Gruppo GRIM BASTARDS: Lista racconti e classifiche

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Gruppo GRIM BASTARDS: Lista racconti e classifiche

Messaggio#1 » martedì 16 febbraio 2016, 2:43

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Questo è il gruppo GRIM BASTARDS della DE MARCO EDITION con Romano De Marco nelle vesti di Guest Star.

Gli autori del gruppo GRIM BASTARDS dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo SONS OF ANARCHY.

I racconti di questo gruppo verranno invece commentati e classificati dagli autori del gruppo MAYANS.

I primi QUATTRO racconti di questo raggruppamento avranno diritto alla pubblicazione immediata sul sito ed entreranno tra i finalisti che verranno valutati direttamente da Romano De Marco. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale.

Per la composizione dei gruppi abbiamo deciso di sperimentare un nuovo criterio andando, a giro, a disporre per primi tutti gli autori partecipanti in base ai punti Rank di Era e poi completando i raggruppamenti con i restanti autori in base all'orario di consegna.

E ora vediamo i racconti ammessi a GRIM BASTARDS:

Seconda gioventù, di Francesco Nucera, ore 00.45, 2983 caratteri
Zuppa di caos, di Flavia Imperi, ore 23.54, 2932 caratteri
I tecnici del reparto manutenzione, di Angelo Frascella, ore 00.06, 2995 caratteri
I sogni son desideri… di felicità!, di Patty Barale, ore 01.06, 3158 caratteri MALUS 12 PUNTI
Il demone, di Diego Ducoli, ore 00.31, 2945 caratteri
La gatta femmina, di Angela Catalini, ore 22.09, 2882 caratteri
Fine di un incantesimo, di Viviana Tenga, ore 00.31, 2993 caratteri
Canale notturno, di Alexandra Fischer, ore 22.17, 2764 caratteri
La pillola azzurra, di Linda De Santi, ore 23.15, 2884 caratteri
Il sogno, di Carla Anastasio, ore 00.40, 2991 caratteri
A cosa servono i fratelli, di Monica Patrizi, ore 01.31, 2847 caratteri MALUS 6 PUNTI
Congiura, di Francesco Cascione, ore 00.02, 2998 caratteri

Avete tempo fino alle 23.59 di venerdì 26 febbraio per commentare i racconti del gruppo SONS OF ANARCHY. Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Vi avverto che sarò fiscale e non accetterò classifiche postate anche solo alle 00.00 a meno che problemi improvvisi vi ostacolino all'ultimo, ma in quel caso gradisco essere avvertito, sapete come trovarmi. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, posterò la mia e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete più di dieci giorni per commentare e classificare i DODICI racconti del GRUPPO SONS OF ANARCHY e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare altri racconti, ne avete TRENTACINQUE (escluso il vostro) a disposizione e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, dieci giorni sono anche troppo pochi. E ancora: date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro.

Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti.
– 6 punti malus per chi commenta la metà dei racconti + 1
– 13 punti malus per chi non commenta i racconti o arriva a commentarne meno della metà + 1
Cominciate a utilizzare il contatore del forum per calcolare i caratteri. Selezionate l'area desiderata e fate calcolare.


Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel GRUPPO SONS OF ANARCHY.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.

BUONA DE MARCO EDITION A TUTTI!















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Jacopo Berti
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Re: Gruppo GRIM BASTARDS: Lista racconti e classifiche

Messaggio#2 » venerdì 19 febbraio 2016, 13:25

Ecco la classifica. Stavolta, direi, nessun problema di aderenza al tema. Era abbastanza ristretto, molti lo hanno interpretato in maniera letterale e i pochi sconfinamenti li ho trovati del tutto legittimi, anzi, opportuni.
Complessivamente la lettura mi ha coinvolto un po' meno rispetto all'edizione precedente. Ho avuto come l'impressione – e prendetela per quello che è: un'impressione soggettiva – che alcuni abbiano giocato sulla difensiva. Ma forse è anche perché avete scritto tanti racconti fantastici, tra "fantasy" (sempre tra virgolette) e fantascienza, e io, specialmente di quest'ultima sono un lettore esigente e smaliziato.
Come sempre, la parte intermedia della classifica è la più difficile.

1) La gatta femmina - Angela Catalini
Bentrovata, Angela!
Credo che questo tipo di "risveglio" sia venuto in mente a più di qualcuno. A me sicuramente; anche per il divertito ricordo di un racconto di Ray Bradbury, "Junior", laddove s'instaura addirittura un dialogo tra l'allettato e il risvegliato ;)
Ad ogni modo, se l'idea non è originalissima, ottima è l'ambientazione: da commedia, caricaturale. Ho apprezzato la caratterizzazione psicologica "regionale" e gli elementi di cultura materiale presenti nella tua narrazione: il servizio buono, i ritratti di uomini e donne con baffi, la stanza che odora di cedro e naftalina.
È il primo racconto che leggo e commento, quindi non so come sia in rapporto agli altri. Ma ha l'aria di un testo che finirà tra le prime posizioni della mia classifica. Brava!
Ed ecco un piccolo appunto:
- "Il medico annuì, in paese c’erano fin troppe femmine senza marito e pure lei temeva che qualcuna adocchiasse il suo Giacomone. Tuttavia, era ancora una bella donna, con le forme sode e generose e il ritocchino alle labbra, aveva accentuato il fascino mediterraneo."
In queste due frasi non mi convince la punteggiatura: dopo "annuì", anziché la virgola starebbero i due punti. E la virgola dopo il soggetto "ritocchino alle labbra", come certamente ti faresti notare da sola, non ci va ;) Anche il 'tuttavia' non mi sembra adattissimo come nesso logico.

2) Zuppa di caos - Flavia Imperi
Ciao Flavia, complimenti, gran bel racconto! Hai avuto coraggio a farlo tripartito (quattro paragrafi, ma tre ambientazioni), ma ha pagato: di solito mi tocca dire che certe cose meriterebbero più spazio, qui invece mi stupisco di come ci stia tutto quel che hai scritto in meno di 3000 caratteri. Le idee sono geniali (sebbene non originalissime) e lo stile è perfettamente adeguato; apprezzo la parabola ecologica e gli accenni, tipici della fantascienza, a un contesto più ampio e strutturato. A voler essere pignolo, non mi sono del tutto chiare le intenzioni dei molluschi alieni: come pensano che lo scambio di sesso possa essere una lezione di ecologia in difesa dei loro omologhi terrestri? Ma d'altronde, lungi da me tentare di capire i disegni di intelligenze superiori.
Mi ha ricordato uno dei racconti ecologici di George Martin, ne 'I viaggi di Tuf' (stupenda raccolta, che consiglio a tutti).
Da parte mia, ti spetta certamente il podio, non so di che metallo :)

3) Il demone - Diego Ducoli
Ciao Diego :)
Un buon racconto che traspone in un mondo magico/fantastico una situazione realistica e nota, avvicinando così e al contempo straniando il lettore. L'idea è buona lo svolgimento equilibrato e credibile, ma il finale troppo "telefonato", in particolare a causa di questa parte: "Prima o poi la smetterai di mangiare questi intrugli, ma di cosa avrai bisogno dopo?” bofonchiò tra uno sbadiglio e l'altro. / Accoccolò la creatura nel letto sperando che Gorion non si accorgesse di nulla". Così, oserei dire, è quasi impossibile non capire dove andrai a parare. Le ultime righe si leggono solo a conferma. Credo che saresti stato più incisivo se avessi fatto diversamente.
Lo stile mi sembra adeguato, tuttavia avrei osato un po' di più (ad esempio curando di più la descrizione del demone e il moto di ribrezzo/affetto che già traspare un po'). Ora come ora aggiunge poco ai contenuti. Il tono un po' ironico e divertito è comunque apprezzabile.
Attenzione a questo refuso:
“Tocca a te” gli ordinò l'uomo senza nemmeno alzare la testa dal cuscino. "Gli" per "le".

4) I sogni son desideri... di felicità - Patty Barale
Ciao Patty!
I racconti che scelgono uno stile definito e vi inseriscono, trasfigurandoli, contenuti presi altrove, mi piacciono, quando sono riusciti. Questo mi pare piuttosto riuscito, come imitazione di quei programmi televisivi che fanno leva sui sentimenti, sulle tragedie familiari, sui personaggi dalle vicissitudini più improbabili e contro cui il destino, il caso o il mondo si accanisce. Fa sorridere perché il tutto è decontestualizzato, ma è umorismo nero, ovviamente; morboso alla fine, quando si parla di uno stupro (anticipato in modo angosciante dal respiro affannoso) a danno di una persona priva di sensi.
Vedo che hai già sforato coi caratteri, e in effetti certe parti avrebbero meritato più spazio e più cura.
Ma in complesso una buona prova, brava!

5) A cosa servono i fratelli - Monica Patrizi
Ciao Monica,
Il tuo racconto mi piace: riesce a offrire un buon quadro di affetto fraterno. L'inizio è accattivante, e mi diverto a seguire la protagonista nel suo risveglio, nel suo sguardo ironico a se stessa, in quel non prendersi troppo sul serio, quel farsi trasportare dalla musica e dal fratello senza subire passivamente qualcosa, ma anzi con leggerezza.
Forse mi sono perso qualcosa, ma non saprei interpretare il finale, l'ultimissima frase: "[...] e di una sorella che sappia almeno la strada di casa".
È una metafora? È una di quelle allusioni che si capiscono solo tra fratelli, riferimenti a episodi passati indimenticabili? Perché potrebbe essersi anche lui perso, tornando a casa, ma non trovo un riferimento nel testo.
Questo mi lascia un po' perplesso, ma in generale lo trovo un buon racconto.

6) Seconda gioventù - Francesco Nucera
Un racconto ben scritto e coinvolgente, dolceamaro perché il personaggio fa sorridere, è vero, ma un po' anche impietosisce. Mi piace molto il ritmo della narrazione, che rispecchia quel vivere e divertirsi del protagonista a un'altra velocità rispetto alle ragazzine tutte cellulare e selfie. Non so ancora se mi ha convinto il finale apertamente didascalico. Ci penserò su.
Quanto al dubbio ortografico, sono quasi certo si tratti di un troncamento e che quindi tu possa scegliere di scriverlo o amo o amo' con l'apostrofo, non con l'accento. Come quando si scrive po' al posto di poco. Io sono per la soluzione grafica visibile, per rendere il suono di parola, appunto, tronca e per evitare fraintendimenti con il presente indicativo prima persona singolare del verbo amare. L'accento, comunque, direi che è scorretto.

7) Canale notturno - Alexandra Fischer
Ciao Alexandra, sono sempre qui a leggerti e a commentarti ;)
Stai componendo, con i tuoi racconti, una collezione di oggetti stregati, posseduti e magici: case, sciarpe, spade e ora la radio. La cosa non mi dispiace. L'idea si ripete con variazioni tematiche sempre interessanti ma con leggibilità e comprensibilita (di struttura e di sintassi) altalenante. Qui funziona quasi tutto, secondo me: la prima parte è chiara sin da subito e mi piace quel clima riservato e un po' austero che riesci a dare alla padrona di casa (o forse lo evochi soltanto, perché non riesco a capire esattamente a cosa sia dovuta questa immagine). Sembra, inizialmente, che sia una donna compita e abitudinaria, infastidita dal volume della radio della ragazza. Fino allo stacco, che giunge opportuno.
Poi il racconto prosegue in un crescendo, riuscito, ma che nella seconda parte lascia spazio, a mio avviso, a qualche incomprensione, forse dovuta a parti che non hai chiarito.
In paricolare:
1) la ragazza si era in effetti avventurata in soffitta, e quindi la signora si era fatta un'idea sbagliata della sua discrezione? Oppure c'è altro sotto?
2) L'idea della somiglianza di Muller/Moeller non mi convince: perché o è un particolare inutile, oppure, se vuol dire di più, non ci sono le condizioni per farmelo capire.
3) La mia idea sul finale ce l'ho: distruggendo la radio, la signora pensava di liberare Lena da essa, mentre invece ne distrugge l'anima che ne era intrappolata, tant'è che il corpo rimane fermo con occhi vacui. Però non ne sono sicuro, perché 'rivolgere un'occhiata' è una cosa da fare attivamente, quindi non so se è in qualche modo dis-animata o, viceversa, spiritata.
In complesso, una buona prova, ma ci sono alcuni elementi che tolgono un po' di soddisfazione al lettore.

8) I tecnici del reparto manutenzione - Angelo Frascella
Ciao, Angelo.
Il racconto mi piace molto sia per la trama che per lo stile, che per l'ambientazione. È equilibrato e si legge dall'inizio alla fine in maniera scorrevole e attenta. Il finale mi è giunto inaspettato: col senno di poi era prevedibile, ma nei fatti è una sorpresa che le minacce dei guardiani fossero in realtà una prova da superare per il reclutamento.
Quanto all'ambientazione (che, ripeto, non è la trama), tuttavia, devo dire che non mi sei parso così originale: l'idea che ci sia qualche intelligenza o entità superiore che sta, di nascosto, guidando e sistemando le sorti del mondo e dell'umanità è tipica della fantascienza (e in origine è religiosa: d'altronde citi tu stesso gli angeli).
Di più: l'idea che questa intelligenza sia un'organizzazione composta da individui con poteri speciali è anche sfruttata più volte (e penso agli "Osservatori" della serie TV Fringe).
Ma il richiamo "forte", per un appassionato di P.K.Dick come me, è al racconto "Squadra riparazioni" e al film da esso tratto "I guardiani del destino". Anche qui c'è un gruppo di "guardiani" che si occupano di malfunzionamenti e di aggiustamenti delle cose del mondo e che individuano in una persona uno dei problemi a cui porre rimedio. Insomma, personalmente l'ho letto il tuo come un racconto "con ambientazione data" e la quasi sinonimia dei titoli e della presenza di "guardiani" ha aiutato. A me è capitato a volte di scrivere dei testi nei quali ho citato idee geniali (quale è la tua) che poi ho ricordato essere effettivamente cose lette o viste, o comunque molto simili. Forse è anche il tuo caso, non so. Dando assolutamente per scontata la tua buona fede, devo meditare quanto il richiamo alle opere citate sia oggettivo (alcuni elementi ci sono) e quanto invece sia io come lettore a vedere le somiglianze. Il punto è che si tratta di una storia che ha nell'idea geniale uno dei suoi punti forti. Se l'idea geniale già la conosco, rimango un po' perplesso.

9) Fine di un incantesimo - Viviana Tenga
Ciao Viviana!
L'idea c'è, ed è simpatica: mi piacciono, in genere, le rivisitazioni delle fiabe.
Mi torna in mente, a tal proposito, "La bella addormentata nel frigo", simpaticissimo racconto di Primo Levi sull'ibernazione.
Il tuo è un racconto con una buona idea, perfettamente a tema, con una realistica dose di amarezza e di disillusione, una giusta componente di femminismo, nel senso di rivendicazione (in opposizione alle fiabe) dell'autonomia delle donne nella loro vita, nel senso anche di solidarietà di genere.
Però, purtroppo, a livello di stile, mi pare molto piatto; non trovo quasi nulla che mi faccia apprezzare la scrittura in sé. Sappiamo che su MC il tempo è poco, ma questo racconto meriterebbe più cura rispetto a quella che sei riuscita a dargli. Meriterebbe, secondo me, uno stile che sia scelto consapevolmente e portato avanti da cima a fondo. Magari mi sbaglio, ma questo mi sembra "scritto come viene".

10) La pillola azzurra - Linda De Santi
Ciao Linda, bentrovata!
Una simpatica rivisitazione di Matrix, con diversi capovolgimenti. L'idea generale funziona, ma non mi aspetterei diversamente: il gioco in fondo è abbastanza facile. Alcuni elementi sono divertenti e riusciti: tipo "Wagner Bros" si presta a fantasticherie nibelungiche; poi, anche il cellulare con due soli numeri "utili" è un ottimo elemento di caratterizzazione indiretta del personaggio e del suo contesto sociale fuori dal virtuale/onirico.
Il finale ha poco piglio, secondo me: non è a sorpresa, è triste ma non abbastanza da muovere a compassione, è un po' troppo didascalico/raccontato. Di solito non mi disturbano queste cose, ma l'intervento del narratore onniscente effettivamente m'infastidisce qui: "Presto sarebbe tornato ad essere il sé stesso che amava: bello, circondato da donne e ricco come il demonio. Sarebbe tornato alla sua vita da sogno… "
Complessivamente lo trovo buono, ma non particolarmente notevole.

