Gruppo SONS OF ANARCHY: Lista racconti e classifiche

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Gruppo SONS OF ANARCHY: Lista racconti e classifiche

Messaggio#1 » martedì 16 febbraio 2016, 2:06

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Questo è il gruppo SONS OF ANARCHY della DE MARCO EDITION con Romano De Marco nelle vesti di Guest Star.

Gli autori del gruppo SONS OF ANARCHY dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo MAYANS.

I racconti di questo gruppo verranno invece commentati e classificati dagli autori del gruppo GRIM BASTARDS.

I primi QUATTRO racconti di questo raggruppamento avranno diritto alla pubblicazione immediata sul sito ed entreranno tra i finalisti che verranno valutati direttamente da Romano De Marco. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale.

Per la composizione dei gruppi abbiamo deciso di sperimentare un nuovo criterio andando, a giro, a disporre per primi tutti gli autori partecipanti in base ai punti Rank di Era e poi completando i raggruppamenti con i restanti autori in base all'orario di consegna.

E ora vediamo i racconti ammessi a SONS OF ANARCHY:

Strafottenza, di Alberto Della Rossa, ore 00.55, 2965 caratteri
Notturno, di Ambra Stancampiano, ore 23.15, 2806 caratteri
Di nuovo insieme, di Andrea Partiti, ore 00.17, 3000 caratteri
Io c’ero, di Eleonora Rossetti, ore 00.59, 2766 caratteri
La baita, di Adriano Muzzi, ore 23.47, 2976 caratteri
Ottimi quarti di manzo, di Veronica Cani, ore 23.27, 2997 caratteri
Santo Sollievo, di Simone Cassia, ore 00.21, 2984 caratteri
Agguato, di Daniel Travis, ore 22.40, 2941 caratteri
Il mio tipo, di Giulio Marchese, ore 23.46, 2728 caratteri
Uno su mille (ce la farà), di Chiara Rufino, ore 23.27, 2949 caratteri
Lingue straniere, di Giorgio Distante, ore 22.27, 2998 caratteri
Un notabile, di Andrea Dessardo, ore 01.12, 2979 caratteri MALUS 6 PUNTI

Avete tempo fino alle 23.59 di venerdì 26 febbraio per commentare i racconti del gruppo MAYANS. Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Vi avverto che sarò fiscale e non accetterò classifiche postate anche solo alle 00.00 a meno che problemi improvvisi vi ostacolino all'ultimo, ma in quel caso gradisco essere avvertito, sapete come trovarmi. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, posterò la mia e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete più di dieci giorni per commentare e classificare i DODICI racconti del GRUPPO MAYANS e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare altri racconti, ne avete TRENTACINQUE (escluso il vostro) a disposizione e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, dieci giorni sono anche troppo pochi. E ancora: date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro.

Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti.
– 6 punti malus per chi commenta la metà dei racconti + 1
– 13 punti malus per chi non commenta i racconti o arriva a commentarne meno della metà + 1
Cominciate a utilizzare il contatore del forum per calcolare i caratteri. Selezionate l'area desiderata e fate calcolare.


Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel GRUPPO MAYANS.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.

BUONA DE MARCO EDITION A TUTTI!















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Angela
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Re: Gruppo SONS OF ANARCHY: Lista racconti e classifiche

Messaggio#2 » martedì 16 febbraio 2016, 20:45

Girone con racconti di pregio, tanto è vero che la maggior parte hanno avuto una valutazione più che buona. Classifica più difficile di sempre.

1) Io c'ero - Eleonora Rossetti.

Non ti nascondo che ho gli occhi umidi già dalla metà del tuo racconto. Penso che quando riesci a comunicare le emozioni in questo modo, tu abbia già vinto sia come persona che come autrice. Il tuo testo è una denuncia sociale, la voce del piccolo che si fa sentire, la goccia nel mare che reclama il suo peso. Veramente un bel testo, che insegna a non chinare la testa, a combattere le proprie battaglie anche se l'arma è solo un cartello. Brano da pollice che punta la stella polare. Complimenti!
Giusto un paio di appunti perché altrimenti Maurizio Bertino mi picchia. Ho sofferto le ripetizioni, seppure volute della frase che fa da titolo e di altre tipo "finché". Ho visto che hai evidenziato alcune cose in corsivo, per esempio la parola "Libertà" che in questo modo è più incisiva. Ne avrei evidenziate pure altre in corsivo, ma sono gusti personali.
Bravissima.

2) Strafottenza - Alberto della Rossa.

In questo girone mi avete massacrata, perché ho trovato un sacco di racconti buoni e poi dovrò metterli in fila per farne una classifica e questo mi manderà in crisi. Un racconto come questo meriterebbe il punteggio massimo, che ho dato a Eleonora Rossetti. Hai scritto un testo che a mio avviso non ha molto da invidiare a chi pubblica con le grosse case editrici, un racconto "vero" o almeno è questa la percezione che arriva al lettore. Dialoghi serrati e credibili, gustose metafore, tema centrato, finale perfetto. Per trovare delle pecche dovrei stare lì con la lente di ingrandimento e non mi pare il caso. Mi auguro di vedere il testo in finale, una bellissima prova di scrittura. Pollice alzato a rischio slogatura :)
Bravo.

3)Di nuovo insieme - Andrea Partiti.

Non so come tu abbia fatto questo incredibile salto di qualità, ma è palpabile. Sono qui dall'estate scorsa e posso dire senza ombra di dubbio che hai fatto passi da gigante. Lo stile è veramente ottimo e la trama è un ricamo dove hai celato con dovizia ciò che sveli solo nel finale. In genere ho un sesto senso per i finali e in genere ci azzecco, ma stavolta brancolavo nel buio perché sei stato bravo a non scoprire le tue carte fino all'ultima mano. Clima claustofobico reso alla perfezione, ritmo e costruzione senza pecche. Un ottimo lavoro che merita un bel pollice alzato. Complimenti!

4)Ottimi quarti di manzo - Veronica Cani

Primo racconto che leggo del vostro gruppo e devo dire che mi è piaciuto tanto, anzi, credo sia uno dei migliori che hai scritto. Lo stile è decisamente decollato, si è fatto quasi professionale e la caratterizzazione dei personaggi è gustosa (l'atmosfera del testo mi ha ricordato un autore che amo molto: Andrea Vitali). La trama mi ha riportato alla mente un fatto di cronaca che a Roma conosciamo bene: il norcino della rotonda. Senza scendere in particolari, pare che le clienti più in carne, facessero una brutta fine in quella macelleria...
Testo ben confezionato, dialoghi e descrizioni perfettamente calibrate. Un unico appunto:

vi si vendevano i tagli migliori
taglierei “vi si" e sostituirei con “C’erano i tagli migliori...”

Molto brava. Pollice decisamente alzato per il tuo bel racconto.

5)La baita – Adriano Muzzi
Un horror ben confezionato. Gli elementi che si riferiscono al tema ci sono tutti e lo stile è molto buono. Non sono una maniaca del corsivo, ma ho visto che tu non l'hai usato nelle esclamazioni e nei dialoghi interiori. Ok, è una scelta coerente fino alla fine, quindi ci può stare. Però in questo passo manca la punteggiatura classica del dialogo.

- Chi è?! gridò, nessuna risposta, se non ancora colpi sempre più forti.

Mi è piaciuta molto l'ambientazione, anzi, trovo che la scelta della baita sia azzeccata perché è un luogo isolato che ben si presta all'evoluzione che avevi in mente. Dopo lo spavento in crescendo, mazzata nel finale. Devo dire che forse è proprio il finale quello che mi ha convinta meno. Si è trattato di una sorta di premonizione? Qualche dubbio smorza l'entusiasmo, ma il tuo è comunque un testo da pollice alzato. Molto bravo.

Dimenticavo: perché nel finale dici "gli furono sopra?". La creatura non è una sola?

6)Santo sollievo - di Simone Cassia.

Se qualcuno avesse un dubbio riguardo ai finali ad effetto, gli basterebbe leggere il tuo racconto :) Scherzi a parte, è un buon testo, scritto bene e decisamente in tema. Ti faccio solo due appunti:

1) i flashback sono troppo lunghi. Come lettrice, ero molto più interessata a ciò che stava facendo la donna piuttosto che la bambina.
2) il famoso show don't tell, bestia nera di noi autori. Ti faccio solo un esempio: quando dici "questo posto è uno schifo", era sufficiente mostrarlo.

Il giudizio è senz'altro positivo, un pollice alzato anche per te. Bravo.


7)Notturno - Ambra Stancampiano

Racconto particolare che narra attraverso alcuni spezzoni, sogni e risveglio. Lo stile è il tuo: elegante, ordinato e preciso, è la trama che non mi ha appassionata, forse proprio per quegli stacchi repentini. Mi è piaciuta molto la prima parte, una donna che tira di boxe è un personaggio di spessore, ma poi il clima cambia e la rudezza che mi aveva conquistata, viene a mancare. Il tema è centrato al 100%, ma la valutazione non è entusiasta come al solito. Un pollice tendente all'alto perché dietro questo racconto si intravede tanto mestiere, anche se la storia non mi ha entusiasmata. A rileggerti.

8)Un notabile - Andrea Dessardo

Non ricordo d'aver mai letto nulla di tuo e mi complimento con te per lo stile molto buono che ho letto con piacere. La trama è classica: nel giorno delle elezioni il sindaco uscente fa il punto della situazione e poi resta gabbato. Non ci sono colpi di scena, in un certo senso era già chiaro quale sarebbe stato il risultato molto prima di leggere che i cittadini lo guardavano in tralice, ma lo considero comunque un buon testo che merita. Ho visto che non usi i corsivi per i termini stranieri, a proposito, ce n'è uno che non ho capito: ricce di gouache.
Pollice tendente all'alto per te. Come ho già avuto modo di scrivere, il tuo è un girone tostissimo, ho dato parecchie valutazioni alte che mi creeranno dei problemi in fase di giudizio finale. Ma questo nulla toglie alla tua bravura. Ciao.

9)Uno su mille (ce la farà) - Chiara Rufino

Testo molto divertente che mi ha strappato più di una risata. Ci hai messo dentro Edward Norton (♥), Morandi e persino il T-Rex di Maurizio Bertino! Scherzi a parte, anche se non mi intendo molto di videogiochi, l'ho trovato un testo fresco e originale. Gli unici appunti che posso fare riguardano le accelerazioni, ma qui è il solito problema di come distribuire i caratteri. Ne hai spesi molti per le descrizioni e pochi per le azioni che si svolgono troppo velocemente. In ogni caso merita un pollice tendente all'alto. Brava.

10)Il mio tipo - Giulio Marchese.

Nella prima parte del testo ho trovato molte incertezze nella forma, le troverai più avanti negli appunti. A prima vista, il tuo mi sembrava un testo ingenuo, una storia di adolescenti come tante. Routine. Procedendo con la narrazione, mi sono accorta che semini molto per comunicare al lettore un certo disagio che diventa sempre più fastidioso per il protagonista. Penso che tu abbia voluto trasmettere un messaggio importante che resta tra le righe e che il lettore può solo ipotizzare. Io ci vedo un ragazzino che sta scoprendo la propria sessualità e un conflitto tra quello che dovrebbe essere (un macho) e ciò che è realmente. Il tuo testo precede il momento in cui dovrà fare i conti con i pregiudizi della gente, una sorta di limbo.
Sei capitato in un girone tostissimo, per questo non posso darti una valutazione alta, sei tra il NI e il pollice tendente all'alto, da valutare in fase finale. Dimenticavo gli appunti:

Ancora una volta lei è davanti a me, nuda.
Incipit ottimo, se al posto della virgola avessi messo un punto, sarebbe stato ancora più incisivo.

Le sue labbra soffici caramelle, i suoi capelli biondi, i suoi occhi azzurri.
Hai iniziato con una similitudine, il lettore si aspetta tu faccia altrettanto con i capelli e gli occhi.

Forse è questo il problema, ansia da prestazione.
Due punti al posto della virgola, perché stai specificando.

Senza di lui non sarei nessuno, in classe prima di conoscerlo nessuno sapeva
Qui la virgola non basta perché il paragrafo cambia.

Forse non è il mio tipo.
Attenzione, lo hai già ripetuto nel testo (forse è una cosa voluta).


11) Lingue straniere - Giorgio Distante.

Racconto che strappa un sorriso, ma manca di incisività. La trama si regge su un unico fatto: la visita dal dentista. Hai cercato di farne una macchietta e in parte la cosa ti è riuscita, ma secondo me manca un elemento forte. Il racconto scorre via e il tutto si stempera nel finale che è una amara constatazione. Altro punto che secondo me non devi sottovalutare, è la forma. Ho preso qualche appunto per mostrarti cosa non funziona secondo me. Pollice NI.

E così, come ogni anno, due volte all'anno, ho la visita di controllo dal dentista.
L’incipit è importante, iniziare con la congiunzione non è il massimo.

Vedendosi ogni 6 mesi non abbiamo molta confidenza perciò i nostri discorsi
Parli di te e del dentista quindi dovrebbe essere “vedendoci”.

rimangono molto superficiali ed egli
per evitare la “D” eufonica, meglio evitare “egli”. Ti propongo” … rimangono molto superficiali e lui mi chiede…”


Mi metto a fissare il soffitto, cado in uno stato di dormi-veglia
Dormiveglia

12) Agguato di Daniel Travis

Racconto che non mi ha convinta fino in fondo. La trama è chiara e il tema centrato, però, a parte il finale che è la parte migliore secondo me (adorabile il micio che fa le fusa), ci sono tante cose da rivedere, soprattutto nella forma. Te ne indico alcune.

ebbi il raro privilegio di ammirare il ragazzo che mi piaceva allora cavalcare un imbucato alla festa.
Virgola dopo “allora”

Da allora,
ripetizione di “allora”

optando per serate tranquille e raccolte, avevo evitato disastri – anche il divertimento, però, era calato.
Il periodo che introduci con il trattino andava chiuso. Forse con una parentesi avresti risolto.

La lampadina si era frantumata. Di Simone non c'era traccia.
Perché spezzare due periodi così brevi? Basta la congiunzione “e” per farne una frase. “La lampadina si era frantumata e di Simone non c’era traccia”.

Mi avvicinai piano. Immaginai di fermare il ladro prima che potesse fare altro male a Simone, di fregargli il coltello
Qui introduci un elemento (il coltello) senza averlo prima giustificato. Come fa a sapere che ha un coltello? Potrebbe aver usato qualsiasi altra cosa.

Ma non mi fermai.
La regola vuole che non si inizia una frase con “ma”.

L'aggressore si avventò su di me con agilità felina. Persi l'equilibrio e caddi col culo per terra,
Cadere con il culo per terra è un’espressione colloquiale.

Devo ancora terminare la lettura degli altri testi, quindi per il momento è un NI. Da rivedere in fase di classifica.
Uno scrittore è un mondo intrappolato in una persona (Victor Hugo)

alexandra.fischer
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Re: Gruppo SONS OF ANARCHY: Lista racconti e classifiche

Messaggio#3 » giovedì 18 febbraio 2016, 19:31

Buonasera, ecco i miei commenti e relativa classifica, siete stati bravissimi:

STRAFOTTENZA di Alberto della Rossa. Il tuo racconto è indubbiamente forte. La prosa è ruvida, ricca di espressioni che rimandano al parlato e affronta un tema crudo, quello della noia. Pur di vincerla, Marco passa dalla crudeltà gratuita nei riguardi dei gatti fino all’omicidio della conquista di turno (che lui vede come la classica “squinzia” da “ammorbidire” usando il micidiale Roipnol). Luigi ne è il compagno perplesso di avventura. Ha un briciolo di umanità in più (prova raccapriccio nell’avventura con i gatti ed è lui che sveglia l’amico dalla sbronza di alcol e sesso facendogli capire che la “Barbie” in carne e ossa si è rotta).
Bellissimo il paragone vetro bollente raffreddatosi troppo in fretta per mostrare il cambio di espressione di Marco, quando dalla strafottenza passa alla consapevolezza di essere un assassino. Non c’è che dire, è un risveglio con una secchiata di acqua gelida.

