Ren il cuciniere
Inviato: mercoledì 15 giugno 2016, 23:51
Il sole del deserto picchiava sulle teste dei due uomini. Erano ormai giorni che camminavano, e il caldo che sentivano faceva da contrappunto al gelo delle notti.
“Maestro. Maestro ho sete.”
Ren si riscosse dalla trance nella quale era sprofondato, nonostante le sue innumerevoli risorse era molto provato.
“Garzone,siamo quasi arrivati, tra poche ore potrai dissetarti”
Garzone scosse la testa per schiarirsi la vista, il caldo gli offuscava i sensi e più di una volta si era illuso di vedere un pozza d'acqua.
“Non credo di farcela”
“Potevi bere all'oasi un'ora fa” rispose Ren.
“Ma, ma non era un miraggio?”
“Certo che no.”
“Non poteva dirmelo? O almeno fermarci qualche minuto?”
Ren scrutò l'orizzonte, assumendo un'espressione arcigna.
“No! La meta è vicina. Non voglio perdere tempo.”
“Potrei morire se non bevo un goccio d'acqua. Non potrei prenderla dallo zaino?” replicò, indicando con la testa il voluminoso carico che portava sulle spalle.
“Quelli sono i miei sacri ingredienti. Hanno uno scopo più nobile che dissetare un assistente.
Comunque prendi questa” disse lanciandogli una pallina candida.
“Mangiala, ti aiuterà.”
Garzone si ficcò in bocca la piccola sfera, strabuzzò gli occhi e prese a tossire violentemente.
“Cosa mi ha dato?” bofonchiò senza fiato.
“Sale. Sale concentrato”
“Ma è pazzo.”
“Questa è la differenza tra un maestro e il suo allievo. Ogni cosa che mangiamo influenza il nostro corpo. Il sale aumenterà il richiamo dei liquidi a livello renale e intestinale. Se non subentra un'insufficienza renale dovresti sentire meno sete, oppure potresti morire. Sei giovane dovresti farcela.”
“Grazie maestro, perdona il tuo stupido discepolo.”
“Basta così. Andiamo.”
“Fottiti bastardo” sussurrò Garzone.
“Hai detto qualcosa?”
“Stavo lodando la sua benevolenza” replicò incamminandosi.
La città era ad un paio di dune di distanza, Ren sospirò ricordando che un tempo quella terra era una pianura verdeggiante, poi grazie a quegli stupidi reality di cucina, il mondo si era convinto che tutti potessero diventare grandi chef, e via ad una spasmodica produzione di cibo per ricette sempre più elaborate. Il risultato di quella follia era una quasi totale desertificazione del pianeta.
Ren distolse la mente da quei tristi pensieri.
“Maestro ci siamo.”
I palazzi si stagliavano all'orizzonte, grigi e decadenti, le uniche note di colore erano i giganteschi schermi che vi erano affissi sopra.
Dagli altoparlanti tuonava la voce della presentatrice.
“Ecco, questa è la ricetta di Mariella. Topo muschiato marinato con legna secca. Il costo? Nullo se riuscite ad acchiappare la bestiola.”
Un'imprecazione uscì dalle labbra di Ren e andò a perdersi nel vento. Strinse le mani sui manici dei coltelli, che gli pendevano dalla cintura, contenendo a stento la sua rabbia.
Senza proferir parola entrarono in città.
Una fila di persone li attendeva. Profughi, famiglie e morti di fame che cercavano un posto dove sopravvivere.
Un drappello di uomini si trovava in testa a quel serpente umano. Ren contò sei persone.
“Cosa? Per solo sei uova dovremmo concederti il lasciapassare? Odio gli spilorci. Punizione!” tuonò uno di loro, vestito con un grembiule bisunto e un toque blanche lurido sul capo, con la mano indicò la folla davanti a se.
“Spero che questo vi serva da lezione. Non vogliamo pezzenti in città”
Due energumeni afferrarono il vecchio e gli spinsero la mano in un miscuglio giallastro e poi nella farina.
“Nooo. Lasciate stare mio nonno” strepitò una vocina acuta.
