La bara di ghiaccio - Roberto Romanelli

Avatar utente
Vastatio
Messaggi: 621

La bara di ghiaccio - Roberto Romanelli

Messaggio#1 » lunedì 15 febbraio 2016, 23:35

Freddo.
Farmaci e droghe non sono sufficienti a tenere lontano il compagno di anni.

Sono sveglio, di nuovo.

Ho perso il conto di quante volte sono stato svegliato. No, non è vero, so che è solo la prima fase del risveglio a confondermi. A breve ricorderò tutto o potrò leggerlo nei rapporti. Perché ad ogni risveglio segue un rapporto. Sempre.

C'è un problema e mi stanno portando là.

Le flebo nelle braccia e nelle gambe cominciano a diventare un tormento, i muscoli ancora rigidi non mi permettono i piccoli movimenti che sarebbero di sollievo all’immobilità a cui mi ha costretto la mia bara di ghiaccio.

Lentamente i ricordi raggiungono la coscienza. Il freddo tornerà. Risolto il problema, sarò di nuovo addormentato.

Il mondo ha bisogno di quelli come me, ma non vuole più rischiare. Quindi ci ha trasformati in strumenti da usare e riporre con cura nella scatola.
Non mi sento di biasimare nessuno per questo, ciò che abbiamo fatto giustifica l’odio che abbiamo suscitato.
No, non per questa generazione. Non ci conosce se non per la nostra funzione usa e getta.
Ci siamo elevati da persone comuni a casta. Non è stato difficile in fin dei conti. Controllavamo indirettamente già tutto.
Quando la tecnologia ha cominciato a insinuarsi in ogni ambito della vita, noi informatici avevamo il controllo di ogni aspetto della vita umana: dal più importante al più banale.
Ci siamo riorganizzati. Le informazioni libere sulla rete sempre più vecchie. I dissidenti rintracciati e convertiti alla causa o al silenzio. Non siamo stati clementi.
Da una parte gli utenti, viziati dalle comodità: incapaci di uscire di casa senza che una IA aprisse loro la porta.
Dall’altra parte noi, indispensabili.
Per anni abbiamo dominato la massa ignorante. Fino a quando la massa non ha reagito.
Però eravamo ancora insostituibili. I guasti potevano capitare, per quanto evoluti gli algoritmi di correzione non erano infallibili.
La soluzione venne da sola: sulla mia cella criogenica c’è un codice e la qualifica: AAA+. Uno dei migliori cervelli a disposizione. Il mio nome non è importante, lo ricordo solo io.

Siamo arrivati. Mi ordinano di entrare e risolvere il problema.

Riconosco l’edificio. Ora che i ricordi sono perfettamente chiari non mi aspettavo una destinazione diversa.
Entro in quello che era il centro ricerche principale, attraversando uffici vuoti che gli automatismi mantengono puliti.
Il sistema di sicurezza prevede un’analisi biometrica su tre livelli: retina, impronte digitali e sangue.

Un altoparlante mi annuncia Sam Terence, benvenuto nel dungeon. Per i vecchi sistemi non sono solo un codice.

Percorro il corridoio fino alla sala macchine, so cosa mi aspetta.

Sam Terence è davanti a me, riverso sulla scrivania, le mani ancora sulla tastiera. Con lo sguardo seguo i tubi che escono dal suo corpo e che terminano all’interno della vasca di coltura, riconveritita per il solo sostentamento.
La vasca dove sono nato e cresciuto durante i guasti che aveva predisposto per controllarmi.
Ho il suo corpo, ma non le sue motivazioni. Sono solo un clone. Sono il tempo di cui aveva bisogno per predisporre la sua vendetta.

Start Program (Y/N)?

Sono stanco di svegliarmi.



Avatar utente
antico
Messaggi: 7167

Re: La bara di ghiaccio - Roberto Romanelli

Messaggio#2 » lunedì 15 febbraio 2016, 23:48

Ciao Roby e benvenuto anche a te alla De Marco Edition! Sei fuori di 150 caratteri, se non correggi entro l'una ti beccherai il malus minimo. E comunque... Sei dentro! Buona edizione!

