SE NON PUOI USCIRE DA UN TUNNEL, ARREDALO.

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Monica Patrizi
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SE NON PUOI USCIRE DA UN TUNNEL, ARREDALO.

Messaggio#1 » martedì 19 gennaio 2016, 0:52

Mentre l'hostess spiegava ai passeggeri le norme da seguire durante il volo, Alessio allacciò la cintura di sicurezza e si abbandonò allo schienale. Chiuse gli occhi. Il motore dell'aereo stava aumentando di giri, facendo vibrare i finestrini. Sentiva una gran confusione in testa e tutto ciò che voleva era andarsene il più in fretta possibile.
Decollare, prendere aria.
Aveva lasciato a terra i suoi genitori. Li immaginava litigare, così come li aveva sentiti per trent'anni; gli sembrava di vederli quasi, mentre tornavano a casa, dopo averlo accompagnato in aeroporto, darsi colpe a vicenda.
"Hai preso il passaporto? E il biglietto?", sua madre glielo aveva ricordato mille volte, come avrebbe potuto dimenticarli. "Sì mamma, non ti preoccupare" "E l'inalatore col cortisone l'hai messo in borsa? Guarda che se poi ti viene un attacco di asma non ci siamo io e tua madre per portarti dal dottore", incalzava suo padre. "Sì papà, ho preso tutto". Lo trattavano ancora come un bambino da proteggere, non come il promettente ingegnere Fantini, quale egli era.
Aveva lasciato a terra il disordine della sua stanza, le bozze dei progetti sul tavolo da disegno, i cd dei Pearl Jam e di Rino Gaetano, i fumetti di Zero Calcare.
Aveva lasciato a terra la sua ragazza, Giulia. Il ricordo di lei si insinuò prepotente nei suoi pensieri tanto che riaprì gli occhi. L'aereo si stava staccando da terra. Guardò fuori, l'aereo stava prendendo quota, un senso di vuoto gli strinse lo stomaco. L'aveva lasciata per messaggio, senza neanche salutarla.
Aveva passato un anno infernale. Era stato mesi senza lavorare. Le giornate erano scivolate lente sotto i suoi occhi cerchiati dall'insonnia. Inesorabile era passato il tempo mentre scriveva lettere di autocandidatura alle aziende, inviava curriculum, faceva il giro delle agenzie interinali. Snervante era stata l'attesa di risposte, di telefonate che non erano mai arrivate. Gli era venuta la gastrite per il nervosismo.
Non aveva più un soldo, i suoi risparmi erano finiti. Non poteva permettersi una cena fuori, una birra con gli amici. Sua madre ogni tanto gli lasciava un biglietto da 50 euro sul comodino. Aveva diradato le uscite con Giulia. Ormai anche scopare era diventato penoso, da mesi non raggiungeva un'erezione decente.
Poi quella botta di fortuna. Lo aveva contattato un suo collega di università. Cercavano con urgenza un ingegnere per seguire dei lavori di ristrutturazione all'aeroporto internazionale di Keflavík. L'unica condizione era che sarebbe dovuto partire subito.
Aveva iniziato a intravedere una via di uscita, circolava ora un po' d'aria in quella asfissiante galleria che era la sua vita.
"Se non puoi uscire da un tunnel, almeno arredalo bene", aveva letto da qualche parte.
Strinse la cartella con le bozze dei nuovi progetti, chiuse di nuovo gli occhi e finalmente pianse.



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antico
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Re: SE NON PUOI USCIRE DA UN TUNNEL, ARREDALO.

Messaggio#2 » martedì 19 gennaio 2016, 1:09

Ciao Monica! Questa volta pc o ancora smartphone? Limiti rispettati! Buona Tarenzi Edition!

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Monica Patrizi
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Re: SE NON PUOI USCIRE DA UN TUNNEL, ARREDALO.

Messaggio#3 » martedì 19 gennaio 2016, 1:12

Pc, finalmente!!! ...grazie!

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Angela
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Re: SE NON PUOI USCIRE DA UN TUNNEL, ARREDALO.

