Lo scudo di Marte - di Simonetta Papi

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Sissi Kardec
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Lo scudo di Marte - di Simonetta Papi

Messaggio#1 » martedì 19 aprile 2016, 0:31

Lo scudo di Marte
di Simonetta Papi



Lei apparve all'orizzonte.
Un piede avanti all'altro, nei sandali d'oro sfiorati da tessuto di stelle, avanzava la dea.
I biondi boccoli ondeggiavano nell'aria come i più delicati e bei fiori del giardino, gli occhi azzurri coloravano il cielo di sfumature cangianti.
Profumo di rose e miele si espanse nell'aria.

Il dio rizzò la schiena, mostrando la fronte, il viso bello e deciso.
Il respiro profondo che sapeva sapientemente dosare in guerra, pareva comandare anche lo spazio. Attrarre a sé ritmicamente i passi dell'amata.
Lei alzò lo sguardo. Pochi passi li separavano dall'ennesimo agognato incontro.

Poi un assordante crepitio dal lato destro.
Una roccia rotolò dalla collina e si fermò a un passo dai piedi del dio. Egli si voltò, sguainò la spada e parò avanti lo scudo. Una freccia sibilò vicino alla sua tempia. Veloce come la folgore si diresse all'avversario: scudo, spada, calci e pugni bastarono a metterlo fuori combattimento in poche mosse. Tornò eretto. Solo una formalità per lui, ormai così esperto.

Stette a guardare il misero personaggio scomparire dalla scena e poi si voltò. Lei lo attendeva ancora. Rimirava i suoi muscoli e la sua armatura e di certo ammirava il suo coraggio, la forza e l'astuzia.
“Mia amata.” proferì lui lasciando in fretta da parte le armi e accorrendo a lei.
“Mio amore.” lo ricambiò lei avvolgendolo tra le braccia.
Il tempo si fermò. I gesti anche. Musica celestiale risuonò.
“Gradisci questa armonia?”
“Come se fosse figlia mia.”
Sfere di luce apparvero sui loro capi.

Chissà se mi amerebbe, lei, senza questa forza.
Chissà se mi amerebbe, lui, senza questa bellezza.


Marte prese a descrivere in ogni piccolo particolare come le forme perfette di Venere fossero per lui le uniche armi contro le quali non poteva che perdere senno e battaglia.
Venere rispose, il respiro ingrossato e denso, quanto il sole non potesse nulla contro la luce che lui irradiava nel suo cuore.
Le mani di Marte si mossero lungo il collo diafano e statuario, scivolarono giù, a sfilare l'abito di stelle e diamanti.
Un fremito lo scosse da capo a piedi.
Le labbra di lei lo sfiorarono.


Nero.


“CHE DIAVOLO E' SUCCESSO?!”
Non fu per niente facile, per Martino, urlare, tentare di accendere la luce, aprire la porta e ricomporsi; tutto insieme.
“E' andata via la luce, genio.” proferì sua sorella dalla stanza accanto.
“MA IO STAVO GIOCANDO!”
“Sì, giocando...”
Se avesse potuto, l'avrebbe strangolata.
“Non preoccuparti, tesoro, papà sistema in fretta!" esclamò sua madre. “Ho accesso insieme forno e aspirapolvere, che sbadata! Vieni in cucina che c'è la luce di emergenza.”
Martino sbuffò, si aggrappò alle ruote, girò la sedia e uscì nel corridoio.
Passandole davanti, nella semioscurità fece anche il dito medio a sua sorella.
“Che profumino, mamma.” sentenziò una volta entrato in cucina.
“E' la torta di rose, caro.”



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antico
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Re: Lo scudo di Marte - di Simonetta Papi

Messaggio#2 » martedì 19 aprile 2016, 0:50

Benvenuta al tuo primo Minuti Contati, Simonetta! Tutto ok con i parametri, buona ALL STARS EDITION!

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angelo.frascella
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Re: Lo scudo di Marte - di Simonetta Papi

Messaggio#3 » martedì 19 aprile 2016, 23:17

Ciao Simonetta e benvenuta.