Daniel Travis
Messaggi: 443
Contatta:

Re: La bara di ghiaccio - Roberto Romanelli

Messaggio#3 » martedì 16 febbraio 2016, 20:15

Complimenti Roberto, il tuo racconto mi è piaciuto e mi ha coinvolto molto (inoltre, ho un paio di amici informatici che lo adorerebbero). Ottima idea, trama potente e stile ben curato: rivela la trama in modo efficace e senza farla risultare affrettata (il che in un racconto di 3000 caratteri, credimi, non è cosa da poco). Mi sarebbe piaciuto vedere più espansa la storia di Sam, ma mi rendo conto che sarebbe stato molto difficile e così com'è la storia non perde forza per questo. Bravo davvero.
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.

Andrea Dessardo
Messaggi: 107

Re: La bara di ghiaccio - Roberto Romanelli

Messaggio#4 » giovedì 18 febbraio 2016, 18:51

Racconto godibilissimo e ben congegnato, anche se ripercorre cliché vecchissimi di fantascienza, ma lo fa in maniera abbastanza originale. Noto con sorpresa che moltissimi racconti qui dentro sono scritti in soggettiva e ciò li fa somigliare un po' tutti, questo però è sopra la media. La trama si srotola poco a poco con sapienza, senza anticipare e senza tralasciare nulla.

Avatar utente
Andrea Partiti
Messaggi: 1038
Contatta:

Re: La bara di ghiaccio - Roberto Romanelli

Messaggio#5 » venerdì 19 febbraio 2016, 1:05

Un bel racconto, ottima l'idea, l'atmosfera, i tempi con cui ci fai la prima rivelazione su chi sia questa casta ibernata e risvegliata solo all'occorrenza. Pensavo non ci fossero altre grosse sorprese nel racconto e poi giochi la carta clone, che è un classico ma era abbastanza inaspettata nel contesto.
Non ho molto da criticare sulla forma in sé, solo qualche dubbio sulla storia.
Non sono sicuro di aver completamente capito la meccanica del finale. Come l'ho capito: il vero ST ha predisposto una serie di guasti in modo da venir svegliato periodicamente, sfruttando questi periodi per crescere un suo clone che manda al suo posto, mentre sui si nasconde per vivere una vita lunga e prolungata artificialmente. Intanto continua coi guasti e si fa mandare periodicamente il clone per controllarlo.
Però parli di come faccia guadagnare tempo al vero ST per la sua vendetta, che suppongo essere il programma che sta scrivendo. Ma se ST non è fava ed ha passato 10 anni a scrivere il suo supervirus, 20 a debuggarlo e 5 a bestemmiare perché ormai non è più compatibile con nulla, avrà ben potuto lanciarlo, prima di morire, senza bisogno di chiamare il clone solo per rispondere a Y/N!
Qui penso che mi sia sfuggito qualcosa di importante e che non trovo anche rileggendo.
Il clone non ha le stesse motivazioni di ST, ma deve almeno averne i ricordi e sapere della vendetta, o non riuscirebbe a farsi passare a lungo come informatico AAA+ quando viene svegliato per dei guasti veri.

Avatar utente
Vastatio
Messaggi: 621

Re: La bara di ghiaccio - Roberto Romanelli

Messaggio#6 » venerdì 19 febbraio 2016, 8:02

Grazie a tutti per i commenti.

@Andrea. Come sempre il taglio selvaggio ha mietuto qualche vittima illustre, non sei il primo che mi fa notare qualche difficoltà di comprensione sul rapporto ST e clone. Questa volta, quando ho alzato la testa ero a circa 6500 caratteri da revisionare ed è iniziato una delle più feroci sessioni di taglio e cucito da quando sono su MC.

La risposta, come di consueto, nello spoiler

► Mostra testo

Non pretendo che sia tutto chiaro e completamente coerente... alla fine continuo a fare gli stessi errori: background più o meno complessi da stipare in 3000 caratteri e in circa tre ore inficiate dal sonno.

