Con l'acqua nelle orecchie

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chiara.rufino
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Con l'acqua nelle orecchie

Messaggio#1 » sabato 4 giugno 2016, 16:43

Le passò la cartella e la guardò con pietà; quella che di solito si riserva ai malati più gravi.
-Sarah, mi dispiace, non abbiamo potuto fare di più.
La collega ostetrica la lasciò sola col neonato, grande a malapena quanto la mano di suo marito.
Quella notte, senza farsi vedere, scavalcò la finestra e lo portò via con sé, abbandonando là i documenti.

-Signora Giacobi, me lo lasci dire, suo figlio è uno dei nostri migliori alunni.
Sarah distese le gambe fasciate nei collant avana e si resse il bordo della gonna, notando che la docente non la smetteva di fissare le foto alle pareti.
-E' davvero un peccato saperlo costretto a letto, ora che è nel fiore dell'età.
-E' in remissione ma sono sicura che per il diploma sarà presente.
La professoressa prese l'ennesimo biscotto allo zenzero dal vassoio e lo succhiò con fragore prima di inzupparlo nel the; sembrava essere a suo agio.
-Per quanto riguarda la classe, insomma, posso contare su di lei per l'assistenza ginecologica alle ragazze?
-Sì, ho già chiesto all'ospedale, basta che le maggiorenni firmino la liberatoria.
-Lei sì che è dedita alla causa, signora mia!
-Si fa quel che si deve.
I biscotti diminuirono e così la pazienza di Sarah, che non riusciva a non guardare con insistenza l'orologio dorato sul muro.
-Tolgo il disturbo, so che ha tanto da fare e magari deve prendere le ultime cose per la guarigione di Mattia!
Si lanciarono una singola occhiata e la donna tarchiata seduta davanti a Sarah la salutò con eccessiva gentilezza.
-E si ricordi delle cartelle per tutte le ragazze!
La docente, dalla porta, urlò quest'ultima frase prima di sparire e lasciare Sarah con un peso in meno sullo stomaco.
La cifra che aveva chiesto alla scuola era irrisoria ma ogni prezzo era un'ulteriore fase nel suo progetto di sostentamento di Mattia.
Girò per il salone soddisfatta, osservando le librerie e le cornici che avevano distratto la docente per tutto il pomeriggio; quando fu davanti alla sua preferita, la scostò di poco e la libreria si mosse, rivelando una scala sottostante.
Sganciò il camice dal muro e, indossata la mascherina, entrò nella camera sterile.
L'ultimo ragazzino che aveva pagato per impersonare suo figlio era scappato prima della fine del periodo stabilito, ed ora doveva trovarsi un nuovo sosia prima del diploma.
Col doppio dei soldi non sarebbe stato difficile, avrebbe potuto aggiungere dettagli migliori ed evitare il disastro della volta precedente; che ne sapeva lei che l'ultimo orfanello era alcolista come la madre?
Stronze che mettono al mondo i figli e li abbandonano a loro stessi, fortunate nella loro incoscienza. Sarah si morse un labbro e continuò con la sua vestizione, stando attenta che tutto fosse sterile; aveva ancora gli incubi di Mattia che si sentiva male improvvisamente durante una delle loro giornate assieme e non riusciva a perdonarselo.
Giunta davanti la camera di suo figlio, bussò con fragore e attese risposta.
-Avanti!
-Come ti senti oggi?
Le luci da soffuse passarono a una tonalità più decisa e Sarah vide il cursore lampeggiare sullo schermo del pc, pensieroso prima di darle una risposta sensata.
La camera era occupata da un mastodontico acquario a misura di essere umano e dentro, tra litri di liquido amniotico, c'era il suo unico figlio, ancora saldo alla vita grazie a quell'enorme boccia, sostenuto grazie ai cavi che lo collegavano al pc e al cordone ombelicale sintetico che lo nutriva da anni. Sarah battè una mano sul vetro e poggiò il palmo, in attesa di una qualche risposta da Mattia.
Uno schiocco lieve dall'altra parte e Sarah si morse il labbro, più preoccupata di prima; era dal suo ultimo compleanno che Mattia pareva peggiorare e lei si rese conto di avere poco tempo a disposizione.
-Presto amore mio, molto presto ti tirerò fuori da qua e sarai finalmente insieme a me.
Abbracciò l'acquario con un moto d'amore e continuò a mormorargli parole dolci in corrispondenza delle labbra, finché lui non rispose con un sorriso.
Tutti i suoi studi erano concentrati in quella teca e Sarah sperò di non sbagliarsi, viste le condizioni di salute del ragazzo.
Alle spalle di Sarah, una grande clessidra elicoidale scandiva i 192 mesi di vita di Mattia.


