"Angeli" - di Adriano Muzzi

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Adry666
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"Angeli" - di Adriano Muzzi

Messaggio#1 » martedì 19 gennaio 2016, 0:18

(“TRA CIELO E INFERNO”)

Angeli





“Oggi quanti ne abbiamo?” chiese Jezael.
“Cinque,” rispose Lauviah, “tre feti, un anziano di ottantuno anni e un bimbo di quattro. Tutti nel limbo dei –non ricordati-”.
I feti erano routine; le persone anziane, ancor di più se solitarie, potevano avere una mancanza di affetti a causa della loro età avanzata. Ma i bambini no. Casi rari. Poi a quattro anni, quasi impossibile. Non sarebbe dovuto accadere.
C’erano persone che esageravano: creavano così tante cose importanti che migliaia di esseri umani si sarebbero ricordati di loro. Ma i ricordi importanti sono quelli delle persone amate. Li fanno continuare a vivere. Praticamente per sempre.
Certo, pensò Jezael, qualcosa si può sempre fare, era il loro lavoro. Si torna indietro nel tempo, così come si riavvolge un rotolo di garza, e si cambiano dei piccoli particolari. Sono le piccole cose quelle che fanno la differenza.
I primi istanti sono i più brutti: la morte non è mai bella, e non è mai uguale. Non ci si abitua. Ci sono alcune cose in comune, come il buio e gli odori nauseabondi.
La velocità era fondamentale per l’esplorazione delle vite. Spezzoni, fotogrammi, bastavano a Jezael per capire dove stava il problema, dove la ragnatela si era strappata.

Indietro veloce.
Filippo nasce. Il padre non lo vuole. Non vuole quella ulteriore responsabilità insieme a una donna che non ama. Per lui Filippo è un allegoria del fallimento del rapporto con la madre.
La madre è sola. Sola, con Filippo. Ma lei si sente sola nell'universo. Anche per lei Filippo è un simbolo. E’ la causa della separazione dal marito. E il ‘seme’ di tutte le separazioni.
La madre lavora. Beve e torna tardi la sera. Quando torna è arrabbiata. Lo picchia. Picchia il mondo.

Avanti veloce.
Un rumore all'esterno. E’ la mamma che torna a casa prima? Magari. Stringe l’orso di pezza. Una corsa. Non la vede, ma continua a correre sul vialetto.
Corre anche una macchina rossa. Un botto. Un tonfo.
Buio. Odori nauseabondi.
Jezael ha capito. Jezael deve agire.

Indietro veloce. Parole dette, modificate. Parole non dette, pronunciate.
Il padre non riconosce il figlio, ma non lo odia. Si odia, ma non lo odia.
La mamma è triste, preoccupata. Ma ha un solo barlume di speranza: quel labile soffio di aria fresca che si chiama Filippo.
Non ci sono soldi. Ma la mamma sì. Quando non è stanca, quando non ha bevuto troppo, la mamma sì. Gli racconta di posti lontani. Di uomini bislacchi. Di suoni esotici. Si addormentano stanchi. Sognano mondi bizzarri: pianeti ricoperti di cioccolata e caramelle giganti. Filippo sogna la mamma.

Avanti veloce.
Un rumore all'esterno. E’ la mamma che torna a casa prima? Magari. Una corsa. Corre anche una macchina rossa. Filippo sorride.
Un botto. Un tonfo.
Jezael sa che adesso qualcuno sta pensando a Filippo. Con Amore.

Lui sa come salvare le vite disperate.
Vivrà per Sempre. Così come dovrebbe essere, come è giusto.
Non si conoscono altri modi di sconfiggere la morte. Amore e Ricordi. Ricordi come la naturale conseguenza dell’Amore.
Per Sempre.



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antico
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Re: "Angeli" - di Adriano Muzzi

Messaggio#2 » martedì 19 gennaio 2016, 0:36

Bentornato a Minuti Contati, Adriano! Era da qualche edizione che mancavi! Limiti rispettati, buona Tarenzi Edition!

