Come mille esplosioni

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alberto.dellarossa
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Come mille esplosioni

Messaggio#1 » martedì 22 dicembre 2015, 0:00

Batto alla porta. Una, due, tre volte. Gli unici rumori in casa,oltre al singhiozzare dietro la porta. Probabilmente è quanto di meglio mi possa aspettare da questa giornata. Vorrei dire terribile giornata, anche se l’unica parola che mi viene in mente è ordinaria.
Smettila, ti prego, esci dal bagno. Per favore.
Non so nemmeno se l’ho detto o l’ho pensato, questi litigi mi svuotano e mi lasciano senza voce. Dovrei essere arrabbiato, forse. Mi perdo per un istante nei miei pensieri e rimango davanti alla porta, col pugno alzato, mentre il cervello insegue una considerazione cavillosa.
A momenti nemmeno mi accorgo che la serratura scatta e la porta si apre. Me la trovo davanti, dannatamente bella anche se il rimmel colato la fa apparire simile a un panda.
Provo a sorridere. Ho la sensazione che il volto sia di cuoio. Voglio soltanto chiudere questo litigio, l’ennesimo della giornata.
“Facciamo pace?” chiedo.
Alza il mento, verso il mio. Forse un bacio, si dice l’angolo ancora privo di malizia del mio cervello.
E poi il gesto di disprezzo. Lo sputo.
Chiudo gli occhi, mentre mi appello a qualsiasi forza abbia dentro per non esplodere. Riesco a schivare l’onda di rabbia incontrollata, ne contengo la spuma nera calibrando al millimetro il gesto di pulirmi il volto con la mano. Si allontana alle mie spalle, mentre entro nel bagno e giro la chiave.
Guardo la porta, unico divisorio tra lei e me, fatta eccezione per l’incomunicabilità che imperversa tra noi.
Mi bruciano gli occhi. Le prime volte mi è capitato di piangere, adesso mi coglie una stanchezza intollerabile, sostituto della rabbia che a volte mi sembra insostenibile. Sento ancora la saliva sulla guancia; apro il rubinetto e mi lavo il viso. Poi mi guardo allo specchio e dimentico i polsi sotto l’acqua corrente.
Mi trovo a guardare stupito un veterano. Lo sguardo leggermente assente, le pupille dilatate. Ho visto un documentario, tempo fa. Trauma da scoppio, e Dio sa in quante esplosioni rimango coinvolto ogni giorno. Solo di oggi siamo a quattro, ma il volto che lo specchio riflette mi parla di settimane, mesi, anni.
Scuoto la testa, un gesto sospeso tra lo sconforto e l’incredula assurdità di ciò che mi sto costringendo a vivere, quando il mio sguardo si posa sul tubetto di mascara appoggiato sul bordo del lavandino. Lo stesso mascara che cola e le tramuta lo sguardo in uno strale accusatorio, testimonianza sbavata dell’ennesimo litigio.
Nell'armadietto trovo un ago, nelle tasche l’accendino. Scaldo la punta fino a farla divenire incandescente e la immergo nel mascara. Osservo la goccia di pigmento nero come fosse veleno che stilla dalla coda di uno scorpione e affondo l’ago nella carne, poco sotto il gomito, sull’interno dell’avambraccio. La goccia di sangue che esce dalla minuscola ferita si mescola al nero. Mi sciacquo, e ciò che rimane è un singolo punto che mi guarda come una pupilla scura.
Seduto sul water guardo il mio nuovo compagno di viaggio, testimone del quarto litigio dell’undici novembre 2002. Metto in tasca il mascara, avvolgo l’ago nella carta igienica e lo ripongo nel portafogli.
Sono certo che quel punto nero sotto pelle non resterà solo.



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antico
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Re: Come mille esplosioni

Messaggio#2 » martedì 22 dicembre 2015, 0:13

Qui c'è eccedenza di caratteri e se entro l'una non verrà risolta incorrerai in una penalità. In ogni caso, buona Strukul Edition!

