De Marco Edition - "La baita" di Adriano Muzzi

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Adry666
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De Marco Edition - "La baita" di Adriano Muzzi

Messaggio#1 » mercoledì 2 marzo 2016, 17:12

Ciao a tutti,

di seguito il mio racconto della scorsa edizione rivisto in base ai consigli /commenti ricevuti in fase di giudizio (e i commenti del lab).


vers 6


MC_UN RISVEGLIO IMPROVVISO
(“La baita”)

Gerome si era appena assopito sulla vecchia poltrona di pelle davanti al caminetto, quando il vento iniziò a sibilare forte attraverso il portone di legno.

Un treno rosso a vapore fermo alla stazione, la zia con la gonna lunga a fiori che lo salutava, i suoi occhi sembravano quelli delle bambole, fissi e vitrei; ma zia Luise era morta durante un’escursione in montagna e…

Gerome aprì un occhio e vide la coperta rossa sulle sue gambe, la brace arancione ancora viva sotto i tozzi di legno anneriti e i piatti dei rifugi alpini appesi alla parete. No, non si trovava in una vecchia stazione ferroviaria, ma nella baita di montagna dei suoi, finalmente solo dopo le fatiche dell’esame di maturità, per qualche giorno di passeggiate in cerca di funghi.
Il vento stava aumentando d’intensità, foriero di un probabile temporale. Era conscio che avrebbe dovuto spostarsi nel letto sotto il piumone, ma le gambe gli pesavano come tronchi d’abete, dopo la camminata di tre ore che aveva fatto dal paese alla baita. Richiuse gli occhi.

Il viso cinereo e gonfio della zia ritrovata in un dirupo, nelle sue cavità orbitali c’erano degli orecchini di vetro.

Fu svegliato da un raschiare sulla persiana, gli ricordò il rumore del gesso sulla lavagna. Dei rami, pensò, domani dovrò controllare. Subito dopo, qualcuno, o qualcosa, batté sulla porta, o almeno così gli parve. Gerome balzò in piedi, le pulsazioni a mille, improvvisamente vigile. Rimase in ascolto: il vento, foglie che si agitavano e colpi sulla porta.
- Oh Cristo! - esclamò, "chi poteva esserci in quel luogo sperduto, a quell’ora della notte?"
La sua mente frullò ipotesi come una turbina eolica impazzita.
- Chi è?! - gridò; nessuna risposta, se non ancora colpi sempre più forti.
“Pensa, pensa!” Si trovava isolato da tutto, il paese più vicino era a parecchie ore di cammino… forse la zia che, no, scacciò quel pensiero assurdo che cercava di insinuarsi nella sua mente come un’edera infestante.
Un colpo forte fece gemere il portone. Gerome fu certo che per qualche secondo il suo cuore smise di battere, anche lui consapevole della necessità di non produrre alcun rumore.
“Ok, ok,” può essere qualche animale selvatico, un lupo, o forse un orso, attirati dalla luce e dagli odori della cucina. O magari un grosso ramo che il vento ha strappato. “Comunque”, si disse, “finché rimango al chiuso sono al sicuro, devo solo mantenere la calma.”
Si sedette sulla poltrona e aspettò.
Silenzio, adesso si sentiva solo il sibilare del vento. Passarono i minuti, i rumori sembravano scomparsi così come erano nati.
Alla fine, per tranquillizzarsi e andare finalmente a letto, decise di aprire un’anta di una persiana per dare un’occhiata. Scrutò nel buio assoluto: prima verso destra, poi verso sinistra, nulla. Poi, mentre stava richiudendo la persiana, davanti alla sua faccia comparve una testa enorme: orbite senza occhi, denti aguzzi; la “cosa” spalancò le fauci ed emise un suono spettrale. Gerome fece un balzo all’indietro e urlò anche lui. Con un calcio richiuse la persiana in faccia a quell’essere e ricadde all’indietro sul pavimento. Rimase accucciato a terra con la testa che gli girava forte. Poi un tonfo, e la porta cedette di colpo. Il mostro, con la pelle a squame gelatinose e un liquido verdastro che gli colava dalla bocca da squalo, avanzò verso di lui. Gerome corse verso la cassapanca e prese il coltellaccio del pane; aveva armi migliori ma si trovavano tutte nel capannone esterno. Alzò il coltello in segno di minaccia, ma la “cosa” gli fu addosso in un istante con un balzo felino.