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Adry666
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Re: "Angeli" - di Adriano Muzzi

Messaggio#3 » martedì 19 gennaio 2016, 1:09

Ciao Antico,

grazie ;-)))

Si, vero, tanto lavoro e vari impicci.. ma adesso I'm back!! ;-)))

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Andrea Partiti
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Re: "Angeli" - di Adriano Muzzi

Messaggio#4 » martedì 19 gennaio 2016, 20:17

L'idea è molto bella, anche se forse andrebbe elaborata un po' meglio. Si finisce nel tuo limbo quando si viene dimenticati, ma tutti prima o poi sono destinati ad essere dimenticati, anche le persone vicine muoiono, è inevitabile.
Ho visto questa stessa idea declinata all'opposto in diversi racconti. Il limbo come luogo in cui le anime aspetta _finché_ non sono state completamente dimenticate sulla terra, e solo allora possono ricevere un giudizio davvero giusto che tenga conto di tutte le implicazioni della loro vita.
Nella direzione che scegli, finalizzata a raccontarci la storia del bambino, non funziona tutto così liscio. Cambiare dettagli del passato non è mai una cosa facile da giustificare e rendere coerente. Si ricorda del bambino con il dettaglio cambiato, lo dimenticherà per una ragione diversa in seguito? Meh.
Lo stile è un po' pesante da leggere. Capisco che sia una scelta usare tante frasi brevi e spezzate, tante senza neppure un verbo, va bene per una scena breve, ma per tutto il racconto è un po' pesante da leggere. Se c'è quell'atmosfera tutto il tempo, non funziona più per sottolineare i momenti cruciali. Serve un po' di respiro, qua e là :)
un allegoria > un'allegoria, typo da intercettare.

alexandra.fischer
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Re: "Angeli" - di Adriano Muzzi

Messaggio#5 » martedì 19 gennaio 2016, 20:29

ANGELI di Adriano Muzzi La tua storia rispetta in pieno il tema fra cielo e inferno. Jezael decide di salvare Filippo, figlio non voluto dal padre, dal Limbo dei Dimenticati (così lo immagino, dopo aver letto l’inventario degli angeli delle anime in arrivo: feti, vissuti troppo poco per essere ricordati in pieno e anziani, vissuti troppo a lungo per rimanere nella memoria delle persone care; forse, queste ultime sono nel limbo con loro e non è rimasto nessuno sulla Terra a rammentarsene; insomma, è un pre-inferno). Di qui, la decisione di Jezael di salvare Filippo facendolo investire da un’auto, in modo che la madre continui a farlo vivere nei suoi ricordi. Lei è un personaggio che rimane impresso (ha voluto il figlio, nonostante il padre lo abbia rifiutato, vedendolo come il colpo di grazia di un rapporto a due logoro, e lo ha allevato fra mille problemi, amandolo, raccontandogli fiabe. Bellissima l’immagine dei pianeti coperti di cioccolato e caramelle giganti. Questo, nonostante la prima parte infernale della storia del rapporto di Filippo con la madre, che vede questa donna bere e diventare violenta proprio con lui).

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beppe.roncari
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Re: "Angeli" - di Adriano Muzzi

Messaggio#6 » mercoledì 20 gennaio 2016, 20:21

Ciao Adriano, ben ritrovato.
Troppa carne al fuoco per un racconto breve, secondo me, e tema del viaggio nel tempo per correggere le vite troppo complesso per essere risolto così: che ne è dell'"effetto farfalla"? Cambiare anche solo un piccolo dettaglio ha conseguenze ben più gravi. Se poi viene fatto regolarmente dagli angeli per ogni persona, non si capisce perché il mondo della storia non sia un mondo perfetto... Insomma, la storia si incarta su se stessa.
Anche come stile, sembra più una scaletta per punti che un racconto.
Alla prossima.

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eleonora.rossetti
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Re: "Angeli" - di Adriano Muzzi

Messaggio#7 » giovedì 21 gennaio 2016, 10:42

Ciao Adriano!
Ammetto di aver dovuto leggere un paio di volte il racconto per esser sicura di averlo capito correttamente. Da quanto ho inteso, Jezael "riscrive" un dettaglio nel passato del bimbo morto perché sia quantomeno amato dopo la morte e possa vivere nel ricordo delle persone.
C'è un particolare che però mi stona in tutta la faccenda: se la madre, nella prima versione della sua vita, non fa altro che picchiarlo, perché il bambino corre fuori impaziente di rivederla? Da quanto mi immagino, se un adulto picchia un bambino così piccolo, il bambino svilupperà paura e diffidenza nei suoi confronti; a quell'età forse neanche la riconosci come mamma anche perché tale figura è quella che il bambino identifica come protezione, sicurezza, conforto.
Sull'effetto farfalla concordo con Beppe: modificare anche soltanto un dettaglio del passato implica condizionare parecchie scelte successive, in un ramificarsi infinito.
Avrebbe potuto funzionare se la prima causa della morte non fosse stata l'incidente, ma appunto, passando dalla paura a una smaniosa voglia di rivedere la madre, il bambino sia finito sotto l'auto anziché, che so, essere ammazzato di botte proprio dal genitore. E' un esempio, ma spero di essermi spiegata. A rileggerci!
Uccidi scrivendo.