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Vastatio
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Re: Con l'acqua nelle orecchie

Messaggio#2 » lunedì 6 giugno 2016, 21:50

Ciao,
partiamo col dire che il titolo è ottimo. Continuiamo col dire che l'inizio mi mette in difficoltà: una madre (medico) che scappa col figlio, deduco, parecchio prematuro. Mi aspetterei che, in queste condizioni, il bimbo sia in incubatrice e/o comunque in terapia intensiva. Invece la nostra protagonista "salta la finestra e scappa" (diamo per scontato che le sue condizioni fisiche le consentano anche questo) come se niente fosse.
Il resto della storia è poco più di un "riempispazio", per le grandi rivelazioni finali: il figlio ancora vivo in un acquario artificiale e la sua identità nel mondo "coperta" da dei figuranti. E il grande bluff, con tutto quello che comporta, sta in piedi... Scusa, ma per me è un po' eccessivo. Magari se avessi tolto la parte dei figuranti, concentrando tutte le risorse nel progetto "acquario" avrei retto, ma così è troppo.
L'idea in sé però mi piace e, ripeto, il titolo, associato alla scena finale, è potente. Ridimensionerei il progetto.
Tema più che centrato.

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erika.adale
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Re: Con l'acqua nelle orecchie

Messaggio#3 » lunedì 6 giugno 2016, 23:38

Ciao Chiara,
il tuo racconto ruota intorno a un'immagine molto suggestiva, quella del ragazzino immerso nell'enorme placenta artificiale, a cui si rifà anche l'ottimo titolo. L'idea è fantasiosa e ricca di potenzialità. Quello che mi lascia perplessa è la verosimiglianza della vicenda che, pur essendo fantascientifica, dovrebbe almeno avere delle basi di realizzabilità. Mi spiego meglio: il neonato è prematuro, dunque non in grado di vivere al di fuori del ventre materno. Presumibilmente è in incubatrice, l'ambiente artificiale che più si avvicina a esso. E la protagonista, che ancora non ha costruito l'"acquario" lo rapisce per portarlo...dove? Se l'apparecchiatura che compare alla fine non fosse già pronta fuori dalla finestra ( e, se lo fosse, bisognerebbe capire perché lei aveva avuto la necessità di costruirla prima), il neonato morirebbe rapidamente. Dove l'ha "appoggiato" mentre approntava lo straordinario macchinario? E una puerpera che salta fuori dalla finestra è davvero improbabile, anche se casi di fuga nel post partum sono descritti. Non si capisce che fine faccia il marito, perché lei abbandoni i documenti. Insomma, ritengo che questa storia meriterebbe più spiegazioni per stare in piedi con maggiore stabilità.

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chiara.rufino
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Re: Con l'acqua nelle orecchie

Messaggio#4 » martedì 7 giugno 2016, 12:10

Sì, ci ho pensato dopo a quello che mi dite e stavolta non posso fare obiezioni:D. L'ho detto durante la mattinata che era contorta e l'unico modo (almeno finora) che ho avuto per ridimensionarla è stato quello dei figuranti, perché nella testa avevo in mente solo il gigantesco acquario.
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Gimmi
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Re: Con l'acqua nelle orecchie

Messaggio#5 » martedì 7 giugno 2016, 15:49

Bene... è il primo racconto che commento in assoluto (e con "assoluto" intendo in tutta la mia ancora breve vita), quindi ho una sorta di agitazione dentro dovuta al fatto che temo di sbagliare.
"Cosa mi interessa?" ti domanderai.
Niente, lo scrivo solo nella speranza di riversarlo tra queste righe e tranquillizzarmi un pochino.

