All'improvviso ti vedo

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Linda De Santi
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All'improvviso ti vedo

Messaggio#1 » sabato 4 giugno 2016, 16:51

All’improvviso ti vedo.
Sei alla guida della vecchia Punto rossa, quella con i sedili grigi su cui una volta, durante una gita in montagna, ho vomitato per il mal d’auto.
Stai svoltando la curva in cima alla strada. Come al solito vai di fretta, hai sempre mille cose da fare. Chissà per quale motivo stai correndo oggi? Forse devi andare a prendere Mattia all’asilo, o hai dimenticato di comprare qualcosa al supermercato.
Mi ricordo com’eri in quel periodo. Sempre di corsa. L ’ufficio in cui lavoravi era un inferno; eri stata così contenta quando era arrivata la lettera con le congratulazioni per essere arrivata prima al concorso, ma già pochi mesi dopo tornavi a casa imbronciata e tesa.
Non era semplice far coincidere il lavoro con la famiglia. Rientravamo tutti a un’ora diversa: tu alle tre del pomeriggio, io all’una, Mattia alle quattro e papà alle sette e mezza.
In quel periodo avevo già manifestato i primi sintomi della mia malattia, ed era stato un duro colpo per tutti.
Vedo la vecchia Punto avvicinarsi. Sei ancora giovane e bella, nonostante i primi segni di affaticamento sul tuo viso. Sei oltre il limite di velocità, ma hai troppa fretta per rallentare. È quando sei a pochi metri da me che mi accorgo che non sei sola.
Accanto a te c’è un uomo. Non lo conosco. È un tuo collega? Non credo. In tutti gli anni che hai passato nella segreteria scolastica, non hai mai stretto amicizie.
A casa ne parlavi spesso con papà: i tuoi colleghi erano dei mostri. Lui ti diceva di non prendere tutto così sul serio, di imparare a lasciarti scivolare le cose addosso. Lui che cosa doveva dire, allora? Doveva sgobbare dieci ore al giorno in officina, avrebbe pagato per avere un part-time nel settore pubblico come il tuo.
Tu dicevi di sì, ma in camera piangevi. Qualche volta venivo da te e ti chiedevo se era per colpa mia. Scuotevi la testa e mi raccontavi una favola per distrarmi, anche se eri triste e stanca e volevi solo dormire.
Mi raccontavi le favole anche sul lettino dell’ospedale, poco prima che un dottore con i baffi bianchi ci dicesse che la mia non era epilessia, ma convulsioni dovute probabilmente a stati d’ansia.
“E per quanto riguarda le cose che vede?” Chiedesti.
“Durante gli svenimenti è normale avere un’attività onirica.”
“Ma dottore, lei vede cose che accadono da un’altra parte.”
Il dottore fece spallucce. Vide che eri stressata, attribuì il mio malessere alla tua ansia e disse che avevo bisogno di risposo e tranquillità.
Capisti in fretta che i medici non avrebbero saputo aiutarci.
Ne parlasti con papà, lui insisteva che era colpa della crescita, che sarebbe passato tutto.
Un giorno, durante un attacco, ti vidi. Stavi portando il cappuccino alla vice preside. Ti osservai mentre lo tenevi per i bordi per non bruciarti le dita. Quando ti vide, la vice preside ti chiese qualcosa sulle supplenti. Rispondesti che non eri riuscita a trovare una supplente per la 4°B, lei s’infuriò e ti disse che eri un’incapace. Corresti via, ti rifugiasti in bagno e, visto che avevi ancora in mano il cappuccino, lo gettasti contro al muro. Un po’ di liquido rimbalzò e ti finì sulla gonna. Iniziasti a piangere forte, colpendoti il viso per importi di smettere.
