La città senza colpa (Il Folletto delle brutte figure) - Ambra Stancampiano

Il Capitolo si aprirà ufficialmente lunedì 1 agosto 2016

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AmbraStancampiano
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La città senza colpa (Il Folletto delle brutte figure) - Ambra Stancampiano

Messaggio#1 » sabato 20 agosto 2016, 21:05

Il racconto dell'uomo barbuto sull'etichetta del Whisky.

La città senza colpa

"Secondo lei cosa ci vuole per migliorare la città di X?"
"A X ci volunu i bummi."
(A X ci vogliono le bombe)

Intervista di un tg locale del sud Italia


- Certo che questa via non è più la stessa senza alberi.
- Hai ragione, fa proprio schifo. Ma perché li hanno tagliati? Fuma, questa viene dall’idroponica di un amico.
- Una malattia, dicono.
- Boh… potevano buttare il legno però...
- Figurati, non buttano più manco la spazzatura. Dove sono finiti i cassonetti?
- Boh, li hanno tolti. Ma io li capisco, la gente mica può andare a cercarli.
- Sai che sta roba è veramente buona? Ho le allucinazioni o qualcosa si muove in quel tronco?
- È vero! Sembra una bambola!
- Naaah! Troppo brutta!
- Screanzati!
- Quel coso sta parlando!
-Certo che parlo! Sono il folletto della colpa! Cos’è questo schifo per strada?
- Ci deve perdonare, signor folletto. Questa è una piccola città e ci conosciamo tutti, ma a lei non l’abbiamo mai vista, non potevamo sapere…
- È vero, ci creda. E ha ragione lei, è uno schifo!
-Non importa. Sistemate quello che avete combinato!
- Magari fossimo stati noi. Non so chi ha tagliato gli alberi e buttato la spazzatura in giro, per queste cose dovete prendervela col sindaco.
- Il sindaco? È sua la colpa?
- È da quando l’abbiamo votato che va tutto male.

- Signor sindaco, c’è una… persona per lei.
- Chi è? Sono molto impegnato.
- È… un uomo molto basso. Insiste per vederla.
- È lei il sindaco?
- Io? Ma lei chi è?
- Sono il folletto della colpa, e questa città è senza alberi e puzza per colpa sua!
- Signor folletto… magari fosse colpa mia! Prego, si accomodi. Prenda una sedia.
- Non è colpa sua? E con chi dovrei prendermela?
- Io sono un uomo del popolo, un ambientalista. Prima di me questa città era governata da poteri forti, che mi hanno tagliato l’acqua.
- L’acqua? E che c’entra?
- L’acqua è tutto! Come posso nutrire gli alberi e pulire le strade?
-Ma allora di chi è la colpa?
- Dei padroni dell’acqua!
-E chi sarebbero?
- La fa facile, lei. Mica posso dirglielo…
- Ma io devo prendermela con chi ha la colpa!
- Facciamo così: lo scrivo su un pezzetto di carta, ma non dica a nessuno che la mando io.

- Salve, don Benito.
- Lei chi è? Mi ricorda qualcuno.
- Sono il Folletto della Colpa.
- Allora è lei! Era un caro amico di Nonna Assunta. Santa donna, sempre a urlare per il corridoio “Chi è stato?”
- Ma certo, donna Assunta! Come sta?
- Se n’è andata due anni fa.
- Mi spiace. Lei è il nipotino? Quello che rubava i biscotti?
- Spesso incappavo nel cucchiaio di legno della nonna.
- Ricordo. È stata una mia idea, sa? Poi l’ho brevettata e ho messo da parte un gruzzoletto. È un classico tra le nonne.
- L’ingegno paga quasi quanto le amicizie giuste, signor Folletto. Ma a cosa devo la sua visita?
- Caro don Benito, sono qui per darle la colpa! Questa città senza acqua sta andando in malora!
- E mi da la colpa così? Dovrei offendermi: c’è un vero pregiudizio sulla mia organizzazione. Mi creda, questo schifo non è opera mia.
- Non voglio offenderla, ma lei non può negare l’acqua alla città.
- Signor Folletto, l’acqua è poca. Non basta. Noi la diamo a chi se la merita.
- E perché la città non merita l’acqua? Colpa del sindaco?
- Lasci perdere il sindaco, la colpa è di quelli intorno a lui. C’è tanta confusione che non sanno neanche più chi comanda alla spazzatura.
- E ora che c’entra la spazzatura?
- Un mio caro amico, padre di famiglia, era il capo della spazzatura; degli invidiosi lo hanno fatto arrestare, che vergogna. Non c’è spazio per le persone perbene a questo mondo. Comunque, c'è stato un commissariamento, e ora i netturbini fanno quello che vogliono.
- Quindi la colpa è degli invidiosi… o dei netturbini?