Messaggio#4 » martedì 19 gennaio 2016, 21:49

Se non puoi uscire dal tunnel, arredalo - di Monica Patrizi.

Testo molto attuale che rappresenta uno dei drammi dei migranti ovvero quando chi emigra siamo noi. Purtroppo è una triste realtà che si sta estendendo a macchia d'olio dal nord al sud e penso che il tuo racconto sia il migliore tra quelli che ho letto fino ad ora perché è vero, è reale oltre che ben scritto. Nonostante i tremila caratteri, sei riuscita a calibrarlo molto bene prendendoti le giuste pause e trovando il tempo per i feedback che aiutano a caratterizzare meglio i personaggi. Pollice decisamente alzato, ottima prova, tema centrato. Un solo appunto:


L'aereo si stava staccando da terra. Guardò fuori, l'aereo stava prendendo quota,

Questa parte sembra una didascalia: aereo si stacca da terra/aereo prende quota.
Uno scrittore è un mondo intrappolato in una persona (Victor Hugo)

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Monica Patrizi
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Re: SE NON PUOI USCIRE DA UN TUNNEL, ARREDALO.

Messaggio#5 » martedì 19 gennaio 2016, 23:16

Grazie... più inferno di così non mi è venuto in mente da descrivere!
Vero, mi sono accorta anch'io della ridondanza del decollo dell'aereo, ma era troppo tardi, avevo già postato.

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jimjams
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Re: SE NON PUOI USCIRE DA UN TUNNEL, ARREDALO.

Messaggio#6 » martedì 19 gennaio 2016, 23:55

Ecco il mio commento:

8) Se non puoi uscire da un tunnel arredalo di Monica Patrizi
Un altro racconto che attinge dall'attualità e ci descrive uno stato d'animo, una situazione di conflitto. Altra declinazione del tema originale ma per me debole. Lo stile d'altra parte mi piace, lo trovo molto curato. In linea di massima un buon racconto anche se privo di sorprese e colpi di scena. Forse troppo narrato, ma è molto difficile essere puliti in queste poche righe. Diciamo apprezzabile, e un filo sopra quelli elencati fino qui.

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Monica Patrizi
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Re: SE NON PUOI USCIRE DA UN TUNNEL, ARREDALO.

Messaggio#7 » mercoledì 20 gennaio 2016, 7:39

Grazie Jimjams, sono d'accordo sul narrato, avrei voluto inserire altri personaggi, mettere più dialoghi ed azioni, ma con il limite dei caratteri e il poco tempo a disposizione, non sono riuscita a fare di meglio, e ho chiuso con il pianto liberatorio del protagonista. Sul tema del racconto che dici originale ma debole, non mi trovi d'accordo, non lo reputo né l'uno né l'altro, ma questo è un mio parere. Grazie per i commenti!

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Callagan
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Re: SE NON PUOI USCIRE DA UN TUNNEL, ARREDALO.

Messaggio#8 » mercoledì 20 gennaio 2016, 15:25

Ciao, Monica. Io, davvero, ti vorrei premiare per avermi citato i Pearl Jam e Zerocalcare, ma non sarebbe poi così corretto >.< La storia è molto raccontata e poco mostrata, ma in questo caso io non concentrerei l'attenzione su questo dal momento che hai scritto bene, a parte qualche giustificabile ripetizione, e il lettore riesce comunque a entrare un minimo nella vita del protagonista. La voce narrante è estremamente sincera e convincente. Alla fine, però, ho avuto l'impressione che tutto fosse troppo concentrato nel limite dei caratteri. Molti aspetti della vita del protagonista avrebbero meritato un approfondimento maggiore. Non te lo dico tanto perché gli accenni alla famiglia e all'ex ragazza non mi abbiano soddisfatto, ma perché mi hanno incuriosito: m'hai fatto venire tanta sete da lettura che il finale non mi ha soddisfatto. >.< Spero di essermi spiegato. Alla prossima.

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jimjams
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Re: SE NON PUOI USCIRE DA UN TUNNEL, ARREDALO.