11) Il sogno - Carla Anastasio

Bentrovata, Carla.
Storia curiosa e inquietante, la tua. Non so se ho capito perfettamente l'ambientazione, ma mi sembra condivida una delle idee che io stesso ho utilizzato nel mio racconto: un viaggio nel passato per condurre studi storici o comunque reperire informazioni. Se sia effettivamente così o se invece siano i pensieri nel dormiveglia di un uomo che vuole movimentare un po' la sua vita non saprei dirlo. Ad ogni modo, credo che il viaggio abbia a che fare con la persona fisica e abbia nella dimensione onirica il collegamento col presente da cui il viaggiatore proviene e a cui deve riferire. Chi sono "loro"? Lui è obbligato a fare questo viaggio? Le risposte non ci sono, ma non mi dà fastidio: il lettore ha la possibilità di porsi le domande e rispondersi fantasticando. Complessivamente, la trama mi piace.
Vengo alla forma e allo stile. La struttura è semplice e funziona come deve. Forse avrei staccato in due o tre paragrafi il testo, per evidenziare il cambio di scena prima di "Sconsolato" e il cambio di "paradigma di realtà" (scusa i paroloni) prima di "Il sonno, pietoso...".
Come stile, sulla parte narrata non ho niente da ridire. Sui dialoghi invece sono molto perplesso: suonano piuttosto artificiali, lontani da un modo di parlare normale. Hanno un tono di gravità e di serietà che non sembra giustificato dal contesto. Sin da subito mi hanno dato molto fastidio frasi del tipo "sapessi come ti sono grato di avermi svegliato!" o "È vero che il mutuo pesa, ma è questo quello che speravamo di ottenere dalla vita? Pensaci!". Poi leggendo il finale ho avuto l'impressione che fossero in qualche modo recitati per compiacere qualcuno, qualche spettatore, tipo i personaggi di Truman Show. Ma poi non ho trovato effettivi riscontri, anche perché fino alla sera lui è inconsapevole di tutto. Quindi rimane l'opinione negativa sui dialoghi, anzi, si accentua perché interferisce con l'interpretazione degli eventi.

12) Congiura - Francesco Cascione
Ciao Francesco,
questo è il racconto del vostro girone che ho fatto più fatica a leggere. La prima cosa che mi ha messo in difficoltà è che la lettera iniziale inizia giustamente col nome del destinatario, "Carissima Céline". Poi non si conclude: l'unico segnale è il nuovo paragrafo, ma sarebbe legittimo in un racconto epistolare. E io penso che la lettera stia andando avanti. Finché, dopo 5-6 righe Céline e il padre vengono citati come terze persone, e allora devo andare a rileggere tutto, per avere conferma che la lettera finiva col paragrafo.
Poi c'è confusione (o magari solo io vado in confusione) sulla cronologia. Se quando il padre sembrava sul punto di essere assassinato la figlia aveva 5 anni, com'è che il testamento viene aperto molto dopo, e Céline è una donna adulta? Poi, andando ancora avanti, ho capito che Eric Gustav aveva iniziato a temere la morte da quando aveva cominciato a combattere la congiura del Progetto Adamo. Era riuscito per molto tempo ad evitarla, dunque. Però anche qui ho dovuto rileggere.
Infine, la chiusura: Boston, 10 settembre 2001. Chiaro che devi mettere la data come colpo di scena. Ma l'apposizione della data fa parte di un genere letterario. Quindi è effettivamente anche questa una lettera? Oppure un diario? Un memoriale?
In questa edizione ho trovato diversi racconti con qualche confusione (o magari sono io che in questi giorni sono obnubilato dal raffreddore): ma questo mi è sembrato un po' un disastro. Il punto non è che devi fornire le informazioni tutte e subito: in certi racconti c'è un vero piacere di ricostruire i fatti, ma non deve derivare dall'impressione che il racconto sia sbagliato.
Poi, come idea non è male, e lo stile è consono. Ma insomma, tutto ciò non riesce, secondo me, a bilanciare il problema di cui sopra.
«Se avessimo anche una Fantastica, come una Logica, sarebbe scoperta l'arte di inventare» (Novalis, Frammenti)

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Vastatio
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Re: Gruppo GRIM BASTARDS: Lista racconti e classifiche

Messaggio#3 » venerdì 19 febbraio 2016, 22:47

Seconda gioventù
Ciao,

un racconto amaro nel risveglio del protagonista alla consapevolezza della sua età che si legge senza problemi di comprensione. L'unica cosa che non me lo fa apprezzare totalmente è l'equilibrio delle varie parti. Molto lungo l'incipit nella descrizione "grottesca" del diversamente giovane e del suo abbigliamento fuori target, mi hai fatto credere che puntassi a qualcosa di fuori dall'ordinario. Invece il risveglio è più che reale e amaro.
Mi piace il richiamo alla frase iniziale, forse non immediato comprendere che c'è un salto temporale in mezzo (cambi subito il colore della scarpa, ma in un primo momento non ci ho fatto caso). Mi fa un po' strano che, seguito da uno psicologo, si riduca in quello stato, nella mia fantasia mi immagino gli strizzacervelli come persone che cercano di farti per prima cosa accettare te stesso, non illuderti di essere qualcosa che non sei.
Alcuni appunti: refusi (ad es. labiAle) e un uso forse non brillante di "monitor" al posto di "schermo" che trovo più adatto a un cellulare.

Per la vostra diatriba sull'uso corretto propongo una terza soluzione: amo', in quanto dovrebbe trattarsi di troncamento del sostantivo amore. A quel punto uno ficca l'accento dove più gli garba (chiedete a Maurizio che è terzo dan in dislocazione accenti).

Zuppa di caos

Ciao,

un racconto divertente in cui vedo poco brillante e preciso il finale. Da fruitore di manga lo scambio dei corpi o la trasformazione nell'altro sesso è quasi pane quotidiano, ma sei riuscita a dipingere bene il disagio che ne possa derivare anche se ti rifugi nella classica macchietta maschile.
Alcuni appunti (refusi a parte):
- "puzza di pesce" in un ristorante mi stona un po', spererei ci fosse "odore di pesce".
- a logica mi immagino sia più "facile" scambiare le coscienze che le coscienze e muovere pure i rispettivi corpi da un posto all'altro, non vedo perché gli alieni dovrebbero prendersi la briga di spostare il corpo fisico.
- sempre sulla questione alieni non colgo il riferimento alla lezione "ecologica" o il riferimento alla pansessualità, visto che al massimo, nel caso di ostriche o animali simili, si parla di ermafroditismo. Nel tuo caso però sono stati scambiati i corpi di due persone differenti, non hanno cambiato sesso mantenendo però i loro tratti fisici.


I tecnici del reparto manutenzione

Ciao,

bel racconto e bell'idea (credo di aver letto qualcosa di simile in passato, ma non chiedermi dove) per quanto ritenga l'espediente usato per il reclutamento poco funzionale. Affidarsi a dei "buon samaritani" mi sembra veramente poco efficiente sul medio e lungo periodo. Avrei gradito di più avere qualche spiegazione pseudo scientifica sulla validità di tale scelta. Fosse anche stato l'abusatissimo "intuito femminile", che per noi è una leggenda metropolitana, ma per i tuoi tecnici potrebbe essere una dote documentabile e quantificabile, oltre al motivo per cui le squadre di reclutatori girino in coppie miste.
In definitiva trovo che con un finale legegrmente diverso avresti dato maggiore "credibilità" a tutto il testo.


I sogni son desideri… di felicità!

Ciao,

condividi protagonista, l'idea e la chiosa finale con una tua collega di gruppo, fortunatamente decidete di sviluppare l'idea in modo diverso. Ho apprezzato molto la fiaba incuneata nella nostra realtà. Non ti nascondo che hai affievolito la mia voglia di vivere durante la lunga presentazione dell'ospite (esattamente come avrebbe fatto la vera presentatrice, quindi brava). Anche il ribaltamento della figura di Azzurro è geniale.
Se devo trovare qualcosa che cambierei sono proprio i riferimenti espliciti iniziali e finali alle favole. Inquadrare la storia con i numerosi indizi per dire alla fine (o in mezzo, il nome Bianca associato al coktail di mele è di per sé sufficiente già a insinuare la verità) "Cacchio, ma è Biancaneve!", rileggendo poi tutto quando con la nuova consapevolezza, senza la doppia imbeccata sulle favole sarebbe stato il massimo .


Il demone

Ciao,

cominciamo col dire che entri a testa bassa in un genere che adoro e che mi ricorda ciò che ho da poco passato (non che sia migliorato molto in definitiva). Forse prorpio per questi due fattori non ho trovato "sorprese" nel tuo testo, ma ispiratissimi passaggi come gli ingredienti per la poppata notturna.
Secondo me avresti potuto rivelare molto più in basso la natura di "famiglio" dell'infante, in modo da lasciare il dubbio se il "compagno" fosse umano o meno. Così invece, per chi mastica fantasy, sai già che si tratta di un evocato, non del frutto dei loro lombi e anche la frase sull'uso del sangue di lei serve solo a giustificare la presunta somiglianza e non anche a dare indizi sulla sua natura.
Forse perché "condizionato" da Operazione Ifrit (o Caos che dirsi voglia di Anderson) lo scarso coinvolgimento emotivo della sorte del compagno un po' mi ha deluso. La frase sullo svezzamento, oltre a rovinare il finale, è anche un po' ingenua: una strega che evoca un famiglio e lo "allatta" per un po' non si è preoccupata di sapere cosa mangerà dopo?
Se lasciassi intendere che il suo "nuovo" compagno invece è stato scelto apposta...


La gatta femmina

Ciao,

sono in difficoltà perché non credo di aver compreso bene la storia. O meglio, la verità che c'è dietro: lui è veramente paralizzato (la paralisi non influenza necessariamente anche la capacità erettile) o stanno cercando di fregare per avere la pensione di invalidità? Propenderei per la seconda ipotesi, visto gli accenni in chiusura (imprecazione, muscoli non "controllabili" e "Miracolo!"), ma il dubbio rimane. Non so, la chiusura è da barzelletta, ma il resto non lo trovo all'altezza.
Alcune note:
- continui a riferirti alla dottoressa Antonia al maschile. Sono certo che medico si possa usare anche per il femminile, ma se volevi rimarcare che al marito viene duro perché vede e viene toccato da un'altra donna avrei trovato più indicato il ricordarlo di essere in presenza di una "dottorESSA" e/o rimarcare alcune posizioni audaci durante la visita.
- imprecare "Miracolo!": non riesco davvero a immaginarlo
- davvero una dottoressa si scandaliza tanto da perdere il martelletto per un pene sull'attenti? tra l'altro se è medico legale adibita a scovare determinate truffe un po' scafata me l'aspetto.
- fortunatamente per noi anche il cuore è un muscolo che non possiamo controllare.
- "nemmeno una gatta femmina" bel modo di dire, difficile in effetti trovare una gatta non femmina.


Fine di un incantesimo

Ciao,

un'altra Biancaneve, sia per la storia sia perché in questo gruppo hai una collega che ha sfruttato la tua stessa idea. La tua Biancaneve finisce in modo diverso dalal favola, arriva ai giorni nostri per essere svegliata da una pietra lanciata da una ragazzina. Intanto dovresti decidere se si capiscono o meno: non sembri convinta nemmeno tu se gli anni trascorsi e la lingua che inevitabilmente si modifica siano veramente un ostacolo alla comprensione. Ed è un peccato, avresti potuto giocarci sopra. In generale mi da l'idea di qualcosa che non ha bene una forma e una direzione.
Mi piace però il pragmatismo di questa Biancaneve, forse un po' eccessivo per qualcuna che si è appena risvegliata da un incantesimo anni/secoli dopo il suo tempo e ha pianto il passato perduto, ma comunque bello in contrapposizione alla bambina. Avrei visto bene anche un moto "materno" in cui consolava la bimba, un gesto istintivo in cui rivedere l'amorevole Biancaneve dei Sette Nani.



Canale notturno

Ciao,
la storia c'è e si capisce, i blocchi di trama sono ben equilibrati tra di loro. A parte alcune scelte di trama il problema credo che sia il mantenimento del focus. Salti qui e là dando informazioni, sempre pertinenti, e attiri l'attenzione su luoghi/eventi che rischiano di disorientare.
Per spiegarmi meglio: Risveglio/Musica -> Tutta la casa/Solaio -> Porta della stanza -> solaio -> Rivelazioni passate -> 18 giugno -> stanza pensionante -> solaio -> calendario -> 18 giugno ... ecc
Ripeto, si segue, non ometti grandi particolari (come capita ad esempio a me), quindi il problema non è la mancanza di informazioni, quanto la loro dislocazione nella storia.
Personalmente trovo superfluo il gioco di parole sul cognome, per quanto capisco che ti serva per giustificare il redivivo interessamento del bambino, puoi giocarti una somiglianza fisica/età, o va anche bene l'assonanza dei nomi (solo non essendo italiani la pronuncia del lettore non è detto che sia corretta, quindi ci si basa sul riconoscimento grafico e stona con la radio che è solo acustico).
Nota sulla chiusa: se si gira verso la sedia e vede non le serve l'istinto per capire che è occupata. Si gira per istinto, o per un brivido opprimente, ma quando vede... beh, vede.





La pillola azzurra

Ciao,

mi piace il tuo Morfeo che vende sogni in pillole che causano dipendenza. Un plot non certo originale, ma che si presta più che bene al tema dell'edizione. Mi disorienti un po' con la grafia dei pensieri (parentesi e corsivo? forse uno è il narratore?), Non perdi tempo e caratteri sul sogno, ed è un bene, ma la parte finale non la trovo all'altezza delle premesse:
- in primis il nome del bar che disintegra tutta l'ambientazione che mi ero immaginato da periferia decadente in un futuro non troppo lontano
- "Fanno 2000". 2000 cosa? lire, euro, paperdollari? è tanto? è poco? Se è tanto e questo si sfonda di sogni come fa a campare? Meglio un generico "La tariffa la sai", mi lascia meno domande.
- il colore della pillola. Richiama tante altre "pillole" e storie. Lo so che è sbagliato associare elementi esterni, ma l'inconscio lavora così e, a dirla tutta, ci basiamo spesso su questi giochetti per far funzionare i racconti da 3000 (cosa? caratteri).
- forse un po' ridondante il "Sogni D'Oro scritto in lettere dorate" e inutile il "diceva la verità" finale. Trovo che tolga forza alla risposta: che vuole tornare in quel mondo è già lampante da quello che fa e che pensa prima, nessuno credo si immagini che possa mentire.


Il sogno

Ciao,

l'idea di base non è male, ma mi lasci con troppe domande sul finale: butti tanta carne al fuoco senza darmi nemmeno uan forchetta per raccoglierla. Per carità, riesco tranquillamente a darmi una risposta ad ognuna delle domande che lasci in sospeso, ma, essendo un errore che faccio spesso anche io, sento puzza di dinamiche complesse dietro che non ci sono state in quei pochi caratteri che hai deciso di dedicargli.
Perché in effetti sacrifichi tanto alla descrizione della giornata/vita monotona. A questo punto semplifica il finale, a parte la storia di Alberto non dai nessun accenno a tutto quello che citi: viaggi nel tempo, storia da ricostruire, costi da ammortizzare... puoi lasciarmi con qualcosa di non spiegato, ma non con tutto (da che pulpito...)!



A cosa servono i fratelli

Ciao,

ammetto che il tema trattato non raccoglie la mia approvazione, non sono un grande fan delle sbronze o di chi decide di sfondarsi di alcol in onore al divertimento. Detto questo il racconto si legge senza problemi, non ci sono problemi di comprensione anche perché non c'è nulla di complesso da capire. Tutto il racconto serve a rispondere alla domanda nel titolo, senza però offrire tanto di più: un bello scorcio di amore fraterno, ma nessuna morale che dia un senso se non lo scambio di battute tra fratelli. Un sorriso me lo strappi per questo fratello che non sa la strada, perché io sono così, senso di orientamento zero, mi perderei anche dietro casa.
Avrei preferito qualcosa di più, anche la pietra che lanci sul significato della canzone, non è granché sfruttata: lei ha appena finito una relazione o è semplicemente una persona sensibile? Non è importante si vede per l'economia del racconto nemmeno per te.


Congiura

Ciao,

riscontro principalmente due grossi problemi in questo racconto. Il primo è legato alla fase iniziale. Bisogna rileggere un paio di volte la parte epistolare e l'attacco successivo per capire che c'è un salto temporale e un cambio di protagonista.
La ripresa è da incubo: una frase lunghissima e poi tutti quegli a capo di brevi sentenze.
In generale tutto l'elaborato sembra voler spararti in faccia frasi da scoop, che sia un giornalista bravo se lo dice da solo, ma che riesca a far cadere governi semplicemente elencando in font 40 la lista della spesa non riesci a farmelo digerire.
Il secondo problema è che non tiri fuori nulla di nuovo dal cilindro. Se vuoi giocare alla congiura, al complotto e al "Progetto Adamo" sforzati di trovare qualcosa di nuovo, di inaspettato. Che sia il modus operandi o l'incrocio di "eventi" apparentemente slegati da anni/luoghi/colori. Non basta una data in calce per salvarti.





La Classifica

1. I sogni son desideri… di felicità!
2. Seconda gioventù
3. Il demone
4. I tecnici del reparto manutenzione
5. La pillola azzurra
6. Fine di un incantesimo
7. Zuppa di caos
8. La gatta femmina
9. A cosa servono i fratelli
10. Canale notturno
11. Il sogno
12. Congiura

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jimjams
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Re: Gruppo GRIM BASTARDS: Lista racconti e classifiche

Messaggio#4 » lunedì 22 febbraio 2016, 17:18

Metto qui solo la classifica, i commenti li trovate sotto i relativi messaggi dei racconti.

