalità o comunque un aspetto portante e forte che interessi il lettore. Non parlo di un finale ad effetto, ma di elementi che lo rendano unico e che lo facciano distinguere rispetto alla massa degli altri testi. Non basta scrivere bene e raccontare una storia, bisogna fare in modo che al lettore quella storia resti impressa. Il messaggio deve essere forte. Questo è l'unico appunto che mi sento di muoverti, difatti, nella classifica finale, sarai vicino al testo di Angelo che considero pari merito.

10) Piano di fuga N. 2 – Diego Ducoli
Il testo è ben scritto, lo stile è ottimo, ma ho faticato ad entrare nella storia. Forse il fatto che tu abbia iniziato il testo nel bel mezzo di un dialogo senza introdurre i personaggi, mi ha confusa, tanto è vero che non avevo neppure capito si trattasse di due uomini. L'ho letto senza interesse, sorvolando addirittura dei periodi, cosa che faccio raramente. In finale mi ha strappato un sorriso, ma non è riuscito a convincermi. In linea di massima manca il tratteggio dei personaggi, il conflitto e un finale non prevedibile. Mi spiace per il giudizio negativo.
Uno scrittore è un mondo intrappolato in una persona (Victor Hugo)

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Re: Gruppo LUCIFERO: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#7 » venerdì 20 novembre 2015, 16:46

COMMENTI

Un filo invisibile
di Carolina Pelosi


Delicato e leggero, il racconto scorre veloce. Certamente nel breve è una lettura piacevole. Se devo trovarci un difetto, o meglio quello che manca per lasciare davvero il segno sul lettore, questo è la mancanza di pathos. Trovo che questo derivi dal fatto che la storia è molto raccontata e poco mostrata. Ovvero io ho letto di Sofia e Melissa, ma non ho vissuto la loro storia, non ci sono entrato dentro.
Mi sorge un dubbio, ma parli di amicizia o di amore? Io in questa storia ho visto l'amore.

Troppo tardi per combattere
Manuel Piredda


Devo ammettere che il racconto non mi ha entusiasmato. Complice il fatto di sapere il tema della sfida che, per come è strutturato il tuo scritto, va a trasformarsi in un grande spoiler. Trovo poco efficace e controproducente la conclusione, che stacca di netto con il resto del racconto fornendo un senso di alienamento e scaraventando il lettore fuori dal narrato. Sarebbe stato preferibile che si risolvesse in un continuum narrativo (spero di esser stato chiaro, in caso contrario chiariamo in seguito).
Inoltre nel corpo del testo c'è molta azione, molto movimento, ma mancano le sensazioni provate dal protagonista. Ciò è un ostacolo per il lettore che non empatizza con Luca.
Presta infine attenzione alle ripetizioni: nell'incipit scrivi due volte "figura" e questo stona.

Chanson de geste
Steamdoll 


Ho diversi appunti da farti.
1. Il riadattamento della storia di Lancillotto e Artù va a giocare a tuo sfavore. Anche solo per il fatto che generano indirettamente nel lettore diversi interrogativi. Lancillotto e Artù erano grandi amici, si conoscevano direttamente al di là della celata. Quindi trattare Lancillotto come il "cavaliere mascherato" che nessuno ha mai visto in viso... beh... non è una pillola che viene mandata giù velocemente. Il solo cambiare il nome dei protagonisti avrebbe risolto questo dettaglio.

2. Nel paragrafo finale la narrazione incespica, non si riesce bene a tener il filo della narrazione e si fatica a figurarsi la scena. Ti cito:
Steamdoll ha scritto:Tuttavia la donna non teme, non mostra paura o sgomento.
Il re vacilla, il braccio si fa pesante mentre Ginevra gli sorride. Bella come sempre.
Con la grazia di una ninfa posa le mani sull'elmo del cavaliere, lo solleva, una cascata di capelli castani va a posarsi sugli spallacci ammaccati del campione. Gli occhi azzurri del traditore sono su di lui, il sorriso piega le labbra del volto delicato della dama in armatura.

Cambia repentinamente, per ben due volte, il punto di vista. Tanto che la prima impressione è che sia il re che "con la grazia di una ninfa" sollevi l'elmo del cavaliere. Poi, a rigor di logica, si comprende che l'azione è compiuta da Ginevra. Ma ecco che i riferimenti cambiano di nuovo con "gli occhi azzurri del traditore sono su di lui".
Ecco, questa parte è un po' da rimaneggiare mantenendo la narrazione lineare.

3. Il finale da "burla" non mi soddisfa, anche perché, dato il tema, risulta telefonato. La getto lì: una regina che tradisce il re per una donna mascherata da cavaliere sarebbe stato più forte.

UN AMICO SPECIALE
Veronica Cani


Trovo che il tuo racconto sia una bella idea sfruttata male. Ok, il racconto sul prete pedofilo può risultare banale, ma intrecciato con un bambino problematico diventa interessante. Ma proprio qui nascono i primi problemi.
Secondo me, avresti dovuto calcare maggiormente la mano sulle problematiche di Andrea. Emarginato dai compagni a causa del suo continuo parlare con Roger. Invece, oltre a un primo vago riferimento, non accenni a tali problematiche e anzi, fai riferimento ai pantaloni rotti giocando a calcio. Quindi vado a pensare che gioca a calcio con gli amici, con questi va in parrocchia, ecc. e che dunque non ha poi tanti problemi di socialità.
Quando ho letto il nome di don Maurizio, ammetto di essermi sfregato le mani pensando "finalmente un po' di pepe!". Il racconto si prospettava infatti interessante, andando a trattare di un tema quale la pedofilia nella chiesa cattolica. Ma in realtà non hai avuto il coraggio di andare oltre. So che scrivere di certi temi, scrivere certe scene, è difficile e doloroso... ma va fatto dal momento che scegli di trattare l'argomento. Invece non vai oltre il "forte abbraccio" che, per quanto hai scritto, può benissimo essere un innocentissimo abbraccio. Hai avuto occasioni per far il salto e non le hai sfruttate. La prima, quando Roger mette in guardia Andrea con "Ti stringe forte il fianco e ti fa male. E a te non piace quando fa così." mentre un riferimento a palpeggiamenti o reazioni corporali del prete sarebbe stato più forte ed efficace. L'altra occasione l'hai persa nel finale. Non mi convince un Andrea che cambia tanto repentinamente idea sul prete, né mi garba il calcare la mano sulle presunte colpe dei genitori (che trovo, in generale, una lettura errata sull'argomento). Avrei "preferito" leggere di un Andrea che ritorna da Don Maurizio, il quale, nel finale, va oltre il semplice abbraccio. Così che Andrea si potesse pentire di non aver ascoltato la vocina di Roger che gli martellava nel cervello.
In definitiva, per chiarire la mia critica: se decidi di scrivere un racconto sulla pedofilia, parla di pedofilia e non girarci intorno. E questo vale per qualsiasi tema tu sceglierai in futuro per i tuoi racconti.

Ti faccio infine una piccola annotazione: "Anche se Andrea era solo un ragazzino, aveva le sue brave giornate storte." Non colgo il senso di "brave giornate storte", elimina brave. O meglio, io ti consiglierei di eliminare tutta la frase dal momento che non trovo l'eccezionalità nelle disavventure di Andrea, comuni al 90% dei bambini/ragazzini.

Piano di fuga N°2
Diego Ducoli


Il racconto si fa leggere in modo scorrevole, merito dei dialoghi serrati che trovo siano croce e delizia di questo pezzo. Il lato positivo è che danno impeto e velocità alla narrazione, il negativo è che rendono i protagonisti piatti e indistinti l'uno dall'altro. Questo problema si può ovviare facendo più attenzione al parlato, caratterizzandolo, e dando qualche info in più sulle reazioni dei protagonisti. Ora, invece, i personaggi non si vedono... si ascoltano.
C'è chi ha visto un'intenzione umoristica nel tuo scritto... Forse, è un punto che chiarirai tu. Io ho provato solo ribrezzo per questi due cinquantenni. Ma il far provare ribrezzo non è un difetto dello scritto, anzi, può essere una bella lama da sfoderare.

Può mai il bene misurarsi con la bellezza?
Simolimo


Non si nota alcun rimasuglio di ruggine nel tuo narrato, anzi. La lettura scorre piacevole, e uno stile sensibile si fonde bene con una voce narrante tipicamente "da favola". La struttura stessa del racconto è efficace, con il finale che porta con sé il messaggio che i bambini, a cui è indirizzato, facilmente riuscirebbero a carpire. Dal punto di vista stilistico hai pienamente raggiunto il tuo obbiettivo.
Ma ora scendiamo al contenuto. Che messaggio stiamo dando a questi bimbi? La castagna protagonista cresce e non si sviluppa, è quella brutta, viene emarginata dalle sorelle. E lei cosa fa? Piange, si lamenta, si dispera e si lascia morire. Ma ha fortuna. Non muore e si sviluppa, diventando infine "il castagno più rigoglioso della foresta". Ma che ha fatto per meritarsi questo? Niente.
Il lettore è portato a odiare le sorelle. Ma in fondo, queste, che han fatto di male? Sì, han fatto l'errore di emarginare la sorella, per paura che questa potesse condizionare il futuro pieno di luce che sognavano di avere davanti a loro. Errori del genere, l'emarginazione dei più sfortunati, sopratutto tra bambini, avvengono tutti i giorni. Davvero vogliamo condannare a morte questi errori di immaturità (che magari derivano piuttosto da una cattiva educazione, solo per citare una delle possibili cause)? La metto sul tragico perché proprio a questo sono condannate le due belle sorelle, alla morte.
In sostanza, quello che manca alla protagonista della tua storia, è la reazione. Reagire davanti alle sfortune della vita, dare un calcio in faccia al futuro e sorgere alta in faccia alle difficoltà. A proposito di questo argomento, ti consiglio un corto (mi raccomando va' a vederlo che merita). Si chiama The butterfly circus e ti metto il link a seguito. Spero ti aiuti (nel caso ce ne fosse bisogno) a comprendere la mia critica. :)

Follie d'amore
Raffaele Marra


Trovo buono il narrato, che è salito di livello rispetto a quello di altri tuoi racconti che lessi tempo fa. Trovo però tu ti sia dato una zappata nei piedi nel modo in cui hai costruito la vicenda. L'errore è stato dividere uno scritto tanto breve in tre momenti spazio temporali diversi. Questi necessitavano infatti di un eguale approfondimento, invece va a finire che, gioco forza, il finale è appena abbozzato e poco efficace. Al di là poi del fatto che è davvero difficile che il killer, per quanto improvvisato possa essere, non avesse coscienza che la mandante fosse stata sposata con George Clooney...
La fretta di arrivare alla doppia conclusione (che, a essere onesto, non mi ha convinto) mi pare ti abbia condizionato anche nei dialoghi. Mentre il primo paragrafo è credibile in azioni e dialoghi, ecco che le telefonate si fanno davvero irrealistiche a partire dalla seconda parte. Tanto che credevo si risolvesse tutto in una grande burla.
L'apice del racconto, quello che avrebbe meritato il maggiore pathos visto il compito del killer, crolla nei pochi riferimenti all'omicidio.

