Passi senza un domani - di Maurizio Bertino

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Peter7413
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Passi senza un domani - di Maurizio Bertino

Messaggio#1 » venerdì 24 giugno 2016, 0:47

Passi senza un domani

«Il fetore. Vi ucciderà il fetore!»
Il vecchio, seduto di fronte alla baita, osservava passare i cacciatori, in rigorosa fila indiana e silenziosi.
«Per Dio, figlioli! Mi spiegate perché state andando a cacciarlo? Vi ha per caso infastidito?»
Silenzio, la processione continuava. Fucili in spalla, giacchetta impermeabile per proteggersi dall’umidità della nebbia, sguardi determinati.
«Mai visto uno spreco peggiore in vita mia… Tornate in paese e lasciate stare ciò che dovreste lasciare stare!»
L’ultimo della fila si fermò, incerto.
«Il fetore?», chiese.
«Non hai studiato, ragazzo?», rispose il vecchio.
«Faccio solo quel che è giusto, signore.»
«E cos’è che è giusto, secondo te?»
«Difenderci dalla minaccia, queste creature ci hanno attaccato…»
«Attaccato? Ricordi la prima di cui s’è parlato? Prima ancora dei draghi e degli squali giganti?»
«Era il toro, se non sbaglio…»
«Se toro puoi chiamare quello che voi definite Bonnacon, sì, era un toro. E dov’era questo toro?»
«In un’arena, una corrida. Il torero lo stava infilzando, come in tutte le corride.»
«Vieni a sedere qui con me, figliolo.»
«Ma… La caccia… Sento i passi dei miei compagni sempre più distanti, devo raggiungerli.»
Indeciso, il ragazzo non si mosse, diviso tra le due vie: andare o restare.
«Va bene, ho capito. Rimani lì.» Gli concesse il vecchio.
«Solo qualche minuto, poi dovrò andare…»
«Non sia mai che ti faccia perdere la caccia a ciò che voi definite Tatzelwurm!»
«Così dicono che si chiami…»
«Torniamo alla prima creatura: sta ancora seminando terrore per l’Europa, se non sbaglio».
«Nessuno è riuscito a fermarla, signore…»
«Lo so. Ebbene, cosa gli stavano facendo nella corrida? Ripetilo.»
«La stavano infilzando, come si conviene in ogni regolare corrida…»
«E poi?»
«E poi, d’un tratto, le è spuntata una criniera e le corna le si sono rivolte all’indietro, s’è voltata e ha eiettato quella merda acida sul torero sciogliendolo prima ancora che lui potesse lasciar cadere il drappo rosso, un abominio.»
«E poi?»
«E poi è fuggita dall’arena seminando dietro di se morte e dolore…»
«Ma solo addosso a chi cercava di prenderla per ucciderla, non convieni?».
«Sì, vero. A chiunque cercasse di avvicinarsi, lei mostrava il deretano e lo scioglieva con le sue feci. Non potrò mai dimenticare quel video su youtube…»
Silenzio. Il vecchio si accese una pipa e ne tirò una lunga boccata, poi guardò verso il basso, verso il paese.
«Signore, non sento più i passi dei miei compagni, devo raggiungerli.»
«Se credi che il suo fiato sia letale, ti soffierà. Se sei convinto che la sua sola vista possa ucciderti, lo farà. Se pensi che il suo odore sia mortifero, lo annuserai e il fetore ti ammazzerà.»
«Signore?»
«Quelli che voi chiamate mostri lo sono solo perché tali li avete definiti e ora siete schiavi di ciò che pensate che essi siano.»
«Ci hanno attaccato, non facciamo altro che difenderci, signore!»
Il vecchio non gli rivolse più la parola preferendo concentrarsi sulla vista del paese di fronte a lui e sulla sua pipa. Il ragazzo decise infine di ripartire perdendosi nella nebbia, i suoi passi sempre più lontani, fino a scomparire nel nulla e per sempre.
Il fumo della pipa avvolse la figura che era stata del vecchio che, stanca, scosse la testa prima di dissolversi insieme alla nebbia per lasciare spazio alla vista di un monte illuminato dal sole, ma pieno dei corpi senza vita di un presente senza futuro.


