Happy 33th Christmas

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chiara.rufino
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Happy 33th Christmas

Messaggio#1 » mercoledì 9 dicembre 2015, 22:45

"Raccontacelo un'altra volta, nonno!"
Mattia saltellava in giro per la stanza e si trascinava dietro il carretto dei giocattoli; la sorellina Nadia era seduta per terra e lo implorava di farla salire, prendendosi sberleffi e linguacce dal fratello.
"Va bene, solo se ti siedi accanto a me."
Mattia si fermò e guardò suo nonno Giulio negli occhi. Pur avendo cinque anni, Mattia era già spavaldo e sicuro di sé come lo era suo padre, figlio dell'uomo davanti a lui.
Si sedette e scansò bruscamente la sorellina, che era rimasta sul tappeto giochi a trafficare coi cubi.
"Devo cominciare dall'inizio, quindi?"
I bambini si lanciarono uno sguardo d'intesa e annuirono con fare solenne.
La storia del nonno, benché conosciuta sin dalla tenera età, faceva sempre pensare i due fratelli, specie nel periodo di Dicembre.
Il nonno si schiarì la voce e cominciò la sua cantilena pacata.
"Il giorno di Natale del 2025 fu l'ultimo Natale canonico. I potenti del mondo, insieme ai sacerdoti cattolici, decisero, di comune accordo, di fermare le festività sacre per rispettare al meglio quanto detto nella Bibbia. Si decretò, sempre nella concordia, di festeggiare la nascita di Cristo ogni trentatré anni, così anche la Pasqua."
"Prima si festeggiava sempre?"
Nadia si tirava uno dei due codini, retti dagli elastici gialli con i mandarini, e il nonno le sorrise.
"Certamente! Ogni anno! Si faceva anche a gara a chi avesse le decorazioni esterne più belle o la tavola meglio imbandita. Il Natale era diventato, insomma, una scusa per sfoggiare le proprie ricchezze, perdendo la sacralità originaria."
"E come presero gli altri questa notizia?"
Mattia smise di tormentare la sorellina ed era diventato serio, come da tradizione ogni volta che pensava.
"Non fu tutto rosa e fiori, in principio,specie per i commercianti, che chiesero feste supplementari per mantenere la loro ricchezza, proveniente dalle vendite. Le feste a cui avete partecipato sono frutto di questo scambio, avvenuto alla fine intorno al 2026."
"E poi cos'è successo?"
" Stiamo ancora aspettando il prossimo Natale. Siete davvero dei bambini fortunati, mancano solo otto anni! E ora filate a letto, prima che vostro padre torni e vi sgridi".
"Possiamo augurarti buon Natale comunque, nonno?"
L'orologio suonò la mezzanotte del 25 Dicembre 2050 e Giulio annuì.
"Auguri, piccoletti. Filate a letto, domani ci aspetta una giornata sui pattini."

Roberta entrò in sala e trovò il marito ancora in poltrona.
"Ogni anno quella storia e ogni anno tralasci quella parte."
"Sono ancora piccoli, lo capiranno quando diventeranno grandi".
Giulio si tolse la sciarpa dal collo e scoprì il collare religioso.
"Ti amo, Buon Natale."
Roberta gli prese la mano sinistra e gliela baciò, quasi sopra la fede nuziale.


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Angela
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Re: Happy 33th Christmas

Messaggio#2 » giovedì 10 dicembre 2015, 20:35

Ciao Chiara,
ci sono delle parti del racconto che sono visive, arrivano le immagini e la cosa mi piace molto. Ti faccio un esempio banale: Nadia si tirava uno dei due codini, retti dagli elastici gialli con i mandarini, e il nonno le sorrise. Ecco, questo tipo di frase a mio avviso è quasi cinematografica, si coglie la bimba nell'atto di tirarsi i codini. Ci sono parecchie frasi costruite in questo modo e a mio avviso funzionano molto bene. Però ho trovato alcuni problemi nella forma che ti ho segnalato negli appunti. Il finale confesso di non averlo compreso: è un religioso? Perché ha la fede nuziale? Per questi motivi il racconto è valutato con un NI che comunque non è una valutazione negativa, perché c'è un bel potenziale.
Gli appunti:

sicuro di sé come lo era suo padre, figlio dell'uomo davanti a lui.
L’ultima parte mi sembra una precisazione di troppo. Terminerei senz’altro con “come lo era suo padre”.

