AAA bambolina voodoo vendesi (AVARIZIA)
Inviato: martedì 8 marzo 2016, 0:58
AAA bambolina voodoo vendesi (AVARIZIA)
by Fernando Nappo
Claudio era inginocchiato sul tappeto, il braccio sinistro inerte lungo il fianco e la mano destra sul petto. Il respiro era un rantolio sordo. Alzò lo sguardo verso Giuliano.
— Ti prego — disse — non è necessario tutto questo. — Strizzò gli occhi, infastidito da alcune gocce di sudore. — Possiamo trovare un accordo, i soldi non mi sono mai interessati, lo sai...
Giuliano era in piedi di fronte a lui. Aveva in mano una bambolina voodoo nella quale erano conficcati diversi spilli. Appoggiò un dito allo spillo puntato al centro del petto della bambolina ed esercitò una leggera pressione; Claudio si piegò su sé stesso, soffocando un grido.
— L’azienda non sarebbe mai diventata ciò che è oggi se non fosse stato per me. Non per papà o per te, ma per tutto il tempo che io gli ho dedicato, per tutta la fatica che ci ho buttato dentro.
Claudio scrollò il capo. — E che ci hai guadagnato, me lo dici? Non hai amici, non hai una ragazza, non vai mai al cinema o a teatro. Non pensi ad altro che all’azienda.
— Proprio per questo, ti chiedo, perché dovrei accettare di dividere con te ciò che ho costruito con tanta fatica?
— Rinuncerò all’eredità — gorgogliò Claudio.
— Tu? L’uomo con le mani più bucate che conosca? Non rinunceresti mai. Lo so io come lo sai tu.
Giuliano rigirò un paio di volte lo spillo nel petto della dagida facendo urlare Claudio di dolore. Poi sfilò lo spillo dalla bambolina.
Claudio allungò una mano verso il fratello nel disperato tentativo di strappargli di mano la bambolina. Giuliano si scostò, scoppiando a ridere.
— Mi spiace, fratellino, ma con te fuori dai giochi finalmente sarà tutto mio.
— Non la passerai liscia — biascicò Claudio. Un filo di saliva gli colava lungo il mento. — Nessuno crederà che sia morto per caso pochi giorni prima della lettura del testamento di nostro padre. Chi conosce il tuo attaccamento al denaro sospetterà che sia opera tua.
Giuliano scrollò le spalle. — Che sospettino. Nessuno potrà mai provare niente — disse mentre soppesava la bambolina voodoo. — Questo sistema, tanto antico quanto geniale, non lascia alcun segno sul corpo della vittima. Risulterà che sei morto per un malore.
— Sei un bastardo — disse Claudio.
— Magari riceverò la solidarietà di tutti. Che sfortuna, quel povero Giuliano. Perdere il padre e il fratello in così breve tempo. Che disgrazia, che fatalità!
— Tanto non ti godrai nemmeno mezzo euro, brutto pezzo di merda. Lo sappiamo tutti e due... — Claudio cercò di tirarsi in piedi.
Giuliano si scostò di un passo dal fratello e conficcò lo spillo nel petto della dagida, spingendolo in profondità.
Claudio crollò sul pavimento.
Giuliano inspirò a fondo ed espirò rumorosamente.
Appoggiò la bambolina sul divano lì vicino, tirò fuori lo smartphone e le fece un paio di foto da diverse angolazioni. Cancellò la prima e tenne la seconda.
Scavalcò il corpo di Claudio e si diresse allo scrittoio.
Collegò il telefono al computer, avviò il browser e si connesse al suo profilo eBay. Premette il pulsante Vendi e digitò il messaggio:
AAA BAMBOLINA VOODOO USATA VENDESI
FUNZIONAMENTO GARANTITO
Allegò la foto della bambolina e impostò cinquanta euro come prezzo di partenza. Il mercato delle bamboline voodoo, come aveva scoperto quando aveva cominciato a interessarsene, era piuttosto vivace e non dubitava di riuscire a piazzare la sua in tempi rapidi. Anzi, poiché poteva garantirne il buon funzionamento, stava pensando di alzare un poco il prezzo.
