L'UOMO CHE GUARDAVA LE DONNE di Marco Roncaccia

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marco.roncaccia
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L'UOMO CHE GUARDAVA LE DONNE di Marco Roncaccia

Messaggio#1 » martedì 22 marzo 2016, 0:14

Che io, già dalla prima volta, ho capito che non era uno come gli altri.
Che è venuto a casa mia, ha bussato ma non voleva niente.
Che è strano che uno che non conosci entra, si mette sul divano e ti fissa.
Che io ho chiesto se voleva una sega o un pompino, perché dovevo fare la spesa ed ero scannata e allora mi sono avvicinata e gli ho alzato la gonna davanti.
Che se mi toccava e gli veniva duro ci tiravo su qualcosa e potevo comprare la cena per la bambina. Invece lui ha fatto di no con la testa e allora io mi sono seduta vicina e sono rimasta zitta.

Che io, per lavorare, dopo la scuola, la bambina la mando in chiesa, lì le fanno fare i compiti e me la tengono fino all'ora di cena.

Che, ho pensato, ora gli tiro fuori il cazzo, me lo lavoro e poi mi sbrigo. Invece lui mi guardava e io ho sentito una cosa allo stomaco, un calore dentro. Neppure volendo potevo staccare gli occhi e, più lo guardavo, più sentivo delle vampate dentro. Come dieci shottini buttati giù uno dopo l'altro.

Che io volevo girare la testa ma gli occhi miei erano incatenati ai suoi e mi sono tutta bagnata e non mi capitava da un sacco di tempo.
Che se fai le seghe per cinque euro e i pompini per dieci la fica ti si secca. Invece avevo le mutande fradice e ho iniziato a toccarmi.

Che lui non sembra diverso dagli altri e neanche a dire che è bello ma, se ti guarda, sei sua.

Che non mi ricordo nemmeno quante volte sono venuta.
Che poi mi ha dato venti euro e mi ha detto che non dovevo più fare le marchette. Poi, ogni giorno, veniva, si sedeva e, con quello sguardo, mi faceva fare di tutto. Avevo un po’ paura ma ho pensato che non mi dovevo più sbattere, perché, con una bambina, ci sono sempre spese.
Che questa cosa delle marchette ha fatto il giro dei lotti ed è arrivata all'orecchio dell'assistente sociale.
Che qui nessuno si fa i cazzi suoi e a me già hanno tolto un figlio e, se ci penso, mi piglia male. Solo Denise ho. E’ la mia vita e per lei faccio tutto.

Che poi è una brava figlia e mi aiuta a pulire la casa e a cucinare. Ha undici anni ma sembra già grande.

Che però oggi non l'ho mandata nemmeno a scuola perchè ha la tosse e, siccome lui arriva sempre alle sette, mi volevo sbrigare alla LIDL.
Che mica lo sapevo che c'era tutta quella fila alla cassa. Ho corso fino a casa ma lui era già sul divano. Denise era davanti, in piedi con i pantaloni del pigiama arrotolati sulle cosce. Lui la guardava e intanto con una mano la carezzava dentro le mutandine
Che mi sono cadute le buste e lui mi ha guardato. Io avevo le lacrime e non ci vedevo più, così non mi ha potuto fermare. Sono arrivata alla bambina, le ho messo una mano davanti agli occhi, l'ho presa in braccio e sono scappata via più forte che potevo.

Che glielo giuro commissario io quello non lo voglio più vedere.
Ultima modifica di marco.roncaccia il martedì 22 marzo 2016, 0:34, modificato 2 volte in totale.



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antico
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Re: L'UOMO CHE GUARDAVA LE DONNE di Marco Roncaccia

Messaggio#2 » martedì 22 marzo 2016, 0:17

Ed ecco il secondo nel Rank d'Era, pronto per una nuova sfida! Parametri tutti ok, Marco! Have a nice Lorenzo Marone Edition!

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marco.roncaccia
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Re: L'UOMO CHE GUARDAVA LE DONNE di Marco Roncaccia

Messaggio#3 » martedì 22 marzo 2016, 0:36

Ultime modifiche ... con i parametri dovrei esserci ancora. Grazie Antico!

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alberto.dellarossa
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Re: L'UOMO CHE GUARDAVA LE DONNE di Marco Roncaccia

Messaggio#4 » martedì 22 marzo 2016, 10:12

Bravo. E anche se si capisce già a metà dove va a parare, bravo lo stesso perché la tecnica qua è raffinatissima. La reiterazione della struttura della frase è ipnotica e richiama l'effetto mesmerico che l'uomo ha sulla (sulle) donne. C'è il disagio e la rassegnazione al disagio (aspetto di solito trascurato) e c'è questa figura aliena che da inquietante diventa orribile. Non c'è molto da dire, per il vero: forse è il migliore dei tuoi racconti che ho letto finora.

