"Io amo" - di Adriano Muzzi
Inviato: martedì 22 marzo 2016, 0:05
MC_Legami Spezzati
“Io amo”
Ondate di dolore gli percorrevano tutto il corpo fino a esplodere nel cervello, profonde staffilate gli laceravano l’anima spezzettandola in milioni di isole di sofferenza. Aprì gli occhi, girò la testa verso sinistra e poi verso destra, scorse ciò che aveva visto milioni di volte nelle sue visioni premonitrici: uomini e donne che piangevano, pochi in verità, e molte persone che ridevano indicandolo con gesti veloci. Era stato sempre così, e lo sarebbe stato anche nel futuro: gli uomini provano piacere nelle sofferenze altrui; le disgrazie dell’altro alleviano la pochezza delle loro misere esistenze.
Passarono le ore, la notte scese su di lui con il suo mantello nero e la gente scemò come acqua sotto il sole del deserto.
- Ehi, tu! - Gridò per attirare l’attenzione di un soldato.
Il militare girò lo sguardo severo verso di lui. - Che vuoi?
- Liberami, e ti ricompenserò.
- Non mi fare ridere.
- Ho da parte dei denari, fammi scappare e ti accompagnerò dove li ho nascosti. Se non sarai soddisfatto mi ucciderai e diventerai un eroe che ha catturato un fuggitivo; il tuo generale ne sarà contento.
Il soldato si guardò intorno per assicurarsi che non ci fosse nessuno nei paraggi, sguainò il coltello, la lama luccicò alla luce della Luna.
La voce nella sua testa lo tormentava come fa un picchio con un albero, ma la sua volontà era più forte, almeno per adesso.
Quando arrivò alla porta di legno bussò tre volte, un gesto che negli ultimi mesi aveva fatto tante volte, ma quella notte aveva qualcosa di irreale.
Un rumore di ferraglia precedette l’apertura di un piccolo spiraglio: - Chi è a quest’ora?
La donna lo riconobbe subito, spalancò la porta con un gran botto e gli fu addosso stringendolo, poi si mise a piangere singhiozzando.
- Mia amata! - Disse lui carezzandole i capelli.
- Ma, ma… - Riuscì a balbettare lei, - ma tu eri…
- Lo so, - rispose, - ma ho cambiato idea. Sarebbe stato un sacrificio inutile, e poi adesso ho te, non potevo lasciarti in questo modo.
- Ma tuo padre?
- Mio padre farà quello che è giusto, così come sempre è stato. Ora vieni, abbiamo poco tempo.
- Stai perdendo molto sangue amore mio, dovremmo…
- Non c’è tempo, vieni con me.
- Aspetta, mettiti questo telo, sarà più difficile che ti riconoscano.
Corsero nella notte, mano nella mano. Una volta lontani dalle ultime case si distesero sulla sabbia. Stelle tremolanti disegnavano strane figure, macchiando il cielo scuro come dei fiori bianchi gettati sul velluto nero.
- Lui non ti lascerà vivere, - disse lei mentre gli carezzava i capelli appiccicati dal sangue rappreso.
Lui le sorrise, ma la voce potente e furiosa riprese a martellargli le tempie stringendo con mani ferree il suo cuore già affaticato.
- Mi sta già prendendo, ma questi minuti di libertà valgono quanto un’eternità per me. Ti amo.
Una scintilla illuminò i loro volti; rimase solo la ragazza e il telo bianco, vuoto, accasciato in terra.
- Gesù! - Gridò lei.
Una stella luccicò più forte nel cielo, e poi scomparve.
“Io amo”
Ondate di dolore gli percorrevano tutto il corpo fino a esplodere nel cervello, profonde staffilate gli laceravano l’anima spezzettandola in milioni di isole di sofferenza. Aprì gli occhi, girò la testa verso sinistra e poi verso destra, scorse ciò che aveva visto milioni di volte nelle sue visioni premonitrici: uomini e donne che piangevano, pochi in verità, e molte persone che ridevano indicandolo con gesti veloci. Era stato sempre così, e lo sarebbe stato anche nel futuro: gli uomini provano piacere nelle sofferenze altrui; le disgrazie dell’altro alleviano la pochezza delle loro misere esistenze.
Passarono le ore, la notte scese su di lui con il suo mantello nero e la gente scemò come acqua sotto il sole del deserto.
- Ehi, tu! - Gridò per attirare l’attenzione di un soldato.
Il militare girò lo sguardo severo verso di lui. - Che vuoi?
- Liberami, e ti ricompenserò.
- Non mi fare ridere.
- Ho da parte dei denari, fammi scappare e ti accompagnerò dove li ho nascosti. Se non sarai soddisfatto mi ucciderai e diventerai un eroe che ha catturato un fuggitivo; il tuo generale ne sarà contento.
Il soldato si guardò intorno per assicurarsi che non ci fosse nessuno nei paraggi, sguainò il coltello, la lama luccicò alla luce della Luna.
La voce nella sua testa lo tormentava come fa un picchio con un albero, ma la sua volontà era più forte, almeno per adesso.
Quando arrivò alla porta di legno bussò tre volte, un gesto che negli ultimi mesi aveva fatto tante volte, ma quella notte aveva qualcosa di irreale.
Un rumore di ferraglia precedette l’apertura di un piccolo spiraglio: - Chi è a quest’ora?
La donna lo riconobbe subito, spalancò la porta con un gran botto e gli fu addosso stringendolo, poi si mise a piangere singhiozzando.
- Mia amata! - Disse lui carezzandole i capelli.
- Ma, ma… - Riuscì a balbettare lei, - ma tu eri…
- Lo so, - rispose, - ma ho cambiato idea. Sarebbe stato un sacrificio inutile, e poi adesso ho te, non potevo lasciarti in questo modo.
- Ma tuo padre?
- Mio padre farà quello che è giusto, così come sempre è stato. Ora vieni, abbiamo poco tempo.
- Stai perdendo molto sangue amore mio, dovremmo…
- Non c’è tempo, vieni con me.
- Aspetta, mettiti questo telo, sarà più difficile che ti riconoscano.
Corsero nella notte, mano nella mano. Una volta lontani dalle ultime case si distesero sulla sabbia. Stelle tremolanti disegnavano strane figure, macchiando il cielo scuro come dei fiori bianchi gettati sul velluto nero.
- Lui non ti lascerà vivere, - disse lei mentre gli carezzava i capelli appiccicati dal sangue rappreso.
Lui le sorrise, ma la voce potente e furiosa riprese a martellargli le tempie stringendo con mani ferree il suo cuore già affaticato.
- Mi sta già prendendo, ma questi minuti di libertà valgono quanto un’eternità per me. Ti amo.
Una scintilla illuminò i loro volti; rimase solo la ragazza e il telo bianco, vuoto, accasciato in terra.
- Gesù! - Gridò lei.
Una stella luccicò più forte nel cielo, e poi scomparve.