Avatar utente
Andrea Partiti
Messaggi: 1038
Contatta:

Re: La bara di ghiaccio - Roberto Romanelli

Messaggio#7 » venerdì 19 febbraio 2016, 11:39

In realtà si capisce quasi tutto il fondamentale, a parte il perché debba essere il clone ad avviare il programma. Quel punto no, è misterioso nella forma finale del racconto.
Quel che mi ha fatto pensare a dei tempi lunghi è stata la vasca di coltura, che immaginavo essere stata riadattata a una vasca per prolungare l'esistenza, ma in effetti non dici nulla a riguardo, è solo colpa di tutte le vasche di stasi/guarigione che ho visto passare... (e ST non avrebbe potuto ordinare pizza a domicilio per nascondersi).

La storia mi piace molto, penso che varrebbe la pena ripescare la tua versione non tagliata, con tutti gli approfondimenti sui moventi di ST e sulle meccaniche che si sono perse!

alexandra.fischer
Messaggi: 2862

Re: La bara di ghiaccio - Roberto Romanelli

Messaggio#8 » venerdì 19 febbraio 2016, 19:39

Il tuo racconto suscita una sensazione di freddo e non solo per via della bara di ghiaccio del titolo. Anche la condizione del protagonista, informatico divenuto controllore degli utenti della Rete e delle loro vite (la tecnologia, di fatto, li ha resi schiavi di queste persone comuni divenute casta). Rendi molto bene la fase del risveglio del protagonista, il quale sa che dopo aver effettuato il lavoro, dovrà stilare un rapporto. E il problema che è chiamato a risolvere riguarda l’individuo che lo ha creato: vuole fare di lui lo strumento della sua vendetta ed è in stato di incoscienza (efficace l’immagine che lo vede collegato con tubi alle sostanze nutritive). Molto ben descritto l’ambiente del centro principale di ricerche (è asettico e freddo). Il tema del risveglio c’è e anche quello dei rischi della tecnologia. Inquietante il finale, quando il clone dalla Mente Superiore, stanco di svegliarsi, si trova di fronte al programma da avviare a nome di Sam Terence.

Avatar utente
eleonora.rossetti
Messaggi: 553

Re: La bara di ghiaccio - Roberto Romanelli

Messaggio#9 » domenica 21 febbraio 2016, 11:36

Ciao Roberto! La programmatrice che è in me non può che sorridere davanti a questo racconto. A dire il vero ho avuto un attimo fatica a seguire esattamente i contorni della vicenda (o meglio, avevo intuito quasi tutto, era il fatto della vasca di coltura che mi ha un attimo mandato in tilt) anche perché non ho evinto subito che il clone fosse "l'alibi" per il programmatore in cerca di vendetta. L'ambientazione che ci sta sotto è veramente molto ampia e forse è un poco compressa nella narrazione in prima persona del clone, nonostante ciò il risultato colpisce e mostra una realtà davvero inquietante (e rientrando nella categoria mi fa venire la pelle d'oca due volte XD) Molto bella la descrizione del clone, che in ogni azione risulta "freddo" e distaccato come il mondo che lo circonda (e infatti non ha le stesse emozioni di ST). Ci lasci col fiato sospeso sul finale, non sapremo mai se premerà o meno sì o no. Nel complesso una buona prova, anche se, a questo punto, sarei curiosa di leggere la versione originale ;)
Uccidi scrivendo.

Veronica Cani
Messaggi: 148

Re: La bara di ghiaccio - Roberto Romanelli

Messaggio#10 » domenica 21 febbraio 2016, 11:51

Ciao, Roberto! La prima parte del tuo racconto, fino al momento in cui l’uomo entra nella sala macchine, è molto scorrevole e accattivante, anche grazie allo stile conciso. Nel momento in cui entra in scena la “matrice” di Sam Terence, invece, mi sono un po’ persa e tutto mi è risultato più chiaro solo dopo aver letto i commenti. Direi che il tema è rispettato, anche se il risveglio del racconto non è propriamente improvviso. Complimenti!

pfafff
Messaggi: 39

Re: La bara di ghiaccio - Roberto Romanelli

Messaggio#11 » domenica 21 febbraio 2016, 15:02

LA BARA DI GHIACCIO
Idea non originale. All’inizio capisco che c’è uno che si sveglia, ma non è un risveglio improvviso come richiede il tema. Poi mi perdo un po’, e non capisco chi stilerà il rapporto e perché. Però capisco perché è stata messa quella frase e ci sta. Poi tutto fila liscio in una descrizione chiara ma alla fine non capisco cosa succede e non capisco quale sia la vendetta. e dunque sia per il fatto del tema parzialmente centrato e per il fatto che la fine è (per la mia comprensione) un po’ oscura lo metto a metà classifica.

