d8 e d100 (INVIDIA)
Inviato: martedì 8 marzo 2016, 0:56
Diego sedeva su uno dei blocchi di pietra che servivano a non far invadere alle auto il sagrato. Con una mano reggeva la testa, matida di sudore, e con l'altra si teneva la pancia che pulsava dolorosamente.
Oltre il doppio portone della chiesa Chiara e Francesco si stavano sposando. Francesco, suo amico da sempre, e Chiara, sua ex da circa un anno.
«Scendete nella spaccatura della roccia e, percorsi pochi metri, vi ritrovate all'interno di un corridoio. Il terremoto di tre giorni fa ha creato un accesso ai sotterranei, ma ne ha sepolto una parte. Il corridoio procede nell'oscurità, alle vostre spalle quelle che immaginate siano tonnellate di roccia.» - Cosa fate?
- Evoco un elementale di luce in modo da illuminare la zona.
- Aspetta, cazzo, abbiamo le torce, sempre a sprecare incantesimi!
- E' un elementale minore, la maga li caga quei cosi al nostro livello, lasciala fare.
Enrico, il DM, si appoggiò sconsolato alla sedia, immerse la mano nella ciotola dei salatini e osservò i suoi giocatori da dietro lo schermo afferrando la bottiglia di birra.
Diego non aveva perso occassione per dare contro a Chiara e Francesco era immediatamente andato in soccorso. Gianni affrontava invece il suo quarto o quinto saccottino al cioccolato della serata.
Quelle discussioni potevano durare decine di minuti.
«La maga iscrive nell'aria un pentacolo di evocazione, vi infila dentro la mano pronunciando l'incantesimo e la apre dolcemente, dal suo palmo si solleva un globo di luce che rischiara l'ambiente.
Il corridoio è in pietra lavorata, quello che vi sorprende è l'assoluta mancanza di polvere, se si esclude quella a ridosso della spaccatura da cui provenite. Nonostante la luce non riuscite a vedere la fine del corridoio.»
Esami, visite da specialisti e poco piacevoli endoscopie avevano dato come unico risultato una teca piena di referti medici e una di fatture da scaricare durante le varie dichiarazioni dei redditi.
I suoi attacchi di mal di pancia erano psicosomatici, dovuti allo stress, all'ansia e al suo carattere di merda. Ed era stato proprio quello a fottere la sua relazione con Chiara. Lo sapeva. Per quanto lei ci avesse provato, avesse sopportato e cercato di aiutarlo alla fine non ce l'aveva più fatta.
E Francesco, che condivideva gioie e dolori con Diego dalle elementari, si era trovato in una delle situazioni più schifose del mondo: si era innamorato della ragazza del suo amico.
Diego l'aveva capito pochi mesi dopo essersi lasciato con e si era dato del coglione per giorni. Erano rimasti amici, gli sarebbe piaciuto essere adesso al posto di Francesco, ma era contento per loro.
- Se hai finito di leccare anche la carta della colomba, magari potresti controllare se ci sono trappole sul piedistallo?
- Sicuro - Gianni fece una pallina e la incastrò nel sacchetto, che aveva raggiunto la capienza massima con i due sacchetti di patatine precedenti, sporgendosi a sbirciare la scheda del personaggio di Diego - e visto che sulla tua scheda non c'è scritto 'Ladro' ma 'P a l a d i n o' vedi di farti i cazzi tuoi.
Gianni girò il foglio della sua scheda, dove scriveva nel dettaglio i suoi oggetti magici e si rivolse verso Enrico - uso il due gocce del collirio di fata e cerco se ci sono trappole sul piedistallo.
- Ma quella roba è una porcata, ce l'hai dal primo livello e non è mai servita a niente.
- Non rompere Diego.
«Lo gnomo rovista nella sua cintura e tira fuori la boccetta che avete comprato al mercato più di cinque anni fa. La agita un po', si toglie gli occhiali e instilla due gocce negli occhi. I contorni del piedistallo si fanno più netti, le linee dei bassorilievi più marcati e seguendole riesci a individuare quello che sembra un pulsante perfettamente mimetizzato negli intarsi»
- Hai visto? Non serve a niente dice la lattina di due metri. C'è puzza di chiuso nella tua armatura. Lo premo!
- No, aspetta! - questa volta non era stato solo Diego a recriminare, ma anche Francesco, Chiara e, se non fosse stato a casa sua ad abbracciare il cesso per l'influenza, anche Giorgio si sarebbe unito al coro.
«Prima che possiate fermarlo vedete che Kiltyr, tutto raggiante mentre esamina il piedistallo, esclama 'Ho trovato una cosa' e schiaccia un punto minuscolo della colonna. Un boato assordante e una lastra di roccia cala sull'entrata sigillandovi dentro la stanza.»
- Sei il solito coglione! E adesso?
- Diego, ti stai perdendo la cerimonia, dai alza il culo!
- Arrivo, arrivo.
Si alzò per raggiungere Gianni che era uscito a chiamarlo ma, non aveva fatto nemmeno cinque passi, che una fitta violentissima lo fece inginocchiare a terra col fiato mozzo.