Prova interessante la tua. Il racconto si divide in due parti, che giustamente, affronti con due stili diversi. Nel primo, in cui descrivi una scena d'amore fra due de,i l'andamento è lento, solenne, ricco di aggettivi e dal sapore un po' antiquato.
Nel secondo diventa veloce e dinamico. Questo dimostra una certa padronanza.
Quello che mi lascia in dubbio è il senso che volevi dare al racconto.
Mi spiego meglio: la prima è scena è chiara e si chiude con un dubbio. Si sarebbero amati ancora Marte e Venere se fossero stati umani e imperfetti?
Nella seconda mi aspettavo di leggere una scena con i due amanti umanizzati.
Mi trovo invece un veloce litigio di due ragazzini (certo fratello e sorella, come lo sono Marte e Venere) in un contesto fin troppo quotidiano. Solo la torta di rose e il nome Martino, fanno pendere in favore dell’idea che lui e la sorella non siano altro che i due dei.
D'altra parte, la scena lascerebbe pensare che Martino sia impegnato in un'attività tipica dell'adolescente maschio (almeno questo mi ha fatto pensare il "ricomporsi" e la battuta della sorella) e che tutta la prima parte fosse un suo sogno erotico (anche se ti assicuro che l'immaginario di un ragazzino è molto più terra terra :).
In questo secondo caso, faccio fatica a ricucire questa scena con la domanda che chiude la prima parte. E, anche se volessi vederci l'ambiguità lasciata di proposito per far decidere il lettore, il rapporto fra Martino e la sorella (Venerina? :) non sembra molto rispondere al dubbio dei due dei.
Aggiungo una domanda: Martino è in sedia a rotelle o pensavi alla sedia mobile di una scrivania?
Un dettaglio: non mi piace quel "Nero" messo in mezzo. Questo è un racconto e non una sceneggiatura. Lo toglierei o lo dettaglierei.
In ogni caso, nel complesso, la prova non mi è dispiaciuta. Un buon inizio.

A rileggerci.
Angelo

PS pensa che, leggendo il titolo, mi ero immaginato un racconto di fantascienza... deviazione mentale mia :)

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Sissi Kardec
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Re: Lo scudo di Marte - di Simonetta Papi

Messaggio#4 » mercoledì 20 aprile 2016, 9:17

Ciao Angelo, grazie del commento e degli appunti.

Allora ti rispondo subito sul Nero; lo so, andava tolto, alla fine leggi e rileggi quello è rimasto lì. Se potessi modificare il racconto lo avrei già eliminato ^^''

Per quello che invece riguarda la contrapposizione déi/ragazzi, no, non è assolutamente quello il senso.
Marte e Venere non sono fratelli, qui - sono consapevole delle mille versioni delle loro origini - ma due tra i più famosi amanti della mitologia greca; Venere, sposa di Vulcano, si innamora di Marte e con lui - si dice - genera anche una figlia (per qualcuno Armonia per altri Voluttà...e il nome armonia nella domanda di lui e la risposta di lei sono citazioni di questo mito :)).

La sorella di Martino, è solo sua sorella. Mi dispiace se questo parallelismo fa nascere il dubbio, avevo bisogno solo di un elemento di disturbo nella vita di Martino, forse sarebbe stato meglio un fratello allora...

Ho interpretato i 'falsi dei' del tema con l'accezione più materiale, non allegorica, nel senso che Marte e Venere non sono altro che due personaggi di un gioco di ruolo online, ma non sono davvero gli déi stessi. L'accezione allegorica sta nel falso mito delle personalità digitali, ma un po' più sottile. Mi sono ispirata alla storia che è nata tra una mia amica molto stretta - e molto più piccola di me - con un ragazzo con cui giocava online.

Martino impersona Marte, ma è un ragazzino in sedia a rotelle (da qui l'allegoria dello scudo) e naturalmente "evade" personificando un dio che potrebbe tutto, ma davvero tutto anche con la più bella dea dell'Olimpo.
Il tono della prima parte è volutamente diverso dalla seconda come hai notato, per enfatizzare l'epicità della scenografia del gioco. Chi gioca in genere ci si immedesima parecchio.
I pensieri di Martino sono terra-terra, ma si tratta anche di un ragazzo che si chiede cosa ne sarebbe della sua attività sesso/sentimentale senza l'immagine di Marte che ha nel gioco.
L'idea primitiva era di passare anche alla stanza di Venere (cioè della ragazzina che sta dietro a Venere nel gioco), ma poi un po' per i caratteri e un po' perché proprio non trovavo lo stacco adeguato, mi sono limitata a fare vedere chi ci fosse dietro Marte.

