Metallo Urlante - Roberto Romanelli
Inviato: mercoledì 15 giugno 2016, 21:53
- Adesso riposati, tra poco ripartiamo. - Stefano si buttò a sedere dietro ai resti di una cabina doccia, attese qualche secondo massaggiandosi la gola e si sporse oltre il bordo per vedere se qualcosa si muovesse lungo la spiaggia: un dardo-conchiglia quasi gli cavò un occhio.
- Negativo, ripartiamo subito! - gracchiò il comando, poi si alzò a fatica e afferrò per il braccio il ragazzo sovrappeso che ansimava come un mantice.
Il punto con qualche copertura più vicino era un parchetto per bambini con uno scivolo e un paio di tunnel colorati, osservò il suo compagno nella sua, non più bianca, divisa da cuoco chiedendosi se potesse farcela.
- Andiamo, forza! - la gola gli faceva un male d'inferno. Strattonò il ragazzo che finalmente si alzò.
- Non ce la faccio - il ragazzo guardò verso la loro meta - e non cambierebbe nulla.
Aveva ragione: oltre il parchetto c'era solo sabbia, entrambi si accasciarono a terra.
- Siamo fottuti, non dovevano arrivare così presto - disse il ragazzo afferrandosi la testa tra le mani e cominciando a singhiozzare.
- Merda, stai zitto! Fammi pensare.
***
Stefano Grimaldi, ventidue anni, caporal maggiore trasferito da Napoli alla “Dabormida” di Torino, cominciava ad avere problemi di controllo della sudorazione. Aspettava da più di quaranta minuti con la sola compagnia di una ventina di sedie vuote.
DOMANI ORE 9.45, SALA BRIEFING. Difficile equivocare il messaggio del Capitano Valenti che, peraltro, annullava implicitamente la licenza a due giorni dalla sua prima missione sul campo.
Quando la porta si aprì, Grimaldi scattò in piedi, mano destra in posizione di saluto e mascella ben serrata nel vedere entrare, dopo il Capitano Valenti, il Colonnello De Martini e due ufficiali che andarono a sedersi nelle ultime file.
- Riposo - Grimaldi si sedette, nel frattempo il capitano aveva appoggiato la sua borsa sulla scrivania e stava estraendo della documentazione, porgendola al superiore.
- Lei, Caporal Maggiore Grimaldi, è l’unico dei presenti non a conoscenza dei fatti - parlava sfogliando velocemente il plico di fogli davanti a lui - cercherò di essere il più breve possibile… - estrasse dalla documentazione un rettangolino di carta bianchissimo e lo strappò in due. La temperatura scese di colpo, un velo di brina si formò sugli occhiali del capitano Valenti e un filo di fumo bianco cominciò a salire dalle due metà: una Bolla di Stasi!
- Sono ventiquattro ore che ho questi due attaccati al culo! - Stefano si girò istintivamente, una finissima nebbiolina indicava l’area di influenza della Bolla e i due graduati, cristallizzati nell’istante dello strappo, ne erano fuori - qualche pezzo grosso ha smosso la sede del Ministero e adesso non posso andare a pisciare senza che questi mi aspettino al lavandino. Spero capisca, ma glielo voglio rendere chiaro in ogni caso Grimaldi, che quello che sentirà adesso è strettamente confidenziale. Nella missione a cui ha partecipato è successo un casino - Grimaldi deglutì a disagio - ora lei è l’unica persona in grado di risolverlo. Al termine del briefing avrà degli ordini, delle priorità, dei limiti. Bene, se ne fotta! Il suo unico obiettivo sarà portare a casa il figlio di papà vivo. Faccia tutto quello che ritiene sia necessario fare. - il sottile filo di fumo consumava velocemente i due pezzi dell’attivatore, il colonnello agitò le mani lasciandoli andare ed evaporarono all’istante.
