Ira (Accidia)

La Special di Marzo, tutta incentrata sul numero 7
Zebratigrata
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Ira (Accidia)

Messaggio#1 » martedì 8 marzo 2016, 0:00

Non ho alcun dubbio su chi sia il più straordinario drammaturgo al mondo. Sono io.
Ma i critici... un grosso punto di domanda: cosa ci trovano in lui? Sto a rimuginarci tutto il giorno ma non lo capisco. Sulla carta, mi ha sconfitto. Tutti vogliono i suoi copioni, li comprano, li portano addirittura alla Scala. Ogni volta. Sui giornali lo osannano: chiaro, buttano fiumi di inchiostro così da darsi un tono, ma non ci capiscono un'acca. L'idiota di Sipario poi, finito dritto sulla mia lista. Prima o poi lo aggiusto, giuro. Gli tocca. No, non sono un barbaro, ma... taglia più la lingua o la spada? No. Stavolta saprò rifarmi con dignità.
Quanto allo scrittorucolo da strapazzo, si goda la sua immotivata fama ora, non andrà avanti così molto a lungo... domani quasi quasi comincio a buttar giù la prossima trama!
Piuttosto, mi dà noia il mio PR: al posto di spicciarsi a trovarmi commissioni mi programma un incontro con lo scribacchino! Proprio lui! Vuol darmi un paio di consigli. Pagando, ovvio...
Non mi andava proprio, ma ho ragionato sulla cosa. Sono a un punto morto: voglio voltar pagina, in un modo o in un altro qualcosa va fatto. Allora ho risposto di sì. Tutto sommato da un siffatto incontro può uscir fuori qualcosa di buono. Addirittura ho sborsato i soldi in anticipo. Chi mi immagina invidioso ha torto.
Insomma, ci siamo visti oggi. Mi son lavato, mi son fatto la barba, poi quando ha suonato, abbigliato di tutto punto, ho spalancato la porta. L'ho trovato dall'altro lato: mi ha allungato la mano, proprio la mano con cui ha scritto tutta la sua robaccia qualunquista. Ma mi sono fatto avanti anch'io, ho risposto al saluto.
Abbiamo passato la mattina su un mio scritto. Stupido! Non una virgola sbagliata, ma mi ha consigliato di cambiar tutto. Non ci sono cascato, ovvio... tutta invidia la sua.
Quando il cucù ha suonato l'una in punto l'ho invitato ad accomodarsi al tavolo: carbonara, poi tagliata cotta a puntino. Non ha rifiutato, il vizioso.
Dopo ho portato i piatti sporchi in cucina. Ho socchiuso la porta. L'ho tirata fuori, l'ho rigirata in mano, ammirandola. Da anni non impugnavo una mazza da softball; l'alluminio liscio, ghiacciato, si incollava al palmo.
Quando sono tornato di là, lui girandosi ha subito capito. La trama non l'ho scritta io: ho solo usato il suo ultimo dramma, con il protagonista più ordinario, l'omicidio più insulso, l'arma più abusata.
Gli ho dato una svirgolata con la mazza. Gli ho fracassato la capoccia. Punto.

Poi mi sono riavuto: mi sono ritrovato qui, il mio futuro ancora non scritto.
Sopravvivo: dormo, mangio, procrastino, mi annoio.
Non ho rivali da far fuori, ma in fondo non ho scritto drammi, o racconti, o romanzi, o altro.
Sono vivo? Bisogna qualcuno scriva un libriccino di istruzioni. Ho carta bianca, ma paura di sciuparla. Non inizio nulla: faccio sogni di gloria davanti al PC, ma non pigio un tasto. Può darsi non funzionino manco tutti: non lo scoprirò mai.