La telefonata da parte della direttrice della mia scuola, quel giorno, fu per te una liberazione. Venisti a prendermi e mi portasti a casa. Quando ti chiesi perché ti eri presa a schiaffi nel bagno, capisti che avresti dovuto cercare una spiegazione alle cose che mi succedevano.
Ti mettesti a consultare psicologi, poi psichiatri, per finire a chiedere aiuto a chiromanti e sensitive. Nessuno seppe dirti perché mi succedevano quelle cose, ma una sensitiva, dopo che le avesti raccontato quello che vedevo, anziché provare a venderti uno dei soliti amuleti ti disse: “Tua figlia ha un dono. Adesso vede soltanto cose che accadono lontano da lei nel presente, ma con il tempo il suo potere potrebbe crescere. Non è un peso semplice da portare: più intense saranno le sue visioni, più forti saranno gli attacchi. Sostienila. Stalle vicino.”
Litigasti con papà, lui disse che non potevate permettervi tutte quelle consulenze, ma tu insistevi.
La tua Punto rossa è sempre più vicina: riesco a distinguere con precisione i tuoi lineamenti e quelli dell’uomo che ti siede accanto. Ha circa la tua età, ha la barba lunga, il viso affilato e il collo magro. È l’esatto opposto di papà, che invece è sbarbato e ha il viso rotondo.
Mi rendo conto troppo tardi che siamo in rotta di collisione. Continui a non vedermi, stai parlando con l’uomo che ti siede accanto, agitando una mano in aria. State litigando?
La distanza tra me e te si accorcia sempre di più. Non riesco a muovermi. Vorrei salire sul marciapiede, ma non ci riesco, i miei piedi sono come incollati alla strada. Vedo il cofano della macchina arrivarmi addosso.
Mi centri in pieno. La Punto rossa mi attraversa senza farmi male, passandomi addosso come vento.
Mi stupisco io stessa di essere incolume, eppure sono consapevole del fatto di non essere veramente qui: con il tempo ho imparato a controllare le mie visioni.
Il rumore dei freni mi fa rabbrividire. Quando riapro gli occhi vedo che ti sei fermata qualche metro più avanti.
Ti vedo mentre scendi, tremando, dall’auto. Scende anche l’uomo che ti accompagna, con una mano sulla nuca. Restate a guardare il cadavere steso sulla strada.
Non hai investito me, ma un cane. Un meticcio di grossa taglia, dal pelo bianco e marrone. Al collo ha un collare rosso con la medaglietta.
Scoppi a piangere. L’uomo resta per qualche istante a guardarti, frastornato, poi ti abbraccia. Ti bacia sulla fronte, accarezzandoti i capelli ricci che avevi allora. Ti dice che non è niente, che andrà tutto bene. Ti sussurra che insieme ricomincerete. Lontano, da un’altra parte.
La prospettiva di un’altra vita ti si schiude davanti. Una vita lontana dai problemi, da un marito che non ti capisce, da un figlio che non ti fa dormire e da un’altra figlia malata che non ti fa neppure risposare.
Non so spiegarmi dove hai conosciuto quell’uomo. Evidentemente hai più segreti di quanti io abbia mai sospettato.
Eppure so che non sceglierai lui. Resterai con papà, crescerai me e Mattia al meglio delle tue possibilità, e riuscirai anche a sorridere di nuovo. Mi aiuterai ad accettarmi per quello che sono, e insieme a te il mio potere crescerà e mi renderà capace di vedere cose lontane nel tempo.
E mentre il dolore delle convulsioni mi si riaffaccia nel petto e tu, l’uomo e la Punto rossa pian piano sparite dalla mia vista, mi viene da dirti che non hai nulla di cui preoccuparti, che custodirò il tuo segreto, che anche quando sarò tornata alla realtà non sarà cambiato niente, perché so che hai rinunciato a una vita più semplice, una vita con l’uomo che amavi, solo per restarmi vicino.