Fine



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Andrea Partiti
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Re: Passi senza un domani - di Maurizio Bertino

Messaggio#2 » venerdì 24 giugno 2016, 20:27

Ho letto e riletto il tuo racconto, ma fatico davvero a trovare il tema. I mostri sono lo specchio dell'anima perché in qualche modo realizzano le paure delle persone, però è molto molto tirato.
Mi spiace per il povero Bonnacon, di cui avevo leggiucchiato durante la scelta delle creature, perché aveva grandi potenzialità per un racconto comico, gli escrementi corrosivi in primis. Quelle stesse potenzialità da racconto comico però lo rendono poco adatto a una storia dai toni più cupi come questa.
Il dialogo è piacevole e riesci a isolare facilmente i due personaggi estraendoli da un quadro più complesso. E' una cosa che fatico a fare scrivendo, quindi lo noto di più.
Il cacciatore sembra quasi convenientemente troppo ottuso e disinformato per poterci aggiornare sulla storia dei rapporti umani-mostri. Se avesse anche lui un ruolo attivo nella conversazione acquisterebbe di spessore e renderebbe più vivido lo scambio. Con ruolo attivo non intendo che parli o dica cose più interessanti, perché nel racconto è lui che ci racconta gran parte degli eventi, ma lo fa sempre su richiesta del vecchio, sempre in maniera pedante e un po' enciclopedica. Non ha una prospettiva morale sulla storia.

Come impressione generale, c'è un po' di indefinibile fiacchezza nel racconto, forse dovuta alla frustrazione da dover infilare due mostri così poco compatibili in un'unica storia, gettando al vento tante buone idee individuali.

"quello che voi definite" e "ciò che voi definite" è proprio brutto, chiamali col loro nome che tanto poi spieghi entro poco di cosa si tratta!

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angelo.frascella
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Re: Passi senza un domani - di Maurizio Bertino

Messaggio#3 » venerdì 24 giugno 2016, 23:58

Sono d'accordo con Andrea.
Il dialogo è scritto bene, ma il tema è sfiorato (nell'idea che i poteri venefici del mostro dipendono da quello che tu credi di lui).
Inoltre la presenza delle due creature mi sembra poco armonizzata e, nell'insieme il racconto è un po' fiacco.

In bocca al mostro

valter_carignano
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Re: Passi senza un domani - di Maurizio Bertino

Messaggio#4 » sabato 25 giugno 2016, 12:18

ciao
come detto nel mio commento al mio racconto (mi commento da solo, sarà il caldo....) io in fretta scrivo peggio del solito e ho difficoltà ad avere idee 'della misura giusta'. Quindi complimenti invece a te, che hai confezionato una scena unica della lunghezza giusta.
Il dialogo secondo me è molto buono, forse - ma opinione personale, non critica - più adatto a un'ambientazione un poco meno 'presente', già fosse stata a inizio '900 mi sarebbe sembrata più appropriata quanto a costruzione della frase e tono. Ma. ripeto, è solo un'opinione, anche perché in linea di massima evito giudizi categorici in situazioni come i contest 'a minuti', in cui non c'è il tempo per ripensare e rivedere. Forse c'è un po' di infodump, ma credo che fosse inevitabile, data la scelta coraggiosa di narrare tramite dialogo.

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Angela
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Re: Passi senza un domani - di Maurizio Bertino

Messaggio#5 » sabato 25 giugno 2016, 15:44

Secondo racconto che leggo e stavolta evito di sbilanciarmi usando i famosi pollici. Mi aspettavo il solito personaggio "di statura" (mi hai abituato male), invece stavolta il testo è più sottile, tanto è vero che per gran parte della narrazione mi sono chiesta dove fosse il tema.
L'incipit è interessante e trovo che tu abbia saputo incastrare molto bene i due mostri, anche se hai calcato la mano sul toro in particolare. Buone le descrizioni; sembra di vederli questi cacciatori che marciano "in fila indiana/fucili in spalla, giacchetta impermeabile", e il personaggio classico del vecchio che si accende la pipa e fa discorsi saggi.
Il tema, come ho già scritto in precedenza, è molto sottile e invita il lettore a fare una riflessione profonda. Trovo che sia un pregio, perché altrimenti si rischia di sottolineare l'ovvio e scadere nel famoso infodump.
Il tema è tutto qui "Se credi che il suo fiato sia letale, ti soffierà. Se sei convinto che la sua sola vista possa ucciderti, lo farà. Se pensi che il suo odore sia mortifero, lo annuserai e il fetore ti ammazzerà". Eccolo il famoso specchio dell'anima che ti restituisce ciò che sei.
Molto bene, Maurizio.
Uno scrittore è un mondo intrappolato in una persona (Victor Hugo)