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maria rosaria
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Re: Ira (Accidia)

Messaggio#2 » martedì 8 marzo 2016, 16:10

Ciao.
Peccato per la brevità del tuo racconto. Avresti potuto sfruttare le altre battute che ti avanzavano (parecchie) per illustrare meglio l’accidia di questo “scrittore che non scrive” (ho colto bene il significato di accidia?) magari descrivendo una giornata tipica di chi vorrebbe scrivere il romanzo del secolo ma procrastina sempre. Occhio alla punteggiatura e a qualche sospensione, a mio avviso, di troppo.
Maria Rosaria

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Jacopo Berti
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Re: Ira (Accidia)

Messaggio#3 » martedì 8 marzo 2016, 16:46

Lieto di leggerti di nuovo,
sono certo che non tutti sono sufficientemente istruiti in queste finezze per comprendere quel che intendevi ottenere con questo testo. E io pure, che desidero seguire il tuo esempio, verrò preso, nel peggiore dei mondi possibili, per demente o per inetto, se non si intuisce, in effetti, quel che c'è sotto.
Quel che è certo, è che tu sei scrittrice con tutti i crismi!
Dunque, complimenti per il testo. I motivi per cui è così corto sono evidenti.
Risulterebbe di un certo interesse persino in se stesso. Così poi, con i limiti che ti sei imposti, è ottimo, ed è dir poco!
«Se avessimo anche una Fantastica, come una Logica, sarebbe scoperta l'arte di inventare» (Novalis, Frammenti)

Luchiastro
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Re: Ira (Accidia)

Messaggio#4 » giovedì 10 marzo 2016, 13:48

Ciao,

Per rendere il tutto più accidioso avrei tolto l'omicidio finale e dunque cambiato il titolo (costa fatica uccidere ah ah). Per rimanere centrati sulla tematica avrei lavorato maggiormente sul rapporto copione-scrittore (se lo scrittore lo abbandona magari ritorna a vivere, o se si fa sopraffare è il copione a uccidere lui). Nonostante tu abbia inserito altri peccati capitali qui e là, mi sembra che l'accidia risulti preponderante.

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Vastatio
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Re: Ira (Accidia)

Messaggio#5 » giovedì 10 marzo 2016, 21:31

Ciao,

Cominciamo dalla novità del doppio tema:
accidia: c'è, insieme a quasi tutti i suoi compagni (la lussuria proprio non l'ho trovata, a meno di non relegarla alla descrizione della mazza da softball).
Mors Tua: ci sarebbe ma non c'è (?).
Lo stile con cui hai scritto mi piace. Che ci sia qualcosa sotto, oltre al primo strato di parole, è palmare. Cosa sia però io non riesco a vederlo, non ho la preparazione per coglierlo: spari, ma mi manchi di un paio di braccia.
L'unica cosa che ho notato è il tentativo, quasi riuscito (non trovo così evidente la lussuria), di inserire tutti i peccati capitali.
La parte finale mi confonde. Non riesco a capire se è finito in manicomio, se non ha mai scritto nulla, se è semplicemente bipolare e ha ucciso il se stesso autore...
Non riesco nemmeno a capire se e quanto lui ci guadagni da questa morte, motivo per cui ho difficoltà a riscontrare il tema del mors tua, vita mea visto che poi afferma di non scrivere

Andrea Dessardo
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Re: Ira (Accidia)

Messaggio#6 » venerdì 11 marzo 2016, 0:54

Non sono riuscito a cogliere il retroscena individuato da Jacopo, ma siccome finora nessun altro ce l'ha fatta, comincio a credere si tratti solo di una suggestione di Timetrapoler.
Questa sorta di Totò Merumeni, se ho ben capito, semplicemente immagina, come in sogno di uccidere un suo immaginario concorrente ispirandosi a una delle sue trame: nemmeno in sogno è capace di creare un'opera letteraria, ma la plagia; svegliatosi, non ha scritto neppure quel testo. Di certo, se le cose stanno così (ma non ne sono sicuro), il tema dell'accidia è ben trattato (meno l'altro tema, anche se è presente). Il testo mi pare un po' sacrificato, si sarebbe potuto fare di più (anche se un accidioso non fa, si limita a immaginare, ma così scadiamo nel loop della metanarrazione…).

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Andrea Partiti
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Re: Ira (Accidia)

Messaggio#7 » venerdì 11 marzo 2016, 14:31

Per ristrettezze di tempo i commenti li pospongo, con l'eccezione di questo, brevemente, per l'evidente competizione che inneschi nel lettore.
Non ti sentir colpevole per l'uso ridotto di termini. Sono sbigottito oltre ogni dire che non sembri molto più finto, meno genuino, il tuo discorso e l'esprimersi del tuo scrittore. Sono stupito inoltre di come spicchi il tuo "difetto", vedendo il testo nel suo insieme, esteriormente e neppur leggendolo.
Mi riserbo di scrivere un ulteriore commento privo di restrizioni.