Il sole dentro
Angelo Frascella


Un voto in più lo meriti per il modo in cui hai affrontato il tema, la vera arma segreta del racconto che, ai miei occhi, lo rende così terribilmente tragico. In poche righe, raccontando la giornata di una ragazza, sei riuscito a dare uno spaccato di quella che sarà la sua vita. Condannata dall'ansia di restare sola, pur di avere sollievo, finirà per legarsi a persone che non la soddisfano e che non la renderanno mai veramente felice, nonostante "il segno del sole" che si porta appresso. Ti faccio un solo piccolo appunto: differenzia tra loro il parlato e i pensieri, in modo tale che sia immediatamente possibile distinguerli tra loro.

Il velo di Maia

Timetrapoler/Jacopo Berti


Leggerti per la prima volta è stata una piacevole sorpresa. Al di là di alcune critiche che ti farò, il tuo racconto mi ha lasciato una sensazione positiva, sia a una prima che a una seconda rilettura. Mi ha convinto il tuo stile e quindi il ritmo narrativo, mi è piaciuto come sei riuscito a calare il lettore in una storia abbastanza completa con così pochi caratteri, e sopratutto mi è piaciuto come hai collegato tra loro i diversi paragrafi: hai infatti evitato che il lettore fosse alienato dai tre cambi di prospettiva collegandoli tra loro nel continuum della narrazione.
Ora, cosa non mi ha convinto? Il finale. Se il terzo paragrafo da un lato ha il pregio di collegarsi agli altri due, continuando e, in un certo senso, completando la storia, d'altro canto risulta essere un pugno nello stomaco del lettore. Il paranormale "uomo nero", in quei pochi caratteri con cui si spiega tutta la vicenda, mi ha dato l'impressione d'essere un "deus ex machina". Per spiegarmi meglio: mentre nei prime due paragrafi sei riuscito a incuriosirmi, a farmi entrare dentro la storia, le poche righe finali mi hanno catapultato fuori con violenza. L'inserimento dell'elemento fantastico, al posto di sorprendermi, m'ha deluso in quanto facile escamotage letterario.
In ogni caso, buona prova.

L'Arcano
Alberto Della Rossa


Anche questa volta hai dato prova di ottima scrittura. Dialoghi caratterizzati e credibili si alternano a piccole descrizioni che contestualizzano il racconto rendendolo tridimensionale. Insomma, ti sto qua a ripetere quello che sai già. Quindi passo a qualche critica. Ok, hai scritto il racconto in mezzora (come ho letto nei commenti) e probabilmente deriva da questo, ma il finale è davvero di difficile comprensione. Ho dovuto rileggere quella parte due o tre volte perché non ho subito capito chi facesse cosa... magari ripetere il nome del soggetto che compie l'azione è la giusta soluzione. Poi, qual è il destino di Alfio? Se, come scrivi nei commenti, beffa la morte... uno si aspetta che ritorni in vita dal letto di morte... ma così non è avvenuto. Se invece la tua scelta è stata quella di rendere fumoso il finale... è un opzione che non condivido perché mi fa pensare che neanche tu sapessi dove andare a parare (ma tendo a escludere questa ipotesi :) ).
Comunque, al di là di questo, la lettura è stata molto piacevole ed evocatoria. Il pensiero è andato direttamente alla partita a scacchi con la morte de Il Settimo Sigillo. Credo il tuo sia un omaggio a quel film…

CLASSIFICA

1. Il sole dentro – Angelo Frascella
2. Può mai il bene misurarsi con la bellezza? - Simolimo
3. L'Arcano – Alberto Della Rossa
4. Il velo di Maia – Jacopo Berti
5. Un filo invisibile – Carolina Pelosi
6. Follie d'amore – Raffaele Marra
7. Un amico speciale – Veronica Cani
8. Chanson de geste – Steamdoll
9. Piano di fuga n.2 – Diego Ducoli
10. Troppo tardi per combattere – Manuel Piredda

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Vastatio
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Re: Gruppo LUCIFERO: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#8 » domenica 22 novembre 2015, 17:30

- Un filo invisibile, (Seconda possibilità)

Ciao, dopo le ultime edizioni è bello finalmente leggere qualche racconto in cui ci siano dei sopravvissuti. Certo, la nonna è morta, ma poco importa se è riuscita a far riavvicinare le due amiche.
Ammetto di non riuscire a empatizzare coi protagonisti, perché sono un asociale e trovo un po' difficile oggi che non ci si possa tenere in contatto anche a città di distanza. Però basta qualche anno nel passato e di strumenti che ci diano un contatto, seppur effimero, come FB vengono a mancare.
Una amicizia ritrovata, pienamente in tema, per quanto sia una storia semplice è comunque molto bella.

Non ho apprezzato però la scelta dei "dialoghi". Non sono un paladino del mostrare e non raccontare, ma se racconti tanto mi aspetto che i dialoghi siano incisivi.

“Ti ho sognata, stanotte”, scrisse Melissa.
“Sul serio? Anch’io ho sognato te.”

Questa coincidenza la trovo poco ispirata. Non capisco perché evidenziarla ed estrarla dal contesto raccontato.
Un piccolo appunto anche sulla questione tempo. Il tempo è sempre relativo e lo dimostri anche tu visto che un pomeriggio annulal tre anni di lontananza. Quanti anni hanno el protagoniste? più di 15 e 4 ore, ok. Però 12 anni di "vita insieme" hanno un peso diverso per una trentenne piuttosto che per una sessantenne (non vado troppo oltre in quanto c'è la famosa nonna che muore). Considerando anche i tre anni di vuoto significa CAPIRE anche quali esperienze possono aver vissuto. Non hai lo spazio per descriverle, ma puoi farmele immaginare. Solo che così non resco a capire quali dodici anni hanno condiviso.

- Troppo tardi per combattere, (L'apparenza inganna)
Ciao, una bella idea da rifinire. Se puoi elimina gli stracci, hai già tanti elementi che possono bruciarti l'effetto sorpresa (il tema in primis), per quanto sia evocativa la figura delle creature d'ombra che si animano dagli stracci attiri troppo l'attenzione su di loro. Per di più mi confondi quaando affermi che Luca lne vede uno quando torna l'oscurità. Priam di tutto io al buio non vedo nulla e secondo l'ombra c'è solo dove c'è luce. Quindi o interpreto la cosa come Luca ha i superpoteri o è l'ennesimo indizio che Luca si sta inventando tutto. 800 caratteri e sono quasi certo di dove vuoi portarmi, ne aggiungiamo 200 e con la Signora della Luce hai definitivamente ucciso il finale.
Però la battuta finale della mamma, che si ricollega all'inizio, mi è piaciuta.

- Chanson de geste, (L'apparenza inganna)
Ciao, non posso dire che il racconto mi sia piaciuto.
Nonostante sia scritto bene e tu riesca a tenere il lettore sul punto di vista del re geloso la rivelazione finale gioca sporco: tiri fuori l'assassino da un personaggio che non mi hai mai presentato. Anche al netto del tema ci si aspetta che qualcosa andrà storto al nostro re, ma in questo modo è facile, potevi anche infilare sotto la celata Giorgio Mastrotta che propone al re nuovi materassi per le sessioni ludico-motorie in camera da letto.
Lo stile che hai scelto di usare mi fa sanguinare. Ansante, come forse vuoi rendere la gelosia, ma non si scioglie nemmeno alla fine. Per il resto, a parte il senso di soffocamento, non mi ha trasmesso nulla: una asettica telecronaca degli eventi. Se era questo il tuo intento, ottima prova.
Tema rispettato.
PS: leggendo gli altri commenti mi pare di essere l'unico a non aver apprezzato il tuo stile. Facciamocene entrambi una ragione.

- Un amico speciale, (L'apparenza inganna)

Ciao, come spesso accade su MC non ho appunti sulla forma da fare, il racconto è chiaro e si legge senza fatica. Anche se conosco bene le difficoltà dei 3000 caratteri mi sembra come se tu non abbia sviluppato a dovere i punti fondamentali perdendoti in dettagli non necessari. Hai delle grosse tematiche in ballo (abusi, famiglia poco propensa al dialogo, amici immaginari come valvola di sfogo) ma appena sposti il focus su una di queste subito ti sposti via. Mi ha dato l'idea di chi lancia la pietra e poi ritira la mano.
Un po' ti risollevi nel finale, dando nuova importanza a Roger, l'importanza che mi aspetto da chi si merita il titolo del racconto, ma di nuovo finisce lì e devo immaginarmi tutto io come "spero" dovranno risolversi tutti i problemi ch emi hai citato.
Tema rispettato.


- Piano di fuga n.2, (L'apparenza inganna)
Ciao, complimenti. Sorvolando sulla punteggiatura, una brutta bestia da domare passate le 22.15, sei riuscito a sconfiggere il tema in modo divertente e, da rimarcare viste le passate edizioni, senza uccidere nessuno.
Considerando il grosso spoiler che era il tema sei riuscito a farmi credere che fosse concentrato nell'omosessualità dei protagonisti. Alla fine ribalti completamente la situazione e, di conseguenza, anche la moralità dei protagonisti, rivelandone la natura.

- Può mai il bene misurarsi con la bellezza?, (L'apparenza inganna)
Ciao,

una bella fiaba, di quelle che non stonerebbero affatto nelle raccolte blasonate. Anche senza il tema si capisce dove vuoi andare a parare. Ho però apprezzato la critica alla nostra società dell'apparenza. Se devo trovare qualcosa che non mi piace però è l'eccessiva "umanizzazione" delle castagne.
Hanno sogni "umani", sono completamente dimentiche della loro natura. Dopotutto come semi di una pianta il loro scopo dovrebbe essere proprio quello di diventare alberi. Quindi il finale più che una rivalsa della "natura" sembra più una "botta di culo" per la povera esclusa. Anche il titolo devo dire non è ispiratissimo.
Tema rispettato.

- Follie d’amore, (L'apparenza inganna)

Ciao,

una storia ironica e surreale da film di serie Z. Si legge senza problemi, le uniche note stonate sono quella specie di didascalia "La casa di Remo il traditore e sua moglie." e la frase "qualcosa RUBA la sua attenzione" (come frase mi suona male, sono abiatuato ad "ATTIRA la sua attenzione").
Quello che però mi rende difficile apprezzare appieno la storia è questo killer improvvissato. Non si informa preventivamente, non tiene d'occhio la casa, si fida ciecamente di cosa dice la cliente (che ha pronti 10.000 in una busta all'incontro, ma potrebbero esserci stati altri contatti prima e passi).
Tema rispettato.

