Madri

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Vastatio
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Madri

Messaggio#1 » sabato 4 giugno 2016, 16:59

- Devi stringere per forza così forte? - Paolo digrignò i denti mentre spostava lo sguardo dalle corde a Marica. Corde. Marica. Corde. Marica.
La cosa andava avanti da oltre trenta minuti: Marica prendeva dalla sacca una corda, la svolgeva e la passava attorno ad uno dei sostegni di legno e poi attorno a lui. E stringeva.
Marica diede uno strattone alla corda concludendo l'ennesimo nodo parlato e strappando un grugnito al ragazzo, fece tre passi indietro per valutare la proprio opera.
Sudava per la tensione, nonostante il fresco dello scantinato, ma uno sguardo al lavoro le fece correre un brivido lungo la schiena.
- Eravamo d'accordo, adesso non iniziare a lamentarti, ho quasi finito ormai - sentì un rivolo di sudore scivolare dalla fronte e correre lungo il collo per insinuarsi nella curva dei seni.
Anche Paolo ne seguì il destino, indugiando sul corpetto di pelle di Marica e immaginando il cammino nascosto dal cuoio lucido. Non che potesse fare tanto d'altro: era legato, sospeso all'interno di una struttura di legno, le gambe divaricate e strette alle cosce dalle corde. Sul torace una complicata serie di giri e nodi lo sosteneva a circa un metro dal pavimento in pietra. I polsi, legati agli estremi opposti del supporto, lo obbligavano piegato in avanti.
Se si esludeva il dolore al collo, che doveva tenere piegato per vedere Marica, e le fitte nel momento in cui le corde venivano strette, poteva quasi definire la posizione comoda.
- Adesso non dirmi che non ti piace - Marica si avvicinò a Paolo e gli diede un lungo bacio sostenendogli la testa con le mani.
- Mmmm - Paolo si immerse nel bacio e per poco non si staccò la lingua di netto quando lei lo lasciò andare bruscamente per allontanarsi.
- Un nuovo rossetto, lascia un gusto strano… o forse è strano solo al primo assaggio…
- Sì, ricetta speciale di famiglia - Marica si chinò lentamente sulla sacca, facendo stridere il cuoio attillato dei pantaloni - e adesso finiamo i preparativi, così poi possiamo continuare!
Estrasse una corda rossa ed una nera intrecciandole insieme in un nodo quadrato che poi avvolse con attenzione attorno al collo di Paolo che, perso nel suo decolté, non dava segni di disapprovazione.
Marica iniziò a stringere.
- Credevi forse che non me ne sarei accorta? - fissava Paolo e una lacrima iniziava ad intaccare il trucco.
- Di cosa parli? - l'adrenalina spazzò via l'eccitazione.
- Tu e Valeria - Marica piangeva e intanto stringeva la corda.
- Valeria? Santo cielo! - l'ultima parola era poco più di un sibilo.
Marica allentò la stretta, i suoi singhiozzi si intervallavano ai colpi di tosse di Paolo.
- Sì, tu e Valeria!
Paolo, in preda della tosse, non vide arrivare lo schiaffo e sentì qualcosa di caldo sulla guancia.
- Marica, per favore, Valeria è mia sorella! Cosa ti salta in testa! - Paolo osservava le gocce di sangue sul pavimento.
- Mi fate ancora più schifo - urlò Marica mentre fissava la sua mano: due unghie si erano spezzate.
Afferò Paolo per i capelli e gli sputò in faccia, poi cominciò a graffiarlo: sulla schiena, sul petto, sulla braccia.
Paolo urlava, Marica piangeva e continuava a graffiare, schiaffeggiare e insultare fino a quando non crollò esausta a terra.
- Stronzo! Porco! - Paolo era al limite, sangue e sudore gli annebbiavano la vista, niente di quello che aveva urlato durante l'ordalia precedente era servito.
- Io ti avevo creduto, quando mi dicevi che avresti voluto vivere con me - la voce roca, stanca, irriconoscibile - che avresti lasciato Milano per trasferirti da noi.
- Ma è vero - le parole gorgogliarono fuori dalla bocca miste a sangue e saliva - Io ti amo, non so chi o cosa…
- Basta bugie, è ora di finirla.
Si alzò lentamente, le gambe tremanti e afferrò la corda attorno al suo collo.
- E' la stessa che ha usato mia madre con mio padre. - iniziò a stringere.
Per Paolo tutto divenne nero.