EDIT: in virtù del qui seguente commento, ho corretto un orrendo errore, non consentito. Incolpo un ctrl+f non riuscito.
Ultima modifica di Andrea Partiti il venerdì 11 marzo 2016, 17:39, modificato 6 volte in totale.

Andrea Dessardo
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Re: Ira (Accidia)

Messaggio#8 » venerdì 11 marzo 2016, 16:08

Mi spiace per quell'"autore", Andrea, mannaggia!

Fernando Nappo
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Re: Ira (Accidia)

Messaggio#9 » sabato 12 marzo 2016, 10:31

Ciao Sara,
il tuo racconto è scritto bene, però faccio molta fatica a metterlo a fuoco. Mi sono fatto l'idea, rileggendolo più volte, che il protagonista sia uno solo, un tipo che soffre di doppia personalità, o cose del genere, con le due personalità in contrasto: una di successo e l'altra accidiosa (e pare pure un po' invidiosa). Alla fine la mazza di acciao è solo una metafora e rappresenta la vittoria di una personalità sull'altra, quella che parla nel finale. Da cui anche il rispetto del tema della guest.
Questa è la mia interpretazione ma, visti anche i commeti degli altri, in particolare quello di Jacopo, potrei anche non aver capito un'accidente.

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Linda De Santi
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Re: Ira (Accidia)

Messaggio#10 » sabato 12 marzo 2016, 16:55

Ciao Sara!
Trovo che nel tuo racconto siano stati rispettati sia il tema del peccato capitale che quello della guest star.
La vicenda dà ampio spazio all’interpretazione: il protagonista potrebbe uccidere un suo rivale “fisico” così come uno immaginario, potrebbe farlo davvero oppure in sogno, potrebbe avere una doppia personalità, ecc. Un’indefinitezza forse un po’ rischiosa ma intrigante.
Molto bello il finale, in cui il protagonista ha ormai esaurito le scuse per giustificare la propria inettitudine: un perfetto accidioso, ormai anche verso se stesso.
E’ risaputo che i tuoi racconti possono essere letti a più livelli, e questo non fa eccezione. Un buon lettore valuterà l’idea e lo stile con cui è scritto, un lettore più colto ci troverà riferimenti ed elementi letterari di livello più profondo, un lettore frettoloso “non ci capirà un’acca” o storcerà il naso. In ogni caso i tuoi racconti non lasciano mai indifferenti, anzi, su di me hanno l’effetto di farmi leggere e rileggere il testo finché tutti i particolari non mi diventano chiari.
Però, a differenza di altri tuoi racconti che a una lettura attenta si svelano in tutta la loro genialità, questo mi lascia la sensazione di essermi persa qualcosa: probabilmente è colpa mia che non sono abbastanza preparata per comprendere e apprezzare fino in fondo.
In definitiva, credo che questo sia un racconto più complesso di quanto appaia, ma che lascia un po’ la sensazione di non avere un’informazione fondamentale per comprenderlo in maniera corretta e piena.
A rileggerci!

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Vastatio
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Re: Ira (Accidia)

Messaggio#11 » domenica 13 marzo 2016, 17:45

Lo confesso, ho usato la "telefonata a casa" per comprendere l'arcano sotto le tue parole. Notevole, veramente notevole, usato come allenamento o come metodo per dare spessore al peccato.
A questo punto la fregatura è nella frase che conclude. Dovrebbe essere un'altra. Per me adesso è lampante, ma, senza questa nuova consapevolezza, avevo assegnato un posto sotto al sette.
E' con arroganza che rendo edotta te, e tutto MC, della presenza del terzo pulsante da destra (accanto alla x2) che nasconde tutto quello che è messo nel mezzo. Un tuo commento, scadute le ore concesse, usando tale stratagemma e ognuno avrebbe potuto comprendere senza sottovalutarne lo sforzo.
Sforzo che, per me, va adeguatamente compensato, ma senza andare oltre, sfortunatamente, un quarto posto. Dopotutto, per quanto costretta da catene, la trama non sempre è palmare al lettore, o almeno, a me.