“Vattene Cecilia!” ma la piccola era impietrita dal terrore, si chiudeva gli occhi con le mani e scuoteva il capo cercando di ignorare quell'orrore.
“Aiutatelo vi prego, aiutatelo” urlò tra le lacrime, che cominciarono a scendere come piccole gocce di rugiada.
Gli sgherri si scambiarono un sorriso maligno e infilarono la mano dentro la friggitrice, le urla dell'anziano e l'odore di fritto si diffusero nel aria.
“Questo è quello che vi succederà se non saremo compiaciuti.”
Gli energumeni sollevarono il vecchio mostrando a tutti un orribile nugget a forma di mano.
“Questo è il regno dei cuochi di King, noi decidiamo il vostro destino, chi mangia e chi no, chi vive e chi muore” e alzando la testa al cielo scoppiò in una risata sguaiata.
Ren esplose.
“Ora basta” urlò mentre con lunghe falcate si avvicinava agli aguzzini.
“Come osate definirvi cuochi? Invece di sfamare opprimete la gente, il cibo è gioia, non sofferenza. Ora assaggerete la cucina di un vero chef.”
Ren contrasse i muscoli, la maglietta esplose lasciandolo coperto solo dal grembiule che vi nascondeva sotto.
“E tu chi sei?” chiese il capo cuoco.
“Sono colui che porrà fine a questo scempio” rispose Ren afferrando un Boucher dalla cintura.
“Uomini, friggete quell'idiota”
Gli sgherri non se lo fecero ripetere due volte, impugnarono un'accozzaglia di utensili da cucina e gli si avventarono contro.
Ren passò in mezzo a loro con velocità sovrumana, come un cameriere esperto costretto a farsi strada tra i tavoli, mulinando la piccola lama.
Sangue e brandelli di carne volarono in ogni dove, la lama mandava cantava la sua sete di sangue.
Al termine della corsa i volti degli avversari erano ridotti a dei teschi.
Ren non si voltò neanche per osservare i corpi che crollavano a terra senza vita.
“Preparazione completata” dichiarò pulendo accuratamente il Boucher.
Il capo cuoco strabuzzò gli occhi, gli sfinteri si rilassarono inondandolo di urina.
“Chi sei?” domandò per la seconda volta.
“Il mio nome è Ren. Renato della sacra scuola di cucina di O'strutto.”
“Non esistono più gli O'strutto, King li ha uccisi tutti.”
“Si sbagliava.” replicò afferrando un piccolo coltello da burro e facendo un guizzo con l'attrezzo.
“Ora vattene, dì al tuo padrone che Ren sta arrivando.”
Gli voltò le spalle e si diresse verso “mano fritta” e sua nipote.
“Sei un idiota a voltarmi le spalle” da sotto la giacca estrasse un Hamburger.
“Ho fatto quest'impasto con carne macinata e polvere da sparo, ha la forza esplosiva di una granata.”
Portò il braccio dietro la spalla e caricò il lancio.
“Stolto. Sei già morto. Quando ho estratto il secondo coltello ti ho lanciato un pezzo di guanciale, la piccola lacerazione che hai sul volto non ti dice niente?”
“No. Muori!”
“Il grasso contenuto nel guanciale si sta spandendo nel tuo corpo, ha raggiunto il cuore, tra pochi secondi le tue coronarie saranno bloccate dal colesterolo. Tre. Due. Uno.”
L'uomo si strinse le mani al petto, il volto distorto dal dolore e stramazzò a terra.
La folla lanciò un ovazione.
Ren non fece caso alla canzone che cominciarono a cantare in suo onore:
“Ren, sei tu.
Il nostro cuciniere.
Sceso come fulmine dal cielo...”
Gettò uno sguardo a Garzone che lo guardava ammirato e cantava con tutti gli altri quella stupida canzoncina. Sospirò e si inginocchiò accanto al vecchio.
La piccola Cecilia lo guardò con occhi adoranti.
“Puoi fare qualcosa”chiese con voce flebile.
“Deve metterci qualcosa sopra”
“Cosa?” domandò il vecchio.
“Beh, direi della maionese, con i nuggets è quello che ci vuole”.
“Ma sei pazzo!”
Ren non perse tempo a spiegare le proprietà idratanti dell'uovo e antisettiche del limone.