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maria rosaria
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Re: Passi senza un domani - di Maurizio Bertino

Messaggio#6 » martedì 28 giugno 2016, 16:06

Ciao Maurizio.
Ottimo il dialogo tra i due. Concordo con Valter quando dice che sembra adatta a un contesto meno attuale di quanto il riferimento a Youtube induca a pensare. Non so perché, ma quando ho iniziato a leggere la storia, anche io ho avuto la sensazione che ci trovassimo in un’epoca indietro nel tempo, collocabile all’incirca ai primi del ‘900.
Per quanto riguarda la scrittura non mi sembra di aver notato difetti di alcun genere, anzi. E’ tutto molto scorrevole, fluido, con un ritmo perfetto. Il tema, purtroppo, mi sembra appena sfiorato: anche qui lo posso trovare nella raffigurazione di un mostro che diventa specchio di ciò che siamo, che vogliamo essere o che abbiamo paura di essere. Però, secondo me, non viene fuori nel modo migliore.
A presto.
Maria Rosaria

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Linda De Santi
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Re: Passi senza un domani - di Maurizio Bertino

Messaggio#7 » martedì 28 giugno 2016, 19:32

Ciao Maurizio!
Il tema è presente, anche se non in maniera marcata (l’idea che gli uomini si fanno dei mostri si riflette nella loro anima).
Il dialogo è ben scritto, ma in generale l’ho trovato vagamente meh. C’è un vecchio che cerca di far capire a un giovane che i mostri non sono quello che sembrano, ma senza dare veramente un’idea di ciò che questo significa. Il punto sembra essere: avete preso un abbaglio, morirete tutti. Beh… selezione naturale, verrebbe da dire! :) M’interesserebbe di più leggere quali sono le reali conseguenze di un mondo in cui gli uomini uccidono in base all’idea (sbagliata) che si fanno di chi è diverso da loro. Se questi mostri esistono, esisterà anche un equilibrio che viene infranto ogni volta che una creatura magica viene uccisa ingiustamente. Perché il mondo va così male? Forse proprio perché uccidiamo gli altri credendo che siano cattivi?
Non so se sono riuscita a chiarire bene quello che intendo :)
In generale è una buona prova, ma a mio parere gli manca quel qualcosina in più per essere davvero brillante.
A presto! :)

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AmbraStancampiano
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Re: Passi senza un domani - di Maurizio Bertino

Messaggio#8 » martedì 28 giugno 2016, 23:35

Ciao Maurizio,
il tuo dialogo apre una bella prospettiva su un mondo molto interessante ed è ben scritto, anche se concordo con Andrea riguardo lo squilibrio tra i due interlocutori.
Il punto è che un mondo in cui gli uomini prendono le armi contro i mostri che li attaccano, forse meritava di essere mostrato più che raccontato attraverso un dialogo, per di più ambientato nella nebbia. Come a dire, mi sono inventato questo popò di mondo ma non ve lo faccio vedere neanche come sfondo sul paesaggio :P
Ho qualche perplessità anche riguardo al vecchio: chi è? Perché gli interessa dissuadere i giovani dalla loro guerra contro i mostri? Cosa ne ricava? Perché sta fermo su questa montagna a guardare la fila? (mi era venuta anche una facile battuta sul vecchio 2.0, che invece di commentare i cantieri guarda le file. Spero che tu non te la prenda :) )
Insomma, il mondo SI, la storia anche, il dialogo va bene, l'interpretazione del tema mi piace molto, ma forse la scena che hai scelto di narrarci non è la migliore per farmi amare questo racconto, a differenza di moltissimi altri che hai scritto.
Mi complimento comunque per come ci hai reso anche l'ambientazione del bosco con la nebbia, l'inquietudine del ragazzo che ascolta i passi dei compagni, l'atmosfera cupa che riesci a comunicare. E anche qui concordo con Andrea, il mostro con le feci urticanti mal si sposa a tutto questo.
Credo che il tuo sia un testo di pregio, che però andrebbe rivalutato e "splittato": da un lato il mostro toro urticante, la corrida, youtube e i moti degli umani contro i mostri, dall'altro il vecchio saggio della nebbia che apostrofa i passanti.
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