Si svegliò di soprassalto, il cuore in gola, il respiro strozzato in una sorta di apnea post affogamento; “è stato solo un maledetto incubo”, pensò, iniziando a calmarsi. Ma non fece in tempo a gioire, sollevò lo sguardo e vide una bocca enorme, con fili di bava verde e schiere di denti neri putridi, che si spalancava sulla sua faccia. E gli orecchini, gli orecchini della zia Luise.
Ultima modifica di Adry666 il mercoledì 30 marzo 2016, 10:43, modificato 5 volte in totale.



alexandra.fischer
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Re: De Marco Edition - "La baita" di Adriano Muzzi

Messaggio#2 » mercoledì 2 marzo 2016, 17:48

Questa tua nuova versione del racconto è sorprendente (l’altra, altrettanto valida, era lovecraftiana, qui, invece, mi hai fatta pensare a Frank Belknap Long) per quel che riguarda lo spunto orrorifico e il modo di gestirlo…non più una serie di mostri che irrompono nella baita del protagonista dopo averlo fatto pensare a un lupo, o a un orso, con un semplice incubo preparatorio ambientato in una stazione qualunque, no, no. Nella tua nuova versione c’è una zia che lo saluta alla stazione d’incubo. E dire che è morta in un’escursione (questo e gli orecchini che descrivi a partire dalla scena dell’incubo e menzioni anche nella scena del ritrovamento facendogli addirittura diventare i nuovi occhi della zia Luise e poi mostri nuovamente nel finale sono i colpi di genio del tuo racconto). Efficace l’atmosfera della comparsa del primo mostro (un altro incubo?) e poi la comparsa della zia mostrificata con tanto di orecchini. Terrificante il presagio di Gerome, il quale, sentendo i rumori all’esterno della baita, pensa alla zia (ottima rielaborazione dell’orrore atavico lovecraftiano).

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Adry666
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Re: De Marco Edition - "La baita" di Adriano Muzzi

Messaggio#3 » mercoledì 2 marzo 2016, 18:23

Ciao Alexandra,

ben ritrovata! Grazie per il commento e per tutti i complimenti!! Te ne sono molto grato.

In effetti, rispetto alla stesura del concorso, ho recepito i vari commenti e ho cercati di rielaborarlo senza stravolgerlo troppo.

Il tutto nasce da paure che mi porto dietro da bambino: facevo le vacanze in montagna in un posto bellissimo, ma la baita dove alloggiavo era piuttosto isolata; oltre all'ovvio spettacolo della natura (le stelle, la via lattea, il silenzio assoluto nella notte, che da sole valevano la vacanza!), da buon bimbo piccolo, mi partivano tante fantasie "paurose"; bastava un po' di vento e il gioco era fatto... :-))))

Ciao
Adriano

alexandra.fischer
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Re: De Marco Edition - "La baita" di Adriano Muzzi

Messaggio#4 » mercoledì 2 marzo 2016, 18:35

Ciao Adriano,
sono tutti complimenti ben meritati. Affascinante la genesi del tuo spunto letterario: paure infantili in una baita isolata durante le vacanze in montagna (è una storia nella storia. Grazie per avermela raccontata).