Grazie mille ancora del tuo attento commento e anche del giudizio non spietato :)
A rileggerci, ciao!
Simonetta

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angelo.frascella
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Re: Lo scudo di Marte - di Simonetta Papi

Messaggio#5 » mercoledì 20 aprile 2016, 10:07

Ciao Simonetta.

Non esistono giudizi spietati, ma solo brutti racconti e il tuo non lo è :)

I particolari che mi hai fornito mi hanno chiarito i dubbi. Il fatto, però, che troppi dettagli importanti siano rimaste tra le righe mi convincono che il tuo racconto avrebbe bisogno di un maggior respiro per trovare la sua giusta dimensione. Nel caso non dovessi qualificarti (naturalmente ti auguro il contrario) ti suggerisco di approfittare del laboratorio per portare a compimento questo testo.

Ciao e buona giornata
Angelo

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Sissi Kardec
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Re: Lo scudo di Marte - di Simonetta Papi

Messaggio#6 » mercoledì 20 aprile 2016, 10:12

Grazie mille Angelo,
il laboratorio è già terreno per me da due mesi - e con soddisfazioni devo dire :D - e ci tornerò sicuramente per migliorare questo testo se non dovesse qualificarsi.
Grazie ancora e buona giornata anche a te!
Simonetta

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francesco.bellia
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Re: Lo scudo di Marte - di Simonetta Papi

Messaggio#7 » mercoledì 20 aprile 2016, 12:16

Ciao Simonetta
La prima parte del racconto mi è piaciuta. Meno la seconda, perché è lì che si darebbe dovuto concretizzare il tema dei falsi dei. Secondo me stona troppo con la prima e, soprattutto, si allontana un po’ da quelli che potevano essere degli spunti interessanti. Il tema della Realtà virtuale con cui l’uomo puo’ elevarsi in qualche modo a Dio, perché visita spazi infiniti, in cui a dominare incontrastata è la sua immaginazione è interessante e complesso( vedi Matrix, Neurmante e il cyberpunk). Difficile trattarlo in un racconto breve. In fondo chi gioca a un videogame si finge spesso qualcosa che non è, come nei giochi di ruolo in cui si può impersonare perfino una divinità.
Forse nella prima parte del testo il punto di vista di Marte poteva essere reso in prima persona. Così che nella seconda, sarebbe emerso con più forza il fatto che Martino non era un Dio della guerra, ma un semplice ragazzo, cui non dispiace mangiare una torta alle rose fatta da sua madre. Non mi è piaciuta inoltre l’idea che sia un disabile, perché credo che un po’ tutti ci lasciamo affascinare dalla realtà virtuale a prescindere dai nostri limiti fisici. E’ un dettaglio che messo così di sfuggita diventa superfluo. Non bisogna essere disabili per passare anche molto tempo davanti ad uno schermo. Anzi a volte è proprio lo stare troppo alla console a creare patologie, come gli Hikikomori in Giappone, veri e propri “drogati” dei videogiochi, al punto da trascurare totalmente la loro vita sociale, con forme gravi di isolamento e depressione.

viviana.tenga
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Re: Lo scudo di Marte - di Simonetta Papi

Messaggio#8 » mercoledì 20 aprile 2016, 13:59

Ciao Simonetta,
ammetto di aver avuto gli stessi problemi di Angelo nel capire il racconto: anch'io pensavo che la sorella fosse legata in qualche modo alla figura di Venere e non avevo colto l'aspetto di realtà virtuale (pensavo che quelle di Martino fossero semplici fantasie, anche se in effetti così alcuni dettagli hanno più senso). Dal punto di vista dello stile, niente da dire, il racconto è ben scritto, e anche l'interpretazione del tema è pulita e non banale. Credo però che la scena che avevi pensato con la ragazzina-Venere fosse davvero necessaria, o comunque il racconto andrebbe rimaneggiato per favorire la comprensione da parte del lettore.