In ogni caso, era ora di chiamare, il pronto intervento sanitario per mettere in scena la disgraziata e prematura dipartita del fratello. Spense il computer, avrebbe seguito l’asta dal cellulare, e si alzò. In quell’istante il mondo gli crollò addosso: suo fratello era in piedi, vivo e vegeto e gli puntava una pistola.
— Il giovedì è giorno di esercitazioni al poligono. Te l’eri scordato? — disse Claudio.
— Non è possibile — balbettò Giuliano. — Tu eri...
— A quanto pare il tuo piano non era così infallibile.
Giuliano diede uno sguardo alla dagida, sempre immobile sul divano dove l’aveva abbandonata piena di spilli.
— Non riesco a capire. Eppure chi me l’ha venduta mi ha garantito che avrebbe funzionato.
— Non chiedere spiegazioni a me — disse Claudio. — Anzi — raccolse la bambolina dal divano e se la ficcò in tasca. — questa la facciamo sparire, che è meglio.
— Ti prego Claudio, ragioniamo...
Senza distogliere l’attenzione dal fratello, Claudio estrasse dalla tasca posteriore dei pantaloni una busta e la porse al fratello.
— Cos’è?
— È il modulo di rinuncia all’eredità — disse Claudio. — Ero davvero disposto a firmarlo.
Giuliano aprì la busta, estrasse il documento e lo sfogliò.
— Io...
Claudio indicò lo scrittoio alle spalle del fratello. — Prendi una penna e firmalo.
— Cosa? Ma non puoi farmi...
— Firmalo! O ti faccio fuori qui, seduta stante.
Giuliano rimase immobile, senza fiatare, lo sguardo assente. — Lo sai che non posso — disse. Si lanciò contro il fratello, rovinandogli addosso. Partì un colpo e Giuliano stramazzò al suolo, morto.
Claudio lasciò cadere la pistola e rimase a fissare il fratello.
Fu richiamato alla realtà dal cellulare di Giuliano che aveva preso a fischiettare con insistenza. Si chinò, lo raccolse, e lesse il messaggio che lampeggiava sullo schermo:
LE BAMBOLINE USATE NON FUNZIONANO UN GRANCHÉ. CHE SCONTO MI FAI?
by Fernando Nappo
Claudio era inginocchiato sul tappeto, il braccio sinistro inerte lungo il fianco e la mano destra sul petto. Il respiro era un rantolio sordo. Alzò lo sguardo verso Giuliano.
— Ti prego — disse — non è necessario tutto questo. — Strizzò gli occhi, infastidito da alcune gocce di sudore. — Possiamo trovare un accordo, i soldi non mi sono mai interessati, lo sai...
Giuliano era in piedi di fronte a lui. Aveva in mano una bambolina voodoo nella quale erano conficcati diversi spilli. Appoggiò un dito allo spillo puntato al centro del petto della bambolina ed esercitò una leggera pressione; Claudio si piegò su sé stesso, soffocando un grido.
— L’azienda non sarebbe mai diventata ciò che è oggi se non fosse stato per me. Non per papà o per te, ma per tutto il tempo che io gli ho dedicato, per tutta la fatica che ci ho buttato dentro.
Claudio scrollò il capo. — E che ci hai guadagnato, me lo dici? Non hai amici, non hai una ragazza, non vai mai al cinema o a teatro. Non pensi ad altro che all’azienda.
— Proprio per questo, ti chiedo, perché dovrei accettare di dividere con te ciò che ho costruito con tanta fatica?
— Rinuncerò all’eredità — gorgogliò Claudio.
— Tu? L’uomo con le mani più bucate che conosca? Non rinunceresti mai. Lo so io come lo sai tu.
Giuliano rigirò un paio di volte lo spillo nel petto della dagida facendo urlare Claudio di dolore. Poi sfilò lo spillo dalla bambolina.
Claudio allungò una mano verso il fratello nel disperato tentativo di strappargli di mano la bambolina. Giuliano si scostò, scoppiando a ridere.
— Mi spiace, fratellino, ma con te fuori dai giochi finalmente sarà tutto mio.