Nota: qualcuno ha fatto emergere alcune magagne nel commento. Correggo tasto con pulsante.
PS: non metto la frase che, per me, starebbe ad hoc solo perché, col senno del dopo, tutto è sempre troppo comodo.

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Peter7413
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Re: Ira (Accidia)

Messaggio#12 » mercoledì 16 marzo 2016, 14:39

Operazione davvero intrigante, ma le cui chiavi di lettura capaci di aprirne le porte risiedono tutte nei temi dell'edizione. Ne consegue che senza conoscerli a priori risulti molto difficile apprezzare il senso del tutto, soprattutto a causa di quel finale molto veloce che è funzionale ai temi, ma disfunzionale al racconto. Sicuramente da aggiustare in quella parte in modo da fare assurgere il testo a ciò che gli compete, ovvero un livello ben più che buono.

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Andrea Partiti
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Re: Ira (Accidia)

Messaggio#13 » mercoledì 16 marzo 2016, 15:10

Prodezze tecniche a parte (autoimposte, quindi mi sembra giusto non tenerne conto nella classifica), mi piace l'effetto che le restrizioni danno al linguaggio. Diventa contorto, inquietante, un po' disturbato. E' una caratterizzazione molto forte per il protagonista, anche se non completamente controllata, e costruisci molto bene sull'atmosfera che si forma man mano.
Il finale è triste e annulla tutte le fantasie violente. L'unica cosa peggiore di non essere compreso dal mondo è non riuscire neppure ad esporsi al mondo. Penso sia un tasto dolente per tante persone che scrivono e hanno una paura di fondo nel mostrare quel che producono, di accogliere critiche, di sentirsi confrontati con chi è migliore e più esperto.

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alessandra.corra
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Re: Ira (Accidia)

Messaggio#14 » giovedì 17 marzo 2016, 9:41

Ciao Sara

racconto alquanto affascinante per la tematica che si nasconde tra le righe. In parte, mi sono trovata in sintonia con il personaggio, per quanto nella storia sia giustamente estremizzato all'ennesima potenza.
La paura di affrontare gli altri (e quindi anche le critiche, i punti di vista divergenti) a volte può essere talmente paralizzante per un individuo sensibile da preferire di vivere in una sorta di limbo in cui ogni decisione viene perennemente procastinata. Sopravvivere, evitando di vivere davvero.
La nota dolente è che il testo rimane troppo ermetico per gran parte della storia, alcuni passaggi sono poco riconducibili alla vicenda e a fine lettura non mi sono sentita completamente appagata perché non tutto mi è risultato chiaro. Resta comunque una storia stuzzicante, dalle ottime potenzialità.

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AmbraStancampiano
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Re: Ira (Accidia)

Messaggio#15 » giovedì 17 marzo 2016, 11:03

Ciao Sara,
ho ritardato il mio commento più possibile e letto il tuo racconto più volte per cercare di capirlo (mi sento anche piuttosto in colpa per non avere capito neanche quello della scorsa edizione, per cui mi sono davvero impegnata). L'unica cosa che mi viene in mente è che forse sono molto più stupida di ciò che credo, perché non ci arrivo.
Il racconto, per come si legge, si legge bene, la storia è carina ma non proprio il massimo dell'originalità, il finale è particolarmente indovinato. Si percepisce che la scarsa attenzione ad alcuni particolari e l'eccessivo focus su altri fa parte delle tue intenzioni, che c'è qualcosa dietro, ma quel "cosa" mi rimane oscuro, e ti confesso che mi sento come qualcuno che ha davanti i pezzi di un puzzle ma non riesce a capirne il disegno. Francamente è un po' frustrante, ma è un problema mio.
I temi ci sono entrambi.
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

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patty.barale
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Re: Ira (Accidia)

Messaggio#16 » giovedì 17 marzo 2016, 13:42

Ciao Sara,
devo fare una premessa: per principio scrivo i commenti ai racconti e li pubblico prima di leggere quelli scritti da altri perché temo molto l'effetto suggestione. Nel caso di questo tuo racconto, finita la seconda, la terza, la ennesima lettura sentivo che mi sfuggiva qualcosa di importante, la chiave del tutto e così, ho deciso di fare uno strappo alla regola: ho letto i commenti... E ora mi sento ancora peggio!
Del tuo racconto non riuscivo a cogliere il nucleo criptico e da molti commenti ho capito che il mio intuito aveva ragione, ma... Non ci capisco un tubo neanche dai commenti!
Mi è parso di cogliere che la lotta non è tra due scrittori, ma tra lo scrittore e un qualche programma e che quello che viene colpito dalla mazza è il computer, ma ti assicuro che sto in crisi assoluta!
Pertanto ti chiedo scusa se non sono in grado di valutare in maniera efficace questa tua storia...
Per favore, terminato il contest, dammi modo di capire!
E ora vado a piangere addosso alla mia ignoranza!