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Flavia Imperi
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Re: L'UOMO CHE GUARDAVA LE DONNE di Marco Roncaccia

Messaggio#5 » martedì 22 marzo 2016, 15:25

Marco, non è che puoi fare così però. Mica è giusto! Non puoi sfornare un racconto così, con un punto di vista così, che salta fuori dal pc e ti prende a schiaffi in faccia. Eh! Non ho trovato qualcosa di criticabile, il tuo racconto a mio parere è praticamente perfetto.
Forse l'unico dubbio può essere sul tema, che mi sembra preso in modo quasi secondario, quando la donna parla del primo figlio portato via, con un fatto non così centrale alla trama.
Buon contest!
Siamo storie di storie

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marco.roncaccia
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Re: L'UOMO CHE GUARDAVA LE DONNE di Marco Roncaccia

Messaggio#6 » martedì 22 marzo 2016, 20:03

@alberto.dellarossa : Grazie per il commento, per aver colto il senso della struttura e soprattutto per aver apprezzato il racconto nonostante non avesse un finale a sorpresa. Sto pensando di apporre ai racconti un apposito disclaimer NoFAS (Questo racconto non propone un finale a sorpresa). Quando nove racconti su 10 si vogliono stupire nel finale la vera sorpresa e che non ci sia un FAS! :D
@Flavia Imperi Grazie per il favoloso AZZ che ti è uscito in luogo pubblico e per il tuo commento. Il tema ho pensato di declinarlo in vari modi e a diversi livelli. Uno dei quali è quello che hai individuato tu. Però il "legame spezzato" principale, a mio avviso è quello del contatto visivo e ipnotico con cui il misterioso personaggio irretisce le donne del racconto. Le lacrime della protagonista saranno il suo punto di forza. Ciò che le permetterà, attraverso l'offuscazione della vista di salvare sua figlia dalle grinfie dell'uomo.

alexandra.fischer
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Re: L'UOMO CHE GUARDAVA LE DONNE di Marco Roncaccia

Messaggio#7 » martedì 22 marzo 2016, 20:12

L’uomo che guardava le donne di Marco Roncaccia Hai usato uno stile basato sul parlato, rendendo molto bene il personaggio di questa donna semplice, alle prese con enormi difficoltà economiche al punto da essere costretta a vendersi (e il mestiere di marchettara le è costato l’allontanamento di un figlio, portatole via dall’assistente sociale). Le resta la figlia Denise, donnina undicenne, già alle prese con i lavori domestici oltre che con la scuola e i pomeriggi passati a fare i compiti in chiesa (al doposcuola parrocchiale). Il legame con il cliente talmente attraente da farle provare nuovamente la passione si spezza quando lui rivela un’anima pedofila. Il tema dei legami spezzati è rispettato in pieno e anche la realtà della tua protagonista è resa in modo credibile (ad esempio quando menzioni la sua spesa alla LIDL). Il finale mostra il coraggio di questa donna, arrivata al punto di denunciare il cliente al commissario (la molestia alla figlia è la miccia detonante che fa saltare il legame con il cliente, ma anche un modo di rialzare la testa). Ottima storia.

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Vastatio
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Re: L'UOMO CHE GUARDAVA LE DONNE di Marco Roncaccia

Messaggio#8 » martedì 22 marzo 2016, 21:16

Ciao,
l'idea è notevolissima ma devo dire che la realizzazione mi ha disturbato. Un po' per gli argomenti trattati (vedi in fondo) e un po' per la "confusione" dovuta allo stile scelto. Per carità ci sta, è perfettamente nel personaggio che crei, ma non rendi la lettura facile ( "scannata" = senza un soldo ... http://www.trattoria-romana.it/romanesco/parole/ ... devo andarmi a cercare le parole ).
Verso metà mi sembra che perdi leggermente il controllo e da "grezzo" il tono si ingentilisca
Che lui non sembra diverso dagli altri e neanche a dire che è bello ma, se ti guarda, sei sua.
Che non mi ricordo nemmeno quante volte sono venuta.

per poi tornare "in personaggio", ma credo che questo sia probabilmente una sensazione personale, dovuto alle diverse culture regionali per cui un termine o una frase sono considerati più o meno grezzi/volgari.