“Garzone, lo zaino.”
L'apprendista lasciò perdere i bagordi e appoggiò lo zaino accanto al maestro.
Con abilità afferrò un barattolo giallognolo e lo consegnò alla bambina.
“Credi in me, mettigliela per una settimana e guarirà.”
“Andiamo. King ci sta aspettando.”
Ren e Garzone percorsero le vie della città seguiti dalla piccola folla. La voce della loro vittoria si era sparsa in fretta e dalle finestre diroccate la gente li spiava sperando nel nuovo liberatore.
Le case divennero più fitte, i palazzi sembravano incombere malevoli , ma nessuno li disturbò.
Una piazza si aprì davanti a loro, due fila di colonne segnavano la strada verso una costruzione gigantesca. L'antica cattedrale era solo l'ombra del maestoso edificio di un tempo: la maggior parte dei doccioni erano distrutti, le piogge e il maltempo avevano tolto lucentezza ai marmi, il rosone centrale non esisteva più ed era stato sostituito con un cartello: “Qui si mangia da dio”.
Ren si voltò verso la folla che lo seguiva.
“Questa è la nostra missione, potremmo non uscirne vivi. Aspettate qui. Andiamo Garzone.”
“Come sono fortunato”replicò il giovane.
“Non ho capito.”
“Nulla maestro, sono onorato nel poterla seguire in questo compito suicida”
Ren annuì solenne, avanzò verso il gigantesco portone che si spalanco davanti a lui.
“Ho il vago sospetto che sia una trappola”
“Certo che lo è. Andiamo”
“Sti cazzi. Ehm volevo dire “come razzi”
I due entrarono nella cattedrale, i loro passi rimbombavano nella navata oscura.
Le luci si accesero improvvisamente abbagliandoli, un boato di mille voci li tramortì.
“Ed ecco che è arrivato il nostro sfidante, Renato della sacra scuola di O'strutto. Questo straniero è venuto a sfidare il nostro signore e padrone, il quasi divino Kiiiing. Ma prima di entrare nel vivo di questa puntata di 'Dominion Chef' lasciamo la parola ai concorrenti.”
La vista di Ren e Garzone si schiarì, nelle navate laterali erano posizionate delle immense gradinate gremite di spettatori che urlavano un solo nome: KING KING KING.
Un rumore assordante coprì le urla, il pavimento si spalancò e davanti a loro emerse una cucina perfettamente attrezzata.
“Ed eccolo, l'idolo di tutti noi, il desiderio di tutte le donne, l'eroe dei bambini: King!”
Una torre luminosa di erse di fronte a loro, su di essa un uomo emaciato vestito di bianco alzò le mani al cielo per ricevere l'ovazione che si scatenò.
“Ti aspettavo ultimo discendente della scuola di O'strutto, il tuo nome sparirà da tutti i ricettari, proprio come tuo padre.”
“Bene. Vedo che vuoi una sfida regolare. Ti umilierò e vendicherò mio padre. Vedremo chi sarà cancellato.”
I fischi del pubblico coprirono le ultime parole, ma Ren non diede peso alla cosa.
“Bene bene bene” tuonò il presentatore invisibile “gli sfidanti sono caldi, ricapitoliamo le regole.
Avete quindici minuti per preparare i vostri piatti e servirli, non sono ammessi edulcoranti artificiali e conservanti. I vostri assistenti potranno aiutarvi a recuperare gli ingredienti necessari”
Un gruppo di camerieri uscì dagli spalti spingendo una serie di pesanti frigoriferi posizionandoli alle spalle di Ren.
Il muro dietro King si aprì, mostrando a tutti una dispensa colma di prelibatezze.
“CHE LA SFIDA ABBIA INIZIO”
Le grida del pubblico fecero tremare i vetri della chiesa.
“Garzone” urlò Ren “Ricetta n°666. SUBITO”
“Maestro sei sicuro?”
“Muoviti, il tempo è tiranno” rispose, mentre estraeva dalla credenza un enorme pentola a pressione.