La storia del nonno, benché conosciuta sin dalla tenera età, faceva sempre pensare i due fratelli, specie nel periodo di Dicembre.
Non capisco bene cosa vuoi dire con “faceva pensare”. Forse volevi dire "riflettere"?

"E come presero gli altri questa notizia?"
Gli altri chi? Forse volevo dire la gente?

mantenere la loro ricchezza, proveniente dalle vendite.
Anche qui trovo che specificare la provenienza della ricchezza sia superfluo. La frase dovrebbe terminare prima “per mantenere le loro ricchezze”. Hai scritto che sono commercianti, è chiaro che i soldi provengono dalle vendite.
Uno scrittore è un mondo intrappolato in una persona (Victor Hugo)

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Callagan
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Re: Happy 33th Christmas

Messaggio#3 » venerdì 11 dicembre 2015, 12:15

Ciao, Chiara. Scusami se nel commento sono un po' crudo ma, ti giuro, porto con me le migliori intenzioni.
Penso che il tuo racconto non stia in piedi per due motivi fondamentali: la storia che il nonno racconta ai nipoti, le reazioni e le domande dei nipoti. Tutto questo è irrealistico. Non è tanto la storia raccontata che mi fa storcere il naso, quanto il modo e i termini che non si conciliano con le storie che una persona può raccontare a bambini tanto piccoli che, tra l'altro, mai sarebbero incuriositi da un argomento simile. Ti parlo con cognizione di causa, perché spesso ho raccontato storie ai piccolini e so cosa può intrattenerli: non di certo una storia "da adulti". Gli stessi comportamenti di Mattia e Nadia non sono propri di bambini della loro età, non lo sono le loro domande (che potrebbero essere attribuite a personaggi che abbiano almeno qualche anno in più e almeno un briciolo di istruzione). Tu, addirittura, lasci intendere che Mattia quella storia l'aveva ascoltata, assorto, anche gli anni precedenti, mostrando le medesime curiosità.
Infine, l'ultimo paragrafo non incide. Dai a intendere che il nonno è stato tempo addietro un "sacerdote cattolico", non si capisce bene se ti riferisci al papa o a una figura simile. Perché, dopo la storia complicatissima raccontata a Mattia e Nadia, dovrebbe far la differenza dir loro che il nonno era uno di quei sacerdoti (il più importante?) che modificarono il Natale. Un bambino riceverebbe impassibile tale informazione al pari delle altre.
Perdonami la schiettezza, ma non credo sia utile celare quel che veramente si è pensato alla lettura di un racconto.
Spero di esserti stato utile. Alla prossima.

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chiara.rufino
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Re: Happy 33th Christmas

Messaggio#4 » venerdì 11 dicembre 2015, 14:50

Ciao e grazie per i commenti.
Penso che la cosa fondamentale, che non si coglie nella storia, sia che quella che i ragazzi vivono è una situazione già iniziata, visto che sono 25 anni che esiste questa legge.
Faccio la babysitter da almeno quindici anni e i bambini odiano che li si tratti da bambini.
I bambini pensano, Angela, perché a quell'età non si riflette, la riflessione è una parte adolescenziale che si porta dopo che si apprendono le regole. I bambini pensano perché sono nuovi nel mondo.
Il nonno è semplicemente un sacerdote, che cerca di iniziare i nipoti a quella realtà senza traumatizzarli, raccontando solo una parte.
Non è il Papa, è solo un sacerdote e pensavo d'essere stata chiara nell'espozione.
Quello che davvero mi arriva, leggendo i vostri commenti, è che forse io ho una visione dei bambini meno "bambinesca" e più cosciente. Non sono stupidi, anzi a volte danno consigli migliori dei miei coetanei (specie mia cugina, che di anni ne ha solo sette e mezzo).
Se sono nati in un ambiente del genere, è normale chiedere cosa ci fosse prima, come io domandavo della guerra a mio nonno quando avevo quattro anni. Tra vent'anni magari chiederanno del matrimonio tra coppie dello stesso sesso o ancora di quello interraziale, perché quando cambia la generazione, cambia il focus con cui si vedono le cose precedenti.
Mi dispiace davvero che tutto ciò non sia passato, nonostante il tema difficile.
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Callagan
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Re: Happy 33th Christmas