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Rionero
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Re: Passi senza un domani - di Maurizio Bertino

Messaggio#9 » giovedì 30 giugno 2016, 9:44

Ciao Maurizio,

Costruisci un mondo molto interessante, mostri in rivolta contro l'umanità in un presente alternativo (youtube...) ma lo lasci nelle parole di un dialogo che di fatto si limita ad informarci su quanto hai creato. Non riesco inoltre a capire bene quale sia lo scopo del vecchio, dal momento che non mi sembra così interessato a salvarli né a spaventarli (oltretutto il bell'attacco sul fetore si scontra in parte con la frase che spiega come "funzionano" i mostri o sbaglio?), né del ragazzo che in effetti rimane una figura utile solo a ricevere le informazioni (che già conosceva) del vecchio...un po' passivamente

Inoltre non mi è chiarissimo come hai affrontato il tema: i mostri sarebbero lo specchio dell'anima degli uomini in quanto diventano le loro paure? Ma allora che senso ha parlare dell'episodio del primo mostro che non sembra connotato con la paura? Il torero aveva paura che il Toro lo uccidesse con le sue feci urticanti?

Peccato perché il mondo era molto molto interessante e anche il setting da brughiera e mistero poteva funzionare!

Evandro
Messaggi: 106

Re: Passi senza un domani - di Maurizio Bertino

Messaggio#10 » giovedì 30 giugno 2016, 14:07

Ciao Maurizio, secondo me hai inserito bene i due mostri nel racconto: un compito difficilissimo; bisogna rileggere alcuni passaggi, ma alla fine tutto torna, almeno per me. Tuttavia il tema non sembra rispettato, o forse lo è nella tua mente, ma non ben esplicato nel racconto. E se non volessi esplicarlo avresti dovuto farcelo capire in qualche altro modo. Tra l'altro l'ambientazione è ben riuscita, stona un pochino la citazione a Yuotube, che spezza un po' l'incanto, e il ragazzo cacciatore che tutto sommato sembra il necessario figurante per estrarre le informazioni. Certamente scrivi bene, non ho riscontrato refusi. Il finale mi è sembrato buono.

Alexia
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Re: Passi senza un domani - di Maurizio Bertino

Messaggio#11 » giovedì 30 giugno 2016, 18:28

A parte il tema del riflesso dell’anima, che non è stato approfondito, il tuo racconto mi ha colpita a affondata… mi hai coinvolto dalla rima riga, il vecchio, il suo modo di parlare… vedevo la scena, ero dentro la tua storia. C’è mistero, ironia, intreccio… anche molti messaggi fra le righe, molte interpretazioni. Una storia che profuma di antico e di futuro nello stesso tempo, una chicca weird.

Alexia

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erika.adale
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Re: Passi senza un domani - di Maurizio Bertino

Messaggio#12 » giovedì 30 giugno 2016, 21:44

Ciao Maurizio,
il tuo racconto mi ha fatto pensare alle atmosfere di Buzzati, in particolare a quel racconto che parlava dell'ultimo drago (non ricordo precisamente il titolo). Forse è stata questa forte suggestione che mi ha portato un po' fuori strada perché, leggendo gli altri commenti, ho la sensazione di aver interpretato il tutto in modo sbagliato: quando il vecchio parla della corrida, dapprima ho pensato che il toro si sia trasformato in mostro perché torturato dal matador. Quindi ho inteso che lo "specchio dell'anima" sia la crudeltà gratuita, che viene riflessa indietro sotto forma di feci urticanti o fiato fetente. Nella mia visione iniziale, se il cacciatore avesse fatto una carezza al Bonnacon, questo si sarebbe trasformato in un tenero vitellino. Ma forse ho sbagliato, perché il vecchio poi non la mette in questi termini: dice che quanto ti aspetti ci sarà. Che è un concetto un po' diverso. Il ragazzo non lo capisce del tutto e, francamente, ho qualche difficoltà anch'io.
Il racconto è ben scritto e di grande impatto, ma mi sono un po' persa, lo ammetto.

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