Garzone si mise alla ricerca forsennata degli ingredienti, aprì i frigoriferi rovistando furiosamente. Frutta, formaggi e innumerevoli cibi volarono in ogni dove, ma in pochi secondi Ren ebbe il necessario
La pentola a pressione era già sul fuoco, il maestro di O'strutto tritò verdure, sezionò carni ad una velocità inaudita, i coltelli erano lampi di luce, le sue mani ombre oscure che li guidavano.
Ren afferrò gli ingredienti e li gettò nella pentola rovente,serrò il coperchio e attese il fischio dell'ebollizione.
“Tecnica della cottura accelerata di O'strutto” urlò.
Si infilò una presina con dei simpatici motivi floreali e si mise ad agitare in maniera forsennata la pignatta. I muscoli si tesero allo spasimo, grosse gocce di sudore gli ricoprirono la fronte, il volto era contratto per lo sforzo immane a cui si stava sottoponendo.
“Ma cosa combina il nostro sfidante, forse il suo assistente potrà delucidarci.”
Garzone ricevette un microfono da una ragazza vestita da cameriera.
“Pronto pronto, prova prova” balbettò e rimase stupito del sentire la sua voce amplificata da giganteschi altoparlanti.
“Beh, la scuola di O'strutto ha sviluppato una tecnica speciale per accelerare la cottura dei cibi.
Lo scuotimento continuo aumenta la velocità delle molecole all'interno della pentola diminuendo il tempo di preparazione in maniera esponenziale, inoltre eseguita nella maniera corretta amalgama gli ingredienti, lasciando inalterate le proprietà organolettiche degli stessi.”
“Grazie, ora è tutto chiaro. Lasciamo lo sfidante al suo preannuciato fallimento e osserviamo il nostro campione”
Sul piano di lavoro di King tutto si muoveva a un ritmo molto più lento. Il quasi dio incideva con cura chirurgica, gli assistenti preparavano intanto un grosso vascone fumante.
“Osservate la grazia e la tecnica sopraffina di King, ma non voglio rovinare con le parole questo momento magico. Contempliamo e aspettiamo.”
Lo squillo del timer segnò la fine della preparazione.
“Sei pronto Ren?”strepitò King “Assaggia questo:sorbetto al limone molecolare.”
Dalle mani del re si staccò una sfera bianca immersa in un vapore gelido, l'aria intorno alla sfera si cristallizzò e la temperatura nella navata scese di diversi gradi.
Con una velocità al limite dell'assurdo, Ren infilò le mani nella sua pentola e agitandole a cerchio creò un ovale di un indefinibile color marrone.
“CASEULA PROTETTIVA”
Le due vivande impattarono a mezz'aria, l'onda d'urto fece cadere le prime file degli spalti.
Il sorbetto di King congelò lo strato esterno della casoula, la potenza del colpo creò una cupola di ghiaccio che avvolse Ren.
“RIPROPONI” urlò
Ren contrasse i muscoli possenti e spinse con tutte le sue forze. La sfera di sorbetto fermò la sua rotazione, per poi acquistarne una contraria e ripartire a velocità supersonica verso il campione.
“NOOOO” ma l'urlo venne troncato dall'esplosione gelida che deflagrò, distruggendo la cucina di King.
Il silenzio che ne seguì era quasi assordante. Ren crollò a terra esausto, ansimando vistosamente.
“Il piatto è servito”sussurrò prima di svenire.
“Ma che è successo?”domandò il presentatore.
Garzone con ancora il microfono in mano non fece tardare la risposta.
“La caseula è un piatto a base di verza e carne di maiale. Il grasso che vi è contenuto è un ottimo isolante e la verza è una verdura capace di resistere alle gelate. L'unione di questi ingredienti crea uno scudo impenetrabile dalle basse temperature. Ren aveva intuito l'attacco di King e ha risposto di conseguenza.”
“Ma com'è possibile che abbia riflesso il sorbetto molecolare”
“È un piatto molto pesante, la caseula si ripropone sempre, in qualche modo.”
La folla che prima osannava il quasi dio chiama Ren a gran voce.
Garzone intonò la canzone di Ren e il pubblico lo seguì.
Sollevarono il corpo esausto del nuovo campione e lo portano in trionfo, ringraziando per la nuova era di splendore che stava per sopraggiungere.