Anche la mancanza di "definizione" sull'uomo contribuisce al senso di confusione. Non riesco a capire se sia una specie di benefattore che va salvando le marchettare porta a porta, un pedofilo, una specie di deficiente che non fa differenza di età o semplicemente un pirla che con un potere di ipnosi della madonna va a farsi il giro nei quartieri poveri solo per fare le "cosacce".

Il finale l'ho trovato di cattivo gusto. Hai già osato tanto con la protagonista, infilarci anche il palpeggiamento pedofilo mi sembra una paraculata per dire "Hai visto? ho fatto trenta fino ad ora ma posso fare senza problemi trentacinque. Guarda come riesco a strafare". Potevi tranquillamente fermarti prima, con lui seduto sul divano e la figlia che sta per tirarsi giù le mutande. Le motivazioni per la chiusa finale le avresti comunque avute senza prendere a cazzotti lo stomaco altrui.
Il che è un peccato, perché per il resto il racconto è brillante e il tema, per quanto colpito di striscio (lo accenni velocemente) e di sponda (è il legame col figlio che le hanno tolto ad essersi spezzato e che si spezzerà anche adesso dopo la denuncia molto probabilemnte), è la motivazione per cui lei sia abbassa a fare marchette.
Secondo me avevi due personaggi spettacolari, fuori dalle righe, la caratterizzazione giusta, una atmosfera surreale e ironica... che hai bruciato nel finale buttandoti sul reale più squallido che c'è.

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jimjams
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Re: L'UOMO CHE GUARDAVA LE DONNE di Marco Roncaccia

Messaggio#9 » mercoledì 23 marzo 2016, 0:42

Ho letto la prima riga e ho pensato: "E ora questo?"
Mentre andavo avanti un angolino del mio cervello mi diceva, vedi, vedi che funziona, vedi che devi smetterla di vincolare il modo in cui scrivi?
E funziona proprio bene, in un barbaro e magnifico crescendo, come una lama che scava un solco e colpisce frase dopo frase e ogni volta affonda un po' di più.
E, no, io non ti dirò che il finale è troppo forte. Anzi, se una cosa non mi è piaciuta è quell'ultima frase.
Perché forse sarà che sto pensando a un mio progetto piuttosto cupo, ma quello io glielo facevo ammazzare.

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marco.roncaccia
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Re: L'UOMO CHE GUARDAVA LE DONNE di Marco Roncaccia

Messaggio#10 » mercoledì 23 marzo 2016, 8:49

@vastatio: Ciao Vastatio e grazie per gli appunti che mi fai. Provo a spiegare il perchè di alcune scelte. Rispetto ai termini dialettali hai ragione. Ho cercato di non usarne ma quello "scannata" mi è uscito. Pensavo fosse comprensibile oltre il raccordo anulare ma mi sbagliavo. Rispetto all'ingentilire il personaggio, non sono d'accordo con quanto dici. Il racconto segue il ragionamento della protagonista nel raccontare a un commissario di polizia i fatti e lei in quel punto spiega al commissario l'origine della sua relazione col tipo e il potere che ha su di lei. Rispetto al reale più squallido che c'è (e non ti immagini nemmeno quanto di reale ci sia in questo racconto, detto tra noi) era esattamente quello che volevo rendere, quello di cui volevo parlare. I personaggi servivano a questo e quindi non penso di averli bruciati. Mi sa che nella prossima edizione mi dedicherò a un personaggio altrettanto reale, salito alle cronache per il record di visualizzazioni nell'edizione scorsa, un tal Romanelli ... :D
Comincia ad allertare il tuo avvocato preferito.

@jimjams Ti ringrazio per l'apprezzamento e sono contento di aver stimolato quell'angolino del tuo cervello che ti spinge a osare :D.
L'ultima frase non poteva essere diversa: è quella che regge tutta la struttura, che giustifica il "barbarico crescendo" che altrimenti non avrebbe motivazione. Può lasciare delusi, lo capisco, ma senza quella frase il lettore non capisce la motivazione dello stile orale della voce narrante.

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Vastatio
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Re: L'UOMO CHE GUARDAVA LE DONNE di Marco Roncaccia