- … lei ha partecipato, due giorni fa, a una missione sul litorale ligure come supporto a un contingente di protezione di alcuni civili. - Il capitano Valenti si stava pulendo gli occhiali, mentre i due graduati in fondo alla sala rimanevano in silenzio - Trattandosi della sua prima missione era autorizzato a lasciare il campo al termine del suo turno utilizzando un Trasporto e rientrare in caserma. Come ricorderà ai civili era stata destinata una zona ritenuta sicura, tuttavia, uno di loro si è spinto oltre senza che nessuno addetto al perimetro se ne accorgesse.
***
- An evil that can't be tamed, it darkens my soul and blackens the blood , a fire that fills my veins - nonostante avesse aumentato la distorsione del microfono faceva fatica a proseguire. La sirena era distesa sulla scoglio, dalla testa alla coda saranno stati quasi tre metri di squame e muscoli.
Guarda un paio di tette e la giornata ti sorriderà! era sempre stato il motto di Francesco, suo compagno al corso addestramento; la sirena ne aveva sei di tette, ma la giornata era una merda.
- So how did I ever end up here? Humiliated, broken and weak I've waited for a thousand years to break these chains apart and to finally break myself free - anche continuando a cantare gli Amon Amarth sentiva gli influssi del canto del mostro insinuarsi nel suo cervello.
A giudicare dalla potenza della risonanza era una delle loro Vocalist, a quella distanza avrebbe potuto fare a pezzi il suo growl e ridurre la sua volontà a un budino, ma stava deponendo le uova e le sue energie erano concentrate altrove. A pochi passi da lui il corpo grassoccio del cuoco, fuori dall’area di influenza dei supporter, sobbalzava in preda all'epilessia.
- I bit the hand, off the mighty Tyr when I couldn't, tare my ties. Now banished I dwell a sword in my jaw awaiting the end of time - le corde vocali gridavano il testo della canzone mentre si avvicinava, il problema era che non avrebbe dovuto usarle, il growl nasceva dalla pancia, ma la tecnica non era nata per l'uso militare che prevedeva assetti in cui era difficile mantenere costante una voce impostata.
- In darkness I drown consumed by my hate longing for revenge - prese uno degli auricolari bluetooth e lo infilò nell'orecchio di Carmine Termi: una doccia fredda mentale per il ragazzo e una scarica di vomito sui suoi anfibi quasi immediate. A gesti gli indicò la spiaggia e la zona sicura ben oltre la scalinata e il Lido delle Sirene da cui si era allontanato.
***
- D’accordo, direi che in questo modo possiamo attestarci su un punteggio di ottanta ma non più di due forchette. Buona giornata, le ripasso suo figlio.
Carmine Termi, nella sua divisa da capo cuoco firmata, recuperò l’iPhone dalle mani dell’esaminatore e lo portò all’orecchio, la risacca faceva da sfondo alla voce del padre - Sistemato tutto, ricordati che domani deve venire l’avvocato, solito tavolo e, mi raccomando, il vino che ti ho fatto avere la scorsa settimana.
- Sì papà, mi ricordo. - l’esaminatore nel frattempo si era pulito la bocca col tovagliolo e si era alzato per andarsene, senza preoccuparsi di salutarlo. Aveva fatto mettere il suo nome nell’insegna del ristorante, ma erano il cognome e i soldi del padre a tenerlo in vita.
Due mesi dopo si era allontanato dalla sua postazione approfittando del trambusto generale. Cucinare uova fresche di sirena era completamente diverso che trattare col prodotto surgelato, l’unico che arrivava al suo ristorante, ma anche quelli erano scarti, uova abbandonate da sirene e tritoni. Si era comprato il posto a una delle raccolte avendo ben altro in mente: doveva raggiungere le uova prima che il guscio di calcare si solidificasse e sceglierne una fecondata. Con la scusa di ammodernare la ghiacciaia aveva invece fatto installare una vasca nel seminterrato e lì avrebbe fatto crescere la sirena per avere sempre un prodotto freschissimo. Allora le tre forchette sarebbero arrivate senza dover telefonare al padre.
Si risvegliò con la bava alla bocca, lo stomaco che si contorceva e i muscoli ridotti peggio che dopo una sessione intensiva di cardio. Musica Death Metal gli veniva urlata in un orecchio, mentre un ragazzo in mimetica all'incirca della sua età gli stava facendo dei segni.
