Il viaggio che trasforma.

Fabiana Donato
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Il viaggio che trasforma.

Messaggio#1 » lunedì 15 febbraio 2016, 22:46

Vi invito a condividere l'atmosfera di questo mio viaggio, ascoltando :"Rain, in your black eyes!". Fatelo dal min 08:00, ne resterete fottutamente estasiati. Io lo sono.

La mente proseguì la strada che stava violentemente indicando il cuore che nel petto mi parlava, c'era anche qualcuno che si era bruscamente risvegliato al vedere la camminata della Pupa.
"Dove stai andando?" disse l'anima.
"Perché non mi accudisci?" disse il focoso membro.
***

Passa davanti la finestra del mio ufficio, lancia uno sguardo e varca la soglia dicendomi:
"Capo come stanno andando le indagini?"
È quel suo modo di fare che mi faceva sentire così importante e cazzo se lo ero!
"Capo del Distretto Poliziesco n. 27". Mi diedero la nomina quel lontano 15 febbraio del 2000, fu allora che iniziò il viaggio che mi stravolse la vita.

Sussurra dolci parole e non va avanti più di tanto, ma la sento la sua voglia di me e per questo ogni volta cerco di farla un po' più mia. Le dedico una poesia; la Pupa restia dice:
"Capo è proprio bella, la prossima volta potresti conquistarmi!"
Che linguaggio diretto! Ma come poteva resistere al fascino delle mie melodie poetiche?

Nel viaggio continuamente tutto nasce, si trasforma e muore.Il confine tra innamoramento e amore è così sottile da non essere visibile. E' la nostra relazione a viaggiare!

Ci vediamo ad orari precisi, sapeva quanto fossi un uomo impegnato. Non ritarda la sera alle 19:00, quando il lavoro inizia a pesare sulle mie palpebre stanche e mi porta caramelle dalle carte rosse e blu, o quando ogni mattina mi prepara un'aranciata. Potreste giudicarmi come tutti gli uomini che agiscono con scopo, ma come può essere così se ogni volta che la vedo camminare la mia mente si lascia trasportare da questa sinfonia e viaggia e viaggia...Ascoltala fino a quando ne senti il bisogno per stare bene, non saltare a conclusioni.
Ascoltare mi da benefici, vedi che farà bene anche al tuo pensiero.
Viaggia...
***
"Capo non pensa che sia tardi per scrivere poesie? Sono le 19:00 deve andare a dormire, domani mattina a che ora vorrà alzarsi per prendere la medicina che tanto gusta? Prenda prima la pillola rossa, poi la blu, ecco che anche questo giorno è passato nella stanza n.27! La prossima volta vedrà saranno più belle le sue poesie, ma dopo il duro lavoro merita riposo!"

Vi ho illustrato il mio viaggio che iniziò il 15 febbraio del 2000 in cui non so perché mi ritrovai qui e finisce ogni giorno alle 19:00. Il mio mondo non lo capisce nessuno neanche il miglior psichiatra può farlo. Ascolto la musica e viaggio; creo il mio mondo con le sensazioni che mi allucina la mente .Cos'è la realtà se non una visione data da un punto di vista, perché non posso migliorare le mie giornate sfruttando il mio immaginario? Mi risveglio bruscamente dopo ogni mio viaggio, non sono mai lo stesso uomo. Oggi Detective, domani il dottore nel Distretto psichiatrico della camera 27.



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antico
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Re: Il viaggio che trasforma.

Messaggio#2 » lunedì 15 febbraio 2016, 22:51

Eccoti, Fabiana! Parametri rispettati, sei dentro, buona De Marco Edition! :)

Fabiana Donato
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Re: Il viaggio che trasforma.

Messaggio#3 » lunedì 15 febbraio 2016, 22:54

Finalmente nessun malus! Grazie mille e buona De Marco Edition a tutti!

Daniel Travis
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Re: Il viaggio che trasforma.

