Union jack eyes - Giuseppe Gangemi

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giuseppe.gangemi
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Union jack eyes - Giuseppe Gangemi

Messaggio#1 » venerdì 24 giugno 2016, 0:58

Era seduto in giardino e fissava il liquido della tazza quasi fosse in meditazione. Ogni tanto con la mano sinistra si lisciava gli spessi baffi neri
Dalla porta dell'abitazione uscì una donna con una leggera veste bianca che si andò a sedere acconto all'uomo. "James, bevi il tè che si fredda."
"Ero immerso nei ricordi Elisabeth" disse l'uomo e in pochi sorsi svuotò la tazza.
"Pensavi all'India?"
James sbuffò, ma poi rispose alla moglie: "Le immagini dei giorni della rivolta indiana non lasceranno mai la mia testa." Si alzò, prese la sua giacca da ufficiale poggiata sulla sedia, l'indossò e poi afferrò il moschetto Enfield sul muretto alle sue spalle "Vado, la regina Vittoria vuole una mia risposta."

Uscì di casa e si diresse verso il palazzo reale. Non sapeva ancora che risposta dare alla regina.
Camminò per un lungo tragitto. Le strade erano piene di immondizia e la gente si affaccendava nelle più varie attività. Londra sembra Mumbai pensò
I fatti di cronaca che avevano funestato la città nelle settimane e nei mesi precedenti non sembravano aver minato il centro dell'impero britannico.
Poi risuonò un urlo. La gente si guardò intorno non capendo da dove provenisse quel grido disperato. Poi ci fu un altro urlo e tutti volsero lo guardo verso una stradina a lato.
James ordinò alla gente di farsi da parte e imbracciando il moschetto entrò correndo nella viuzza.
Dopo non molto vide in lontananza una figura scura china su una donna insanguinata riversa a terra.
James si fermò cercando di capire cosa fosse quell'essere. Era una specie di umanoide di altezza superiore a quella di un inglese medio e il volto reso irriconoscibile da numerose cicatrici.
Il militare mirò con l'arma alla testa del demone. Questo alzò il capo versò l'uomo che rimase pietrificato. La creatura fissò con in suoi occhi infuocati il soldato di sua maestà. Poi emise una lunga risata infernale e compì un gesto atletico che nessun uomo sulla terra sarebbe mai stato in grado di fare: senza neppure piegarsi sulle ginocchia spiccò un salto che aveva del miracoloso.
Fece un balzo di dieci metri e atterrò sulla cima del palazzo. Fissò di nuovo con i suoi occhi rossi James e poi si voltò dall'altra parte cominciando a correre e a saltare sui tetti di Londra.
James dopo un iniziale senso di sbandamento e di paralisi incominciò a seguire il mostro.
Più volte il soldato prese la mira e sparò, ma a ogni tentativo il demone riusciva a evitare il colpo saltando ogni volta sul palazzo dall'altro lato della strada.
Nonostante la velocità e l'agilità del mostro James riusciva a non farsi distanziare. Quell'inseguimento cominciava a esaltarlo, l'antica furia che nell'ultimo periodo aveva cercato di soffocare stava riemergendo. Gli occhi rossi del demone saltatore ora erano anche i suoi.
Era riuscito quasi a raggiungerlo e già pregustava il momento in cui gli avrebbe fatto esplodere la testa come aveva fatto con numerosi sepoy in India anni prima.
In quell'istante però la sua furia fu costretta ad arrestarsi: un omnibus trainato da cavalli gli tagliò la strada.
Quando James ebbe di nuovo il passaggio libero per continuare l'inseguimento il demone era già sparito e si potevano udire soltanto i suoi ghigni che andavano scemando.
Rimase qualche istante al centro della strada cercando di riprendere un po' fiato, poi si rimise il moschetto in spalla e si diresse dalla regina Vittoria con passo deciso: aveva visto in Jack il saltatore il suo vero io e aveva preso la sua decisione.