Messaggio#5 » venerdì 11 dicembre 2015, 15:08

Chiara
Scusa se insisto (giuro non sono polemico) ma anche io ho quotidianamente a che fare con bambini che vanno dai due ai sei anni. E' vero, sono in grado di stupirti con le domande, parlano da un punto di vista diverso rispetto a quello di un adulto, sono curiosi, apprendono velocemente e tutto. Ma te davvero gli racconteresti una storia come quella che hai scritto e con i termini che hai utilizzato? Cosa capirebbero? Non vengono fatti esempi concreti per far cogliere la realtà di quanto raccontato ai bambini, non è utilizzato un lessico a loro immediatamente comprensibile. Anche mia nonna mi raccontava le storie del periodo di guerra, ma parlava come si parla a un bambino perché altrimenti non l'avrei né compresa né sarei stato incuriosito dal suo racconto.
Con questa specificazione spero di aver chiarito anche il mio commento precedente :)

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chiara.rufino
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Re: Happy 33th Christmas

Messaggio#6 » venerdì 11 dicembre 2015, 15:15

Mah, ti dirò, so della guerra e mio nonno non si risparmiava nel raccontare cose, ci raccontò perfino di un bimbo ritrovato solo per un pezzo di maglione. Coi bambini più sei chiaro e semplice, meglio è. Con chiaro e semplice non intendo SEMPLICISTA ma semplice davvero.
Indorare le pillole, dirgli le cose in modo mascherato, secondo me non funziona coi bambini, tanto alla fine le cose le sanno e rimangono traumatizzati.
Poi appunto, miei trascorsi di vita, mio modo di intendere la vita.
Questo è un pensiero che mi porto dietro da anni e volevo vedere come rendeva su carta.
Ci rileggiamo presto:).
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Fernando Nappo
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Re: Happy 33th Christmas

Messaggio#7 » domenica 13 dicembre 2015, 16:02

Ciao Chiara,
devo ammettere di non aver capito fino in fondo il tuo racconto. L'argomento su quale l'hai impostato, innanzi tutto, mi sembra piuttosto sfruttato: Natale commerciale versus Natale spirituale. Ma il punto, a mio avviso, è che affronta l'argomento in modo poco originale: temo che le questioni commerciali smuavono gli interessi degli uomini molto più delle questioni spirituali, verso le quali non si risparmiano certo atteggiamenti e facce per l'occasione che però evaporano in pochi giorni col passare delle feste. In questo senso, avrei trovato più originale un totale ribaltamento della situazione, con i potenti del mondo (espressione un po' logora e debole) che si accordano per festeggiare il Natale due volte l'anno, o magari tre, o, meglio ancora, il 25 di ogni mese.
Il finale, poi, mi ha spiazzato del tutto. Chi è il nonno? Se c'è qualche indizio non l'ho colto. Intendiamoci, può benissimo essere un mio limite.

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chiara.rufino
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Re: Happy 33th Christmas

Messaggio#8 » domenica 13 dicembre 2015, 20:47

Mi dispiace leggere questi commenti, più che altro perché, evidentemente, non sono stata così Chiara.
Lui è un normale sacerdote che s'è sposato dopo la riforma, di cui non parla ai nipoti perché sono piccoli.
Per il Natale, era un pensiero che avevo da un sacco di anni (essendo praticante) e mi sono domandata più volte se accadesse davvero, se festeggiassimo il Natale ogni 34 anni.
Sarà per un'altra competizione, allora. Mi farò capire meglio.
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diego.ducoli
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Re: Happy 33th Christmas

Messaggio#9 » lunedì 14 dicembre 2015, 21:54

Ciao Chiara
Non so bene come commentare il tuo racconto.
Il pezzo è scritto bene, molto raccontato, ma funziona nel contesto, molto gradevoli gli “intermezzi dei bambini.
Di contro non avverto nessun climax narrativo, tutto scorre abbastanza piatto, non capisco perché Giulio nasconde la sua identità. Hanno vietato la festa, non hanno vietato il culto.
Un altro piccolo appunto vorrei fartelo sul racconto del nonno: sei sicura che una storia simile possa piacere a bambini cosi piccoli. Io me li immagino che dopo 5 minuti gli dicono: “Va bene nonno, ora ci racconti quella del drago e del cavaliere.”