Messaggio#9 » mercoledì 20 gennaio 2016, 15:51

L'aggettivo debole si riferiva solo al legame con il tema, non al racconto in sé. Ma è un mio personale punto di vista, se il racconto è stato ammesso vuol dire che era in tema, poi, come ho spiegato in altri commenti, la declinazione del tema può essere diversa e originale da autore ad autore. Quando dico "legame debole" intendo rispetto alla mia personale lettura del tema, opinabile se vuoi. :-)

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ceranu
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Re: SE NON PUOI USCIRE DA UN TUNNEL, ARREDALO.

Messaggio#10 » venerdì 22 gennaio 2016, 9:18

Ciao Monica.
Partiamo dalle cose che mi sono piaciute. Il tema è decisamente attuale e ben gestito, il titolo del racconto attira il lettore (ed è un bene), e il tuo protagonista ascolta Rino Gaetano.
Detto questo, però, ho delle critiche da muoverti. Come ti hanno già fatto notare, il pezzo è troppo raccontato, avresti potuto mostrare qualcosina in più. Anche lo stile a volte zoppica, ci sono delle ripetizioni e spesso le frasi sembrano slegate fra di loro.
Poi ci sono alcuni passaggi che non mi convincono:

Aveva lasciato a terra i suoi genitori. Li immaginava litigare, così come li aveva sentiti per trent'anni; gli sembrava di vederli quasi, mentre tornavano a casa, dopo averlo accompagnato in aeroporto, darsi colpe a vicenda.
"Hai preso il passaporto? E il biglietto?", sua madre glielo aveva ricordato mille volte, come avrebbe potuto dimenticarli. "Sì mamma, non ti preoccupare" "E l'inalatore col cortisone l'hai messo in borsa? Guarda che se poi ti viene un attacco di asma non ci siamo io e tua madre per portarti dal dottore", incalzava suo padre. "Sì papà, ho preso tutto". Lo trattavano ancora come un bambino da proteggere, non come il promettente architetto Colini, quale egli era.


Leggendo la premessa mi aspettavo di trovarmi nel bel mezzo della lite tra i genitori, come se immaginasse il loro rientro, invece lui ricorda il viaggio d'andata. Questa parte stona.

In conclusione: l'idea di base è interessante, ma il racconto necessita di una riscrittura.
Ciao e alla prossima.

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Flavia Imperi
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Re: SE NON PUOI USCIRE DA UN TUNNEL, ARREDALO.

Messaggio#11 » sabato 23 gennaio 2016, 12:33

Ciao Monica!
Il tuo racconto è potente. In poche righe sei riuscita a emozionare, parlando di un tema attuale e forte come la situazione economica e lavorativa dei giovani, la fuga all'estero cone unica via di sbocco, il dramma del lasciare le radici, pur con tutte le loro disfunzionalitá. Ottima scelta rispetto al tema, che a mio avviso è centrato. Ho apprezzato anche il modo in cui caratterizzi il protagonista tramite il rapporto coi genitori e la somatizzazione. Forse avrei aggiunto però un secondo personaggio per trasformare i pensieri in dialoghi e uscire così dalla testa del protagonista, o un qualche altro espediente narrativo nel rispetto del principio "show don't tell", unica pecca del racconto, però strutturale.
Buon contest!
Siamo storie di storie

Daniel Travis
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Re: SE NON PUOI USCIRE DA UN TUNNEL, ARREDALO.

Messaggio#12 » sabato 23 gennaio 2016, 14:39

Ciao e complimenti: ottimo stile, prende un frammento da una storia tutto sommato "standard" come successione di eventi e riesce a farci entrare il lettore, a farlo sentire coinvolto. Se devo trovargli una pecca, direi che qui il limite di brevità ha pesato moltissimo, sullo stile (che però in realtà ne esce praticamente indenne e ancora molto efficace, come ho accennato) e sulla storia, che forse sarebbe stata eccellente e ancor più forte se avesse avuto più respiro. Insomma, se ne hai l'occasione, ti consiglierei di ampliarlo per sfruttarne a fondo le potenzialità...
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.

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Monica Patrizi
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Re: SE NON PUOI USCIRE DA UN TUNNEL, ARREDALO.