A una manciata di passi mezza dozzina di uova traslucide erano da poco uscite dall'orifizio caudale della sirena. Incurante di tutto scattò verso di esse e cercò di afferrarle. Senza il guscio rappreso la sua mano le attraversò, spargendone il contenuto sulla pietra degli scogli.
La sirena urlò, interrompendo il canto.
***
- Il padre del ragazzo sta pagando dei Cronomanti per rimandare qualcuno indietro - il Capitano Valenti aveva sempre avuto il dono della sintesi - lei Grimaldi, è la persona più indicata e verrà rimandato indietro poco dopo la sua partenza. Questo permetterà di ridurre al minimo l'effetto inerzia, visto che era già presente sul luogo, ma non ci saranno effetti doppler in quanto, abbandonando il campo con un teletrasporto, si trovava ben oltre la distanza di sicurezza. - concluse fissando il ragazzo ora di un bianco cadaverico.
- Ma, capitano, sono un supporter, ho un addestramento alle armi di base, non potrei fare nulla contro una sirena, figuriamoci contro dei tritoni. - la voce di Grimaldi tremava.
- Lo sappiamo, ma lei non dovrà ingaggiare nessuno, dovrà solo ritrovare Carmine Termi e riportarlo nella zona sicura. Se sarà fortunato lo troverà ancora ai banchi di raccolta o lavorazione e dovrà semplicemente tenerlo lì.
- Perché non mandare un messaggio, usando i Cronomanti per mandare un avvertimento al ragazzo o a uno degli uomini addetti al perimetro?
- Grimaldi, si calmi e ragioni, non crede che sia già stato provato? I Cronomanti sono al lavoro da sedici ore per riuscire a stabilizzare un condotto per trasportare una persona. La via dei messaggi è stata la prima ad essere tentata, ma il campo è saturo degli effetti del canto delle Sirene e dei controcanti dei supporter come lei, nessun messaggio che alteri quanto stabilito all'inizio della missione verrebbe ritenuto affidabile.
Grimaldi strinse nervosamente i pugni. Era vero, lui risentiva meno degli effetti ipnotici delle Vocalist sirene perché era il cantante, ma i tecnici al mixer dovevano continuamente aggiustare i parametri della muscia che veniva inviata agli auricolari dei compagni, e con le sirene di mezzo ognuno si attineva sempre agli ordini impartiti in precedenza e scolpiti con lunghe sessioni di ipnosi e training autogeno.
- Allora mandatelo prima il messaggio! - la tensione aveva infranto l'addestramento e la logica.
- Grimaldi, mi sta forse dando degli ordini? - Il capitano sbatté il pugno sulla scrivania - Lei può accettare o rifiutare la missione, inutile dire che un rifiuto non sarà ben visto dall'esercito, ma ancor meno dal padre del ragazzo, che, ne sono certo, le assicurerà una vita d'inferno una volta uscito da questo caserma.
***
- I tritoni non dovevano essere così vicini. - il ragazzo biascicava quella che sembrava essere la lezione di scienze sulla riproduzione delle sirene - Le sirene depongono le uova, le lasciano al sole in modo che si formi il guscio protettivo e poi se ne vanno, portandone con sé solo una o due, quelle identificate come feconde. Solo ore dopo arrivano i tritoni per divorare quelle rimaste. - riprese a singhiozzare.
Quello che non aveva detto era che, da meno di tre anni, in mezzo a questo ciclo si erano inseriti gli uomini, o meglio, i cuochi. Pagavano profumatamente l'esercito affinché li proteggessero in modo che potessero recuperare e preparare un prodotto di lusso il più fresco possibile, rivenduto a prezzi da capogiro.
Stefano aveva trascinato Termi mentre la Sirena urlava impazzita, la loro unica fortuna era stata che solo il canto delle sirene aveva effetti ipnotici e che il mostro si era acciambellato attorno alle uova rimaste per proteggerle. Sarebbe bastato un colpo di coda per scaraventare entrambi nelle acque del Mediterraneo o sugli scogli in malo modo.
