La stella a otto punte - Andrea Partiti

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Andrea Partiti
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La stella a otto punte - Andrea Partiti

Messaggio#1 » lunedì 21 dicembre 2015, 23:35

Ishtar alzò la fronte davanti al trono di Ereshkigal. Nella grande aula di pietra, ombre invisibili sfioravano la sua pelle nuda, si affollavano, graffiavano.
— La terra soffre, Ishtar, — disse la Regina. — Ea stesso si agita. Vuole che tu beva l’acqua della vita e torni alla luce.
— Non è questo il mio posto, Ereshkigal. La malattia ha rubato il mio giovane amante Tammuz. Sono morti più per le mie lacrime che per le sessanta pestilenze. Per salvarlo sono scesa dove tutto è dolore e la morte si confonde.
— Non puoi riavere Tammuz. L’acqua della vita non è per labbra mortali, non v’è ritorno per lui, — scosse il capo Ereshkigal.
Ishtar si fece seria:
— Mi hai permesso di scendere nel tuo regno rispettando l’antica legge. Ho aperto le sette porte, lasciando un indumento per ognuna di esse, in sottomissione. In accordo a quella stessa legge, porterò un’anima a sostituire quella del giovane Tammuz, che risorga inalando gli incensi della sala in cui riposa.
Ereshkigal annuì senza gioia:
— Hai fino a notte, Ishtar. Bevi l’acqua e non ti voltare. I miei demoni saranno con te, che non possa ingannarmi.
Ishtar bevve e una ad una riattraversò le sette porte che la separavano dalla luce, rivestendo il suo corpo di abiti e coraggio.
Corse verso il suo palazzo, Ishtar, perché era la strada che meglio i suoi passi conoscevano.
Incontrò per prima una donna triste; lavava i panni in un rivo intonando parole di lutto. Isthar udì cantare il suo nome e capì che piangeva la sua discesa. I demoni sfiorarono la donna facendola rabbrividire. Ebbe pena di lei.
Sotto una palma vide una bambina. Era giovane e fresca, in pace con il suo mondo. I loro sguardi si incrociarono, gli occhi della giovane si spalancarono, pieni di lacrime ed emozione nel riconoscere Ishtar. I demoni fremettero. Ebbe pena di lei.
Incontrò un vecchio cieco che guidava lentamente il suo carro carico di fieno profumato.
Gli domandò:
— Vecchio, hai ragione di vivere?
— Non più, ora che la grande Ishtar se n’è andata, — rispose stringendo la stella a otto punte che portava sul petto.
I demoni lo lambirono, affamati. Ebbe pena di lui.
Ishtar camminò e camminò sulla via verso il palazzo.
Incontrò mendicanti e mercanti, nobili e schiavi, guardie e criminali. Tutti piangevano a loro modo la sua assenza, tutti erano persi nel lutto. Molti la seguirono sulla via.
Entrò a palazzo insieme all’ultimo sole del giorno, senza una risposta e senza una speranza.
C’era silenzio, nessuna canzone di cordoglio.
Avrebbe abbracciato il marito, per dirgli addio sperando che accettasse la sua decisione. Quindi avrebbe varcato un’ultima volta le sette porte, rinunciando alla vita perché non poteva sacrificare chi soffriva per lei, né poteva accettare di lasciar solo Tammuz, dopo averlo deluso.
Trovò il marito sul trono, solo. Anche i suoi occhi si spalancarono, ma asciutti di lacrime e colmi di terrore. Non v’era traccia di lutto in lui.
I demoni allungarono un’ultima volta i loro artigli. Ishtar non ebbe pena di lui.
Ultima modifica di Andrea Partiti il lunedì 21 dicembre 2015, 23:40, modificato 1 volta in totale.



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antico
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Re: La stella a otto punte - Andrea Partiti

Messaggio#2 » lunedì 21 dicembre 2015, 23:38

Conteggio caratteri ok, tempo rispettato, buona Strukul Edition anche a te!

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Angela
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Re: La stella a otto punte - Andrea Partiti

Messaggio#3 » martedì 22 dicembre 2015, 18:19

L'idea è sontuosa e secondo me ti sei giocato bene le carte. Il testo è un fantasy che ben si sposa con il tema. Alcune parti del racconto sono molto interessanti (le sette porte, troni, demoni e regni). Tuttavia, il racconto non presenta climax, perché gli eventi si susseguono in modo lineare e la conclusione, anche se non telefonata, me l'aspettavo. Ho trovato alcuni periodo da rivedere che ti evidenzio:


lasciando un indumento per ognuna di esse, in sottomissione.

Qui sembra che sia l'indumento a sottomettersi. Frase da rivedere.