Avatar utente
Vastatio
Messaggi: 621

Re: La bara di ghiaccio - Roberto Romanelli

Messaggio#12 » domenica 21 febbraio 2016, 15:45

Seconda infornata di ringraziamenti per i commenti (siete obbligati a farli, ma...)
@Andrea (reprise). Concordo, il perché sia il clone a trovarsi davanti la domanda non è desumibile dal testo. Tra l'altro avendo "deciso" di subire il malus avrei potuto sfruttare i caratteri extra per coprire alcuni tagli selvaggi... prossima volta, se sforerò i caratteri, vedrò di usarli tutti.
@Alexandra. Ringraziamento extra doveroso, visto che non eri obbligata a passare (ammetto che mi piacerebbe passare su tutti anche io, ma sono pigro e, beh sì, stronzo... quindi non so quanto la cosa sarebbe apprezzata). Mi fa piacere sapere che sia passata la sensazione di freddo, sembra stupido ma era uno dei miei intenti.
@Eleonora. L'amministratore di sistema che è in me vuole lo sterminio di tutti gli utenti. A parte l'ennesima dimostrazione di affetto verso il prossimo, sì, sfortunatamente ho tagliato via quasi tutto quello che avveniva dentro il centro di ricerca. Non so se ci rimetterò mano però... l'ho riletto tanto di quelle volte per tagliare e sfrondare che adesso devo tenermelo lontano per un po'. Posso dirti che il finale però era così anche nell'originale.
@Veronica. Capisco che il risveglio che descrivo dall'ibernazione non sembra "improvviso". Personalmente io ci vedo tre risvegli: quello di ogni ibernato ad ogni richiesta si assistenza, quello del clone alla vita e quello del mondo la mattina dopo (sempre che decida di premere Y). Quanto questi siano improvvisi lo lascio all'interprezione del lettore.
@Pfafff. Ti rassicuro almeno sulla vendetta: non c'è scritta e te la devi inventare tu.

Avatar utente
eleonora.rossetti
Messaggi: 553

Re: La bara di ghiaccio - Roberto Romanelli

Messaggio#13 » domenica 21 febbraio 2016, 15:47

Vastatio ha scritto:@Eleonora. L'amministratore di sistema che è in me vuole lo sterminio di tutti gli utenti.

Io pure, ma non tanto degli utenti, quanto degli utOnti XD
Uccidi scrivendo.

Avatar utente
Vastatio
Messaggi: 621

Re: La bara di ghiaccio - Roberto Romanelli

Messaggio#14 » domenica 21 febbraio 2016, 16:00

Come diceva un mio amico ai tempi in cui si gestivano shard di Ultima/Neverwinter: gli utenti sono solo lag.
Nessuna pietà.

Avatar utente
Adry666
Messaggi: 521
Contatta:

Re: La bara di ghiaccio - Roberto Romanelli

Messaggio#15 » martedì 23 febbraio 2016, 17:51

Ciao Roberto,

tema centrato più volte, anche se non so se sia improvviso come previsto dal titolo ))

Racconto scorrevole, ben scritto, buon ritmo. C’è qualcosa di già letto e già visto ma il finale risponde a parecchi dubbi. Mi piacerebbe poter leggerlo in una forma più estesa perché, secondo me, la parte centrale ha un po’ risentito dei pochi caratteri a disposizione.

Bravo, bella prova.
Alla prossima
Adriano

Avatar utente
Simone Cassia
Messaggi: 153

Re: La bara di ghiaccio - Roberto Romanelli

Messaggio#16 » martedì 23 febbraio 2016, 18:14

Ciao Roberto,
racconto molto ben scritto che dice e non dice tanto sulla vicenda per motivi voluti (finale aperto) o dovuti (taglio di 600 battute). Il finale aperto e la vendetta non specificata mi piacciono tanto. Come altri ti hanno fatto notare le dinamiche si fanno un po' oscure (ma comunque abbastanza intuibili) nella parte finale del racconto che però riesce a mantenere le suggestioni iniziali. Ben fatto!