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Sissi Kardec
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Re: De Marco Edition - "La baita" di Adriano Muzzi

Messaggio#5 » giovedì 3 marzo 2016, 10:41

Ciao Adriano,
piacere io sono Simonetta e sono nuova di qui.Ti leggo con piacere nel laboratorio dopo averti letto, come lettrice, nella Edition.
Come mia opinione sul racconto ecco qua:

1)Punto di forza
La riscrittura. Non c'è proprio paragone rispetto alla prima stesura nella edition. L'introduzione della zia per tutto il racconto, questo avere cosi chiaro e 'visibile' il mostro cambia tutto rispetto al totale 'mostro ignoto' della precedente versione. Complimenti per come lo hai trasformato. Tutti i nuovi elementi inseriti sono inseriti molto molto bene. Complimenti! Altro punto di forza indubbiamente la classica ambientazione isolata, la baita di legno, gli alberi contro la finestra. Sono ingredienti classici, ma di sicuro effetto. Psicologico innanzitutto, nel senso che ci si immedesima subito con la paura che si può avere in una circostanza simile. Io sono grande appassionata di montagna, e basta camminare soli nel bosco per 3 minuti e sentire un ramo spezzarsi per avere paura :D diciamocelo

2)Punto debole
Allora, sparo subito la cosa che mi piace meno, che è l'espressione narrativa, ossia i puntini per il risveglio piuttosto che il corsivo o altro; ho letto anche tutti i commenti degli altri autori durante le edition e sicuramente la coerenza mantenuta per tutto il racconto paga, però secondo me non basta. Inoltre, credo che ogni tanto sia mancata l'uniformità.
Per esempio:
“Ok, ok”, si ripeté, può essere qualche animale selvatico, un lupo, o forse un orso, attirati dalla luce e dagli odori della cucina. O magari un grosso ramo che il vento ha strappato. “Comunque”, si disse, “finché rimango al chiuso sono al sicuro, devo solo mantenere la calma.”

In realtà, tutta la parte sugli animali è sempre un suo pensiero, quindi credo fosse più corretto:
“Ok, ok”, si disse "Può essere qualche animale selvatico, un lupo, o forse un orso, attirati dalla luce e dagli odori della cucina. O magari un grosso ramo che il vento ha strappato.Comunque”, si ripeté “finché rimango al chiuso sono al sicuro, devo solo mantenere la calma.”

Idem qui:
“Pensa, pensa!” Si ripeté nella testa. Si trovava isolato da tutto, il paese più vicino era a parecchie ore di cammino. Forse la zia che… no, scacciò quel pensiero assurdo che cercava di insinuarsi nella sua mente come un’edera infestante.

Credo sia più corretto virgolettare anche la zia, perchè stai facendo sentire la sua testa:
“Pensa, pensa!” Si ripeté nella testa. Si trovava isolato da tutto, il paese più vicino era a parecchie ore di cammino. "Forse la zia che…" no, scacciò quel pensiero assurdo che cercava di insinuarsi nella sua mente come un’edera infestante.

Forse ci sono altre parti simili, credo che con una rilettura più attenta a questi dettagli di omogeneità il racconto si sistemi in poche mosse ;) Buon lab!

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Adry666
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Re: De Marco Edition - "La baita" di Adriano Muzzi

Messaggio#6 » venerdì 4 marzo 2016, 12:16

Ciao Sissi,

grazie per i tuoi commenti molto precisi.

Ho cercato di rivedere le cose che mi hai segnalato nei punti deboli, in effetti ci sono delle discrepanze che potrebbero confondere il lettore. Ricontrollo tutto e modifico il mio post iniziale.

Ciao
A presto

Adriano

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AmbraStancampiano
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Re: De Marco Edition - "La baita" di Adriano Muzzi

Messaggio#7 » venerdì 11 marzo 2016, 12:14

Ciao Adriano,
il tuo racconto è interessante ed è scritto bene, ho letto i commenti e trovo anch'io che la sua genesi sia molto affascinante; il punto forte secondo me è l'integrazione tra il ricordo della zia morta, il sogno e la creatura. Gli orecchini, sul finale, sono un vero tocco di classe!