Messaggio#13 » sabato 23 gennaio 2016, 15:24

Intanto grazie a tutt# per i commenti, trovo che siano sempre occasioni di crescita e opportunità di riflessione. Scrivo per dare voce a delle storie, so che sulla scrittura e sullo stile devo ancora lavorare sodo ed imparare molto. Dicono che ciò che non uccide fortifica, pertanto mi allenerò affinché i giudizi, di questo come di altri miei racconti con cui ho partecipato a Minuti Contati, siano preziosi consigli da fare miei. Grazie!
@jimjams, penso che ci siamo capiti, io per lo meno ho capito ciò che volevi dire... il tema tra cielo e inferno mi ha fatto pensare a scrivere questo, sicuramente ognuno di noi ha aspettative diverse su come esso possa essere sviluppato
@Callaghan, concordo con te, l'ho anche scritto sopra in risposta ad altri commenti, avrei voluto inserire maggiore azione, ma con tempo e caratteri a disposizione non ho potuto fare di meglio... grazie!
@ceranu , vero, la parte della lite dei genitori in macchina e lui che ricorda le raccomandazioni sono un po' slegate, così come alcuni refusi, me ne sono accorta dopo aver postato, a mente fredda. Tuttavia spero che al di là delle imperfezioni di stile, arrivi al lettore lo stato d'animo del protagonista e la sua vita sospesa. Sullo stile e la struttura ci lavorerò, grazie.
E grazie anche a @Flavia Imperi e @Daniele Travis... non mi aspettavo tanto!

Regan
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Re: SE NON PUOI USCIRE DA UN TUNNEL, ARREDALO.

Messaggio#14 » lunedì 25 gennaio 2016, 23:28

Ciao!
Mi piace molto la storia umanamente normale che hai illustrato: hai reso bene e personale qualcosa che ormai è diventata chiacchiera comune. I riferimenti alla realtà con veri gusti personali che caratterizzano il personaggio sono molto concreti e funzionano. È scritto con gli spazi giusti, è carino… però non ha sviluppi né contrasti, il problema è già risolto prima di partire. È una specie di caduta nella rassegnazione, ma tra i racconti sui migranti che ho letto qui è forse quello che si allaccia più debolmente al tema, per quanto magari più scorrevole.

Zebratigrata
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Re: SE NON PUOI USCIRE DA UN TUNNEL, ARREDALO.

Messaggio#15 » martedì 26 gennaio 2016, 0:00

Ciao Monica,

il ritratto che fai dell'architetto che scorge un barlume di speranza in fondo al tunnel della disoccupazione ed è disposto a rinunciare a tutto per cercare di cogliere l'opportunità è molto vivo e arriva bene al lettore.
Anche i personaggi dei genitori, mi sembra quasi di vederli.

Quello che mi convince di meno è l'elemento dell'aereo. Nel racconto è inserito bene, e la partenza è una buona scusa per farci entrare nella testa del protagonista e farci dare una sbirciatina all'identità che cerca di lasciare a terra per ritrovare il rispetto di sé. Ma visto nel contesto di Minuti Contati l'aereo sembra messo lì solo per incastrarci il tema, per associare al cielo questo tentativo di fuga dall'inferno dell'inattività quotidiana.

Un dettaglio: Zerocalcare è scritto tutto attaccato.

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Adry666
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Re: SE NON PUOI USCIRE DA UN TUNNEL, ARREDALO.

Messaggio#16 » giovedì 28 gennaio 2016, 18:54

Ciao Monica,

tema parzialmente centrato, imho.
Il titolo mi ha fatto ridere. Incipit potente.
Ritmo un po’ balbettante che risente di un po’ di ripetizioni (“non aveva, …”) e del fatto che non ci sono azioni vere e proprie.
Il tema è delicato e molto triste, il titolo inganna, in questo racconto non si ride affatto.
Il messaggio che hai voluto veicolare con il tuo scritto mi è piaciuto, lo stile un po’ di meno rivedrei alcune cose.
Ad es:
“Aveva lasciato a terra la sua ragazza, Vera. “
Uhm, non avrei scelto quel nome per la ragazza, genera confusione, ho dovuto rilegger edue volte la frase per capire…
“Il ricordo di lei si insinuò prepotente nei suoi pensieri tanto che riaprì gli occhi. L'aereo si stava staccando da terra. Guardò fuori, l'aereo stava prendendo quota,”
Troppe ripetizioni!
Comunque nel complesso buona prova, brava.