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erika.adale
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Re: All'improvviso ti vedo

Messaggio#2 » mercoledì 8 giugno 2016, 9:59

Mi è piaciuta molto questa storia, pacata e realistica nonostante i bagliori paranormali che vi guizzano.
La magia fa capolino discretamente in una famiglia normale, con disagi e disaccordi normali. E non riesce neanche a scalfire questa normalità, la preveggenza diventa una malattia cronica con cui convivere e il vero dramma non è l'accettazione dei poteri ( che ricalcherebbe i cliché di ogni racconto e fumetto degli ultimi cinquant'anni) ma il sopportare un quotidiano difficile da parte di una donna che mette da parte le proprie aspettative sentimentali per il bene della famiglia. Anche l'episodio del cane, mi è sembrato molto calibrato ( un piccolo dramma personale, ma non una tragedia eccessiva) a segnalare il punto di svolta.
Bello.

Fernando Nappo
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Re: All'improvviso ti vedo

Messaggio#3 » giovedì 9 giugno 2016, 12:55

Ciao Linda,
il tuo racconto mi è piciuto, è discreto, senza colpi di scena che a volte il finale più che caratterizzarlo lo rovinano; descrive una situazione tutt'altro che facile emi pare sfrutti bene l'elemento fantastico sia come simbolo delle malattie che mettono in ginocchio intere famiglie, sia come espediente narrativo per arrivare al tema. E, al riguardo, se posso trovre un difetto, è proprio nel segreto della donna, che pare un po' forzato, insertio quasi per rientrare nel tema. Questa, almeno, è la mia impressione, che forse risente dal fatto di conoscere il tema del contest e che probabilmnte un semplice lettore non noterebbe.
Comunque una lettura molto piacevole.

Evandro
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Re: All'improvviso ti vedo

Messaggio#4 » sabato 11 giugno 2016, 15:00

Un racconto ben scritto (ho visto un solo refuso), scorrevole e originale. Trovo che l'esposizione dei poteri ESP della bimba sino ben calibrati, con un crescendo divulgativo notevole. Se non ci fosse stato un tema da sviluppare sarebbe stato il miglior racconto fin qui letto. A mio sindacabile parere, infatti, sembra che il racconto fosse già ben sviluppato nella testa della scrittrice, ma che solo in ultimo vi abbia inserito l'elemento tematico da sviluppare nel contest.

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Linda De Santi
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Re: All'improvviso ti vedo

Messaggio#5 » sabato 11 giugno 2016, 17:20

Ciao a tutti e grazie per i commenti! :)
Provo a rispondere a chi ha posto la questione dell’inserimento del tema nel racconto. Nell’idea che avevo avuto all'inizio, il segreto della madre era quello di aver investito proprio la figlia, che, durante un attacco in cui si manifestano i suoi poteri esp, si ritrova in una scena accaduta nel passato. Naturalmente questo poneva due problemi che si sono rivelati insormontabili: il primo, come avrebbe fatto la madre a passarla liscia dopo aver ucciso una persona; il secondo, come poteva essere la figlia a raccontare la storia, visto che il fulcro di tutto sarebbe stata la sua morte.
Così alla fine il segreto è diventato, da un omicidio, un amante. Tutto questo preambolo per dire che l’idea l’ho costruita intorno al tema e che non ho tentato d’inserire quest’ultimo in una storia che avevo già in mente :)
Forse, a conti fatti, non sono riuscita a dare il giusto spazio al tema, rileggendo il racconto credo che avrei dovuto riservare più spazio alla scena finale piuttosto che al flashback che crea il background della storia... credo sia da lì che arriva l'impressione dell'inserimento un po' forzato del tema.
Vi ringrazio molto per i vostri commenti attenti e, come sempre, preziosi :)

magwal
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Re: All'improvviso ti vedo

Messaggio#6 » sabato 11 giugno 2016, 17:47

Ciao Linda,
confesso che leggendo il tuo racconto un brivido mi è corso lungo la schiena: da una parte abbiamo tante situazioni “normali” come le litigate padre/madre sui rispettivi lavori, lo stress delle mamme tutto-fare, i rapporti sempre più difficili all’interno dei luoghi di lavoro, dall’altra questo tocco ESP mascherato da malattia che fa’ lievitare il racconto su un piano diverso. Anche la lettura è molto scorrevole, con eccezione sull’episodio dell’incontro madre/preside in cui viene ripetuto troppe volte il verbo vedere (vidi/osservai/vide) in sole 2 righe.
Mi hanno invece lasciati perplessi due passaggi: prima il padre acconsente che la figlia venga visitata da tutte le tipologie di specialisti possibili e immaginabili e, probabilmente, lautamente ricompensati, poi di fronte all’unica persona che sembra non voler soldi, si lamenta che sta spendendo troppo…
Viceversa non trovo molto centrato il tema, così come fuori luogo mi appare l’episodio dell’investimento del cane e le successive tenerezze tra madre e amante, anche perchè se una Punto che viaggia veloce incrocia un cane di media taglia, qualche danno lo riporta di certo e chi è a bordo lo sente.