- Come puoi esserne sicura?
- Lo sono come lo eri tu.
- Non essere presuntuosa, sei ancora una ragazzina!
Paolo aprì gli occhi lentamente.
- Con papà è stato uguale, me lo hai detto tu.
- Stupida, tuo padre non era un moccioso appena…
Il rumore di uno schiaffo risvegliò i ricordi, il dolore e la consapevolezza. Era ancora legato nella stessa posizione, dalle feritoie non filtrava più la luce del sole e l'unica fonte luminosa erano un paio di candele poste agli angoli della stanza.
- Sono adulta, se vuoi puoi aiutarmi, altrimenti lo farò da sola.
La porta d'accesso allo scantinato si aprì di scatto, inondando il locale con la luce elettrica proveniente dal corridoio. Paolo chiuso gli occhi istintivamente cercando di ritrarsi, ma la posizione e le condizioni gli regalarono solo una serie di dolori lancinanti ai muscoli.
Marica stringeva in mano un cappuccio, quando Paolo incrociò il suo sguardo perse il controllo della vescica.
Marica si fermò un istante, rivedere il ragazzo in quelle condizioni non era facile, poi riprese a camminare verso di lui.
- Con tuo padre non è servito: lui ha voluto vedere - Laura, la madre di Marica, era sulla soglia - quando hai intenzione di dirglielo?
Marica tremava.
- Io… - Marica osservava il cappuccio che aveva in mano, fece un lungo respiro e riprese - … io non volevo farti quello, ma dovevo, però volevo perché sono pronta e… - il tono della voce era salito di un'ottava
Laura si avvicinò alla figlia e le posò una mano sulla spalla - E' per questo che sei ancora una ragazzina, la parte difficile è questa. In confronto la preparazione è una passeggiata.
Le tolse delicatamente il cappuccio, mentre Paolo guardava attonito Marica rifugiarsi nel petto della madre e scoppiare in lacrime.
- Quello che mia figlia vorrebbe cercare di dirti - riprese a parlare, accarezzandone dolcemente i capelli - è non siamo umani. Siamo simili, geneticamente compatibili, ma diversi sotto alcuni aspetti, diciamo, fondamentali.
Con dolcezza allontanò la figlia e la fece sedere di fronte a Paolo, il volto rigato di lacrime di lei non riusciva ancora a sostenere lo scguardo di lui.
La madre riprese con un sospiro - La mia ragazzina ritiene che tu sia l'uomo della sua vita ed ha deciso, di testa sua, che era giunto il momento. Ho detto che siamo simili a voi, ma non portiamo in grembo i nostri figli, questo ruolo spetta al maschio. E un maschio umano può andar bene lo stesso.
- Perché tutto questo? - la voce di Paolo era un sussurro.
- Perché il vostro fisico deve essere allo stremo per non rigettare il nostro feto. Abbiamo provato altri modi, ma non hanno mai funzionato.
- Perché Valeria?
- Valeria è una scusa. Ho consigliato io a mia figlia di inventarsi qualcosa che potesse alimentare il suo odio. Come potresti fare altrimenti del male a chi ami veramente? - la voce di Laura si interruppe di colpo.
- Ora sta a te decidere. Vi lascio da soli.
Laura risalì in casa, chiudendo la porta, le candele tornarono ad essere l'unica luce.
Paolo fissava Marica esausto - A cosa serve il cappuccio?
- Non è… - Marica si schiarì la voce - … non è bello da vedere il processo, ma non è doloroso.
- Allora non serve. Ti amo.



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erika.adale
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Re: Madri

Messaggio#2 » mercoledì 8 giugno 2016, 12:02

Ciao Roberto, il tuo racconto inizia con un gioco erotico sado-maso, condiviso dalla coppia partecipante. Poi una prima sterzata: lei non sta giocando, vuole ucciderlo ( o comunque punirlo per davvero) perché lui l'ha tradita, addirittura con la propria sorella. E lo conduce in punto di morte.
Seconda sterzata: entra la madre, e si scopre che non si trattava di un gioco erotico ne' di una vendetta. Le due donne appartengono a una razza (dalla lettura avrei dedotto aliena, ma la tua spiegazione successiva mi ha condotto ai demoni succubi...ma, in fondo, la sistematica dei mostri non è così fondamentale) che richiede un maschio "ospite" per lo sviluppo di una gravidanza.
Infine la terza sterzata, la più delicata: l'uomo accetta la situazione per amore.
Non hai lesinato in colpi di scena in un racconto così breve e direi che il risultato non è male. Le ho chiamate "sterzate" proprio perché avvengono un po' bruscamente (tranne l'ultima, ben calibrata) e mi hanno costretto a una seconda rilettura per essere certa di aver capito. In particolare, l'aspetto che mi ha più confuso, è la "questione Valeria". In realtà lui non ha mai tradito la sua donna, ma lei si autoconvince che l'abbia fatto per autosuggestionarsi a odiarlo...ecco, pur in un contesto chiaramente fantastico, mi sembra un espediente un po' improbabile. Ma, al di là di questo, crea un filo di confusione, perché il lettore si chiede troppo a lungo cosa diavolo abbia fatto l'uomo con Valeria (ed è, ai fini del racconto, una domanda irrilevante). Spero di essere riuscita a spiegarmi.
Comunque, al netto di una revisione che potrebbe omogeneizzare meglio gli step, è un buon racconto, che centra il tema assegnato.