James era sulla prua del vascello e impugnava il suo fedele moschetto Enfield. I suoi demoniaci union jack eyes scrutavano il porto di Mumbai sempre più vicino.



valter_carignano
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Re: Union jack eyes - Giuseppe Gangemi

Messaggio#2 » sabato 25 giugno 2016, 13:40

ciao
come detto nel mio commento al mio racconto (mi commento da solo, sarà il caldo....) io in fretta scrivo peggio del solito e ho difficoltà ad avere idee 'della misura giusta'. Quindi complimenti invece a te, che hai confezionato una vicenda compiuta.
Personalmente, siccome avevi ancora un bel po' di caratteri, avrei approfondito la sua missione, il perché doveva essere così sanguinario per svolgerla e cose simili. Avevi già dato riferimenti storici puntuali, magari avresti potuto metterne qualcuno in più (sempre come opinione mia, non come critica).
Mi sembra molto buona la scena dell'inseguimento, ottimo ritmo. Complimenti.

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Andrea Partiti
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Re: Union jack eyes - Giuseppe Gangemi

Messaggio#3 » sabato 25 giugno 2016, 16:07

Ciao!

La scena di inseguimento è ben sviluppata, non annoia anche se non succede nulla di particolare e la usi per inserire le riflessioni di James senza farle sembrare un infodump ma anzi, rendendole positive perché spezzano il ritmo quando serve una pausa.
Non riesco però a capire la storia sottintesa, per quanto ci abbia provato e fatto ricerche casuali. Sospetto che ci sia un contesto storico che conosco male in cui dovrei incastrare la scena, qualche missione celebre in India ordinata dalla regina Vittoria. La associo ai moti indiani, per via di Salgari che ce ne ha parlato (ok, ok, le mie fonti non sono delle più autorevoli...), ma l'allusione ai sepoy uccisi in passato mi fa pensare che il tuo racconto sia ambientato dopo quegli eventi.

Un unico appunto di coerenza: prendere il moschetto per andare a parlare alla regina? Meh, non credo sia etichetta. Non sarebbe partito per la sua missione subito dopo, casa-inseguimento-regina-nave, possiamo immaginare una breve tappa per fare i bagagli, implicita!

Siccome il racconto mi è piaciuto, aspetto altri commenti per fare più luce su quel che non ho capito!

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giuseppe.gangemi
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Re: Union jack eyes - Giuseppe Gangemi

Messaggio#4 » sabato 25 giugno 2016, 17:16

Ciao Valter ciao andrea, grazie per i commenti.
Avete ragione avrei dovuto usare più caratteri per chiarire alcuni punti. Sarebbe bastato dire che James ha accettato la carica di governatore, la guida di un reggimento o qualche carica importante nell'amministrazione britannica in India e forse avrei risolto il punto senza alludere a qualche avvenimento ben più importante.
Alcune anomalie da voi segnalate sono dovute al fatto che ero partito da un idea steampunk e poi ho virato su qualcosa di più storico.
Questa Vittoria atipica che riceve soldati armati è dovuta al fatto che nel pomeriggio ho letto un po' di racconti steampunk e avevo un po' fantasticato.
A me piace Salgari e dopo il tuo commento Andrea, penso che potrei costruire il James della mia storia sul modello di James Brooke Rajah di Sarawak.

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Angela
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Re: Union jack eyes - Giuseppe Gangemi

Messaggio#5 » domenica 26 giugno 2016, 10:58

La tua mi sembra un'ottima idea e una buona trama che a mio avviso avrebbe avuto bisogno di più caratteri per essere sviluppata. Non è una critica, anzi, il racconto mi ha talmente interessata e incuriosita che avrei voluto conoscere meglio il contesto.
Ho apprezzato molto la collocazione storica che, come qualcuno ha scritto nei commenti, riporta ai romanzi di avventura di Salgari. Buona anche l'introduzione del mostro con il salto spettacolare e la fuga rocambolesca. Hai scelto un'interpretazione personale del tema che ti invidio (Gli occhi rossi del demone saltatore ora erano anche i suoi), inoltre hai scelto un finale aperto (li adoro!).
Passiamo alle critiche (le sviolinate fanno piacere, ma solo un commento circostanziato aiuta a migliorare).
Comincio con il dire che ho trovato troppi aggettivi nel testo. Evito di andarmeli a cercare, ti giro solo ciò che un bravo scrittore mi disse durante un corso di scrittura creativa: "più uno scrittore è bravo, meno aggettivi usa".
Un appunto sul testo:
"Era una specie di umanoide di altezza superiore a quella di un inglese medio e il volto reso irriconoscibile da numerose cicatrici. Il militare mirò con l'arma alla testa del demone"
Prima parli di umanoide e il lettore fa un certo tipo di discorso, poi improvvisamente citi il demone.