NOTTURNO di Ambra Stancampiano. Leggendo il tuo racconto, particolarissimo e molto ben scritto, ho avuto l’impressione di assistere ai sogni di tre donne diverse. Il tema del risveglio, infatti, si declina in modo diverso tutte e tre le volte. Nella prima , il tuo personaggio è una donna forte (tira di boxe contro Balrog, pugile di Streetfighter e si risveglia sporca del sangue del pugno che ha ricevuto da lui). Quindi, o è un sogno molto realistico, magari ha viaggiato in un mondo parallelo, oppure è la rielaborazione di qualcosa che ha vissuto nella realtà (è stata aggredita da qualcuno e si è salvata). Nella seconda parte del racconto, ho capito che la protagonista è la stessa, perché le lenzuola erano ancora sporche di sangue (e sì, il suo risveglio è stato brutto, perché le lenzuola stesse sembravano sul punto di strangolarla…poi c’è l’armadio, così simile a una bocca famelica).
Nella terza parte, c’è il paradiso e c’è la nonna della protagonista (un paradiso –lavanderia, dove i bucati di lenzuola si sprecano e gli angeli ridono come maliziosi scolaretti del sesso della protagonista). Direi che quest’ultima parte, con un risveglio euforico sia molto psicoanalitica e spieghi cos’è successo alla protagonista, vittima di un incontro occasionale sgradito dal quale si è salvata grazie alle proprie forze.

DI NUOVO INSIEME di Andrea Partiti . Si tratta di un racconto a due facce. La prima rimanda alla quotidianità. Il tuo protagonista mi ha fatta pensare a un giovane claustrofobico, dal lavoro d’ufficio (afferma di passare la maggior parte della giornata in un cubicolo) e dai vicini cattivi nei loro scherzi a suo danno (sanno del suo punto debole e ne approfittano, quando prende qualcosa dallo sgabuzzino, anche qui, un’immagine che rimanda al quotidiano). Nella seconda parte, la sorpresa è grande (non è solo suo, il risveglio inaspettato, ma anche del lettore) perché lui è un vampiro e lo sono anche i suoi vicini (trafitti dal paletto di frassino, uno in fila all’altro, dopo che le bare sono state riesumate). Prova molto interessante.

IO C’ERO di Eleonora Rossetti Il risveglio a sorpresa nel tuo mondo distopico è quello della morte della libertà (tribunali ridotti a curiosità da museo, scomparsa degli avvocati, finestre accecate dalle spine del coprifuoco) vista attraverso gli occhi di un dimostrante che ha il coraggio di inalberare un cartello con la scritta Libertà e scendere in campo, per riaverla. Dunque, il risveglio delle coscienze parte da lui. Molto bella l’immagine della sveglia di un mondo che preferisce l’insonnia, per uscire dall’incubo (oppressione in cambio di sicurezza e falsità e ipocrisia al posto di veri sentimenti). Racconto corale, che tocca i Grandi Temi.

Attenta a: pezzi da museo, riferito ai tribunali, io scriverei curiosità da museo.




LA BAITA di Adriano Muzzi Mi piace molto l’idea di un protagonista solitario (Gerome) assopitosi nella baita dei suoi e immerso dapprima in un sogno rassicurante (treno, capostazione) per poi risvegliarsi assediato dai mostri (hai fatto un lavoro magistrale nell’introdurre l’orrore per gradi, partendo dal raspio sulla persiana, fino ad arrivare alla descrizione del primo mostro). Il fatto che quel risveglio non sia altro che l’inizio di un incubo ben peggiore, destinato a continuare nella realtà (con la comparsa del secondo mostro nella cucina della baita), è geniale (tema del risveglio rispettato due volte).

OTTIMI QUARTI DI MANZO di Veronica Cani Il tuo racconto è un risveglio nel puro orrore. La macelleria “Delizie di carne”, gestita dal galante Mariani, non vende tagli di carne bovina, come invece il titolo del racconto suggerisce e anche l’esclamazione dell’obesa Lidia, vicina di casa della protagonista Federica (e anche l’acquisto di quest’ultima, gli hamburger, tende a portare il lettore in quella direzione). La carne che il Mariani vende è ben diversa, come prova l’incubo di Federica (stupenda l’immagine della mano umana che salta via dai quarti che il Mariani sta tagliando) che prosegue nel risveglio. “Pazienza” per la sparizione della smorfiosa Monica, ma il caso di Lidia è da brividi. No, non è ancora tornata dalla macelleria; questa è la conferma del marito di Lidia a Federica, il quale si accorge subito del pallore della ragazza (questo è un finale da antologia).

SANTO SOLLIEVO di Simone Cassia Hai scritto un dark fantasy molto interessante (addirittura inventando la cittadina immaginaria di Okham, ma con verosimiglianza, situandola in una neocattolica Inghilterra, con tanto di principessa Mary ordinata novizia dello stesso ordine religioso della protagonista; si tratta delle Prefiche o Luttuanti, qui rese come monache di clausura adibite anche al lavaggio e alla vestizione dei defunti, prima ancora che alla lamentazione funebre). Interessante il particolare della Tunica dell’Attesa come indumento funebre e anche la tua spiegazione finale del perché la stanza ottagonale sia munita di sbarre. Alcuni risvegli inattesi possono turbare la pace (come quello del defunto che la protagonista interrompe a fil di spada, dopo aver passato la notte immersa nella meditazione religiosa). Nella tua storia, il XXII° secolo promette male.

AGGUATO di Daniel Travis Tutto quel trambusto per un gatto “adorabile”? Scherzi a parte, la storia è carina. Gioca sulla tensione (libri a terra, abat-jour distrutta, sangue in quantità sempre più abbondanti mentre il protagonista avanza alla ricerca del fidanzato). Mi è piaciuto il protagonista, dai compleanni piuttosto movimentati (in questura con l’amica ubriaca e paranoica al diciassettesimo; possibilità di fidanzamento sfumata per opera di un imbucato alla festa per il diciottesimo). Carino l’ultimo compleanno (giochi di ruolo e relative miniature in tema da dipingere, serata al pub con gli amici e relativa sbronza ) con risveglio da paura.

Attento a vicinanza eccessiva: casa nostra-casino

IL MIO TIPO di Giulio Marchese D’accordo, il tuo protagonista non riesce a ingranare con la bella Bea (sembra quasi Pamela Anderson) e pensa a cosa farebbe il brillante amico Mattia al suo posto (per la verità, un po’ volgarotto; Bea ha una grande pazienza con lui, se rimane nella stanza ad aspettare che lui trovi l’amico e si consulti con lui). Non vedo il tema del risveglio a sorpresa in tutto questo. Bello il paragone labbra-soffici caramelle.

Refuso: Ei per Ehi.

Attento a: “che le farei” riferito alle modelle. Lo correggerei aggiungendo: diceva di ognuna. Oppure “che farei a tutte loro”.


UNO SU MILLE (CE LA FARA’) di Chiara Rufino Che bello, una vita onirica tutta d’azione che compensa il tran tran quotidiano. Questa è l’impressione che mi ha dato il tuo racconto. Mi dispiace per il risveglio deludente della protagonista (è già mattina, purtroppo, ma la notte tornerà presto e si replicherà). Che bel sogno, a metà fra un videogame a tema avventuroso e un gioco di ruolo (ma anche con qualcosa di Second Life). La protagonista, infatti, cambia sesso (prima uomo e poi donna) e anche arma (addirittura un laser da donna camuffato da rossetto color ciclamino, oltre che cappello e frusta stile Indiana Jones). L’ambientazione cambia (da giungla a presunta piramide a gradoni) e arriva anche la sorpresa, il companion non è lo sperato Edward Norton, ma Gianni Morandi (ringiovanito, sempre canterino, ma anche facile preda del T-Rex di turno). Quest’ultima trovata rende il racconto davvero spassoso.


LINGUE STRANIERE di Giorgio Distante Spassosa visita dal dentista, alla faccia della detartrasi. Il tuo protagonista, ferri in bocca si era assopito dopo lo scambio di battute con il medico (certo che lavorare per una ditta che vernicia impianti di distribuzione del carburante è insolito e nel sogno si vede come il protagonista ne sia piuttosto stanco) ma la ripresa del dialogo con il dentista gli ha causato un risveglio spiacevole (dopo gli “Ho” e “Hi” è passato a: “U-a-a-a-“) per la curiosità di saperne di più sul lavoro. Spassosa l’immagine: codice morse fatto con le scoregge.

Attento alla frase, perciò non serve a nulla studiare le lingue straniere. basta varcare i confini et voilà… (la trovo oscura: la riformulerei, intanto mettendo un due punti al posto del punto).


UN NOTABILE di Andrea Dessardo
Racconto molto ben scritto. Rendi molto bene la fatica della politica. Il sindaco del tuo racconto, per farsi eleggere, è dovuto ricorrere anche alle mance e al caffè offerto ad assessori e consiglieri per non parlare di bevande varie ai giornalisti e agli imprenditori. E il suo risveglio, l’indomani delle elezioni, è amaro. L’impegno non gli è bastato per farsi rieleggere. Del resto, quello della politica è un mondo duro (come provano i ritratti appesi lungo il corridoio che conduce al suo ufficio, il “Gabinetto del Sindaco”: si passa dal liberale massone ben pasciuto al comunista venduto ai democristiani).
Molto bella la descrizione dei predecessori del sindaco, che lo guardano con occhi ricchi di spatolate di gouache.

Attento a: concordanza dei tempi verbali. La prima parte è al passato, ma quando passi al cameriere salti al presente e così fino alla fine; suggerirei di mettere uno spazio quando passi al momento del bar.

LA MIA CLASSIFICA E':

LA BAITA di Adriano Muzzi

OTTIMI QUARTI DI MANZO di Veronica Cani

STRAFOTTENZA di Alberto della Rossa

NOTTURNO di Ambrastancampiano

SANTO SOLLIEVO di Simone Cassia

DI NUOVO INSIEME di Andrea Partiti

UNO SU MILLE (CE LA FARA’) di Chiara Rufino

UN NOTABILE di Andrea Dessardo

LINGUE STRANIERE di Giorgio Distante

IO C’ERO di Eleonora Rossetti

IL MIO TIPO di Giulio Marchese

AGGUATO di Daniel Travis

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angelo.frascella
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Re: Gruppo SONS OF ANARCHY: Lista racconti e classifiche

Messaggio#4 » venerdì 19 febbraio 2016, 23:00

Ciao a tutti.

Difficile come sempre compilare la classifica. Se il primo racconto è quello che mi ha convinto più di tutti, sono stato a lungo a scambiare le altre posizioni, perché diversi racconti si equivalgono. Visto, però, che una classifica bisogna darla, ecco la mia:

1. Strafottenza di Alberto della Rossa
Il disclaimer iniziale mi aveva preparato al peggio. In effetti si tratta di un racconto con tema forte e un linguaggio ruvido, ma il secondo è il giusto registro per sottolineare il primo. Non c’è nessun autocompiacimento, anzi il disgusto che ne deriva è la giusta emozione derivante da questo spaccato della vita di due personaggi “brutti, sporchi e cattivi” (e, forse, Luigi è anche peggio di Marco, perché pur avendo un po’ di coscienza e intelligenza si fa trascinare senza opporsi davvero dal primo.). Insomma un ottimo racconto, nello stile, nello svolgimento e nel contenuto.

2. Santo Sollievo - di Simone Cassia
Gran bel racconto, con un’ottima idea di base, sfruttata abbastanza bene. Il finale riesce davvero a sorprendere e la chiosa che contestualizza la storia al futuro chiarisce gli ultimi dubbi. L’unico difetto è il lungo infodump (e un po’ noioso) con cui infarcisci la parte centrale del racconto. Credo potrebbe essere di molto ridotto, visto che, oltretutto, molte delle informazioni che dà sono superflue ai fini del racconto.

3. Io c’ero - di Eleonora Rossetti
Sono stato a lungo indeciso su questo racconto. C’è un uso abbondante di strumenti retorici (ripetizioni soprattutto) che danno un tono solenne al testo. Così da un lato lo trovo ben scritto, ma dall’altro un po’ troppo carico per i miei gusti. In questo modo, da un lato il testo comunica la forza che anima il protagonista e rende poco fastidioso il lungo infodump iniziale, però toglie emotività all’insieme, rendendolo un po’ monocorde e altisonante. Mi sarebbe piaciuto di più vedere l’umanità della persona che scende a protestare, la sua paura di fronte ai fucili e all’essere solo, la speranza che gli altri si uniscano a lui nella protesta… insomma un ventaglio più ampio di emozioni… Nonostante ciò il racconto ha una notevole potenza e una padronanza stilistaca che non posso trascurare nel giudicarlo.

4. Agguato di Daniel Trevis
Racconto molto carino e simpatico e ben scritto. La parte iniziale introduce bene i personaggi, senza essere noioso, ma anzi con umorismo ben dosato. Al centro c’è, almeno apparentemente il thriller che per fortuna, coerentemente col registro della parte iniziale del racconto, si stempera in un tenero equivoco. Unico, piccolo, difetto: ci si mette un po’ (problemino che riscontro qualche volta nei racconti in prima persona di MC) a capire se il protagonista sia uomo o donna (cosa che lascia un po’ monca la costruzione mentale delle scene nel lettore).

5. Lingue straniere di Giorgio Distante
Storiella simpatica, che forse non è un vero racconto. Non ha una trama vera e propria, ma più una scenetta umoristica. Nonostante questo non mi è dispiaciuta e, in effetti, ho provato a immaginarmela in una raccolta di scenette ambientate nei luoghi della nostra quotidianità e, in effetti, funziona. Quindi, tenendo conto che riesce a fare ciò che vuol fare (cioè far sorridere e giocare con i dettagli di una scena normale), mi sento di promuoverla.
Qualche notazione sullo stile, che a tratti mi sembra poco sciolto: mi riferisco all'uso di "egli" come soggetto, delle "d" eufoniche (fidati, sembra strana questa insistenza, ma se ti abitui per un po' a non usarle, ti rendi conto che sono davvero fastidiose) e frasi un po' impostate nel contesto di un monologo come il tuo come "volgo al termine" "opto".
Inoltre i numeri dovrebbero essere scritti come parole "Ogni sei mesi" e non "6 mesi" per esempio (anche se capisco che questo trucchetto aiuta a guadagnare un po' di spazio :)

6. Un notabile di Andrea Dessardo
Divertente scena dalla vita di un uomo politico in decadenza, che trova la sua forza nella scelta di usare una terza persona con "penetrazione profonda" (lo so, suona male, ma si chiama così...) che ci dà la misura della boria con cui quell'uomo guarda il mondo. Nell'insieme funziona bene e si legge con piacere.
Fra la prima parte e la seconda c'è un fastidioso cambio di tempo verbale, che sarebbe da correggere.
Qualche dettaglio da rivedere in chiave punto di vista. Per esempio, quando scrivi "il signor sindaco" sembra che, per un attimo, siamo passati a un altro punto di vista (difficile che lui pensi a se stesso in questi termini), così come al posto di "si cominciano a raccogliere le soffiate" che sa di narratore onnisciente, opterei per un "comincia a raccogliere le soffiate" che mantiene coerenza con il resto.
Comunque un buon lavoro

7. Ottimi quarti di manzo di Veronica Cani
Devo dirti la verità, Veronica: dopo aver letto il titolo e la prima riga avevo giù capito dove andasse a parare il racconto, quindi l’effetto sorpresa con me non ha funzionato. Il macellaio cannibale col fascino malandrino (la situazione mi ha ricordato il panettiere interpretato da Abatantuono che fa perdere la testa alla moglie di Fantozzi), è ben dipinto, così come la folla adorante di casalinghe. Il finale lascia qualche speranza (almeno così mi voglio illudere): forse sono solo i postumi del sogno ad aver fatto preoccupare invano la protagonista.

8. Il mio tipo - Giulio Marchese
La trama è semplice, ma efficace e la presa di coscienza avviene per gradi: prima il problema, poi il pensiero sempre più insistente di Mattia e infine la comprensione che il legame che sente verso di lui è molto più forte. Forse il finale, così stemperato, risulta poco efficace. Qui è lì qualche piccola incertezza stilistica: i tre attributi della ragazza, di cui solo il primo come metafora, un cambio di tempo nella prima frase che avrei evitato (avrei scritto “Tutti la desiderano e tra tutti ha scelto proprio me”) ma nulla di grave. Insomma una buona prova.