1) La pillola azzurra
Questo racconto mi piace molto. Anche se forse l'idea non è del tutto nuova lo sviluppo che Linda è riuscita a dare alla storia ha un equilibrio che mi soddisfa molto. Non ci sono sorprese o colpi di scena spettacolari, ma è proprio nella banalità della caduta che si evidenzia bene l'effetto di una droga. Per me il migliore di questo girone.

2) Il demone
Diciamolo, ho un debole per l'ironia e questa scenetta familiare mi ha fatto rotolare. Magari in qualche passaggio si è scelto di battere facile (quasi vergine eh?) ma il tutto funziona alla grande. Volendo proprio proprio essere pignoli, la "mamma" avrebbe dovuto saperlo bene cosa mangiava il piccolo, ma ti perdono senza problemi. Mi pare di aver scorto un paio di refusi.

3) I tecnici del reparto manutenzione
Idea deliziosa e ben sviluppata. Riesce anche a sorprendere nel finale. Buona la narrazione. Forse, e dico forse, il nostro protagonista appare fin troppo tranquillo e stabile, vista la situazione. Ma d'altra parte non reclutiamo mica gente qualsiasi noi evanescenti, solo tipi con il ghiaccio nelle vene :-) Uno dei migliori del gruppo direi.

4) La gatta femmina
Ancora un racconto carico di ironia e anche questo lo trovo molto gradevole. Il finale devo dire la verità, anche se prevedibile e corretto, non mi convince appieno. In particolare mi sarei aspettato una reazione diversa dalla povera moglie. Negativa forse, aggressiva verso la gatta morta che aveva risvegliato i sensi dell'uomo. Ma sono gusti, forse si è voluto privilegiare il lato ironico e divertente della cosa.

5) Seconda gioventù
Idea molto simpatica, un'interpretazione del brusco risveglio che ci sta tutta.
Confesso che mi ha fatto ridere e pensare a qualche personaggio che conosco.
C'è qualche refuso e lo stile poteva essere forse un po' migliore, comunque è un racconto assolutamente leggibile.
Il ruolo dell'amico è un po' strano, poco chiaro, almeno all'inizio. In ogni caso un racconto gradevole, nella metà alta della classifica.

6) I sogni son desideri di felicità
Oh mamma mia che storia. Vediamo, da dove comincio. Diciamo che tutta la parte iniziale è molto raccontata, ma d'altra parte si tratta di una trasmissione e il presentatore, appunto, racconta. C'è un passaggio migliorabile: "accanto a me c’era un uomo, un volontario, mi dissero, che mi era stato accanto", da togliere uno dei due accanto. In generale il racconto suona un po' forzato nel linguaggio e nella situazione, specialmente nel finale dove si punta tutto su un gioco di parole (Bianca Neve in Azzurro) e su una morale (Svegliatevi bambine). La sorpresa è forte, ammettiamolo, e scuote un po' lo stomaco del lettore. Grazioso il doppio riferimento al tema, all'inizio e alla fine del racconto.

7) Fine di un incantesimo
Tema centrato alla perfezione e idea piuttosto interessante, rivisitare una fiaba è sempre stuzzicante.
Poi però mi pare che la tensione del racconto scemi andando avanti per toccare il fondo proprio sul finale, là dove di solito ci si aspetta risieda il picco. Insomma questo racconto non mi dispiace, l'idea mi piace, ma il suo svolgimento non mi convince appieno.

8) Il sogno
Idea che si intuisce interessante ma che in qualche modo non viene completamente dispiegata. Arriviamo alla fine e ci viene rivelato qualcosa, ma spetta a noi completare il quadro. Anche in questo caso l'idea in sé mi pare buona e meritevole, qualcosa nella realizzazione non mi convince del tutto. Certo è possibile lasciare un finale aperto, ma al lettore non deve rimanere il dubbio di non aver azzeccato a immaginare la giusta conclusione ed io un po' questo dubbio ce l'ho avuto.

9) Zuppa di Caos
Il racconto parte con una situazione piuttosto abusata, un ragazzo e una ragazza si trovano scambiati di corpo e via con le gag del caso. Ne abbiamo viste di queste situazioni. Tuttavia... L'originalità arriva con la spiegazione di questo pasticcio, un alieno imparentato con le cozze, ops, con le ostriche, ha giocato un brutto tiro nel tentativo di dare una lezione ai terrestri. La storia strappa un sorriso e il tema credo sia tutto sommato centrato.
PS A me però pare che stessero cominciando a divertirsi, tutto sommato :-)

10) Canale Notturno
Un'idea parecchio intrigante forse non totalmente sviluppata nel suo potenziale dallo sviluppo del racconto.
Il legame con il tema è un po' forzato diciamo, ma non sei la sola ad aver avuto questo approccio.
Lo stile non mi dispiace anche se c'è qualcosa che non mi torna della scena finale dove la ragazza chiede aiuto e poi, ottenutolo, scopriamo che l'azione richiesta ha prodotto tutt'altro risultato che quello sperato. Ecco, come dicevo all'inizio l'idea è intrigante e il racconto abbastanza carino, ma mi rimane il dubbio che avesse un maggiore potenziale.
Fossi in te ne farei un bel racconto lungo :-)

11) Congiura
Non mi tornano le età della bambina che poco prima ha 5 anni e pochi giorni dopo la morte del padre è adulta.

>Non ti crucciare per la mia morte; non basterà a fermarmi.
>Ti ho messo a dormire pochi minuti fa, sei una bambina molto sveglia per avere solo cinque anni.

>Céline Gustav Front, figlia del miliardario Eric Gustav Front III, ucciso notti prima, strangolato, nel suo studio.

è chiaro che ora siamo nel futuro ma la parte scritta dal padre prima fa percepire che la sua morte sia imminente, dunque il padre muore 20 anni prima, quando la bimba ha 5 anni. Ma non torna dopo quando si dice che (venti anni dopo) il padre è morto poche notti prima. Forse mi è sfuggito qualcosa.

Per il resto, il racconto è tutto orientato a descrivere quello che ci occorre per capire il colpo di scena del finale.
Ora, la cosa funziona ed è anche fatta bene, mi pare, età della bimba che non ho capito a parte.
Se non fosse che io sono allergico ai complotti me lo sarei goduto di più :-)

12) A cosa servono i fratelli
Qui mi pare di percepire come l'autore voglia arrivare a qualche parte, ci voglia portare a qualche suo ragionamento, ma poi arrivati in fondo ci perdiamo insieme a lui. Non mi dispiacerebbe una storia così, sul rapporto tra fratelli, che è sempre complesso e spesso imprevedibile. Credo però che la ristrettezza di tempo e spazio renda questa operazione molto difficile. Qui un poco ci sei riuscita, ma rimane un po' la sensazione di incompiuto che accomuna parecchi dei racconti scritti con limiti così ridotti.

Chiudo dicendo che fare queste classifiche è un compito ingrato.
Ultima modifica di jimjams il martedì 23 febbraio 2016, 11:27, modificato 1 volta in totale.

Fabiana Donato
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Re: Gruppo GRIM BASTARDS: Lista racconti e classifiche

Messaggio#5 » lunedì 22 febbraio 2016, 22:01

Ciao Ragazzi!! Ecco la mia classifica, spero di non essere stata troppo dura o fastidiosa. A me non interessa mettere al primo posto chi ha scritto un racconto perfetto senza incomprensioni. Voglio premiare chi è stato più capace a trasmettere emozioni e a farmi entrare nel vivo della vicenda. Tutti facciamo errori nei racconti, chi più chi meno questi possono essere risolti, soprattutto si può imparare a non farne più andando avanti. La cosa più importante per me è arrivare al lettore, realizzando un giusto equilibrio tra forma e contenuto.

1)"I tecnici del reparto manutenzione" di Angelo Frascella

Ciao Angelo! Mi piace così tanto il tuo racconto che secondo me potrebbe essere l'inizio di un bella storia! Soprattutto penso che mi sia piaciuto davvero, perché sei stato in grado di riportare tutta la storia senza intoppi, né incoerenze! Scorre bene e vorrei leggerne ancora di storie sui tecnici della manutenzione! Nel complesso: è un ottimo racconto! Alla prossima! :)

2)"Seconda gioventù" di Francesco Nucera

Ciao Francesco! Inizio a dirti la cosa che mi è piaciuta di più del tuo racconto: la forma. È scritto bene, i dialoghi e le esclamazioni sono al punto giusto. È anche ben trattato il tema che si deve leggere ed interpretare, permettendoci anche di fare una piccola riflessione sulle cose che accadono oggi. A me è capitata una situazione simile, per questo ho afferrato al volo il tuo messaggio. Per quanto riguarda “amo” o “amò”, si può dire in entrambi i modi e lo so perché tra fidanzati ed amiche ci chiamiamo come viene. Piccolezze che è inutile evidenziare. Nel complesso: è un buon elaborato. Alla prossima! :)

3)"Il demone" di Diego Nucoli

Ciao Diego! Il tuo racconto è pulito e lineare, soprattutto bella l'idea di base. Mi piace il genere che hai voluto trattare, soprattutto il personaggio principale, non trovo molto entusiasmante però il modo in cui lo hai adattato al tema. Forse non l'ho ben compreso io, infatti rileggerò il testo, ma sappi che per me l'effetto sorpresa c'è stato! Nel complesso: bel racconto! Alla prossima! :)

4)"I sogni son desideri" di Patty Barale

Ciao Patty! La prima cosa che mi viene in mente è: mamma mia quanto pathos e quanta poesia c'è in questo racconto! Molto profondo ed intimo, hai interpretato il tema con un'atmosfera oscura e cupa, tanto che mi sentivo anch'io oppressa come la protagonista. Penso che fosse questo il tuo obiettivo e credimi ci sei riuscita bene, credo che sia questo il punto di arrivo di ognuno di noi. Riuscire a comunicare quello che si sente e fare di tutto per fare in modo che questo arrivi agli altri. L'unica cosa che non ho apprezzato molto è la forma, perché i presupposti ci sono tutti solo che in un punto prima della fine mi sono confusa un poco. Credo che rileggendo quella parte e rendendo meno pesanti alcuni punti soprattutto all'inizio, possa migliorare tantissimo! A me piacciono questi temi e mi piace cosa vuoi comunicare, però ci sono questi punti che da lettrice mi hanno infastidita. Nel complesso: un testo ricco di significato. Alla prossima! :)

5)"A cosa servono i fratelli" di Monica Patrizi

Ciao Monica! Inizio a dirti che sento molto il tuo racconto, perché ho una sorella maggiore e spesso, soprattutto ultimamente ho vissuto queste stesse situazioni, quindi non posso che dirti che hai perfettamente delineato una vicenda che riguarda un rapporto molto importante e indescrivibile per la bellezza che rappresenta. Ottimo lavoro, leggendo il tuo testo ho sentito delle emozioni e ho visto tutto come se fosse la scena di un film. Scorrevole, chiaro e narra perfettamente una vicenda importante che evidenzia un rapporto così fantastico. Niente di particolare da criticare. Nel complesso: bello! Alla prossima! :)

6)"Canale notturno" di Alexandra Fischer

Ciao Alexandra! Decisamente una bella storia, mi piacciono un sacco queste tematiche e tali ambientazioni. Non trovo gravi difetti nel tuo racconto, solo che mi rendo conto che con tante idee in testa è difficile riuscire a creare un racconto: chiaro e che scorre bene. Io spesso mi ritrovo ad avere troppe idee e mi succede che non sono chiare oppure quando lo sono ne risente la forma! Purtroppo è il numero dei caratteri che non permette, a volte, la riuscita di un racconto. Sei stata brava a me piace, solo che è vero che ci sono delle incomprensioni come ti hanno detto su. Nel complesso: è un bel racconto! Alla prossima :)

7)"LA pillola azzurra" di Linda De Santi

Ciao Linda! Non voglio essere ripetitiva, ma ricorda anche a me Matrix! :') Questo però non è assolutamente un punto a sfavore, anzi mi piace il tuo racconto in quanto è molto chiaro e scorrevole. Non ho molto da criticare, perché alla fine i nomi e le ambientazioni sono una priorità dell'autore, non mi piace criticare questi aspetti futili. La cosa che posso criticare , secondo me, è un poco il finale aspettato, capace di far riflettere e penso che forse era questo il tuo intento, più che sconvolgerci. Nel complesso: interessante! Alla prossima :)

8)"Fine di un incantesimo" di Viviana Tenga

Ciao Viviana! Che bella idea quella di rivisitare una favola come quella di Biancaneve! Hai scritto tutto molto bene, l'unica cosa che non tanto mi va a genio è il fatto che la protagonista sia un po' piatta per queste sue scoperte, anche se devo dire che mi piace il finale. Niente da aggiungere! Nel complesso: una bella favola. Alla prossima! :)

9)"Zuppa di caos" di Flavia Imperi

Ciao Flavia! Hai fatto una particolare interpretazione del tema, ma questa volta non so perché ma ad un certo punto mi sono un poco persa. Non sei stata come al solito, le altre volte nella lettura dei tuoi racconti mi hai tenuta concentrata fino alla fine, qui nella forma ci sono delle piccolezze che un poco disturbano, ma non sono state solo quelle a farmi perdere la concentrazione. Forse con più caratteri un tema così particolare sarebbe uscito meglio! Mi piace tanto l'idea, perché io non ci avrei mai pensato davvero! Nel complesso: va bene. Alla prossima! :)

10)"Congiura" di Francesco Cascione

Ciao Francesco! A me la tua storia piace nonostante le chiare difficoltà nella lettura. Hanno già espresso i punti in cui qualcosa non è perfettamente comprensibile, purtroppo però quando si hanno tante belle idee in testa non sempre si riesce, in 3000 caratteri, a narrare tutto il modo coerente e corretto. Ti capisco perché anche a me succede. E ci credo che ci resti male, ho provato la stessa sensazione tutte le volte che il mio mondo mentale non è stato compreso per niente e completamente snaturato. Ho capito che la trama meno complessa è, meglio arriva in queste situazioni. Quello che può risultare fantastico alla base, poi si perde a causa di ciò. Diciamo che il problema di questo testo sia proprio il fatto che non scorre molto bene, ma secondo me con più caratteri potrebbe uscire davvero un bellissimo racconto! Nel complesso: sono fiduciosa, perché è travolgente! Alla prossima :)

11)"Il sogno" di Carla Anastasio

Ciao Carla! Il tuo racconto è abbastanza particolare, tanto che ho dovuto rileggerlo più volte. Non significa che non sia chiaro, ma che merita una giusta attenzione; con una semplice lettura non può essere ben compreso. Riconosco che non hai voluto dare una conclusione definita, infatti lasci degli interrogativi. Mi piace il fatto che non spieghi tutto e fai in modo che il lettore si interroghi e si immagini delle possibili conclusioni. Purtroppo però è questo che non mi convince troppo nel tuo racconto asistematico. È un orizzonte troppo aperto. In questo caso secondo me i lettori cercano qualcosa che manca in questa storia, almeno in minima parte una conclusione più specifica l'avrei preferita. Nel complesso: è ben studiato. Alla prossima! :)

12)"La gatta femmina" di Angela Catalini

Ciao Angela! Non ho nulla da dire sulla forma, forse qualche imprecisione nella punteggiatura. Purtroppo il tuo racconto non mi ha molto travolto, ha una bella base ed è ben strutturato, ma non ho molto gradito il finale. Non è molto originale, forse pensandoci un poco di più avresti trovato qualche idea un po' più interessante. Nel complesso: un normale racconto. Alla prossima! :)

Fernando Nappo
Messaggi: 584

Re: Gruppo GRIM BASTARDS: Lista racconti e classifiche

Messaggio#6 » lunedì 22 febbraio 2016, 23:13

1) I tecnici del reparto manutenzione - Angelo Frascella
Ciao Angelo,
sempre SF oriented, vedo. E la cosa mi fa solo piacere. È da qualche edizione che non scrivo racconti di SF, ma appena mi capita un tema che mi sfagiola torno a farti compagnia in quello che è il mio genere preferito.
A parte i convenevoli, ti faccio i complimenti per il racconto che si legge molto bene e che riesce a tirar fuori da un tema molto sfruttato in ambito SF un finale a sorpresa che mi ha molto divertito. È indubbio che l'ambientazione non sia originalissima, così come trovo pertinente l'osservazione di Vastatio riguardo alla scelta di affidarsi a buoni samaritani. Ciò nonostante, il racconto è godibile, si legge d'un fiato e diverte.