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Rionero
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Re: Lo scudo di Marte - di Simonetta Papi

Messaggio#9 » mercoledì 20 aprile 2016, 14:42

Cara Simonetta,

ho letto più volte con attenzione il tuo racconto, ma solo la spiegazione che hai dato nel commento mi ha permesso di capirlo.

Secondo me hai due ordini di problemi (sicuramente legati alla spietatezza del contest in termini di tempo e spazio):

- la gestione dei tempi del racconto ed in particolare il troppo spazio dedicato alla prima parte e la scelta di raccontare episodi a mio avviso non necessari o funzionali come lo scontro con "il personaggio inetto" che ti hanno impedito poi di avere caratteri per parlare dell'altra realtà...dove per esempio non viene neanche accennato all'altra protagonista, Dea.

- la mancanza di efficacia delle descrizioni, per cui probabilmente non hai avuto spazio o tempo per perfezionarle (per esempio quando parli di fiori "del giardino" sembra una descrizione lasciata a metà e "gli occhi azzurri coloravano il cielo di sfumature cangianti" non mi sembra abbia molto senso).

Il tutto, come dicevo all'inizio, non permette quindi di capire effettivamente che si tratta di un videogioco e lo svolgimento conseguente della trama.

Secondo me, tra l'altro, il commento è più interessante del racconto, cioè se fossi riuscita a raccontare la storia che avevi immaginato per i tuoi due protagonisti (per motivi diversi socialmente reietti) ed il loro amore da MMORPG sarebbe stato proprio bello!

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Sissi Kardec
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Re: Lo scudo di Marte - di Simonetta Papi

Messaggio#10 » giovedì 21 aprile 2016, 9:25

Buongiorno a tutti,
scusate il ritardo nel riscontro, ma ieri sono stata parecchio incasinata al lavoro.
Dunque dunque...

francesco.bellia ha scritto:Ciao Simonetta
La prima parte del racconto mi è piaciuta. Meno la seconda, perché è lì che si darebbe dovuto concretizzare il tema dei falsi dei. Secondo me stona troppo con la prima e, soprattutto, si allontana un po’ da quelli che potevano essere degli spunti interessanti. Il tema della Realtà virtuale con cui l’uomo puo’ elevarsi in qualche modo a Dio, perché visita spazi infiniti, in cui a dominare incontrastata è la sua immaginazione è interessante e complesso( vedi Matrix, Neurmante e il cyberpunk). Difficile trattarlo in un racconto breve. In fondo chi gioca a un videogame si finge spesso qualcosa che non è, come nei giochi di ruolo in cui si può impersonare perfino una divinità.
Forse nella prima parte del testo il punto di vista di Marte poteva essere reso in prima persona. Così che nella seconda, sarebbe emerso con più forza il fatto che Martino non era un Dio della guerra, ma un semplice ragazzo, cui non dispiace mangiare una torta alle rose fatta da sua madre. Non mi è piaciuta inoltre l’idea che sia un disabile, perché credo che un po’ tutti ci lasciamo affascinare dalla realtà virtuale a prescindere dai nostri limiti fisici. E’ un dettaglio che messo così di sfuggita diventa superfluo. Non bisogna essere disabili per passare anche molto tempo davanti ad uno schermo. Anzi a volte è proprio lo stare troppo alla console a creare patologie, come gli Hikikomori in Giappone, veri e propri “drogati” dei videogiochi, al punto da trascurare totalmente la loro vita sociale, con forme gravi di isolamento e depressione.

Ciao Francesco, grazie del commento critico.
Ottimo il consiglio sulla prima persona per Marte nella prima parte; anche se io sono una semi-maniaca della prima persona qua volevo dare un pov esterno perché pensavo fosse più funzionale alla scena del gioco. L'aspetto del fatto che sia Martino a fingersi Marte per me era secondario, l'intepretazione del tema è più poggiato come detto sul fatto oggettivo che gli déi che stiamo vedendo sono falsi in quanto virtuali.
Comunque ripeto è un ottimo appunto, soprattutto per questa versione in cui, poi, approfondisco solo la 'realtà' di Marte.
Passando all'aspetto di Martino disabile, l'idea non è stata dettata affatto dal voler indicare una necessità del ragazzo disabile, ma unicamente - almeno quando mi è venuto di scriverlo - per distanziare al massimo la figura virtuale da quella digitale. Ovviamente avrei potuto disegnare solo un ragazzino timido e impacciato ben lontano da Marte dio della guerra, però con i caratteri a disposizione non mi è venuto in mente. Senza dubbio, concordo, è un dettaglio superfluo, se lo presenterò rimaneggiato in laboratorio lo correggerò ;)
Grazie ancora
Ultima modifica di Sissi Kardec il giovedì 21 aprile 2016, 9:46, modificato 1 volta in totale.