- Il sole dentro, (L'apparenza inganna)

Ciao, ho trovato il tuo racconto interessante sotto vari aspetti. Intanto, nonostante non possa dire di avere un carattere affine alla tua protagonista, sei riuscito a farmi empatizzare con essa. Mi è piaciuto come hai saputo tratteggiare in poco spazio anche quei comportamenti che non ci sappiamo spiegare da alcune persone che crediamo di conoscere.
Come affermi tu stesso hai poi sperimentato tre livelli di "dialogo", e visto che li sto testando anche io da due edizioni, posso sfruttare anche il tuo tentativo che, devo dire, non mi è sembrato particolarmente riuscito (la voce nella testa dovrebbe avere un'altro tipo di grafia o, magari, un frasario che la renda immediatamente esplicita se decidi di farle condividere lo stesso identificatore del discorso diretto).
Da limare, ma non male come testo.
Tema rispettato.

- Il velo di Maia, (L'apparenza inganna)

Ciao, un bel racconto horror che inizia bene e finisce ancora meglio. E' nella fase centrale che trovo si perda, con dinamiche di cui, sinceramente, ho fatto fatica a capire il senso.
L'incubo che descrivi all'inizio non trova attinenza coi fatti narrati se non interpretandolo con "un generico bambino/vittima che vuole essere vendicato/aiutato". Perché la storia che ci mostri vede due vittime e nessun sopravvissuto se non la stessa autrice. O forse c'è qualche altro "testimone" che è impazzito? Dopotutto il colonnello parla di "bambini".
Tema rispettato.




- L’arcano,(Seconda possibilità)
Ciao, è bello scoprire che nelle tue vene scorre sangue come in tutti noi e non inchiostro come credevo. Un ottimo stile, come sempre, ma delle falle nella trama. Non so se tu stessi citando qualche opera famosa coi personaggi che avrebbe dovuto chiarire i punti oscuri, ma, nella mia ignoranza, mi lasci col più grosso dubbio di tutto il contest: come ha fatto a strappare alla morte il patto e questa necessità quale fosse.
Ti concedo questa tua variante di morte "impaziente", come se temesse che qualcuno riuscisse a scoprirla in fallo per aver concesso questa seconda opportunità.
Il finale è confuso, non l'ho capito. Sia nella tua versione originale, in cui mi sembrava quasi che la morte, spazientita, si stufi e lo ammazzi (ma non regge con le descrizioni successive).
Non l'ho capito però nemmeno dopo la tua spiegazione: per quale motivo dovrebbe essere ritenuta valida l'estrazione di una carta palesemente falsa? Oltre a questo, che Alfio sia un baro non lo fai intuire da nessuna parte, se non forse per la parte in cui chiede se le carte sono segnate, am dovresti svilupparla di più



Classifica

1 Piano di fuga n.2, (L'apparenza inganna)
2 Il sole dentro, (L'apparenza inganna)
3 Può mai il bene misurarsi con la bellezza?, (L'apparenza inganna)
4 L’arcano,(Seconda possibilità)
5 Un filo invisibile, (Seconda possibilità)
6 Troppo tardi per combattere, (L'apparenza inganna)
7 Chanson de geste, (L'apparenza inganna)
8 Un amico speciale, (L'apparenza inganna)
9 Il velo di Maia, (L'apparenza inganna)
10 Follie d’amore, (L'apparenza inganna)
Ultima modifica di Vastatio il martedì 24 novembre 2015, 10:35, modificato 1 volta in totale.

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ceranu
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Re: Gruppo LUCIFERO: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#9 » lunedì 23 novembre 2015, 23:00

Commenti in ordine sparso:

Un filo invisibile, di Carolina Pelosi

Ciao Carolina, ben trovata.
Racconto delicato, anche commovente. Mi piace il modo semplice con cui hai descritto un'amicizia che dovrebbe superare gli ostacoli della vita. È vero che succede poco, ma penso che sia difficile emozionare usando degli elementi semplici e tu ci sei riuscita.
Dal punto di vista tecnico ci sono delle imprecisioni che hanno rallentato un po' la lettura. Come già detto da altri ci sono due passati da correggere.
“Dopo infiniti mesi di silenzio, un giorno, il telefono di Sofia squillò. Melissa le aveva scritto un messaggio.”
Dopo squillò io metterei un due punti.

La ringraziava per averle fatto sentire la sua vicinanza dopo la morte di sua nonna. Anche da
lontano, lontanissimo, Sofia era riuscita a toccare l’anima di Melissa quando più ne aveva bisogno.

Per capire da dove arrivasse quel primo messaggio ho dovuto leggere la tua risposta. Effettivamente lega poco con il concetto di assenza che hai fatto trapelare fino a quel momento.

Un ultimo appunto: per una coerenza grafica io avrei cercato di distinguere i dialoghi orali da quelli scritti, magari usando apici bassi, o il trattino lungo.

Nel complesso è un racconto che mi è piaciuto.
Ciao e alla prossima.

Troppo tardi per combattere – Manuel Piredda

Ciao Manuel, ben trovato.
Racconto simpatico, leggero e con il giusto umorismo. Verso la fine si capiva bene che qualcosa non tornava, questo per via della totale mancanza di ambientazione, ma comunque non ha guastato la sorpresa finale. Il bambino che combatte nudo con le matite in mano mi ha fatto sorridere. Il testo è ben scritto, anche se ci sono delle ripetizioni evitabili. Magari inserirei qualche elemento che faccia intuire il finale, magari l'ansia che questa “Signora della luce” possa scovarlo, ma va già bene così.
Un buon raconto.
Ciao e alla prossima.


Chanson de geste, di Steamdoll

Ciao, piacere di conoscerti.
Testo scritto divinamente. Il titolo suggerisce l'intenzione, la tecnica la fa rivivere. Però la dimostrazione di bravura, per essere completa, doveva essere supportata da una buona trama; non che questa non lo sia, ma gli elementi che arrivano alla fine sono contraddittori rispetto a quelli che li precedono. Inizialmente sembra di vivere una storia fatta di gelosie e di piani studiati a tavolino da Artù che vorrebbe incastrare Ginevra (classico). Poi nel finale scopriamo che invece è stata la regina a ingannare il Re (però non hai mai accennato a questa scommessa). Anche il fatto di aver trasformato l'amante di Ginevra in una donna casca sul lettore come un macigno (fino a quel punto avevi sfruttato in maniera coerente la leggenda di Artù). Ho avuto l'impressione che tu abbia iniziato il racconto con un'intenzione, per poi cambiare rotta nel finale.
Quindi sono combattuto. Da una parte c'è un lavoro impeccabile dal punto di vista tecnico, dall'altra una trama, passami il termine, furba.
Rimane un racconto ottimo, ma con riserva.
Ciao e alla prossima.

Un amico speciale, di Veronica Cani

Ciao Veronica, ben trovata.
Diffido dei racconti in cui continua a piovere sul protagonista. So benissimo che la sfiga è cieca, ma non mi piace leggere di persone senza possibilità di rivincita, per quello mi affaccio alla finestra o guardo un tg.
Il bambino è caratterizzato solo a metà, personalmente non ho capito se è schizofrenico, autistico o semplicemente infantile. L'amico immaginario da degli spunti che il modo in cui lo trattano gli altri non danno. Poi arriva la questione pedofilia nella chiesa che non è un tema che adoro, perché il rischio è di fare del qualunquismo. Altra cosa che mi convince poco è il comportamento dei genitori che, per quanto possano essere bigotti, sono totalmente anacronistici; siamo in un'era iperprotettiva in cui basta un sorriso per far urlare alla pedofilia.
Per quanto riguarda lo stile ho poco da dirti, si legge bene.
In conclusione, anche se non incontra il mio gusto è un buon racconto.

Piano di fuga N°2, di Diego Ducoli

Ciao Diego. Il racconto mi è piaciuto perché sorretto da un'idea interessante. I due uomini che si fingono omosessuali per fuggire non è male. Personalmente ho trovato la storia esilarante, però concordo con chi ha dei dubbi sulla forma.

“Almeno è chiaro chi di voi due è il maschietto” sibilò nella mia direzione.
“Quando mai un uomo ha avuto il potere della parola in una discussione” ribattei piccato.
Francesco mi stritolò la mano, il messaggio era chiaro: non esagerare.
Ho trovato questo passaggio inutile.

Anche l'apertura stenta un po', non perché ci getti direttamente nel dialogo (per me questo è un pregio) ma perché non è sempre immediato chi dica cosa.
Nel complesso un buon racconto che mi ha divertito.
Ciao e alla prossima.

Può mai il bene misurarsi con la bellezza? Di Simolimo

Ciao, ben tornata da queste parti.
Che bella fiaba. Mi è piaciuta un sacco. È scritta benissimo dall'inizio alla fine ed è aria fresca da queste parti. Leggendo il tuo racconto ho potuto mettere da parte ogni logica, non mi interessa la sospensione dell'incredulità e nemmeno l'umanizzazione delle castagne. Tu parti diretta presentandoci i protagonisti, e ci conduci fino alla morale. Un racconto che meriterebbe veramente di essere letta ai bambini e stai tranquilla che domani lo farò con i miei figli.
Ciao e spero di rivederti presto.

Follie d'amore, di Raffaele Marra

Ciao Raffaele, ben trovato.
Racconto spigliato che però, come già fatto notare da altri, ha delle lacune. È poco equilibrato: il finale è solo abbozzato. Poi concordo con chi ti ha fatto notare che un Killer dovrebbe comportarsi in maniera diversa. Niente appostamenti, niente informazioni. Prima etra nella casa che gli è stata indicata allo sbaraglio, si insospettisce sul fatto che quell'uomo possa non essere il marito della donna, ma va comunque a ucciderlo senza porsi domande. Mi sta anche bene, ma almeno poteva chiedergli più soldi.
In sostanza, credo che per reggere un racconto simile abbia bisogno di una costruzione più “demenziale” per far diventare tutto un nonsense.
Ciao e alla prossima

Il sole dentro, di Angelo Frascella

Ciao Angelo, bel racconto.
Non so se hai questo tipo di problemi, ma hai reso alla perfezione la psicologia della protagonista. La paura di star sola la costringerà a stare con un uomo che non gli piace per tutta la vita. Mi piace, è molto attuale e decisamente crudele. Bello anche l'intervento della vecchina. Do ragione a chi ti chiede di distinguere meglio il parlato dal pensato, ma ci vuole poco a superare questo ostacolo.
Nel complesso è un buon racconto.
Ciao e alla prossima.