Comunque, una bella idea, molta azione, tema centrato. Un lavoro piacevole da leggere.
Bene.
Uno scrittore è un mondo intrappolato in una persona (Victor Hugo)

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erika.adale
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Re: Union jack eyes - Giuseppe Gangemi

Messaggio#6 » domenica 26 giugno 2016, 22:33

Ciao Giuseppe,
hai scelto un mostro interessante e l'hai inserito nel suo contesto "naturale", cioè l'Inghilterra vittoriana: ha fatto bene perché l'insieme che hai costruito è assai intrigante. La scena d'azione è ben gestita e appassionante, un vero susseguirsi di "show" senza una briciola di "tell", che mi ha coinvolto molto. Come qualcuno ha già notato, più che una storia a sé stante, potrebbe essere un ottimo incipit di una novella ben più lunga.
Solo qualche osservazione, che mi permetto perché ti sei gettato su un periodo storico che amo molto e che conosco più di altri ( ma è ovvio che in questo tipo di contest a tempo, alcune sbavature siano inevitabili).
-Parlando con la moglie, James non avrebbe detto "la regina Vittoria" (scontato nel periodo storico e un po' maleducato da parte di un ufficiale) ma avrebbe fatto riferimento solo a "Her Majesty", Sua Maestà.
- Non avrebbe parlato di Mumbay ma avrebbe detto "Bombay". Il nome Mumbay è stato modificato negli anni novanta del XX secolo proprio per rifiutare la dizione imposta dalla colonizzazione inglese.
- Il moschetto Enfield richiedeva un complesso processo di caricamento (non sono un'esperta di armi, lo ricordo solo perché il grasso animale che avvolgeva le cartucce è stata la scintilla che ha fatto scoppiare la rivolta dei sepoys):ogni proiettile andava morso, aperto, gettato nella canna del fucile e pressato. Questo comporta un tempo piuttosto lungo di preparazione di ogni colpo, quindi la scena di Jack che salta sui palazzi versus James che spara andrebbe rivista un poco in quest'ottica (perché credo che il demone saltatore avrebbe fatto in tempo a scomparire nel tempo in cui l'ufficiale esplodeva il primo colpo).
Se ti va, comunque, trasforma il tutto in una storia di maggior respiro: potrebbe meritarlo.

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giuseppe.gangemi
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Re: Union jack eyes - Giuseppe Gangemi

Messaggio#7 » domenica 26 giugno 2016, 22:59

Ciao Angela grazie del commento e dei complimenti, lavorerò sugli aggettivi.


Ciao Erika, contento di ricevere un tuo commento dopo tanto tempo, sono Peppino che hai incrociato sulla tela nera. Gli ultimi due punti da te segnalati sono da rivedere. Avevo appunto pensato a degli sberleffi da parte di Jack verso James durante la ricarica del moschetto.
Sì continuerò la storia.

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maria rosaria
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Re: Union jack eyes - Giuseppe Gangemi

Messaggio#8 » martedì 28 giugno 2016, 16:08

Ciao Giuseppe.
La scena della rincorsa del demone per le vie della città è sicuramente uno dei punti di forza di questo racconto oltre a una scrittura molto curata.
Il mostro è lo specchio dell’anima, così mi sembra di intuire: una soluzione già adottata da altri e che, se pur corretta, qui non mi soddisfa del tutto. Forse perché manca un po’ di vissuto del protagonista che possa far comprendere la trasfigurazione di James nel demone. Non so.
Complessivamente un buon racconto.
A presto.
Maria Rosaria

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Rionero
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Re: Union jack eyes - Giuseppe Gangemi

Messaggio#9 » mercoledì 29 giugno 2016, 10:09

Ciao Giuseppe,

Dopo una prima lettura volevo iniziare il commento dicendo che non riuscivo a capire a pieno come fosse stato toccato il tema...ma mi devo ricredere, nella seconda lettura a mente fresca ho colto e apprezzato l'utilizzo del mostro come specchio dell'anima del soldato.