9. Di nuovo insieme - Andrea Partiti
Ad ogni edizione di MC c’è un certo numero di racconti col finale a sorpresa. D’altra parte questo è un modo, apparentemente semplice, di sfruttare la brevità per ottenere un certo contraccolpo emotivo (e il racconto breve più celebre, “la sentinella” di F. Brown, non sfrutta proprio questo effetto?). Il fatto è che come dicevo, la semplicità è solo apparente: il lettore non si deve sentire ingannato (o, per dirla alla Carver, “niente trucchi da quattro soldi”). Purtroppo, invece, nel leggere il tuo racconto io mi sono costruito in testa una situazione ben precisa: un gruppo di studenti che vivono insieme, molti dei quali piuttosto fastidiosi con quello più debole costretto a subirne il nonnismo. Così, quando la verità è venuta fuori, mi sono sentito piuttosto spaesato e infastidito.
Dal punto di vista stilistico nulla da eccepire. C’è invece quello che viene considerato un errore tecnico: l’Io narrante non può morire, dicono gli ortodossi. Non sto a dilungarmi: se cerchi in giro ci sono lunghe dissertazioni teoriche sul perché e per come venga fatta questa affermazione.

10. Uno su mille (ce la farà) di Chiara Ruffino
Io sogno tanto e faccio sogni strani, fin da piccolo: se tu sei stata Lara Croft, io ho pilotato Mazinga (pochi mesi fa!). Fin da piccolo, perciò, torturo i miei amici e parenti con i racconti della mia vita onirica. Dico “torturo”, perché, la verità è che sono conscio che dei miei sogni non interessa nulla a nessuno. Così, il problema di un racconto che è solo un sogno di un personaggio che non conosco è che non ha nessun appeal narrativo e, come regola generale, una storia che si conclude con “e Alice si svegliò dal suo sogno e continuò con la sua vita” mi fa rimanere davvero male (e credo di non essere il solo). Dunque, anche se il tuo racconto è ben scritto, anche se la trovata di Gianni Morandi che compare ad aiutare Lara Croft è davvero spassosa, non te la prendere se ti posiziono in basso in classifica. Il problema non è la qualità della scrittura ma il fatto che il tuo non è un racconto ma la trascrizione di un sogno, per quanto buffo.

11. Notturno di Ambra Stancampiano
Questa volta, Ambra, il tuo racconto mi ha lasciato piuttosto freddino. Non credo derivi tanto dal mio scarso amore per i racconti incentrati sui sogni, quanto per due fattori fondamentali:
1) Lo stile in cui descrivi i sogni non mi soddisfa. È troppo consapevole, troppo razionale e, seppure le sequenza di avvenimenti hanno un po’ della mancanza della logica tipica dei sogni, raccontati in quel modo perdono molto della loro carica onirica.
2) Non sono sicuro di aver capito il sogno… Le lenzuola sono assassine? Non credo. La donna è stata picchiata e poi si è addormentata? Mi sembra nel finale sia troppo tranquilla perché sia questa la spiegazione. La conclusione più logica mi sembrerebbe che, semplicemente, la donna ha macchiato le lenzuola perché le sono arrivate le mestruazioni durante la notte, ma questo toglierebbe drammaticità al testo.
Insomma, come direbbe l’Antico, per me è un ni.

12. "La baita" - di Adriano Muzzi
Mi dispiace, Adriano, ma il tuo racconto non mi ha convinto. La trama è quasi inesistente: un uomo si sta riposando in una baita, gli bussano alla porta, lui apre e si trova uno strano mostro che lo uccide. Il fatto è non funziona nemmeno dal punto di vista del ritmo: c’è una lunga introduzione noiosa. Poi all’improvviso, il semplice fatto che qualcuno bussi lo getta in un’agitazione immotivata, ma che non prende alla gola il lettore. Quando apre la porta si trova di fronte a un essere la cui descrizione non è particolarmente spaventosa. Anche il doppio finale è un vecchio trucco che ormai non stupisce più. Bisognerebbe aggiungere un po’ di sale al tutto. Lui, per esempio, dovrebbe essere lì in fuga da qualcuno o da qualcosa e, se non hai intenzione di motivare l’esistenza di un essere così “alieno” basterebbe altro a fare paura: una bestia, un killer… Insomma da rivedere a fondo.

A rileggerci
Angelo

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francescocascione
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Re: Gruppo SONS OF ANARCHY: Lista racconti e classifiche

Messaggio#5 » domenica 21 febbraio 2016, 1:24

Premetto che ho letto molti racconti che mi sono piaciuti. In ciascuno ho cercato gli aspetti migliori. Per indole cerco di valorizzare le qualità e non mi sento a mio agio nel redigere classifiche. Ma questo è quanto va fatto, ed è giusto che mi ha convito più degli altri abbia quanto gli spetta. Ecco commenti e classifica.

Strafottenza
Una delle insegnanti migliori che abbia avuto mi disse che le parole esistono e non bisogna averne paura.
Hai scelto un racconto forte, parli di balordi, e il linguaggio non è solo opportuno ma dovuto; per questo, di tutto il racconto, comprendo poco lo schifo provato ad usare il linguaggio; un volersi dissociare da te stesso che non suona bene.
Il racconto mi è piaciuto.
Presenti il personaggi, prepari il lettore rendendoli spregevoli dall'inizio (sadico uno, ignavi gli altri) con una chiusura ad effetto telefonata, certo, ma che arriva al momento giusto.
L'istantanea che blocca il finale è eccellente.

Notturno
Buonasera Ambra
Tre passi nel delirio in una notte di sonno agitato.
Mi è piaciuto il racconto su tre livelli introdotti dal gioco tra sogni e risveglio con un solo elemento costante: le lenzuola.
Un bell'esercizio di stile nel quale il sonno agitato racconta dell'ansia della protagonista con una consapevolezza che cresce passo per passo.

Di Nuovo insieme
Ciao
Ritmo che sale, un crescendo che racconta il protagonista riga per riga.
Al centro c'è la presa di coscienza del lettore che è istruito e depistato contemporaneamente.
Alla fine di ogni frase ne sappiamo qualcosa di più e dopo che l'ultimo velo è svelato è divertente tornare indietro per scovare gli indizi che hai disseminato in giro; un ottimo impiego dei caratteri a disposizione ed eccellente scelta delle parole.

Io c’ero
Sul profilo porto V, e se non rimanessi affascinato da un racconto simile avrei qualcosa che non va.
La presa di coscienza del singolo che diventa risveglio di massa.
Il sacrificio di uno per iniziare la Rivoluzione. Assomiglia molto al fumetto di Alan Moore.
Diversamente da quanto visto in altri commenti trovo la ripetizione opportuna.
Cadenza. Scandisce i momenti e di volta in volta alza il livello.
Ho trovato il racconto completo al punto da essere convinto che avessi sforato i 3,000 e questo è sicuramente un ottimo pregio.

La Baita
Come ogni storia horror non è la trama a colpire, ma l'ambientazione, la costruzione della tensione il colpo di scena finale.
Intanto noto che sei tra i pochi che utilizza la terza persona per un protagonista che muore (sarò un fanatico di Poe... ma scrivo dunque son vivo, credo sia una specie di patto che, se violato, debba avere delle spiegazioni plausibili).
Nel complesso la costruzione sta in piedi.
Un solo appunto.
Come in Alien, quando vedi il mostro dopo aver preparato lo spettatore, il mostro deve davvero spaventare per dettagli mostrati o nascosti; per la nemesi del protagonista avresti dovuto osare di più.



Ottimi quarti di manzo
Un. Bel. Racconto.
Introduci l'azione con calma e trasfiguri la figura del macellaio che cambia la percezione di se di periodo in periodo, fino alla battuta finale, tolta alla protagonista ma lasciata al comprimario.
Protagonista e lettore in questo modo hanno la stessa epifania, nello stesso momento, e il tutto lascia un brivido.
Non hai bisogno di raccontare perché quello che lasci nell'aria basta.
Mi hai convinto.

Santo Sollievo
Il finale arriva improvviso e giustifica tutto quello che lo precede.
Fai con il lettore quello che la protagonista fa con la salma. Lo rilassi, lo prepari e al momento in cui lo svegli arriva il taglio netto.
Il racconto mi è piaciuto proprio per il cambio di ritmo, per il sacrificio della prima parte - lenta, è vero, ma funzionale - a vantaggio della chiosa che arriva come un petardo.
Non mi esprimo sugli infodump, non avendo ancora capito bene cosa ci sia di male nel descrivere, non mi sento di criticarti per averlo fatto :)

Agguato
Divertente.
Qualche inciampo grammaticale all'inizio (quella virgola...) pesa un po', ma in compenso il racconto scorre.
L'introduzione crea complicità con la protagonista, e l'ironia che avvolge il racconto resta immutata anche nel finale.
Mi piace la tenerezza con la quale la protagonista racconta del suo miglior compleanno; è la prima informazione che dà quindi il finale è assolutamente motivato.

Il mio tipo
Perplesso.
Il tema del racconto è chiaro, ma quanta sofferenza per arrivarci.
Lui sta con lei e forse è gay, ha un potenziale che nel racconto non viene espresso; questa volontà è coperta da una trama prolissa che alla fine toglie i gusto della scoperta.
Credo vada rivisto, alleggerito in alcuni punti e approfondito in altri; onestamente non ho consigli ma credo che considerarlo un punto di partenza possa essere utile a te e al racconto.

Uno su Mille
Leggero. Scorrevole. Divertente
L'immagine di Gianni Morandi che finisce cantando tra le fauci di un T-Rex è davvero spassosa.
Ha la forza del finale di una barzelletta ed è surreale, laterale, divertente. Credo sia la trovata migliore di tutto il racconto (assieme al protagonismo delle tette, naturalmente).
Anche la costruzione dello scenario con l'inconscio onirico che è protagonista e deus ex machina l'ho trovata originale.
Hai raccontato un sogno? Bene.
Era tuo? Bene
Funziona? Cazzo, sì!



Lingue straniere
Tutto ruota al dialogo con il dentista (anche io rimango sorpreso di come capiscano uno che ha un tubo in bocca salivazione azzerata artificialmente) ed il risultato, retto dallo stile, è che sta in piedi piuttosto bene.
Introduci bene la situazione e il gioco è retto a dovere sospeso tra riflessioni personali, momenti di silenzio, e la sorpresa di come sia possibile dialogare in quella situazione.
Ho apprezzato la scelta onomatopeica, davvero ben scelta.
Codice morse con le scorregge... non si smette mai di imparare.

Un Notabile
La solitudine del Primo Cittadino
Trama asciutta, tema tenuto bene dall'inizio alla fine e racconto che scandisce bene il ritmo di una giornata, quella delle elezioni, che davvero scorre lenta fino a sera per accelerare dopo l'apertura delle urne.
Mi è piaciuta la scelta del momento da fotografare e la fotografia che ne esce; racconti riti e abitudini con una buona scelta di tempi e battute; il finale non stupisce, ma questa non è una mancanza; se non sei il regista di Independence Day - e fai arrivare gli alieni ad incasinare tutto - alla fine delle elezioni, un candidato sindaco vince oppure no.

01. Uno su Mille
02. Ottimi quarti di manzo
03. Santo Sollievo
04. Un Notabile
05. Di Nuovo insieme
06. Io c’ero
07. Lingue straniere
08. Strafottenza
09. Agguato
10. Notturno
11. La Baita
12. Il mio tipo

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Linda De Santi
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Re: Gruppo SONS OF ANARCHY: Lista racconti e classifiche

Messaggio#6 » domenica 21 febbraio 2016, 16:54

Ciao e complimenti a tutti per i racconti.
Questa è la prima edizione che faccio dopo qualche mese di assenza, e devo dire che, in questo periodo in cui non ho partecipato a MC, il livello di qualità dei racconti è cresciuto parecchio.
Complimenti davvero a tutti, leggervi è stato un piacere e classificarvi è stata un’impresa dura.
Di seguito, i commenti in ordine sparso e poi la mia classifica.
_____________________________________________________________________

Uno su mille (ce la farà) di Chiara Rufino

Ciao Chiara, ben trovata! :) Abbiamo avuto un'idea abbastanza simile per lo sviluppo di questo tema.
Da appassionata di videogiochi non posso che apprezzare il tuo racconto, che ha un tono leggero e trovate brillanti che mi hanno molto divertita.
Mi è rimasto un dubbio: la protagonista fa questi sogni per mezzo di qualche marchingegno/sostanza particolare o ha semplicemente un'attività onirica molto turbolenta? Potrebbe essere la seconda, ma la presenza di alcuni elementi come la Somma Voce e il cambio sistematico di armi e compagni fanno pensare a qualcosa di più strutturato di cui però nel racconto non si fa menzione.
In ogni caso lo trovo un racconto ben scritto, divertente e originale, con tema centrato appieno. Brava!

La baita di Adriano Muzzi

Ciao Adriano!
Racconto piacevole e tema centrato.
Sembra quasi un episodio di “Ai confini della realtà”, soprattutto per il finale. Mi è piaciuto il senso di angoscia che trasmette e il fatto che la tensione resti alta fino all’ultima riga.
Non mi è piaciuta, invece, la descrizione della bestia: “occhi rossi, denti aguzzi” è un po’ un cliché! :)

Stilisticamente, ho qualche appunto da fare:

No, non si trovava in una vecchia stazione, modello Harry Potter


Toglierei “modello Harry Potter”, che non dice nulla e non è neanche del tutto corretto: Harry Potter prende il treno in una normalissima (e moderna) stazione londinese ;)

Gerome fu certo che per qualche secondo il suo cuore smise di battere


Mi suona strana come frase, cambierei con “Il cuore di Gerome perse un paio di battiti” o qualcosa di simile.

domani dovrò fare delle potature


Mi suona innaturale, è come accorgersi di avere i capelli lunghi e pensare “dovrò fare dei tagli”. Cambierei con “Rami, pensò, domani dovrò potarli”.

Infine, gli “ok ok” su cui mi pronuncio sempre: capisco la necessità di risparmiare caratteri, ma così fanno tanto sms, e la mia mente si ostina a leggerli “oc oc” (che suona malissimo) :)

Credo che il racconto sia migliorabile con qualche accorgimento in più, ma nel complesso ritengo che sia una buona prova.

A rileggerci! :)

Lingue Straniere di Giorgio Distante

Ciao Giorgio,
il tuo racconto mi è piaciuto e mi ha divertita, soprattutto per lo stile spigliato e scorrevole.
In particolare trovo che gli scambi di battute tra il protagonista e il dentista siano ben costruiti, naturali e realistici, solitamente un’impresa non facile.
Mi è piaciuto anche il finale, che non cede alla tentazione di biasimare il dentista che prende “60 sacchi” per un lavoretto di pochi minuti, ma fa una considerazione generale sul fatto che ognuno, all’interno del sistema, è stato fregato a suo modo.
L’unico neo che trovo è il tema, che in questo racconto è un po’ stiracchiato. Trovo difficile immaginare qualcuno che si assopisce durante un’operazione dentistica, inoltre il risveglio inaspettato, in questo caso, non ha quasi nessun impatto sul protagonista (riprende semplicemente la conversazione da dove l’aveva lasciata). Forse è una conseguenza dell’aver iniziato a scrivere il racconto prima di conoscere il tema, che infatti sembra innestato su una situazione già pensata in precedenza (nulla di male, in guerra, amore e MC ogni mezzo è lecito :) ).
In ogni caso lo trovo un racconto piacevole e, per molti aspetti, brillante.

A rileggerci! :)

Notturno di Ambra Stancampiano

Ciao Ambra!
Buon racconto, con uno stile davvero ottimo, ma con una struttura secondo me da ritoccare.
Inizialmente sembra che i sogni della protagonista abbiano degli effetti reali su di lei, che il pugno le arrivi davvero, le lenzuola cerchino davvero di strangolarla, e invece alla fine si scopre che è l’epistassi ad averla suggestionata (a dire la verità non avevo neanche capito che fosse il sanguinamento del primo paragrafo ad aver scatenato anche gli eventi del secondo e del terzo, l’ho capito solo leggendo il tuo commento).
Immagino che l’intenzione fosse quella di raccontare lo stato d’animo angosciato della protagonista attraverso i suoi sogni, ma la narrazione, così impostata, porta il lettore a concentrarsi di più sulla vera natura delle lenzuola (assassine o no? O forse legate a un ricordo traumatico che coinvolge la nonna della protagonista?), motivo per cui, alla fine, sembra strano che la protagonista tolga le lenzuola e le metta semplicemente a lavare (io le avrei buttate via! :D).
Comunque, anche se a mio parere il racconto necessita di qualche ritocco, trovo che sia l'idea che lo stile siano molto buoni; con pochi accorgimenti riuscirai a fargli raggiungere la sua forma ideale.