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Andrea Partiti
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Re: Happy 33th Christmas

Messaggio#10 » martedì 15 dicembre 2015, 17:10

Anche io ho qualche dubbio sulle dinamiche del tuo racconto.

Il tono formale del racconto ai bambini non trovo sia sbagliato, penso che crei atmosfera e ai bambini piaccia, anche a scapito di qualche brandello di informazione che si "eleva" troppo. Un nonno di una certa cultura penso potrebbe tranquillamente parlare così ai suoi nipoti, e il fatto che sia prete di formazione fa supporre che la cultura ci sia.

Il comportamento dei bambini invece mi sembra meno ragionevole, sono troppo posati e sembrano avere una sorta di rito riguardo al racconto del nonno troppo ben stabilito per la loro età. A cinque anni mi aspetterei che sia, che so, la seconda o la terza volta che sentono la storia, sicuramente non di più, e non è abbastanza da creare questa aspettativa.
Mi sembra anche inutile (e improbabile?) nascondere che il nonno sia un sacerdote. Possibile che davvero non lo sappiano? E in quel caso, a che pro nasconderlo? A quell'età verrebbe accettato senza batter ciglio come parte del canone famigliare.

Faccio anche fatica ad accettare questo sviluppo del futuro, che si possa "decidere" di cambiare una tradizione in questo modo, come si possa imporre davvero il cambiamento... con tutta la sospensione dell'incredulità che ci posso mettere, non riesco a riempire i vuoti.

Penso che si possa ancora sistemare il racconto, ma con tanta fatica. L'atmosfera, i piccoli dettagli sui bambini, il nonno, la casa, sono perfetti ed evocativi. Però devono supportare una struttura e una trama più convincenti. Vorrei saper indicare un dettaglio chiave che risolva le debolezze, ma sospetto che sia molto più complicato di così e serve un lavoro di mannaia per andare al cuore del problema!

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chiara.rufino
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Re: Happy 33th Christmas

Messaggio#11 » martedì 15 dicembre 2015, 21:32

Perdonami, Andrea, ma se il tema è "ricorda il natale x", non vedo perché non posso scrivere un mio pensiero!
Non mi sono offesa, la cosa mi fa alquanto ridere.
Mi vado a spiegare; non vedo perché non potrebbe davvero avvenire un cambiamento del genere, con questo Papa poi!
Sì, sono cattolica e vado anche in Chiesa; questo pensiero l'ho da un po' e mi stuzzicava buttarlo su carta.
Se davvero v'ha sconcertato così tanto a me dispiace, volevo solo scrivere un racconto
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chiara.rufino
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Re: Happy 33th Christmas

Messaggio#12 » martedì 15 dicembre 2015, 21:33

Perdonami, Andrea, ma se il tema è "ricorda il natale x", non vedo perché non posso scrivere un mio pensiero!
Non mi sono offesa, la cosa mi fa alquanto ridere.
Mi vado a spiegare; non vedo perché non potrebbe davvero avvenire un cambiamento del genere, con questo Papa poi!
Sì, sono cattolica e vado anche in Chiesa; questo pensiero l'ho da un po' e mi stuzzicava buttarlo su carta.
Se davvero v'ha sconcertato così tanto a me dispiace, volevo solo scrivere un racconto
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Peter7413
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Re: Happy 33th Christmas