2) I sogni son desideri...di felicità! - Patty Barale
Ciao Patty,
mi piace molto l'idea di rivisitare una favola, e tra l'altro, quella da te scelta, rispecchia il tema per definizione.
Originale anche l'idea della trasmissione televisiva, simile a quelle ormai presenti su qualunque rete televisiva dove le persone raccontano le loro vicende (mi raccomando, telecomando sempre a portata di mano, eh!). Hai rigirato la favola sul cattivello andante, e questo mi piace, in particolare per come hai disegnato il principe azzurro, decisamente diverso dal giuggiolone amoroso delle favole. Come dici tu stessa, tanto tell e poco show, ma mi è piaciuto.

3) Zuppa di caos - Flavia Imperi
Ciao Flavia,
sei riuscita a sfruttare molto bene, amio avviso, un'idea già utilizzata in tutte le salse. E questo è un merito. Idem dicasi per Leo, che forse si comporta in maniere abbasta tipica (EDIT: inteso come stereotipata) per un uomo che si ritrova nel corpo do una donna, ma ha una personalità che spicca.
Mi piace la deriva social/ecologica, anche se non si coglie in maniera proprio immediata.
Complimenti, invece, per essere riuscita a infilare in un racconto così corto ben tre diverse ambientazioni.

4) Re: La pillola azzurra - Linda De Santi
Ciao Linda,
devo ammettere che pure io ho pensato a Matrix leggendo il tuo racconto. Credo sia dovuto a due elementi che richiamano con forza il film: il colore della pillola, che tra l'altro è anche il titolo del racconto, e il nome Morfeo.
L'idea di fondo mi è piaciuta e, pur non essendo originalissima, centra il tema.
Non mi hanno convinto, invece, né il nome del locale né la scritta sul cofanetto, entrambi scontati, a mio avviso.

5) Seconda gioventù - Francesco Nucera
Ciao Francesco,
molto simpatico il tuo racconto, che però trovo un filo troppo caricaturale nella prima parte. In particolare mi sembra strano che Roberto chiamo amo' l'amico senza sapere che significa amore. Questo tuo stratagemma che ha lo scopo di far percepire al lettore l'intenzione di Roberto di apparire più giovane di quanto non sia mediante l'uso di un linguaggio da ragazzi, mi ha invece tratto in inganno,facendomi pensare che i due fossero qualcosa più che semplici amici.
Certo il tuo protagonista ha qualche problema a relazionarsi con sé stesso, e a quanto pare il professionista a cui s'è rivolto non ha fatto un gran lavoro.
Il tema mi pare centrato, pur se non con un centro pieno.

6) Il demone - Diego Ducoli
Ciao Diego,
mi spiace, ma i tuo racconto mi ha coinvolto poco. Pur avendo scarsa conoscenza di fantasy e dei suoi meccanismi, l'ho trovato piuttosto prevedibile, in particolare nel finale, telefonato.
Che il pupo sia un demone si intuisce quasi subito, così come sveli troppo presto quale sarà il finale del racconto. Concordo con chi sostiene che se Gorion fosse stato scelto apposta per svezzare il piccolo demone il racconto ne avrebbe guadagnato in originalità.
Mi piace, invece, il tono un po' sopra le righe.

7) Canale Notturno - Alexandra Fischer
Ciao Alexandra,
ho fatto un po' fatica a seguire lo svolgimento del tuo racconto, alcuni punti non mi sono del tutto chiari, benché la storia si riesca capire nel suo complesso.
La prima parte è abbastanza chiara, ma c'è una frase che mi ha lasciato un dubbio:
Rudolf, prima di separarsi da lei, aveva avuto l’accortezza di svitarne le manopole, senza osare distruggerla, perché era il suo ultimo legame con il fratello Hansi.
È quel separarsi che mi confonde. Separarsi nel senso che ha lasciato la signora e se ne è andato di casa? Se è così, poiché la radio rappresenta un legame così forte col fratello, non avrebbe dovuto portarsela dietro? E poi, perché togliere le manopole? Era già capitato in qualche 18 Giugno precedente che la radio riprendesse vita? In questo caso, la donna non dovrebbe sorprendersi di sentire la radio in funzione in quella data. Oppure Rudolf sapeva cose che non aveva detto alla moglie?
Anche nella seconda parte c'è qualcosa che non mi suona bene:
“Signora Schnee è lì? Mi aiuti, per favore. Distrugga questa maledetta radio.”
La ragazza chiede aiuto, e fin qui tutto bene, chiedendo di distruggere la radio dove è prigioniera. Come sa che quello è il modo per liberare la sua anima? Tanto più, che, poi, nel finale le cose vanno in senso opposto.
Anche la questione del nome non è del tutto chiara, ma di questo ti ha già parlato chi mi ha preceduto nei commenti.
Mi pare un racconto con delle potenzialità, ma, a mio parere, che necessita di maggiore attenzione nello sviluppo.

8) Fine di un incantesimo - Viviana Tenga
Ciao Viviana,
mi piace l'idea di rivisitare le favole; questa tra l'altro, come ho già scritto anche a Patty, centra il tema per definizione.
È molto interessante la mescolanza di elementi appartenenti al mondo delle favole e di elementi tipici del nostro mondo, come il telefonino. la questione della lingua difficile da capire mi ha convinto poco visto che poi le due paiono capirsi con sufficiente facilità. In conclusione, una rivisitazione interessante, a cui manca un po' di pepe e che trovo un po' piatta nello sviluppo.

9) La gatta femmina - Angela Catalini
Ciao Angela,
m'è piaciuta l'almbientazione del racconto, calzante e adatta al tipo di storia che racconti. Però il racconto in sé non mi ha convinto molto. Per esempio, non capisco perché Giuseppina tema che altre donne possano circuire il marito, ormai allettato, semiparalitico e pure incontinente. A meno che egli non finga i problemi di cui sopra per fregare la pensione d'invalidità.Ma se così è, non sono riuscito a coglierlo. Forse il finale, peraltro non originalissimo e più - scusa se mi permetto - da cinepanettone che non da commedia all'italiana, dovrebbe far intendere questa possibile direzione? Se così fosse, però, non si tratterebbe di risveglio e il tema non sarebbe centrato. Al contrario, sarebbe centrato il tema, ma poco credibile il timore della donna di vedersi fregare il marito.

10) Il sogno - di Carla Anastasio
Ciao Carla,
l'idea c'è e non mi dispiace - un poco mi ha fatto venire in mente l'esercito delle dodici scimmie, con viaggi onirici anziché nel tempo - così come mi pare sia centrato il tema, però ho dovuto rileggerlo più di una volta per riuscire a farmi un'idea della possibile ambientazione.
La prima parte è molto lunga e c'è molto raccontato. E i dialoghi, purtroppo, non mi hanno soddisfatto appieno: hanno un non so che di forzato, di artificioso e, a mio avviso, suonano poco naturali.
Il finale aperto, molto aperto, non mi dispiace, ma per rendere evidente il cambio di ambientazione dal sogno al luogo dove il protagonista è prigioniero e costretto a sognare - una parte che ho dovuto rileggere per chiarirmi le idee - avrei inserito una riga bianca.

11) A cosa servono i fratelli - Monica Patrizi
Ciao Monica,
il tuo racconto mi lascia un senso di incompiuto, come se ci fosse qualcosa di più che però non hai raccontato. È interessante l'interazione tra fratello e sorella, però s'inserisce nel racconto proprio quando mi mostri la ragazza al suo peggio, quando invece mi aspetto di sentirmi raccontare cosa le è accaduto, perché si massacra così (e pare sia un'abitudine). In quel punto, a mio avviso, il racconto perde di forza.
Il finale suona criptico anche a me.

12) Congiura - Francesco Cascione
Ciao Francesco,
ho fatto molta fatica a leggere il tuo racconto. La prima parte, la lettera, è indirizzata a una donna e per come è scritta crea una certa curiosità: la curiosità di sapere quale missione la ragazzina dovrà portare a termine. Ecco che, riga bianca, e salto temporale, mi ritrovo a leggere cinque/sei righe che, poiché hai alzato la soglia di attenzione con la prima parte e nelle quali non c'è modo di capire se chi parla sia maschio o femmina, io attribuisco a Céline. Quando capisco che Céline è in realtà l'ospite mi perdo, e mi tocca rileggere prima di riuscire a capire.
E la questione degli anni della ragazza ha confuso anche me.
Poi il resto del racconto mi pare molto fumoso, l'accenno a un complottone mondiale, e un elenco di probabili effetti che questo cuserà, ma senza che si possa capire, o almeno io non ci sono riuscito, il perché. Perché la morte di Gustav causa tensioni internazionali? Perché c'è il nome del protagonista fra gli incartamenti? Perché aumenteranno gli episodi razziali e il prezzo del petrolio crollera? Unica spiegazione: perchè c'è il complotto. Non mi convince.
Alla fine indichi una data, e non certo una data a caso, che, a me lettore, dovrebbe far capire che ci stai raccontando gli antefatti del 11 Settembre, ma i fatti raccontati in precedenza sono troppo generici, e, a mio avviso, il legame sfugge.
Inoltre non riesco a individuare con chiarezza l'attinenza al tema.

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Mike009
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Re: Gruppo GRIM BASTARDS: Lista racconti e classifiche

Messaggio#7 » martedì 23 febbraio 2016, 10:49

Come sempre nella mia classifica (salvo rare eccezioni) priorità alle idee e al piacere della lettura, in secondo piano le cose come errori e sviste che sarebbero sparite con più tempo e riletture a disposizione.
Ho un'impressione strana a volte, che alcuni si limitino perchè sanno come funzionano i gusti della maggior parte dei lettori di minuti contati, ovvero che si evitino racconti audaci, con virtuosismi nella scrittura o con linguaggi forti o sboccati. Tutto è molto politicamente corretto. Un po' di irriverenza mi piacerebe.

1 A cosa servono i fratelli - Monica Patrizi
Sono costretto a mettere il tuo racconto al primo posto della mia classifica perchè essendo il meno originle di tutti è quello che più si discosta dagli altri e quindi spicca. Tutti qui a minuti contati, io per primo, tentano il colpo a effetto, e spesso si dimenticano che con un racconto non è d'obbligato stupire o essere complessi, può semplicemente mostrare una foto, un affresco di un momento e risultare comunque gradevole. Forse non è quello scritto meglio o che mi ha stupito di più, ma leggerlo mi ha lasciato una bella sensazione e tanto basta. E sì, ho due sorelle, anche se quello che va a casa ubriaco quando capita sono io.

2 I sogni son desideri… di felicità! - Patty Barale
Una storia geniale, la trovata finale del necrofilo e di "Bianca, nata Neve e coniugata Azzurro" vale il racconto, chiude il cerchio in maniera magistrale. Nel mezzo una scelta stilistica che non mi convince, i due monologhi, quello di presentazione e quello della protagonista, rendono l'idea del programma televisivo ma appesantiscono la narrazione. La bomba di informazioni iniziale è molto pesante, un botta e risposta avrebbe reso il tutto a mio avviso molto più scorrevole e di piacevole lettura.

3 Zuppa di caos - Flavia Imperi
Un racconto divertente, quasi esclusivamente composto da dialoghi perciò facilmente digeribile e non noioso. Il tema dello scambio di corpi non è magari originalissimo ma funziona, purtroppo le poche battute a disposizione ti costringono a fare i salti mortali, spremi la storia al limite e, tranne il discorso finale delle ostriche, più che un racconto breve sembra un riassunto.

4 Il sogno - Carla Anastasio
Ok, con me vinci facile dato che i viaggi nel tempo sono la mia fissa. Lo stile mi piace (anche se dalle mie parti "essere al chido" non si usa), per il resto avrei gradito una collocazione temporale certa o degli elementi cha aiutassero a farlo, sono solo costretto ad immaginare che le vicende narrate siano contemporanee.

5 La gatta femmina - Angela Catalini
Storia leggera con finale divertente, mi è piaciuto nella sua semplicità. Spesso col poco tempo a disposizione la via dell'ironia è la meno soggetta a errori grossolani o manie di grandezza che si infrangono nei pochi caratteri a dispozione o nell'esiguo tempo per le correzzioni. Ho visto che hai usato solo la prima ora di quelle a disposizione e ti invidio perchè vuol dire che l'idea ti viene al volo, roba che a me non capita, ma perchè non sfruttare il tempo? Cioè dalle 9 alle 10 scrivi il racconto, ti guardi la tv un'oretta e poi lo rileggi e lo migliori un po'. La storia sarebbe sempre quella ma il risultato finale ne trarrebbe vantaggio. No?

6 Seconda gioventù - Francesco Nucera
Caspita, sei riuscito a redere molto bene questo racconto, mi è piaciuto anche se non mi ha messo una gran allegria addosso. Approvo la via della tristezza che hai scelto piuttosto quella grottesca dell'ironia. Al massimo avrei preferito un maggiore equilibrio tra introduzione, piuttosto ampia e il resto della vicenda, molto stringato.

7 I tecnici del reparto manutenzione - Angelo Frascella
Un racconto ben scritto e ben strutturato. Un costruzione sapiente e un ottimo uso di parole e dialoghi. Non trovo vere e proprie critiche da muovere, forse al massimo un senso di già visto, eppure non ricordo dove, anche se tematiche simili sono abbastanza classiche nella fantascienza. Un ottimo racconto, tra quelli che ho preferito in questo gruppo.

8 Il demone - Diego Ducoli
La storia non fa una piega, ben narrata e attinente al tema, con un attento uso delle parole. L'ambientazione fantasy non mi esalta molto, ma è un puro gusto personale che nulla toglie all'ottima atmosfera che viene creata nel racconto. Ultimamento lo scambio "gli" per "le" lo trovo anche in romanzi blasonati o traduzioni di opere straniere e questo mi fa paura.

9 Fine di un incantesimo - Viviana Tenga
La scrittura è piacevole e lo stile rende bene situazioni e personaggi. La disillusione del risveglio è una bella metafora. Purtroppo trovo che il racconto non va in crescendo e che anzi, superata la metà si trascini verso un finale forzato. Personalmente lo avrei fatto più breve non sfruttando tutti i caratteri a discapito del ritmo o l'avrei strutturato per portare il climax più verso la fine della storia.

10 Canale notturno - Alexandra Fischer
Lo stile è adeguato alla storia narrata, rende evocative le vicende quanto basta, il ritmo è ottimo. La storia in sè però non mi ha preso, la signora Schnee sembra una macchietta, un automa in balia di eventi che la lasciano quasi indifferente e non dovrebbero. L'idea è molto interessante ma lo sviluppo di essa non mi ha convinto poi molto.

11 La pillola azzurra - Linda De Santi
La prima impressione è che avevo davanti una fan fiction di Matrix e mi è piaciuta un sacco l'idea e la realizzazione. Poi però ho fatto l'errore di leggere i commenti e ho visto che hai preso le distanze dal film. Questo l'ho trovato veramente triste e mi lasciato un'impressione piuttosto brutta. Sono molto perplesso.

12 Congiura - Francesco Cascione
L'idea è buona e lo stile, suppur pesante per i miei gusti risulta adeguato alla lettera/diario che hai scelto come mezzo per parlare ai lettori. Forse avrei gradito un po' più di chiarezza dato che non è intuitivo il passaggio dalla prima alla seconda parte del racconto. Buona la chiusura, forse la parte più tosta di tutta la storia.

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marco.roncaccia
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Re: Gruppo GRIM BASTARDS: Lista racconti e classifiche

Messaggio#8 » martedì 23 febbraio 2016, 12:04

Commenti e in fondo classifica.
Saluti!

Seconda Gioventù di Ceranu
Ciao Ceranu,
comincio da te (visto che sei il primo del gruppo).
Il racconto mi è piaciuto molto. Il modo non scontato di approcciare al tema anche. Il risveglio improvviso è dato dall’accettazione della propria età anagrafica che viene relativizzata da quella delle donne maggiormente stagionate. Qualche errore di battitura e il dubbio che “Amò” si debba scrivere con l’accento (ma forse è l’inflessione dialettale romana che me lo suggerisce) Insomma quisquilie da rivedere e una buona prova. Bravo!


Zuppa di caos - di Flavia Imperi
Ciao Flavia,
Ottima idea, originale interpretazione del tema (un risveglio in un corpo di sesso diverso) e buona realizzazione (a parte qualche refuso).
Unico appunto è sulla caratterizzazione di Caterina, a mio avviso, un po’ debole. Leo invece è riuscitissimo e spettacolare. Il finale strappa un sorriso e un’amara riflessione sulla profonda verità che ci rivela.

I tecnici del reparto manutenzione angelo.frascella

Ciao Angelo,
tema affrontato in maniera diretta, bel racconto, voce convincente e buon ritmo. Penso che rendere semplice per il lettore una trama complessa sia una dote rara negli scrittori ed è quello che avviene qui. La risoluzione finale non è scontata e sorprende. Forse l’ultima frase è di troppo e il termine “mina” rischia di essere poco comprensibile nel centro sud. Così giusto per cercare il pelo nell’uovo. Buona prova!

I sogni son desideri...di felicità! Di Patty Barale

Ciao Patty,
tu non hai scritto un racconto ma un soggetto per un romanzo di almeno 500 pagine. L’espediente narrativo della telecronaca, secondo me funziona poco. Ci racconti una storia e non ci fai vedere niente perché l’arco in cui si collocano gli eventi è troppo ampio per potere rendere giustizia loro in 3000 battute. Però, sono convinto che il romanzo di 500 pagine, se dovessi decidere di scriverlo, sarebbe parecchio interessante. Prova non convincente per me.