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Vastatio
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Re: Madri

Messaggio#3 » mercoledì 8 giugno 2016, 14:24

Ciao,

grazie per l'apprezzamento. Le "sterzate" sono volute, le difficoltà ad associare correttamente la natura di Marica e Laura meno. Avrei dovuto aggiungere una postilla, un inizio di "rituale" dell'impianto in cui avrei fatto spuntare coda e corna a Marica (e anche instillare il dubbio sulla sopravvivenza del maschio al "parto"), ma non ne avevo lo spazio. Avessi avuto il tempo di rileggerlo avrei messo coda e corna su Laura alla sua apparizione, ma tutta la seconda parte è una "prima stesura".
Per il resto è vero, che siano alieni o demoni poco importa, può reggere, ma identificarle come demoni, e in particolare come "succubi", potrebbe aiutare chi ha una cultura in tal senso a vederle come demoni tipicamente legati a sesso, lussuria, sadismo (vedi prima parte) e che io (me lo sono inventato) non immagino abbiano una gestazione "normale".
La questione di Valeria capisco possa sembrare eccessiva, forse ho "tirato troppo la corda" (premio autoreferenza), ma mi serviva qualcosa di veramente forte perché una "ragazza innamorata" torturasse a morte il proprio ragazzo (le lacrime e i tentennamenti di Marica, sia prima che dopo, dipendono da questo, dalla consapevolezza che è una bugia, ma deve/vuole).

Evandro
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Re: Madri

Messaggio#4 » giovedì 9 giugno 2016, 15:01

Il tema è centrato. Il racconto godibile e abbastanza originale. Al lettore non è dato sapere come venga impiantato il feto nel corpo di Paolo; è immaginabile, ma accende la curiosità, in un certo qual modo. Qualche refuso qua e là, ma risolvibile in fase di revisione. L'utilizzo della “d” eufonica non è corretto.

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Vastatio
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Re: Madri

Messaggio#5 » venerdì 10 giugno 2016, 7:53

@Evandro grazie per l'apprezzamento e gli appunti. Già, la d eufonica è un mio handicap: mi piace come suona, quindi in fase di prima stesura la uso SEMPRE. Poi, sapendo che è considerata un errore, cerco di eliminarla in fase di revisione... sempre che la faccia!
Essendo loro demoni l'impianto è, per me, un rituale magico un po' schifoso a vedersi (da lì il cappuccio), considerando però le premesse sado-bondage preferisco non sapere come se lo immaginano i lettori!

Fernando Nappo
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Re: Madri

Messaggio#6 » venerdì 10 giugno 2016, 20:39

Ciao Roberto,
direi che il racconto è senza dubbio in tema. L'idea mi pare buon e ben condotta, nonostante alcune sterzate, come le ha definite Erika, risultino fin troppo repentine, quasi forzate. Anche a me è sembrato poco credibile l'autoconvincimento di Marica riguardo a Valeria, a mio avviso il punto debole del racconto. L'attacco della seconda parte, con le donne che parlan tra loro e Paolo che lentamente si risveglia, mi ha lasciato la sensazione di un punto di vista non pefettamente stabile.