Credeva di avercela quasi fatta quando un dardo-conchiglia scagliato da un tritone si era piantato a pochi centimetri dal suo stivale. La loro fuga si era interrotta dietro a una cabina doccia, troppo lontana dal perimetro di sicurezza e, a tutti gli effetti, un vicolo cieco.
Se ne fotta! faccia tutto quello che ritiene sia necessario fare.
Stefano si massaggiò la gola, si alzò nuovamente in piedi e cominciò a cantare. Non si fermò nemmeno quando Termi prese a scuoterlo con violenza, la paura trasformata in terrore negli occhi del giovane cuoco.
***
Il Colonnello De Martini sfogliò velocemente il plico di documenti sulla scrivania, sospirò e sollevò la testa verso il ragazzo che lo fissava preoccupato per essere stato convocato nel suo ufficio.
- … lei ha partecipato, due giorni fa, a una missione sul litorale ligure come supporto a un contingente di protezione di alcuni civili. Era autorizzato a lasciare il campo, come ha fatto, al termine del suo turno utilizzando un Trasporto e rientrando in caserma. Ai civili era stata destinata una zona ritenuta sicura, tuttavia, uno di loro si è spinto oltre, uno dei nostri vocalist Death Metal lo ha notato e ha cercato di riportarlo indietro. Non sappiamo cosa sia successo esattamente ma qualcosa deve essere andato storto. - il colonnello abbassò lo sguardo sulle foto del litorale ligure in fiamme - lei, caporale Stigoli, deve trovarlo e fermalo: preso dal panico ha iniziato a cantare qualcosa che la natura stessa ha in odio.
***
Nu jeans e na maglietta
'na faccia acqua e sapone
M'ha fatte nnammura'
Ma tu me daje retta
Dice ca si guagliona
E nun'ha tiene ancora
L'età pe ffa' ll'ammore
Stefano continuava in trance a urlare Nino D'Angelo, ad ogni strofa una nuova voragine si apriva e inghiottiva un pezzo di spiaggia, vomitando lava e fiamme.
Tu quindici anne ma
Sei già donna
Anche se piccola d'età
Nun saccio ancora
Nemmeno o nomme e
Da mia te sento già
...
- Negativo, ripartiamo subito! - gracchiò il comando, poi si alzò a fatica e afferrò per il braccio il ragazzo sovrappeso che ansimava come un mantice.
Il punto con qualche copertura più vicino era un parchetto per bambini con uno scivolo e un paio di tunnel colorati, osservò il suo compagno nella sua, non più bianca, divisa da cuoco chiedendosi se potesse farcela.
- Andiamo, forza! - la gola gli faceva un male d'inferno. Strattonò il ragazzo che finalmente si alzò.
- Non ce la faccio - il ragazzo guardò verso la loro meta - e non cambierebbe nulla.
Aveva ragione: oltre il parchetto c'era solo sabbia, entrambi si accasciarono a terra.
- Siamo fottuti, non dovevano arrivare così presto - disse il ragazzo afferrandosi la testa tra le mani e cominciando a singhiozzare.
- Merda, stai zitto! Fammi pensare.
***
Stefano Grimaldi, ventidue anni, caporal maggiore trasferito da Napoli alla “Dabormida” di Torino, cominciava ad avere problemi di controllo della sudorazione. Aspettava da più di quaranta minuti con la sola compagnia di una ventina di sedie vuote.
DOMANI ORE 9.45, SALA BRIEFING. Difficile equivocare il messaggio del Capitano Valenti che, peraltro, annullava implicitamente la licenza a due giorni dalla sua prima missione sul campo.
Quando la porta si aprì, Grimaldi scattò in piedi, mano destra in posizione di saluto e mascella ben serrata nel vedere entrare, dopo il Capitano Valenti, il Colonnello De Martini e due ufficiali che andarono a sedersi nelle ultime file.
- Riposo - Grimaldi si sedette, nel frattempo il capitano aveva appoggiato la sua borsa sulla scrivania e stava estraendo della documentazione, porgendola al superiore.