Messaggio#11 » mercoledì 23 marzo 2016, 14:24

Non credo tu abbia colto il mio riferimento "al tono" che nelle due frasi mi è parso più "gentile" di quello che lo precede e lo segue. Come ho detto però credo dipenda sempre da come certi termini e costruzioni sembrino più da ceto "abbiente" che da "volgo ignorante" in base alla distanza dall'equatore. Ripeto, questione puramente personale, quindi da prendere de facto: a me sembra così e a te no, c'è poco da discutere.
Per quanto riguarda le tue intenzioni ne prendo atto e, se devo analizzare il racconto sotto questa nuova luce, perdi ulteriori punti. Perché che il tuo lui, dal titolo a come lo descrivi (o meglio, lo descrive lei), non mi sembra partecipi MAI attivamente. Lui guarda e fa fare.
Invece con la figlia è attivo. Quindi lo trasformi in mezza riga e da lì la mia "confusione" nel dargli un ruolo. 2500 caratteri di lui che ha una "forma e un ruolo" e poi lo ribalti.
E' semplicemente la conferma del "pedofilo" che non ti aspetti? Ok, ci può stare, con buona pace del tuo "il racconto non ha il finale a sorpresa", ma anche qui dovremmo priam metterci d'accordo su cosa si intende per "finale a sorpresa".

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eleonora.rossetti
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Re: L'UOMO CHE GUARDAVA LE DONNE di Marco Roncaccia

Messaggio#12 » mercoledì 23 marzo 2016, 15:16

Ciao Marco!
Lo stile è il tuo, si riconosce a occhi chiusi. Costruzione originale delle frasi, linguaggio diretto che va al punto, crudo quanto basta o forse un po' tanto (personalmente non mi disturba, ho letto di peggio). Concordo con le osservazioni sul lessico "romano", per carità so che capita, anche a me sfugge ogni tanto qualche neologismo nordico ^^"

Per il tema, lo si può interpretare nel "legame" spezzato tra l'uomo e la donna, che scappa da lui (più labile, secondo me, quello tra la donna e il figlio perduto).

Se non do la cima del podio a questo racconto è per la figura dell'uomo che perde nel finale. Così misterioso, che eccita le donne solo guardandole, mi aveva incuriosito, volevo capirne di più (e non pensare male! XD), vedere se svelavi il suo segreto. E invece... non sappiamo niente, anzi, risulta un "banale" pedofilo. Che prima parla di liberarsi dal fare marchette e poi ci prova spudoratamente con la figlia di lei, tra l'altro affidandosi al tocco e non allo sguardo. Mannaggia! E' l'unica delusione di questo racconto, di per sé ben scritto, tagliente al punto giusto.

PS: se devo trovarci una discrepanza: se la donna sta rifilando la storia al commissario, ha senso che racconti tutto visto che narra anche delle "marchette", dopo il primo mancato affido e con lo spettro della perdita di Denise? XD
Uccidi scrivendo.

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marco.roncaccia
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Re: L'UOMO CHE GUARDAVA LE DONNE di Marco Roncaccia

Messaggio#13 » mercoledì 23 marzo 2016, 19:49

@Alexandra Fischer Grazie per il commento, per l'apprezzamento e per aver colto gli aspetti che sottolinei (soprattutto in merito al coraggio della donna)
@Vastatio. Chiarisco ancora, a costo di perdere ulteriori punti e conseguentemente di far fare cose veramente disdicevoli al personaggio Romanelli :D. L'uomo si rivela gradualmente per quello che è: un pedofilo. Il percorso è tutto all'interno della percezione della voce narrante. Le categorie sono le sue. Anche l'alone magico dello sguardo magnetico di lui. Quanto al pedofilo che non ti aspetti, come giustamente ci fa notare Alberto, si capisce presto dove andrà a parare il racconto, dagli elementi disseminati nel discorso (citare la figlia a più riprese).
@Eleonora, Grazie! Una puntualizzazione, proprio perché la donna sa che le toglieranno la figlia il suo gesto è coraggioso, come ha evidenziato Alexandra.

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Vastatio
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Re: L'UOMO CHE GUARDAVA LE DONNE di Marco Roncaccia

Messaggio#14 » mercoledì 23 marzo 2016, 21:16

E niente, così scarnifichi ogni illusione di "fantastico" e "ironico" che vedevo (o volevo a tutti i costi vedere) nel tuo racconto. Perdi punti, tanti, troppi. A questo punto dai il giro e torni in testa perché, nella nuova "lettura", tutto è tristemente al suo posto.
Peccato, mi hai deluso, avrei preferito ridere.

Zebratigrata
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Re: L'UOMO CHE GUARDAVA LE DONNE di Marco Roncaccia

Messaggio#15 » giovedì 24 marzo 2016, 12:55

Il tema c’è, anche se non è evidentissimo inizialmente, poi si rivela con l’ultima frase, che chiarisce su quale legame è il focus.