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Vastatio
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Re: Madri

Messaggio#7 » sabato 11 giugno 2016, 14:21

E niente, mi sa che la questione del "caricarsi" sia troppo spinta. Ne prendo atto.
Il PDV nelal seconda parte dovrebbe essere "vicino" a Paolo, madre e figlia stanno parlando nel corridoio dietro la porta... in effetti avrei potuto aggiungere qualche dettaglio in proposito. Se hai qualche appunto più specifico per capire meglio cosa ti ha lasciato quella sensazione mi saresti di aiuto.

magwal
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Re: Madri

Messaggio#8 » sabato 11 giugno 2016, 18:36

Ciao,
in generale mi è piaciuto, a differenza degli altri, credo che il riferimento a Valeria regga nel contesto, anche perché giustifica la violenza di Marica fino al primo colpo di scena (o “sterzata” che dir si voglia). Più ingessata la seconda parte, legata la seconda parte, forse conveniva “spezzare” in tre l’azione: prima l’inseminazione con un Paolo al limite del delirio, poi le spiegazioni con Marica che lo cura, anche perché non si spiega come mai prima lo si deve portare al limite della morte e poi gli si lascia il tempo di riprendersi fino a sostenere una normale conversazione.
Ultima chiosa: nella razza umana il concepimento è legato a momenti in genere molto piacevoli, se così è l’inseminazione, mi immagino il parto…

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Vastatio
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Re: Madri

Messaggio#9 » sabato 11 giugno 2016, 21:31

@magwal, grazie per i suggerimenti e le note. Generalmente mi piace spezzare i racconti. Spesso uso una costruzione come quella che suggerisci: partire dalla fine e poi recuperare gli eventi. In questo caso però mi serviva (o meglio, credevo fosse meglio) una "linearità classica" per poter dare più forza ai colpi di scena essendo "puntato" su un Paolo passivo e vittima di eventi. Anche perché Marica ha bisogno dell'ok di Paolo per proseguire (una dellle extended edition nella mia testa prevedeva che fosse stato il "bacio" a inseminare Marica, e che poi lei dovesse, nel più breve tempo possibile, impiantare il feto nel maschio, pena atroci dolori di rigetto). Una cosa che non sono riuscito a "esplicitare" è che la normalità per la loro razza/specie (Marica e Laura sono delle "succubi") non è innamorarsi del maschio, il maschio non è consenziente di norma o, almeno, a loro non interessa che lo sia, quindi torturarlo fino allo stremo per permettere l'impianto non è assolutamente un problema.
In ogni caso tutta la seconda parte merita una revisione, anche il fatto che ti sembri che Paolo sia in grado di "sostenere" la discussione vuol dire che non ho dettagliato bene la sua condizione... si pisci aaddosso appen ala vede,è allo stremo, vigile a malapena, quando parla, alla fine, sussurra...

Fernando Nappo
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Re: Madri

Messaggio#10 » domenica 12 giugno 2016, 16:16

@Vastatio: la sensazione di instabilità del pdv credo sia dovuta al fatto che la prima parte termina con lo svenimento di Paolo e la seconda riprende col dialogo tra le due donne che, senza altri indizi, in un primo momento sembrano nella stanza. Paolo riapre gli occhi solo alla terza riga, e io - magari sbagliando - me lo sono immaginato come appena ripreso dallo svenimento in cui cade alla chiusura della prima parte. Da qui, se è svenuto non può raccontare, ho dedotto che il pdv fosse di una delle donne. Ecco tutto.
Senza praticamente toccare il testo, credo che basterebbe scambiare l'ordine di alcune frasi e, ora che l'hai specificato, aggiungere un breve cenno al fatto che le donne stanno corridoio. Una cosa del genere:

Paolo aprì gli occhi lentamente.
Dall'esterno gli giunsero sommesse le voci di Marica e un'altra donna.
- Come puoi esserne sicura?
- Lo sono come lo eri tu.
- Non essere presuntuosa, sei ancora una ragazzina!
Il rumore di uno schiaffo risvegliò in lui i ricordi, il dolore e la consapevolezza. Era ancora legato nella stessa posizione, dalle feritoie non filtrava più la luce del sole e l'unica fonte luminosa erano un paio di candele poste agli angoli della stanza.
Fuori, le due donne continuavano a discutere animatamente.
- Sono adulta, se vuoi puoi aiutarmi, altrimenti lo farò da sola.
La porta d'accesso allo scantinato si aprì di scatto, inondando il locale con la luce elettrica proveniente dal corridoio. Paolo chiuso gli occhi istintivamente cercando di ritrarsi, ma la posizione e le condizioni gli regalarono solo una serie di dolori lancinanti ai muscoli.

Ho messo in corsivo le frasi che collocano le donne all'esterno, le uniche che ho messo io. Tutto il resto è tuo, inalterato se non nella posizione di alcune frasi.
Nella prima frase che ho inserito per riferire che le donne sono all'esterno ho messo anche l'avverbio sommessamente, perché la porta dello scantinato è chiusa, e in qualche modo ccredo attutisca un po' le voci. Prendilo per un semplice esempio, non voglio insegnare nulla a nessuno, ma, a mio modesto e sindacabilissimo parere, con questo ordine il punto di vista mi sembra sia più stabile con Paolo.
A rileggerci.