A rileggerci! :)

Di nuovo insieme di Andrea Partiti

Bentrovato Andrea (e complimenti, visto che ancora non te li avevo fatti, per la vittoria della Tarenzi Edition! ;) )!
Il tuo è un racconto che sembra scritto in una giornata andata storta: atmosfere lugubri, angoscia, luoghi soffocanti, buio. Al protagonista non gliene va bene neanche una: vessato dai coinquilini, afflitto dalla claustrofobia e alla fine stroncato dagli ammazzavampiri, con la prospettiva di riunirsi ai coinquilini che tanto odia.
In ogni caso, sarà che per me è un periodo in cui vedo tutto nero, il tuo racconto mi è piaciuto molto.
L’unica cosa che non mi ha convinto è l’uso della parola “coinquilini” per i vampiri. Capisco che è proprio su questo che si regge l’equivoco di fondo della storia e la sorpresa finale, ma mi fa strano pensare a un vampiro che chiama “coinquilini” (termine che inevitabilmente associo al mondo studentesco) i propri vicini di bara, sembra un po’ una forzatura.
Chissà se, giocando un po’ con i sinonimi, sarebbe possibile togliere la parola “coinquilini” mantenendo lo stesso effetto, ad esempio con “le persone con cui sono costretto a vivere”, “quelli che occupano gli altri letti”, ecc…
Ottimo racconto comunque.

A rileggerci!

Ottimi quarti di manzo di Veronica Cani

Ciao Veronica!
Ottimo racconto, mi piacciono molto le storie con il finale che si presta a diverse interpretazioni, e nel tuo caso l’ambiguità e riuscita proprio bene.
Le donne spariscono perché vengono macellate o perché diventano le amanti del signor Mariani? Chi lo sa! :)
Mi è piaciuta anche la descrizione della macelleria, molto vivida nei dettagli e ottimamente calibrata in rapporto alla narrazione.
L’unico dubbio è: se a Federica sta antipatica Lidia, perché va da lei per calmarsi dopo che il suo sogno macabro l’ha sconvolta? Forse si tratta di comari di un piccolo paese, che si odiano e si amano in egual misura? :)
Comunque ti faccio i complimenti per il bel racconto, brava!

Agguato di Daniel Travis

Ciao Daniel!
Racconto simpatico e ben orchestrato.
Ho trovato un po’ esagerata la parte “thriller”, soprattutto per quanto riguarda le pozze di sangue a terra, che suggeriscono una ferita profonda mentre non possono essere altro che graffi fatti da un gattino (a meno che non sia scontato che sia un gatto. Magari Simone gli regala un tigrotto? ;) ).
Nel complesso un buon racconto, che forse manca un po’ d’incisività, ma sicuramente strappa un sorriso, soprattutto ai possessori di felini che ben sanno quanto poco duri l'irritazione davanti alle fusa.

A rileggerci!

Il mio tipo di Giulio Marchese

Flusso di coscienza di un adolescente alle prese con i dubbi sulla propria sessualità.
Sulla forma ho poco da dire, il tono da diario adolescenziale c’è e credo sia voluto, anche se alcune cose sono da correggere (quel “un’ altro” alla fine del primo paragrafo, la confusione tra narrazione presente e passata, i vari “ok ok” che fanno troppo sms e che stonano anche in un racconto che parla di adolescenti).
Tuttavia, il racconto a mio parere ha un difetto piuttosto importante: la situazione delineata è già chiarissima nel primo paragrafo, e il resto del racconto non è altro che la ripetizione di cose che si sono già intuite.
Riorganizzerei la narrazione in modo che il protagonista arrivi gradualmente alla consapevolezza della propria omosessualità, prima preoccupandosi seriamente di non farcela con Bea e poi scoprendo di pensare sempre di più a Mattia, magari inizialmente con sorpresa per poi passare a una presa di coscienza più lucida dei propri sentimenti.
Ho trovato anche diverse ripetizioni per quanto riguarda l’aspetto di Bea e il fatto che tutti la vogliono:

Il suo corpo è perfetto come sempre, o almeno rispecchia l'immagine di perfezione che ci propinano i media.


Seno prosperoso, vita snella, gambe lunghe. Le sue labbra soffici caramelle, i suoi capelli biondi, i suoi occhi azzurri. Tutti la desideravano e tra tutti aveva scelto proprio me.


Bea è bellissima e su questo non ci piove. E' anche simpatica, intelligente, comprensiva... molto comprensiva. Tutti vogliono lei e lei vuole me.


In un racconto di 3000 caratteri, purtroppo, queste ripetizioni appesantiscono la lettura.
In generale, racconto da asciugare e riorganizzare un po’, ma lo sviluppo del tema è originale e l’idea di fondo è buona, secondo me vale la pena lavorarci.

Spero di esserti stata utile. A rileggerci! :)


Strafottenza di Alberto della Rossa

Ciao Alberto!
Ti dico subito che avrei evitato tranquillamente il disclaimer iniziale, perché mette il lettore in uno stato d’animo che influenza la lettura del racconto: si sa già che il racconto non andrà a finire bene e questo guasta un po’ lo shock finale.
A parte questo, il racconto è bello, scritto, come sempre, molto bene, e capace di aprire spaccati lucidi su aspetti dell’umanità che di solito si preferisce ignorare.
Una vicenda ben costruita che scuote, con un “risveglio” per nulla piacevole che colpisce (forte) tanto i due protagonisti quanto il lettore.
Una bella prova, complimenti.

Io c’ero di Eleonora Rossetti

Ciao Eleonora!
Intanto complimenti per l’avatar, che è fantastico e che ti invidio tantissimo.
Poi veniamo al tuo racconto, che mi ha lasciato un po’ indecisa. La narrazione è potente e la struttura con le ripetizioni a inizio frase conferisce musicalità e solennità al tuo racconto. Tuttavia, la storia è un po’ troppo vaga. A dire il vero, ho il dubbio che ci sia, una storia: si parla di una rivolta, ma una rivolta con contorni molto indefiniti. Chi è che si rivolta, contro chi? Popoli oppressi contro dittatori? Manifestanti contro poliziotti? Precari contro datori di lavoro?
E il protagonista, chi è, e perché è lui la goccia che ha fatto traboccare il vaso?
Insomma, per quanto apprezzi moltissimo lo stile e la sua resa, il racconto secondo me manca di quei dettagli che rendano il tutto un po’ meno indistinto e generalista.
Devo comunque dire che, avendo avuto solo mezz’ora di tempo a disposizione, il risultato è notevole. Probabilmente se avessi avuto un’altra mezz’ora di tempo avresti aggiunto quei particolari in più che avrebbero caratterizzato meglio il protagonista e conferito una maggiore forza emotiva al racconto.
Comunque una buona prova, perfettibile, ma per molti aspetti ammirevole.

A rileggerci! :)

Santo Sollievo di Simone Cassia

Ciao Simone! Ho apprezzato il tuo racconto per l’ambientazione e l’atmosfera, e anche il tema è centrato: ambientare la storia in un futuro in cui si mescolano medioevo e zombie non è un’impresa facile, ma trovo che la resa finale sia molto buona.
L’unico appunto che posso fare, e che già altri hanno notato, è la lunga introduzione iniziale, secondo me da snellire un po’. Alleggerirei anche la descrizione della stanza, che suona parecchio “tecnica” per una sacerdotessa che sta per compiere una veglia.
E’ comunque buon racconto, di cui credo proprio che mi piacerebbe leggere una versione più estesa.

A rileggerci! :)

Un notabile di Andrea Dessardo

Ciao Andrea! Racconto divertente e molto piacevole da leggere, mi è piaciuto questo spaccato che racconta la boria, l’incertezza e poi la disillusione di un uomo politico ormai surclassato.
Mi hai fatto tornare in mente il modo in cui si comportava il sindaco nel paese in cui sono nata: anche lui sempre al bar, a leggere il giornale e a salutare tutti, ostentando la sicurezza di chi è convinto che la propria autorità sia indiscussa.
Un bel racconto, con uno stile ammirevole e un’interpretazione originale del tema. Complimenti.

Classifica:

1. Ottimi quarti di manzo di Veronica Cani
2. Di nuovo insieme di Andrea Partiti
3. Strafottenza di Alberto della Rossa
4. Un notabile di Andrea Dessardo
5. Santo Sollievo di Simone Cassia
6. Lingue straniere di Giorgio Distante
7. Agguato di Daniel Travis
8. Io c’ero di Eleonora Rossetti
9. Uno su mille (ce la farà) di Chiara Rufino
10. Notturno di Ambra Stancampiano
11. La baita di Adriano Muzzi
12. Il mio tipo di Giulio Marchese

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Flavia Imperi
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Re: Gruppo SONS OF ANARCHY: Lista racconti e classifiche

Messaggio#7 » lunedì 22 febbraio 2016, 19:42

Ciao a tutti!
Mi sembra che questo tema abbia creato un po' di difficoltà, c'è chi l'ha seguito letteralmente, chi è caduto in cliché... pochi l'hanno sviluppato in modo originale. Ogni racconto aveva il suo perché, in questa edizione ho sentito giusto premiare l'originalità rispetto al tema, la capacità di emozionare e stupire, (anche con la tenerezza e l'ironia, perché no), mentre sono stata un po' più penalizzante sulla forma.
Complimenti a tutti quanti per la voglia di mettersi in gioco e per il coraggio, che andrebbe sempre, sempre premiato.
Bando alle ciance, posto la mia classifica.

Ecco la Classifica:

1. Agguato, di Daniel Travis
2. Io c’ero, di Eleonora Rossetti
3. Di nuovo insieme, di Andrea Partiti
4. Ottimi quarti di manzo, di Veronica Cani
5. Santo Sollievo, di Simone Cassia
6. La baita, di Adriano Muzzi
7. Notturno, di Ambra Stancampiano
8. Strafottenza, di Alberto Della Rossa
9. Uno su mille (ce la farà), di Chiara Rufino
10. Il mio tipo, di Giulio Marchese
11. Un notabile, di Andrea Dessardo
12. Lingue straniere, di Giorgio Distante

E i commenti:

Strafottenza, di Alberto della Rossa
Ciao Alberto!
Non amo questo genere di racconti, devo dire però che non sembra scritto "tanto per", e non è scritto affatto male. Il disclaimer forse l'avrei evitato,influenza molto la lettura. Ottime le scelte dei dialoghi realistici e quasi privi di incidentali, scorre senza intoppi e leggendolo, sembra di vedere un film pulp. Un buon racconto, con descrizioni incisive, coerenza linguistica, punto di vista rispettato, tema centrato. Forse quello che gli manca, a mio avviso, è quel "qualcosa in più"... quel "perché" che fa muovere le dita sulla tastiera e muove nel profondo.
Buon contest!

Notturno, di Ambra Stancampiano
Ciao Ambra!
Il tuo racconto si legge bene, e la gestione del punto di vista è perfetta, tuttavia ha un po' poco mordente. Amo i racconti onirici e i giochi su sonno e veglia, però forse avrei aggiungo un elemento caratterizzante nella storia, o messo un accento maggiore sul ruolo del lenzuolo (in stile Gogol per capirci). Quindi bello, ma manca un po' di sale.
Buon contest!

Di nuovo insieme, di Andrea Partiti
Ciao Andrea!
Bella l'idea di un vampiro che soffre di claustrofobia, complimenti! Il racconto si legge abbastanza bene, è giusto un po' pesante la parte centrale, a un certo punto è caotica e meno scorrevole. Bello come giochi con le parole e l'equivoco, suggerito anche dal titolo, che rende piacevole la sorpresa finale, senza aver però nessun "inganno al lettore". Anche il tema è rispettato, con originalità- Continua così!

Io c’ero, di Eleonora Rossetti
Ciao Eleonora!
Il risveglio improvviso, nel tuo racconto, è quello di una generazione in rivolta. Trovo che tu abbia dosato sapientemente il ritmo crescente, il punto di vista e con la scelta della prima persona hai conferito una grande forza espressiva alla narrazione. Il protagonista è congelato nell'attimo della morte, da cui la storia di dirama già tinta di sentimenti potenti. D'altro canto non sappiamo nulla di lui, forse un minimo di caratterizzazione avrebbe arricchito la storia.
Non mi ha convinta al 100% il punto centrale: quello sparo senza un perché. Se ci fosse stato il tempo e lo spazio, sarebbe stato interessante vedere anche il punto di vista dall'altra barricata e il perché dello sparo.
Comunque con mezz'ora a disposizione, hai creato un racconto di alta qualità, e già per questo hai tutta la mia stima!

La baita, di Adriano Muzzi
Ciao Adriano!
Bella l'introduzione e la presentazione graduale del mostro, godibile. La trama in sé invece è un po' senza infamia né lodi, si capisce quello che succede, ma non colpisce più di tanto. Il tema è rispettato in senso abbastanza letterale. Forse quello che manca è un elemento di contrasto, o un personaggio forte. Il protagonista l'ho trovato un po' piatto, insomma. Un buon racconto, a cui manca quel pizzico in più per svettare. Occhio ai possessivi.
Buon contest!

Ottimi quarti di manzo, di Veronica Cani
Ciao Veronica,
il tuo stile narrativo è davvero buono, il racconto si legge che è una meraviglia. Ho pensato fin dalla prima riga al macellaio omicida, ma poi sul finale mi sembrava di aver inteso che in realtà non uccideva le vittime, ma diventavano le sue amanti. Sono l'unica ad aver colto questa sfumatura? :D
Non se sono sicura però, potrei aver frainteso.
Se così fosse, anche il tono caricaturale, ai limiti del grottesco del macellaio con le clienti, andrebbe a conferire potenza al finale.
Per valutare appieno il racconto aspetto la tua risposta! :)

Santo Sollievo, di Simone Cassia
Ciao Simone,
l'ambientazione del racconto è molto interessante, e ci sono tutti gli ingredienti: l'idea, l'atmosfera, i colpi di scena. Però non sono bene amalgamati a mio avviso.
La prima persona è efficace per descrivere il mondo emotivo di una persona, ma può essere più limitante per le descrizioni fisiche, la rivelazione del background e persino le scene di azione. In questo caso forse avrebbe funzionato meglio la terza persona.
Nel racconto c'è tanta spiegazione, e il finale non si capisce benissimo... è un vampiro?
Si vede che c'era tanto da raccontare, ma poi il risultato dall'esterno non è efficace, rimane un po' mentale.
Ci sono due punti in particolare che non funzionano:
Benché da fuori appaia come un rigido tronco, ho cognizione di tutto ciò che mi circonda.

L'autodescrizione dall'esterno è un po' forzata. Meglio usare qualche espediente in questi casi, come il punto di vista di altri personaggi - per es.: "le consorelle dicono che nella veglia somigliamo più a tronchi morti che a persone"
e anche:
Sono queste le regole di questo maledetto, oscuro, XXII secolo.

Bellissima idea: all'improvviso capiamo di essere nel futuro, e non nel passato come sembrava all'inizio, ma chi penserebbe in termini simili? L'ho trovata un po' forzata. Anche qui la terza persona sarebbe stata d'aiuto.
In compenso, il tema è centratissimo.
Buon contest!

Agguato, di Daniel Travis
Ciao Daniel!
Finora il tuo è il miglior racconto del gruppo, a mio avviso. Riesci a far entrare subito nella dimensione della storia, nella vita del protagonista. Lo caratterizzi tramite l'azione, invece di fare lunghe spiegazioni. Rispetti il tema in modo dolcissimo, giocando con l'equivoco della tragedia, e lasciando piacevolmente stupito il lettore.
A mio avviso non c'è bisogno del dramma per emozionare, tu l'hai fatto con la tenerezza.
Occhio solo ai tempi verbali, soprattutto nella prima parte.
Ottima prova!

Il mio tipo, di Giulio Marchese
Ciao Giulio!
Il racconto di per sé non mi è dispiaciuto, un flusso di coscienza di un adolescente alle prese con la propria sessualità. E' sulla forma che forse dovresti lavorare un po', soprattutto sull'uso delle virgole. La descrizione di lei nella prima parte l'ho trovata troppo distaccata e superficiale, anche se poi potrebbe essere in linea con la storia, in effetti. Il finale è interessante, ma ci si arriva con poco pathos. Che dire, scrivendo si impara!
Buon contest!