Ciao
Adriano

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Re: SE NON PUOI USCIRE DA UN TUNNEL, ARREDALO.

Messaggio#17 » giovedì 28 gennaio 2016, 19:15

Il tuo racconto mi piace già dal titolo. Da idea di forza. E trasmette emozioni.
Mi piace questo architetto Carlo (è di ottimi gusti per i fumetti di Zero Calcare, ma anche a preferenze musicali è messo bene, Rino Gaetano, i Pearl Jam). Credo la sua stanza, con CD e fumetti del genere, sia il suo Cielo (come la laurea in architettura e i progetti che ha nella camera). Il suo Cielo è anche l’offerta di lavoro a Madrid, per merito di un collega universitario davvero “angelo”. L’Inferno è la disoccupazione che lo ha stremato economicamente ed emotivamente (i rapporti logori con Vera, come pure quelli non facili con i genitori, disponibili ma asfissianti, perché lo vedono come un eterno adolescente, specialmente la madre. Quei 50 euro che lei lascia sul comodino di Carlo sanno di “paghetta”. La morale finale del racconto è che la vita è comunque un tunnel: tanto vale arredarlo, ossia fare anche ciò che piace, malgrado ci siano prezzi da pagare (come l’addio alla chetichella a Vera). Tema Cielo Inferno rispettato.

Attenta a: come avrebbe potuto dimenticarli; manca il punto interrogativo, è una domanda retorica.

F.T. Hoffmann
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Re: SE NON PUOI USCIRE DA UN TUNNEL, ARREDALO.

Messaggio#18 » venerdì 29 gennaio 2016, 15:38

racconto che affronta un tema molto importante con maestria e delicatezza. mi è piaciuto, a partire dal titolo che trovo davvero efficace fino ad arrivare allo stile che sicuramente denota buone capacità
Certo l'attinenza al tema è molto labile e troppo calato nell'attualità per essere originale ma non mi sento di dire nulla di più.
Un bel racconto, davvero.

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Rionero
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Re: SE NON PUOI USCIRE DA UN TUNNEL, ARREDALO.

Messaggio#19 » venerdì 29 gennaio 2016, 17:21

Ciao Monica,

il tema è sicuramente centrato, così come la caratterizzazione del personaggio (e non lo dico solo perché ho la gastrite ed adoro Zerocalcare:D). Personalmente però non apprezzo troppo questo tipo di racconti che, rimanendo ancorati all'attualità sia nel tema che nel modo di raccontarlo, finiscono per sembrare autobiografie o rielaborazioni di diario...mi sarebbe piaciuto essere condotto per mano da qualche altra parte dopo essere stato coinvolto grazie all'immedesimazone con il personaggio. Così com'è, invece, la storia resta statica, un riflesso, una descrizione di un personaggio e poco più....ma questa è solo un gusto personale!
Carina l'idea della partenza dell'aereo come spunto per raccontare la vita di questo personaggio, ma poi il motivo della partenza (ovvero la soluzione apparente del problema: il lavoro) lascia il tutto, ancora una volta, troppo statico.
Titolo carinissimo, anche se tecnicamente il protagonista lo abbandona il tunnel...o sbaglio?:)

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antico
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Re: SE NON PUOI USCIRE DA UN TUNNEL, ARREDALO.

Messaggio#20 » domenica 31 gennaio 2016, 11:13

Qui il tema è quasi letterale che metaforico (il protagonista sale in cielo per allontanarsi dal suo inferno). Un racconto molto “sociale”, impegnato, di quelli che piacciono a me perché non si fermano a intrattenere, ma colpiscono duro puntando il dito. Questo è uno dei nostri compiti, di autori: utilizzare la nostra arte per puntare il dito e darci dentro. Pollice SU per me. Brava.

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