Un'ultima cosa! Non ho letto ancora i primi commenti fatti, quindi divido la mia risposta in due: prima e dopo. Così hai una visione inquinata e non del mio giudizio :)

Parto dai contro:
Sono rimasto molto confuso. Io mi autoproclamo per primo lettore non attento (specie ora che sono agitato), quindi capisco che potrei essermi saltato qualche passaggio. Però l'impressione che ho avuto è che hai scelto una storia che non poteva essere sviluppata in così pochi caratteri. Ho sentito la necessità di respiro. Non ho avuto il tempo di ambientarmi nella prima situazione che già cambiava drasticamente qualcosa. Non ho capito se la docente fosse a casa sua o la la stanza dietro la libreria stava nella scuola. Non ho capito l'importanza del fatto che lei fosse una ginecologa (lo è una ginecologa, vero?). Non ho capito nemmeno la questione del sosia... e via dicendo. Probabilmente ci sono altre cose che non ho capito, ma non sono ancora consapevole di non averle capite ^^
Anche la clessidra? Cosa c'entra? (Te lo chiedo per curiosità). Ripeto: non tolgo il fatto che sia io a esser scemo.

Invece nel particolare ho trovato che di tanto in tanto ci fosse una spieghina di troppo, come il fatto che la clessidra indicasse il tempo di vita di Mattia o come la docente si sentisse a suo agio, quando si intuisce già dal fatto che si scofani i biscotti. (Si dice "scofani"? Me lo da errore, ma io l'ho sempre detto. Sarà uno slang genovese)

Pro:
La storia mi ha lasciato piacevolmente colpito. Al di là del fatto che era compressa, non mi aspettavo un colpo di scena simile. Avrei voluto vedere come andava avanti e scoprire di più (questo non è propriamente un pro, ma nemmeno un contro ^^).
Purtroppo è l'unica cosa che mi è piaciuta e mi dispiace aver scritto molto di più per i contro. Per questo scrivo due righe in più a caso, cosicché a colpo d'occhio sembri che abbia scritto più pro xD

Bene, detto ciò mi leggo gli altri e ti dico..

...

Sì, diciamo che mi vedo d'accordo con tutto. Rientra più o meno nel discorso "troppo poco spazio". Io sono dell'idea che tutto possa essere fatto, purché spiegato in modo sensato e verosimile. Quindi magari ci stanno i cloni, l'acquario, le stanze segrete e i pirati (i pirati stanno bene ovunque), però quando hai finito di scriverlo lo pubblichi come romanzo! Non so se mi sono spiegato.
L'unico problema ora è che, dopo aver letto gli altri, mi sento troppo buono. Dici che dovrei essere più duro? O ti va bene il commento così?
Personalmente il titolo non mi ha fatto impazzire. Diciamo neutro.
E per finire: ma se avevi in mente un acquario, perché non hai puntato di più su questo? Metterlo dall'inizio? Giocare sul fatto che la sua vita è in una specie di boccia e... boh
Perché la domanda che mi faccio è: cosa voleva dire con questa storia?
Forse pensandoci c'è solo una bozza di una trama lunga e non un significato?
Vabbé basta che ho scritto troppo!
Ciao :)

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chiara.rufino
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Re: Con l'acqua nelle orecchie

Messaggio#6 » martedì 7 giugno 2016, 16:46

Dimitri hai scritto un papiro!:D.
Inizio con l'ovvio, scofanare si dice anche a roma, anche se è gergale.
So di avere avuto poco spazio e gli spazi sono un grosso problema che ho (e lo vedi se leggi i miei vecchi racconti); ero concentrata sull'acquario e sul loro rapporto e volevo "giustifcare" tutto il setting. Per il titolo non me ne veniva in mente un altro.
La docente è a casa della signora Sarah e mi scuso per la mancanza di fuoco in quel punto.
Comunque grazie del commento (e il tuo l'ho letto, ora ti dico).
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Annamaria
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Re: Con l'acqua nelle orecchie

Messaggio#7 » sabato 11 giugno 2016, 14:23

Ciao Chiara,
Mi piace molto il tuo stile di scrittura, è fluido e chiaro, ma ho problemi con la storia stessa. Non riesco a capire i "come" e "perché" della storia, mi lascia destabilizzata e piena di curiosità. Le problematiche di questo bambino, chi è realmente questa donna per aver ideato un "acquario" che tiene in vita un essere umano, com'è possibile che trovi così tanti sosia (visto che lascia intendere ce ne siano stati altri) e perché mai necessita di avere dei sosia; sono tutte cose che non mi risultano chiare all'interno del racconto.