Tra le mura della cattedrale, riecheggiò una risata, “Tornerò Ren, tornerò.”
TO BE CONTINUED...
“Maestro. Maestro ho sete.”
Ren si riscosse dalla trance nella quale era sprofondato, nonostante le sue innumerevoli risorse era molto provato.
“Garzone,siamo quasi arrivati, tra poche ore potrai dissetarti”
Garzone scosse la testa per schiarirsi la vista, il caldo gli offuscava i sensi e più di una volta si era illuso di vedere un pozza d'acqua.
“Non credo di farcela”
“Potevi bere all'oasi un'ora fa” rispose Ren.
“Ma, ma non era un miraggio?”
“Certo che no.”
“Non poteva dirmelo? O almeno fermarci qualche minuto?”
Ren scrutò l'orizzonte, assumendo un'espressione arcigna.
“No! La meta è vicina. Non voglio perdere tempo.”
“Potrei morire se non bevo un goccio d'acqua. Non potrei prenderla dallo zaino?” replicò, indicando con la testa il voluminoso carico che portava sulle spalle.
“Quelli sono i miei sacri ingredienti. Hanno uno scopo più nobile che dissetare un assistente.
Comunque prendi questa” disse lanciandogli una pallina candida.
“Mangiala, ti aiuterà.”
Garzone si ficcò in bocca la piccola sfera, strabuzzò gli occhi e prese a tossire violentemente.
“Cosa mi ha dato?” bofonchiò senza fiato.
“Sale. Sale concentrato”
“Ma è pazzo.”
“Questa è la differenza tra un maestro e il suo allievo. Ogni cosa che mangiamo influenza il nostro corpo. Il sale aumenterà il richiamo dei liquidi a livello renale e intestinale. Se non subentra un'insufficienza renale dovresti sentire meno sete, oppure potresti morire. Sei giovane dovresti farcela.”
“Grazie maestro, perdona il tuo stupido discepolo.”
“Basta così. Andiamo.”
“Fottiti bastardo” sussurrò Garzone.
“Hai detto qualcosa?”
“Stavo lodando la sua benevolenza” replicò incamminandosi.
La città era ad un paio di dune di distanza, Ren sospirò ricordando che un tempo quella terra era una pianura verdeggiante, poi grazie a quegli stupidi reality di cucina, il mondo si era convinto che tutti potessero diventare grandi chef, e via ad una spasmodica produzione di cibo per ricette sempre più elaborate. Il risultato di quella follia era una quasi totale desertificazione del pianeta.
Ren distolse la mente da quei tristi pensieri.
“Maestro ci siamo.”
I palazzi si stagliavano all'orizzonte, grigi e decadenti, le uniche note di colore erano i giganteschi schermi che vi erano affissi sopra.
Dagli altoparlanti tuonava la voce della presentatrice.
“Ecco, questa è la ricetta di Mariella. Topo muschiato marinato con legna secca. Il costo? Nullo se riuscite ad acchiappare la bestiola.”
Un'imprecazione uscì dalle labbra di Ren e andò a perdersi nel vento. Strinse le mani sui manici dei coltelli, che gli pendevano dalla cintura, contenendo a stento la sua rabbia.
Senza proferir parola entrarono in città.
Una fila di persone li attendeva. Profughi, famiglie e morti di fame che cercavano un posto dove sopravvivere.
Un drappello di uomini si trovava in testa a quel serpente umano. Ren contò sei persone.
“Cosa? Per solo sei uova dovremmo concederti il lasciapassare? Odio gli spilorci. Punizione!” tuonò uno di loro, vestito con un grembiule bisunto e un toque blanche lurido sul capo, con la mano indicò la folla davanti a se.
“Spero che questo vi serva da lezione. Non vogliamo pezzenti in città”
Due energumeni afferrarono il vecchio e gli spinsero la mano in un miscuglio giallastro e poi nella farina.
“Nooo. Lasciate stare mio nonno” strepitò una vocina acuta.
“Vattene Cecilia!” ma la piccola era impietrita dal terrore, si chiudeva gli occhi con le mani e scuoteva il capo cercando di ignorare quell'orrore.