Messaggio#4 » mercoledì 17 febbraio 2016, 0:08

Ciao Fabiana, e complimenti. Il punto di partenza del racconto non è troppo originale, ma è ben gestito e per certi versi riesce a travolgere il lettore e a trasportarlo con sé nel viaggio del protagonista, che in gran parte giustifica i salti caotici di tono nel racconto del protagonista. Tuttavia lo stile nel suo complesso non acquista la forza necessaria a sostenere il lettore fino al finale (a sua volta piuttosto classico), e diversi problemi di forma concorrono a "bloccare" un po' il tutto.
I passaggi ingiustificati passato-presente-passato (a livello verbale, non di vicenda) e la punteggiatura problematica non risultano così tanto giustificati dalla peculiarità della mente del protagonista (e, peraltro, spuntano anche nella voce della "Pupa").
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.

Fabiana Donato
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Re: Il viaggio che trasforma.

Messaggio#5 » mercoledì 17 febbraio 2016, 11:32

Ciao Daniel! Riconosco che ancora ho molto da imparare nello stile, piano piano voglio migliorare sempre di più! L'unica cosa che ci tenevo a puntualizzare, spero che tu abbia letto il racconto ascoltando "Rain in your black eyes!" Ci tengo davvero tanto, perché mi ha ispirato questa musica. Grazie per aver commentato! :)

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Simone Cassia
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Re: Il viaggio che trasforma.

Messaggio#6 » mercoledì 17 febbraio 2016, 11:50

Ciao Fabiana,
un racconto che poteva dare di più a parere mio. Non è male l'idea alla base, ma forse c'è troppa autocoscienza in questo malato di mente, poteva essere più interessante la contrapposizione tra un pov completamente immerso nella realtà immaginaria dell'uomo e uno esterno e più analitico come quello di un medico o della stessa infermiera. Lo spunto della giornata da commissario perde presto di forza non parlando, a conti fatti, di nulla che sia peculiare di quella mansione. Attenzione anche alla punteggiatura che non aiuta la lettura risultando ostica in alcuni punti. Hai un po' da rivedere, temo, ma sono sicuro che può venirne fuori un buon lavoro ;-)

Ps. Purtroppo non ho modo per ora di leggerlo con il sottofondo che consigli, lo farò appena possibile.

Daniel Travis
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Re: Il viaggio che trasforma.

Messaggio#7 » mercoledì 17 febbraio 2016, 12:37

Fabiana: fatto, ed è una soundtrack fantastica per un racconto come questo.
PS: nonostante il mio commento non del tutto positivo, ci tengo a consigliarti di non abbandonare questo testo, che secondo me rivisto e/o espanso ha davvero molto da dire.
(E perdonami se parlo un po' da "maestrina dalla penna rossa", non è intenzionale xD)
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
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Fabiana Donato
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Re: Il viaggio che trasforma.

Messaggio#8 » giovedì 18 febbraio 2016, 13:07

Prima rispondo a Simone, ciao! Grazie per aver letto il mio racconto e ad averlo analizzato, mi piacerebbe avere qualche dritta per la forma e la punteggiatura, sono un poco indietro da questo punto di vista. Il problema è che ogni volta mi viene in mente una storia troppo complicata e credimi mi viene difficile riuscire a fare rientrare tutto in 3000 caratteri, soprattutto perché ho un difetto enorme: sono troppo prolissa. Quindi sto cercando di smaltire sempre di più :) ! Spero di aver capito il punto in cui mi dici che c'è troppa autocoscienza e che avrei dovuto scrivere delle mansioni del detective. Hai ragione per quanto riguarda l'approfondire le attività di questo ruolo, ma non riuscivo a scrivere tutto! E per quanto riguarda l'autocoscienza mi dispiace, non vorrei che risultasse pesante, ma il mio obiettivo era quello di far arrivare il lettore alla mente del protagonista, così tanto da farlo sentire immerso in essa se non perduto! Volevo esprimere questo messaggio e farlo arrivare il più possibile, tanto che ho utilizzato una melodia che giuro mi emoziona sempre. Detto questo passo a Daniel! Daniel non ho assolutamente pensato che tu fossi una maestrina, anzi apprezzo le correzioni fatte, perché ne ho bisogno! :)

Andrea Dessardo
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Re: Il viaggio che trasforma.