Bevi l’acqua e non ti voltare. I miei demoni saranno con te, che non possa ingannarmi.
Affinché tu non possa ingannarmi

Corse verso il suo palazzo, Ishtar, perché era la strada che meglio i suoi passi conoscevano.
Frase contorta. Metterei prima il soggetto.

In conclusione, l' aderenza al tema c'è , lo stile è buono ma le potenzialità dell'idea non sono state sfruttate a pieno. Un NI da valutare durante la stesura della classifica. Come ho scritto anche a Roberto, lo stile mi sembra decisamente migliorato. Bene così.
Uno scrittore è un mondo intrappolato in una persona (Victor Hugo)

alexandra.fischer
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Re: La stella a otto punte - Andrea Partiti

Messaggio#4 » mercoledì 23 dicembre 2015, 15:18

La stella a otto punte di Andrea Partiti Trovo affascinante la tua storia e scopro con piacere che anche tu ammiri molto la mitologia assira (molto cupa, forse perché quel periodo storico è assimilato all’Era Astrologica dello Scorpione) e conosci la dottrina del Budda. In effetti, è molto complessa e ricca di ispirazione per chi scrive fantasy. Il personaggio di Ishtar è molto ben reso, perché hai attribuito alla dea anche qualcosa di Siddharta Gautama (il suo incontro con i tre personaggi femminili: la donna in lutto che lava, la bambina felice sotto la palma, la processione di nobili e schiavi, guardie e criminali ricorda proprio l’episodio della conversione di Siddharta Gautama prima che divenisse il Budda). L’amore disperato di Ishtar è per Tammuz (il suo amante, precursore del mito di Attis e di Adone) e anche qui c’è un rimando mitico (a quello di Orfeo, perché lei non deve voltarsi indietro varcando le sette porte). L’intensità della disperazione e della passione di Ishtar si vede nel finale, quando lei decide di tornare nell’aldilà da Tammuz pur senza sacrificare il marito. Storia notevole, complimenti (anche per il particolare degli indumenti che Ishtar lascia attraverso le sette porte e il tema del baratto dell’anima).

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Callagan
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Re: La stella a otto punte - Andrea Partiti

Messaggio#5 » mercoledì 23 dicembre 2015, 19:14

Ciao, Andrea. Hai scritto un buon racconto, la storia è ben narrata e si fa apprezzare per i rimandi mitologici. Eppure, proprio il tono onirico che attraversa il racconto ne è croce e delizia. Perché, per quanto lo possa apprezzare, alla fine a livello emotivo resta freddo. Lo vedo bene come intermezzo all'interno di uno scritto di più ampio respiro. In quanto racconto mitico, è come se volesse comunicare qualcosa: un monito, un insegnamento, ecc. Il racconto non mi ha colpito, ma è comunque una buona prova.

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AmbraStancampiano
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Re: La stella a otto punte - Andrea Partiti

Messaggio#6 » giovedì 24 dicembre 2015, 0:16

Ciao Andrea,
il tuo racconto è splendido.
Il personaggio di Ishtar è molto ben reso, i richiami mitologici sono piacevolissimi e ben costruiti, il tono mitico giustifica la mancanza di empatia, la trama è affascinante e coerente, lo stile non ha pecche. Il tema mi sembra ampiamente rispettato, e sto cercando di allungare il brodo perché non ci trovo davvero difetti, e fatico a toccare i trecento caratteri ;)

Alla prossima
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

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angelo.frascella
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Re: La stella a otto punte - Andrea Partiti

Messaggio#7 » venerdì 25 dicembre 2015, 23:25

Ciao, Andrea.

Racconto interessante, che parte da un mito Babilonese, che poi ha dato origine a quello greco di Orfeo. Devo dire che la storia di Ishtar e Tammuz non mi era noto, ma il richiamo a Orfeo e la sensazione di trovarmi di fronte a nomi così particolari (che mi facevano pensare al mitico “io sono Pdor, figlio di Kmer… di Aldo, Giovanni e Giacomo) mi hanno spinto a fare qualche ricerca. Il risultato mi ha un po’ “deluso” nel senso che mi avevano affascinato alcune idee, come quello degli abiti e delle sette porte, che però sono riprese dal mito, mentre la realizzazione mi aveva lasciato la sensazione di scarso coinvolgimento emotivo. Inoltre molta della simbologia del racconto rimane ermetica senza conoscere il mito (o senza qualche ricerca su Internet), come la stella a otto punte che viene addirittura ripresa nel titolo o le sessanta malattie. Quindi, se da un lato c’è uno stile buono (ma freddo), dall’altro la trama non è originale nè viene “arricchita” dal racconto (di cui, anzi, molti passaggi rimangono incomprensibili). Perciò, per rubare la terminologia all’Antico, in questa versione, per me il pollice è giù.