“Aiutatelo vi prego, aiutatelo” urlò tra le lacrime, che cominciarono a scendere come piccole gocce di rugiada.
Gli sgherri si scambiarono un sorriso maligno e infilarono la mano dentro la friggitrice, le urla dell'anziano e l'odore di fritto si diffusero nel aria.
“Questo è quello che vi succederà se non saremo compiaciuti.”
Gli energumeni sollevarono il vecchio mostrando a tutti un orribile nugget a forma di mano.
“Questo è il regno dei cuochi di King, noi decidiamo il vostro destino, chi mangia e chi no, chi vive e chi muore” e alzando la testa al cielo scoppiò in una risata sguaiata.
Ren esplose.
“Ora basta” urlò mentre con lunghe falcate si avvicinava agli aguzzini.
“Come osate definirvi cuochi? Invece di sfamare opprimete la gente, il cibo è gioia, non sofferenza. Ora assaggerete la cucina di un vero chef.”
Ren contrasse i muscoli, la maglietta esplose lasciandolo coperto solo dal grembiule che vi nascondeva sotto.
“E tu chi sei?” chiese il capo cuoco.
“Sono colui che porrà fine a questo scempio” rispose Ren afferrando un Boucher dalla cintura.
“Uomini, friggete quell'idiota”
Gli sgherri non se lo fecero ripetere due volte, impugnarono un'accozzaglia di utensili da cucina e gli si avventarono contro.
Ren passò in mezzo a loro con velocità sovrumana, come un cameriere esperto costretto a farsi strada tra i tavoli, mulinando la piccola lama.
Sangue e brandelli di carne volarono in ogni dove, la lama mandava cantava la sua sete di sangue.
Al termine della corsa i volti degli avversari erano ridotti a dei teschi.
Ren non si voltò neanche per osservare i corpi che crollavano a terra senza vita.
“Preparazione completata” dichiarò pulendo accuratamente il Boucher.
Il capo cuoco strabuzzò gli occhi, gli sfinteri si rilassarono inondandolo di urina.
“Chi sei?” domandò per la seconda volta.
“Il mio nome è Ren. Renato della sacra scuola di cucina di O'strutto.”
“Non esistono più gli O'strutto, King li ha uccisi tutti.”
“Si sbagliava.” replicò afferrando un piccolo coltello da burro e facendo un guizzo con l'attrezzo.
“Ora vattene, dì al tuo padrone che Ren sta arrivando.”
Gli voltò le spalle e si diresse verso “mano fritta” e sua nipote.
“Sei un idiota a voltarmi le spalle” da sotto la giacca estrasse un Hamburger.
“Ho fatto quest'impasto con carne macinata e polvere da sparo, ha la forza esplosiva di una granata.”
Portò il braccio dietro la spalla e caricò il lancio.
“Stolto. Sei già morto. Quando ho estratto il secondo coltello ti ho lanciato un pezzo di guanciale, la piccola lacerazione che hai sul volto non ti dice niente?”
“No. Muori!”
“Il grasso contenuto nel guanciale si sta spandendo nel tuo corpo, ha raggiunto il cuore, tra pochi secondi le tue coronarie saranno bloccate dal colesterolo. Tre. Due. Uno.”
L'uomo si strinse le mani al petto, il volto distorto dal dolore e stramazzò a terra.
La folla lanciò un ovazione.
Ren non fece caso alla canzone che cominciarono a cantare in suo onore:
“Ren, sei tu.
Il nostro cuciniere.
Sceso come fulmine dal cielo...”
Gettò uno sguardo a Garzone che lo guardava ammirato e cantava con tutti gli altri quella stupida canzoncina. Sospirò e si inginocchiò accanto al vecchio.
La piccola Cecilia lo guardò con occhi adoranti.
“Puoi fare qualcosa”chiese con voce flebile.
“Deve metterci qualcosa sopra”
“Cosa?” domandò il vecchio.
“Beh, direi della maionese, con i nuggets è quello che ci vuole”.
“Ma sei pazzo!”
Ren non perse tempo a spiegare le proprietà idratanti dell'uovo e antisettiche del limone.
“Garzone, lo zaino.”
L'apprendista lasciò perdere i bagordi e appoggiò lo zaino accanto al maestro.