Il demone - Diego Ducoli
Ciao Diego, sei andato a pescare, tra i possibili risvegli, quello più traumatico, quello del genitore che deve nutrire il suo bebè. Il fatto che la mamma sia una strega e il piccolo un demone (ma quale piccolo non lo è in piena notte quando non dorme?) non cambia di molto la natura traumatica dell’evento. Racconto divertente, il tuo, ben gestito, ma, a mio avviso, un po’ troppo nello standard di MC. Comunque una prova positiva

La gatta femmina di Angela Catalini
Ciao Angela,
il tuo racconto, come dice l’Antico, rispetta tutti i parametri. Però, ti preferisco nella versione Caveriana della scorsa edizione. La commedia all’italiana in versione Minuti Contati non mi fa impazzire e la sorpresa finale, non è poi tanto sorprendente. Da un punto di vista formale e relativamente al tema non ho appunti da farti, quello che manca, a mio avviso, è in termini di originalità.



Fine di un incantesimo di Viviana Tenga.
Ciao Viviana,
a me il tuo racconto è piaciuto molto per come affronti il tema, per come riesci a essere iconoclasta e per quel retrogusto amaro che inserisci con sapienza. Lo trovo ben condotto e convincente sia nella voce narrante, sia nel ritmo. Il finale poi l’ho trovato geniale nella sua semplicità. Non trovo appunti degni di nota da farti.


Canale notturno, di Alexandra Fischer
Ciao Alexandra,
Vedo un miglioramento (non so se dipende da me o da te in realtà) nell’intelligibilità delle tue storie. In questa sono riuscito a capire quasi tutto. Quasi. Per esempio non ho capito come e perché Leni entra e esce dalla radio e perché chiamare il pronto intervento è l’ultima azione sensata che la signora Schnee fa.
Secondo me dovresti provare a immaginarti un lettore stupido, il più stupido che puoi. Se non ti viene facile questa operazione, puoi sempre concentrarti su di me e, chiederti, rileggendo, cosa non capirebbe il lettore di cui sopra. A questo punto provare a semplificare al massimo, non inserendo altre informazioni, ma cercando di mettere sotto gli occhi del lettore tutto ciò che è necessario alla comprensione. Peraltro lo spunto è interessante, la voce narrante convincente e il ritmo buono.

La pillola azzurra, di Linda De Santi
Ciao Linda,
il tuo racconto è tutto sommato ben condotto. Devo dire però che non mi ha entusiasmato questa versione di Matrix in 3000 caratteri. Forse è un tributo ma non aggiunge niente a quello che già sappiamo. Anche qui abbiamo un Morpheo dispensatore di pillole e, anche se non c’è un Neo del caso, la tua lente di ingrandimento è su un personaggio che ripropone la figura di Cypher quello che tradisce la resistenza per avere l’illusione di una bistecca. Buona scrittura ma trama scarsa.

Il sogno di Carla Anastasio
Ciao Carla,
a mio avviso hai avuto una buona idea. Non mi convincono però le scelte successive, in particolare non ho apprezzato la voce, la scelta degli avvenimenti da narrare, la mancanza di elementi per una piena comprensione del tuo testo. La sfida di MC è fare entrare tutto in 3000 caratteri, quindi non sono d'accordo con quanto dici in un commento qui sopra e cioè che non si può spiegare tutto. Se qualcosa è lasciata al lettore se non è chiaro il meccanismo della storia la sfida è persa.

A cosa servono i fratelli di Monica Patrizi
Ciao Monica, apprezzo molto il tuo modo di scrivere e questo racconto, con il suo spaccato di amore fraterno condito dalla musica dei subsonica mi conferma le tue qualità di scrittrice.
Permettimi di segnalarti due cose. Il passaggio di punto di vista dalla sorella al fratello verso la fine mi da l’idea che tu abbia perduto il controllo del testo (E’ fortemente sconsigliato cambiare POV in un racconto di 3000 caratteri e se decidi di farlo la cosa deve avere motivazioni che qui mi sembra manchino). La frase finale è troppo contorta e, a mio avviso non aggiunge niente (ma toglie qualcosa). Comunque complessivamente, per me una buona prova e un approccio a MC fuori dal comune.

Congiura di Francesco Cascione
Ciao Francesco,
non ho l’elasticità mentale di chi mi ha preceduto nei commenti e quindi dopo vari tentativi di rilettura ho abdicato. Mi appello al terzo diritto del lettore secondo Daniel Pennac che recita “il diritto a non finire il libro” lo estendo a un racconto di 3000 caratteri.
Se mi vuoi come lettore mi devi inserire in un contesto che riesco a capire e non cambiarlo dopo poche righe. Puoi avere avuto anche una idea geniale per questo racconto ma a me non è arrivato niente. L’alone di mistero si crea con una storia chiara e non incasinando il testo. Una lettera a Céline, l’inquisizione Spagnola e il Sacro Graal sono elementi che, distribuiti in una manciata di righe, ho trovato disorientanti.
Scusami ma ogni volta che mi trovo davanti a qualcosa che non riesco a capire mi si scatena la frustrazione.

1Fine di un incantesimo di Viviana Tenga.
2 I tecnici del reparto manutenzione Angelo Frascella
3 Zuppa di caos - di Flavia Imperi
4Seconda Gioventù di Ceranu
5 A cosa servono i fratelli di Monica Patrizi
6 Il demone - Diego Ducali
7 Canale notturno, di Alexandra Fischer
8 La gatta femmina di Angela Catalini
9 La pillola azzurra, di Linda De Santi
10 I sogni son desideri...di felicità! Di Patty Barale
11Il sogno di Carla Anastasio
12 Congiura di Francesco Cascione

Zebratigrata
Messaggi: 308

Re: Gruppo GRIM BASTARDS: Lista racconti e classifiche

Messaggio#9 » mercoledì 24 febbraio 2016, 21:40

CLASSIFICA

1. I sogni son desideri… di felicità!
2. I tecnici del reparto manutenzione
3. Seconda gioventù
4. Il sogno
5. Il demone
6. La pillola azzurra
7. Zuppa di caos
8. Canale notturno
9. La gatta femmina
10. Fine di un incantesimo
11. A cosa servono i fratelli
12. Congiura


COMMENTI:

La pillola azzurra

Ciao Linda,

sono contenta di rileggerti su MC!
Il tuo racconto mi è piaciuto molto, mi piace questo Morfeo trasformato in spacciatore, e poi chi non si è chiesto davvero se in fondo non convenisse scegliere la pillola azzurra? Non ho grandi appunti da farti a parte la scelta del bar 'Le Pecorelle': è simpatico, ma forse la butta troppo sul ridere e toglie un po' potenza al racconto.

Ho apprezzato il fatto che il racconto è godibile anche per chi non è in grado di cogliere il riferimento a Matrix, anche se naturalmente conoscerlo dà un livello di lettura ulteriore e più interessante. Forse è proprio nel caso di un lettore 'ignaro' che il nome del bar guasta di più le cose, dato che in questo caso non si coglie l'ironia di fondo del testo.

*
Zuppa di caos

Ciao Flavia,

ho trovato il tuo racconto divertente, e i due personaggi convincenti: riesci a tratteggiarli efficacemente con qualche gesto e qualche battuta di dialogo, ed è una capacità che ti invidio molto! Il testo mi sembra scorrevole, ben scritto, ed efficace. Non ho davvero grandi critiche da farti, a parto forse il finale che potrebbe essere migliorabile.

L'idea delle ostriche stellari che si vendicano degli umani è carina, però non mi ha soddisfatto completamente come finale: dato che non avevano semplicemente cambiato sesso ma si erano scambiati, speravo di trovare in chiusura una giustificazione a questo fatto; in particolare non sappiamo cosa abbia fatto la povera Caterina per essere presa di mira.

*
I sogni son desideri… di felicità!

Ciao Patty,

la tua idea mi piace molto, forse perché ho un debole per le fiabe rivisitate (ricordo che comprai Smoke and Mirrors solo per leggere il lavoro fatto da Neil Gaiman proprio su Biancaneve).
Funziona bene anche l'idea di inserirlo in una trasmissione, sono anni che non ho la TV ma mi immagino benissimo un servizio di Studio Aperto su Bianca. I nani molestatori non sono particolarmente originali ma recuperi alla grande col principe necrofilo.

Ci sono comunque alcuni dettagli migliorabili secondo me, a partire dal brano in cui ci racconti la storia di Bianca (si prende cura della bambina ... per un aperitivo). A partire da quel si prende cura ti distacchi dal tipico stile 'strappalacrime' di quel preciso genere di programmi e sei troppo impersonale. Avrei preferito che ripetessi il nome di Bianca ad ogni frase, e ci raccontassi la storia dal suo punto di vista: credo sarebbe stato più coerente con lo stereotipo della presentatrice televisiva per così dire, 'barbaradursiana').
Un secondo dettaglio che rompe un po' l'incantesimo è il 'cocktail alla mela'. Meglio sceglierne uno preciso, magari mettere in evidenza gli ingredienti all'interno di un dialogo. Ad esempio internet mi dice che esiste il Green Witch, succo di mela, limone e liquore Strega: perfetto! ;-D
L'ultimo dettaglio che ho percepito come 'sbagliato' è il titolo, associato indissolubilmente a Cenerentola.

Sono d'accordo con chi ti ha detto che non erano necessari i rimandi alle favole, né quello al tema nell'ultima frase, si capisce comunque.

Insomma, complimenti!

*
La gatta femmina

Ciao Angela,

anche io, come altri, ho apprezzato molto come tu sia riuscita a evocare la tipica atmosfera della casa di un certo tipo di anziano di paese. L'idea del racconto non mi sembra però originalissima, e forse punti troppo sul fattore sorpresa, rendendolo indispensabile: se si capisce il finale prima del tempo non resta molto di cui godere nel racconto.
Inoltre la scusa del non fare entrare donne in casa funziona fino a un certo punto: è pieno il mondo di infermieri e badanti uomini. Magari, ecco, se il medico fosse stato un uomo sarebbe stato divertente vedere la signora beffata nonostante l'accurata sorveglianza sul marito (che poi, non c'è rimasto molto di cui essere gelosi, a quel punto davvero meglio cercare un badante e prendere due piccioni con una fava - letteralmente, oserei dire).
Se la supposizione di Vastatio è giusta e l'intenzione era truffare lo Stato per avere la pensione di invalidità, io non l'avevo capito.

Anche secondo me 'Miracolo!' non può essere un'imprecazione, comunque la si rigiri: non è una cosa credibile da dire con rabbia né con odio. 'Esclamazione' sarebbe stato più corretto.
Molto meglio usare 'dottoressa', sia al posto di medico che di dottore. Più adatto al carattere un po' limitato e provinciale dei personaggi che ci presenti. Lo usano tutti tranquillamente anche parlando con una donna che sia medico legale.
Più che 'vossignora' direi 'vossignoria'.
C'è qualche maiuscola che va e viene, forse refusi.
Non userei 'agitare' per il martelletto, mi sembra inadatto perché non implica l'impatto con qualcosa; diventa particolarmente importante qui scegliere il verbo adatto perché è la scena topica del racconto.
Occhio all'accordo della forma di cortesia: 'l'ho torturata', non 'l'ho torturato'.

*
Congiura

Ciao Francesco,

il tuo racconto non è male, ma anche se il risveglio improvviso c'è, non ha una grande importanza nella trama.
La lettera l'avrei distinta in maniera più evidente dal resto del testo, perché lì per lì viene da leggere anche il secondo paragrafo aspettandosi un seguito della lettera e ci si accorge solo dopo un paio di righe che non è così.
I tempi verbali secondo me andrebbero sistemati: passi dal passato remoto al presente all'imperfetto per narrare cose che sono successe probabilmente nel giro di cinque minuti: suonarono ... mi mostra le lettere ... era la prova. Secondo me sarebbe più corretto scegliere un tempo solo, anche per rendere più comprensibili i riferimenti ad altri momenti (il passato di Gustav, il futuro socioeconomico del mondo).
Un'altra cosa che impedisce di apprezzare il racconto appieno è il fatto che ci parli di documenti compromettenti, di questo misterioso Gustav, di questo piano per riavviare il mondo, ma in definitiva non ci dici nulla di concreto. Come concretizzeranno i Nuovi Templari il loro piano? Come fanno i documenti a provarlo? Come poteva un solo uomo quale Gustav era tenerli sotto controllo? In che rapporto stanno coi neotemplari 'normali', quelli che sembrano essere per lo più impegnati nella beneficenza e non sembrano interessati alla distruzione del mondo? Qual'è il ruolo di Céline, se non quello di una portalettere? In fondo è una bambina di cinque anni, il padre è stato ucciso poche notti prima, e la descrizione che ne dai, bellissima, decisa, pericolosa, consapevole del piano, del ruolo del padre e delle prove... non è compatibile con una bambina di cinque anni. Insomma, troppe domande senza risposta, a mio parere. Diciamo che è una buona introduzione per un racconto più lungo in cui ci spieghi tutto!

*
Fine di un incantesimo

Ciao Viviana,

come ho scritto anche a Patty, mi piacciono molto le rivisitazioni di fiabe classiche, quindi l'idea del tuo racconto non mi dispiace. Però credo che sarebbe stato molto più d'impatto se Biancaneve, una volta risvegliatasi nel nostro tempo, fosse andata in prima persona a scoprire il mondo invece di accontentarsi del tramite di una bambina con un cellulare. Mi è sembrata troppo tranquilla e rassegnata, ha creduto senza dubitare un secondo a tutto quello che le ha detto la bambina e non si è nemmeno spaventata del fatto che avesse uno strumento così magico: avrebbe dovuto dato che l'unico paragone che può fare è appunto con la matrigna che, per quanto ne sa, le sta ancora alle calcagna.

A parte questo problema di credibilità del personaggio e dell'occasione persa per raccontarci il mondo visto da Biancaneve, non ho altro da dirti: lo stile è scorrevole e il racconto ben scritto.

*
I tecnici del reparto manutenzione

Ciao Angelo,

il tuo racconto mi è piaciuto molto.
Riguardo al tema, mi piace che sia presente, a ben vedere, su due diversi piani: il risveglio iniziale, e il 'risveglio' provocato dai due tecnici. Non so se fosse intenzionale o se è una mia interpretazione, ma se non è un risveglio il ritrovarsi ad aprire improvvisamente gli occhi su un nuovo aspetto del mondo, allora non so cos'altro possa esserlo :-)
Il racconto è scorrevole e scritto bene, non ho appunti da farti.

Riguardo all'idea: esistono altri romanzi e racconti che ruotano attorno a esseri che riparano in qualche modo la nostra realtà, ma non credo questo sia un punto a sfavore. Il finale che hai scelto a me è piaciuto e forse è proprio quello che distingue il tuo racconto da altri testi basati sulla stessa idea.

Per quanto riguarda la questione 'zima', ho capito il senso della frase, e ho pensato fosse un'espressione gergale che non conoscevo, semplicemente, ma non un'espressione tipica aliena. Leggendo non l'ho nemmeno collegata strettamente all'espressione 'non avrei dato neanche una lira', che non mi suona di per sé molto naturale. Piuttosto io direi 'quello non vale una lira'.

*
Canale notturno

Ciao Alexandra,

un bel racconto il tuo, e ben scritto; cambierei al massimo qualche parola qua e là. L'idea è buona e affronti il tema in modo doppio: la radio che sveglia la signora e il fantasma che si risveglia nell'anniversario della morte del bambino.

Ci sono due punti però che non mi hanno soddisfatto, come lettrice. Il principale è il finale: non è davvero chiaro cosa succeda, sia a Leni che alla singora. Leni, non capiamo se sia posseduta, se la sua anima sia andata distrutta con la radio o. se sia successo qualcosa di ancora diverso. La signora dice 'la sua ultima frase sensata': cosa accadrà dopo? Impazzirà? Verrà posseduta dallo spirito di Hansi?

L'altro elemento che mi disturba un po' è Rudolf. Secondo me non aggiunge nulla al racconto, è un personaggio che può essere eliminato senza conseguenze negative e guadagnandoci sia in chiarezza che in caratteri da dedicare agli altri personaggi. L'attaccamento di Rudolf al fratello e dunque alla radio che non vuole buttare via lo trasferirei sulla signora, che magari del bambino è la mamma o la nonna.

*
A cosa servono i fratelli

Ciao Monica,

non ho nulla da eccepire sulla forma del racconto, ben scritto e scorrevole.
Però come contenuto non mi ha lasciato tantissimo. Ammetto che non ho fratelli e sorelle, e forse fatico un po' a capire queste meccaniche dei legami di sangue. Ci vedo uno spaccato su una bella amicizia, un poter contare l'uno sull'altra e viceversa, questo sì.
Mi rimane poi qualche dubbio su possibili sottintesi della frase finale che forse mi sono sfuggiti, e su quale sia la storia della protagonista, a cui alludi soltanto parlando della canzone.