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chiara.rufino
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Re: Con l'acqua nelle orecchie

Messaggio#8 » sabato 11 giugno 2016, 15:02

Ciao Annamaria.
Lui, come dicevano dimitri e vastatio, è nato prematuro e la madre ha sempre negato l'evidenza, ricorrendo a sosia vari e parrucche varie. Vive nell'acquario perché lei non se la sente di darlo alla vita ma, allo stesso tempo, cerca un modo sicuro per farlo crescere. Per i sosia c'è il trucco, e visto che è in età scolare, direi che è necessario che vada a scuola. Dimmi se ti torna tutto:)
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Linda De Santi
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Re: Con l'acqua nelle orecchie

Messaggio#9 » sabato 11 giugno 2016, 19:35

Ciao Chiara! Concordo con i commenti sul titolo, davvero potente e azzeccato :)
L’idea del tuo racconto in sé è molto bella e centra in pieno il tema. Secondo me la storia ha solo bisogno di essere alleggerita di alcuni elementi di troppo e in alcuni casi fuorvianti; ad esempio il marito, che non si capisce che fine faccia, o il figlio che risponde “Avanti!” (come fa, se è sott’acqua?). Inoltre definirei un po’ meglio il discorso sui sosia, rendendo più chiaro il fatto che la protagonista li ricerca, li ingaggia e usa anche il trucco per renderli più simili a suo figlio.
Si tratta comunque di piccole sbavature dovute alla fretta e al poco spazio a disposizione (e anche un po’ al fatto che quel giorno eravamo tutti distratti :D), risolvibili con un editing leggero.
Nel complesso, una prova davvero buona. A presto!

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chiara.rufino
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Re: Con l'acqua nelle orecchie

Messaggio#10 » sabato 11 giugno 2016, 20:00

Ciao Linda! In realtà dice avanti tramite il pc che è attaccato al suo cervello tramite i cavi (sì, un'idea seeemplice semplice).
Grazie, stavolta voglio essere più polite possibile e rispondere a tutti. Prima o poi inizierò anche a commentare i racconti, giuro:D
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Annamaria
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Re: Con l'acqua nelle orecchie

Messaggio#11 » sabato 11 giugno 2016, 20:48

chiara.rufino ha scritto:Ciao Annamaria.
Lui, come dicevano dimitri e vastatio, è nato prematuro e la madre ha sempre negato l'evidenza, ricorrendo a sosia vari e parrucche varie. Vive nell'acquario perché lei non se la sente di darlo alla vita ma, allo stesso tempo, cerca un modo sicuro per farlo crescere. Per i sosia c'è il trucco, e visto che è in età scolare, direi che è necessario che vada a scuola. Dimmi se ti torna tutto:)


Adesso mi è più chiaro, grazie delle spiegazioni. Mi piacerebbe conoscere e approfondire la psicologia della madre a questo punto :)

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chiara.rufino
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Re: Con l'acqua nelle orecchie

Messaggio#12 » sabato 11 giugno 2016, 22:12

Sarebbe piaciuto anche a me ma poi diventava un po' lungo, no?:D
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beppe.roncari
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Re: Con l'acqua nelle orecchie

Messaggio#13 » mercoledì 15 giugno 2016, 18:19

Ciao Chiara, ben ritrovata!
Buona l’immagine del ragazzo immerso nella vasca amniotica da grande, molto potente.
Il resto del racconto mi lascia molto perplesso. La parte dei figuranti mi pare assurda non perché sia difficile trovarli ma perché non ne vedo lo scopo. Il ragazzo mica sta studiando dentro la vasca, no? Quindi che gli giova se dei sosia al posto suo prendono dei bei voti? E quanti sosia si può trovare per farlo? E stanno al gioco? Come? Perché?
Mi spiace, la mia sospensione di incredulità non parte per niente. Complicato troppo complicato, nell’accezione in cui Nietzsche diceva “umano troppo umano”.
Attenta che “remissione” mi pare un termine troppo difficile, anche se usato da un medico, per un più semplice “convalescenza”.
Alla prossima!