Il velo di Maia, di Timetrapoler
Ciao e piacere di conoscerti.
Racconto interessante, ma come già detto da altri forse troppo complesso per le 3000 battute. La parte centrale è quella gestita meglio, le altre mi lasciano un po' perplesso. Credo che mettere direttamente Maia davanti ai monitor avrebbe reso di più, facendo vivere tutto direttamente e cambiando scena una volta in meno.
Dal punto di vista tecnico ho apprezzato poco, nella parte finale, un abuso di punti.
Nel complesso è un buon racconto che si legge volentieri.
Ciao, alla prossima

L'Arcano, di Alberto Della Rossa

Ciao Alberto, ben trovato.
L'ambientazione è ottima, la resa un po' meno. Ci sono alcuni passaggi che non ho proprio capito. Per esempio non ho capito cosa abbia portato la morte a stringere un patto con Alfio (in particolare non l'ho capito perché sembra che sia stata la morte a chiedere un favore). Poi rimane il dubbio sul finale; per capire da dove arrivasse quella carta ho dovuto leggere le tue risposte. Però non capisco come si possa barare con la morte, effettivamente una carta estratta dalla manica non dovrebbe aver nessun potere (a questo punto gli sarebbe bastato raccogliere da terra una delle carte lanciate), ma essendo un racconto di fantasia può capitare qualsiasi cosa.
Dal punto di vista stilistico ho notato solo un paio di ripetizioni: volto – volti e mani – mano, ma sono piccolezze in un complesso ottimo.
Ciao e alla prossima.

Classifica:

1. Può mai il bene misurarsi con la bellezza? Di Simolimo
2. Il sole dentro, di Angelo Frascella
3. Piano di fuga N°2, di Diego Ducoli
4. Chanson de geste, di Steamdoll
5. Troppo tardi per combattere, di Manuel Piredda
6. Un filo invisibile, di Carolina Pelosi
7. L'Arcano, di Alberto Della Rossa
8. Il velo di Maia, di Timetrapoler
9. Follie d'amore, di Raffaele Marra
10. Un amico speciale, di Veronica Cani

marina_usai
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Re: Gruppo LUCIFERO: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#10 » martedì 24 novembre 2015, 21:42

Ciao a tutti,
stilare questa classifica è stato molto difficile. Siete stati tutti bravissimi e molti meriterebbero l'ex aequo.
Comunque, qua ci sono i commenti e la classifica finale.

Complimenti a tutti!

Può mai il bene misurarsi con la bellezza? - Simolimo
Ciao Simolimo,
una fiaba che merita di stare tra i primi posti della classifica. Scritta molto bene, con un linguaggio chiaro e semplice, che aggiunge valore ad una storia già bellissima e profonda. Il tema è centrato in pieno, e anche se a metà si capisce già dove andrai a parare… ma chi se ne frega! Sicuramente la leggerò ai miei nipoti.

L’arcano – Alberto Della Rossa
Ciao Alberto,
racconto scritto benissimo. C’è il ritmo, l’ambientazione e descrizioni ben riuscite. Mi è piaciuta molto la descrizione della Morte, un’immagine originale e non semplice da rendere. Il racconto in generale mi ha ricordato un po’ l’atmosfera de “Il settimo sigillo”. Sul finale ho avuto un po’ di difficoltà. Non ho capito bene cosa è successo. Alfio è riuscito ad ingannare la Morte? C’entra qualcosa il fatto che sia morto da più di un’ora? Il fatto che tutte le carte della Morte fossero usate e quella del Mago fosse nuova di zecca dovrebbe darmi un indizio? La sensazione è quella di avere la soluzione nel testo, ma non gli strumenti per codificarla.

Un amico speciale – Veronica Cani
Ciao Veronica,
la tua è una prova sicuramente coraggiosa. Non è semplice affrontare temi del genere in 3000 battute senza rischiare di cadere nella retorica. Il narratore racconta il tutto con un certo distacco, e questo crea un corto circuito tra la forza della storia e il linguaggio usato. Non so se è fatto apposta, ma secondo me funziona. Ti lascia addosso un senso di fastidio e quando un racconto ti lascia addosso qualcosa è sempre una bella cosa.

Troppo tardi per combattere – Manuel Piredda
Ciao Manuel,
il racconto è divertente e mi ha fatto sorridere. Me lo vedo questo bambino nudo con la coperta al collo che aspetta il nemico nell’ombra. Anche la madre e il padre sono figure tratteggiate bene. Hai usato solo due battute che ci raccontano tutto del loro ruolo, e questo per me è un pregio. Forse ti sei perso un po’ troppo nella parte iniziale, con le descrizioni, che risulta troppo lunga rispetto alla risoluzione finale.

Piano di fuga n°2 – Diego Lucoli
Ciao Diego,
bell’idea, anche se non so quanto possa essere credibile che due persone preferiscano dichiararsi omosessuali piuttosto che sparire nel nulla e basta, se l’obiettivo era vivere in Thailandia senza mogli al seguito.
Ho fatto un po’ di fatica all’inizio a capire chi era che parlava (se uomo o donna) e mi ha obbligato a rileggere un paio di volte l’inizio per capire la dinamica. Forse c’è qualcosa da aggiustare. Però un racconto piacevole che mi ha fatto sorridere sul finale.

Il sole dentro – Angelo Frascella
Ciao Angelo,
brutta bestia la solitudine e la racconti molto bene. Non mi convince il palestrato attratto da una ragazza di un certo spessore intellettuale (magari è un cliché che mi porto dietro io, quindi prendi questa considerazione per quello che vale), anche se rende molto bene il disagio che lei prova. Rita è molto consapevole della propria difficoltà a stare da sola e per come la racconti, mi sembra un personaggio più spinto al cambiamento che a stagnare nel proprio brodo. Sul ritmo, linguaggio e stile niente da dire. Mi è piaciuto anche la scelta dell’argomento.

Il velo di Maia – Jacopo Berti
Ciao Jacopo,
il racconto è ben scritto. Le scene si stampano in modo delineato nella mente di chi legge. Il finale non l’ho capito subito, ho dovuto rileggerlo un’altra volta per capire come fosse andata veramente la questione, forse gli avrei dedicato più spazio dato che è anche il nucleo portante della storia.

Follie d’amore - Raffaele Marra
Ciao Raffaele,
il racconto è scritto molto bene. L’incipit è incisivo e tutte le scene sono chiare. Dalle prime righe del secondo paragrafo si intuisce subito che c’è l’inganno (la prima cosa a cui avevo pensato era un’imboscata nei confronti di Alex da parte dei due coniugi), ma poi si scopre che Remo esiste veramente e questo mi ha lasciato piacevolmente sorpresa. La storia è andata in un’altra direzione rispetto a quella che mi sarei aspettata. Il finale con il secondo marito invece mi ha lasciato un po’ interdetta. Mi è sembrato un po’ tirato via, come se non avessi avuto il tempo di ragionare su un finale più convincente. In generale è una buona prova.

Chanson de geste – Steamdoll
Ciao Steamdoll,
il racconto ha un buon ritmo, le immagini sono chiare e si legge piacevolmente. Il fatto di usare personaggi che sono già presenti nel nostro immaginario (Re Artù, Ginevra e Lancillotto) non mi entusiasma particolarmente. Preferisco personaggi che, nonostante seguano degli archetipi, abbiano un’originalità e una vita tutta loro, anche se questo Lancilotto, di originalità ne ha a sufficienza per tutti e tre. Un racconto ben riuscito.

Un filo invisibile - Carolina Pelosi
Ciao Carolina,
Il racconto è buono. Mi è piaciuto che tu abbia parlato di un’amicizia ritrovata come tema di “una seconda possibilità”, è un’esperienza che ognuno di noi ha fatto o avrebbe voluto fare. Starei attenta alle frasi fatte, o ai luoghi comuni come “il nodo alla gola” o le “mani tremanti”; rischiano di far perdere “personalità” al racconto. Trova immagini tue che diano un’impronta unica a quello che scrivi.

Classifica:

1. Può mai il bene misurarsi con la bellezza? - Simolimo
2. L’arcano – Alberto Della Rossa
3. Un amico speciale – Veronica Cani
4. Troppo tardi per combattere – Manuel Piredda
5. Piano di fuga n°2 – Diego Lucoli
6. Il sole dentro – Angelo Frascella
7. Il velo di Maia – Jacopo Berti
8. Raffaele Marra- Follie d’amore
9. Chanson de geste – Steamdoll
10. Un filo invisibile - Carolina Pelosi

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chiara.rufino
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Re: Gruppo LUCIFERO: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#11 » mercoledì 25 novembre 2015, 12:09

1.Può mai il bene misurarsi con la bellezza?

Non avevo mai letto una vera favola in questo forum e la tua la trovo davvero ben scritta. Tolta la pausa,voluta, dove anteponi un parere prima del finale, la trovo esente da critiche particolari, tolto che magari anteporre il finale spezza un po' la lettura, ma è un piccolo dettaglio.
Concordo con Ambra sulle castagne al buio che non sanno che quella in mezzo non cresce; magari vuoi sfruttare il buio ma avrei scritto di più a riguardo.

2. Piano di fuga n 2

Mi è piaciuto molto come hai giocato sul coming out, specie in età avanzata, di due uomini sposati e con figli sistemati.
L'unica cosa che non mi risulta chiara è il finale, quando lui dà una sonora pacca sul sedere della cameriera e allude al sedere sodo di lei.
Tolto questo, mi sembra un racconto davvero ben giocato su un argomento sempre più in voga, e senza scadere in banali conclusioni. Complimenti

3. Un amico speciale

Mi complimento con te, nonostante ci poni uno scenario che potrebbe cadere nel grottesco e nel drammatico, mantieni i toni bassi e cerchi di farci vedere il tutto con gli occhi di Andrea.
La caratterizzazione dei genitori, composta dalle loro urla mi piace, rende bene una dinamica di coppia, magari malata, che il bambino vede solo così.
Unica nota negativa: avrei voluto vedere bene Roger ma è una bazzecola.

4. Chanson de geste

Il tuo racconto l'ho trovato molto bello, ad una prima lettura, poi mi sono discostata e l'ho guardato meglio.
Per quanto tu scriva in modo quasi impeccabile per un concorso come questo, il testo che c'hai proposto mi è parso come una sorta di fan fiction (o, almeno, mi fa intuire che tu ne capisca di ruolate online e fan fiction in generale).
Non è una critica negativa, è solo un appunto.
Concordo con le critiche sul finale, avrei voluto vedere, per una volta, la reazione di Artù


5. Troppo tardi per combattere

Ciao Manuel, il tuo racconto è molto carino, la tensione è palpabile in più punti e non manco di stupore nell’apprendere che il protagonista è un ragazzino suggestionabile.
Tolta la ripetizione con “stracci”, ho notato che hai scritto “l’attenzione di chi si sente braccato”.
Perché uno che è braccato fa attenzione? Secondo me, tolta la svista linguistica, dovresti cambiare il verbo per sottolineare maggiormente come si sente il ragazzino. Va bene, magari è più cauto, ma se uno è braccato non fa “attenzione”.
A rileggerci.