*
Il sogno

Ciao Carla,

ho apprezzato molto il tuo racconto. Ci sono cascata in pieno, ero già lì che riflettevo sull'essere prigionieri di una vita che non è come volevamo, sulla paura di cambiare e sull'andare avanti per inerzia senza soddisfazioni e senza motivazione, ero già lì che pensavo al risveglio, al grande cambiamento, quando all'improvviso mi hai portato insieme al protagonista a rivalutare la normalità piatta della vita di ogni giorno di fronte all'alternativa di una schiavitù o prigionia o chissà cos'altro, forse gli alieni, forse i nazisti del futuro sull'altro lato della luna. Mi hai anche fatto venire voglia di riascoltare Wish you were here dei Pink Floyd.

Bello anche che resti indeterminato quale sia il sogno e quale la realtà (sempre se ce n'è una).

Sui dialoghi devo dar ragione a Timetrapoler, in alcuni punti anche io li ho trovati un po' ingessati nello stereotipo, ad esempio, fatico ad immaginare qualcuno che usi in maniera non ironica l'espressione 'il solito tran tran' nella vita di tutti i giorni, o 'quel maledetto ufficio'. Però in questo caso queste espressioni forse abusate sono funzionali alla descrizione della giornata media dell'uomo medio, perciò non mi hanno disturbato.

A questo proposito ho letto la tua risposta a Timetrapoler: vero quello che dici, che è il tipo di dialoghi che ci sono in libri e film tutto il tempo. Purtroppo gran parte del lessico che assorbiamo da film e libri tradotti è di questo tipo, e non è davvero naturale: molte espressioni del genere hanno una frequenza d'uso altissima nei prodotti in traduzione e bassa nel quotidiano, e spesso 'restano indietro' rispetto alla lingua d'uso. Anche per questo le traduzioni di prodotti basati sul dialogo invecchiano molto rapidamente, e se i libri vengono ritradotti la lingua dei film è spesso un segno indelebile della loro età. Anche per testi non tradotti c'è un grosso distacco nella maggior parte dei casi (non in tutti, certo) tra la lingua del parlato attuale e quella del testo scritto. Col tempo abbiamo finito per abituarci al punto da non sentirle più come espressioni strane e da non vedere il calco sulla struttura della lingua straniera da cui provengono. Questo solo come riflessione in generale.

*
Seconda gioventù

Ciao Francesco,

agrodolce il tuo racconto, perché il protagonista si 'sveglia' e si accorge che non serve andare dietro alle ragazzine per sentirsi giovane, ma non supera la crisi di mezz'età e non rinuncia al suo scopo :-).
Riesci a rendere e trasmettere al lettore molto bene la sensazione disagio e imbarazzo nella prima parte del racconto, e anche nella seconda parte si sente subito che Roberto finalmente non è più un pesce fuor d'acqua.
Bella anche la ripresa della scena quasi identica nella seconda parte.
Unico neo, o forse più una curiosità: all'inizio ho faticato un po' a capire l'ambientazione perché onestamente quella scarpa bianca sulla pista ha subito evocato nella mia mente un anello da atletica più che una discoteca. quando Ivan ha alzato gli occhi al soffitto mi sono riavuta, però.

'Questione amo': sicuramente lo scriverei con la minuscola, così come bro.
L'accento, di regola, non dovrebbe andare sui monosillabi, eccezioni in vocabolario a parte, in genere determinate dall'esigenza di scongiurare la pronuncia di potenziali iati, (es. può, giù), ma non è il nostro caso.
Questo lo classificherei come troncamento (perdiamo una sillaba) e non come elisione (in cui si perde una vocale) perciò a regola non ci andrebbe nemmeno l'apostrofo, così come accade per fratello, già citato (fratello/frate Martino diventa fra Martino, senza apostrofo). Po' e mo' sembra siano tecnicamente eccezioni alla regola (http://www.treccani.it/enciclopedia/tro ... aliana%29/).
A tutto ciò però si aggiunge il fatto che le eccezioni alle regole riguardanti apostrofi e accenti grafici spesso derivano dalla necessità di distinguere due parole omonime. Qui c'è l'omonimia con la voce del verbo amare io amo, quindi chissà, forse si può violare la regola e metterci un apostrofo o un accento grafico. Volendo decidere per l'accento però ce lo metterei acuto (amó), non grave, dato che la vocale finale è pronunciata chiusa, e con l'accento grave abbiamo già un'altra voce del verbo amare (egli amò).
In definitiva: boh, è una grande domanda, che per quanto mi riguarda rimane senza risposta.

*
Il demone

Ciao Diego,

complimenti, un bel racconto: uno spaccato sul quotidiano di una strega che non è poi così diverso dal quotidiano di chi ha un figlio (o un gatto!). Come idea si prestava molto a una narrazione inizialmente ambigua e un finale a sorpresa, ma preferisco come hai scelto di affrontarla tu, a carte scoperte. Il finale un po' ce lo aspettiamo, ma non è un problema. Forse l'unica cosa che varrebbe la pena cambiare sono le ultime frasi. Avrei voluto sapere di più sulla reazione della strega e capire perché non le importa di Gorion, che tutto sommato è il suo compagno.

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alessandra.corra
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Re: Gruppo GRIM BASTARDS: Lista racconti e classifiche

Messaggio#10 » giovedì 25 febbraio 2016, 18:55

Ciao a tutti, ecco puntuale la mia classifica:



1 - Seconda gioventù – Francesco Nucera


Devo dire che al tuo protagonista le sedute dallo psicologo non devono avergli arrecato molto beneficio vista la sua paura di invecchiare! :)
Scherzi a parte, il tuo racconto mi è piaciuto molto. Hai saputo creare una storia piacevole e divertente pur trattando un argomento molto amaro: la fine della giovinezza. Forse l'unico appunto che potrei farti è nel dialogo iniziale tra i due amici. Forse è troppo caricaturale che un padre possa addirittura prendere in prestito il gergo della sua figlia senza nemmeno sapere che "amo" significhi "amore" ... Per il resto, complimenti!

2 - Zuppa di caos – Flavia Imperi

Sei stata molto abile a scrivere questo racconto. La trama è godibilissima, la struttura narrativa ben gestita, ottimi i dialoghi, e per nulla banale la riflessione che ne vien fuori: effettivamente gli esseri umani sono spesso presuntuosi e ignoranti, pensano di conoscere tutto e invece sanno ben poco.
A parte qualche refuso e la caricatura di Leo che risulta essere un cliché un pò abusato nei personaggi maschili, penso ci sia ben poco da modificare in questa storia. Brava!

3 - Fine di un incantesimo – Viviana Tenga

La cosa che mi è piaciuta di più del tuo racconto è l'idea di trasportare una fiaba classica nella nostra quotidianità. Particolarmente carina l'idea di aver fatto risvegliare Biancaneve da un sasso lanciato da una bambina che poi le mostra, in seconda battuta, dal suo cellulare mondi sconosciuti e desiderabili. La chiusa finale racchiude parecchia amarezza pur nella sua semplicità. In quanto al tema, è sicuramente centrato e lo stile ben calibrato.

4 - I tecnici del reparto manutenzione – Angelo Frascella

Anche io ho trovato il tuo racconto di fantascienza molto gradevole. Il tema è sicuramente centrato ed è anche scritto in modo fluido e scorrevole. Da poco ho visto la serie tv Fringe e, in effetti, i tuoi tecnici ricordano un pò "gli osservatori" della citata serie, ma anche io penso che essere originali al 100% è cosa davvero impossibile.
Il finale non mi è nemmeno dispiaciuto; anzi, sa sorprendere poiché giunge inaspettato.

5 - La pillola azzurra – Linda De Santi


Chi almeno una volta non vorrebbe poter prendere una pillola per vivere, almeno nell'immaginario, una vita diversa da quella che si è costretti a sopportare quotidianamente? Il racconto scorre bene e riesce a conquistare dalle prime righe il focus del lettore. La trama è interessante pur nella sua semplicità. Forse rivedrei il finale perché risulta leggermente prevedibile, ma nel complesso la storia mi è piaciuta.

6 -Il demone – Diego Ducoli

Ho trovato carino il tuo racconto per alcuni punti di forza subito riconoscibili; ovvero, il lessico è corretto, e congruo al tipo di narrazione che avevi in mente di elaborare, la lettura del testo risulta scorrevole e anche l'idea stessa di adottare la dimensione fantasy per trasportare una vicenda cui milioni di coppie in tutto il mondo sono solite vivere è gradevole. Per contro, alla fine della fiera rimane un racconto simpatico e scritto bene, ma con una trama un pò fine a se stessa, dal finale un tantino prevedibile.

7 - A cosa servono i fratelli – Monica Patrizi

Complimenti, hai scelto un'ottima canzone come colonna sonora per il tuo racconto! :) Piccola istrice è un brano che mi è sempre piaciuto. E trovo interessanti anche le storie che non racchiudono una trama complessa, ma che lasciano intendere molto di più di quanto non sia espresso. La tua storia è delicata, scritta e declinata bene. L'unico appunto che mi sento di muoverti è relativo al motivo che c'è dietro al dolore della ragazza, perché piange mentre ascolta la canzone dei Subsonica? E' solo l'effetto dell'alcool ad amplificarle le percezioni o da poco ha davvero chiuso una relazione? Aggiungerei qualche elemento in più, per il resto è una buona prova.

8 - La gatta femmina – Angela Catalini

Appena ho letto il tuo racconto ho pensato subito che ha un ottimo potenziale che però non è stato espresso in modo ottimale. Di sicuro nulla da dire sulla struttura narrativa che funziona bene anche grazie a uno stile scorrevole e leggero. La trama è simpatica e risulta spassosa nella sua leggerezza, idem per l'ambientazione che cala bene il lettore dentro il contesto della situazione, ma anche io devo aggiungermi a quanti già ti hanno fatto osservare che hai puntato troppo sull'effetto sorpresa trascurando così punti essenziali per la credibilità e la comprensione ottimale del testo.

9 - Canale notturno – Alexandra Fisher

Iniziamo con i complimenti: la trama è buona, idem per l'ambientazione del tuo racconto: sono sempre intriganti le storie dove c'è un mistero da scoprire. Il tema è centrato, perfino in due modi diversi; anche il linguaggio è ben costruito tanto che non ci cambierei una virgola, quindi brava. Ma veniamo al punto debole: anche io devo aggiungermi a chi ti ha fatto notare che si fa qualche difficoltà a capire la storia nel suo complesso. La frase finale, per es, rimane un pò sibillina: fa intuire un cambiamento nel personaggio della signora Schnee, ma non è chiaro se sia impazzita o cosa. Comunque, resta una buona prova

10 - I sogni son desideri... di felicità – Patty Barale

Le tue storie sono sempre gradevoli da leggere, purtroppo però questa volta, nonostante il racconto abbiadelle buoni basi, non mi ha convinta del tutto.
Il punto di forza è sicuramente nell'idea di rivisitare una fiaba classica capovolgendone con cinismo la morale troppo buonista delle fiabe Disney. Cinica a tal punto da trasformare perfino il principe azzurro, esattamente come nel film di Almodover Parla con lei (anche qui c'era infatti un infermiere che abusava della ragazza in coma), in un uomo perverso che si eccita davanti la donna in fin di vita.
Trovo però che alla protagonista succedono troppe cose che messe tutte in un racconto così breve risultano, compresse, poco sviluppate.

11 - Il sogno – Carla Anastasio


l'inizio del tuo racconto l'ho trovato ben strutturato, motivo per cui sono riuscita a calarmi molto bene nel protagonista che subisce una vita impostagli dalla società. L'idea di portare il finale in un'altra direzione, rispetto a ciò che sembrava all'inizio della vicenda, ci sta, ma in questo caso trovo anche io che sia lasciato "troppo al caso". Mi piace quando ci si deve impegnare per capire che cosa ci sta dietro un racconto, è giusto che tutto non venga definito perfettamente, ma in questo caso hai dato troppi pochi indizi per guidare il lettore a ciò che volevi comunicare.

12 - Congiura – Francesco Cascione


Sull'idea alla base del tuo racconto non ho nulla da obiettare perché è buona, ma dal punto di vista della comprensione trovo che qualcosa non ha funzionato. Per me è fondamentale che a fine lettura possa capire l'intento di chi ha scritto il racconto. Nella tua, invece, ho trovato tanto materiale interessante, ma anche tanta confusione e ho fatto fatica a seguire la storia fino alla sua conclusione. Peccato, la storia ha sicuramente del potenziale, ma dovresti renderla più chiara.

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invernomuto
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Re: Gruppo GRIM BASTARDS: Lista racconti e classifiche

Messaggio#11 » giovedì 25 febbraio 2016, 22:28

Ciao a tutti, anche questa volta, pur facendomi attendere e commentando i racconti in gruppi di tre alla volta agli orari più impensabili, ho completato la mia classifica.
Come ogni mese è stata dura, soprattutto dover relegare dei racconti che considero validi a posizioni piuttosto basse.

Seconda Gioventù, di Francesco Nucera
il racconto mi è piaciuto abbastanza, sei stato capace di caratterizzare bene il personaggio e la sua "maschera di gioventù" tratteggiando una storia piuttosto amara senza farla precipitare nel ridicolo o nel pietoso.
Il tema è centrato in pieno, il "risveglio" del protagonista che prende coscienza della sua condizione è una scelta originale che, secondo me, funziona piuttosto bene.
Anche a me ha dato qualche problema il salto temporale a fine racconto, ma a una seconda rilettura è stato tutto molto più chiaro.
Una buona prova.

Zuppa di caos, di Flavia Imperi
Ottima prova, un racconto ben gestito in tutto, dai tempi alle ambientazioni, dalla caratterizzazione dei personaggi a quella degli ambienti (la bettola di zio Omero si è delineata benissimo nella mia mente nonostante tu non ti sia persa in lunghe descrizioni).
I dialoghi sono il tuo punto forte, immediati, divertenti e non perdono il ritmo fino alla fine del racconto.
Unica pecca -anche secondo me- la caratterizzazione della povera Caterina, tirata in mezzo senza motivo apparente nella burla delle ostriche galattiche; un peccato perdonabile vista la natura limitante del conto caratteri a disposizione.

I tecnici del reparto manutenzione, di Angelo Frascella
Leggere i tuoi racconti è sempre un piacere, tra gli autori di Minuti Contati sei quello che riesce a scrivere storie di mio gradimento con più costanza.
Anche io ho notato subito una similitudine con "Squadra Riparazioni" come anche qualche similitudine con alcune storie brevi di Brown, che comunque non trovo sia qualcosa di negativo: è davvero difficile trovare un racconto breve che non possa essere ricollegato a un'opera dai temi "simili" e la tua storia ha un'identità personale che funziona benissimo.
Buona anche la scelta di fare un richiamo alla mitologia sumera, gli Enlil e Namma del tuo racconto sono decisamente più umani e simpatici delle loro controparti mitologiche ma è comunque piacevole ritrovare i loro nomi.
Un'ottima prova, scorrevole sino all'ultima lettera.

I sogni son desideri… di felicità!, di Patty Barale
La prima cosa che salta all'occhio durante la prima lettura del tuo racconto è la tua capacità tecnica, il registro utilizzato è perfetto per il messaggio che volevi veicolare e hai saputo bilanciare bene ogni scelta lessicale ricalcando perfettamente i toni utilizzati nei servizi strappalacrime a cui le reti nazionali ci hanno abituati per bene.
La scelta -non originalissima- di declinare in tono dark una fiaba classica è sostenuta dalla scelta inusuale di intervistare la protagonista stessa, una scelta che avrebbe pagato veramente molto di più con un maggior numero di caratteri a disposizione ma che in questa forma compressa - come sicuramente hai constatato anche tu, dal momento che purtroppo ti sei ritrovata a sforare con i caratteri- non può brillare quanto dovrebbe.
Una buona prova che purtroppo lascia un po' l'amaro in bocca viste le potenzialità inespresse che traspaiono dal testo.

Il demone, di Diego Ducoli
Ho veramente poco da segnalare, racconto tecnicamente molto buono e che "funziona" bene evocando nella mente del lettore lo scenario decadente e grottesco che hai saputo tratteggiare benissimo nel testo.
Che la storia sia un po' fine a se stessa è indubbiamente vero, ma dopotutto quasi tutte lo sono in un contest limitante come Minuti Contati e, se l'obiettivo del racconto era strappare un sorriso al lettore, riesce egregiamente nel suo compito.
È sempre piacevole, inoltre, trovare racconti che puntano sulla commedia, genere che soprattutto nei contest tende a essere decisamente svalutato in favore di storie che presentino temi e toni più "seri".