Inoltre per me partivi con punti bonus per la scelta dell'ambientazione: adoro i racconti ambientati in epoca vittoriana, soprattutto se sfociano nell'horror/fantastico/steampunk. Ecco, magari dato il mostro e l'introduzione degli orrori della guerra avrei calcato ancora più la mano su questi elementi tirando fuori uno scintillante Penny Dreadful.

Passando alle critiche che magari sono più utili dei complimenti: l'incipit mi sembra debole, non solo nel ritmo, ma anche perché sembra fallire sia nel compito di caratterizzare l'ambientazione (il dovuto Her Majesty che ti hanno fatto notare sarebbe già d'aiuto) che in quello di introdurre il personaggio. Anzi il problema che ho avuto è anche che all'inizio sembra un uomo stufo della violenza e poi dopo poche righe ha gli occhi da demone...e che in tutto ciò non si capisce che va a fare dalla Regina - tanto che il fatto che ci stia andando in effetti in moschetto passa in secondo piano.

Personalmente mi sembra arrancare anche l'inizio dell'inseguimento tra ripetizioni, frasi fin troppo spezzate e soggetti che si rimpallano: in cinque righe per definire il protagonista parli di "militare...uomo...soldato", poi riprendi uomo come termine generico per paragonarlo al salto di Jack a cui dedichi addirittura tre frasi con tre diversi termini "gesto atletico...salto...balzo".

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Linda De Santi
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Re: Union jack eyes - Giuseppe Gangemi

Messaggio#10 » mercoledì 29 giugno 2016, 18:41

Ciao Giuseppe!
La scena dell'inseguimento, che occupa la parte centrale del racconto, è particolarmente ben riuscita.
L'inizio e la fine invece sono un po' deboli, secondo me: la prima scena mi dà l'idea di essere abbozzata, c'è un dialogo con la moglie che potrebbe essere riconvertito in un flusso di coscienza mentre il protagonista si sta recando dalla regina (il personaggio della moglie in sé è abbastanza inutile), mentre il finale è a malapena accennato. Probabilmente con più caratteri a disposizione saresti riuscito a rendere il tutto un po' meno compresso. Comunque è un racconto piacevole da leggere, e tema e mostro per me sono entrambi ben inseriti.

Evandro
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Re: Union jack eyes - Giuseppe Gangemi

Messaggio#11 » giovedì 30 giugno 2016, 15:09

Ciao Giuseppe, a causa di mie probabili lacune non riesco a commentare il tuo racconto. Non capisco il nesso fra il mostro e James. Non capisco che cosa c'entra il mostro nel racconto. L'inseguimento e l'appuntamento con la regina sono due racconti separati. Mi spiego: considero il tuo racconto un ottimo prologo in chiave weird per un romanzo steampunk. Lo stesso racconto, secondo me, doveva appartenere al genere steampunk (così come da te menzionato nei commenti). Hai rispettato il tema con lo stesso metodo che ho utilizzato io, nel modo più diretto possibile: il mostro è lo specchio dell'anima del protagonista. Ci sono un paio di refusi rimediabili (manca il punto alla fine del primo paragrafo e “fissò con in suoi occhi”). Se avrai modo di sviluppare il racconto sarà un'ottima mossa. Io ci metterei un'ambientazione ispirata a “Le meraviglie del duemila” di Salgari.