- Lei, Caporal Maggiore Grimaldi, è l’unico dei presenti non a conoscenza dei fatti - parlava sfogliando velocemente il plico di fogli davanti a lui - cercherò di essere il più breve possibile… - estrasse dalla documentazione un rettangolino di carta bianchissimo e lo strappò in due. La temperatura scese di colpo, un velo di brina si formò sugli occhiali del capitano Valenti e un filo di fumo bianco cominciò a salire dalle due metà: una Bolla di Stasi!
- Sono ventiquattro ore che ho questi due attaccati al culo! - Stefano si girò istintivamente, una finissima nebbiolina indicava l’area di influenza della Bolla e i due graduati, cristallizzati nell’istante dello strappo, ne erano fuori - qualche pezzo grosso ha smosso la sede del Ministero e adesso non posso andare a pisciare senza che questi mi aspettino al lavandino. Spero capisca, ma glielo voglio rendere chiaro in ogni caso Grimaldi, che quello che sentirà adesso è strettamente confidenziale. Nella missione a cui ha partecipato è successo un casino - Grimaldi deglutì a disagio - ora lei è l’unica persona in grado di risolverlo. Al termine del briefing avrà degli ordini, delle priorità, dei limiti. Bene, se ne fotta! Il suo unico obiettivo sarà portare a casa il figlio di papà vivo. Faccia tutto quello che ritiene sia necessario fare. - il sottile filo di fumo consumava velocemente i due pezzi dell’attivatore, il colonnello agitò le mani lasciandoli andare ed evaporarono all’istante.
- … lei ha partecipato, due giorni fa, a una missione sul litorale ligure come supporto a un contingente di protezione di alcuni civili. - Il capitano Valenti si stava pulendo gli occhiali, mentre i due graduati in fondo alla sala rimanevano in silenzio - Trattandosi della sua prima missione era autorizzato a lasciare il campo al termine del suo turno utilizzando un Trasporto e rientrare in caserma. Come ricorderà ai civili era stata destinata una zona ritenuta sicura, tuttavia, uno di loro si è spinto oltre senza che nessuno addetto al perimetro se ne accorgesse.
***
- An evil that can't be tamed, it darkens my soul and blackens the blood , a fire that fills my veins - nonostante avesse aumentato la distorsione del microfono faceva fatica a proseguire. La sirena era distesa sulla scoglio, dalla testa alla coda saranno stati quasi tre metri di squame e muscoli.
Guarda un paio di tette e la giornata ti sorriderà! era sempre stato il motto di Francesco, suo compagno al corso addestramento; la sirena ne aveva sei di tette, ma la giornata era una merda.
- So how did I ever end up here? Humiliated, broken and weak I've waited for a thousand years to break these chains apart and to finally break myself free - anche continuando a cantare gli Amon Amarth sentiva gli influssi del canto del mostro insinuarsi nel suo cervello.
A giudicare dalla potenza della risonanza era una delle loro Vocalist, a quella distanza avrebbe potuto fare a pezzi il suo growl e ridurre la sua volontà a un budino, ma stava deponendo le uova e le sue energie erano concentrate altrove. A pochi passi da lui il corpo grassoccio del cuoco, fuori dall’area di influenza dei supporter, sobbalzava in preda all'epilessia.
- I bit the hand, off the mighty Tyr when I couldn't, tare my ties. Now banished I dwell a sword in my jaw awaiting the end of time - le corde vocali gridavano il testo della canzone mentre si avvicinava, il problema era che non avrebbe dovuto usarle, il growl nasceva dalla pancia, ma la tecnica non era nata per l'uso militare che prevedeva assetti in cui era difficile mantenere costante una voce impostata.
- In darkness I drown consumed by my hate longing for revenge - prese uno degli auricolari bluetooth e lo infilò nell'orecchio di Carmine Termi: una doccia fredda mentale per il ragazzo e una scarica di vomito sui suoi anfibi quasi immediate. A gesti gli indicò la spiaggia e la zona sicura ben oltre la scalinata e il Lido delle Sirene da cui si era allontanato.