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Callagan
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Re: Come mille esplosioni

Messaggio#3 » martedì 22 dicembre 2015, 13:26

Ciao, Alberto. Il tuo racconto mi è piaciuto; è intriso di verità, di vissuto... le emozioni escono potenti e il lettore si trova rinchiuso nella stessa prigione in cui il protagonista si costringe a stare. Ci ho rivisto lo stare appesi al filo di un amore ormai morto... che si trascina pesante... maledetto. Gli afterhours direbbero "Curo le foglie, saranno forti. Se riesco ad ignorare che gli alberi son morti." Ecco per tre quarti il tuo racconto è questo e ci sono stato dentro di brutto. Poi quel finale... con quel gesto del protagonista. Non dico che non è credibile... no. Piuttosto, continuo a sforzarmi a cercare un significato... non so se vederci una fuga interiore... un monito... una promessa a sé stesso. Da un lato il finale mi ha sbalzato fuori dalla storia e dall'altro mi ha portato a rifletterci sopra.
Comunque, a ogni modo, mi sei piaciuto anche a questo giro.

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Angela
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Re: Come mille esplosioni

Messaggio#4 » martedì 22 dicembre 2015, 14:05

Primo racconto che leggo del vostro gruppo e devo dire che è una gran bella prova di scrittura. So già che sei bravo, ma ogni racconto è una storia a sé stante. Tema perfettamente centrato, scrittura fluida e trama lineare. Le descrizioni sono ottime così come la caratterizzazione dei personaggi (mi è piaciuto molto quel "la fa apparire simile a un panda").
Solo l'incipit non mi ha convinta al 100% perché quando parli di porta, sei troppo generico e io ho immaginato fosse quella di ingresso. Anche la seconda frase (probabilmente è il meglio che mi possa aspettare) l'ho trovata fuorivante perché il lettore non sa ancora nulla, siamo alle prime battute e io mi sono chiesta cosa fosse questo meglio.
A parte l'intoppo iniziale, il racconto prende quota, è ben calibrato e il finale l'ho trovato molto incisivo. Prova da pollice in su, senza ombra di dubbio. Bravo :)
Uno scrittore è un mondo intrappolato in una persona (Victor Hugo)

alexandra.fischer
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Re: Come mille esplosioni

Messaggio#5 » martedì 22 dicembre 2015, 18:13

Ciao Alberto Della Rossa, il tuo racconto è quello di un amore disperato ai massimi livelli. Mi sembra veramente l’incontro fra due anime molto tormentate. Lei si comporta davvero aggressivamente nei riguardi di lui, è evidente che è la parte della coppia meno coinvolta nel rapporto, ormai disprezza l’uomo che ha accanto. Lui invece è stremato, ma è ancora molto legato a lei. Mi sembra questo il senso dell’immagine finale di lui che si inietta il mascara di lei come se fosse uno stupefacente. L’amore visto come droga. Molto bello il paragone che lui fa di lei piangente (donna- panda). Si vede che la considera ancora fragile e bisognosa di protezione altrimenti non sarebbe ancora lì con lei. Vincente la scelta di raccontare la vicenda dal punto di vista di lui. Coinvolge il lettore.

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angelo.frascella
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Re: Come mille esplosioni

Messaggio#6 » mercoledì 23 dicembre 2015, 22:28

Ciao, Alberto.

Davvero molto bello il tuo racconto, Alberto: uno spunto semplice, quello di una coppia litigiosa, stremata da contrasti quotidiani di cui non importa più nemmeno la ragione, ma esplorato dal di dentro, con forte coinvolgimento del lettore e grande attenzione all’aspetto psicologico (cosa non facile in un numero così limitato di caratteri). Molto bella l’immagine della rabbia come spuma nera e quella dello sguardo del veterano e forte ed efficace anche il finale spiazzante. Unico dubbio: non è così normale tenere un ago in un armadietto nel bagno e, quando mi sono trovato di fronte a quella scena, ho pensato che la ragazza potesse essere una tossico-dipendente (il che darebbe un’altra chiave di lettura al racconto). E’ così?