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beppe.roncari
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Re: Con l'acqua nelle orecchie

Messaggio#14 » mercoledì 15 giugno 2016, 18:19

Ciao Chiara, ben ritrovata!
Buona l’immagine del ragazzo immerso nella vasca amniotica da grande, molto potente.
Il resto del racconto mi lascia molto perplesso. La parte dei figuranti mi pare assurda non perché sia difficile trovarli ma perché non ne vedo lo scopo. Il ragazzo mica sta studiando dentro la vasca, no? Quindi che gli giova se dei sosia al posto suo prendono dei bei voti? E quanti sosia si può trovare per farlo? E stanno al gioco? Come? Perché?
Mi spiace, la mia sospensione di incredulità non parte per niente. Complicato troppo complicato, nell’accezione in cui Nietzsche diceva “umano troppo umano”.
Attenta che “remissione” mi pare un termine troppo difficile, anche se usato da un medico, per un più semplice “convalescenza”.
Alla prossima!

Zebratigrata
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Re: Con l'acqua nelle orecchie

Messaggio#15 » giovedì 16 giugno 2016, 23:00

Ciao Chiara,

l’idea del tuo racconto mi piace molto, questa madre che alleva da sola il figlio in una vasca pur di non arrendersi alla sua morte, sfiorando l’ossessione, è un personaggio molto forte, meriterebbe di essere usata anche in un testo più lungo.

Quello che mi convince di meno invece è perché vuole convincere il mondo che suo figlio è normale. Avrebbe un certo senso se fosse convinta che a un certo punto il figlio sarà in grado di vivere una vita normale e volesse garantirgli un futuro, un diploma, ecc. D’altra parte perché non informare il mondo che suo figlio è malato e deve stare in una vasca? Non avrebbe maggiore assistenza in questo modo? Inoltre sembra essere quasi certa che morirà, e anche se spera di poterlo salvare da come lo descrive si direbbe che abbia sempre vissuto in acqua: non me lo immagino in grado di adattarsi all’ambiente esterno.

diego.ducoli
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Re: Con l'acqua nelle orecchie

Messaggio#16 » giovedì 16 giugno 2016, 23:48

Ciao Chiara
Alla fine hai scritto del tuo bambino nell'acquario, hai scelto una strada difficile e benchè la storia viri alla fantascienza deve essere supportata da un minimo di credibilità.
In poche parole ci sono molte cose che stridono.
L'ostetrica gli mette in mano il “bambino” morto se ho capito bene, lei dopo qualche tempo fugge col corpo, ma in quel tempo è già andato tutto a farsi benedire (nel senso che non ci puo essere più alcuna attività ne celebrale ne cardiaca). Inoltre dovrebbe avere gia pronto tutto a casa acquario cordone e alimentazione. Più altri strumenti per mantenere in vita il bimbo.
Un ostetrica non dovrebbe neanche avere le conoscenze per costruirsi un apparecchio del genere.
Sicuramente quella del ragazzo a mollo è una bella immagine ma la storia andrebbe costruita meglio, e in solo settemila battute non credo sia possibile.

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antico
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Re: Con l'acqua nelle orecchie

Messaggio#17 » venerdì 17 giugno 2016, 17:12

Ho letto i commenti e non starò a ripetere concetti già espressi. Mi limito a sottolineare che ha ragione Dimitri: potevi tranquillamente concentrarti su lui nell’acquario senza tutto quanto precede focalizzandoti sul suo rapporto con la madre (eh sì, l’ho capito che parlava tramite pc).
Per il resto, ci sono tante cose qui e temo tu abbia pagato dazio per non aver potuto da subito lavorare con il notebook. Forse con più tempo avresti potuto rifinire di più il tutto ed eliminare qualche spigolo troppo appuntito. Ti dirò: ho apprezzato molto la ricchezza dell’idea, motivo per cui ti metto davanti ad altri cui ho assegnato lo stesso “pollice”, per la precisione il ni. Da riprendere assolutamente e aggiustare. Magari non sarà un lavoro facile e devi focalizzare meglio e con maggiore esattezza il come lo vuoi raccontare, ma DEVI farlo.

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Re: Con l'acqua nelle orecchie

Messaggio#18 » venerdì 17 giugno 2016, 17:17

Mi limiterò con un "Aye Captain!":)
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