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Re: Lo scudo di Marte - di Simonetta Papi

Messaggio#11 » giovedì 21 aprile 2016, 9:34

viviana.tenga ha scritto:Ciao Simonetta,
ammetto di aver avuto gli stessi problemi di Angelo nel capire il racconto: anch'io pensavo che la sorella fosse legata in qualche modo alla figura di Venere e non avevo colto l'aspetto di realtà virtuale (pensavo che quelle di Martino fossero semplici fantasie, anche se in effetti così alcuni dettagli hanno più senso). Dal punto di vista dello stile, niente da dire, il racconto è ben scritto, e anche l'interpretazione del tema è pulita e non banale. Credo però che la scena che avevi pensato con la ragazzina-Venere fosse davvero necessaria, o comunque il racconto andrebbe rimaneggiato per favorire la comprensione da parte del lettore.

Ciao Viviana, buongiorno
questa sorella di Martino mi ha proprio incasinata, evviva :D ...avrei dovuto sopprimerla a favore di Venerina (che probabilmente chiamerò Nanaya - dea della bellezza nei miti mesopotamici - e sarà araba). Se non ho partecipato fino ad oggi ai contest di MC il motivo principale è che di norma la mia conta di caratteri ideale per le idee nella mia testa non va sotto i 4/5000.
Grazie in ogni caso, sono contenta anche almeno lo stile ci sia, la forma e la tematica anche :)
A presto

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Sissi Kardec
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Re: Lo scudo di Marte - di Simonetta Papi

Messaggio#12 » giovedì 21 aprile 2016, 9:45

Rionero ha scritto:Cara Simonetta,
ho letto più volte con attenzione il tuo racconto, ma solo la spiegazione che hai dato nel commento mi ha permesso di capirlo.
Secondo me hai due ordini di problemi (sicuramente legati alla spietatezza del contest in termini di tempo e spazio):
- la gestione dei tempi del racconto ed in particolare il troppo spazio dedicato alla prima parte e la scelta di raccontare episodi a mio avviso non necessari o funzionali come lo scontro con "il personaggio inetto" che ti hanno impedito poi di avere caratteri per parlare dell'altra realtà...dove per esempio non viene neanche accennato all'altra protagonista, Dea.
- la mancanza di efficacia delle descrizioni, per cui probabilmente non hai avuto spazio o tempo per perfezionarle (per esempio quando parli di fiori "del giardino" sembra una descrizione lasciata a metà e "gli occhi azzurri coloravano il cielo di sfumature cangianti" non mi sembra abbia molto senso).
Il tutto, come dicevo all'inizio, non permette quindi di capire effettivamente che si tratta di un videogioco e lo svolgimento conseguente della trama.

Buongiorno Claudio,
grazie anche a te per l'attenta lettura e sforzo di comprensione :)
Apprezzo moltissimo il tuo commento, mi permette di vedere cosa tagliare e cosa modificare con precisione. I dettagli su cui ho perso qualche carattere in teoria - ed il personaggio inetto è tra loro, sono quei nemici improvvisi da videogioco per fare punti - sarebbero dovuti servire per dare l'illusione della realtà, diciamo per immedesimarsi con il giocatore... immedesimato nel gioco. E' più forte di me, credo che le mie retro-visioni sui racconti siano sempre troppo lunghe per stare nei 3.000 :D
Secondo me, tra l'altro, il commento è più interessante del racconto, cioè se fossi riuscita a raccontare la storia che avevi immaginato per i tuoi due protagonisti (per motivi diversi socialmente reietti) ed il loro amore da MMORPG sarebbe stato proprio bello!