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Gimmi
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Re: All'improvviso ti vedo

Messaggio#7 » mercoledì 15 giugno 2016, 12:25

Ciao Linda!
Credo che tu sia una di quelle persone con cui non mi sono presentato. Perdonami, ma sono molto più timido se non comunico con tastiera :D

Partiamo subito dai pro dicendo che il racconto ha una componente secondo me interessante. Ovvero, il metodo che puoi potenzialmente utilizzare per far vedere la storia, che sarebbe questo spostamento della coscienza di lei (non ha nome? Perché non ha nome? E se ce l'ha perché non me lo ricordo? Attenta ai nomi che sono importanti).
Dico però "potenzialmente" perché a mio giudizio non l'hai usato bene. Ma ci arriviamo con i contro... che sono innumerevoli ("Buhuhahahahaah!") xD

Contro:
Te li snocciolo in base come mi sono saltati in mente, ok? Potrebbe non aiutare in una continuità mentale, ma so già che scriverà un rotolo Regina di roba inutile e quindi...

Si vede, e sente, abbastanza che metti degli a capo senza una precisa motivazione. Non è di certo una cosa grave ed è facilmente sistemabile, però ti consiglio di farci attenzione. Spezzano il ritmo e non danno un'immagine schematico del racconto. Certo, la risposta potrebbe essere: "Ma qui valutiamo i racconti". Giusto. Ma i così detti 'spazi bianchi' fanno parte in tutto e per tutto di esso. Una pagina con determinati spazi bianchi, anche visivamente, può dare forza o debolezza alla storia.
Noto anche che non hai utilizzato gli stacchi di scena (la tipica linea bianca che oramai fa parte della letteratura grazie al cinema e a cui siamo tutti abituati). Non li hai messi forse perché non ci sono veri e propri (scusa la ripetizione) stacchi di scena perché tutto raccontato dalla protagonista? Ma se fossero dei flashback? Anche a questo ci arriviamo fra poco.

Nel complessivo direi che il tuo racconto è confuso. Confuso per me che l'ho letto... e forse anche un po' per te che lo hai scritto. Le domande che ti faccio sono:
Cosa volevi raccontare? Sentivi di essere nella scena mentre scrivevi? Che spiegazione ti sei data per giustificare i poteri di lei?

Purtroppo non mi saprei spiegare bene per iscritto sul concetto di "confuso" che ti sto dando. Mi riuscirebbe meglio a voce sicuramente. Quello che posso dire che anche nel tuo caso è stato tutto troppo spiegato. Quello che succede effettivamente è che lei guarda la macchia di sua madre arrivare con un uomo dentro mentre litigano e investire un cane. Tutto il resto è raccontato. E come in altri casi tutto ciò che è stato raccontato è il più interessante. Gli attacchi epilettici, la tristezza della madre ecc..

(Domandone: Non mi sono spiegato tutta questa desolazione da parte della mamma che si trova a piangere per..? Apparentemente nulla. Non ho sentito una situazione pesante a scuola, tanto meno a casa)

Inoltre usare la prima persona che "parla" alla madre usando il passato remoto è un po' pesantino. Mi ha rallentato di molto la lettura con tutti gli 'usasti, apristi, guidasti e pensasti' (verbi a caso, non so se ci sono nel racconto). Siccome hai questo bel strumento del viaggio onirico che fa per vedere cose che succedono realmente io avrei usato ancora di più i flaschback per far capire la storia. Non so se mi spiego. Se vuoi approfondimenti dimmelo che ci proviamo in un altro modo magari, perché così è faticoso per entrambi mi sembra xD

Mi è piaciuto molto il dottore che fa spallucce. Che razza di medico risponde così? :D
Forse volevi sottolineare l'incompetenza e quel gesto sarebbe andato bene, ma (uno) avresti dovuto accompagnarlo con qualche parola per far intendere che era ciò che volevi dire e (due) secondo me non era ciò che volevi dire ^^

Dal momento che è tutto raccontato da una prima persona ti chiedo: secondo te i dialoghi diretti ci stanno bene? Io me lo sto domandando con spontanea curiosità. Secondo me fa un po' strano. Mi immagino la ragazza che racconta e a un certo punto si mette a imitare le voci.