***
- D’accordo, direi che in questo modo possiamo attestarci su un punteggio di ottanta ma non più di due forchette. Buona giornata, le ripasso suo figlio.
Carmine Termi, nella sua divisa da capo cuoco firmata, recuperò l’iPhone dalle mani dell’esaminatore e lo portò all’orecchio, la risacca faceva da sfondo alla voce del padre - Sistemato tutto, ricordati che domani deve venire l’avvocato, solito tavolo e, mi raccomando, il vino che ti ho fatto avere la scorsa settimana.
- Sì papà, mi ricordo. - l’esaminatore nel frattempo si era pulito la bocca col tovagliolo e si era alzato per andarsene, senza preoccuparsi di salutarlo. Aveva fatto mettere il suo nome nell’insegna del ristorante, ma erano il cognome e i soldi del padre a tenerlo in vita.
Due mesi dopo si era allontanato dalla sua postazione approfittando del trambusto generale. Cucinare uova fresche di sirena era completamente diverso che trattare col prodotto surgelato, l’unico che arrivava al suo ristorante, ma anche quelli erano scarti, uova abbandonate da sirene e tritoni. Si era comprato il posto a una delle raccolte avendo ben altro in mente: doveva raggiungere le uova prima che il guscio di calcare si solidificasse e sceglierne una fecondata. Con la scusa di ammodernare la ghiacciaia aveva invece fatto installare una vasca nel seminterrato e lì avrebbe fatto crescere la sirena per avere sempre un prodotto freschissimo. Allora le tre forchette sarebbero arrivate senza dover telefonare al padre.
Si risvegliò con la bava alla bocca, lo stomaco che si contorceva e i muscoli ridotti peggio che dopo una sessione intensiva di cardio. Musica Death Metal gli veniva urlata in un orecchio, mentre un ragazzo in mimetica all'incirca della sua età gli stava facendo dei segni.
A una manciata di passi mezza dozzina di uova traslucide erano da poco uscite dall'orifizio caudale della sirena. Incurante di tutto scattò verso di esse e cercò di afferrarle. Senza il guscio rappreso la sua mano le attraversò, spargendone il contenuto sulla pietra degli scogli.
La sirena urlò, interrompendo il canto.
***
- Il padre del ragazzo sta pagando dei Cronomanti per rimandare qualcuno indietro - il Capitano Valenti aveva sempre avuto il dono della sintesi - lei Grimaldi, è la persona più indicata e verrà rimandato indietro poco dopo la sua partenza. Questo permetterà di ridurre al minimo l'effetto inerzia, visto che era già presente sul luogo, ma non ci saranno effetti doppler in quanto, abbandonando il campo con un teletrasporto, si trovava ben oltre la distanza di sicurezza. - concluse fissando il ragazzo ora di un bianco cadaverico.
- Ma, capitano, sono un supporter, ho un addestramento alle armi di base, non potrei fare nulla contro una sirena, figuriamoci contro dei tritoni. - la voce di Grimaldi tremava.
- Lo sappiamo, ma lei non dovrà ingaggiare nessuno, dovrà solo ritrovare Carmine Termi e riportarlo nella zona sicura. Se sarà fortunato lo troverà ancora ai banchi di raccolta o lavorazione e dovrà semplicemente tenerlo lì.
- Perché non mandare un messaggio, usando i Cronomanti per mandare un avvertimento al ragazzo o a uno degli uomini addetti al perimetro?
- Grimaldi, si calmi e ragioni, non crede che sia già stato provato? I Cronomanti sono al lavoro da sedici ore per riuscire a stabilizzare un condotto per trasportare una persona. La via dei messaggi è stata la prima ad essere tentata, ma il campo è saturo degli effetti del canto delle Sirene e dei controcanti dei supporter come lei, nessun messaggio che alteri quanto stabilito all'inizio della missione verrebbe ritenuto affidabile.