Uno su mille (ce la farà), di Chiara Rufino
Ciao Chiara!
Mi sono goduta tutte le citazioni del racconto/sogno, da Tomb Rider a Indiana Jones, passando per Doctor Who. Il racconto è scritto in modo leggero, ironico (hai ucciso Gianni Morandi!), ma dal finale mi sarei aspettata un qualcosa in più, una chiusura più pregnante che il semplice ritorno alla normalità. Devo dire, però, di aver apprezzato il particolare dei calzini, che mi ha comunicato un senso di normalità, in contrapposizione alle follie oniriche. Il tema è rispettata in modo abbastanza letterale.
Buon contest!

Lingue straniere, di Giorgio Distante
Ciao Giorgio!
La storia piuttosto quotidiana di un uomo che va dal dentista e si addormenta è puntellata di tanti piccoli momenti ironici che lo rendono piacevole. Peccato per l'uso un po' barbaro della punteggiatura (sì, mi alleno da grammar nazi, lo ammetto). Il tema è abbastanza preso, nonostante hai iniziato a scrivere prima, bravo. Sembra che tu sia partito da una riflessione interessante sulle lingue, che da anche il titolo, e vi abbia costruito intorno un racconto. La frase finale mi ha lasciata un po' indifferente. Forse anche per te, come ho già suggerito a un'altro concorrente in questa edizione, avrebbe funzionato meglio la terza persona.
Buon contest!

Un notabile, di Andrea Dessardo
Ciao Andrea,
benvenuto! Non è semplice scrivere in poco tempo, ma vedrai che ci si prende la mano, siamo qui tutti per imparare. Il tuo racconto è piacevole, hai una grande capacità di narrazione. La storia in sé non mi ha colpito moltissimo, però è piacevole il tuo modo di scrivere.
Attento solo ai tempi verbali diversi, prima scrivi al presente, poi al passato:
"S'era alzato presto" poi "Il signor sindaco si siede nervoso"
Inoltre se la storia è narrata dal punto di vista del protagonista, chiamarlo poi "Il signor sindaco" è un errore.
Buon contest e buona continuazione!
Siamo storie di storie

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Monica Patrizi
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Re: Gruppo SONS OF ANARCHY: Lista racconti e classifiche

Messaggio#8 » martedì 23 febbraio 2016, 23:59

Premessa.
E' sempre emozionante partecipare a Minuti Contati.
Induce dipendenza, ora lo so.
In bocca al lupo a tutti, bravi bravi bravi!
Ecco i commenti e a seguire la mia classifica.

Strafottenza
Ciao Alberto,
Ho letto all'interno di MC altri tuoi racconti, di cui ho apprezzato la grande padronanza di stile e forma. Per questo, ho appositamente deciso di gustarmi "Strafottenza" per ultimo, certa di trovare un'ottima prova e chiudere il tuo girone. E così è stato. Racconto ben scritto, incisivo, un pugno sullo stomaco.
Come già è stato evidenziato, anch'io avrei omesso il disclaimer iniziale, poco funzionale e fuorviante.
Che altro dire? Bravo!

Un notabile
Ciao Andrea,
Il tuo racconto è scorrevole e piacevole da leggere, usi dei termini ricercati e talvolta desueti, che rimandano al contesto sociopolitico che ben descrivi, di un'italietta di provincia, fatta di favori, chiacchiere al bar e conoscenze. Ho gradito meno il cambio dei tempi verbali, dal passato al presente, che a mio avviso fanno perdere forza al racconto e il cambio del punto di vista narrativo, che crea ambiguità. Un ottimo inizio direi. A rileggerci.

Il mio tipo
Ciao Giulio,
Del tuo racconto ho apprezzato molto il tema che hai scelto e il punto di vista narrativo.
Affronti tematiche molto delicate, quali l'orientamento sessuale, la paura di non essere accettati dai pari in adolescenza, le esperienze sessuali fallimentari, di cui parli partendo da ciò che sta vivendo e pensando il protagonista. Ho riscontrato molte incertezze nello stile, che secondo me con maggiore tempo e caratteri a disposizione, puoi perfezionare. A rileggerci.

Santo sollievo
Ciao Simone,
Un racconto ben scritto ed originale, di cui ho apprezzato l'ambientazione ed il finale a sorpresa. Poco chiari tuttavia alcuni passaggi nel testo. Mi riferisco in particolare al risveglio della salma inaspettato, senza all'interno del racconto i motivi, questo XXIl secolo alla fine, che pare in contraddizione con la descrizione iniziale, che avevo immaginato più in epoca vittoriana che futuristica.
Molto bella e malinconica la parte in cui fai riferimento all'infanzia della religiosa. Tuttavia ciò che influenza il mio giudizio finale, nonostante l'ottima struttura, é il fatto che non mi arrivino emozioni. A rileggerci.

La baita
Ciao Adriano,
il tuo racconto non ha convinto neanche me. Bella la parte iniziale, la suspense tenuta fino alla fine, l'ambientazione nella baita. Buona la costruzione del testo, senza sbavature, hai talento nello scrivere e si vede. Tuttavia, come già hanno evidenziato i miei colleghi, in questo racconto manca qualcosa, quel quid che caratterizzi maggiormente il testo e lo renda più incisivo, più potente, come la trama che sei riuscito a costruire, merita. A rileggerci.

Io c'ero
Ciao Eleonora,
Emozionante e potente il tuo racconto. Da podio. Mi è piaciuta la cadenza, ritmica, quasi fosse una marcia, della tua prosa, il linguaggio ricercato ed incisivo, l'uso della prima persona, il protagonista appena tratteggiato, quasi anonimo, che conferisce al tuo testo le sembianze di un incitamento, al risveglio delle coscienze mute e distratte... complimenti!

Ottimi quarti di manzo
Ciao Veronica,
bentrovata! Bellissimo racconto! Hai ben dosato i caratteri per sviluppare la trama in modo invidiabile, dando spessore ai personaggi senza togliere nulla all'azione. Brava! L'ambiguità del finale, che lascia spazio alla fantasia del lettore e non chiarisce in modo certo la soluzione delle sparizioni di queste donne, è a mio avviso un'arma a doppio taglio... curios a come sono, io avrei preferito sapere, piuttosto che intuire!

Uno su mille (ce la farà)
Ciao Chiara,
Una bel racconto, spassoso, divertente, leggero, ben scritto, equilibrato nelle parti descrittive e in quelle legate alle azioni. Sembra un sogno ricorrente, la protagonista che si ritrova in sogno dentro un videogame, e ogni volta non sa quale sarà il livello, le armi a disposizione, le vesti che indosserà e quale sarà la sua spalla... geniale! Brava!

Notturno
Ciao Ambra,
Bentrovata. Questo, come gli altri tuoi racconti, denotano una grande padronanza di stile e un lavoro di scrittura elegante, ricercato e mai banale. Il tema è più che rispettato. Tuttavia sembra mancare qualcosa, una sorta di filo conduttore o di spiegazione iniziale, che faccia capire meglio al lettore le angosce della protagonista e le diano una dimensione reale, meno frammentata, non soltanto onirica. A rileggerci.

Agguato
Ciao Daniel,
Un bel racconto, scorrevole e divertente, complimenti. Mi è piaciuta molto la parte centrale, in stile thriller, molto ben svolta. Il protagonista è ben descritto, si entra subito in empatia con lui, forse perché i festeggiamenti dei propri compleanni rappresentano delle piccole grandi tragedie indimenticabili. Unico appunto, all'inizio non è ben chiaro se si tratti di un personaggio maschile o femminile, come già hanno evidenziato i miei colleghi. Finale disarmante e tenero, da applausi! A rileggerci!

Lingue straniere
Ciao Giorgio,
Bella prova. Racconto scorrevole che si legge benissimo. Mi piacciono le storie che sanno di quotidianità. Da un evento banale, di routine, ci si può avventurarsi in riflessioni altissime. Mi è piaciuto meno il ricorso ad alcune espressioni del linguaggio parlato, come ad esempio 60 sacchi, l'uso dei numeri al posto della parole e le parentesi... ma è una questione di forma. A rileggerci!

Di nuovo insieme
Ciao Andrea,
dopo la "Divina Spigolatura" che mi aveva conquistata fin dalla prima riga, questo tuo ultimo racconto non mi ha convinto, seppur condotto da te con grande padronanza di stile. Troppi gli indizi per allontanare il lettore da ciò che il protagonista realmente è e dalla sua storia (lo sgabuzzino, i coinquilini, il rumore dei muratori...) tanto che all'inizio pensavo stessi parlando di un gatto, non di certo di un vampiro... E poi perché di nuovo insieme? Di nuovo dopo cosa? E poi il protagonista viene liberato, ma da chi?
L'ho riletto più volte, bella e serrata l'azione, ma la trama a mio avviso non è chiara.
A rileggerci.

Ed ecco la mia Classifica:

1. Io c’ero, di Eleonora Rossetti
2. Strafottenza, di Alberto Della Rossa
3. Ottimi quarti di manzo, di Veronica Cani
4. Uno su mille (ce la farà), di Chiara Rufino
5. Agguato, di Daniel Travis
6. Notturno, di Ambra Stancampiano
7. Santo Sollievo, di Simone Cassia
8. La baita, di Adriano Muzzi
9. Il mio tipo, di Giulio Marchese
10. Un notabile, di Andrea Dessardo
11. Lingue straniere, di Giorgio Distante
12. Di nuovo insieme, di Andrea Partiti

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patty.barale
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Re: Gruppo SONS OF ANARCHY: Lista racconti e classifiche

Messaggio#9 » mercoledì 24 febbraio 2016, 15:38

Ciao a tutti. Alla fine, nonostante le notti in bianco con la pupa malata, ce l'ho fatta.
È stato un piacere leggervi!

STRAFOTTENZA di Alberto Della Rossa

Ciao Alberto,
Al solito che posso fare, se non restare colpita dalla tua capacità nel dare vita ai personaggi attraverso pochi tratti essenziali?
La storia suona vera, cruda, attuale, senza finzione o autocompiacimento.
Quindi complimenti (tanto per cambiare: sono una tua fan sfegatata :-) )
Solo due note:
1-il disclaimer iniziale crea attesa per qualcosa di stonato e sopra le righe, come invece non è, perché il linguaggio (per quanto possa essere fastidioso ed estraneo a chi scrive) è assolutamente appropriato al contesto.
2-ho avuto l'impressione di un racconto "sottovuoto": dagli aria e lascialo espandere, in modo da diffondere la sua fragranza.
In bocca al lupo.

NOTTURNO di Ambra Stancampiano
Ciao Ambra,
Di certo il tuo stile e la padronanza dei ferri del mestiere si evince anche in questo racconto che, però, a differenza di altri tuoi scritti, mi ha convinta poco (anche se devo ammettere che il terzo sogno, con la nonna lavandaia e gli angeli bulletti, l'ho trovato geniale!)
Soprattutto non mi ha convinta la chiusura: i primi due sogni generano ansia e claustrofobia che non corrispondono alle reazioni della protagonista al risveglio (troppo lucida).
Il finale, poi, non mi ha soddisfatta: dopo "pippe mentali" per cercare un'interpretazione profonda a sogni così angoscianti sul piano fisico ed emotivo, il tutto si risolve in un lavaggio in lavatrice?
Pollice orizzontale!
In bocca al lupo.

DI NUOVO INSIEME di Andrea Partiti
Ciao Andrea,
Ho trovato divertente e originale l'idea del vampiro claustrofobico, tuttavia il tuo racconto mi ha lasciato parecchi dubbi.
Ho apprezzato che, nella parte iniziale, il tuo protagonista dica di trascorrere la maggior parte della propria giornata in un cubicolo, portando il lettore a credere che lavori in uno di quegli uffici, tipicamente americani, suddivisi da tramezzi in tanti microscopici locali e non certo a immaginare il cubicolo sepolcrale!
Ma nel prosieguo della storia mi sono persa: lui si sveglia chiuso nella bara e non capisco perché abbia qualcosa che gli preme sulla faccia e soprattutto non riesco a giustificare la sua "esultanza" alla vista della luce (ok, è affetto da claustrofobia, ma è pur sempre un vampiro, un nemico della luce del sole!)
L'impressione che ho avuto è che la volontà di creare il finale a sorpresa abbia preso il sopravvento, facendo perdere di credibilità alla storia, sorvolando sui particolari.
Infine non riesco proprio a capire questo passaggio:
"Non erano dei buoni coinquilini. Avrei dovuto andarmene prima che fosse troppo tardi.
Fra poco li raggiungerò, dovunque siano. Di nuovo insieme."
Se i tutti vampiri sono stati uccisi dal classico paletto di frassino, teoricamente dovrebbero essere stati "terminati", quindi dove si ritroveranno? E poi, se non erano buoni coinquilini, magari dovrebbe provare rammarico alla prospettiva di tornare insieme a loro (quindi non punto fermo dopo "di nuovo insieme " ma vedrei meglio puntini di sospensione)
Ultima nota:
" non c’è neppure una bava di luce, un bagliore." Bava di luce dà l'idea di qualcosa di sottile, nebuloso, quindi il successivo "bagliore" mi suona stonato.
Mi spiace, ma proprio non mi convince.
Alla prossima e in bocca al lupo!

IO C'ERO di Eleonora Rossetti
Ciao Eleonora,
Brividi, ecco la sensazione che mi ha pervasa leggendo il tuo racconto.
Hai interpretato il tema in modo originale e hai saputo descrivere con poesia un momento tragico ed eroico, il risveglio delle coscienze. Sicuramente una riflessione amara sui tempi che stiamo vivendo, ma l'immagine che, con lo scorrere delle righe, mi si affacciava prepotente alla mente era Tienanmen. Non posso fare altro che farti i miei complimenti, una prova stupenda!

LA BAITA di Adriano Muzzi
Ciao Adriano,
Il tema del risveglio dall'incubo che, come una scatola cinese, non è altro che un antipasto della realtà, mi sembra un po' abusato e poco originale, ma anche i temi triti e ritriti possono riservare sorprese o essere scritti così bene da entusiasmare il lettore.
Nel caso del tuo racconto, però, mi pare tutto "telefonato": la baita isolata, lui che si assopisce, il rumore improvviso, i colpi alla porta e poi l'essere mostruoso, comparso dal nulla e senza un perché.
Avrei trovato più credibile una suggestione generata da leggende e non questo mostro modello "mostro della laguna nera", che mi sembra completamente fuori contesto e soprattutto che, al risveglio, pare essere in compagnia

"Ma non fece in tempo a gioire, che gli furono sopra"

Chi sono questi mostri?
Da dove vengono?
Perché attaccano?
Perché lui si spaventa così tanto?
Troppe domande senza risposta per ritenermi soddisfatta dal tuo racconto.
Mi spiace, ma pollice verso.

OTTIMI QUARTI DI MANZO di Veronica Cani
Ciao Veronica,
Il tuo racconto mi lascia perplessa.
Nella parte iniziale ho apprezzato molto la descrizione della macelleria e delle "casalinghe disperate" invaghite del macellaio (molti macellai hanno questo modo di fare, sorrisi e battutine, occhiolini e sguardi languidi mentre menano la mannaia!), ma il seguito non mi ha convinta: già dal momento in cui la protagonista si domanda che fine abbia fatto Monica, il pensiero corre ai coltellacci del beccaio!
Soprattutto il sogno, col suo incubo e risveglio, mi è parso inserito a forza, per dover rispettare il tema, mentre sarebbe stato più convincente il ritrovamento di un'unghia nell'hamburger o qualcosa del genere.
Certo, il finale resta aperto: nulla conferma la veridicità del sogno di Federica, in quanto Lidia potrebbe tornare a casa di lì a poco, o essere solo una delle tante amanti del macellaio
"Passa più tempo in quel maledetto negozio che in casa"
ma il tutto mi pare legato in maniera troppo debole... Anche se scritto molto bene.
Pollice orizzontale.

SANTO SOLLIEVO di Simone Cassia
Ciao Simone,
Bella l'ambientazione e interessante il ruolo di queste religiose destinate a vegliare i morti per impedire un loro ritorno, tuttavia il finale, che nella forma è perfetto, mi lascia dei dubbi: perché i morti dovrebbero ritornare? Sono vampiri del XXII secolo?
Mi è piaciuto molto il modo in cui hai descritto la trance meditativa della religiosa, ma ho trovato troppo narrato (detto da una il cui racconto è troppo tell e poco show, è il massimo della presunzione! ;-) )
Nulla da ridire, in ogni caso, sullo stile.
Solo un'osservazione:
Le gocce battono sui vetri...
...sette feritoie

Forse mi sbaglio io, ma le feritoie non hanno vetri o se li hanno sono talmente stretti e incassati, che diventa difficile percepire il ticchettio della pioggia!
In ogni caso un'ottima prova, che secondo me, necessita di uno spazio molto più ampio.
In bocca al lupo!