6. Follia d’amore

Nonostante io apprezzi come scrivi, questo racconto secondo me manca di qualcosa.
Mi sembra strano che una persona così anziana abbia 20.000 euro in contanti per pagare un sicario, inoltre la totale mancanza di ricerca di Alex per il lavoro, non mi fanno apprezzare questa storia.
Il finale mi è piaciuto, specie la battuta su Clooney, ma lo stacco in tre parti, per cambiare scena, risulta un po' artefatto.

7. L’arcano
Ciao Alberto, bell'avatar :p

Il tuo è stato uno dei primi racconti che ho letto, complice il fatto che mi piace come scrivi da molto tempo.
Due cose però non mi sono chiare; la morte dà davvero tutto questo peso all'arcano pescato da Alfio o è uno stratagemma per giocare con la sua vita?
E Alfio, è davvero così spavaldo per giocare con la morte?
La rilettura del tema è molto interessante ma manca secondo me qualcosa che ce lo chiarisca.
Per lo stile, nulla da dire, sei sempre ineccepibile.

8. Il sole dentro

Hai reso benissimo una problematica attuale: le ragazze che vivono sole contro quelle con le coinquiline.
Non avevo colto il fatto che la donna anziana sia sposata da quarant'anni, e che consiglia a Rita di tenersi Marco, che manca di caratterizzazione e sembra semplicemente un pagliaccio.
Peccato, perché la protagonista è ben enfatizzata a livello caratteriale e si sente tutta la problematica che si porta dietro; se avessi calcato la mano su di lui, tolto che è un palestrato egocentrico, sicuramente avrei apprezzato di più tutta la storia, non è raro sentire tra donne discorsi come quello di Rita (non lo amo ma sto comunque con lui). A rileggerci, e spero che ora abbia capito tutto.

9. Il velo di Maia

Ciao e benvenuto!
Non male per un novellino, il tema è ben centrato e i protagonisti rimangono bene nella storia.
Qualche appunto linguistico; ci dici luce bianca e subito dopo una cosa come "abbagliante", secondo me stona di poco, andrebbe rivista. Il bambino albino dell'inizio mi ha confusa un attimo, però mi piace come l'hai reso nella storia e come turba il sonno della nostra sensitiva.
La bambina superstite, unica rimasta, è davvero ben costruita e risulta essere molto cattiva, essendo rimasta in vita solo lei.
Bravo e a riscriverci!

10. Un filo invisibile

Il tuo racconto è molto bello, anche se, come ti hanno fatto notare gli altri, non scavi molto nelle dinamiche e nelle cause che l'hanno fatto sgretolare.
Abbiamo tutti perso qualcuno e tu ce lo ricordi bene, a tratti commuove il dolore delle due nell'essersi separate. Avrei accennato un po' alla perdita e al perché (la nonna malata, la scuola, uno screzio). Tutto là, curiosità mia intrinseca.
Alla prossima!
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Re: Gruppo LUCIFERO: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#12 » mercoledì 25 novembre 2015, 22:56

Commenti e Classifica Gruppo Lucifero

Classifica
(con titolo ironico alternativo, non offensivo, spero!)


1. Troppo tardi per combattere, di Manuel Piredda, (L'apparenza inganna), “Ne uccidono di più le mine di grafite che quelle anticarro…”

2. Piano di fuga n.2, di Diego Ducoli, (L'apparenza inganna) , “Thai Gay”

3. L’arcano, di Alberto Della Rossa, (Seconda possibilità) , “Il Mago nella Manica”

4. Può mai il bene misurarsi con la bellezza? , di Simolimo, (L'apparenza inganna) , “La parabola delle castagne”

5. Il velo di Maia, di Jacopo Berti, (L'apparenza inganna) , “Un diavolo per capello”

6. Il sole dentro, di Angelo Frascella, (L'apparenza inganna) , “Relazioni stocastiche”

7. Follie d’amore, di Raffaele Marra, (L'apparenza inganna) , “Allegranera”

8. Chanson de geste, di Steamdoll, (L'apparenza inganna), “Le gesta erotiche di Lancillotta”[/b]

9. Un amico speciale, di Veronica Cani, (L'apparenza inganna) , “Il pedofilo immaginario”

10. Un filo invisibile, di Carolina Pelosi, (Seconda possibilità), “Una trama invisibile”


Commenti
(in ordine sparso)

- Un filo invisibile, di Carolina Pelosi, ore 22.14, 2980 caratteri (Seconda possibilità), “Una trama invisibile”

Ciao Carolina, ben ritrovata!
Il tuo è un racconto delicato, di sentimenti, ma senza particolari guizzi. Non trovo una “motivazione” sufficiente al riavvicinamento delle due donne (amici, amanti, parenti… non importa ai fini della trama). Né vedo narrato il vero motivo del loro allontanamento.
Quindi mi trovo tiepido e non sento arrivare particolare forza emotiva dal racconto.
Qualche dubbio anche sull’aderenza al tema: chi avrebbe dato all’altra una seconda possibilità? Avrebbe senso se una delle due avesse fatto un torto all’altra… ma così? Che cosa ci vuoi dire?
Ti segnalo un errore di consecutio temporum: non “Tre anni prima il loro rapporto si disintegrò” ma “Tre anni prima il loro rapporto si era disgregato”.
Alla prossima!


- Troppo tardi per combattere, di Manuel Piredda, ore 22.52, 2984 caratteri (L'apparenza inganna), “Ne uccidono di più le mine di grafite che quelle anticarro…”

Ciao Manuel, ben trovato!
Racconto decisamente carino, anche se ho capito abbastanza presto che poteva trattarsi:
a) di un bambino fantasioso con due matite in mano (le armi di grafite);
b) di un disegnatore che lavora di notte e si fa prendere dalla storia che illustra, partecipando.
Delle due, ti dico la verità, mi sarebbe parsa più originale e piacevole la seconda, soprattutto quando piomba sedere a terra, lo avrei interpretato come talmente preso a disegnare che si rovescia sulla sedia che faceva dondolare senza rendersene conto…
Comunque una buona prova dal titolo decisamente sbagliato. Lì puoi fare di meglio! E anche nascondi di più la tua trama! "Stracci" e "grafite" fanno capire tutto subito!


- Chanson de geste, di Steamdoll, ore 23.04, 2467 caratteri (L'apparenza inganna), “Le gesta erotiche di Lancillotta”

Ben trovato Steamdoll! :-)
Allora, cerca di capire il mio commento perché voglio davvero essere utile. Quello che rende interessante il tuo racconto è FUORI dalla storia, nell'immaginario collettivo, ma non è settato bene nel tuo racconto.
Anzi, il tuo racconto NEGA tutti i presupposti che dovrebbero renderlo interessante e spaesante, e non setta il diverso mondo del racconto in cui i tuoi personaggi si muovono.
Intanto, è difficile capire chi sia la misteriosa amante di Ginevra travestita da Lancillotto (ammettendo che in questo mondo esista un "Lancillotto" e che lei ne abbia preso i panni...) perché non è presentata: ricorri all'escamotage della fama di Lancillotto che però in questo mondo forse neanche esiste... e quindi il tutto non si regge, come un castello di carte. Anche se lei fosse stata un "cavaliere mascherato" dal nome di Lancillotto avresti dovuto introdurla in qualche modo.
Inoltre, non semini "la scommessa" fra Ginevra e Artù. La tiri fuori alla fine come un asso dalla manica ma... non va. Dovevi metterla nella storia, all'inizio. Semina e raccolta. Altrimenti non ha senso.
Anche perché... che senso ha che Artù non sia geloso di un'amante lesbica della sua Ginevra? Nessuno... Forse l'avrebbe risparmiata per lo shock e la cavalleria... ma non credo che ne sarebbe stato tanto contento da riderne e pagare pegno alla sua regina.
Di queste tre cose, tutte abbastanza gravi dal punto di vista strutturale, la più grave però è quella di non aver seminato la scommessa all'inizio del racconto e di usare come puntelli delle premesse presenti - fin dal titolo - solo nelle conoscenze dei lettori sulle Chansons de Geste. Tecnicamente si tratta di: inganno al lettore.
Alla prossima!


- Un amico speciale, di Veronica Cani, ore 23.23, 2965 caratteri (L'apparenza inganna) , “Il pedofilo immaginario”

Ciao Veronica, ben ritrovata!
Tema spinoso, bimbo abusato, prete abusante, amico immaginario. Ce n'è tanta di carne al fuoco e la tratti con sapienza e delicatezza, e ovviamente è un tema che tocca corde profonde e commuove.
Trovo particolarmente geniale l'escamotage dell'amico immaginario, per parlarne, perché secondo la mia interpretazione attuale "dio" è proprio un amico immaginario, una voce, anche potente, della coscienza interiore, dell'innocenza.
E ora, per i punti dolenti... non è un racconto. Non succede niente, è solo un'ambientazione. E non siamo neanche sicuri che il prete sia davvero pedofilo e che quindi l'apparenza inganni. Quindi, mi spiace, temo che hai toppato abbastanza nella struttura della storia. Sorry.
Non basta un tema forte, commozione, simpatia da parte del lettore. Serve la trama.
Alla prossima! ;-)


- Piano di fuga n.2, di Diego Ducoli, ore 2414 caratteri (L'apparenza inganna) , “Thai Gay”

Ciao Diego, ben ritrovato!
Racconto ironico, ben dosato, in cui due uomini si fingono omosessuali per liberarsi delle mogli e godersi la libertà in Thailandia.
Non ho particolari osservazioni da farti, tranne una raccomandazione di curare maggiormente la forma e correggere i refusi, anche solo uno spazio di meno o di troppo dà un'impressione di poca cura del testo. Attento che "ribatte" dovrebbe essere "ribatté". Vedi? Un refuso si trasforma come niente in un errore grammaticale e di consecutio temporum...
Alla prossima! ;-)

PS
Il titolo è sbagliato. Con il titolo rovini la sorpresa finale...


- Può mai il bene misurarsi con la bellezza? , di Simolimo, ore 23.55, 2912 caratteri (L'apparenza inganna), “La parabola delle castagne”

Ciao Simolimo! Ben ritrovata! :-)
Interessante scelta, hai scritto una parabola, quasi evangelica negli accenni, nella forma e negli esiti.
La tua è sia una critica ai canoni di bellezza e al comportamento di chi si lascia irretire dal "sembrare" piuttosto che dall'essere che un inno alla vita che nasce anche per e da chi è disperato, (apparentemente) brutto e solo, come la castagnetta secca.
Una buona prova, ciao!