Messaggio#13 » martedì 15 dicembre 2015, 23:43

L'idea del Natale ogni 33 anni è carina, ottimo come fai desumere il 2050 dalla sottrazione dei rimanenti sommati al 25: direi che in questo racconto ci sia uno dei più brillanti utilizzi dei paletti. Peccato per il finale che giunge senza preparazione alcuna, la chicca del prete sposato causa riforma non arriva perché, sostanzialmente, non seminata e quindi si rimane a chiedersi il perché di una tale chiusa, cosa che fa evaporare il climax non permettendo di chiudere il processo narrativo che hai iniziato. Insomma, scelta strategica sbagliata. In fase di rielaborazione tenderei a lasciare perdere un finale a sorpresa di tal fatta andando a inserire tutte le riforme che vuoi in corso di narrazione sullo stile "Lo sapevate che all'epoca io e vostra nonna non ci saremmo potuti sposare? Non sarebbe nato il vostro papà e adesso non ci sareste nemmeno voi?". Una roba così... E potresti metterla sotto forma di fiaba raccontata: "C'era una volta un prete triste e solo che officiava la messa di Natale tutti gli anni e vedeva tante facce felici e anche se si costringeva a sorridere, dentro piangeva..." e via dicendo.
Se vuoi ne parliamo nel labo, ma devi chiamarmi che altrimenti non garantisco.

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Andrea Partiti
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Re: Happy 33th Christmas

Messaggio#14 » martedì 15 dicembre 2015, 23:47

chiara.rufino ha scritto:Perdonami, Andrea, ma se il tema è "ricorda il natale x", non vedo perché non posso scrivere un mio pensiero!
Non mi sono offesa, la cosa mi fa alquanto ridere.
Mi vado a spiegare; non vedo perché non potrebbe davvero avvenire un cambiamento del genere, con questo Papa poi!
Sì, sono cattolica e vado anche in Chiesa; questo pensiero l'ho da un po' e mi stuzzicava buttarlo su carta.
Se davvero v'ha sconcertato così tanto a me dispiace, volevo solo scrivere un racconto


Puoi scrivere tutto quello che vuoi, non era mia intenzione suggerire di limitarti, figurati!
Mi interrogavo su quanto fosse credibile una decisione così unilaterale su una tradizione che ormai non è più soltanto religiosa, ma è permeata in ogni aspetto della società, in tanti aspetti che nascono "dal basso", dalle persone, e completamente svincolati dalla religione. Faccio fatica a pensare che una decisione simile non porterebbe altri cambiamenti e reazioni difficili da ignorare, e in quel caso dovrebbero far parte del racconto ai nipoti, per la gioia del lettore :)

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Re: Happy 33th Christmas

Messaggio#15 » mercoledì 16 dicembre 2015, 10:59

ciao Chiara ^_^ piacere di conoscerti! finalmente!
allora, il tuo racconto mi ha inizialmente incuriosita molto, mi piace l’incipit, crea la giusta aspettativa, ma… ecco, poi la mia trepidazione è svanita man mano che proseguivo la lettura. e di questo mi spiace. conosco abbastanza bene il mondo dei piccolissimi (qui infatti si parla di bambini che ancora non sono neppure in prima elementare) e non credo che una storia del genere possa reggere, anche se siamo in una situazione assodata, quotidiana, che c'è da anni... e cerco di dirti il perché:
- ci sta che i bambini richiedano fino alla morte una stessa storia, lo fanno tutti, è una loro condizione di generare sicurezza e conoscenza (mia nipote mi ha fatto guardare almeno due volte a settimana per un anno intero “Alla ricerca di Nemo” X_X non ne volevo più e parlavo in balenense ahah!), ma la storia che gli racconta il nonno è davvero poco per bambini, non ha nulla dentro che possa richiamarne una così giustificabile attenzione, i bambini fanno fatica a capire cosa sia la religione, cosa siano i “problemi” degli adulti, li conoscono per parole, ma non nel significato e presto perderebbero attenzione, e interesse…
- il nonno utilizza un parlato troppo costrutto, complicato. non credo che un bambino dell’asilo conosca parole tipo “canonico”, “cattolico”, “decretare”, “supplementare”, “sfoggiare”, ecc. e modi di dire come “rosa e fiori”… sarebbe meglio girare queste parole in quella più semplice che conosci ^_^
- descrivere una situazione del genere a dei piccoli richiede una certa verve interpretativa, magari detta in modo allegorico, che ne so, con un parallelismo tra reale e fantastico: non parlargli di cattolici e potenti, ma di bambini e giocattoli o di fate e streghe… così, per esempio!
- anche il tempo lo scandisci in modo troppo infallibile, ma i bambini non hanno una spiccata dimestichezza con la coerenza temporale delle cose ^_^” già non distinguono domani da ieri, figurati se possono affrontare un tempo lungo trentatré anni