Con abilità afferrò un barattolo giallognolo e lo consegnò alla bambina.
“Credi in me, mettigliela per una settimana e guarirà.”
“Andiamo. King ci sta aspettando.”
Ren e Garzone percorsero le vie della città seguiti dalla piccola folla. La voce della loro vittoria si era sparsa in fretta e dalle finestre diroccate la gente li spiava sperando nel nuovo liberatore.
Le case divennero più fitte, i palazzi sembravano incombere malevoli , ma nessuno li disturbò.
Una piazza si aprì davanti a loro, due fila di colonne segnavano la strada verso una costruzione gigantesca. L'antica cattedrale era solo l'ombra del maestoso edificio di un tempo: la maggior parte dei doccioni erano distrutti, le piogge e il maltempo avevano tolto lucentezza ai marmi, il rosone centrale non esisteva più ed era stato sostituito con un cartello: “Qui si mangia da dio”.
Ren si voltò verso la folla che lo seguiva.
“Questa è la nostra missione, potremmo non uscirne vivi. Aspettate qui. Andiamo Garzone.”
“Come sono fortunato”replicò il giovane.
“Non ho capito.”
“Nulla maestro, sono onorato nel poterla seguire in questo compito suicida”
Ren annuì solenne, avanzò verso il gigantesco portone che si spalanco davanti a lui.
“Ho il vago sospetto che sia una trappola”
“Certo che lo è. Andiamo”
“Sti cazzi. Ehm volevo dire “come razzi”
I due entrarono nella cattedrale, i loro passi rimbombavano nella navata oscura.
Le luci si accesero improvvisamente abbagliandoli, un boato di mille voci li tramortì.
“Ed ecco che è arrivato il nostro sfidante, Renato della sacra scuola di O'strutto. Questo straniero è venuto a sfidare il nostro signore e padrone, il quasi divino Kiiiing. Ma prima di entrare nel vivo di questa puntata di 'Dominion Chef' lasciamo la parola ai concorrenti.”
La vista di Ren e Garzone si schiarì, nelle navate laterali erano posizionate delle immense gradinate gremite di spettatori che urlavano un solo nome: KING KING KING.
Un rumore assordante coprì le urla, il pavimento si spalancò e davanti a loro emerse una cucina perfettamente attrezzata.
“Ed eccolo, l'idolo di tutti noi, il desiderio di tutte le donne, l'eroe dei bambini: King!”
Una torre luminosa di erse di fronte a loro, su di essa un uomo emaciato vestito di bianco alzò le mani al cielo per ricevere l'ovazione che si scatenò.
“Ti aspettavo ultimo discendente della scuola di O'strutto, il tuo nome sparirà da tutti i ricettari, proprio come tuo padre.”
“Bene. Vedo che vuoi una sfida regolare. Ti umilierò e vendicherò mio padre. Vedremo chi sarà cancellato.”
I fischi del pubblico coprirono le ultime parole, ma Ren non diede peso alla cosa.
“Bene bene bene” tuonò il presentatore invisibile “gli sfidanti sono caldi, ricapitoliamo le regole.
Avete quindici minuti per preparare i vostri piatti e servirli, non sono ammessi edulcoranti artificiali e conservanti. I vostri assistenti potranno aiutarvi a recuperare gli ingredienti necessari”
Un gruppo di camerieri uscì dagli spalti spingendo una serie di pesanti frigoriferi posizionandoli alle spalle di Ren.
Il muro dietro King si aprì, mostrando a tutti una dispensa colma di prelibatezze.
“CHE LA SFIDA ABBIA INIZIO”
Le grida del pubblico fecero tremare i vetri della chiesa.
“Garzone” urlò Ren “Ricetta n°666. SUBITO”
“Maestro sei sicuro?”
“Muoviti, il tempo è tiranno” rispose, mentre estraeva dalla credenza un enorme pentola a pressione.
Garzone si mise alla ricerca forsennata degli ingredienti, aprì i frigoriferi rovistando furiosamente. Frutta, formaggi e innumerevoli cibi volarono in ogni dove, ma in pochi secondi Ren ebbe il necessario
La pentola a pressione era già sul fuoco, il maestro di O'strutto tritò verdure, sezionò carni ad una velocità inaudita, i coltelli erano lampi di luce, le sue mani ombre oscure che li guidavano.