- Follie d’amore, di Raffaele Marra, ore 00.07, 2721 caratteri (L'apparenza inganna) , “Allegranera”
Ciao Raffaele, ben ritrovato!
Un racconto ben scritto, non male, senza infamia e senza lode. I riferimenti alla realtà e a un attore famoso come George Clooney stonano abbastanza.
Tolto questo, rimane poco di originale nella trama, per quanto divertente, e non c'è un vero e proprio rovesciamento o colpo di scena nel finale (che è importante in un racconto breve, per lasciare il segno).
Una prova media. Alla prossima! ;-)


- Il sole dentro, di Angelo Frascella, ore 00.34, 2995 caratteri (L'apparenza inganna) , “Relazioni stocastiche”

Stocastico il tuo racconto, Angelo... :-)
Mi sono dovuto andare a ripassare Markov perché faceva suonare un campanello ma niente di più nella memoria. Quindi "un processo che dipende solo dallo stadio immediatamente precedente e non da come si è arrivati a tale stadio". Così si può dire anche della tua storia.
E dell'esperienza umana. Si avanza per trial and error, provando, sbagliando, riprovando, accettando che le apparenze ingannano e che magari il risultato di un'azione (e magari il giudizio su una persona) non sono quelli che ci aspettavamo dalle premesse.
Una prova abbastanza buona, senza particolari fuochi d'artificio ma solida. :-)


- Il velo di Maia, di Jacopo Berti, ore 00.56, 2917 caratteri (L'apparenza inganna) , “Un diavolo per capello”
Ciao Jacopo, ben trovato! :-)
Un buon horror, con un'idea solida alla base e un bel colpo di scena finale.
Forse non tutte le parti sono dosate nella maniera corretta. Mi spiego, è più bella l'idea della realizzazione. Si fatica a definirlo horror perché si resta imbrigliati nel cercare una trama "gialla", nello scoprire un colpevole, e quindi parli più alla testa che alle viscere.
Insomma, si prova poca paura a leggerlo...
Però una buona prova, alla prossima! ;-)


- L’arcano, di Alberto Della Rossa, ore 00.59, 2911 caratteri (Seconda possibilità) , “Il Mago nella Manica”

Ciao Alberto, ben ritrovato! :-)
Buona prova, buon racconto. Ho fatto un po' di fatica a capire il finale. Non il tarocco "nuovo di zecca", ma per il fatto che dalle tue frasi io ho capito che il vecchio, anche se estrae la carta del "Mago/Bagatto" dalla manica... perde comunque. Ho capito che la falce lo mieteva e riduceva a fumo. Non che sparisse nel fumo per reincarnarsi... Insomma, non è chiarissimo, anche una volta spiegato il fatto della carta nuova rispetto a quelle usate e consunte della Morte...
Alla prossima!

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Re: Gruppo LUCIFERO: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#13 » mercoledì 25 novembre 2015, 23:39

Ciao a tutti, commenti in ordine sparso e classifica:

Troppo tardi per combattere
Ciao Manuel,
bel racconto, piacevole e scorrevole. Mi è piaciuto parecchio. Certo, gli stracci arrivano un po' troppo presto annullando l'effetto sorpresa, ma intuisco che il punto non fosse l'effetto sorpresa e la storia resta comunque godibile attraverso le giuste pennellate, i personaggi sono ben tratteggiati e il tema è perfettamente rispettato. Ottima prova.

Un filo invisibile
Ciao,
hai scritto un racconto molto delicato e con tanto potenziale, che però secondo me non si esprime al meglio; mi spiego: mi mancano le due amiche PRIMA del litigio e mi manca il litigio, quindi non riesco a empatizzare bene con loro adesso che si stanno riappacificando.
Mi mancano anche parecchi elementi che mi dicano quanti anni hanno, dove vivono, se sono sole e quanto, COME la loro vita sia cambiata da quando non si vedono più. Tu tutte queste cose le accenni, ma non me le mostri né me le racconti. In conclusione: ci sono sia il racconto che il potenziale, ma secondo me ti basi sul fatto che ognuno ha avuto un amico del genere e non mi racconti davvero il loro rapporto e la loro vita, fai semplicemente leva su una sensazione che dai per scontata in chi leggerà questo testo; questo è un errore abbastanza grave, e rischia di allontanare il lettore se non si sente emotivamente coinvolto.

Chanson de geste
Ciao steamdoll,
la prima cosa che mi viene da dire è WOW!
Complimenti, un gran racconto che riprende in maniera perfettamente mimetica la chanson de geste e l'epopea di Artù.
Lo stile è quello, ed è impeccabile salvo qualche ripetizione sul finale, che non ho capito se era voluta per sottolineare i concetti.
L'unico appunto che posso farti è che il testo non è molto originale, non per l'utilizzo dei personaggi ma per il concetto di "cavaliere donna che è più figa e brava dei cavalieri uomini"; credimi, è ben poca roba comunque, questo pezzo lo vedo quasi come un piccolo regalo per cui ringraziarti.

Un amico speciale
Ciao Veronica,
il tuo racconto è scritto bene come al solito, ma manca un po' dell'originalità che in genere ti distingue. Non sono del tutto convinta della scelta di un coniglio come amico immaginario, perché va un po' a ricalcare Donnie Darko, quindi mi aspetto un racconto dalle tinte un po' più oniriche o complesse; qui invece veniamo catapultati in un oratorio/scuola delle suore dove il nostro protagonista può contare sulla comprensione di un prete, che però lo abbraccia troppo forte. E a questo punto non lo so, qualcosa comincia a suonarmi male. Probabilmente è un problema mio più che del racconto, ma mi sarebbe piaciuto vedere per una volta un amico immaginario cattivo che convince tutti della cattiveria di un prete innocente, e non viceversa; diventa tutto un po' trito, anche se i genitori non credono al bambino. Manca il conflitto, la complessità che quel coniglio iniziale mi stava un po' promettendo.
Comunque la vicenda è scritta bene e parla di un problema attuale in maniera delicata, senza offendere o scomodare nessuno; non è un racconto visivo ma l'ambientazione c'è ed è ricca di dettagli, profumi e sapori, il tema è centrato.

Piano di fuga n.2
Ciao
hai scritto un racconto interessante e assolutamente imprevedibile, che però in qualche punto ti scappa un po' di mano.
La cosa di cui sento davvero la mancanza è la caratterizzazione dei personaggi: i dialoghi sono effettivamente un po' piatti, nessuno ha una voce che si distingue. Avresti potuto ovviare a questo problema inserendo qualche dettaglio in più sulla loro gestualità, ma mi rendo conto che 3000 caratteri sono pochini.
Parti mostrando questo dialogo che ha del surreale ma che non è convincente fino in fondo, però non mi mostri la reazione della moglie. Mi dici addirittura che lei a un certo punto esplode, ma non me la fai vedere. Questa cosa mi manca un po', soprattutto dopo una battuta al vetriolo come quella che fa qualche riga prima. In più da moglie che ha vissuto trent'anni accanto al marito che di punto in bianco si dichiara omosessuale, io qualche dubbio lo avrei. In questa donna non c'è traccia del dubbio, ma solo accettazione. Potevi farla completa e farci capire anche solo con una battuta che lei in realtà è sollevata dal fatto che il marito si levi dalle palle (scusando il francesismo), invece no. Sento come se l'avessi abbandonata troppo presto, senza darle un accenno di profondità che meriterebbe.
Occhio alla consecutio temporum, che tra imperfetto, presente e passato remoto ti scappa un po' di mano.
L'idea è ottima, e con un po' di caratterizzazione in più ne potrebbe uscire un ottimo racconto umoristico ma non troppo!

Può mai il bene misurarsi con la bellezza?
Ciao Simolimo,
hai scritto davvero una bella favola, che ha fatto sognare la bambina che c'è in me *_*. Vorrei leggerne di più.
Solo due appunti:
- le castagne sono tutte diverse e gli fai anche fare una fine diversa, quindi mi aspetto che parlino con voci diverse, o comunque qualcosa che le differenzi nel loro modo di parlare; un dialogo così appiattito sotto questo profilo non disturba la bambina che c'è in me ma lascia un senso di incompiutezza nella mia lettrice adulta;
- la sospensione dell'incredulità funziona solo in parte: come possono le due sorelle che sono sempre rimaste attaccate alla terza non accorgersi del fatto che lei non sta crescendo? Va bene il buio del riccio, ma il tuo racconto (che è molto ben costruito e coinvolge tutti i sensi compreso il gusto, cosa molto difficile) in questo caso ignora il senso del tatto, che in una situazione come quella della "cecità" all'interno del riccio mentre ci si chiede come sia il mondo esterno, sarebbe fondamentale per costruire un'affettività tra le tre sorelline; in parole semplici: loro non si vedono, ma si toccano, quindi come fanno a non sapere che la sorellina è schiacciata e striminzita?
A parte questo, davvero bello.

Follie d'amore
Ciao Raffaele,
intanto ti faccio i complimenti per il tono scanzonato di tutta la vicenda, ho apprezzato molto il tuo racconto; certo, ci sono delle cose da limare, approfondire e sistemare nella direzione che ti è già stata segnalata dagli altri, in più sebbene sia plausibile che lui non conosca un attore pseudofamoso, nello scoprire che lui fa appunto l'attore un controllino ci starebbe. A meno che lui non sia un sicario improvvisato, alla sua prima esperienza o giù di lì. Ecco, magari in questa direzione (e quindi partendo da un focus sul killer, chi è e cosa faceva prima, l'inesperienza e cosa l'ha portato a fare questa scelta) la sospensione dell'incredulità funzionerebbe meglio, e avresti un altro spunto per fare humour e ironia.

Il sole dentro
Ciao Angelo,
trovo il tuo racconto molto buono e perfettamente aderente al tema, e ti faccio i complimenti per essere riuscito a rendere in poche righe un sentimento complicato come l'ansia da solitudine della protagonista. Forse ti è riuscita un po' meno bene la psicologia del personaggio maschile, che tu descrivi come un egocentrico da palestra: be', una persona di questo tipo non direbbe mai a una ragazza, pur sbavandole dietro, "permettimi di offrirti la cena"; andrebbe a pagare, punto.
Per ciò che riguarda i tre livelli di dialogo, la stragrande maggioranza degli editori edita i dialoghi interiori con il corsivo, che in effetti (poi non so se sono io che faccio questa differenza a livello di lettura) è più "sussurrato", quindi più vicino al tono che possono avere delle voci nella testa.
Il racconto è comunque un buon racconto, che ti fa empatizzare con la protagonista e ti lascia un senso di amarezza sul finale.

