L'ultimo esemplare - New Arena Edition - 2571
Inviato: domenica 3 luglio 2016, 15:39
Arturo entrò nel piccolo ufficio e scrutò la donna che lo attendeva. Le guance tonde, gli occhiali sulla punta del naso, il golfino infeltrito le conferivano l’aspetto di una maestra di paese di altri tempi. Sorrideva con dolcezza, increspando di rughe il viso senza trucco.
-Buonasera. Io sono Luisa. –
Le porse la mano, a disagio. Si aspettava un interlocutore diverso, non quella donnina che sembrava appena uscita da messa.
- Mi hanno detto che…ma, no. Sbagliavano. Vado, mi scusi.-
Luisa lo trattenne, stringendogli la mano fra i palmi tiepidi.
-Stia tranquillo. E’ nel posto giusto. Un nostro caro amico mi ha raccontato di lei.-
- Sì, mi ha parlato di voi il professor…-
Luisa avvicinò alle labbra un dito, come a imporre silenzio a un bimbo.
- Nessun nome. Nessun titolo. Solo amici. -
Era di certo uno scherzo. O un sogno. Ma ormai tanto valeva arrivare fino in fondo.
-Quanto mi verrebbe a costare?-
La donna afferrò un notes e una matita e scrisse tre numeri. Poi strappò il foglietto e lo appallottolò.
- Mila?-
-Sì. E’ l’ultimo esemplare.-
Peggio di uno scherzo, era una truffa.
-Ma se lei…se io non le...- La frase gli si seccò nella gola.
-Se l’esito non fosse quello sperato, le renderemo la somma.-
-Ma voi, in quale esito sperate?-
Luisa sorrise, poi unì le mani come in preghiera.
- Desideriamo ardentemente che la razza di queste sublimi creature sopravviva al nostro arido tempo. E l'unica strada per farlo, come spesso capita, resta la passione. Come la sua. -
- Una passione pericolosa. Secondo alcune teorie, dopo, loro...-
- Tutte le passioni sono pericolose. E nessuno si è mai pronunciato in modo univoco.-
- Non ho garanzie.-
- Se ne conosce la natura, capirà che non ne abbiamo neanche noi.-
Si fissarono negli occhi a lungo, nessuno dei due abbassò lo sguardo.
Poi l’uomo estrasse dalla tasca il libretto degli assegni e chiese una penna.
Si avviarono lungo un corridoio odoroso di cloro.
-Devo mettermi in costume da bagno?-
-Può stare come preferisce. Anche nudo, non si scandalizzerà.-
Raggiunsero una parete di vetro, che permetteva di scrutare nell’enorme vasca azzurrina.
-Può usare la scaletta per entrare. Io mi allontano, la realizzazione dei sogni non richiede testimoni.-
Arturo si spogliò completamente ed entrò nell’acqua tiepida. Nuotò verso il centro della piscina, poi immerse la testa tenendo gli occhi aperti e vide solo il fondale bianco, sfocato dall'acqua. Era solo. Truffato e solo.
Si distese sul dorso e chiuse gli occhi. Ripensò alle letture che avevano turbato la sua infanzia, alla malinconia di Andersen, al romanticismo de “Il pescatore e la sua anima” di Wilde, a Ulisse legato all’albero maestro, mentre i compagni si turavano gli orecchi con la cera. Il sogno che si trasformava in passione. La passione che si tramutava in ossessione. Era un pazzo, avrebbe dovuto spendere quei soldi in cure psichiatriche.
Poi una vibrazione gli sfiorò le spalle e con la coda dell’occhio scorse un guizzo argenteo.
Più tardi Luisa digitò un numero al cellulare.
- Sì, un ottimo cliente. Un vero cultore, si vedeva dallo sguardo. L'ho trovata davvero soddisfatta. Dobbiamo dare una ripulita alla vasca ma, se siamo fortunati, lei non sarà più l’ultimo esemplare.
-Buonasera. Io sono Luisa. –
Le porse la mano, a disagio. Si aspettava un interlocutore diverso, non quella donnina che sembrava appena uscita da messa.
- Mi hanno detto che…ma, no. Sbagliavano. Vado, mi scusi.-
Luisa lo trattenne, stringendogli la mano fra i palmi tiepidi.
-Stia tranquillo. E’ nel posto giusto. Un nostro caro amico mi ha raccontato di lei.-
- Sì, mi ha parlato di voi il professor…-
Luisa avvicinò alle labbra un dito, come a imporre silenzio a un bimbo.
- Nessun nome. Nessun titolo. Solo amici. -
Era di certo uno scherzo. O un sogno. Ma ormai tanto valeva arrivare fino in fondo.
-Quanto mi verrebbe a costare?-
La donna afferrò un notes e una matita e scrisse tre numeri. Poi strappò il foglietto e lo appallottolò.
- Mila?-
-Sì. E’ l’ultimo esemplare.-
Peggio di uno scherzo, era una truffa.
-Ma se lei…se io non le...- La frase gli si seccò nella gola.
-Se l’esito non fosse quello sperato, le renderemo la somma.-
-Ma voi, in quale esito sperate?-
Luisa sorrise, poi unì le mani come in preghiera.
- Desideriamo ardentemente che la razza di queste sublimi creature sopravviva al nostro arido tempo. E l'unica strada per farlo, come spesso capita, resta la passione. Come la sua. -
- Una passione pericolosa. Secondo alcune teorie, dopo, loro...-
- Tutte le passioni sono pericolose. E nessuno si è mai pronunciato in modo univoco.-
- Non ho garanzie.-
- Se ne conosce la natura, capirà che non ne abbiamo neanche noi.-
Si fissarono negli occhi a lungo, nessuno dei due abbassò lo sguardo.
Poi l’uomo estrasse dalla tasca il libretto degli assegni e chiese una penna.
Si avviarono lungo un corridoio odoroso di cloro.
-Devo mettermi in costume da bagno?-
-Può stare come preferisce. Anche nudo, non si scandalizzerà.-
Raggiunsero una parete di vetro, che permetteva di scrutare nell’enorme vasca azzurrina.
-Può usare la scaletta per entrare. Io mi allontano, la realizzazione dei sogni non richiede testimoni.-
Arturo si spogliò completamente ed entrò nell’acqua tiepida. Nuotò verso il centro della piscina, poi immerse la testa tenendo gli occhi aperti e vide solo il fondale bianco, sfocato dall'acqua. Era solo. Truffato e solo.
Si distese sul dorso e chiuse gli occhi. Ripensò alle letture che avevano turbato la sua infanzia, alla malinconia di Andersen, al romanticismo de “Il pescatore e la sua anima” di Wilde, a Ulisse legato all’albero maestro, mentre i compagni si turavano gli orecchi con la cera. Il sogno che si trasformava in passione. La passione che si tramutava in ossessione. Era un pazzo, avrebbe dovuto spendere quei soldi in cure psichiatriche.
Poi una vibrazione gli sfiorò le spalle e con la coda dell’occhio scorse un guizzo argenteo.
Più tardi Luisa digitò un numero al cellulare.
- Sì, un ottimo cliente. Un vero cultore, si vedeva dallo sguardo. L'ho trovata davvero soddisfatta. Dobbiamo dare una ripulita alla vasca ma, se siamo fortunati, lei non sarà più l’ultimo esemplare.