— Non la passerai liscia — biascicò Claudio. Un filo di saliva gli colava lungo il mento. — Nessuno crederà che sia morto per caso pochi giorni prima della lettura del testamento di nostro padre. Chi conosce il tuo attaccamento al denaro sospetterà che sia opera tua.
Giuliano scrollò le spalle. — Che sospettino. Nessuno potrà mai provare niente — disse mentre soppesava la bambolina voodoo. — Questo sistema, tanto antico quanto geniale, non lascia alcun segno sul corpo della vittima. Risulterà che sei morto per un malore.
— Sei un bastardo — disse Claudio.
— Magari riceverò la solidarietà di tutti. Che sfortuna, quel povero Giuliano. Perdere il padre e il fratello in così breve tempo. Che disgrazia, che fatalità!
— Tanto non ti godrai nemmeno mezzo euro, brutto pezzo di merda. Lo sappiamo tutti e due... — Claudio cercò di tirarsi in piedi.
Giuliano si scostò di un passo dal fratello e conficcò lo spillo nel petto della dagida, spingendolo in profondità.
Claudio crollò sul pavimento.
Giuliano inspirò a fondo ed espirò rumorosamente.
Appoggiò la bambolina sul divano lì vicino, tirò fuori lo smartphone e le fece un paio di foto da diverse angolazioni. Cancellò la prima e tenne la seconda.
Scavalcò il corpo di Claudio e si diresse allo scrittoio.
Collegò il telefono al computer, avviò il browser e si connesse al suo profilo eBay. Premette il pulsante Vendi e digitò il messaggio:
AAA BAMBOLINA VOODOO USATA VENDESI
FUNZIONAMENTO GARANTITO
Allegò la foto della bambolina e impostò cinquanta euro come prezzo di partenza. Il mercato delle bamboline voodoo, come aveva scoperto quando aveva cominciato a interessarsene, era piuttosto vivace e non dubitava di riuscire a piazzare la sua in tempi rapidi. Anzi, poiché poteva garantirne il buon funzionamento, stava pensando di alzare un poco il prezzo.
In ogni caso, era ora di chiamare, il pronto intervento sanitario per mettere in scena la disgraziata e prematura dipartita del fratello. Spense il computer, avrebbe seguito l’asta dal cellulare, e si alzò. In quell’istante il mondo gli crollò addosso: suo fratello era in piedi, vivo e vegeto e gli puntava una pistola.
— Il giovedì è giorno di esercitazioni al poligono. Te l’eri scordato? — disse Claudio.
— Non è possibile — balbettò Giuliano. — Tu eri...
— A quanto pare il tuo piano non era così infallibile.
Giuliano diede uno sguardo alla dagida, sempre immobile sul divano dove l’aveva abbandonata piena di spilli.
— Non riesco a capire. Eppure chi me l’ha venduta mi ha garantito che avrebbe funzionato.
— Non chiedere spiegazioni a me — disse Claudio. — Anzi — raccolse la bambolina dal divano e se la ficcò in tasca. — questa la facciamo sparire, che è meglio.
— Ti prego Claudio, ragioniamo...
Senza distogliere l’attenzione dal fratello, Claudio estrasse dalla tasca posteriore dei pantaloni una busta e la porse al fratello.
— Cos’è?
— È il modulo di rinuncia all’eredità — disse Claudio. — Ero davvero disposto a firmarlo.
Giuliano aprì la busta, estrasse il documento e lo sfogliò.
— Io...
Claudio indicò lo scrittoio alle spalle del fratello. — Prendi una penna e firmalo.
— Cosa? Ma non puoi farmi...
— Firmalo! O ti faccio fuori qui, seduta stante.
Giuliano rimase immobile, senza fiatare, lo sguardo assente. — Lo sai che non posso — disse. Si lanciò contro il fratello, rovinandogli addosso. Partì un colpo e Giuliano stramazzò al suolo, morto.
Claudio lasciò cadere la pistola e rimase a fissare il fratello.
Fu richiamato alla realtà dal cellulare di Giuliano che aveva preso a fischiettare con insistenza. Si chinò, lo raccolse, e lesse il messaggio che lampeggiava sullo schermo:
LE BAMBOLINE USATE NON FUNZIONANO UN GRANCHÉ. CHE SCONTO MI FAI?