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marco.roncaccia
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Re: "Angeli" - di Adriano Muzzi

Messaggio#8 » giovedì 21 gennaio 2016, 22:33

Ciao Adriano,
il tuo racconto ha due passi. Una prima parte un po’ soporifera che sa di spiegone e una seconda con un ritmo incalzante in cui succedono le cose. Per me il racconto è tutto nella seconda parte. Ho particolarmente apprezzato l’utilizzo di un linguaggio a metà tra prosa e poesia che rende bene sia il movimento del racconto sia gli stati d’animo dei protagonisti

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maria rosaria
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Re: "Angeli" - di Adriano Muzzi

Messaggio#9 » giovedì 21 gennaio 2016, 22:53

Ciao Adriano.
Mi è piaciuta questa idea di andare a ricomporre qualcosa nella vita per migliorare la morte.
Perché a quest’ultima non c’è rimedio ma è giusto che i defunti siano ricordati, soprattutto quando si tratta di bambini. Ho apprezzato molto il modo in cui hai interpretato il tema: perché il problema non è tanto vincere la morte quanto l’oblio che forse è cosa peggiore.
Bello l’uso dell’avanti e indietro come se la vita fosse un nastro o un video in cui si guardano i singoli fotogrammi.
Bravo!
Maria Rosaria

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francescocascione
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Re: "Angeli" - di Adriano Muzzi

Messaggio#10 » giovedì 21 gennaio 2016, 23:23

Ciao Adriano,
Cadenza. Tema. Tempi. Il tuo racconto mi ha davvero colpito.
Costruito un pezzo alla volta: scenario, poi dramma, poi sollievo.
Mi ha colpito il tema, ma essendo genitore era una porta facile da aprire, ma per lo stesso motivo ero anche diffidente. Troppo facile, pensavo.
Poi ho guardato l’architettura, lo stile.
Il modo in cui segui il filo - riproporre le stesse frasi 'corrette' era il solo modo per farlo bene, e lo fai - e come chiudi. Un bel lavoro. Davvero.

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jimjams
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Re: "Angeli" - di Adriano Muzzi

Messaggio#11 » venerdì 22 gennaio 2016, 1:34

Bene, lo dico, c'è qualcosa da sistemare. Poi mi fermo e lo nego.
La storia è troppo bella per muovergli una critica su questioni di stile.

Ed è qualcosa a cui io penso sempre. Sempre.
Quando si muore si vive nelle menti degli altri. Di chi ci ama e ci ricorda.
E il ricordo ci rende più belli, puri. Meravigliosi. Nella loro mente diveniamo angeli.
Ed è proprio l'unico paradiso che ci aspetta, l'unica immortalità che possiamo sperare.

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erika.adale
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Re: "Angeli" - di Adriano Muzzi

Messaggio#12 » domenica 24 gennaio 2016, 17:16

Se da una parte ho apprezzato molto l'idea, estremamente toccante, che sia il ricordo a regalare l'immortalità ( e mi sono commossa all'idea del bimbo destinato all'oblio per non essere stato sufficientemente amato in vita) dall'altra non sono convinta della logica della trama. I viaggi nel tempo sono un'arma a doppio taglio. Prima di tutto una minima modifica porterebbe ad una cascata enorme di eventi differenti che potrebbero danneggiare altri e rendere così l'intervento pericoloso. In secondo luogo, la possibilità di migliorare il passato toglierebbe in assoluto la possibilità che esistano persone non amate, cosa inverosimile anche nella logica di un racconto fantastico.

Federico Martello
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Re: "Angeli" - di Adriano Muzzi