Avatar utente
alberto.dellarossa
Messaggi: 230

Re: La bara di ghiaccio - Roberto Romanelli

Messaggio#17 » venerdì 26 febbraio 2016, 16:48

La bara di ghiaccio - Roberto Romanelli
Ciao Rob. Ottimo racconto MA.
Ottimo perché fluido, con una trama solida, un bel passo e un senso di angoscia latente. Il MA risiede in una sequela di ripetizioni all'inizio per cui ho voglia di strapparti il cuore (abbiamo capito che si è risvegliato, non serve che utilizzi la radice SVEGL per 4 volte in due righe) e nella strizzata d'occhio alle vasche di matrix. Detto questo ti perdono perché mi citi Huxley, portando il protagonista addirittura a un triplo alfa plus. Insomma, come si dice a verona: te si stà brao.

Giulio_Marchese
Messaggi: 291

Re: La bara di ghiaccio - Roberto Romanelli

Messaggio#18 » venerdì 26 febbraio 2016, 17:16

Ciao Roberto.
Il racconto è ben scritto ed è molto originale. Ma è anche molto complesso e molte cose rimangono oscure, per cercare di spiegare il tutto il racconto si traduce in un mega spiegone in soggettiva che volendo poteva anche starci ma alla fine hai scelto di complicare ancora di più le cose con questa storia del clone il che ha reso praticamente impossibile comprimere le tue idee in soli 3000 caratteri. Senza la storia del clone (che è un clichè della fantascienza mentre tutto il resto è molto originale) avresti potuto dedicare spazio all'approfondire l'informati e avresti potuto trovare una chiusa decisamente migliore. Così com'è, a mio avviso, il racconto è troppo confusionario e troppo spiegoneggiante. Peccato perché l'idea era davvero originale!

Avatar utente
Vastatio
Messaggi: 621

Re: La bara di ghiaccio - Roberto Romanelli

Messaggio#19 » venerdì 26 febbraio 2016, 21:19

E chiudiamo con l'ultimo giro.
@Simone. Più che vero, la parte finale in effetti poteva essere più chiara.
@Alberto. Che dire, hai ragione. Una mente non ottenebrata dal sonno non può che rifuggere quello scempio. Per la strizzata d'occhio a Matrix, beh, io non ci avevo nemmeno pensato a Matrix.
@Giulio. Non mi sembrava così complessa la parte "pre clone", sullo spiegone posso darti ragione, mi serviva un infodump rassegnato, apatico e freddo come "motivazione" per dare forza alla chiusa. Dato il sistema che ho costruito poi avevo bisogno di "tempo" per far lavorare Sam. Non sarà originale l'uso di un clone, ma la sua natura di cliché mi permette di non doverlo "spiegare".

Avatar utente
antico
Messaggi: 7167

Re: La bara di ghiaccio - Roberto Romanelli

Messaggio#20 » domenica 28 febbraio 2016, 20:13

Buon racconto che però patisce molto i tagli cui l’hai sottoposto, soprattutto nel finale che, in questa forma attuale, risulta piuttosto compresso in rapporto a quanto precede. C’è bisogno di più spazio, probabilmente di quei caratteri che hai dovuto tagliare, deve respirare di più. In un’ottica di economia dei 3000 caratteri avrei tagliato tutto il pippone sul passato per farlo arrivare subito nella sala principale, avrei cercato d’inserire le info importanti nel flusso dell’azione, come ripeto spesso e volentieri avrei abbandonato il percorso che da A porta a B e poi a C per un qualcosa tipo B arriva subito a C e agisce intanto che semina A. Pollice ni lievemente puntato verso l’alto più che altro perché non è un racconto che nasce per i 3000 caratteri e si vede.

Torna a “78ª Edizione – 11ª della 4ª Era - De Marco Edition”

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 3 ospiti