«Il piedistallo si apre fino rivelando una stella a sette punte, sui vertici ci sono cinque diamanti, grandi come un pugno, due sono vuote.»
- Cinque diamanti e noi siamo cinque. Non voglio sentire ragioni sulla maga o sul chierico che li usano per farci le loro magie. Uno per ciascuno e poi si esce col Teletrasporto.
Complice l'ora tarda nessuno fece obiezioni all'idea di Gianni.
«Afferrate un diamante a testa e vi avvicinate a Vissa che comincia a pronuciare l'incantesimo di teletrasporto. Qualcosa si oppone, le parole ti sfuggono dalla mente, fai fatica a ricordarle.»
- Se mi accorgo che la maga è in difficoltà invoco la benedizione del mio dio
«Quando la maga ha cominciato a intonare l'incantesimo hai avvertito anche tu qualcosa di strano, sì, ti concentri e invochi il tuo dio. Dovete superare una prova di concentrazione difficile… bene. Vissa riesce a mantenere salda la mente, mentre Kald infonde coraggio al gruppo. Siete fuori, il teletrasporto non vi ha portato all'esterno del sotterraneo.
La mano con cui avete preso i diamanti brucia, osservate il palmo e le ustioni formano una runa.»
Enrico posò davanti ai giocatori un dado da 100 e uno da 8 in metallo brunito cesellati a mano. Stupendi.
- Li ho presi su ebay, peccato non avesse il set completo. Tutti il dado da 8.
A turno i quattro lanciarono il dado.
«Sul palmo del chierico la runa significa AVARIZIA, lo gnomo LUSSURIA, la maga ACCIDIA e il paladino INVIDIA. Qualcosa vi lega alle rune, tirate il dado da 100.»
- Veloci che è tardi. - Chiara e Francesco stavano già iniziando a ritirare le loro cose
- 100! - Diego era saltato sulla sedia urlando, poi fissando Enrico - E' bene vero?
«La runa ti brucia le carni, le borse dove avete riposto i diamanti si lacerano quando le pietre esplodono al loro interno, e svieni. Al tuo risveglio sei l'unico ad avere ancora la runa sul palmo»
- Aspetta, mi fai male
- Potresti collaborare un po'
- Guarda che non sono un sacco di patate
- Dai, respira, e quando te la senti dammi la mano che ti aiuto ad alzarti
Nessuno dei due si era accorto che gli altri invitati erano usciti per aspettare gli sposi.
Diego attese che la fitta passasse, fece un paio di respiri profondi e tese una mano all'amico.
Per un attimo, ma solo per un istante, Gianni credette di vedere qualcosa sul palmo di Diego, poi le urla di gioia degli altri cancellarono ogni cosa.
Oltre il doppio portone della chiesa Chiara e Francesco si stavano sposando. Francesco, suo amico da sempre, e Chiara, sua ex da circa un anno.
«Scendete nella spaccatura della roccia e, percorsi pochi metri, vi ritrovate all'interno di un corridoio. Il terremoto di tre giorni fa ha creato un accesso ai sotterranei, ma ne ha sepolto una parte. Il corridoio procede nell'oscurità, alle vostre spalle quelle che immaginate siano tonnellate di roccia.» - Cosa fate?
- Evoco un elementale di luce in modo da illuminare la zona.
- Aspetta, cazzo, abbiamo le torce, sempre a sprecare incantesimi!
- E' un elementale minore, la maga li caga quei cosi al nostro livello, lasciala fare.
Enrico, il DM, si appoggiò sconsolato alla sedia, immerse la mano nella ciotola dei salatini e osservò i suoi giocatori da dietro lo schermo afferrando la bottiglia di birra.
Diego non aveva perso occassione per dare contro a Chiara e Francesco era immediatamente andato in soccorso. Gianni affrontava invece il suo quarto o quinto saccottino al cioccolato della serata.
Quelle discussioni potevano durare decine di minuti.
«La maga iscrive nell'aria un pentacolo di evocazione, vi infila dentro la mano pronunciando l'incantesimo e la apre dolcemente, dal suo palmo si solleva un globo di luce che rischiara l'ambiente.
Il corridoio è in pietra lavorata, quello che vi sorprende è l'assoluta mancanza di polvere, se si esclude quella a ridosso della spaccatura da cui provenite. Nonostante la luce non riuscite a vedere la fine del corridoio.»
Esami, visite da specialisti e poco piacevoli endoscopie avevano dato come unico risultato una teca piena di referti medici e una di fatture da scaricare durante le varie dichiarazioni dei redditi.
I suoi attacchi di mal di pancia erano psicosomatici, dovuti allo stress, all'ansia e al suo carattere di merda. Ed era stato proprio quello a fottere la sua relazione con Chiara. Lo sapeva. Per quanto lei ci avesse provato, avesse sopportato e cercato di aiutarlo alla fine non ce l'aveva più fatta.
E Francesco, che condivideva gioie e dolori con Diego dalle elementari, si era trovato in una delle situazioni più schifose del mondo: si era innamorato della ragazza del suo amico.