Ahah! Lo prendo per un complimento all'idea, posso?
Grazie ancora :)
A presto

alexandra.fischer
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Re: Lo scudo di Marte - di Simonetta Papi

Messaggio#13 » venerdì 22 aprile 2016, 20:40

LO SCUDO DI MARTE di Simonetta Papi Che racconto meraviglioso. Io l’ho visto come una rappresentazione in positivo dei falsi dei. Certo, Marte e Venere sono personaggi di un film mitologico (io l’ho visto così) trasmesso di certo via computer per la gioia di un bambino condannato alla sedia a rotelle (Martino). L’incanto è spezzato dalla madre del piccolo, la quale, accendendo insieme forno e aspirapolvere, ha fatto saltare la connessione del PC. Il fatto che Martino si giustifichi con la sorella (rimasta nella stanza vicina) dicendo di stare giocando, è una scusa. Lui stava guardando il film ammirando le doti di Marte (forza, bellezza maschia; ne rendi splendidamente le doti di guerriero soprannaturale nel confronto con l’avversario) e Venere (fulgore femminile, che tu rendi con paragoni originalissimi degni della poesia barocca: capelli biondi paragonati al giardino, occhi azzurri che colorano il cielo, sandali d’oro intessuti di stelle, arricchita dalla descrizione olfattiva della dea: effluvi di miele e rose emanano da lei). Io credo che le domande in corsivo mostrino molto bene anche un altro aspetto della falsità degli dei: Venere amerebbe Marte privo di forze? Marte amerebbe Venere priva di bellezza? (quindi, il loro amore è fragile…basato sull’esteriorità. Del resto, cosa aspettarsi da due fedifraghi?). Mi piace il fatto che l’incanto del film, per Martino non sia del tutto perduto (la torta di rose della mamma gli rimanda un’eco del profumo di Venere).

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ceranu
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Re: Lo scudo di Marte - di Simonetta Papi

Messaggio#14 » domenica 24 aprile 2016, 0:34

Ciao Simonetta, prima di tutto complimenti per aver fatto il salto dal Laboratorio al contest.
Diciamo che il più te l'hanno fatto notare gli altri. Effettivamente dalla prima lettura non passa il messaggio che volevi dare, o meglio, non si capisce cosa stia facendo Martino nella prima parte del racconto. Io avrei scelto un altro modo di trasmettere il tuo messaggio. Non avrei diviso in due scene distinte (messe così non sono equilibrate, il salto tra la poesia iniziale e la realtà della fine è troppo netto), ma avrei inserito Martino dall'inizio. Bastava lui, seduto davanti al computer che iniziava a giocare. Man mano che le scene prendevano vita nella sua fantasia alcuni particolari del suo disagio lo tenevano inchiodato alla realtà.
A quel punto non sarebbe servito nemmeno lo stacco (il dialogo con la sorella), ma sarebbe bastata la sua paura. Magari il risultato sarebbe stato meno poetico, ma sarebbe passato di più il suo disagio. Se l'idea che hai è forte, non serve stupire il lettore.
Insomma, una bellissima idea che però non è passata attraverso un racconto scritto comunque con un'ottima tecnica.
Ciao e alla prossima.

Daniel Travis
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Re: Lo scudo di Marte - di Simonetta Papi

Messaggio#15 » domenica 24 aprile 2016, 12:16

Ciao Simonetta. Occupiamoci subito dell'elefante nella stanza: l'idea del MMORPG è fighissima, ma non emerge dal racconto. Questo va senza subbio sistemato in sede di revisione. Pensa che io l'avevo vista come una fantasia "freudiana" (un sottotesto che comunque ci può anche stare) e apprezzata in quanto tale. Il resto funziona, scorre, mi piace molto, e ti faccio i più sinceri complimenti per un racconto veramente ben riuscito... Ma a questo punto, ti consiglio di rivederlo indipendentemente dal risultato del contest e darcelo "in tutta la sua gloria" inserendo esplicitamente l'immagine del videogioco (e, se possibile, anche Nanaya). Ma resta un ottimo testo: non considerarlo niente di meno. Complimenti.
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.