AGGUATO di Daniel Travis
Ciao Daniel,
Idea molto tenera quella del regalo a sorpresa che crea un casino!
Anche nel tuo racconto un finale a sorpresa che stravolge le aspettative del lettore con un azzeccato

"L'aggressore si avventò su di me con agilità felina"

Tuttavia anche nel tuo caso riscontro una perdita di credibilità: Simone porta in casa il gattino, e questo, spaventato, fa un disastro, Simone si taglia e, invece di cercare di fermare il gatto, gli apre la porta permettendogli di scappare nell'androne del palazzo?
O forse è entrato in casa col gatto e questo ha dato di matto non dandogli il tempo di chiudere la porta ed è scappato fuori? Ma allora come ha fatto a buttare giù le cose in camera da letto?
Questa parte proprio non mi convince, come mi lascia perplessa

"L'urlo lacerò il buio del mio sonno"

Simone, entrato quatto quatto in camera per fare una sorpresa all'amante, urla a squarciagola (se il protagonista non è svegliato dal rumore delle cose che cadono dal comodino, l'urlo deve essere bello forte, no?) ma nel momento in cui il protagonista apre gli occhi non è più in casa e lascia pozzanghere copiose di sangue?

No, proprio non mi convince, nonostante la dolcezza pucciosa del finale!

Ti evidenzio anche la pesantezza dell'infodump iniziale: tutto quello successo negli anni precedenti e la cronaca della giornata non danno nulla in più al racconto!

In bocca al lupo!

IL MIO TIPO di Giulio Marchese
Ciao Giulio,
Originale la tua coniugazione del tema: il risveglio della consapevolezza del proprio orientamento sessuale.
Non so cosa porti una persona a rendersi conto della propria omosessualità, ma non credo (e posso toppare alla grande!) che le reazioni fisiche (che il tuo protagonista, del resto, non riesce a sperimentare con la ragazza) siano estranee, ma nel tuo flusso di coscienza vedo solo elucubrazione.
Ma questa è solo una mia impressione.
Nello specifico, il racconto non mi ha catturata, forse perché troppo infarcito di cliché: la bambolina bionda, quella desiderata da tutti, troppo perfetta, come troppo perfetto è Mattia (anche se in questo caso la sua perfezione è giustificata dall'invaghimento inconscio del protagonista)

Piccole note:
" tutti la desideravano e tra tutti aveva scelto proprio me"
Tutta la narrazione è al presente e lei è lì davanti a lui, quindi mi suonerebbe meglio
"Tutti la desideravano e tra tutti lei ha scelto proprio me"

Ok...ok... Troppo stile sms, anche se si tratta dei pensieri di un adolescente

Ei

Ehi

Piccole cose, sicuramente nate dalla fretta.

In bocca al lupo!

UNO SU MILLE (CE LA FARÀ) di Chiara Rufino
Ciao Lara...ops...Chiara,
Hai interpretato il tema alla lettera e il tuo sogno mi ha fatta ridere col suo poutpourrì (si scrive così?) di citazioni cinematografiche e la chicca di Gianni Morandi!

Tuttavia, alla fine non ho capito una cosa: la protagonista è in grado di controllare questi sogni ricorrenti, di farli avvenire?

Forse avrei visto meglio una riflessione mattutina sull'eccesso di peperonata della sera precedente!

Alcune note:

Una botola s'aprì dal pavimento
Una botola si aprì nel pavimento

Gianni si lanciò contro la bestia, finendo sbranato vivo appena in tempo per finire la strofa che aveva intonato a pieni polmoni.

Ma soprattutto mi ha uccisa quel

mi feci i complimenti da sola per l'ottima svolta che la mia vita onirica aveva avuto.

Con questa frase togli suspence e ogni eventuale dubbio sul fatto di trovarci nel bel mezzo di un sogno!

In bocca al lupo!

LINGUE STRANIERE di Giorgio Distante
Ciao Giorgio,
Racconto spassoso, ben scritto (a parte d eufoniche a profusione e numeri), che riproduce con levità una situazione comune. Quindi nulla da eccepire, eccetto il fatto che, personalmente, non mi ha colpito (si sa i gusti personali...), risultando tra i cosiddetti "senza infamia e senza lode"!
In bocca al lupo!

UN NOTABILE di Andrea Dessardo

Ciao Andrea,
originale interpretazione del tema, che viene presentato solo nella fase finale.
Una scrittura ricca e ricercata, la tua, che si perde un po' procedendo verso il finale (forse a causa del tic tac del tempo e dei caratteri?)
In ogni caso una buona prova, capace di farci immergere in una domenica elettorale in un piccolo centro di provincia (almeno, data l'atmosfera, tale mi sembra!).
Bravo e in bocca al lupo

CLASSIFICA:
1-IO C'ERO
2-STRAFOTTENZA
3-SANTO SOLLIEVO
4-UN NOTABILE
5-NOTTURNO
6-UNO SU MILLE (CE LA FARÀ)
7-OTTIMI QUARTI DI MANZO
8-IL MIO TIPO
9-AGGUATO
10-DI NUOVO INSIEME
11-LA BAITA
12-LINGUE STRANIERE

viviana.tenga
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Re: Gruppo SONS OF ANARCHY: Lista racconti e classifiche

Messaggio#10 » mercoledì 24 febbraio 2016, 21:50

1)STRAFOTTENZA, di Alberto della Rossa
Ottimo racconto e tema rispettato. Una storia agghiacciante, ben resa attraverso uno stile asciutto, dialoghi con un linguaggio forte quanto serve a caratterizzare i personaggi, senza mai dare l'impressione di essere fine a se stesso. Ben resi entrambi i protagonisti, Marco nella sua ottusa crudeltà, Luigi nel suo passivo lasciarsi trascinare dall'amico e nella sua (seppur tardiva) reazione finale, quando finalmente riesce ad agire e riscuotere l'amico, "risvegliandolo". Davvero, non riesco a trovare appunti da farti, complimenti.

2)DI NUOVO INSIEME, di Andrea Partiti
Da persona a cui capita di soffrire di claustrofobia, ho apprezzato molto la prima parte del tuo racconto, ho trovato ben reso prima il disagio e poi il panico del protagonista. Per quanto riguarda la seconda parte e la rivelazione
finale, mi è stata un po' rovinata dall'aver visto di recente "What we do in shadows" (film che se non hai visto ti consiglio tantissimo), quindi ho intuito cosa si doveva scoprire prima ancora che ci fossero davvero gli indizi per
capirlo. Comunque, anche rileggendolo, ho trovato la trama ben costruita. Unica cosa che mi lascia un po' perplessa, il rapporto del protagonista con buio e luce, che conoscendo la sua identità appare innaturale: in fondo, a un
claustrofobico i luoghi chiusi fanno paura a prescindere dal fatto che siano bui o meno, quindi il senso di disagio per il buio mi sembra davvero di troppo.

3)OTTIMI QUARTI DI MANZO, di Veronica Cani
Racconto ben scritto, con uno stile scorrevole e una buona caratterizzazione dei personaggi nonostante il poco spazio a disposizione. Come già osservato da altri, il finale è abbastanza prevedibile, e il tema è un po' relegato al ruolo
di espediente narrativo invece che essere davvero centrale, ma a parte questo un racconto sicuramente molto buono.

4)IO C'ERO, di Eleonora Rossetti
Prima di tutto, complimenti per essere riuscita a scrivere un racconto così completo in così poco tempo. A differenza di quanto detto in alcuni commenti precedenti, io ho apprezzato il fatto che il protagonista sia così anonimo: in
un certo senso, la sua identità non ha importanza, di sicuro ne ha una ma al suo posto avrebbe potuto esserci chiunque altro. Penso però che l'impatto sarebbe stato migliore asciugando un po' l'enfasi retorica che hai messo nella prosa,
avrebbe reso il personaggio ancora più persona qualsiasi e meno eroe.

5)SANTO SOLLIEVO, di Simone Cassia
Un racconto dall'ambientazione molto interessante e ben tratteggiata; personalmente, non ho trovato eccessiva la digressione centrale, condivido invece i dubbi che sono stati sollevati da altri sulla scelta della prima persona, o per lo meno su come l'hai gestita, in particolare per i passaggi che già ti sono stati segnalati da altri. Il colpo di scena finale funziona ed è ben preparato, quindi anche il giudizio sulla trama è positivo. In conclusione, un racconto buono, che però potrebbe guadagnare moltissimo da una migliore gestione della voce narrante.

6)AGGUATO, di Daniel Travis
A parte qualche incertezza di forma che ti è già stata segnalata, il racconto mi è piaciuto. Molto ben equilibrati i tre paragrafi, il primo che introduce in modo efficace il personaggio, il secondo "thriller" e l'ultimo che rivela l'equivoco. Unico appunto, anch'io avevo immaginato tracce di sangue ben più copiose di quelle che ragionevolmente può aver causato un gatto. E' vero che rileggendolo l'inganno non era così sfacciato, ma "pozzanghere" dà comunque l'idea di qualcosa di considerevole, avrei visto meglio "macchie più ampie".

7)UN NOTABILE, di Andrea Dessardo
Mi ritrovo sostanzialmente a ripetere quanto detto da altri: il racconto è decisamente ben scritto, anche se disturba un po' il cambio di tempi verbali (ho letto i tuoi commenti e capito che l'intenzione era buona, però anche per me l'effetto alla prima lettura è stato negativo) e la focalizzazione interna può essere ancora un po' rifinita. In generale, lo stile con cui hai scritto il racconto mi ha trasmesso un'atmosfera un po' soffusa, quasi che il sindaco vivesse in un suo mondo isolato dalla realtà esterna, e questo rende particolarmente azzeccata l'immagine del risveglio.

8)NOTTURNO, di Ambra Stancampiano
Lo stile è ottimo, così come la descrizione dei sogni (soprattutto secondo e terzo), ma il racconto in sé non mi ha convinta del tutto. Credo che il problema sia nella scelta dell'immagine delle lenzuola macchiate: anche se la fonte è un banale perdere sangue dal naso, è un'immagine che di per sé ha una certa carica drammatica, e i sogni sembrano caricarla di un significato più profondo e cupo. Per lo meno, questa è la percezione che ho avuto io mentre leggevo, e poi il finale è stato del tutto anticlimatico. Rileggendolo, è una bella descrizione di una qualsiasi notte di sogni inquieti, il problema è che non si capisce subito che l'intenzione è solo quella e ci si aspetta che la soluzione finale debba essere qualcosa di più che buttare le lenzuola in lavatrice.

9)IL MIO TIPO, di Giulio Marchese
Carina l'idea di base del racconto e ben reso il flusso di pensieri del protagonista adolescente insicuro. Quello che non mi ha convinto del tutto è il finale, o meglio, come ci si arriva. Visto che il tema parlava di un risveglio, suppongo che l'idea fosse interpretarlo come la presa di consapevolezza da parte del protagonista della propria omosessualità. Il problema è che arrivata alla fine non ho avuto l'impressione che il protagonista sia gay, o per lo meno non ne sono sicura, mi sembra più che nella sua insicurezza patologica a un certo punto prende in considerazione l'ipotesi di esserlo. Avrei apprezzato di più se avessi costruito un po' meglio l'attrazione per Mattia, invece che dire semplicemente "è più bello, intelligente etc" citare quelle che in realtà sono le caratteristiche che gli piacciono (es "è più bello di me, con quel suo fisico così e cosà...") e mettere in po' più di disagio/fastidio inconscio all'idea che "magari è con una". Se invece la tua intenzione era lasciare il dubbio, allora ti chiedo scusa, dimentica tutto quello che ho detto. Per il resto non ho osservazioni particolari da fare, qualche ripetizione qua e là ma nel complesso si legge bene.

10)UNO SU MILLE (CE LA FARA') di Chiara Rufino
Mi accodo a quelli che leggendo il racconto non avevano capito se si trattava di un normale sogno o se c'era di mezzo un qualche macchinario. Suppongo che quello che crea più confusione al riguardo sia la Somma Voce, unita al fatto che lei sia consapevole che questo è solo un sogno simile ad altri che ha già fatto. Forse era meglio evitare di creare il dubbio, magari con una microriflessione sul fatto che sia un sogno eccezionalmente ben strutturato, ma capisco che trattandosi di un sogno che hai fatto realmente non ti è venuto in mente di porti il problema. Per il resto, tutti gli elementi che inserisci sono molto simpatici se non geniali (dalla Lara Croft jedi a Morandi sbranato dal T-Rex), ma arrivata alla fine ho avuto l'impressione che mancasse qualcosa, di aver letto non un vero racconto ma solo un aneddoto (molto) divertente.

11)LINGUE STRANIERE, di Giorgio Distante
Mi dispiace, ma il racconto non mi ha convinto molto. Prima di tutto, il tema c'è, ma in modo del tutto marginale (il fatto che a un certo punto il protagonista si assopisce potrebbe essere eliminato senza che il racconto ne risenta). Poi c'è il finale: sembra quasi che tu abbia messo su una scena simpatica e poi ti sia chiesto "E adesso?". Secondo me, tutta la parte da "Perciò, è del tutto inutile..." è eliminabile, sembra lì a voler tirare le conclusioni e dare un significato dove non se ne sente il bisogno. Discorso un po' diverso (e alternativa forse ancora migliore) se da qualche parte all'inizio il protagonista avesse espresso un desiderio di iscriversi a un corso di inglese o qualcosa del genere, in quel caso le frasi finali avrebbero funzionato molto bene come conclusione. Per il resto, ci sono le imprecisioni di forma che già altri ti hanno segnalato (d eufoniche, numeri), ma il racconto si legge bene ed è gradevole.

12)LA BAITA, di Adriano Muzzi

Mi dispiace, ma il racconto non mi ha convinto molto: la prima parte dovrebbe servire a creare la tensione per l'apparizione del mostro, ma la verità è che il protagonista sembra agitarsi troppo per troppo poco. La spiegazione che lui stesso si dà riguardo a rami o animali è troppo sensata per non rassicurarlo, meglio sarebbe stato introdurre elementi inquietanti per cui non si riusciva a trovare una spiegazione razionale. Paradossalmente, forse il tutto avrebbe funzionato meglio senza il doppio colpo di scena: se davvero fosse stato un incubo, sarebbe stata più giustificata la paura irrazionale, ma il secondo capovolgimento toglie anche questa scusante. Insomma, l'idea anche se non particolarmente originale aveva del potenziale, ma così com'è non il racconto non è riuscito a prendermi.

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ceranu
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Re: Gruppo SONS OF ANARCHY: Lista racconti e classifiche

Messaggio#11 » giovedì 25 febbraio 2016, 0:14

Commenti in ordine sparso:


Strafottenza, di Alberto Della Rossa

Ciao Alberto, ben trovato.
Ti dirò, il disclaimer è allarmante, ma il racconto non soddisfa le premesse. L'argomento trattato è forte, ma non trovo che la narrazione lo segua. È troppo delicata, i toni non sono da “delirio”. Qui si parla di due che comprano l'roipnol per stuprare una ragazza conosciuta in discoteca e alcune frasi sembrano inappropriate.
 
Era pieno di ragazze che mettevano in mostra la mercanzia e che ballavano

Per il resto tu sei uno dei migliori autori che scrivono su MC e si vede, ma ho la sensazione che il racconto sia incompiuto. Ciò non toglie molto alla buona prova, ma se tu avessi osato di più, probabilmente, sarebbe stato un lavoro perfetto.
Ciao e alla prossima.