A mio avviso il ritmo della narrazione di quando l'auto sta per investire/attraversare la ragazza è da sistemare. Ti confesso anche che l'avevo intuito prima e quindi non mi ha sorpreso (mi sono domandato: "Ma è a pochi metri e non la vede?"). Riscriverei questi passaggi in modo da non farlo capire. Ma tornando al ritmo, non so se hai presente, dovrebbe sentirsi più incalzante e veloce in quel punto.

Mi dispiace perché sento di non essere davvero utile per quanto riguarda il parere complessivo del racconto. A me verrebbe di estrarne l'idea e riscriverlo. Non sento un vero flusso di storia. Sarà a causa della presenza ingombrante di questa narratrice che mi srotola tutto ciò che è accaduto.
Spero comunque di averti dato un'idea :)

Ora mi leggo gli altri commenti

Ecco li ho letti e ho un'unica grande osservazione da fare:
Ma perché nessuno si mette l'avatar? xD
Siamo praticamente gli unici a usarla. Mi da l'impressione di essere esposto cosicché io sia più facile da trovare e menare!

Bene. Non ho molto altro da aggiungere. Ciao! ^^

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Linda De Santi
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Re: All'improvviso ti vedo

Messaggio#8 » mercoledì 15 giugno 2016, 13:44

Ciao Sgargaminuto, nemmeno io mi sono presentata durante il live, quindi direi che siamo pari ;)
Ringraziandoti per il commento approfondito, passo a rispondere a qualcuna delle tue domande.

Partiamo subito dai pro dicendo che il racconto ha una componente secondo me interessante. Ovvero, il metodo che puoi potenzialmente utilizzare per far vedere la storia, che sarebbe questo spostamento della coscienza di lei (non ha nome? Perché non ha nome? E se ce l'ha perché non me lo ricordo? Attenta ai nomi che sono importanti).


Non ha un nome perché si tratta di un flusso di coscienza che però usa la seconda persona singolare.
Mi sarebbe suonato strano che a inizio del testo lei dicesse: “Mi chiamo XXX e all’improvviso ti vedo, madre.”
Visto che il focus è tutto sulla madre, il nome della protagonista non mi è sembrato un dato strettamente importante da specificare. Naturalmente può darsi che sia stata una decisione sbagliata, eh :)

Si vede, e sente, abbastanza che metti degli a capo senza una precisa motivazione. Non è di certo una cosa grave ed è facilmente sistemabile, però ti consiglio di farci attenzione. Spezzano il ritmo e non danno un'immagine schematico del racconto.


Potresti essere più specifico su questo? Credo di non capire a cosa ti riferisci quando parli di “a capo senza motivazione”. Ti sembra che vada a capo spezzando in due parti delle scene che dovrebbero essere uniche? Metto troppi a capo? Ne metto troppo pochi? M’interessa molto, è la prima volta in assoluto che mi dicono una cosa del genere e vorrei capire bene :)

Nel complessivo direi che il tuo racconto è confuso. Confuso per me che l'ho letto... e forse anche un po' per te che lo hai scritto. Le domande che ti faccio sono:
Cosa volevi raccontare? Sentivi di essere nella scena mentre scrivevi? Che spiegazione ti sei data per giustificare i poteri di lei?


L’intenzione era di raccontare una storia in cui una figlia assiste a un episodio accaduto alla madre quand’era giovane, episodio in cui scopre che la madre aveva un amante. Prima di arrivare a questa scoperta, ci sono dei flashback che dovrebbero generare un background per capire come mai accade questo "salto nel passato": i poteri esp della protagonista, la vita della madre, i problemi familiari. Quando poi si scopre il fatto dell'amante, la protagonista resta sorpresa, ma il sentimento di amore verso la madre prevale visto che, venendo dal "futuro" (che in realtà è il presente), sa già che lei ha rinunciato all'uomo che amava.
Ora che la scrivo per spiegartela, mi rendo conto che la struttura è complessa, quindi ci sta che il racconto sia un po’ confuso! Spero solo che non lo sia troppo ;)