Buon Natale

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alberto.dellarossa
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Re: Come mille esplosioni

Messaggio#7 » martedì 29 dicembre 2015, 0:31

Grazie a tutti per i commenti.
@Callagan: nel gesto finale c'è molto. C'è la funzione mnemonica, che è allo stesso tempo fuga e monito per il futuro. L'ottica del racconto è quasi lombrosiana: non c'è salvezza. Quanto all'idea del tatuaggio col mascara...beh, ho scritto una tesi di laurea in antropologia, sul tatuaggio; ciò che fa il protagonista non è nulla di diverso da un certo tipo di tatuaggio diffuso tra i marinai del 1700.

@Angelo: nessuna tossicodipendenza per la ragazza, l'ago che figuravo io è un semplice ago da cucito. In una versione precedente era pure esplicitato, la definizione è stata tagliata nel (vano) tentativo di rientrare nei caratteri e che si è risolto in un esercizio proustiano di limatura della prosa. Nonostante tutto la tossicodipendenza è un metasignificato presente nel racconto, come ha colto Alexandra :)

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marco.roncaccia
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Re: Come mille esplosioni

Messaggio#8 » mercoledì 30 dicembre 2015, 11:51

Ciao Alberto,
bellissimo racconto il tuo. Ben strutturato. Mi riporta all'autolesionismo degli outsider e alla loro esigenza di trasformare in dolore fisico il dolore psicologico e di poterne osservare i segni sul proprio corpo. Mi ha solo destabilizzato la data nel finale. E' quella del momento in cui si svolge il racconto o una precedente? Mi ha dato l'impressione di un corpo estraneo, un particolare non necessario. In ogni caso un'ottima prova, complimenti.

Sybilla Levanti
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Re: Come mille esplosioni

Messaggio#9 » mercoledì 30 dicembre 2015, 22:23

Interessante racconto, Alberto. Hai colto il tema dandogli un taglio differente dal solito - la prospettiva di lui, in questo caso "vittima" di lei -.
Come già scritto in un precedente commento, la parte più zoppicante di un'altrimenti fluida narrazione è l'incipit. Forse complice il fatto di aver dovuto tagliare qualche parte potrebbe aver creato qualche problema alla stesura finale.
Nel complesso una buona prova!

Fabiana Donato
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Re: Come mille esplosioni

Messaggio#10 » giovedì 31 dicembre 2015, 19:56

Ciao Alberto! Mi piace la situazione che hai deciso di narrare, perché molto comune e ci si possono rivedere più persone. Molte volte è dalla semplicità che può nascere qualcosa di bello e di sensazionale, capace di coinvolgerti. Tuttavia devo criticare la parte finale, forse per mia incapacità di comprendere qualcosa di più profondo, ma non la capisco e non mi piace. Gradisco i risvolti inusuali e sconvolgenti, ma in questo caso mi è sembrato così slegato con tutto il resto che mi ritrovo confusa. Spero di essermi sbagliata io. Nel complesso: semplice. Alla prossima :)

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AmbraStancampiano
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Re: Come mille esplosioni

Messaggio#11 » venerdì 1 gennaio 2016, 22:48

Ciao Alberto,
il racconto è bello, lo stile delicato come sempre, la storia è semplice ma la reazione del tuo protagonista interessante. La descrizione del vissuto attraverso la propria immagine allo specchio è un tocco cinematografico che regala al racconto una dimensione visiva abbastanza dettagliata, che sottolinei con le gocce di mascara e il gesto del tatuarsi.
Mi piace la similitudine dei veterani.
Non ci trovo difetti, il tema mi sembra rispettato. Insomma, bravo come sempre.
Alla prossima!
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