La gatta femmina, di Angela Catalini
Mi piace molto la tua capacità di caratterizzare i personaggi, che riescono a rimanere impressi anche dopo poche battute grazie alla tua bravura nel delinearne le personalità.
Hai affrontato il tema in modo originale e simpatico, però anche io ho notato qualche piccolo problema nello sviluppo del racconto - in particolar modo mi chiedo cosa abbia risvegliato la "passione" del signor Lavitola.
Insomma, escludendo che sia un appassionato di sadomaso a cui piace farsi colpire dai martelletti, mi sarei aspettato almeno un paio di righe su come chinandosi la dottoressa lasciasse intravedere qualcosa dalla sua abbondante scollatura o comunque qualcosa che giustificasse meglio la reazione dell'arzillo signore! Alla prossima!

Fine di un incantesimo, di Viviana Tenga
Come già detto a Patty la scelta di rivisitare una fiaba è uno stratagemma molto, forse troppo, usato per poter scrivere un racconto breve senza doversi dilungare nel delineare i personaggi: dopotutto chi non conosce Biancaneve?
Eppure proprio in questo risiede il punto debole della tua Biancaneve, non ha una forte identità: ci parli delle sue difficoltà nel comprendere la lingua della ragazzina, ma la protagonista non si esprime con un vocabolario particolarmente aulico (che ne avrebbe rafforzato l'unicità e il suo essere "fuori tempo"), e la conclusione della storia sembra spersonalizzarla ulteriormente con una frase di chiusura che sembra accentuare l'accettazione di quella che per lei dovrebbe essere una situazione davvero difficile da digerire.

Canale notturno, di Alexandra Fischer
Come faccio sempre per la prima lettura di ogni racconto mi son concentrato unicamente sulla storia, senza andare a sbirciare i commenti precedenti.
Una volta terminata la prima lettura e "riordinati" i miei pensieri a riguardo sono andato a vedere cosa ne pensassero gli altri lettori e devo dire che in seconda rilettura, tenendo presenti gli accorgimenti già fatti da altri e le tue risposte e devo ammettere che con un paio di spiegazioni in più il racconto funziona davvero molto meglio.
Quello che intendo è che il racconto ha delle ottime premesse ma troppo spesso mi son trovato a domandarmi come mai Leni fosse finita dentro la radio o come mai l'assonanza tra i due cognomi fosse così importante: dopotutto il giovane Hansi avrebbe avuto più motivi per confondersi se fosse stata la voce della ragazza a somigliare a quella della sua insegnante piuttosto che il cognome.
In ogni caso sono tutti punti che ti sono già stati fatti notare, per cui è insensato continuare a riportarli; dal canto mio ho trovato un po' debole la reazione della signora Schnee e la descrizione dell'episodio fantasmagorico, capisco il limite di caratteri tiranno ma qualche parola in più per descrivere il terrore causato da un episodio del genere o i brividi che le attraversano la spina dorsale nel sentire la voce del bambino risponderle dalla radio avrebbero giovato davvero tanto alla storia.
Una buona prova.

La pillola azzurra, di Linda De Santi
Sarà che sono un fan di Gaiman, che degli dei rivisitati in chiave moderna ha fatto un cavallo di battaglia, sarà perché mostrare il mindset di una persona assuefatta non è facile come sembra e tu ci sei riuscita benissimo, ma il tuo racconto mi ha colpito molto positivamente.
Morfeo spacciatore di escapismo funziona e anche bene, ma quello che ruba la scena nel tuo racconto è il protagonista deluso dalla realtà, incapace anche solo di concepire la possibilità di impegnarsi per migliorare la sua (insoddisfacente) vita reale, deluso al punto da sperare in un'overdose che lo alieni completamente.
Un'ottima prova decisamente più complessa di quanto sembri a primo impatto, brava.

Il sogno, di Carla Anastasio
Molte delle mie perplessità riguardo al tuo racconto sono state, ahimè, già espresse dai commentatori che mi hanno preceduto; in definitiva quello che davvero non mi convince del tuo racconto è lo stile narrativo che non riesce a rendere "digeribile" il caos della trama da te intessuta.
In più mi ha lasciato abbastanza perplesso il tuo cambio di tempo verbale alla fine del racconto, quando improvvisamente passiamo al passato remoto con "si immobilizzò" dopo che la narrazione sino a quel punto era al presente.
A presto.

A cosa servono i fratelli, di Monica Patrizi
Uno "slice of life", praticamente una diapositiva.
Il punto di forza dell'intero racconto è sicuramente il tuo stile, bello ed evocativo, che ben rappresenta le sensazioni che hai voluto comunicare al lettore.
Il vero problema, e credo che in questo risieda la chiave di volta del tuo racconto, è che sono sensazioni sicuramente evocative per alcuni, ma che a molti altri tra cui il sottoscritto non suscitano una grande risposta emozionale; in soldoni: è una storia scritta bene ma personalmente non riesco a trovare l'appeal.
Sia ben chiaro, non cerco il plot twist a tutti i costi né pretendo che si possa condensare una storyline complessa in 3000 caratteri, però uno spaccato di quotidianità così comune non riesce a lasciare il segno, per quanto ben scritto.
Spero di rileggerti nelle prossime edizioni per farmi un'idea migliore del tuo stile.

Congiura, di Francesco Cascione
Arrivo tardi e, come mi succede spesso, noto che la maggior parte delle osservazioni che avrei voluto farti durante la lettura del racconto ti sono già state esposte, e sarebbe dunque inutile per me rigirare il dito nella piaga continuando a ribadirli.
Il tuo racconto lascia trasparire una grande ricchezza di idee, forse troppe, che decidi di stipare nei tremila caratteri a disposizione sacrificando così la leggibilità della tua storia, praticamente un elenco puntato di personaggi, entità e sensazioni su cui non ti soffermi mai abbastanza per catturare veramente la curiosità di chi legge.
Peccato, perché la fantasia è una dote fondamentale per uno scrittore e a te non manca, spero di rileggerti ancora nelle prossime edizioni!

Ed ecco la mia personale classifica:

1 - I tecnici del reparto manutenzione, di Angelo Frascella
2 - La pillola azzurra, di Linda De Santi
3 - Il demone, di Diego Ducoli
4 - Zuppa di caos, di Flavia Imperi
5 - Seconda Gioventù, di Francesco Nucera
6 - La gatta femmina, di Angela Catalini
7 – I sogni son desideri… di felicità!, di Patty Barale
8 - Fine di un incantesimo, di Viviana Tenga
9 - Canale notturno, di Alexandra Fischer
10 - A cosa servono i fratelli, di Monica Patrizi
11 - Congiura, di Francesco Cascione
12 - Il sogno, di Carla Anastasio

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beppe.roncari
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Re: Gruppo GRIM BASTARDS: Lista racconti e classifiche

Messaggio#12 » venerdì 26 febbraio 2016, 19:32

CLASSIFICA
(Do sempre – per me stesso – un titolo scherzoso e alternativo ai racconti. Senza offesa! ^_^)

1) I tecnici del reparto manutenzione, di Angelo Frascella, “La-mina vagante”
2) La pillola azzurra, di Linda De Santi, “Il Viagra della Mente”
3) Zuppa di caos, di Flavia Imperi, “Malasagna insegna”
4) Fine di un incantesimo, di Viviana Tenga, “Incantesiphone”
5) Il demone, di Diego Ducoli, “Svezzamento”
6) Il sogno, di Carla Anastasio, “I sogni son d esideri”
7) La gatta femmina, di Angela Catalini, “La gatta sul letto che scotta”
8) Canale notturno, di Alexandra Fischer, “Il fantasma degli episodi precenti…”
9) Seconda gioventù, di Francesco Nucera, “L’umorismo di Pirandello”
10) I sogni son desideri… di felicità!, di Patty Barale, “Parla con Bianca”
11) A cosa servono i fratelli, di Monica Patrizi, “A cosa (non) servono i racconti”
12) Congiura, di Francesco Cascione, “Congiu[ntu]ra mancata”


COMMENTI
(in ordine sparso)


Il sogno, di Carla Anastasio, “I sogni son desideri”
Ciao Carla, ben ritrovata!
Il tuo racconto è piacevole, ne ho apprezzato soprattutto lo stile.
Non tutto risulta chiaro, per esempio, non ho capito fino in fondo la questione del “viaggio nel tempo”: glielo concede una qualche entità superiore ma lui deve ripagarla con racconti mirabolanti? Li inventa o le ha vissute davvero quelle cose? O è un “essere rianimato” da umani del futuro che lo usano come archeologo? E lui ne approfitta con nostalgia per rivivere quella banale vita quotidiana che ora, nella sua situazione di prigionia, gli pare “da sogno”?
L’alternativa che mi pare tu proponi andando solo ora a leggere i commenti è quella del “sogno nel sogno” stile film Inception. Allora mi pare una vicenda un po’ troppo complicata per un racconto breve…
Per carità, non bisogna dare tutte le risposte, ma mi spiace di non aver capito tutta la storia, che per il resto è davvero ben scritta.
Alla prossima! ;-)


Zuppa di caos, di Flavia Imperi, “Malasagna insegna”
Ciao Flavia, ben ritrovata!
Racconto simpatico e a suo modo geniale (ho dovuto fare qualche ricerche per capire cosa intendevi con pansessualità, forse perché ho mangiato una sola ostrica in vita mia, mentre ero ubriaco al quartiere di Malasagna di Madrid, ed allora ero preoccupato di ben altro, rispetto al sesso della povera bivalve…).
Quindi non immediatamente chiara la scena finale, ma spassosa la situazione e i dialoghi fra i due “invertiti” di sesso.
Una buona prova, alla prossima! ;-)


Seconda gioventù, di Francesco Nucera, “L’umorismo di Pirandello”
Ciao Francesco, ben ritrovato!
Racconto piacevole, simpatico, con una buona chiusa finale. Non ho niente di particolare da eccepire sullo stile, i tuoi personaggi caricaturali fanno pena e tenerezza allo stesso tempo.
Tuttavia mi pare una prova senza un particolare guizzo. Sono più vecchi rispetto alle ragazzine. Sono più giovani rispetto alle vecchiarde. A parte la battuta, si risolve tutto lì. Forse perché non mi hai dato elementi per empatizzare con il loro dramma. Ti consiglio la lettura del saggio su L’umorismo di Pirandello.
Ciao! Alla prossima!


I tecnici del reparto manutenzione, di Angelo Frascella, “La-mina vagante”
Ciao Angelo, ben ritrovato, bel racconto!
Geniale come sempre l’idea e quasi impeccabile la realizzazione.
Come ti hanno già detto altri (ho sbirciato solo per vedere se avevi già risposto al riguardo) la parola “mina” non si capisce per niente e genera confusione. Ci sono due interpretazioni più ovvie rispetto alla moneta babilonese: “la mina di una matita” o “una mina esplosiva”.
In particolare io propendevo per la mina di matita perché così mi facevo tutto un mio film sul fatto che il protagonista fosse in un fumetto o in un lungometraggio e quindi… ecco spiegati anche gli strappi di realtà à-la-Matrix!
Comunque buona prova, ciao! ;-)


I sogni son desideri… di felicità!, di Patty Barale, “Parla con Bianca”
Ciao Patty, ben ritrovata!
Un’altra Biancaneve, o meglio, una Neve Bianca, la tua protagonista. La scelta della cornice da talk show televisivo non l’ho apprezzata perché la vedo come un artificio per nascondere un lungo spiegone piuttosto noioso… puoi fare di meglio, ce lo hai dimostrato in molte altre occasioni! (talk) show! don’t tell!
La storia, poi, sembra presa pari pari da Parla con lei di Almodovar. Quindi l’originalità della tua storia doveva trovarsi nello stile… e questo, purtroppo, non è all’altezza, stavolta.
Alla prossima, ciao!


Il demone, di Diego Ducoli, “Svezzamento”
Ciao Diego, ben ritrovato!
Credo che i famigli siano solo animali fisici, non demoni evocati. E di solito le streghe non sono casalinghe disperate con compagni acidi ma donne indipendenti che gli uomini semmai li usano. Detto questo, il tuo ribaltamento fantasy stile famiglia classica con bebè mi piace.
Bello il finale, anche se per giustificarlo bisogna accettare la forzatura di cui sopra nel rapporto fra strega e suo ganzo.
Attento: “con sé” vuole l’accento. ;-)

La gatta femmina, di Angela Catalini, “La gatta sul letto che scotta”
Ciao Angela, ben ritrovata!
Bella ambientazione, giusto registro, brava. Forse solo qualche imprecisione e refuso qua e là: per esempio: “un’imprecazione” vuole l’apostrofo, essendo al femminile, e il “medico legale” è quello che constata la morte per il tribunale, se non erro, non quello che controlla i finti o veri invalidi. Poi, ciò che si “risveglia” qui nell’anziano signore non è propriamente un muscolo ma un’altra cosa… (credo sia un “corpo cavernoso”, tecnicamente).
In ogni caso, buona prova, ciao! Alla prossima!


Fine di un incantesimo, di Viviana Tenga, “Incantesiphone”
Brava Viviana!
Bel racconto e bella rivisitazione della fiaba di Biancaneve.
Fatico a trovare qualcosa di negativo nel commento, forse c’è un po’ troppo “narrato” invece che mostrato e qualche indulgenza alla spiegazione, ma ci sono anche dei bei guizzi di punto di vista, come quando Biancaneve considera lo smartphone della ragazzina uno “specchio magico” ancora più potente di quello della sua matrigna.
Non è potentissimo il finale, per dir la verità. Il vero capovolgimento sarebbe stato: “Principe? Chi ha bisogno di un principe? Non vedo l’ora di scoprire questo tuo mondo meraviglioso e affascinante!” – ora invece finisce in modo melanconico e un po’ sottotono.
Comunque brava, bella prova! Alla prossima! ^___^


Canale notturno, di Alexandra Fischer, “Il fantasma degli episodi precenti…”
Ciao Alexandra, ben ritrovata!
Il clima del racconto e lo stile vanno bene, sono misteriosi ed evocativi. Trama e aderenza al tema, OK. Quel che manca totalmente (o quasi) è la chiarezza. Non riesco a vedere le immagini né a capire i riferimenti, all’inizio pensavo disorientato che lo spettro nella radio (nessun mistero qui, si capisce subito che si tratta di questo) fosse un bambino e non una bambina (Lena?).
Non si capisce perché la signora non abbia provato prima a disfarsi della radio (buttarla in discarica?) o a distruggerla visto che sapeva benissimo che era stregata. L’idea che sia un ricordo caro da non buttare non mi convince per niente. Per esempio, dovevi seminare il fatto che aveva sì già tentato di buttarla/distruggerla ma… era ritornata a casa? era ritornata intera? era ricomparsa dal nulla? Qualcosa del genere.
Comunque brava, alla prossima! ^_^


La pillola azzurra, di Linda De Santi, “Il Viagra della Mente”
Ciao Linda, ben ritrovata!
Racconto piacevole, con riferimenti a Matrix, Inception, Sandman di Neil Gaiman ma NON al Viagra… (temevo fosse quella la “pillola azzurra”). O forse no? I sogni, in un certo senso, sono l’equivalente mentale del Viagra, anche per il tuo protagonista.
Immagino che “Wagner Bros” sia una strizzatina d’occhio alla “Warner Bros” e la trilogia un riferimento a tutte le trilogie che si moltiplicano nei cinema con o SENZA (più spesso) motivo.
Perché “Sono 2000”? Questa cifra non l’ho capita, se poi ha un significato specifico.
Il racconto è ben scritto e mi è piaciuto, brava. Ciao! Alla prossima! ^_^


A cosa servono i fratelli, di Monica Patrizi, “A cosa servono i racconti”
Ciao Monica, ben trovata!
Cecilia si è ubriacata perché malata d’amore e il fratello Giacomo l’ha riportata a casa la sera prima. Qui c’è tutto il racconto. Un po’ poco, non ci sono eventi né descrizioni particolarmente acute di sintomi fisici o di stati d’animo. Scusa la brutalità del commento, il racconto è un apologo di buoni sentimenti ma manca di “succo” e sostanza.
Attenta: “conati” da solo significa semplicemente “sforzi”, funziona nell’accezione intesa da te solo se aggiungi “di vomito”, altrimenti è anacoluto o errore. Inoltre i conati sono attivi e non passivi, non “vengono su” ma ci si sforza di farli per vomitare.
Consecution temporum: qui ci vorrebbe il trapassato remoto “e a Cecilia, sola, più ubriaca che sobria, non era rimasto altro che cantare”, non “rimase”.
Qui manca il punto finale: "Molto, se non ti fossi persa"


Congiura, di Francesco Cascione, “Congiu[ntu]ra mancata”
Ciao Francesco, ben trovato.
Il racconto è abbastanza confuso e non ha un nucleo forte. Il parlare della “congiura” del titolo in modo vago e senza un personaggio con cui empatizzare è senz’altro penalizzante. A questo si unisce una marcata pesantezza dello stile e riferimenti confusi. Per esempio, non ha molto senso che il protagonista/voce narrante scriva a “Céline” e poi ne parli poco sotto in terza persona “Céline è la regina”. Solo per fare l’esempio più lampante.
Dal punto di vista della trama, il riferimento all’11 settembre e alle teorie del complotto non è molto originale.
Consecutio temporum. Dovresti dire: “Era la prova di quel che cercavo da una vita,” non “cerco”. Anche altre frasi sono confuse con il passaggio dal presente all’imperfetto. Se scrivi “Eric era stato parte di quella congiura…” alla riga dopo devi mantenere l’imperfetto e non il presente: “Céline è la regina, io il cavallo.”
Inoltre poi passi anche al futuro, che ingenera ulteriore pesantezza nella lettura.
Frase poco chiara per le concordanze: “Come altri, lavoravo per suo padre da tanto, ma lo ignoravo.” Scritta così vuol dire che “lo” sta per “suo padre”, “ignoravo suo padre”, mentre credo tu volessi dire “ignoravo quella cosa”.
Alla prossima, mi raccomando di leggere ad alta voce e di lavorare soprattutto su stile e scorrevolezza (prima ancora che su idea e contenuti). Ciao!