Messaggio#9 » giovedì 18 febbraio 2016, 19:52

L'idea alla base è carina e anche abbastanza ben strutturata. Peccato per alcuni strafalcioni grammaticali ("dà" senza accento, "miglior(e) psichiatra...), per la punteggiatura e per l'uso improprio di alcune espressioni ("distretto poliziesco" non si è mai sentito). Il dover spiegare con il corsivo finale il senso del racconto è però il suo limite più grosso, è come spiegare le barzellette...

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eleonora.rossetti
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Re: Il viaggio che trasforma.

Messaggio#10 » venerdì 19 febbraio 2016, 14:32

Ciao Fabiana,
l'idea in sé non è affatto male, il risveglio è il rude tornare alla realtà dall'immaginazione. Purtroppo è la forma a penalizzare questo racconto che, se risistemato, secondo me avrebbe maggior mordente. L'ultima parte (il dialogo e la sezione in corsivo) che forniscono "lo spiegone" è ciò che maggiormente affossa il tono, forse dà quasi troppa coscienza e profondità di pensiero a qualcuno che, in fondo, è ricoverato in un reparto psichiatrico. Anche la figura del commissario è sfruttata poco, poteva essere un attore, un divo, una qualsiasi altra figura di spicco, dato che non gli hai fatto compiere azioni particolari. Sarebbe stato meglio intuire la sua situazione lasciandoci intuire il dubbio fino alla rivelazione finale, che però in questo caso è espressa troppo tiepida per farci fare il balzo dalla sedia. Insomma, l'idea alla Shutter Island era carina, ma lo stile ahimé ha risentito sulla resa. Alla prossima!
Uccidi scrivendo.

Fabiana Donato
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Re: Il viaggio che trasforma.

Messaggio#11 » venerdì 19 febbraio 2016, 22:48

Rispondo ad entrambi contemporaneamente, perché credo di aver intuito il vostro punto di vista nel criticare il mio testo. A me piacciono molto le barzellette e credo che a volte spiegarle è necessario e soprattutto lo "spiegone" che tanto mi avete contestato, io non credo di aver "spiegato" il mio racconto perché: primo non sono io a narrare in quanto AUTRICE di questo racconto, ma il PROTAGONISTA STA NARRANDO, punto secondo anche l'inizio è in corsivo e ho voluto dare al testo una maggior continuità tra l'inizio e la fine, tanto che APPROFONDISCO quello che ho già esposto durante la narrazione, come la DATA IN CUI è STATO RINCHIUSO NELL'OSPEDALE, terzo Eleonora non puoi dirmi che poteva essere qualsiasi altra cosa tanto non ho specificato le sue mansioni? A me non interessava narrare il mestiere immaginario del protagonista, MA IL SUO DRAMMA INTERIORE, VIVE UN'ESISTENZA TRAGICA E SI IMMAGINA UNA VITA CHE NON ESISTE. Il protagonista è un pazzo. Chi lo può comprendere un pazzo? Spero di aver chiarito i punti. Se ci sono altre incomprensioni chiedete e soprattutto se ci sono errori grammaticali importanti tenetemeli presenti. :) grazie per aver commentato!

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eleonora.rossetti
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Re: Il viaggio che trasforma.

Messaggio#12 » venerdì 19 febbraio 2016, 23:05

Ciao Fabiana, temo di non essermi spiegata e me ne dispiace. La mia osservazione era nata dal fatto che man mano che leggevo il testo, specie in questo punto:
Mi diedero la nomina quel lontano 15 febbraio del 2000, fu allora che iniziò il viaggio che mi stravolse la vita.

mi aspettavo quindi che a quella nomina seguisse appunto qualcosa di molto, molto importante per il protagonista, mi aspettavo - anziché fare colpo sulla Pupa - di vedergli risolvere un caso, o di partecipare a una elettrizzante caccia all'uomo, qualcosa che facesse capire che nell'immaginazione, appunto, trova il sollievo e l'adrenalina di essere qualcosa che nelle condizioni reali ahimé non può essere. Mi sono evidentemente espressa male, ma ciò che semplicemente volevo dire è che se l'avessi visto in un compito molto più "adrenalinico", forse il dramma del paziente - che è quello che intendevi mostrare e l'intento, infatti, era intuibile - ne sarebbe uscito ancora più rafforzato. IMHO ovviamente, non elevo il mio punto di vista come fosse legge e se ti ho dato quest'impressione me ne scuso ancora.
Uccidi scrivendo.

