Persefone e la maledizione del melograno
Inviato: sabato 30 aprile 2016, 20:44
Persefone e la maledizione del melograno
Tanto tempo fa, quando ancora non esistevano le stagioni ed era sempre estate, viveva una coppia di agricoltori, nota per i frutti saporiti che crescevano nel loro orto.
La coppia aveva una figlia che stava per compiere venti anni. Persefone, così si chiamava la fanciulla, era bella come il sole e aveva un sorriso tanto radioso da rallegrare chiunque l'incontrasse.
Il padre che non vedeva che per i suoi occhi, andò un giorno a una fiera di Paese per comprarle un regalo. Cammina e cammina, improvvisamente si scontrò con uno strano individuo, coperto da un mantello di pelo nero e con un cappellaccio sulla testa. Lo sconosciuto, dopo aver biascicato qualcosa sotto i denti, afferrò per il bavero della giacca l'uomo, e gli sussurrò:
- So che sta cercando un regalo per sua figlia. Siccome per me è giunto il momento di sposarmi, credo che il miglior regalo potrebbe essere quello di farla diventare mia moglie. Mi sono innamorato di Persefone non appena l'ho vista, solo l'altro giorno. Essendo un gentiluomo ho bisogno del suo consenso, però. Dimenticavo, io sono Ade, lo stregone.
In tutta la contrada girava voce di questo stregone che viaggiava per il mondo grazie al suo palazzo incantato; e non c'era persona che non rabbrividisse all'idea di incontrarlo.
Intanto, tolto il mantello e il cappellaccio emerse un gran bel pezzo di giovanotto, alto e atletico, ma con uno sguardo così tagliente da far impallidire un leone.
- Come pensa che potrei darle il mio consenso? - balbettò spaventato il padre di Persefone.
- La potrei ricoprire di denaro e oro, ma se non dovesse accettare, ho paura che i suoi campi potrebbero diventar aridi in un sol momento.
L'uomo iniziò a tremare come una foglia e, per quanto amasse sua figlia, non poteva proprio tollerare di perdere i terreni che per anni gli avevano procurato tanta gioia e soddisfazione. Finì allora per mettersi d'accordo con Ade affinché potesse incontrare già il giorno seguente la sua figliola.
L'indomani Persefone fu mandata dal padre a raccogliere margherite vicino il fiume, ma non aveva nemmeno iniziato a raccogliere un fiore, che una strana dimora imponente, materializzandosi improvvisamente nel cielo, scese sulla terra per fermarsi poco distante da lei. Dopodiché, da una porta intarsiata d'oro, uscì Ade che, con il suo fascino mostruoso, la obbligò a seguirlo dentro il palazzo.
La mamma della ragazza, Demetra, quella sera, non vedendo rincasare la figlia iniziò a preoccuparsi. Dove poteva esser andata per tardare così? Cerca di qua e chiedi di là, non riuscì a scoprire nulla. Il marito, che guai a lasciarsi scappare qualcosa, davanti le sue domande scuoteva il capo con imbarazzo. In realtà, si sentiva in colpa per ciò che era accaduto, ma ormai le cose erano andate così e non c'era modo di poter tornare sui proprio passi.
Nonostante i giorni passassero, Demetra non perse mai la speranza di ritrovare la ragazza; tanto che, un bel giorno decise di partire per il mondo alla sua ricerca. Ma, gira e rigira, niente, della ragazza nemmeno l'ombra, era come fosse stata inghiottita dal nulla.
Erano già passati alcuni anni, quando un giorno la povera donna, stanca e abbattuta, si fermò ai piedi di un salice. Ammirandone le foglie verdi e caduche, si sentì invadere da un'angoscia infinita.
Improvvisamente però, da un incavo del fusto, spuntò prima una gamba simile a un filo d'erba, poi un corpo rugoso e, infine, una testina bianca bianca come panna montata. Una vecchina così vecchia non si era mai vista.
- Sono tanto affamata, buona donna; non avresti un tozzo di pane?
- Nonna- disse Demetra con dolcezza - ho solo un po' di formaggio, ma sarò lieta di dividerlo con te.