Grimaldi strinse nervosamente i pugni. Era vero, lui risentiva meno degli effetti ipnotici delle Vocalist sirene perché era il cantante, ma i tecnici al mixer dovevano continuamente aggiustare i parametri della muscia che veniva inviata agli auricolari dei compagni, e con le sirene di mezzo ognuno si attineva sempre agli ordini impartiti in precedenza e scolpiti con lunghe sessioni di ipnosi e training autogeno.
- Allora mandatelo prima il messaggio! - la tensione aveva infranto l'addestramento e la logica.
- Grimaldi, mi sta forse dando degli ordini? - Il capitano sbatté il pugno sulla scrivania - Lei può accettare o rifiutare la missione, inutile dire che un rifiuto non sarà ben visto dall'esercito, ma ancor meno dal padre del ragazzo, che, ne sono certo, le assicurerà una vita d'inferno una volta uscito da questo caserma.
***
- I tritoni non dovevano essere così vicini. - il ragazzo biascicava quella che sembrava essere la lezione di scienze sulla riproduzione delle sirene - Le sirene depongono le uova, le lasciano al sole in modo che si formi il guscio protettivo e poi se ne vanno, portandone con sé solo una o due, quelle identificate come feconde. Solo ore dopo arrivano i tritoni per divorare quelle rimaste. - riprese a singhiozzare.
Quello che non aveva detto era che, da meno di tre anni, in mezzo a questo ciclo si erano inseriti gli uomini, o meglio, i cuochi. Pagavano profumatamente l'esercito affinché li proteggessero in modo che potessero recuperare e preparare un prodotto di lusso il più fresco possibile, rivenduto a prezzi da capogiro.
Stefano aveva trascinato Termi mentre la Sirena urlava impazzita, la loro unica fortuna era stata che solo il canto delle sirene aveva effetti ipnotici e che il mostro si era acciambellato attorno alle uova rimaste per proteggerle. Sarebbe bastato un colpo di coda per scaraventare entrambi nelle acque del Mediterraneo o sugli scogli in malo modo.
Credeva di avercela quasi fatta quando un dardo-conchiglia scagliato da un tritone si era piantato a pochi centimetri dal suo stivale. La loro fuga si era interrotta dietro a una cabina doccia, troppo lontana dal perimetro di sicurezza e, a tutti gli effetti, un vicolo cieco.
Se ne fotta! faccia tutto quello che ritiene sia necessario fare.
Stefano si massaggiò la gola, si alzò nuovamente in piedi e cominciò a cantare. Non si fermò nemmeno quando Termi prese a scuoterlo con violenza, la paura trasformata in terrore negli occhi del giovane cuoco.
***
Il Colonnello De Martini sfogliò velocemente il plico di documenti sulla scrivania, sospirò e sollevò la testa verso il ragazzo che lo fissava preoccupato per essere stato convocato nel suo ufficio.
- … lei ha partecipato, due giorni fa, a una missione sul litorale ligure come supporto a un contingente di protezione di alcuni civili. Era autorizzato a lasciare il campo, come ha fatto, al termine del suo turno utilizzando un Trasporto e rientrando in caserma. Ai civili era stata destinata una zona ritenuta sicura, tuttavia, uno di loro si è spinto oltre, uno dei nostri vocalist Death Metal lo ha notato e ha cercato di riportarlo indietro. Non sappiamo cosa sia successo esattamente ma qualcosa deve essere andato storto. - il colonnello abbassò lo sguardo sulle foto del litorale ligure in fiamme - lei, caporale Stigoli, deve trovarlo e fermalo: preso dal panico ha iniziato a cantare qualcosa che la natura stessa ha in odio.
***
Nu jeans e na maglietta
'na faccia acqua e sapone
M'ha fatte nnammura'
Ma tu me daje retta
Dice ca si guagliona
E nun'ha tiene ancora
L'età pe ffa' ll'ammore
Stefano continuava in trance a urlare Nino D'Angelo, ad ogni strofa una nuova voragine si apriva e inghiottiva un pezzo di spiaggia, vomitando lava e fiamme.
Tu quindici anne ma
Sei già donna
Anche se piccola d'età
Nun saccio ancora
Nemmeno o nomme e
Da mia te sento già
...