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Andrea Partiti
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Re: Il viaggio che trasforma.

Messaggio#13 » domenica 21 febbraio 2016, 15:10

Anche se il tuo sviluppo del tema è interessante e nuovo, rispetto agli altri racconti di questo mese che ho letto, purtroppo la forma impedisce di apprezzare davvero i lati positivi e lo spaccato psicologico del tuo protagonista.
Sarò diretto, perché penso sia utile sentire un'opinione non filtrata su quello che è un problema ricorrente anche nei tuoi racconti passati. Puoi offenderti, ma dopo penso ti sarà utile!
Penso che con due ore abbondanti rimaste, sia dovuto a chi ti leggerà controllare in maniera analitica quello che stai per presentare, eliminando almeno i problemi di forma, punteggiatura e spazi attorno alla punteggiatura, troncamenti, abbreviazioni, accenti/apostrofi. Tutto quello che è solo forma, non dico usi elaborati o sofisticati che si imparano col tempo.
Il fatto che manchi questo semplice lavoro di rilettura, un primo editing, mi fa sentire non rispettato come lettore, indisponendomi a tutto ciò che il tuo racconto mi vuole davvero comunicare.

pfafff
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Re: Il viaggio che trasforma.

Messaggio#14 » domenica 21 febbraio 2016, 15:15

IL VIAGGIO CHE TRASFORMA
Il primo paragrafo, tolto quello in corsivo, è incomprensibile, per me.
2-3 sviste grammaticali di nessuna gravità (te ne sarai accorto sicuramente il giorno dopo perciò non vado a rimarcarle inutilmente). Capisco che questo tizio è un paziente di un qualche istituto psichiatrico. Il risveglio improvviso è da lui citato e lo prendiamo in buona fede perché da racconto non si evince. C’è perché lo dice lui, non perché lo vediamo noi.
Renderei più amalgamati i paragrafi.

Fabiana Donato
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Re: Il viaggio che trasforma.

Messaggio#15 » domenica 21 febbraio 2016, 22:56

Ragazzi assolutamente non mi offendo! Anzi voglio capire cosa sbaglio, quindi se potete evidenziarmi tutti gli errori fatti, come quelli di forma e punteggiatura, mi dareste più aiuto :)

alexandra.fischer
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Re: Il viaggio che trasforma.

Messaggio#16 » lunedì 22 febbraio 2016, 21:50

Il racconto è molto interessante (ben strutturato, belli questi passaggi da un risveglio all’altro del tuo protagonista). Ci sono paralleli (caramelle rosse e blu che diventano pastiglie nella seconda parte). Anche il numero del distretto (27) è lo stesso della stanza nel reparto psichiatrico. La segretaria e l’infermiera, si somigliano: efficienti e non del tutto insensibili al corteggiamento poetico del Nostro. L’idea del viaggio da una condizione che finisce alle 19,00 è molto bella, come pure la data, 15 febbraio 2000. Da un ulteriore tocco fantastico alla tua storia (sembra una di quelle di “Ai confini della realtà”). Unico neo: presenti la seconda condizione del tuo protagonista come quella di uno psichiatra, ma io ce lo vedo come un paziente. Un’aggiustata a quel punto (magari facendogli pensare qualcosa tipo: “Non prenderò io quelle pastiglie, le preparerò per il vero paziente della 27”).

Veronica Cani
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Re: Il viaggio che trasforma.