Zebratigrata
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Re: Come mille esplosioni

Messaggio#12 » domenica 3 gennaio 2016, 19:17

Ciao Alberto,

partiamo dalle cose positive: il sentimento, o la sensazione, che credo tu voglia tratteggiare nel racconto riesce a passare al lettore, la rabbia, la stanchezza, la rassegnazione nati dal ripetersi di litigi infiniti, e l'impossibilità almeno apparente di comunicare, capirsi e tornare a trovare un punto di contatto di cui è un bel simbolo sia la porta che separa i protagonisti che l'episodio dello sputo scambiato per bacio.

Non mi convincono invece due aspetti del pezzo: la scelta del lessico e la conclusione.
Premetto che una delle critiche che ricevo più spesso è che nei miei racconti non c'è una storia, forse per questo ho iniziato a fare attenzione a questo aspetto. Ci racconti uno squarcio di vita del o della protagonista, ma senza raccontarci una storia. Certo ci racconti la loro storia di litigi. Ma alla fine ella riflessione la decisione presa è quella di continuare a esasperarsi e sopportare, però contando i litigi e ferendosi ogni volta in aggiunta. Non mi convince tantissimo. Avrei desiderato una svolta di qualche tipo in questa storia, che fosse suicidio, omicidio, separazione, abbandono o altro.

Secondo me il lessico andrebbe un po' riesaminato, perché noi siamo nella testa di un protagonista esasperato che però pensa con parole a volte un po' troppo ricercate, senza che ci venga data una motivazione per questo (se fossimo nel '700, o se fosse un tipo un po' strano andrebbe bene, ma dovremmo saperlo in qualche modo) Ad esempio 'considerazione cavillosa' 'spuma' 'strale' tramuta' 'pigmento' 'stilla' 'dannatamente' 'incomunicabilità'.
So che sono parole corrette, ma non mi danno l'idea di parole che uno userebbe tra sè e sè in un momento di quotidiana esasperazione. 'dannatamente' è quell'italiano da film e da fumetto tradotto male che non è mai riuscito a entrare nel linguaggio vivo. Tra l'altro ho anche pensato che questo tizio dovesse essere più 'incazzato' che 'arrabbiato'. Spero di aver reso l'idea :-)

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alberto.dellarossa
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Re: Come mille esplosioni

Messaggio#13 » domenica 3 gennaio 2016, 21:54

Capisco il tuo punto di vista, eppure ti dico che nel racconto è tutto al suo posto, lessico compreso. Per il semplice motivo che il protagonista del racconto sono io (adesso che avete commentato tutti posso pure svelare l'inghippo), perché quelle situazioni le ho vissute, perché l'autolesionismo c'è stato. Ho una fila di punti tatuati all'interno del polso che dovrebbero ricordarmi di perdonare.
Sulla conclusione? Mi sono liberato di quella persona abbandonando una città e non rientrandoci che 4 anni dopo. Ma il mio interesse non era descrivere una conclusione, bensì una tappa.
Quanto al lessico la voce è la mia, la stessa che uso di solito. Classe 1979, XX secolo ;)

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antico
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Re: Come mille esplosioni

Messaggio#14 » lunedì 4 gennaio 2016, 14:44

Parti con un "porta" ripetuto troppe volte, non è da te. Non ho compreso la scelta d'indicare la data, non mi sembra dare nulla al racconto o forse non ho compreso io il nesso con qualcosa accaduto proprio quel giorno, ma anche fosse così penserei che non mi hai fornito sufficienti indizi per comprenderlo. Il tema è rispettato, ma il fatto che sia stato portato a chiedermi se il protagonista ha portato violenza fisica sulla ragazza quando il racconto non è centrato su quello mi sembra un terzo punto debole. Sarò sincero, non è la tua migliore prova anche se di sicuro non è negativa. Per me un pollice ni a questo giro.

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