Non ho nulla da dire sullo stile, capisco la tua scelta, però a me quella ripetizione iniziale di ‘che’, non piace. Inizialmente suona naturale, ma oltre un certo punto diventa in qualche modo eccessiva e sbagliata. Se la tua intenzione era quella di riflettere nella costruzione del testo l’incanto con cui il protagonista ‘blocca’ le donne, secondo me sarebbe stato meglio scegliere una struttura ripetitiva delle frasi, o qualche altro stratagemma. Almeno, per il mio gusto.

La storia è bella e d’impatto, e i personaggi sono molto ben definiti, peccato solo per il finale in cui scadendo nel ‘tatto’ a mio parere rovini completamente il personaggio del protagonista stravolgendolo ed eliminando l’elemento forte con cui lo hai caratterizzato fino a quel momento.
Detto questo, ho apprezzato molto il racconto.

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marco.roncaccia
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Re: L'UOMO CHE GUARDAVA LE DONNE di Marco Roncaccia

Messaggio#16 » venerdì 25 marzo 2016, 19:13

@Zebratigrata : Grazie per il commento. Provo a motivare quello che a te sembra uno "scadere" del racconto ma che, dal mio punto di vista, è frutto di una scelta. Intanto quando la donna dice "mi ha fatto fare di tutto", non esclude il tatto, anzi abbiamo seri motivi per pensare che il tipo la tocchi in tutti i modi possibili. Il problema è la percezione. Per lei, abituata al contatto con tanti uomini la peculiarità di questo è nello sguardo. Per questo non ci dice, ma lascia intendere che, nella relazione con lui, il tatto abbia comunque un ruolo. Una volta una donna, vittima di violenza da parte del compagno e con un figlio mi ha detto: " di me non me ne frega niente io non sento più il dolore sul mio corpo ma lo sento su quello di mio figlio". Ecco, inserendo la scena della molestia alla bambina, volevo rendere questo concetto.

Fabiana Donato
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Re: L'UOMO CHE GUARDAVA LE DONNE di Marco Roncaccia

Messaggio#17 » martedì 29 marzo 2016, 19:45

Ciao Marco! Non è la prima volta che leggo qualcosa di tuo, ma questa volta ho ben capito lo stile e il modo con cui comunichi. Sei molto bravo a far entrare il lettore nella mente del protagonista ed è una cosa che apprezzo tantissimo. Questa volta però, non mi è piaciuta tantissimo la storia e se devo essere sincera un po' mi aspettavo il finale, ma per il resto tutto chiaro e pulito, sia nella forma che nel senso logico. Nel complesso: scorrevole, alla prossima!

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marco.roncaccia
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Re: L'UOMO CHE GUARDAVA LE DONNE di Marco Roncaccia

Messaggio#18 » giovedì 31 marzo 2016, 21:40

Grazie Fabiana!

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Angela
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Re: L'UOMO CHE GUARDAVA LE DONNE di Marco Roncaccia

Messaggio#19 » venerdì 1 aprile 2016, 13:57

Non ho letto tutti i racconti di questa edizione, però, tra quelli che ho letto fino ad ora, questo è il migliore. Hai scelto un tema forte, un tema attuale e lo hai trattato con rudezza, come è giusto che sia. Ho molto apprezzato il registro linguistico che hai usato perché ci restituisce la protagonista senza filtri. La scena finale infastidisce, ma è proprio questo ciò che cercavi e non ti sei sottratto. Non si può parlare di pedofilia senza sporcarsi le mani, bisogna essere coerenti fino in fondo anche perché il messaggio deve essere forte e chiaro e la reazione che il brano suscita nel lettore ha uno scopo. Non ho controllato le classifiche, mi auguro che questo testo vada lontano. In bocca al lupo. Ottimo lavoro.
Uno scrittore è un mondo intrappolato in una persona (Victor Hugo)

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antico
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Re: L'UOMO CHE GUARDAVA LE DONNE di Marco Roncaccia

Messaggio#20 » domenica 3 aprile 2016, 14:49

Un finale deludente anche per me. Ho letto tutte le tue risposte, ma credo che la tua esperienza lavorativa abbia preso il sopravvento per il semplice fatto che tutte quelle cose in un racconto di 3000 caratteri non ci rientrano, non riesco a desumerle. Quello che mi arriva è un personaggio ai limiti del vampiresco che s'intrufola in questa casa, magnetico, potente e "strano". Il fatto che bambina sia a casa proprio quella sera e che la madre tardi al lidl è casuale, quindi non può essere ricondotto a un piano dell'uomo. Va bene, è un pedofilo, ma a questo punto chiedo di più. E no, non è evidente, anche se può desumersi dal testo, che andando dal commissariato la donna perda l'affidamento. Pollice su per lo stile e le potenzialità, pollice giù per tutto quanto rimane inespresso. La media è un pollice ni.

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