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Re: Madri

Messaggio#11 » lunedì 13 giugno 2016, 7:50

Ok, così "vedo" il punto. In effetti la comprensione è decisamente migliore... sfortunatamente non ce la faccio proprio in prima stesura (è come per le d eufoniche), mi piace troppo mettere "dopo" le spiegazioni e buttare subito chi legge dentro agli eventi, conscio che questo crei confusione nel lettore che si trova "spiazzato" dalla nuova scena. Un *** di separazione tra la prima e seconda parte forse avrebbero aiutato. Nella extend edition seguirò volentieri il tuo suggerimento.

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Flavia Imperi
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Re: Madri

Messaggio#12 » mercoledì 15 giugno 2016, 18:07

Ciao Roberto!
Hai interpretato il tema in modo parecchio originale, la storia è piena di risvolti e ti destreggi bene fra dialoghi e descrizioni di eventi.

Dopo che il protagonista vede tutto nero credevo fosse morto, invece poi lo ritroviamo ancora lì, appeso come un salame, come poi scopriamo, per una buona ragione. Nell'attacco della seconda parte però mi sono un po' persa, dato che introduci un personaggio nuovo (la madre) senza presentarla. Il dialogo non si segue molto bene.

Un appunto sul punto di vista, che non sono riuscita a seguire molto bene nella seconda parte. A volte siamo nelle sensazioni di Paolo, altre in quelle di Marika.

Sulla scusa dell'incesto non saprei, lì per lì sembrava un passaggio fondamentale alla storia, poi viene comunque giustificato dalla trama. Secondo me ci può stare. Finale tenero.

Buon contest!
Siamo storie di storie

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Re: Madri

Messaggio#13 » mercoledì 15 giugno 2016, 21:16

@Flavia, grazie dell'apprezzamento e sì, hai ragione, nonostante volessi stare su Paolo ci sono un paio di frasi in cui vengono espresse le sensazioni di Marica. Sarò sincero, non credo che le avrei prese nemmeno se avessi riletto la seconda parte, quindi grazie per averle evidenziate (e così capisco ancora meglio l'appunto di Nappo).

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Re: Madri

Messaggio#14 » giovedì 16 giugno 2016, 17:08

Ciao!
L'idea è tra le più originali di questo live, anche perché l'hai resa imprevedibile (con le sterzate che adotto anche io) che spiazzano ogni volta che il racconto sembra ben instradato sul suo binario verso una conclusione naturale.
Il tradimento con la sorella usato per motivare la tortura mi sembra un grosso passo falso però che andrebbe riconsiderato con attenzione a mente fredda. Se questa razza si è evoluta/creata in modo da impiantare i propri feti nei maschi umani, non avrà certo bisogno di mezzucci per riuscirci. Dover ingannare anche se stessi sembra uno sforzo enorme e innaturale. _Al massimo_ posso concederti un sospetto tradimento generico, che possa essere credibile, ma tirar di mezzo un incesto tanto per sembra davvero esagerato e rende meno credibile la scena, fa subito pensare che ci sia troppo di sbagliato nella ragazza, non è un tipo di gelosia che nasce senza qualche problema a monte.
Un'altra domanda che resta in sospeso è il ruolo dei maschi di quest'altra specie. Perché non accoppiarsi con i loro maschi, anziché torturare e usare come incubatrice maschi umani? E' una prassi adottata e condivisa da tutti? Perché se possono fare altrimenti in maniera naturale, perché tutto il processo di dover cercare l'amore tra gli umani, autoipnotizzarsi per far loro del male, torturarli?
Dimenticando un attimo le domande/critiche/dubbi, il tuo è un raro racconto che ha centrato il tema E ha una buona idea E è ben scritto, contemporaneamente.

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antico
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Re: Madri

Messaggio#15 » venerdì 17 giugno 2016, 18:48

Un racconto ben congegnato, non c'è che dire. Doppia svolta e ti trascini il lettore dove vuoi. Certo, hai lasciato, sparsi, parecchi refusi, ma in una prova di mc sono passabili (anche se alla guest il racconto arriva senza correzioni). Poco altro da dire se non che mi è piaciuto. Pollice quasi su per me (e il quasi è giustificato dal fatto che allo stato attuale è ancora da revisionare per una corretta pubblicazione in Vetrina).

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