Notturno, di Ambra Stancampiano

Ciao Ambra.
L'idea de racconto è ottima, ma ho dei dubbi sulla realizzazione. So che è molto difficile, ma mi sarebbe piaciuto leggere il sogno come fosse “vero”. Invece è tutto troppo delineato, troppo chiaro. La protagonista sa quello che succede e non si percepisce la confusione che invece rappresenta i sogni.
Sono la campionessa mondiale di pesi mosca
Sono nel mio letto
Sono ospite da mia nonna in paradiso
Non mi piace quando si presenta il protagonista del racconto o l'ambientazione. Probabilmente, evitando la premessa che apre i tre paragrafi, avresti creato la giusta confusione rendendo lo scritto più simile ai sogni.
Resta un'ottima idea di base che potresti rielaborare.
Ciao e alla prossima

Di nuovo insieme, di Andrea Partiti

Ciao Andrea, sicuramente è stata un'interpretazione originale del tema, ma non mi convince.
La parola coinquilini è troppo legata alla quotidianità e porta a dare un'interpretazione sbagliata del racconto fino a quando si palesa la natura del protagonista. In questo caso non posso parlare di colpo di scena perché anche rileggendo il racconto non posso legare “coinquilino” ai vampiri. Altra cosa che mi convince poco è il fatto che sentendo martellare il protagonista possa pensare ai muratori. Lui ha paura del buio, ma non ne ha per l'unica cosa che può togliergli la vita?
Una precisazione: la claustrofobia e la paura del buio (acluofobia) sono due cose distinte, che possono anche coesistere nella sessa persona, ma che non sono legate fra loro.
Purtroppo è un racconto che non mi ha pienamente convinto.
Ciao e alla prossima.

Io c'ero, di Eleonora Rossetti

Ciao Eleonora, ho poco da dirti. Il racconto mi piace. Mi piace il modo in cui hai interpretato il tema, il modo in cui ha trasmesso i sentimenti del protagonista e mi piace anche il messaggio. Forse in alcuni passaggi ti sei fatta prendere la mano e hai caricato un po' troppo, ma ci sta visti i sentimenti del protagonista. In conclusione: ottimo racconto, brava!
Ciao e alla prossima

La baita, di Adriano Muzzi

Ciao Adriano. Nel racconto, dal mio punto di vista, manca un passaggio fondamentale che possa creare tensione. La comparsa improvvisa di un mostro nella baita di famiglia mi lascia più perplesso che spaventato. Perché c'è quel mostro?
Sarebbero bastati pochi rimandi a gente trovata morta, a una vecchia zia sparita trent'anni prima o a una leggenda che spaventava i villeggianti. Così è tutto troppo improvviso. Sarebbe stato meglio mettere un solo risveglio e utilizzare le battute restanti per creare delle premesse.
Ci sono dei passaggi che andrebbero riscritti, ma te li hanno già fatti notare gli altri. 
Ciao e alla prossima.

Ottimi quarti di manzo, di Veronica Cani

Ciao Veronica, ben trovata.
Racconto interessante, ma che non riesce a convincermi. C'è qualcosa che mi sfugge e penso sia colpa dei troppi elementi che, messi insieme, non combaciano.
Monica è sparita da una settimana ed è stata vista l'ultima volta mentre andava in macelleria. Questo elemento dovrebbe portare a pensare che il macellaio sia un killer, teoria avallata dalla sparizione di Lidia. Però c'è anche la possibilità che il tutto sia frutto dell'immaginazione di Monica e che le donne siano solo le amanti del macellaio, ma in questo caso che fine avrebbe fatto Monica? L'uomo è così attraente da poter far convivere due amanti? Quindi torniamo all'omicida serale, ma anche qui non tornano un paio di elementi. Uno su tutti è il modo in cui Federica arriva a quella conclusione; il sogno dev'essere scaturito da elementi reali, avresti dovuto inserire dei particolari in macelleria che inducessero la protagonista a collegare gli elementi (non può bastare il fatto che Monica sia stata vista l'ultima volta in macelleria perché anche l'inquirente più idiota avrebbe subito indagato sul macellaio).
Però apprezzo il tentativo. Pensavo fosse impossibile scrivere un giallo in 3000 battute, ma tu ci sei quasi riuscita e questo è lodevole. Per quanto riguarda la narrazione non ho nulla da dirti, sei veramente brava.
Ciao e alla prossima.

Santo Sollievo, di Simone Cassia

Ciao Simone, bel racconto. Certo, aprì appena una finestrella sul tuo futuro, ma a fine lettura sono comunque soddisfatto. La storia mi piace, ma cercherei di sfoltirla un po'. Ci sono troppi aggettivi che appesantiscono la lettura e poi parti male. "L'anziano uomo" urla troppo a infodump, che tra l'altro non serve nemmeno. Sarebbe bastato scrivere: l'anziano. 
Nel complesso è un'ottima prova. 
Ciao e alla prossima.

Agguato, di Daniel Travis

Ciao, partiamo dal presupposto che il racconto mi è piaciuto. Celi bene l'identità dell'aggressore e, quando si palesa, regali un sorriso al lettore. Il rischio sarebbe stato quello di "barare" facendo intuire più di quanto stesse accadendo, ma la spiegazione finale è plausibile. Ma il primo paragrafo non mi convince. Passi che è un ricordo, ma non riesco a collocarlo, mancano delle informazioni. Lei è sdraiata nel letto e sta dormendo, da dove arriva quel flusso di pensieri? Messo così sembra un riassunto delle puntate precedenti. Dal mio punto di vista avresti dovuto mettere lei nel letto in dormiveglia (più dormi che veglia) mentre crogiola nel ricordo della giornata.
Resta un buon racconto, ma con delle riserve sul primo paragrafo. 
Ciao e alla prossima

Il mio tipo, di Giulio Marchese

E bravo Giulio, bel racconto. Delicato, equilibrato e arriva al punto senza il bramato colpo di scena. Tutto fatto bene. 
Però, perché c'è sempre un però, si sono dei vizi di forma e, in alcuni pezzi, forse per più di metà, una metrica più adatta alla musica che a un racconto. Frasi corte e apparentemente spezzate che conferiscono un ritmo particolare. Personalmente l'ho apprezzato, ma effettivamente è molto strano. 
Nel complesso hai scritto un gran bel racconto, bravo.

Uno su mille (ce la farà), di Chiara Rufino

Ciao chiara, ben trovata. 
Racconto interessante. Le trovate sono spassose e la chicca morandiana ha aggiunto valore al tutto (sappi che possiamo benissimo intonare un duetto, anche mia madre mi ha plagiato). Normalmente rompo parecchio le scatole per quanto riguarda l'aspetto onirico, i sogni meritano confusione, ma nel tuo caso lo intendo come un sogno vigile, uno di quei che riesci a indirizzare, quindi la chiarezza non stona. 
Nel complesso è un gran bel lavoro. Brava!

Lingue straniere, di Giorgio Distante

Ciao Giorgio. Il lavoro è spassoso e scritto bene ma, come ti hanno già fatto notare, mancano gli elementi per definirlo un racconto. Manca una trama. I pensieri del protagonista sono divertenti e anche il siparietto finale lo è, ma non basta. Per quanto riguarda il tema credo che non sia proprio centrato, il tuo sembra più un pisolino improvviso piuttosto che un risveglio. Ciao e alla prossima.

Un notabile, di Andrea Dessardo

Ciao Andrea, piacere di conoscerti.
Racconto ben scritto e decisamente equilibrato, anche se nel finale avrei calcato un po' più la mano sul nuovo stato d'animo dell'ex sindaco. Il protagonista muta all'interno del racconto in modo perfetto, segue le sensazioni perdendo sicurezza fino a sentirsi un estraneo nella città che era stata sua. Il finale mi piace e lo trovo azzeccato. Non serve il colpo di scena, come molti credono, l'importante è che il finale sia tale e incisivo e nel tuo caso lo è.
Nel complesso è una buona prova.
Ciao e alla prossima

Classifica:

1. Io c'ero, di Eleonora Rossetti
2. Uno su mille (ce la farà), di Chiara Rufino
3. Santo Sollievo, di Simone Cassia
4. Il mio tipo, di Giulio Marchese
5. Strafottenza, di Alberto Della Rossa
6. Agguato, di Daniel Travis
7. Un notabile, di Andrea Dessardo
8. Notturno, di Ambra Stancampiano
9. Di nuovo insieme, di Andrea Partiti
10. Ottimi quarti di manzo, di Veronica Cani
11. La baita, di Adriano Muzzi
12. Lingue straniere, di Giorgio Distante

carla anastasio
Messaggi: 30

Re: Gruppo SONS OF ANARCHY: Lista racconti e classifiche

Messaggio#12 » venerdì 26 febbraio 2016, 13:20

Scusate, siccome non sono molto esperta e mi spariscono i commenti quando li trasferisco, li copio tutti assieme e metto la classifica in fondo




Strafottenza, - di Alberto Della Rossa
Ciao Alberto, nulla da dire sulla descrizione dei personaggi, sullo snodarsi degli avvenimenti, sulla doccia gelata del finale ... ma, quello che mi crea disagio e quindi mi rovina il piacere della lettura è proprio la scelta del soggetto che ti obbliga ad un linguaggio pesante, a descrivere personaggi e situazioni che suscitano solo emozioni forti, ma negative. Per me la lettura deve essere un piacere, quindi, se dovessi scegliere, non opterei per racconti con simili tematiche. Ed è per questo che non lo posso mettere nella rosa dei 'primi'. Per il resto, ripeto, nulla da eccepire.

Notturno - di Ambra Stancapiano
Ciao Ambra, stile narrativo ineccepibile, ma alla fine del primo corsivo non si capisce se la protagonista si risvegli dalla batosta presa sul ring o da un sogno: l’ho capito dopo aver letto tutto il racconto. Trovo poco giustificato il considerare le lenzuola ‘assassine’ (visto che è successo solo in uno dei tre sogni) e poi mi ha deluso l’esito finale: il buttare le lenzuola in lavatrice come se fosse un’idea geniale. Ripeto che lo stile narrativo è sciolto e divertente, ma trovo il tutto un po’ slegato. Peccato.

Di nuovo insieme - di Andrea Partiti
Ciao Andrea, carina l’idea del vampiro che subisce il nonnismo dei suoi consimili, ma queste due frasi
- A luci spente sento costantemente le pareti che mi si stringono attorno e mi soffocano.-
-È proprio il buio la prima cosa che noto, svegliandomi di colpo. È più profondo del solito, più minaccioso.-
Non sembrano dette da uno di loro: i vampiri non temono il buio, bensì la luce e
-sento una crisi di panico in agguato.-
detta da un vampiro perché è dentro una bara … beh’, è altrettanto inverosimile.
Così come
-Fra poco li raggiungerò, dovunque siano. Di nuovo insieme.-
Fa pensare ad un aldilà dei vampiri che ritengo piuttosto improbabile
Tutto sommato ci trovo originalità e un buon ritmo narrativo.

Io c’ero - di Eleonora Rossetti
Che dire: stupendo!
Realistico e poetico allo stesso tempo. Stile impeccabile tranne che per ‘pasce del mio sangue’ che dovrebbe essere preceduto da ‘si’ .
Mi sono emozionata, sia per lo stile, sia per il contenuto che trovo una eco dei miei pensieri. Hai saputo descrivere esattamente ciò che ci circonda attualmente e che pochi vedono. Hai acceso uno spiraglio di speranza là dove sembra non possa più esistere. Commuove soprattutto il messaggio che l’eroe può ancora esistere e che l’eroe può essere ciascuno di noi. Grazie

La baita - di Adriano Muzzi
Ho trovato il racconto ben scritto, con una buona ‘suspence’, con un crescendo che, dall’auto rassicurazione del protagonista, arriva fino al prendere atto dei fatti innegabilmente inquietanti. Tutto ok, l’unica cosa che non mi è piaciuta è la descrizione dei mostri, troppo fumettistica . E’ vero che nei sogni succede di tutto, ma poi, nel tuo racconto, ritornano anche nella realtà e lì lo trovo poco giustificabile. Nel complesso una buona prova.

Ottimi quarti di manzo - di Veronica Cani
Ciao Veronica, ho trovato il racconto ben scritto, i personaggi e le ambientazioni ben delineati, e, anche se si capisce fin da subito dove vuoi andare a parare (per me è sicuramente un maniaco assassino), hai reso il tutto agile e divertente. Mi ricorda un po’ il maniaco di Nerola che faceva salsicce con le sue vittime, ma la descrizione del ‘sorriso perfetto e luminoso. Decisamente finto.’ è evocativo e disegna un personaggio di diversa levatura rispetto al mostro di Nerola. Brava.

Santo Sollievo di Simone Cassia
Ciao Simone, trovo l’ambientazione e la trovata dell’’Ordine Riformato delle Sorelle del Santo Sollievo’ veramente geniali. La descrizione della situazione e della sua genesi, la trovo equilibrata: particolareggiata quel tanto che basta per farci inquadrare il momento che, inizialmente, sembrerebbe appartenere ad un’epoca passata (seppur con qualche diversità) e poi, alla fine, diventa la descrizione di un futuro prossimo venturo. Non certo invitante. Ti confesso che ad una prima lettura non avevo capito in cosa potesse trasformarsi il defunto, forse un vampiro? No, viene decapitato, e allora? Poi, la descrizione dell’odore di putredine mi ha fatto intuire, ma la conferma l’ho avuta solo da una tua risposta chiarificatrice. Nel complesso mi è piaciuto molto, bravo.

Agguato - di Daniel Travis
Ciao Daniel, confesso che ho dovuto rileggere attentamente il racconto per capire se il protagonista fosse di sesso femminile o maschile (dai commenti ho notato che qualcuno non lo ha capito proprio), per il resto scorre, e, alla fine, si alleggerisce e diverte. Anch’io sono d’accordo sul fatto che la descrizione della stanza e della ‘pozza’ di sangue sono un po’ eccessivi e fuorvianti e, volevo chiederti la funzione, sempre nell’economia del racconto, del sesso maschile dei due protagonisti: secondo me non aggiunge nulla se non un po’ di equivoco e poi lo trovo un po’ forzato. Per il resto, ben scritto. A rileggerti.

Il mio tipo - di Giulio Marchese
Ciao Giulio, bella l’idea del risveglio che, invece che fisico è ‘coscienziale’. Avrei dato più spazio alla presa di coscienza della vera identità sessuale e avrei dato più spessore alle emozioni che suscita l’amico Mattia nell’animo del protagonista. Così, più che un risveglio, sembra che il protagonista rimanga in una sorta di dormiveglia. Per il resto nulla da eccepire se non il ‘che le farei’ che invece, essendo rivolto a ‘delle’ modelle, avrebbe dovuto essere ‘che farei loro’. Ma è senz’altro una svista dovuta alla stanchezza. A rileggerti.

Uno su mille . di Chiara Rufino
Ciao Chiara, divertente l’ambientazione e le trovate originali delle armi del videogame onirico, la descrizione della protagonista, le sue aspettative, la delusione, per altro subito accantonata; la trovata del cantante completamente avulso dal contesto, ma che si getta a capofitto nell’impresa. Però,(a parte la svista ‘le nappina d’oro in fondo ogni lato’ a cui andrebbe aggiunto ‘ad’), mi è sembrata poco incisiva, nell’economia del racconto, la parte finale, quella del risveglio. Ripeto, per il resto gradevole e divertente e per me è questo che conta di più.

Lingue straniere - di Giorgio Distante
Ciao Giorgio, ho trovato alcune tue descrizioni argute e divertenti, la trovata della lingua a dir poco geniale … però ho trovato una discrepanza quando dici che ‘non c’è la sua assistente’ e poi invece glie la fai chiamare ‘Elisa portami le punte’ e, sinceramente trovo un po’ forzato il tema del risveglio così come le considerazioni che fai nelle ultime righe. Ma si sa, l’ora tarda, il poco tempo e le poche battute limitano e confondono. Nel complesso mi sono divertita, e non è poco, quindi a rileggerci.

Un notabile - di Andrea Dessardo
Ciao Andrea, ho trovato il tuo racconto ben scritto, scorrevole, con gli ambienti ben descritti, così come le emozioni e le caratterizzazioni dei personaggi. L’unica cosa che stride, è l’improvviso passaggio dalla prima alla terza persona, senza uno stacco visivo. L’altra cosa, ma veniale, che mi rende perplessa (ma forse sono io ad interpretare male) è che quello che tu descrivi è chiaramente un paese o una piccola città di provincia, ma poi ne parlano in tv, quindi diventa un evento di portata nazionale. Rimane il fatto che ho provato piacere nel leggerlo. Bravo.

classifica
1) Io c'ero, di Eleonora Rossetti
2) Santo Sollievo, di Simone Cassia
3) Un notabile, di Andrea Dessardo
4) Ottimi quarti di manzo, di Veronica Cani
5) Uno su mille, di Chiara Rufino
6) Lingue straniere, di Giorgio Distante
7) La baita, di Adriano Muzzi
8) Il mio tipo, di Giulio Marchese
9) Agguato, di Daniel Travis
10) Notturno, di Ambra Stancapiano
11) Di nuovo insieme, di Andrea Partiti
12) Strafottenza, di Alberto della Rossa

diego.ducoli
Messaggi: 265

Re: Gruppo SONS OF ANARCHY: Lista racconti e classifiche

Messaggio#13 » venerdì 26 febbraio 2016, 23:08

La baita – Adriano Muzzi

Ciao Adriano
Non ho niente da segnalarti a livello di stile, la storia si fa leggere.
Ammetto di essere un appassionato del genere, quindi non posso far a meno di notare che hai usato un sacco di cliché “classici”, che vanno un po' a discapito dell'originalità del pezzo.
Un altro appunto che mi sento di farti e sui mostri. Perché sono li? Dammi una motivazione, accennala, sussurrala. Ho sentito molto la mancanza di questo particolare, bastava un accenno ad una antica leggenda o qualsiasi altro motivo, altrimenti il tutto sembra fine a se stesso.