Zebratigrata
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Re: Ira (Accidia)

Messaggio#17 » venerdì 18 marzo 2016, 0:53

È giunto il momento di svelare l’arcano! Sì, il mio racconto aveva qualcosa di strano, nel senso che non aveva qualcosa: la lettera e (nemmeno la x, la j, la k, la y e la w, ma questa è cosa abbastanza comune).

Il caso ha voluto che il 7 marzo fosse l’80° anniversario della nascita di Georges Perec, autore francese di libri, racconti e divertissement basati su giochi formali. Quello per cui è forse più famoso è il romanzo-lipogramma ‘La disparition’ (cioè ‘La scomparsa’), scritto interamente senza usare la e (che in francese è assai peggio che in italiano, a voler essere onesti). Google.fr l’ha anche celebrato con un doodle in cui la lettera e scompariva, appunto. Che dire, non sono riuscita a trattenermi.

L’esperimento è stato interessante, ho cercato di capire quali erano le limitazioni che questa scelta mi dava e di sfruttarle per creare un personaggio particolare: la narrazione in prima persona ad esempio era quella che presentava meno rischi grafici, perciò ho pensato di ambientare la storia tutta nella sua testa dove avrebbe preso forma il disprezzo per gli altri alla fine, crollata la maschera, anche per sé stesso... à la ‘Memorie dal sottosuolo’ (senza nemmeno pensare di poter creare qualcosa di paragonabile, ovviamente). Ho provato a usare un linguaggio stizzito e nervoso per avere la libertà di interrompere frasi e rinunciare a tutta una serie di connettivi che, ahimè, contengono la e. Nonostante il tempo in più l’impresa è stata più ardua del previsto e ho preferito non sfruttare i caratteri extra per concentrarmi sulla resa del testo e cercare di renderlo, per quanto possibile, naturale (nel suo genere per lo meno).

Non ho voluto dir nulla prima perché comunque mi sembra giusto che il racconto venga giudicato per come viene percepito. Ora mi sembra di capire che Eleonora abbia già preso le sue decisioni e mandato i commenti all’antico, perciò non c’è più il problema.

Cerco di rispondere un po’ alle questioni sollevate.

Innanzitutto, se il mio racconto non si capisce nessuno si deve sentire in colpa, come dire, il lettore ha sempre ragione. C’è chi capirà di più e chi di meno, se ci si mette dell’impegno a capire i racconti è naturalmente apprezzato, ma se qualcosa proprio non passa la responsabilità è di chi ha scritto. Quindi niente seghe mentali, non preoccupatevene. È esattamente il tipo di feedback che mi serve per capire cosa funziona e cosa no.

La mia idea era questa: un drammaturgo che fa sogni di gloria, immagina un agente, un grande rivale da sfidare e da uccidere. Insomma, una vita di passioni, una vita vissuta davvero. Eppure per inerzia, per paura, per mancanza di autostima, idee e iniziativa si riduce solo a sognare ad occhi aperti. La storia era molto semplice, non ho voluto strafare visto che già mi volevo complicare le cose in altri modi. Nonostante questo vedo che la trama è rimasta un po’ criptica.

Ho anche cercato (lo ha notato Vastatio, questo mi dà speranza) di toccare con un accenno anche gli altri vizi capitali. Lo so, troppe cose :-D Comunque sì, la mazza da softball era collegata alla lussuria nel mio piano.
L’ultima frase non voleva essere un riferimento a qualche programma, ma semplicemente una strizzata d’occhio, nel caso qualcuno volesse cercare il ‘tasto che non funziona’.