Trovo che il punto debole sia (in alcuni passaggi) la gestione della tensione narrativa, che però si può sistemare con piccolissimi accorgimenti che riguardano la formattazione del testo e alcune ridondanze.
Mi spiego: all'inizio, distinguerei i sogni di Gerome dalla realtà usando il corsivo per descriverli, invece di dichiarare il fatto che lui sta sognando. In questa maniera il lettore entra meglio nella scena che stai creando per lui, e al risveglio del tuo protagonista condivide lo stesso spaesamento.
Ripetendo la stessa operazione con l'ultimo stralcio di sogno, dopo il primo risveglio, ci prepari benissimo alla dimensione dell'incubo.

Altra piccola cosa: il protagonista è solo, quindi è superfluo dirci che sta pensando; in più la diversificazione grafica della rappresentazione del pensiero tra virgolette e della parola coi trattini non ci può lasciare alcun dubbio, per cui potresti provare a eliminare i verbi di pensiero, rendendo la lettura molto più scorrevole (non che già non lo sia, ma in alcuni punti si potrebbe leggere d'un fiato). Ti faccio alcuni esempi:
Adry666 ha scritto:Dei rami, pensò, domani dovrò controllare.

qui ci starebbero le virgolette
“Pensa, pensa!” Si ripeté nella testa.

“Ok, ok”, si ripeté, “può essere qualche animale selvatico, un lupo, o forse un orso, attirati dalla luce e dagli odori della cucina. O magari un grosso ramo che il vento ha strappato. Comunque”, si disse, “finché rimango al chiuso sono al sicuro, devo solo mantenere la calma.”

Tutti questi "si disse" "nella testa" e "si ripetè" sottolineano un concetto - quello di Gerome solo e impossibilitato a confrontarsi con altri che se stesso e appunto "la sua testa" - di cui già siamo a conoscenza, e rallentano un po' la lettura dandole un ritmo che a mio parere non si sposa alla perfezione con la tensione che porta al finale.

Altre minuzie:
Alla fine, per tranquillizzarsi, e andare finalmente a letto, decise di aprire un’anta di una persiana per dare un’occhiata fuori.

Piccola ridondanza: è chiaro che se decide di aprire l'anta della persiana vuole guardare fuori; la virgola prima della congiunzione non è del tutto sbagliata, ma rallenta tantissimo il testo in quel punto.

Poi un tonfo, e la porta cedette di colpo.

Piccola ridondanza: se c'è un tonfo e la porta cede, è già chiaro che ha ceduto di colpo.

Si svegliò di soprassalto, il cuore in gola, il respiro strozzato in una sorta di apnea post affogamento;

Qui avrei inserito uno spazio bianco subito sopra, per separare il risveglio definitivo dal resto del testo;
credo che il termine più corretto in questo caso sia "soffocamento", l'affogamento ha più a che fare con l'acqua; se volevi restituire la sensazione dell'affogamento vero e proprio, con tanto di acqua (che comunque ci starebbe) dovresti inserire qualcosa che mi dia la sensazione del bagnato, anche limitandoti al sudore.

Spero di esserti stata utile :)
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

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Adry666
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Re: De Marco Edition - "La baita" di Adriano Muzzi

Messaggio#8 » lunedì 14 marzo 2016, 12:16

Ciao Ambra,

grazie per i consigli.

In effetti è difficile capire il "confine" delle virgolette per i dialoghi interiori, ci ho litigato abbastanza :-)))

Provo a correggere e poi riposto il racconto.

Grazie
Ciao
Adriano

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AmbraStancampiano
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Re: De Marco Edition - "La baita" di Adriano Muzzi

Messaggio#9 » martedì 15 marzo 2016, 1:09

Ottimo lavoro! :)

CHIEDO LA GRAZIA
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

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Adry666
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Messaggio#10 » martedì 15 marzo 2016, 9:31

Grazie Ambra!!

a presto
Ciao
Adriano :-)))

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Sissi Kardec
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Re: De Marco Edition - "La baita" di Adriano Muzzi

Messaggio#11 » martedì 15 marzo 2016, 12:55

Ciao Adriano,
va decisamente molto meglio con i corsivi, però perdonami, continuano ad esserci alcune cose che secondo me non girano al meglio. Te le indico di seguito:

finalmente solo, dopo le fatiche dell’esame di maturità, per qualche giorno di passeggiate in cerca di funghi.