Notturno -Ambra Stancampiano

Ciao Ambra
Trovo il tuo brano scritto molto bene, ma a livello di trama non mi ha soddisfatto.
La protagonista si sveglia dolorante e con un epistassi in corso, si risveglia e sembra che le lenzuola la vogliano uccidere, sembrano correlate e alla fine...sono solo le lenzuola sporche.
Forse avrei cercato di legare gli elementi, ma cosi come l'hai costruito il racconto non mi ha convinto.

Io c'ero – Eleonora Rossetti

Ciao Eleonora
Non so se era tua intenzione, ma il tuo racconto mi fatto balzare in testa un immagine: piazza Tienanmen.
Nonostante manchi un reale contesto per il racconto la mia associazione mentale a quegli eventi ha fatto il resto, quindi non trovo reali buchi nella storia.
Bello e potente. Nulla da aggiungere.

Lingue straniere – Giorgio Distante

Ciao Giorgio
Il racconto e simpatico e anche ben scritto,ma non ho capito bene cosa vuoi trasmettere.
Le gag sono simpatiche, ma la storia in se mi ha lasciato poco.
Sembrano riflessioni confuse dal dentista, che per quanto plausibili non ci ho trovato quel guizzo in più che mi permetterebbe di promuovere il pezzo.
A rileggerti.

Santo sollievo di Simone Cassia

Ciao Simone
Hai per le mani un diamante grezzo.
Un ambientazione veramente intrigante, che andrebbe approfondita con dei possibili risvolti veramente interessanti.
Il lungo spiegotto sul passato della protagonista appesantisce molto, potevi raccontare meglio la tua distopia che risulta solo accenata.
Potrebbe venirne fuori un bel steam-punk. Hai i personaggi e l'ambientazione, ora ci vuole più storia.

Ottimi quarti di manzo – Veronica Cani

Ciao Veronica

Un racconto con un ottimo inizio ma che si perde nel finale.
Ho letto che volevi lasciare il finale aperto, ma la storia lascia pochi indizi per poter tirare una conclusione soddisfacente.
Cercherò di spiegarmi meglio.
Ci sono due indizi: la sparizione della donna e il sogno ma sono deboli per far arrivare ad un conclusione.
Le donne sono le amanti: ma perché sparire per una settimana? Partirebbero delle ricerche.
Potrebbe venirne fuori un ottima storia qualunque sia la direzione che prende , ma cosi non mi ha convinto a pieno.


Il mio tipo – Giulio Marchese

Racconto non originalissimo ma godibile, si capisce fin da subito dove andrà a parare.
Per il resto, a parte qualche inperfezione, che ti avranno sicuramente fatto notare non trovo particolari sbavature.
Non trovoniente che non va nel pezzo, non mi ha fatto impazzire, ma sono gusti.
Direi una buona prova nonostante tutto.

Uno su mille (ce la farà) – Chiara Ruffino

Il racconto è piacevole grazie ai molteplici richiami sia videoludici che cinematografici.
Storia lineare e ben scritta, un po troppo lucida per essere un sogno ma nel complesso non mi ha infastidito.
Il finale l'ho trovato un po sottotono, aspetterò un possibile seguito onirico magari Gianni risorge o distrugge il T-rex da dentro.


Un notabile di Andrea Dessandro

Ciao Andrea
Mamma mia, che periodi lunghi usi. Probabilmente è una scelta voluta per dare in determinato ritmo al pezzo,lento.
Il cambio di tempo mi ha un po' spiazzato fa traballare il punto di vista ma a parte questo non ho molto da segnalarti.
Il racconto per la tematica scelta non mi ha intrigato particolarmente, ma è un problema mio.
Nel complesso una buona prova.

Strafottenza – Alberto Della Rossa
Ciao Alberto 
Il problema di questo racconto è propio il disclaimer (o come dicono si scrive). Il pezzo non risulta essere così volgare o violento, la parte che da fastidio non l'hai raccontata e quindi perde la sua carica di disgusto.
Per il resto nulla da dire, pezzo non è originalissimo ma qfunziona ed è coerente.
Una prova positiva.

Di nuovo insieme – Andrea Partiti

Ciao Andrea 
Stavolta non riesco sono un po titubante a giudicare la prova. La storia è carina e la trovata simpatica, ma non sono riuscito a "vedere" il vampiro forse per colpa dei cliche che ho in testa . Ci sono troppe cose che stonano con la natura della creatura, la luce, la claustrofobia.
Un racconto da rivedere un pochino.
Stavolta è un Ni.


Agguato . Daniel Travis

Ciao Daniel.
Il pezzo si lascia leggere, ci sono un paio di cose che mi suonano male: una sono le pozze di sangue, l'altra un periodo nella prima parte( vorrei quotartelo ma sono col cell).
Sicuramente un buon pezzo che gioca su un equivoco simpatico.
Per me il protagonista è un lui, semini diversi indizi che lo fanno intuire.
Prova positiva.

Classifica:

1)Io c'ero – Eleonora Rossetti
2)Strafottenza – Alberto della Rossa
3)Uno su mille (ce la farà) – Chiara Ruffino
4)Agguato – Daniel Travis
5)Un notabile – Andrea Dessardo
6)Santo Sollievo -Simone Cassia
7)Il mio tipo . Giulio Marchese
8)La baita – Adriano Muzzi
9)Ottimi quarti di manzo – Veronica Cani
10)Di nuovo insieme – Andrea Partiti
11)Notturno – Ambra Stancampiano
12)Lingue straniere – Giorgio Distante

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Re: Gruppo SONS OF ANARCHY: Lista racconti e classifiche

Messaggio#14 » domenica 28 febbraio 2016, 20:46

Ecco la mia classifica. Domani pubblicheremo la news con le generali e i finalisti. Complimenti a tutti per l'ottima edizione di cui siete stati protagonisti!

1) Santo sollievo, di Simone Cassia
Mi è proprio piaciuto e me lo sono riletto con gusto per capire se la fretta del finale fosse un male o no e mi sono risposto che è giusto così perché non voglio sapere esattamente chi cos’è questo rinato, quello che conta è il procedimento, il fatto che ci sia una sorta di morbo che riporta qualcuno in vita e altri no e che la risposta che ha trovato l’umanità stia in un nuovo ordine religioso di suore guerriere, fantastico. Gestisci ottimamente la narrazione, procedi pacato, ma perentorio verso il finale che ti sei proposto di raggiungere e il tutto si esplicita in un racconto completo in tutto e per tutto. Per me pollice SU.
2) Io c’ero, di Eleonora Rossetti
Un racconto imperfetto, ma potente. Perché imperfetto? Perché l’hai scritto in mezz’ora e si vede. Perché potente? Perché quando ti lasci andare e superi le strutture liberi una potenza enorme, pura energia. Inoltre declini il tema funzionalmente e lo rendi qualcosa di più, qualcosa d’altro e di più alto rispetto alle semplici tre parole di cui è composto. Per me un pollice su vincolato a una revisione tesa a limare le imperfezioni, non a eliminarle, ma limarle. Ottimo lavoro.
3) Agguato, di Daniel Travis
Bello. Riesci a variare più volte registro in soli 3000 caratteri e ogni volta sei efficace. Non arrivo al pollice su solo per una certa macchinosità che rende necessaria la rilettura per apprezzare appieno il pezzo e credo che un passaggio nel laboratorio gli possa giovare. In particolare, ho sentito il bisogno di chiarire prima e meglio la sessualità del protagonista, che arriva con sicurezza solo quando si alza dal letto, forse troppo tardi. C’è da sistemare anche il finale perché devo forzarmi a immaginare un gatto che si getta tra le braccia di uno sconosciuto subito dopo essere scappato. Non credo siano interventi invasivi, si aggiustano facili. Quindi pollice quasi su e complimenti.
4) Il mio tipo, di Giulio Marchese
Un racconto decisamente imperfetto con però un’anima forte e viva a sostenerlo. Vanno riviste alcune forme, va fatta una revisione, ma è perfettamente coerente al suo interno nel suo tentativo di mostrare il risveglio di una sessualità fino a quel momento negata sotto una coltre troppo spessa d’insofferenza sociale. Ecco, questo ragazzo che si schianta contro la realtà dei fatti, costretto a confrontarsi finalmente con se stesso e con i suoi sentimenti e un personaggio che meriterebbe anche qualche riga in più di trattazione e pertanto nel laboratorio potrebbe trovare la sua forma più compiuta. Pollice tendente all’alto per me.
5) Un notabile, di Andrea Dessardo
Altro racconto imperfetto e che necessità di revisione con però una grande anima a sorreggerlo. Certo, il finale lo si immagina ben presto, ma qui quella che prende vita è la figura così grande e così piccola di questo sindaco che, d’improvviso, si trova circondato di nemici, rancoroso, sconfitto, segnato. Il titolo non mi piace, non lo trovo indicativo, ma l’immagine rimasta impressa nella mia mente è notevole. In ottica di revisione, ti consiglierei di forzare sull’impianto favolistico, renderlo quasi una parabola svincolata dal tempo e dal luogo. Già l’hai fatto, ma va ripulito. Pollice tendente all’alto.
6) Di nuovo insieme, di Andrea Partiti
Titolo pessimo, non caratterizza per nulla il racconto e in parte lo sminuisce. Occhio alla forma intesa nella sua esteriorità, insomma. Intrigante l’idea di un vampiro claustrofobico, mi ha divertito e no, non mi sono sentito preso in giro, in realtà non mi sembra che tu abbia omesso informazioni importanti o mancato di rispetto al lettore. Indizi sparsi per il finale ci sono, tipo il “PER SEMPRE” con cui sottolinei l’intenzione che se ne voglia andare dal “palazzo”. Finale un pelo standard con paletto nel cuore, vero, ma in qualche modo dovevi concludere. Pollice tendente all’alto per me, non su completo perché una revisioncina alla forma la darei, alcune espressioni qua e la mi sembrano poco ispirate, ma niente di grave. Bel lavoro.
7) Strafottenza, di Alberto Della Rossa
Beh, letto il disclaimer, pensavo molto peggio. Alla fine sono due ragazzi che perdono il controllo, anche se mi convince poco il ruolo estremamente passivo di Luigi. Mi ha lasciato piuttosto freddo la rigida scansione in atti, molto scolastica con un ingresso nell’azione decisamente prolungato e un punto di svolta ritardato. Potevi giocare di più con la struttura, osare un pelo di più senza cercare una sorpresa che sorpresa non è, tanto si sapeva che alla fine sarebbe andata a finire male. Inoltre mi sarebbe piaciuto, strafottente per strafottente, respirare un’atmosfera più marcia. Certo, so che hai scritto al super volo e questo non aiuta a costruire strutture più complesse. Commento negativo? No, la lettura scorre, il racconto è piacevole, non presenta errori interni, è ordinato, il tema è presente. Compitino da pollice timidamente verso il su, insomma.
8) Uno su mille (ce la farà), di Chiara Rufino
Non ho pensato al sogno, ma a una qualche realtà virtuale. Poco male perché sta alla sensibilità e al comprendonio del lettore, però in quell’ottica non mi spiegavo come mai dovesse essere proprio Morandi e non un altro utente che ne aveva preso le sembianze e la cosa mi strideva un pelo. Credo che nella prima parte tu abbia spazio per seminare di più e meglio l’idea del sogno, così di evitare fraintendimenti che possono nuocere alla lettura. Ho apprezzato la conclusione, trovo sia bello questo passaggio immediato alla realtà, anche funzionale. Ho apprezzato anche la citazione del T-Rex (per chi non lo sapesse, è una citazione di un mio racconto di qualche mese fa scritto per una Special). Pollice che tende timidamente verso il su più che altro per questa problematica interna che va sistemata. Come consiglio, terrei una via di mezzo, magari suggerendo l’esistenza di una qualche tecnologia capace di fare vivere virtualmente i propri sogni. Certo, sarebbe figo introdurre l’online anche lì, ma ai fini di questo racconto potresti evitarlo per lasciare più spazio al subconscio (Morandi).
9) Ottimi quarti di manzo, di Veronica Cani
Dovresti cercare un montaggio diverso per creare dubbi sulla reale evoluzione dei fatti. Troppo diretto informare che Monica è stata vista l’ultima volta mentre entrava in macelleria, troppo scontato capire dove tu voglia andare a parare anche per quello che fai augurare dalla protagonista a tutte quelle ochette che muoiono (letteralmente) all’ombra del macellaio. Incasina di più, mescola il tutto, divertiti a complicarti e a complicarci la vita e allora ecco che il racconto prenderà vita con ancora più forza. Intendiamoci, già così è buono per la caratterizzazione davvero ottima che riesci a fornire ai tuoi personaggi, però, ecco, se tu riuscissi anche a farmi gelare il sangue con una costruzione da cardiopalma, beh, allora sarebbero solo applausi. Pollice più sul ni che verso l’alto.
10) La baita, di Adriano Muzzi
Manca qualcosa in questo racconto. Forse l’attesa, il contesto. Ho percepito qualcosa che non andava fin dalla mancata definizione del protagonista, lasci incerto il lettore su quale età collocarlo. Il fischietto rosso e il rimando a Harry Potter potrebbero fare pensare a un ragazzino, ma il suo faticare a spostarsi verso il letto fa immaginare un anziano ed entrambe le fasce di età sembrano non contraddire la sua soddisfazione nell’essere rimasto finalmente solo, lasciato in pace dalla famiglia. Poi arriva il mostro e funziona tutto fino al suo ingresso. Eh sì, perché se tu l’avessi lasciato lì fuori, minaccia costante e senza apparente spiegazione, avresti mantenuto la tensione e avresti avuto anche la possibilità di dare un tono diverso al racconto con un finale gelido come il terrore per l’inconoscibile che avrebbe attanagliato il protagonista. Invece la fai entrare, la descrivi in parte e poi chiudi con un doppio finale che sembra più un colpo di teatro artificiale giustificato dall’inserire il tema che altro. Insomma, penso tu debba lavorarci ancora un po’ dandogli maggiore solidità. Pollice ni, ma la lettura, lo sottolineo, è piacevole e non ho percepito peso nel leggerlo.
11) Notturno, di Ambra Stancampiano
Mmh, ni… Ho poco empatizzato con la protagonista, ho trovato tutto molto freddo, razionale e la stessa razionalità nella distribuzione dei sogni non mi ha convinto. Trovo sia un “work in progress” perché è innegabile la grandissima qualità dello stile che ti contraddistingue così come, a mio parere, è innegabile che questa volta il bersaglio non è centrato. Di mio, ritengo che raccontare appoggiandosi al simbolismo nascosto nel narrato sia assai difficile perché tende, sempre, a creare distacco dal lettore mentre all’autore è tutto così chiaro proprio perché da lui ideato. E allora quale può essere la via? La mia risposta è nel cercare di creare più empatia nel lettore. Pollice ni perché credo sia impossibile assegnarti un giù, non ho ancora trovato nulla di tuo che sia sbagliato a priori e da abbandonare. “Work in progress”, l’ho già detto.
12) Lingue straniere, di Giorgio Distante
Il problema principale, qui, è che manca una direzione. Parti e sembri virare verso la critica sociale, poi ecco che arriva la descrizione, anche brillante, del paziente costretto a rispondere a monosillabi alle domande del dentista che lo sta operando (mi ci sono ritrovato tantissimo) e poi chiudi con un finale poco collegato con il resto e anche piuttosto frettoloso. Si legge anche bene, solo che alla fine si rimane con un punto interrogativo in testa a chiedersi dove volessi andare a parare. Dagli un’ordinata e potrebbe sbocciare, ma al momento è un ni (con tanto di punto interrogativo).

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