Vedo che a molti è rimasta l’impressione che ci fosse qualcosa di strano, ma i commenti di chi ci ha visto non tanto un problema quanto uno stile molto particolare un po’ di soddisfazione me l’hanno data. Magari ci riproverò al di fuori dei limiti di Minuti Contati, che anche se più laschi del solito mi sono sembrati più stretti del previsto.

Grazie a tutti per i commenti, come sempre!

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Re: Ira (Accidia)

Messaggio#18 » venerdì 18 marzo 2016, 7:40

Sarà, mi sento ancora immensamente e intollerabilmente imbecille... E tu sei un genio!

Beh, forse non un genio (visto che la tua non è un'idea "originale", ma sicuramente sei GRANDE!

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Jacopo Berti
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Re: Ira (Accidia)

Messaggio#19 » venerdì 18 marzo 2016, 8:45

Ciao Sara, ora che l'hai rivelato, posso finalmente scrivere liberamente un mio commento. Scusa, ma non ce l'ho fatta a spifferare: a non stare al gioco e a non sorridere sotto i baffi, e - lo dico ad uso dei commentatori più distratti - ho scelto anch'io di eliminare una vocale, la A, e così ha fatto Andrea dopo di me e poi Vastatio con la I.

Dunque, a quanto scritto nel primo commento, aggiungo nel merito:
- l'idea di scrivere di uno scrittore (drammaturgo, giocoforza!) è stata convincente, perché non ti metti in gioco in prima persona, ma sfrutti il "meta": a scrivere strano non è Sara, ma è il personaggio eccentrico che Sara rappresenta. Il gioco è riuscito tanto più perché l'eliminazione di una vocale si nota poco - non l'avrei notata senza l'indizio finale - mentre si nota tanto il particolare "stile" del protagonista, un "idioletto" che funziona anche senza sapere la regola sulla quale si basa.
- a proposito dell'indizio finale: credo che avresti potuto gestirlo meglio, collegando più esplicitamente e consequezialmente l'accidia del protagonista alla tua scelta stilistica, facendola anche sua (ma una scelta d'accidia, non stilistica). Del tipo (il suggerimento contiene le è, perché il lavoro di toglierle è tuo): "Non funzionano nemmeno tutti i tasti. Ma chi ha voglia di sostituirli? D'altronde si può far senza, vedete?".
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Re: Ira (Accidia)

Messaggio#20 » venerdì 18 marzo 2016, 11:22

Dal titolo mi sarei aspettata un altro peccato capitale XD e in effetti stona con il resto del racconto, perché alla fine ci ritroviamo con un omicidio a mente fredda e lucida, dopo un lauto pasto in compagnia, senza uno scatto, eseguito con la calma follia dell’omicida che aveva quasi previsto tutto. O meglio, sull’omicida “immaginario”, perché da quanto ho capito era solo una sua fantasia: la parte finale, infatti, mi ha fatto intuire che la vicenda del povero scrittorucolo è solo un parto della sua immaginazione XD proprio pigro fino alla fine, il tizio!
PS: ho notato che questo è il racconto più corto di tutta l’edizione. Intenzionalmente correlato al peccato? ;)
Nel complesso una prova ben riuscita. A rileggerci!
Uccidi scrivendo.

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Linda De Santi
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Re: Ira (Accidia)

Messaggio#21 » venerdì 18 marzo 2016, 12:40

Davvero singolare, sospettavo che ci fosse il sotteso ma proprio non lo afferravo! Ce l'ho fatta solo grazie alla dritta di Vastatio.
Mi trovo d'accordo con Timetrapoler che l'indizio poteva essere maggiormente marcato, credo che così la fatica sarebbe stata assai ripagata. La cosa certa è che l'originalità non ti manca!

PS: Ci hai dimostrato che per cambiare "tono di voce" nello scrivere non serve reinventarsi lo stile. Basta avere l'idea corretta! ;)

Fernando Nappo
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Re: Ira (Accidia)

Messaggio#22 » venerdì 18 marzo 2016, 21:10

Accidenti, un lipogramma! Proprio non me ne sono accorto. E pensare che questo genere di giochini mi piace da morire. M'hai fregato. E comunque, complimenti per il coraggio. Già minuti contati è un contest tosto, andarci a infilare pure un lipogramma...

P.S. E complimenti anche a chi se ne è accorto e ha risposto "a tono".

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