Messaggio#17 » mercoledì 24 febbraio 2016, 19:30

Ciao, Fabiana! So che risulterò ripetitiva, visto che te l’hanno già fatto notare, ma a mio parere ciò che inficia maggiormente il tuo racconto è l’omissione della punteggiatura in molti passaggi, che disorienta il lettore. Ti elenco alcuni esempi: in “Capo come stanno andando le indagini?” metterei una virgola dopo “capo”; stesso discorso in “Capo è proprio bella” e in “Capo non pensa che sia tardi”; in “Ascoltare mi da benefici” il “da” è verbo e va accentato; in “Sono le 19:00 deve andare a dormire” metti una virgola dopo 19:00; in “La prossima volta vedrà saranno più belle le sue poesie” metterei tra virgole “vedrà”, trattandosi di un’incidentale; in “Il mio mondo non lo capisce nessuno neanche il miglior psichiatra può farlo” metti una virgola dopo “nessuno”; inoltre in diversi passaggi hai cambiato bruscamente il tempo verbale. L’idea di base del racconto è buona, ma andrebbe sviluppato meglio. Alla prossima! :)

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Adry666
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Re: Il viaggio che trasforma.

Messaggio#18 » giovedì 25 febbraio 2016, 9:23

Ciao Fabiana,

tema centrato.

Devo ammettere che ho fatto molta fatica nella lettura e alla fine ho capito anche poco. Ci sono dei paragrafi non bene amalgamati che ne rendono difficile la decifratura; non so se sia fatto apposta, ma comunque cambierei qualcosa: farei delle “giunzioni” pre rendere il tutto più fluido.
Sono favorevole ai testi “misteriosi”, ma devi anche pensare al povero lettore che quando arriva alla fine vuole capire il senso del racconto.

Ciao
Adriano

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alberto.dellarossa
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Re: Il viaggio che trasforma.

Messaggio#19 » venerdì 26 febbraio 2016, 18:18

Il viaggio che trasforma - Fabiana Donato
Ciao Fabiana, il tuo racconto presenta diversi limiti, a mio avviso. A livello stilistico trovo la prosa non sempre scorrevole
La mente proseguì la strada che stava violentemente indicando il cuore che nel petto mi parlava
- è praticamente un nodo gordiano. Taglia! Scrivendo:
"Il cuore (nel petto) indicava a gran voce la strada, la mente seguiva senza possibilità di ribellarsi"
riesci a dare informazioni in più. Potresti anche scrivere semplicemente
"La mente proseguiVA (azione continuata) sulla strada indicata a gran voce dal cuore (nel petto - omettibile)"

L'azione poi oscilla dentro e fuori dall'onirico, spaesando il lettore. Il punto di vista oscilla da interno a esterno, e ciò non va bene. Insomma, ci sono molte cose da sistemare e partirei dalle basi strutturali del testo.

Giulio_Marchese
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Re: Il viaggio che trasforma.

Messaggio#20 » venerdì 26 febbraio 2016, 19:50

Ciao Fabiana!
Devo essere sincero il tuo racconto non mi è piaciuto molto. Non mi piace l'impostazione, le due parti in corsivo mi sembrano un po ridondanti avresti potuto far emergere il fatto che era un malato di mente in altri modi, senza dirlo esplicitamente. Poi l'amore per l'infermiera invece che sembra essere il centro del racconto è poco sviluppato e non mi è chiara l'attinenza al tema. Non ho molto da dire, i gusti son gusti, e questo racconto non incontra il mio gusto personale, per cui non mi ritengo in grado di fare una critica davvero costruttiva.

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antico
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Re: Il viaggio che trasforma.

Messaggio#21 » domenica 28 febbraio 2016, 20:17

Prima cosa: complimenti per l’azzardo che hai tentato. Ho letto ascoltando il pezzo e sì, sembra adatto. A quel punto, però, è necessario affinarlo in modo da renderlo preciso nei passaggi equilibrando la velocità di lettura alla musica. Nello stato attuale, la forma lascia un po’ a desiderare e questo non aiuta nel lasciarsi andare nel flusso, che credo fosse il tuo punto di arrivo. Quindi ecco l’esercizio che ti si para innanzi: lavorare sul testo, migliorarlo, affinarlo per permettere al lettore/ascoltatore d’immergercisi in toto lasciandosi trascinare lungo la follia del tuo protagonista. Un pollice ni per ora, ma continua a osare, sempre.

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