La virgola dopo solo secondo me spezza il ritmo e non mi sembra necessaria.

ma le gambe gli pesavano come due tronchi d’abete per la stanchezza della camminata di sei ore che aveva fatto per arrivare dal paese alla baita.

Questa frase mi sembra che si allunghi troppo per via dei dettagli; forsa basterebbe una versione ridotta del tipo "ma le gambe gli pesavano come tronchi d’abete, dopo la camminata di sei ore dal paese alla baita".
Inoltre, ora che rileggo, sei ore a piedi mi sembrano davvero troppe, secondo me tre bastano e forse anche 2, per essere ben isolati e sentirsi senza scampo.

Gerome balzò in piedi, le pulsazioni a mille, improvvisamente vigile. Rimase in ascolto: il vento, foglie che si agitavano e colpi sulla porta. “Oh Cristo! Chi poteva esserci in quel luogo sperduto, a quell’ora della notte?”
La sua mente frullò ipotesi come una turbina eolica impazzita.

Credo ci siano le virgolette al posto sbagliato, solo "Oh, Cristo!" è un pensiero, giusto? Altrimenti dovrebbe essere "Chi PUO' esserci in QUESTO luogo sperduto a QUEST'ORA della notte?".

Secondo me, potresti togliere anche le virgolette a cosa e mostro quando parli della oscura presenza a cui è normale non poter dare un nome proprio.

Poi un tonfo, e la porta cedette di colpo. Il “mostro”, con la pelle a squame gelatinose e un liquido verdastro che gli colava dalla bocca da squalo, avanzò verso di lui. Gerome corse verso la cassapanca e prese il coltellaccio del pane; aveva armi migliori ma si trovavano tutte nel capannone esterno. Alzò il coltello in segno di minaccia, ma la “cosa” gli fu addosso in un istante con un balzo felino.
Si svegliò di soprassalto

Mi perdo un po' tra sonno e veglia, non ci sono più i corsivi, è intenzionale?

era solo un maledetto incubo, pensò, iniziando a calmarsi.

Seguendo la logica usata fin qui dovrebbe essere: "E' stato solo un maledetto incubo", pensò iniziando a calmarsi.
Oppure: "Iniziò a calmarsi solo quando realizzò che si era trattato di un maledetto incubo".

Nel complesso è buono, la scena davvero mi piace, però mentre leggo questi elementi che ho annotato mi frenano.

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Adry666
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Re: De Marco Edition - "La baita" di Adriano Muzzi

Messaggio#12 » mercoledì 16 marzo 2016, 11:43

Ciao Sissi,

grazie per la tua "puntualità", sei un editor perfetto!! Wow!

Ho provato a correggere come da tue preziose indicazioni.

Grazie ancora

ciao
Adriano

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eleonora.rossetti
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Re: De Marco Edition - "La baita" di Adriano Muzzi

Messaggio#13 » mercoledì 30 marzo 2016, 8:52

Ciao!
La nuova versione mi piace di gran lunga di più rispetto a quella vecchia. Hai trasformato una "banale" storia horror con il mostro che spunta fuori all'improvviso senza un perché con qualcosa di più profondo legato anche alla sfera familiare del protagonista (e quindi anche alla baita), e in questo hai guadagnato molti punti ;)
Il racconto parte col giusto ritmo, accelera con i primi segnali che qualcosa non va, esplode per poi tornare calmo prima della botta finale. Mi piace :)
Il dettaglio degli orecchini, inoltre, gli ha dato quel non so che su cui si focalizza l'attenzione e, a mio avviso, dà ancora un tocco più horror al tutto.