Il velo di Maia
Ciao
bellissimo horror, complimenti! E' stato un piacere leggerti (e scusa per l'apostrofo, la keyboard del mio pc non è italiana).
Condivido il pensiero degli altri quando però ti dicono che ci sono troppi personaggi per troppo pochi caratteri, e che gestire tutte queste scene e questi movimenti è complicato e lascia un senso di compressione e una parziale insoddisfazione nel lettore.
Il mio consiglio, che forse non apprezzerai, è quello di TAGLIARE la prima scena: riflettici, la figura di Maia col suo sogno è davvero così importante?
In questo modo avresti lo spazio necessario per farci capire bene la natura dell'uomo nero e il suo rapporto con la bambina, e per rendere ancora più inquietante la scena in cui il detective studia il caso con le foto e le registrazioni (che personalmente ho apprezzato molto).
Altro consiglio, che forse apprezzerai di più: hai abbastanza materiale per scrivere un racconto lungo, che potrebbe venire davvero bene: in questo momento gli archi narrativi dei tuoi personaggi sono incompleti e le loro motivazioni non così evidenti (perché Maia rimane così inquietata dalla bambina al punto da fare incubi? Il detective vuole veramente risolvere il caso o ha altri problemi? Perché la bambina ha fatto uccidere gli altri due? Avevano litigato?), ma partendo dalla base che hai creato (e che è fortissima) potresti affascinare centinaia di lettori.
Spero di esserti stata utile.

L'arcano
Ciao Alberto,
il tuo stile è ottimo come sempre e parecchio avvincente, la storia affascinante. Insomma un ottimo lavoro, anche se in alcuni punti sembra più una scena che un racconto, nella quale si fa riferimento a qualcosa che viene palesemente non raccontato. Ecco, questo da lettrice mi lascia insoddisfatta, voglio saperne di più. Anche una minuscola allusione alla posta in gioco o al favore sarebbe bastata.
Il finale è meno immediato e veloce del resto del racconto, e dopo il ritmo scorrevole di tutto il narrato ci si inciampa, lo si rilegge.
L'ultima cosa che non ho capito è come delle carte segnate sul retro avrebbero potuto aiutare la morte a vincere.
Per il resto la storia è senza dubbio accattivante, il tema c'è e lo stile non è acqua ;)


Classifica:
1) Troppo tardi per combattere
2) Può mai il bene misurarsi con la bellezza?
3) Chanson de geste
4) L'arcano
5)Il velo di Maya
6)Il sole dentro
7) Follie d'amore
8) Piano di fuga n.2
9) Un amico speciale
10) Un filo invisibile
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

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Flavia Imperi
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Re: Gruppo LUCIFERO: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#14 » giovedì 26 novembre 2015, 23:58

Eccomi qui!

In genere sono la prima o giù di li, ma questa settimana è stata... mmhh diciamo "intensa"! Sorry!
Mi sono comunque gustata tutti i racconti, notando con piacere che non c'erano racconti minimante "brutti", ma tutti comunque buoni. La cosa più dura? Come al solito... la classifica!

Ecco di seguito i commenti:

- Un filo invisibile, di Carolina Pelosi
Ciao Carolina!
Il tuo racconto mi è piaciuto molto. Hai descritto in modo delicato quello che due amiche speciali possono provare quando si incontrano di nuovo dopo tanto tempo, trasmettendomi molto. Been there! Il tema a mio avviso è preso con delicatezza e poesia, mi piace. Non ci devono sempre essere morti violente, stupri ed esplosivi - vedi la farfalla di Zhuang Zi, che a suo modo, ha cambiato il mondo. L’unico difetto, forse, è la scelta di rimanere generica su alcuni passaggi, ma il poco spazio non lascia molta scelta, ahimè!
Erano sempre state così. Senza avere bisogno di dirsi niente, sapevano toccarsi dentro, dove nessuno sapeva arrivare.

La frase più bella, mi ha colpita. Brava.
Alcuni punti che limerei:
- Attenzione ai tempi verbali:
Tre anni prima il loro rapporto si disintegrò
ma sarebbe corretto
si era disintegrato

Dopo infiniti mesi di silenzio, un giorno, il telefono di Sofia squillò
metterei
era squillato

- Lo stacco l’avrei messo fra “Si trovarono” e “Sofia”, dove è la pausa anche emotiva.
- Un pochino di “pulizia” da pronomi e possessivi:
una foto di sua nonna -> una foto della nonna
chiuso a chiave nel suo petto -> nel petto
- Non mi è piaciuta molto la parte della mela che marcisce. Non che sia sbagliata, ma ha qualcosa che stona, rimane sui generis e forse non aggiunge molto al racconto.
- La ripetizione della frase iniziale stona un pochino. Non è un errore, ricollega l’incipit al finale, ma stona.
Una buona prova. In bocca al lupo!


Troppo tardi per combattere, di Manuel Piredda

Ciao Manuel!
Il tuo racconto è molto piacevole, mi ha ricordato un po’ Calvin di Calvin e Hobbs (che adoro!). Trovo che tu abbia sviluppato il tema in modo tenero e sia riuscito a mettere in atto il principio dello show dont tell. Piacevolissimo colpo di scena finale, anche se un po’ si intuisce.
Di contro usi tanti, tanti aggettivi. Prova a usarne di meno, spesso non servono. Sei bravo a creare l’atmosfera, a narrare.
La figura IMMOBILE, al centro della stanza BUIA

(qui metteri uno o l’altro)
Toglierei anche SOLTANTO, CONTORTE, COMPLETAMENTE (nudo),
che gli sembravano
meglio
Che apparivano

o cmq senza GLI
Manca qualche virgola, per es.
... nuovo nemico, quando un tentacolo...

Non serve specificare sempre il numero, basta una volta.
una delle due lame -
una delle lame

e idem per
le due matite
-
le matite
basta.
Il prode eroe si asciugò
- senza si
L’uso di “posteriore” esce un po’ dal registro, potrebbe essere un elemento di anticipazione, ma mentre leggevo l’ho trovato disturbante. Rovina l’atmosfera di epicità!
Il titolo è carino, mi ha fatto pensare a un eroe tragico, solo rileggendolo ne ho capito il senso.
Una buona prova! :)

Chanson de geste, di Steamdoll

Ciao Steamdoll, benvenuta! :)
Il tuo racconto è, sotto molti aspetti di buon livello. Al di là dei gusti, si legge abbastanza bene, seppure forse non sempre segui il punto di vista in modo magistrale (forse è la tua area di miglioramento, chissà, Minuti Contati aiuta proprio in questo!).
All’inizio è un misto fra onnisciente e pdv del personaggio. Devi scegliere uno dei due, se è pdv del personaggio “l’aria fredda della notte LO morde…” allora non puoi dire “Il Cavaliere” perché vai fuori dal punto di vista. O il lettore è nei panni del personaggio e vive con lui, o ne è fuori e vede la scena da sopra. Mai fare un mix!
Quando scosta la tenda
- questo punto non mi è stato chiaro all’inizio, poteva essere qualsiasi tenda. In alcuni casi, meglio puntualizzare o generi ambiguità che rallentano la lettura. Nella parte centrale, ho avuto difficoltà a seguire in generale quello che succede e a chi.
Niente da dire a livello di registro linguistico, creazione dell’atmosfera, ambientazione. Sono sicuramente il tuo forte, brava.

Un amico speciale, di Veronica Cani

Ciao Veronica!
Anche secondo me la qualità dei tuoi racconti è migliorata parecchio da quando sono a MC! Il racconto si legge bene, scorre senza intoppi di comprensione e comunica molto. Allo stesso tempo però ha dei passaggi bruschi che non me l’hanno fatto apprezzare al 100%, come quando il protagonista cambia idea sul prete e va dai genitori. A livello di trama, sarebbe servito un evento per far maturare il cambiamento, a mio avviso. Mi aspettavo anche io, vista l’antifona, di leggere qualcosa di più esplicito, ma a volte si può essere efficaci anche facendo intuire. Anzi, mi piace proprio che tu abbia voluto far immaginare al lettore quello che succede, senza dirlo dichiaratamente. Il senso di disagio e solitudine in generale che il racconto trasmette lo rende comunque un’ottima prova, e il lettore prova empatia per il piccolo protagonista, brava.

Piano di fuga n.2, di Diego Ducoli

Ciao Diego!
Un racconto diverso dal solito, con finale (quasi del tutto) inaspettato. Mi è piaciuto molto il modo in cui fai emergere l’intimità che il protagonista ha sia con l’”amante” sia con la moglie, in due frasi in particolare:
Francesco mi stritolò la mano, il messaggio era chiaro: non esagerare.

e
Marta si stritolava le mani nervosa, segno che l'esplosione era imminente. Dovevo tagliare corto.

A livello di trama, invece, trovo un po’ irreale il risvolto. Lasciare tutto e vivere in Tailandia… sì, per un po’, poi? Due uomini adulti, padri di famiglia, non lasciano tutto per qualche chiappa soda e una nuova adolescenza se non hanno una grande opportunità e o molti soldi da parte. Manca un accenno a un qualche risvolto economico a supporto della trama secondo me, perché sia credibile.
Ci sono un po’ di refusi sparsi, occhio!
Un racconto piacevole e originale.

Può mai il bene misurarsi con la bellezza? di Simolimo

Ciao Simolimo!
Bentrovata (credo sia la prima volta che ci incrociamo).
La tua fiaba è molto dolce, emana sensibilità e contiene una scintilla. Anche io amo scrivere fiabe, permettono di uscire fuori dalla dimensione critica e godersi la parte più pura e importante delle storie, l’essenza, facendoci tornare bambini. Io finora nonb ho avuto il coraggio di partecipare con una fiaba, per cui intanto premierò di sicuro il tuo coraggio. Di contro, anche io mentre leggevo ho pensato “ma potrà germogliare una castagna così?”. I racconti a tempo permettono poca ricerca e documentazione, ora non so se in questo caso sia una cosa possibile, ma comunque il lettore può chiederselo e uscire dallo “stato di grazia” fiabesco.
Ottima prova, non vedo l’ora di leggere il tuo prossimo racconto!


Follie d’amore, di Raffaele Marra

Ciao Raffaele!
Ottimo incipit. Potente, cattura subito l’attenzione.
Poi però c’è una scelta poco ragionata dei termini. A mio avviso, per es., la cliente non dovrebbe “specificare”, ma per es. “ribattere”, “contrattare”.
Primo elemento che mi ha fatto storcere il naso: si accordano su un omicidio in un bar pieno di gente e il protagonista si preoccupa degli aspetti amorosi?
Occhio ai “MA”e ai “SI”
Ma sembra non esserci neanche suo marito. Alex continua a muoversi in silenzio, ma è chiaro che qualcosa non va.

Si mette a girare nervoso per casa, impreca, si gratta la testa sudata, si allenta il collo della dolcevita.