Alexia
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Re: Union jack eyes - Giuseppe Gangemi

Messaggio#12 » giovedì 30 giugno 2016, 23:51

La storia non è male, ho sentito il profumo di una Londra vittoriana, ho avuto la percezione di sentire fra le righe le storie di Jack lo squartatore, Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde… ma ci sono problemi di narrazione e alcuni refusi che influiscono sulla dinamicità del testo, abbassando l’adrenalina, spazzando via il mostrato, arrivando più a una storia narrata, difficile da sentire e vedere.
Elimina i “poi”, spingi sull’azione!
Ti faccio alcuni esempi:
1: Era seduto in giardino e fissava il liquido della tazza quasi fosse in meditazione. Ogni tanto con la mano sinistra si lisciava gli spessi baffi neri
2: Fissava il liquido della tazza quasi fosse in meditazione. Con la mano sinistra si lisciava gli spessi baffi neri.
1: James si fermò cercando di capire cosa fosse quell'essere. Era una specie di umanoide di altezza superiore a quella di un inglese medio e il volto reso irriconoscibile da numerose cicatrici.
2: James si fermò cercando di capire chi o cosa avesse di fronte. Era un umanoide, il volto reso irriconoscibile da numerose cicatrici.
1: Poi emise una lunga risata infernale e compì un gesto atletico che nessun uomo sulla terra sarebbe mai stato in grado di fare: senza neppure piegarsi sulle ginocchia spiccò un salto che aveva del miracoloso.
2: Emise una lunga risata infernale e spiccò un salto che aveva del miracoloso.

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AmbraStancampiano
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Re: Union jack eyes - Giuseppe Gangemi

Messaggio#13 » venerdì 1 luglio 2016, 16:12

Ciao,
credo che tu abbia avuto un'ottima idea riguardo all'interpretazione del tema e alla storia, ho apprezzato molto l'ambientazione vittoriana ricca di dettagli e lo spirito steampunk del racconto.
Ci sono tuttavia una serie di imperfezioni che lo rendono un po' difficile da leggere e comprendere, oltre che qualche ingenuità: ti hanno già segnalato la cascata di "poi", "dopo che" ecc.ecc., che spezzano la lettura e risultano davvero molto ripetitivi.
Non credo che permetterebbero a nessuno di andare a trovare la regina armato di moschetto, e in generale mi risulta strano che il tuo personaggio possa avere udienza con la regina: se è un nobile o un generale non ce lo dici, e per i gradi meno alti dell'esercito era estremamente difficile ottenere un colloquio con sua maestà. Che il tuo protagonista sia speciale lo capiamo al momento dell'inseguimento, ma forse avresti dovuto darci prima qualche cenno sulla sua importanza.
Ultimo appunto, che probabilmente deriva più da gusti personali che da un vero e proprio errore: se non utilizzi un pov interno, conviene sempre presentarci il tuo protagonista col nome o con un'immagine completa. Il tuo racconto inizia con
Era seduto in giardino e fissava il liquido della tazza quasi fosse in meditazione. Ogni tanto con la mano sinistra si lisciava gli spessi baffi neri

Non esplicare il soggetto nella prima frase dell'incipit è un po' antipatico e controproducente, perché da lettrice mi chiedo di chi stiamo parlando e mi agganci con irritazione e non con curiosità. Molto più spesso, invece, non mi agganci e basta.
Se proprio non vuoi dirmi subito il nome di James perché ti piace l'idea di descrivercelo e poi di farlo chiamare alla moglie, almeno potresti cominciare la frase d'incipit con qualcosa come "L'ufficiale" o "l'uomo" o la parola che secondo te può descrivere meglio la sua figura.
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

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Peter7413
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Re: Union jack eyes - Giuseppe Gangemi

Messaggio#14 » venerdì 1 luglio 2016, 20:59

Ho apprezzato molto come hai declinato il tema, bella intuizione. Il finale però è troppo affrettato è non riesce a tirare le fila di quanto hai preparato fino a quel punto, a partire dal fatto che non si capisce cosa vada a fare in India. Occhio che per ottenere il massimo da questo racconto credo che tu debba andare a rimpolpare anche la parte iniziale perché il tutto si gioca nell'anima e nell'essenza del protagonista di cui tu, vero,ci dici essere tribolato, ma non ce lo fai vivere. Lavora di più su di lui e sistema il finale e vedrai che signor raccontone verrà fuori.

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