Messaggio#13 » martedì 26 gennaio 2016, 23:41

Ciao Adriano
Che dire, un racconto che mi ha dato sinceri brividi, il tutto in senso assolutamente positivo. La microstoria in questione è molto tipica, ma raccontata con quei brevi frammenti fa il suo dovere, mentre la macrostoria riguardante il limbo dei dimenticati è estremamente bella, quasi meriterebbe di essere sviluppata e ampliata, io ci vedo senza dubbio un certo potenziale. Non mi sono piaciuti però certi dettagli relativi alla struttura, come ad esempio la parte iniziale sulle cose importanti che fanno dimenticare le altre, li lo stile è un po’ pesante come lo è anche nel parlare della morte, ma è soprattutto la parte sulle persone amate e i ricordi importanti messa lì mi ha dato parecchio un senso di “morale/frase importante sulla vita”, stonata soprattutto se penso alla precisione con cui hai tratteggiato subito dopo una vita devastata in poche semplici frasi che mi hanno dato i brividi per la loro bellezza e crudezza. Sulla parte centrale non ho nulla da dire, così come sul finale, dolce e tremendo assieme (si, ora il bambino verrà ricordato con amore, ma morto era e morto rimane, e soprattutto ora c’è una madre disperata ancora in vita che ha perso suo figlio), una perfetta mistura agrodolce. Ultimissima nota a me non gradita, la frase finale, anche li ho avuto di nuovo la sensazione di “morale”, che non ho visto bene in una narrazione del genere. Nel complesso una prova per me positiva, adombrata in minima parte da queste imperfezioni. Nulla da dire sul tema, perfettamente rispettato.

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Mike009
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Re: "Angeli" - di Adriano Muzzi

Messaggio#14 » giovedì 28 gennaio 2016, 0:23

Una bella idea. Sì, ok, sono fan dei viaggi nel tempo in qualsiasi salsa e tipo, ma non si riduce a questo il mio gradimento, anzi. La cosa che preferisco è lo stile, frammentato e cinematografico, come tante immagini messe una di fianco all'altra, immagini statiche separate da un punto. Uno stile però non per tutti, per me è un bene, ma per gli altri?

Daniel Travis
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Re: "Angeli" - di Adriano Muzzi

Messaggio#15 » venerdì 29 gennaio 2016, 19:15

Ciao Adriano e complimenti, un bel racconto che contrappone una dolcezza e delicatezza di fondo a un bello stile "frammentato e cinematografico" come ha detto Mike009. In così pochi caratteri però purtroppo la questione di come sia "regolato" ciò che accade picchia forte alla porta del lettore; la morte sembra essere l'unica cosa inevitabile, ma per il resto niente ha valore: non il passato, non le responsabilità umane, e assolutamente non il libero arbitrio o le conseguenze. Tra cielo e inferno, insomma, troviamo delle marionette, o al massimo degli animaletti domestici per le forze sovrannaturali. Insomma, bella storia, ma quando l'ho finita pur avvertendo di dovermi sentire sollevato o felice per il ragazzino (e indifferente ai poveri nonni abbandonati e defunti?), ero terrorizzato da questa distopia ;)
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.

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Angela
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Re: "Angeli" - di Adriano Muzzi

Messaggio#16 » sabato 30 gennaio 2016, 14:02

Racconto molto particolare dall'incipit dinamico. L'idea è originale e mi è piaciuta molto la similutidine che hai usato a proposito delle azioni passate: "si torna indietro nel tempo, così come si riavvolge un rotolo di garza". Periodi brevi e secchi che introducono scene differenti, brandelli di tempo e di spazio. Tema centrato e anche molta poesia, soprattutto nel finale. Bravo, Adriano.
Uno scrittore è un mondo intrappolato in una persona (Victor Hugo)

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antico
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Re: "Angeli" - di Adriano Muzzi

Messaggio#17 » domenica 31 gennaio 2016, 16:01

Tutto il racconto sta in questo spezzone "Parole dette, modificate. Parole non dette, pronunciate." e per me è un po' poco... Riuscire a modificare un futuro dando al bambino un ricordo non eterno (occhio che eterno non potra mai essere), ma solo un pelo più duraturo è questione di delicati equilibri, aggiustamenti, complesse modifiche. Dovresti puntare tutta la narrazione proprio su questo aspetto. Evitare l'intro, evitare tutto l'extra e fare viaggiare Jazael alla scoperta dei fili da muoverli e non darli per scontati come in questa attuale versione. Pollice ni per me, ma un plauso per l'idea non te lo toglie nessuno.

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Raphael Sepulveda
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Re: "Angeli" - di Adriano Muzzi

Messaggio#18 » domenica 31 gennaio 2016, 23:19

Ciao Adriano

a differenza di altri racconti che cercano di essere ironici tu hai trattato un tema delicato e forte e ti ringrazio per come lo hai fatto. Vado a sensazione per commentare un racconto e cerco di basarmi sulla prima che mi arriva: ho avuto i brividi sulla parte finale. Temevo che il nostro angelo volesse dare un banale lieto fine invece ha fatto molto di più. Le descrizioni per quanto rapide mi hanno evocato tante immagini. Complimenti.
"Sì, signora... Devo spiegare una cosa sul mio tema... Be'... Lo ha preso il mio cane... Oh, no, signora... Non l'ha masticato... Insomma... L'ha scritto!" Charlie Brown

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