Buon Natale

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marco.roncaccia
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Re: La stella a otto punte - Andrea Partiti

Messaggio#8 » mercoledì 30 dicembre 2015, 13:53

Ciao Andrea,
complimenti per il coraggio. Ce ne vuole per scrivere un racconto che si rifà alla mitologia mesopotamica in così poco tempo e con così pochi caratteri. Il risultato è, dal mio punto di vista apprezzabile, seppur condividendo alcune delle criticità evidenziate (mancanza di pathos e l’esigenza di un respiro più ampio). Per narrare storie del genere hai però trovato una voce convincente e, a mio avviso, non sei lontano dalla quadratura del cerchio. Vai avanti così!

Sybilla Levanti
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Re: La stella a otto punte - Andrea Partiti

Messaggio#9 » mercoledì 30 dicembre 2015, 23:25

A parte la citazione del vecchio e nel titolo, non ho trovato riscontri del perché la stella a otto punte (andrò a vedere in internet asap per colmare questa lacuna).
Racconto che si rifà nello stile e nella terminologia ai miti/sacre scritture et similia, cosa che di solito apprezzo molto ma che in questo caso diventa più un ostacolo che un piacere. Mio gusto personale.
Nel linguaggio non trovo particolari difetti.

Fabiana Donato
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Re: La stella a otto punte - Andrea Partiti

Messaggio#10 » giovedì 31 dicembre 2015, 19:13

Ciao Andrea! Davvero bella l'idea e corretto il modo in cui hai impostato il testo, purtroppo devo smontare questi bei complimenti per dirti che mi aspettavo il finale. Ebbene si, sei stato un po' scontato. Il mio consiglio è che avresti dovuto mettere in difficoltà il lettore, ponendo termini capaci di confonderlo per poi sfruttare la chiarezza di cui sei dotato. Nel complesso: ben scritto! Alla prossima :)

Zebratigrata
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Re: La stella a otto punte - Andrea Partiti

Messaggio#11 » domenica 3 gennaio 2016, 19:20

Ciao Andrea,

nullla da dire sulla forma, lo stile è molto evocativo ed è subito chiaro che parliamo di un passato antico, di leggende o di divinità.

Anche senza conoscere la storia di Ishtar basta probabilmente avere un'infarinatura dei miti classici dell'occidente per collocare la storia, che ricalca tutte le varie discese e ritorni dagli inferi per amore. Senza questa base però credo che il racconto non sarebbe comprensibile alla maggior parte dei lettori.

Non ritengo che sia necessario essere compresi da tutti quando si scrive: i testi parlano tra di loro, e le citazioni a mio parere arricchiscono un testo con nuovi livelli di lettura anche se precludono a una parte dei lettori la comprensione completa. Non lo ritengo un male. Ma in questo caso la quasi totalità del pezzo è costruita su citazioni e riferimenti, presenti in ogni singolo dettaglio e forse per un racconto così breve è quasi troppo, a mio parere.

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antico
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Re: La stella a otto punte - Andrea Partiti

Messaggio#12 » martedì 5 gennaio 2016, 14:33

Mi sembra manchi un a capo, a un certo punto la narrazione ha una svolta e dalla grafica che gli hai dato non è evidente. Va senz'altro editato, lo stile è molto buono, ma particolari importanti quali la stella a otto punte vanno spiegati o quanto meno necessitano di una semina che contribuisca a chiarirli al lettore (del resto lo hai anche scelto come titolo e allo stato attuale è un pelo ermetico). Per me un pollice NI anche in considerazione del finale poco preparato (viene da dire che la scelta di una traditrice di sacrificare il marito cornuto pur di riavere l'amante giovane e fresco è piuttorsto scontata). Utilizza i duemila caratteri in più del lab per dare più corpo soprattutto a queste due lacune che ti ho evidenziato e vediamo come si trasforma.

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Andrea Partiti
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Re: La stella a otto punte - Andrea Partiti

Messaggio#13 » martedì 5 gennaio 2016, 14:46

Grazie a tutti per i commenti, ci mediterò su!

Volevo solo specificare che il finale è scontato, sì, perché il racconto è solo una reinterpretazione (molto libera e usando fonti anche non troppo compatibili) di un mito visto e rivisto e raccontato in molte mitologie diverse, a cui sicuramente tutti siamo stati esposti in un modo o nell'altro, quindi non volevano esserci colpi di scena di nessun genere.

@l'antico L'accapo mancante non lo vedo, forse c'è un qualche "stacco" narrativo che non avevo previsto e che ora è protetto dalla cecità selettiva da scrittura. Dove lo metteresti esattamente?

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