Sybilla Levanti
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Re: Gruppo GRIM BASTARDS: Lista racconti e classifiche

Messaggio#13 » sabato 27 febbraio 2016, 0:59

Ecco la mia classifica...

La Congiura -
Buonasera, al limite limite riesco a risponderti!
Il racconto è aderente al tema, qui il risveglio non è fisico ma morale (almeno per come l'ho interpretato io).
Lo stile è molto ben strutturato e ha saputo mantenere la suspence nel lettore pur avendo pochi caratteri a disposizione.
Come per altri, all'inizio non è stato molto chiaro (ho dovuto rileggere due volte l'intro...) il cambio di personaggio e di ritmo nella storia. Forse per renderlo più chiaro avresti potuto mettere una data o qualche altra indicazione temporale. Son solo suggerimenti eh.

A cosa servono i fratelli - Monica Patrizi

Buonasera Monica.
Valutare il tuo racconto non è facile. É scritto bene e è abbastanza scorrevole, con uno stile lineare ma non pesante.
Il tema è centrato, la protagonista si risveglia dopo una "notte brava" e, come spesso capita, lentamente ricorda ciò che ha fatto nelle ore precedenti, con tutti i pro e i contro.
Mi lascia un po' perplessa il finale, la risposta apparentemente slegata dal resto della narrazione data da suo fratello. Forse il fatto che io non abbia fratelli mi preclude di cogliere la sottigliezza dello scambio di battute.
Comunque un buon lavoro.

Il Sogno -

Buona sera Carla!!
Il tuo racconto mi ha messo addosso una certa ansia, devo ammetterlo. Le tue parole, senza fronzoli eccessivi, hanno saputo delineare un contesto "da incubo", la trappola in cui nessuno vorrebbe vivere. La svolta avviene nelle ultime righe, senza alcun preavviso, e questo è forse l'unico problema che presenta la tua narrazione, perché non si capisce bene cosa succeda al protagonista, sebbene sia chiara la svolta sci fi (viaggio nel tempo per recuperare informazioni perdute) un po' alla Asimov, quando gli chiedono di tornare indietro. E poi tornare dove? Nel futuro o nella realtà di Alberto? Mille quesiti affollano la mia mente...
Comunque brava!

La pillola azzurra -

Hey Linda, il tuo racconto mi piace molto, si anche a me ha fatto venire in mente Matrix (anche perché se metti un Morfeo e una pillola azzurra nello stesso bar, il deja-vu è praticamente servito su un piatto d'argento). Io invece ho trovato nel bar Le Pecorelle non una nota di humour ma un indizio ancora di ciò che il protagonista va cercando: per dormire si contano le pecorelle e per sognare si deve dormire. Si va beh mi son persa io stessa.
Non trovo particolari sbavature nel tuo stile e sicuramente avendo a disposizione più caratteri avresti potuto rifinirlo meglio ma già così è un ottimo lavoro.

Canale Notturno -

Ciao Alexandra!
Mi piacciono gli oggetti posseduti da spiriti devastati da qualche fatto terribile del loro passato e il tuo racconto, sebbene con qualche problema di comprensione delle varie scene, non fa eccezione. Il "risveglio" della radio apre un mondo di possibilità, ovviamente non spiegabile in tremila caratteri ma che mi incuriosisce molto. E apre a tutta una serie di domande...
Il finale non mi ha convinta del tutto perché, anche qui, lascia troppi interrogativi aperti (io una risposta me la son data).

Fine di un incantesimo -

Sicuramente con Biancaneve il tema del risveglio è centrato (come la pietra sulla sua bara di cristallo lanciata dalla ragazzina) ma ci sono alcune questioni lasciate in sospeso che non mi convincono.
A livello di stile non mi è piaciuto molto l'inizio, con le azioni scandite in modo asettico: avrei inserito qualche spunto che facesse capire l'ansia o qualche altro sentimento di questa ragazza che si desta con una mano tagliata e dolorante e scopre che ha dormito secoli e il mondo che conosceva è scomparso.
Anche l'interazione con la bambina, secondo me, poteva esser sviluppata meglio partendo proprio dalla difficoltà tra le due di capirsi.

La gatta femmina -

Ciao Angela, il tuo racconto non mi dispiace forse proprio per la carica intimistica che hai inserito, volontariamente o no. Purtroppo questo non rende più chiara la narrazione in alcuni punti e soprattutto nel finale. Lo stile è pulito e, in contrapposizione al fatto che la storia non sia di facile comprensione, limpido.
Come altri, forse nemmeno a me è del tutto chiaro il messaggio che volevi dare: gelosia? sfiducia nelle donne (da parte della moglie del protagonista)? truffa? Non so.

Il demone -

Fantasy, il mio genere preferito! Carina l'idea del famiglio considerato come un figlio dalla strega e dal compagno, anche se - mio modesto parere - avrei speso qualche riga in più per caratterizzarlo: hai dato qualche spunto ma senza far capire al lettore come sia, quanto abbia e altre informazioni più dettagliate sull'aspetto fisico (dopotutto è un ibrido umano-demone/creatura fantastica) in modo da coinvolgere maggiormente il lettore.

Sogni son desideri...di felicità -

Ciao, non ho letto gli altri commenti ma una nota te la faccio subito (scherzosa): mi metti come titolo il verso di una canzone di Cinderella della Disney e poi mi parli di Biancaneve? No dai sto scherzando...consiglio: se tua figlia vuole che le leggi le favole classiche, cerca gli originali dei Grimm, che son belle truculente (altro che la disney!)

Mi è piaciuta l'idea del talk show avvoltoio, che si butta a pesce nelle storie scabrose come se fosse giornalismo d'inchiesta. Avrei forse caratterizzato più la scena facendo un botta e risposta con il giornalista, inserendo magari dettagli di ciò che la matrigna faceva a sta povera Bianca per farle venire gli incubi e via discorrendo.

I tecnici del reparto manutenzione -

Bel racconto, bravo.
Stile chiaro e diretto sul tema proposto, senza sbavature o particolari incongruenze all'interno della narrazione. Intrigante anche l'idea di presenze che si occupano di recuperare e ricucire buchi vari nella realtà, facendo quindi presupporre l'esistenza di altre realtà...e di altri mondi...e di altre entità e via così.


Zuppa di caos -

Il tuo racconto mi ha divertita molto. Scritto bene e con un che di grottesco che si dipana per tutto l'arco narrativo, cosa che a me piace tantissimo.
Anche il finale non è stato per nulla scontato, sebbene magari un po' prevedibile - chiaro che qualche forza esterna si era intromessa per causare quello scompiglio - ma l'idea di due ostriche pensanti su un'astronave l'ho trovata particolarmente gustosa.

Seconda gioventù -
Ciao Francesco. Il tuo racconto è divertente ma non troppo: la paura di invecchiare è uno dei mali della società moderna e il risveglio che il tuo protagonista ha è un chiaro segno, comprese le sedute dallo psicologo (che non son state comunque molto utili!).
Mi è piaciuto, invece, tanto il finale che hai saputo costruire con poche frasi ben congegnate.

Classifica:
1 la pillola azzurra
2 il demone
3 zuppa di caos
4 i sogni son desideri...di felicità
5 i tecnici del reparto manutenzione
6 il sogno
7 a cosa servono i fratelli
8 la gatta femmina
9 seconda gioventù
10 canale notturno
11 la congiura
12 fine di un incantesimo

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Re: Gruppo GRIM BASTARDS: Lista racconti e classifiche

Messaggio#14 » sabato 27 febbraio 2016, 9:50

La classifica di Ophelia è da considerarsi valida nonostante il ritardo della consegna in quanto scritta a Londra, dove la mezzanotte è la nostra una e in quanto il counter dell'Arena che lei vedeva dal suo pc si era autoregolato sulla sua ora, quindi lei pensava di avere effettivamente quel tempo ancora a disposizione.
Per le prossime edizioni risolveremo questo aggiustamento automatico del counter.
:)

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Re: Gruppo GRIM BASTARDS: Lista racconti e classifiche

Messaggio#15 » domenica 28 febbraio 2016, 20:49

Ecco la mia classifica. Domani pubblicheremo la news con le generali e i finalisti. Complimenti a tutti per l'ottima edizione di cui siete stati protagonisti!

1) La pillola azzurra, di Linda De Santi
Racconto cui non cambierei nulla. Ottima l’intro con il lettore che viene portato alla rivelazione in modo più che coerente. Perfetto il finale, compresa la chiusa, davvero ottima. Per me pollice su e accesso immediato alla vetrina. Complimenti.
2) I tecnici del reparto manutenzione, di Angelo Frascella
Ottimo racconto, pieno di estro e ben strutturato. Ricrei una realtà “diversa” senza cadere in infodump alcuno e anzi sbattendoci sempre in faccia l’azione. Non ho altro da aggiungere, direi che non necessita di modifiche. Pollice su per me.
3) I sogni son desideri… di felicità, di Patty Barale
Bell’idea, di grande impatto. Forse il suo limite è che si consuma in se stessa senza riuscire a rilanciare, una volta capito il giochino si procede con meno brillantezza verso il finale e la chiusa, con quel monito, sembra forzata, nel senso che altro ancora ci sarebbe voluto per renderla in tutta la sua potenza. Un pollice tendente all’alto per me, dopo un po’ di lavoro nel laboratorio penso che starebbe benissimo in vetrina.
4) Seconda gioventù, di Francesco Nucera
Racconto divertente, anche cattivo. Ci sono alcuni refusi nel finale che possono infastidire, ma siamo a Minuti Contati e fanno parte del gioco. Certo è che la vittima sembra trasformarsi in aguzzino, anche se ancora non è dato sapere se è così che, invero, si comporterà. Il tema è ben declinato andando a caratterizzare l’intero racconto. Per me un pollice tendente all’alto per una forma che, soprattutto nella prima parte, mi è parsa revisionabile (ho un pelo stentato a ingranare con la lettura, forse anche perché sarebbe subito da specificare su che tipo di pista si trovano, io ho pensato prima a una di pattinaggio e poi a una per modelli…)
5) Fine di un incantesimo, di Viviana Tenga
Ammantalo di un’atmosfera più rarefatta, anche misteriosa, luogo quasi fuori dal tempo in cui la bambina che crede ai sogni e la principessa che ha sognato fino ad allora possano incontrarsi e potresti raggiungere il giusto livello per questo racconto. Gran bella riflessione, tra l’altro, che merita anche qualche migliaio di caratteri in più per raggiungere il giusto equilibrio. Per me è un pollice tendente all’alto, ma non mi spingo più su in classifica perché lo vedo ancora un work in progress, più di quelli che lo precedono.
6) Zuppa di caos, di Flavia Imperi
Divertentissimo fino al finale. Brillante, ben gestito, assolutamente godibile. Poi, appunto, il finale che mi sembra troppo veloce e poco seminato. Mi sarei aspettato una correlazione precisa tra i due protagonisti che giustificasse proprio la loro scelta e avrei gradito anche una riflessione meno affrettata sulla pansessualità. Diciamo che hai scelto la via più facile troncando tra la parte umana e quella extraterrestre mentre credo che il racconto avrebbe potuto funzionare di più se l’avessi reso più coeso, magari con i due ET mischiati tra la folla (clientela ristorante, gente presa dalle compere) e intenti a seguirli, studiarli e nel mentre argomentare. Insomma, un racconto da potenziale davvero enorme che in questa forma non mi ha convinto appieno, diciamo un ne che punta timido timido verso il su.
7) La gatta femmina, di Angela Catalini
Racconto dal tono brillante cui manca poco, a mio avviso, per essere da pollice su, ma che allo stato attuale deve accontentarsi di un pollice ni perché appare, davvero, una prima stesura che ancora va affinata per bene. Mi spiego. Semini la gelosia della donna e crei la situazione con una donna dottore che visita il marito, bene… Hai tutti gli elementi per sviluppare un conflitto tra le due che, però, non approfondisci. La visita della dottoressa può essere standard in una prima fase e poi più “sexy” nella seconda, non pensi? Invece chiudi sempre in quella direzione, ma facendo smascherare l’anziano truffatore da un martelletto che tutto potrebbe causare tranne eccitazione. Va aggiustato e calibrato e va fatto perché un racconto di tal fatta in vetrina sarebbe proprio bello averlo.
8) Il demone, di Diego Ducoli
Tono divertente e divertito e lettura piacevole, anche se alcune forme sono un po’ più pesanti di altre. Non ho apprezzato il finale. Fai intendere che Gorion ha contribuito alla fase di creazione del famiglio e che si alternano nell’andare a curarlo durante la notte, ma concludi con il demonietto che sembra farsene un sol boccone o quasi e la strega che, noncurante, pensa sia iniziata la fase di svezzamento. Ecco, un finale del genere avrebbe potuto reggersi con un semplice amante al posto di Gorion, elemento sacrificabile e utilizzabile unicamente a scopi sessuali per una strega che se ne sbatte dei mortali. Allo stato attuale per me, per quanto detto soprattutto in riferimento alla coerenza interna, questo racconto è un pollice ni.
9) Canale notturno, di Alexandra Fischer
Gran bella idea quella della radio posseduta dallo spirito di un bambino prodigio protagonista dei suoi anni d’oro! Penso che dovresti trarne una storia più lunga, anche perché, presa dalla foga di inserire tutti gli elementi, qui ne hai davvero infilati troppi ed eccessivamente compressi. Alla fine la storia la si riesce a seguire, ma alcune scelte risultano davvero forzate e altre devono essere “indovinate” dal lettore perché non sufficientemente trattate. Le domande principali che necessitano di risposta: come mai la ragazza è salita in soffitta? Come mai quella radio è in possesso proprio della protagonista? Perché, dopo anni e anni in cui l’ha accudita e conservata, deve distruggerla proprio ora? Un pollice ni per il momento, ma ci sono grandi potenzialità.
10) Il sogno, di Carla Anastasio
Racconto che non mi ha convinto. Certe espressioni tipo “Grazie amore, sapessi come ti sono grato di avermi svegliato! Peccato che la gioia durerà poco, visto che mi aspetta il solito tran tran!” mi sembrano artefatte e aiutano poco a creare empatia con il protagonista. Ci mostri un protagonista dominato dalla vita, molto fantozziano e ci sta, poi chiudi aprendo una finestra verso qualcosa che invece non risulta seminato fino a quel punto, neppure nella parte iniziale, nonostante le tue intenzioni (l’ho riletta con attenzione e non ne ho tratto elementi sufficienti a creare un cerchio da chiudere). Ciononostante, l’idea è interessante e il mio invito è d’integrarla per vedere se dandole maggior respiro può far deflagrare tutte le sue potenzialità. Allo stato attuale è, per me, un pollice ni.
11) A cosa servono i fratelli, di Monica Patrizi
Mmh, questa volta il tuo racconto non mi è arrivato. Gran bell’esercizio di stile, sia chiaro, e per lunghi tratti dimostri quella sensibilità che, a mio modo di vedere, ti contraddistingue e ti rende quella che sei, ma qui non mi sembri concludere e tutto rimane sospeso, come puro e semplice esercizio. Il finale non mi ha convinto, non mi sembra chiuda ammantando di senso e pertanto sono costretto a penalizzarti in classifica. Prova a passare dal laboratorio revisionandolo, soprattutto nell’ultimo terzo di racconto. Al momento è un ni.
12) Congiura, di Francesco Cascione
Premetto che rispetto molto chi osa rischiare ho apprezzato il tuo tentativo con le lettere rivolte inizialmente a una bimba di cinque anni per poi spiazzare mostrandola adulta. Interessante, anche se poco riuscito in questa forma. Ma il problema qui sta da un’altra parte e, nello specifico, in due protagonisti con cui il lettore non può in alcun modo empatizzare in quanto, in buona sostanza, tutto quanto fai seguire alla lettera iniziale è un infodump mascherato in cui loro non hanno voce in capitolo. Ho riflettuto a lungo sui motivi per cui questo tuo esercizio è apparentemente fallito e credo di poter affermare con discreta sicurezza che è proprio a causa di questa struttura “infodumposa” (permettimi il termini in questo petaloso periodo). Pollice giù, quindi, ma un plauso perché chi osa, per me, lo merita sempre e a prescindere.

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