Domandone: Non mi sono spiegato tutta questa desolazione da parte della mamma che si trova a piangere per..? Apparentemente nulla. Non ho sentito una situazione pesante a scuola, tanto meno a casa)


La madre piange perché ha investito un cane (io piangerei come una disperata se mi succedesse), ma anche perché è arrivata al limite a causa dello stress e dei sacrifici, a cui si aggiunge anche il fatto di dover scegliere tra stare con l’amante o restare nella situazione in cui si trova.
Questo mi sembra abbastanza elementare da capire, ma se a te è sembrato strano forse non sono riuscita a rendere bene la scena né la pesantezza dei sacrifici compiuti dalla madre.

Dal momento che è tutto raccontato da una prima persona ti chiedo: secondo te i dialoghi diretti ci stanno bene? Io me lo sto domandando con spontanea curiosità. Secondo me fa un po' strano. Mi immagino la ragazza che racconta e a un certo punto si mette a imitare le voci.


È possibile :) È la prima volta che provo a scrivere un racconto declinato tutto alla seconda persona singolare e pure con un’intersezione abbastanza arzigogolata tra passato e presente. Ci rifletterò sopra nel caso dovessi tentare un’altra impresa di questo genere (non credo :D).

Mi dispiace perché sento di non essere davvero utile per quanto riguarda il parere complessivo del racconto. A me verrebbe di estrarne l'idea e riscriverlo. Non sento un vero flusso di storia. Sarà a causa della presenza ingombrante di questa narratrice che mi srotola tutto ciò che è accaduto.
Spero comunque di averti dato un'idea :)


Lo hai fatto molto bene e ti ringrazio per gli spunti e per gli approfondimenti :) Ciao!

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Flavia Imperi
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Re: All'improvviso ti vedo

Messaggio#9 » mercoledì 15 giugno 2016, 18:26

Ciao Linda!

Interessante l'espediente delle visioni lontane nel tempo e nello spazio per la narrazione di un dramma "ordinario" e umano. La tua storia è delicata, eppure coinvolgente. Il segreto della madre, se ho inteso bene, è quella fuga che adesso la figlia ha scorto in un passato già andato. Ottimo anche che la figlia si dica fra sè "oh, toh, persino con i miei poteri, tu eri riuscita a serbare un segreto", altro espediente tecnico utile. Che dire, ho letto la storia con piacere, senza intoppi, non ho particolari critiche da fare. Per me va in alto nella classifica.

Buon contest!
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Andrea Partiti
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Re: All'improvviso ti vedo

Messaggio#10 » giovedì 16 giugno 2016, 17:07

Ciao!
Mi piace il tuo racconto, perché è uno dei pochi veri "segreti di una madre" che ho letto fin'ora e perché riesci addirittura a mantenere segreto il segreto e non rivelarlo nel finale come sono stati costretti a fare quasi tutti!
Si potrebbe obiettare che la bambina poteva assistere a qualsiasi altro segreto della madre, ma il vederla con un altro uomo, al bivio tra abbandonare la famiglia o restare, mi sembra più "duro" e decisivo, motivando anche la figlia a non tradire questo segreto.
Il tono è onirico e si adatta bene alle visioni della protagonista. Parli di fenomeni innaturali nel modo naturale in cui li vive la bambina - o almeno, penso sia una bambina, per via del fratello all'asilo, penso che un riferimento esplicito alla sua età ci aiuterebbe ad inquadrare le sue reazioni all'infedeltà della madre.
(Non sono un fan della seconda persona, a parte in rari casi "obbligati", ma qui funziona particolarmente bene.)

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antico
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Re: All'improvviso ti vedo

Messaggio#11 » sabato 18 giugno 2016, 18:53

Non ho particolari appunti da muovere a questo racconto: mi è piaciuto molto. Bello il tono pacato con cui conduci il lettore, inesorabilmente, verso il segreto di questa madre passando attraverso il delineare il suo intero mondo e non solo, anche l'elemento "magico" legato al potere della figlia. Il tema lo vedo centrato. Per me pollice su.

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