Ren afferrò gli ingredienti e li gettò nella pentola rovente,serrò il coperchio e attese il fischio dell'ebollizione.
“Tecnica della cottura accelerata di O'strutto” urlò.
Si infilò una presina con dei simpatici motivi floreali e si mise ad agitare in maniera forsennata la pignatta. I muscoli si tesero allo spasimo, grosse gocce di sudore gli ricoprirono la fronte, il volto era contratto per lo sforzo immane a cui si stava sottoponendo.
“Ma cosa combina il nostro sfidante, forse il suo assistente potrà delucidarci.”
Garzone ricevette un microfono da una ragazza vestita da cameriera.
“Pronto pronto, prova prova” balbettò e rimase stupito del sentire la sua voce amplificata da giganteschi altoparlanti.
“Beh, la scuola di O'strutto ha sviluppato una tecnica speciale per accelerare la cottura dei cibi.
Lo scuotimento continuo aumenta la velocità delle molecole all'interno della pentola diminuendo il tempo di preparazione in maniera esponenziale, inoltre eseguita nella maniera corretta amalgama gli ingredienti, lasciando inalterate le proprietà organolettiche degli stessi.”
“Grazie, ora è tutto chiaro. Lasciamo lo sfidante al suo preannuciato fallimento e osserviamo il nostro campione”
Sul piano di lavoro di King tutto si muoveva a un ritmo molto più lento. Il quasi dio incideva con cura chirurgica, gli assistenti preparavano intanto un grosso vascone fumante.
“Osservate la grazia e la tecnica sopraffina di King, ma non voglio rovinare con le parole questo momento magico. Contempliamo e aspettiamo.”
Lo squillo del timer segnò la fine della preparazione.
“Sei pronto Ren?”strepitò King “Assaggia questo:sorbetto al limone molecolare.”
Dalle mani del re si staccò una sfera bianca immersa in un vapore gelido, l'aria intorno alla sfera si cristallizzò e la temperatura nella navata scese di diversi gradi.
Con una velocità al limite dell'assurdo, Ren infilò le mani nella sua pentola e agitandole a cerchio creò un ovale di un indefinibile color marrone.
“CASEULA PROTETTIVA”
Le due vivande impattarono a mezz'aria, l'onda d'urto fece cadere le prime file degli spalti.
Il sorbetto di King congelò lo strato esterno della casoula, la potenza del colpo creò una cupola di ghiaccio che avvolse Ren.
“RIPROPONI” urlò
Ren contrasse i muscoli possenti e spinse con tutte le sue forze. La sfera di sorbetto fermò la sua rotazione, per poi acquistarne una contraria e ripartire a velocità supersonica verso il campione.
“NOOOO” ma l'urlo venne troncato dall'esplosione gelida che deflagrò, distruggendo la cucina di King.
Il silenzio che ne seguì era quasi assordante. Ren crollò a terra esausto, ansimando vistosamente.
“Il piatto è servito”sussurrò prima di svenire.
“Ma che è successo?”domandò il presentatore.
Garzone con ancora il microfono in mano non fece tardare la risposta.
“La caseula è un piatto a base di verza e carne di maiale. Il grasso che vi è contenuto è un ottimo isolante e la verza è una verdura capace di resistere alle gelate. L'unione di questi ingredienti crea uno scudo impenetrabile dalle basse temperature. Ren aveva intuito l'attacco di King e ha risposto di conseguenza.”
“Ma com'è possibile che abbia riflesso il sorbetto molecolare”
“È un piatto molto pesante, la caseula si ripropone sempre, in qualche modo.”
La folla che prima osannava il quasi dio chiama Ren a gran voce.
Garzone intonò la canzone di Ren e il pubblico lo seguì.
Sollevarono il corpo esausto del nuovo campione e lo portano in trionfo, ringraziando per la nuova era di splendore che stava per sopraggiungere.
Tra le mura della cattedrale, riecheggiò una risata, “Tornerò Ren, tornerò.”
TO BE CONTINUED...