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Vastatio
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Re: Lo scudo di Marte - di Simonetta Papi

Messaggio#16 » lunedì 25 aprile 2016, 14:56

Ciao,

esperimento direi riuscito male. Nella prima parte la narrazione è così poco focalizzata su una delle due figure che quasi si fa fatica a capire che il "protagonista" sia Marte. Nella seconda invece si va in confusione: non è ben chiara l'allusione della sorella, se si riferisce ad autoerotismo ti assicuro che, una situazione come quella che descrivi, nel ragazzo medio difficilmente porterebbe a quello, anzi, è fin troppo "romantica" per essere persino interessente da giocare!
Accennare alla sedia a rotelle poi non dice nulla se non che è su una sedia a rotelle, che abbia le gambe rotte perché è inciampato su un idrante inseguendo un cane a cui voleva bruciare la coda o per una malattia genetica non porta alcun valore aggiunto alla comprensione del racconto o delle dinamiche del ragazzo. In ogni caso una idea da non scartare, perché associare i falsi dei ai dei/personaggi interpretati in un viodeogioco non è male.

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Sissi Kardec
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Re: Lo scudo di Marte - di Simonetta Papi

Messaggio#17 » martedì 26 aprile 2016, 11:01

alexandra.fischer ha scritto:LO SCUDO DI MARTE di Simonetta Papi Che racconto meraviglioso. Io l’ho visto come una rappresentazione in positivo dei falsi dei. Certo, Marte e Venere sono personaggi di un film mitologico (io l’ho visto così) trasmesso di certo via computer per la gioia di un bambino condannato alla sedia a rotelle (Martino). L’incanto è spezzato dalla madre del piccolo, la quale, accendendo insieme forno e aspirapolvere, ha fatto saltare la connessione del PC. Il fatto che Martino si giustifichi con la sorella (rimasta nella stanza vicina) dicendo di stare giocando, è una scusa. Lui stava guardando il film ammirando le doti di Marte (forza, bellezza maschia; ne rendi splendidamente le doti di guerriero soprannaturale nel confronto con l’avversario) e Venere (fulgore femminile, che tu rendi con paragoni originalissimi degni della poesia barocca: capelli biondi paragonati al giardino, occhi azzurri che colorano il cielo, sandali d’oro intessuti di stelle, arricchita dalla descrizione olfattiva della dea: effluvi di miele e rose emanano da lei). Io credo che le domande in corsivo mostrino molto bene anche un altro aspetto della falsità degli dei: Venere amerebbe Marte privo di forze? Marte amerebbe Venere priva di bellezza? (quindi, il loro amore è fragile…basato sull’esteriorità. Del resto, cosa aspettarsi da due fedifraghi?). Mi piace il fatto che l’incanto del film, per Martino non sia del tutto perduto (la torta di rose della mamma gli rimanda un’eco del profumo di Venere).

Ciao Alexandra,
grazie della tua personale interpretazione e del giudizio confortante :)
Sei stata anche forse l'unica a notare il rimando alle rose. Come ho spiegato in alcuni commenti in realtà Martino stava davvero giocando a un gioco di ruolo, ma devo dire che la tua idea sul film non è affatto male in vista di una rivisitazione del racconto per il Laboratorio di spartaco ;)
Grazie anche per l'approfondimento sul corsivo, in effetti quelle frasi avevano per me esattamente quella doppia valenza.
Sono molto orgogliosa dei dettagli delle sfumature che sei riuscita a percepire; anche se è un concorso nonostante tutto arrivare pienamente in alcune intenzioni anche ad un solo lettore ha sempre la sua importanza.
Grazie ancora,
a presto.
Simonetta

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Sissi Kardec
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Re: Lo scudo di Marte - di Simonetta Papi