Dopo averle dato parte del suo pasto, la povera donna confidò alla vecchia la sua triste storia:
-Non mi rassegnerò mai alla sua perdita. Persefone era tanto bella che il suo sorriso rischiarava anche la notte più nera .
- Tu sei una donna buona, mi hai offerto la tua misera cena, adesso tocca a me aiutarti.
-Nonnina, cosa mai potresti fare per me?
-Non lasciarti ingannare dalle apparenze: ciò che vedi non sempre è ciò che sembra.
Ed ecco che la vecchia, detto questo, si trasformò in una giovane donna, con lunghe trecce bionde e occhi da cerbiatto.
- In realtà, sono una fata dei boschi. E so dove si trova tua figlia. E' stata rapita da Ade, lo stregone che vive nel suo maniero volante. Si sposta da un posto all'altro, cambiando sempre zona. E' difficile trovarlo, a meno che non sia lui a cercarti.
- Ma allora, cosa posso fare per ritrovare Persefone? Povera me, che triste notizia mi hai dato.
- Aspetta, prima di disperare – e così dicendo la fata gli pose una noce.
- Questa noce ha il dono di far avverare tre desideri. Tienila, è tua.
Ringraziata e abbracciata la fata, Demetra chiese subito al frutto di condurla dalla figlia.
Persefone che, in quel momento, se ne stava sola soletta affacciata alla finestra a guardare le nuvole, rimase a dir poco sorpresa nel veder apparire dal nulla sua mamma.
- Figlia mia, sono anni che ti cerco. Ti racconterò tutto strada facendo, ma adesso devi venire via con me.
La ragazza, seppur meravigliata, non se lo fece ripetere due volte e, presa la mano di Demetra, s'incamminò con lei verso l'uscita.
Arrivate alla porta d'ingresso Demetra chiese alla noce che il castello scendesse sulla terra per poi liberarle.
Ma ecco che appena toccarono terra si trovarono davanti Ade, che con una terribile smorfia di dolore sugli occhi, intimò alla sposa:
- Allora vuoi lasciarmi davvero, mia diletta? Non ti è bastato l'amore che ti ho mostrato in questi anni?
- Nonostante debba ammettere che tu sia stato un buon marito, non sono fatta per questa vita. Ho bisogno di mettere radici in un posto, e di stare in mezzo la mia gente. Noi siamo diversi e, se mi ami, dovresti lasciarmi andare.
- Se questo è il tuo ultimo desiderio, così sia. Come ultimo regalo, ho raccolto per te questi dodici chicchi di melograno.
Persefone, che per sua natura era fin troppo golosa, con voracità li mise subito in bocca, ma la madre spaventata la fermò all'istante.
- Non mangiarli, di certo c'è qualcosa sotto.
La ragazza sputò fuori solo sei chicchi, poiché gli altri li aveva già inghiottiti.
- Saggia la tua mamma. Hai appena mangiato sei chicchi del mio melograno incantato che sempre ti legherà a me. Ogni chicco rappresenta un mese dell'anno. Quindi, d'ora in poi per sei mesi sarai obbligata a tornare da me, nel mio castello errante. Gli altri mesi, ahimè, sarai libera di stare presso la tua famiglia.
E detto questo, con una risata funesta, risalì nel suo maniero per decollare verso il cielo.
- A presto, mia diletta.
Mamma e figlia si ritrovarono in mezzo al prato di margherite, proprio nel punto dove la ragazza era stata rapita tempo prima. Dopo essersi abbracciate a lungo, la figlia sospirò:
- Se papà non mi avesse mandata quel giorno a raccogliere margherite...
Le due donne realizzarono solo allora che in quella sporca faccenda c'era anche lo zampino di quell'uomo a loro tanto familiare. E Demetra, così adirata per la scoperta, perse ogni ritegno e decise di punire il suo sposo, e con lui tutto il genere umano, spesso vile ed egoista.
Come ultimo desiderio chiese allora che, in quei sei mesi in cui la figlia era obbligata a tornare da Ade nel cielo, calasse freddo, neve e pioggia, cosicché la terra andasse in letargo e nessun frutto potesse essere coltivato fino al ritorno di Persefone.
Nb: Per questa fiaba ho preso spunto dal mito greco sulla nascita delle stagioni, qui qualche informazione: https://it.wikipedia.org/wiki/Persefone