leggo storie nella biblioteca del mio paese e conosco molto bene il grado di attenzione dei bambini... poi, OK, esistono bambini e bambini,ma, nella complessità, davvero Cristina, hanno bisogno di estrema semplicità ^_^
questo da un punto di vista della coerenza di linguaggio per i protagonisti che hai inserito, passando invece alla storia in sé, la cosa cambia, ma, purtroppo Chiara, scusami, mi spiace, non in modo troppo positivo :(
il racconto non si capisce se voglia parare su una considerazione estremista del cristianesimo (per rispettare la sacralità le feste avverranno solo ogni trentatré anni) o se, invece, si sia andati verso la sua fine (il nonno è una persona credente, un sacerdote credo, ma pare non possa professare nulla tenendo nascosto il suo credo)
ora, non so se sia stato solo un mio problema non capire, avere confusione, ma… credo che la situazione vada un pelo chiarita :)
voglio però finire in bellezza Chiara ^_^, perché la tua scrittura mi è piaciuta molto, è leggera, genuina direi. hai usato delle belle immagini che caratterizzano bene non solo l’estetica dei bambini, ma anche il loro carattere, e in pochissime battute.
credo che il tuo “problema” sia stato non trovare una storia adatta e null’altro. perché la tua capacità di scrittura la si vede tutta qui, nero su bianco!
paletti di sommo maestro oscuro CT: rispettati
spero vorrai prendere quanto ti ho suggerito in modo molto leggero, non è bello dare un parere non del tutto positivo, ma siamo qui per migliorarci e spero che quanto ti ho lasciato potrà darti degli spunti su cui diventare sempre più brava, perché talento ce n’è!
ciao ciao! e alla prossima! :)

Zebratigrata
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Re: Happy 33th Christmas

Messaggio#16 » mercoledì 16 dicembre 2015, 19:57

Ciao Chiara,

confesso di non aver capito benissimo il punto del tuo racconto.
Come mai il nonno non vuol dire di essere un prete? In fondo i bambini non hanno pregiudizi di alcun tipo, e chiaramente non ricordano come fosse 'prima' quindi non mi sembra che abbia molto senso nascondergli questo fatto. Senza contare che se vanno a scuola o fanno attività con altri bambini lo saprebbero comunque per altre vie.

Non condivido personalmente la scelta di usare l'inglese per il titolo, che in questo caso non aggiunge niente. Oltretutto perché 'Buon 33esimo Natale'? Se non sbaglio sarebbe il 25°dalla data del cambiamento.

Altro dettaglio che mi rende dubbiosa è il fatto che la storia del nonno 'dà da pensare' ai bambini: non che i bambini non pensino, ma lo fanno molto più estemporaneamente degli adulti, mentre l'espressione che hai usato tu mi fa pensare più al rimuginare di un adulto.

Ultima nota: i codini più che 'retti' secondo me possono essere 'stretti' o 'legati' dagli elastici. A parte questo nulla da dire sullo stile, il testo è scorrevole e ben costruito.

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alberto.dellarossa
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Re: Happy 33th Christmas

Messaggio#17 » mercoledì 16 dicembre 2015, 20:19

Il racconto è ben narrato, ottime le descrizioni, eppure procede senza alcun reale brivido. Di fatto non c'è alcun conflitto a sostenere la storia che pertanto rimane piuttosto piatta. Di difficile comprensione la chiosa finale, al di là del fatto che il colletto da religioso basta togliero, anziché coprirlo. Ho delle difficoltà a valutare il risultato: la prosa va bene ma la storia latita, manca di passione e non afferra il lettore.

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