Diego l'aveva capito pochi mesi dopo essersi lasciato con e si era dato del coglione per giorni. Erano rimasti amici, gli sarebbe piaciuto essere adesso al posto di Francesco, ma era contento per loro.
- Se hai finito di leccare anche la carta della colomba, magari potresti controllare se ci sono trappole sul piedistallo?
- Sicuro - Gianni fece una pallina e la incastrò nel sacchetto, che aveva raggiunto la capienza massima con i due sacchetti di patatine precedenti, sporgendosi a sbirciare la scheda del personaggio di Diego - e visto che sulla tua scheda non c'è scritto 'Ladro' ma 'P a l a d i n o' vedi di farti i cazzi tuoi.
Gianni girò il foglio della sua scheda, dove scriveva nel dettaglio i suoi oggetti magici e si rivolse verso Enrico - uso il due gocce del collirio di fata e cerco se ci sono trappole sul piedistallo.
- Ma quella roba è una porcata, ce l'hai dal primo livello e non è mai servita a niente.
- Non rompere Diego.
«Lo gnomo rovista nella sua cintura e tira fuori la boccetta che avete comprato al mercato più di cinque anni fa. La agita un po', si toglie gli occhiali e instilla due gocce negli occhi. I contorni del piedistallo si fanno più netti, le linee dei bassorilievi più marcati e seguendole riesci a individuare quello che sembra un pulsante perfettamente mimetizzato negli intarsi»
- Hai visto? Non serve a niente dice la lattina di due metri. C'è puzza di chiuso nella tua armatura. Lo premo!
- No, aspetta! - questa volta non era stato solo Diego a recriminare, ma anche Francesco, Chiara e, se non fosse stato a casa sua ad abbracciare il cesso per l'influenza, anche Giorgio si sarebbe unito al coro.
«Prima che possiate fermarlo vedete che Kiltyr, tutto raggiante mentre esamina il piedistallo, esclama 'Ho trovato una cosa' e schiaccia un punto minuscolo della colonna. Un boato assordante e una lastra di roccia cala sull'entrata sigillandovi dentro la stanza.»
- Sei il solito coglione! E adesso?
- Diego, ti stai perdendo la cerimonia, dai alza il culo!
- Arrivo, arrivo.
Si alzò per raggiungere Gianni che era uscito a chiamarlo ma, non aveva fatto nemmeno cinque passi, che una fitta violentissima lo fece inginocchiare a terra col fiato mozzo.
«Il piedistallo si apre fino rivelando una stella a sette punte, sui vertici ci sono cinque diamanti, grandi come un pugno, due sono vuote.»
- Cinque diamanti e noi siamo cinque. Non voglio sentire ragioni sulla maga o sul chierico che li usano per farci le loro magie. Uno per ciascuno e poi si esce col Teletrasporto.
Complice l'ora tarda nessuno fece obiezioni all'idea di Gianni.
«Afferrate un diamante a testa e vi avvicinate a Vissa che comincia a pronuciare l'incantesimo di teletrasporto. Qualcosa si oppone, le parole ti sfuggono dalla mente, fai fatica a ricordarle.»
- Se mi accorgo che la maga è in difficoltà invoco la benedizione del mio dio
«Quando la maga ha cominciato a intonare l'incantesimo hai avvertito anche tu qualcosa di strano, sì, ti concentri e invochi il tuo dio. Dovete superare una prova di concentrazione difficile… bene. Vissa riesce a mantenere salda la mente, mentre Kald infonde coraggio al gruppo. Siete fuori, il teletrasporto non vi ha portato all'esterno del sotterraneo.
La mano con cui avete preso i diamanti brucia, osservate il palmo e le ustioni formano una runa.»
Enrico posò davanti ai giocatori un dado da 100 e uno da 8 in metallo brunito cesellati a mano. Stupendi.
- Li ho presi su ebay, peccato non avesse il set completo. Tutti il dado da 8.
A turno i quattro lanciarono il dado.
«Sul palmo del chierico la runa significa AVARIZIA, lo gnomo LUSSURIA, la maga ACCIDIA e il paladino INVIDIA. Qualcosa vi lega alle rune, tirate il dado da 100.»
- Veloci che è tardi. - Chiara e Francesco stavano già iniziando a ritirare le loro cose
- 100! - Diego era saltato sulla sedia urlando, poi fissando Enrico - E' bene vero?
«La runa ti brucia le carni, le borse dove avete riposto i diamanti si lacerano quando le pietre esplodono al loro interno, e svieni. Al tuo risveglio sei l'unico ad avere ancora la runa sul palmo»
- Aspetta, mi fai male
- Potresti collaborare un po'
- Guarda che non sono un sacco di patate
- Dai, respira, e quando te la senti dammi la mano che ti aiuto ad alzarti
Nessuno dei due si era accorto che gli altri invitati erano usciti per aspettare gli sposi.
Diego attese che la fitta passasse, fece un paio di respiri profondi e tese una mano all'amico.
Per un attimo, ma solo per un istante, Gianni credette di vedere qualcosa sul palmo di Diego, poi le urla di gioia degli altri cancellarono ogni cosa.