è chiaro che qualcosa non va

da cosa si deduce? Stai dicendo, invece di mostrare. Se mostravi un elemento stonato, era meglio della frase. Fai trarre le somme al lettore invece di imboccarle.
Anche qui:
Remo è il protagonista di una telenovela, la sua cliente è una matta da legare e lui è un emerito coglione.

Non mi convince la storia di per sé. A un certo punto pensavo che davvero la donna fosse matta e convinta di aver sposato un personaggio televisivo. Ma poi esiste davvero, e ho creduto fosse la moglie. Ma la spiegazione di lei non fila: la moglie di un attore famoso non è una fan, non avrebbe mai la casa piena di sue foto e simili. E poi due mariti insieme? Mhh… e si capisce che è matta, ma sono rimasta un po’ disorientata e non stesa dal finale. Prossimo finale lo vogliamo bello come l’incipit! :D


Il sole dentro, di Angelo Frascella

Ciao Angelo!
Un bel racconto sulla solitudine. Mi è piaciuto il modo in cui “fai vivere” la sensazione di solitudine tramite scene realistiche, anche se poi hai messo un po’ di spiegazioni.
Altro punto a favore: il punto di vista femminile è scritto molto bene. Solo un appunto: quando chiama Marco, non le avrei fatto dire “sei libero”, ma qualcosa di più indiretto, femminile. Per es. “Ciao, che fai?” aspettando poi di essere invitata… (come fanno le ragazze!)
Trovo il tema rispettato, anche se all’inizio non ero sicura di chi stesse dicendo la frase fra le due amiche… dopo il finale ho capito che gli altri la vedevano solare e gioiosa mentre dentro si sentiva triste e sola.
Buona prova.

Il velo di Maia, di Jacopo Berti,
Un buon horror, che centra il tema. Ho apprezzato molto questo passaggio, tratteggiato con pochi particolari che fanno vivere la scena, nonché il piacevole riferimento a Vivaldi:
Annuiva con gravità ma al contempo teneva il ritmo. Si tormentava un neo sul collo. Zittì Vivaldi: l'Inverno non l'aveva mai trovato un granché.
Forse la struttura che hai scelto, con la narrazione dai vari punti di vista, è troppo costretta in un racconto così breve. Forse avrebbe funzionato meglio con solo due punti di vista, il capitano e la bambina, senza dare tanto spazio iniziale alla psicologa, che addirittura da il titolo, nonostante poi sia secondario come personaggio. C’è questo sbilanciamento, ecco, che non lo rende fruibile al massimo. Comunque bel racconto!

- L’arcano, di Alberto Della Rossa
Ciao Alberto!
Bell’incipit, e il modo in cui descrivi la morte e la relazione tra i due è fantastico. Ottima scelta dei termini. Fai raccontare il retroscena dai personaggi, ma lasciando un pizzico di curiosità. Ottimo.
Mi piacciono i racconti in cui la morte viene sfidata, e solo alla fine si capisce, tramite la carta, che lui è invero un MAGO, qualcuno che riesce a ingannare la morte stessa, lasciandola con un pugno di polvere. Un classico.
D’altronde forse avresti dovuto aggiungere qualche particolare che faccia intuire già da prima la natura del protagonista, oltre al comportamento bizzarro, con cui cerca di prendere tempo. Se è in qualche modo un esoterista, un alchimista, o qualsiasi archetipo del mago tu abbia scelto per la storia, dovrebbe trasparire e far intuire. Per esempio un simbolo, un tatuaggio, un oggetto strano. Non spiegare il patto allora ci starebbe, così invece lasci un po’ in sospeso la storia.
Apprezzato!

Ed ora... rullo di tamburi... la CLASSIFICA!

1. L’arcano, di Alberto Della Rossa
2. Troppo tardi per combattere, di Manuel Piredda
3. Può mai il bene misurarsi con la bellezza?, di Simolimo
4. Il sole dentro, di Angelo Frascella
5. Un filo invisibile, di Carolina Pelosi
6. Un amico speciale, di Veronica Cani
7. Il velo di Maia, di Jacopo Berti
8. Chanson de geste, di Steamdoll,
9. Piano di fuga n.2, di Diego Ducoli
10. Follie d’amore, di Raffaele Marra

Ottimi racconti, in bocca al lupo a tutti!
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Re: Gruppo LUCIFERO: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#15 » sabato 28 novembre 2015, 17:05

Ecco a voi.
Appuntamento a lunedì per la classifica del gruppo con gli ammessi alla fase finale.
Qui mi limiterò a dire che sono ammessi direttamente alla vetrina del sito, non alla finale, i due racconti che ho valutato con pollice SU, quindi quello di Angelo Frascella e quello di Simolimo, complimenti a entrambi!

1) Il sole dentro, di Angelo Frascella
Una prova da pollice SU. Il racconto è quello che vuole essere, non ci vedo difetti. Il tema pervade il testo fin dalla sua genesi, la protagonista è ottimamente tratteggiata nel suo dramma interiore che non permette a nessuno di vedere. Quasi si soffre nel vederla "costringersi" alla compagnia di quel ragazzo pur di nutrire la propria fobia: comunque vada, ha perso.
2) Può mai il bene misurarsi con la bellezza?, di Simolimo
Ecco la Simolimo che torna in scena e, signori, che rientro in grande stile! Brava. A parte la frasetta incriminata non ho nulla da dire. Certo, il finale è telefonato, ma le intenzioni non erano di celarlo. Narrato alla perfezione, in vetrina questo racconto ci starà alla grande. Pollice SU senza dubbio alcuno.
3) Chanson de geste, di Steamdoll
Direi un'ottima prova, ma permettimi un paio di considerazioni. La prima: il racconto si sarebbe sorretto decisamente meglio senza il richiamo a personaggi conosciuti. In tutto e per tutto, lo vedo come una zavorra che non permette al testo di esprimere tutta la sua potenza. Rileggilo eliminando i riferimenti e dimmi se ho torto. Seconda: "Quando scosta la tenda, l'uomo è una furia liberata: travolge ogni cosa sul suo passaggio, con la forza di un giovane leone e non di uno morente"... Per me questo passaggio è decisamente non riuscito. Il "morente" mi ha fatto pensare allo sconfitto sul campo e mi sono mancati un sacco di passaggi logici. In ultimo, avrei esplicitato con maggior chiarezza il sesso del "paladino" di Ginevra, nel momento in cui lo sveli. Sono tutti problemi che possono portare il lettore a svariate considerazioni che però qui nello specifico trovo errate. Giusto mantenere segreta la scommessa perché il Re stesso se n'era dimenticato, dominato in toto dalla gelosia. Una prova da pollice rivolto verso l'alto, non tutto su per quanto ti ho espresso.
4) Piano di fuga n.2, di Diego Ducoli
Racconto che si legge volentieri, divertente. Carino lo stratagemma ed effettivamente la sorpresa per il lettore c'è. Resta un dubbio: come faranno a vivere se lasciano tutto alle mogli? Un piano deve essere ordito con l'intenzione di massimizzare, qui invece i due protagonisti perdono tutto e, di conseguenza, inficiano il piano stesso. A quel punto potevano sparire e basta, non sarebbe cambiato nulla. Questo appunto mi fa cadere un po' il tutto e il giudizio che, pur rimanendo positivo non può esserlo in toto in quanto considero il racconto ancora incompleto. Pollice tendente all'alto, dunque.
5) Follie d’amore, di Raffaele Marra
In effetti un killer alle prime armi avrebbe sistemato il tutto. A quel punto potevi portare all'eccesso e farlo diventare anche credulone, enfatizzare l'assurdo. Lei folle, lui disoccupato che s'inventa un nuovo lavoro e parte allo sbaraglio per fare fuori tutti i suoi "mariti". Credo che ci sia materiale per un racconto grandioso. Qui paghi il fatto di non averlo ancora ben focalizzato. Intendiamoci, racconto che valuto positivamente, ma ancora acerbo. Un pollice un pochetto verso l'alto, ma timido.
6) Troppo tardi per combattere, di Manuel Piredda
Non ho apprezzato il richiamo diretto a 300 a fine racconto: fa parte di un universo narrativo diverso dal tuo, non puoi usarlo a leva per specificare meglio una tua storia, anche considerato il fatto che, difficile ma più che possibile, ci può essere qualcuno che non lo conosce. Detto questo, incipit piuttosto pesante, non è che le prime righe scorrano proprio benissimo. Inoltre, ho faticato a definire l'età del bambino. Per il resto la tua scrittura è comunque solida e non si può non apprezzare, ma già questi punti che ti ho sottolineato (localizzati nei punti chiavi d'inizio e chiusura) mi spingono a non alzare, mio malgrado, il pollice oltre al NI.
7) Il velo di Maia, di Jacopo Berti
Racconto che mi ha colpito molto, ben oltre il pollice NI che ho deciso di dargli. Dimenticavo: benvenuto a Minuti Contati! Torniamo a noi... Dalla prima risposta che hai dato a chi ti ha segnalato la presenza di troppi personaggi (cosa che ho riscontrato anch'io) mi sembra che di aver capito che hai un'idea su come sistemarli in modo da non far passare questa sensazione: bene, il laboratorio c'è proprio per questo tipo di operazioni e verrò a rileggerti. Allo stato attuale, però, la mia analisi è che tutta la prima parte sia ridondante e che eliminarla non toglierebbe più di tanto al testo. Però, ripeto, sono molto curioso di capire come in una revisione hai intenzione di gestire la cosa. Spero di rivederlo nel lab, verrò a leggerti senz'altro. Finale ottimo, la bimba katifa ci sta alla grande.
8) Un amico immaginario, di Veronica Cani
Hai qualità da abile narratrice e questo ti permette di fornire sempre ai tuoi lettori dei testi di piacevole lettura. In questo caso devo farti qualche appunto sul contenuto. Abbracciare un bambino non è segno di abuso sicuro, quando poi a suggerire la cosa è un amico immaginario (in più in una situazione di apparente normalità in quanto il protagonista gioca a calcio, va all'oratorio, ha a tutti gli effetti una vita sociale), beh, allora potrebbe anche essere segno di una qualche influenza subita da qualcuno tesa a portarlo a interpretare quella particolare situazione in quel particolare modo. Per me un pollice NI, presta molta attenzione alle informazioni che dissemini in corso di testo perché sono quelle che servono al lettore per unire i punti e se dici, faccio un esempio evidente, che il bimbo si sporca giocando a calcio non è facile immaginarsene uno con problemi di socialità. ;)
9) L’arcano, di Alberto Della Rossa
Mmm... Qui c'è molto mestiere, davvero tanto. Poca storia invece. La Morte è un personaggio che si spiega da solo, inscenare una situazione da "Settimo sigillo" si fa in un amen, un dialogo brillante e un finale casuale che arride al furbo protagonista. Non posso dire altro se non che si vede la fretta (e il compitino). Pollice NI.

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