Messaggio#18 » martedì 26 aprile 2016, 11:14

ceranu ha scritto:Ciao Simonetta, prima di tutto complimenti per aver fatto il salto dal Laboratorio al contest.
Diciamo che il più te l'hanno fatto notare gli altri. Effettivamente dalla prima lettura non passa il messaggio che volevi dare, o meglio, non si capisce cosa stia facendo Martino nella prima parte del racconto. Io avrei scelto un altro modo di trasmettere il tuo messaggio. Non avrei diviso in due scene distinte (messe così non sono equilibrate, il salto tra la poesia iniziale e la realtà della fine è troppo netto), ma avrei inserito Martino dall'inizio. Bastava lui, seduto davanti al computer che iniziava a giocare. Man mano che le scene prendevano vita nella sua fantasia alcuni particolari del suo disagio lo tenevano inchiodato alla realtà.
A quel punto non sarebbe servito nemmeno lo stacco (il dialogo con la sorella), ma sarebbe bastata la sua paura. Magari il risultato sarebbe stato meno poetico, ma sarebbe passato di più il suo disagio. Se l'idea che hai è forte, non serve stupire il lettore.
Insomma, una bellissima idea che però non è passata attraverso un racconto scritto comunque con un'ottima tecnica.
Ciao e alla prossima.

Ciao Francesco,
ti ringrazio prima di tutto per aver apprezzato il mio sforzo nel grande salto :D e anche per aver giudicato così positivamente la mia tecnica, con tutto che io sono assolutamente una scrittrice in erba e senza alcun background tranne la lettura e la passione.
Ottimo il tuo consiglio su un incipit che faccia già conoscere Martino (o sia lui che lei se introdurrò anche la vera Venere), lo terrò senza dubbio in considerazione.
Grazie ancora di cuore, a presto
Simonetta

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Re: Lo scudo di Marte - di Simonetta Papi

Messaggio#19 » mercoledì 27 aprile 2016, 21:53

Ciao Simonetta,
intanto Benvenuta nel contest e complimenti: entrambe le scene del tuo racconto sono scritte con un buono stile e sorrette da un'ottima proprietà di linguaggio.
Ho apprezzato molto l'incipit con la descrizione poetica della dea dell'amore, anche se secondo me il ritmo di quel pezzo è migliorabile, con piccoli accorgimenti potrebbe scorrere proprio come una poesia o un canto greco.

E' vero che a una prima, superficiale lettura non si capisce bene cosa stesse facendo Martino, e quindi i due pezzi appaiono scollegati, ma quel "nero" che fa tanto sceneggiatura personalmente mi ha aiutata quasi subito a capire cosa stava succedendo. Forse ho troppi amici NERD, o forse è successo troppe volte anche a me -_-'

Qualora volessi rimetterci le mani nel laboratorio o per conto tuo, secondo me hai due possibili strade, molto minimal e abbastanza eleganti, per non creare lo scompenso che quasi tutti hanno avvertito:
- associare il buio improvviso con un segnale sonoro, basta un CLIC! o un allarme e il lettore assocerà immediatamente la perdita di corrente alle immagini precedentemente visualizzate.
- mettere in scena il calo di tensione con un movimento "cinematografico", e quindi interrompere poco prima la scena di Marte e Venere e mostrare al lettore lo schermo che si spegne e Martino di spalle che impreca.

Infine, concordo con Vastatio quando dice che il tipo di simulazione/videogioco che Martino sta usando non è proprio il massimo della virilità; salvo casi particolari, nessun adolescente maschio sceglierebbe una trama del genere. E forse in questo senso dovresti rivalutare la disabilità di Martino: se invece di avere problemi di deambulazione fosse un tipo chiuso, un po' strano, isolato dal gruppo e con una plausibile omosessualità latente? (anche una sola di tutte queste cose, senza accanirsi) Giustificherebbe le prese in giro della sorella e aprirebbe un bel risvolto sociale.

Spero di esserti stata utile :)
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

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antico
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Re: Lo scudo di Marte - di Simonetta Papi

Messaggio#20 » domenica 1 maggio 2016, 18:21

Un racconto dalle grandissime potenzialità che al momento manca un po’ il bersaglio a causa di un finale poco incisivo che non riesce a tirare le fila in modo adeguato. Il discorso legato ai falsi dei, tra l’altro, in questa forma attuale rimane come relegato in seconda fila, non è determinante del tutto proprio a causa del finale che non chiude. Detto questo, l’utilizzo dei mmorpg per categorie che la società tende a emarginare è un tema che mi ha sempre interessato e su cui lavoro da anni, quindi hai il mio più totale appoggio. Pollice ni allo stato attuale, il Laboratorio ti aspetta!

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