Il punto debole di questo racconto è in effetti la forma di alcune frasi. Ti segnalo alcune parti che potrebbero essere migliorate:
i suoi occhi sembravano quelli delle bambole: fissi e vitrei;

Toglierei il ":" e metterei una ",".

“Oh Cristo!” Esclamò, chi poteva esserci in quel luogo sperduto, a quell’ora della notte?
- Chi è?! - Gridò; nessuna risposta, se non ancora colpi sempre più forti.

I discorsi diretti sono tratteggiati in maniera diversa: o usi le virgolette o usi i trattini.
Inoltre il maiuscolo dopo il dialogo, in questo caso, non ci vuole. Tra l'altro, staccherei su "esclamò" con un punto anziché una virgola.
Un particolare:
il portone oscillò producendo un suono sinistro.

Oscillare mi dà l'idea di un "pendolo", quindi mi fa credere erroneamente che si sia aperto. Cambierei in "Un colpo forte fece gemere il portone" (gemere dà l'idea di un suono atipico per un portone).

post affogamento; “è stato solo un maledetto incubo”

Metterei un punto e un a capo, spezza meglio.

Ma non fece in tempo a gioire, aprì gli occhi e vide una bocca enorme,

La trasformerei leggermente, inoltre se una persona si sveglia mi fa intuire che gli occhi li abbia già aperti.. suggerisco un cambiamento:
Ma non fece in tempo a gioire: sollevò lo sguardo e vide una bocca enorme,


Prova a rivedere il racconto secondo questi suggerimenti (e libero di rifiutarli se non ti trovi d'accordo ;) )
In ogni caso, la storia è molto migliorata e piacevole da leggere, quindi chiedo la grazia ;)
Uccidi scrivendo.

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Adry666
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Re: De Marco Edition - "La baita" di Adriano Muzzi

Messaggio#14 » mercoledì 30 marzo 2016, 10:44

Ciao Eleonora,

grazie per i consigli (che adesso apporterò al racconto) e per la richiesta di grazia!! :-)))

Ciao, a presto
Adriano

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Re: De Marco Edition - "La baita" di Adriano Muzzi

Messaggio#15 » mercoledì 30 marzo 2016, 10:46

A questo punto...

SFIDO SPARTACO

:-)))) Grazie, Ciaooo
Adriano

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Re: De Marco Edition - "La baita" di Adriano Muzzi

Messaggio#16 » mercoledì 30 marzo 2016, 22:07

Domani avrai mie notizie!

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Re: De Marco Edition - "La baita" di Adriano Muzzi

Messaggio#17 » mercoledì 30 marzo 2016, 23:22

Ciao, per me è la prima volta che leggo, non so niente della sua genesi, e devo dire che questo racconto mi è piaciuto.
Forse l'unica pecca è nella tensione del finale, io aspetterei una attimo di piú nel far capire che
non era un sogno dopotutto.
Arrivo a modifiche giá fatte per cui l'unica cosa che posso dire é CHIEDO LA GRAZIA.

Un saluto

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Re: De Marco Edition - "La baita" di Adriano Muzzi

Messaggio#18 » giovedì 31 marzo 2016, 8:38

Ciao Sparatco,

ok grazie, un saluto
Adriano

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Re: De Marco Edition - "La baita" di Adriano Muzzi

Messaggio#19 » giovedì 31 marzo 2016, 8:41

Ciao Davide,

sì, scusami per la chiusura, ma avevo letto che erano gli ultimi giorni per avere la possibilità di partecipare alla sfida con Spartaco.
Grazie per l'apprezzamento.
Quindi, se ho capito bene, tu mi consiglieresti di dilatare di più il finale per posticipare il palesarsi della realtà?

Grazie

Ciao
Adriano

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Re: De Marco Edition - "La baita" di Adriano Muzzi

Messaggio#20 » giovedì 31 marzo 2016, 17:46

Un Adriano non posso che promuoverlo. Bel racconto, bravo!

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