- Pigliala, Enzo!
- Non tirarle troppo alte! Guarda che schifo qua dietro.
- Fottitene, tanto puliamo noi.
- Hai voglia di pulire?
- Certo che no! Prendila!
- Fanculo! Questa era piena di roba umidiccia.
- Differenziata… Brrr!
- Lo abbiamo detto alla gente che è inutile.
- Nessuno ascolta i netturbini.
- Peggio per loro. Oplà!
- Smettila di lanciarmi schifezze! Dove hai trovato una bambola così brutta?
- Come ti permetti?
- Ehi! Hai sentito?
- Che cosa?
- La bambola parla!
- Certo che parlo! Sono il folletto della colpa!
- Deve avere qualche bottone, cercalo.
- Giù le mani!
- Parla e fa la schizzinosa. Problemi coi netturbini?
- Ho problemi con lo schifo che c’è qua intorno, e la colpa è vostra!
- È pure spiritosa! Colpa nostra?
- Va di moda dare la colpa a noi. Pure quando ha chiuso la fabbrica di birra hanno dato la colpa agli operai.
- Comodo: la colpa a chi sta in basso e il culo a chi comanda.
- Ma io so tutto: hanno commissariato la spazzatura e adesso comandate voi.
- Oh, la bambola sa tutto! Non somiglia a quel giornalista?
- Certo, è brutta quanto Cavillis! Perché poi avranno scelto lui per presentare il tg...
- Perché ha venduto il culo a Paranza!
- Paranza? E chi è?
- Per essere una sotutto, non sei informatissima. Spiegaglielo tu chi è Paranza, Gianni.
- Se me lo ritrovassi davanti… altro che spiegare.
- Insomma, chi è questo Paranza? È sua la colpa?
- Paranza è il padrone della città.
- E della squadra di calcio! Ci ha fatto salire in serie A.
- Bei tempi… ricordi Enzo? Anche la città era diventata di serie A. Eravamo tutti dei Vip.
- Poi però Paranza ha fatto fallire la squadra e ha comprato la fabbrica di birra.
- Ci pagava in birra, che meraviglia!
- Poi ha fatto fallire anche la birra e ha comprato altre attività.
- Fallite?
- Brava, bambola sotutto. vuoi dare la colpa a qualcuno? Prenditela con lui.
- E portagli i saluti dei suoi ex operai.

- Signor Paranza?
- Si allontani!
- Ma… cosa sta facendo?
- Resti lontano, ho detto! Ormai ho deciso: mi ammazzo. Nessuno mi farà cambiare idea.
- Ma io non voglio farle cambiare idea! Mi sembra anzi una decisione nobile, dopo quel che ha combinato in città.
- Che c’entra la città?
- Mi scusi, ma se la birra, l’acqua, il degrado, il calcio e i fallimenti non c’entrano, perché vuole uccidersi?
- Ma lei chi è? Anzi, non mi dica niente. Una volta ho visto un uomo incontrare i suoi demoni in un film Disney, c’era di mezzo il Natale…
- Intende il Canto di Natale di Dickens?
- Non era Dickens, era Disney. Solo che, senza offesa, i miei demoni me li aspettavo diversi. Un po’ più carini forse.
- Io sono il folletto della colpa. Riesce a immaginare qualcosa di più brutto del concetto di colpa?
- In effetti ha ragione.
- Sono fiero di lei. Non è da tutti farsi schiacciare dal senso di colpa fino a questo punto.
- Niente senso di colpa: mi uccido perché preferisco morire ricco che patire la povertà.
- Povertà?
- Ho lavorato, ho avuto coraggio, ho fallito. Sono un sognatore. La gente mi ha amato finché ho avuto successo e poi mi han voltato tutti le spalle. Le uniche cose fedeli a un uomo sono le sue cose.
- S’immagini quanto piaccio io alla gente! Non si può sempre essere amati.
- Non è questo il motivo.
- E allora che succede? Di chi è la colpa del suo malessere?
- Dell’autorità portuense. Stanno costruendo un ponte da vent’anni, credevamo che non avrebbero mai iniziato, invece oggi hanno hanno fatto la posa della decima prima pietra!
- Embè? I ponti sono una cosa buona, uniscono.
- Venga, sieda accanto a me. Guardi il mare.
- Splendido panorama, non c’è che dire.
- Lasci perdere il panorama, guardi il mare. Vede? Miliardi di goccioline d’acqua ci separano dall’altra costa. Io sono ricco grazie a loro.
- A tutto c’è rimedio. Di chi ha detto che è la colpa? Ci parlo io.
- L’autorità portuense. Sono uffici, non si capisce niente.
- Dove posso trovarli?
- In fiera. Buona fortuna.

- Guarda quello! Tenta di scavalcare la fila perché è basso.
- Furbo!
- Signore? C’è la fila.
- Ou, rispetta la fila!
- Hanno ragione. Se vuole entrare deve fare la fila.
- Sto solo cercando gli uffici dell’autorità portuense.
- Anche per gli uffici c’è la fila. Sempre la stessa.
- Ma io sono il folletto della colpa, rappresento un concetto astratto. Non può chiudere un occhio?
- Ehi, nano! Se non torni in fondo veniamo a prenderti!
- Le conviene ascoltarli. Aspettano da molto.
- Ma cosa aspettano? C’è uno spettacolo?
- Domani c’è il concerto di Gigio Paolini.
- E aprite i cancelli da oggi?
- Ovviamente no. E adesso si sposti, sta intralciando la fila.
- Allora? Torni in fila o no?
- Oh, finalmente.
- In fondo, nano. E non provare a scavallare.
- I bambini oggi sono di una maleducazione…
- Ma che bambino, quello c’ha la mia età!
- Ma è così basso…
- Secondo me invece è un bambino! Ne ho uno in classe… chissà come fa sua madre…
- Meglio fare figli propri che badare a quelli degli altri!
- Signora mia…
- Pronto? Amore! No, sono in fila. Si, ancora. Lo so, che ci posso fare?
- I figli mi sarebbero piaciuti, ma ormai ho un’età.
- Mi raccomando la ricotta infornata! È essenziale per una buona parmigiana.
- Lo so che avevamo appuntamento! Ma se esco perdo il posto.
- E poi mio marito non ne ha voluti. È geloso anche del cane.
- La norma no, si fa in maniera completamente diversa!
- Compare! Un culo così non l’avevo mai visto!
- Briscola a mazze!
- Blablablablablablablabla
- Blobloblobloblobloblbobloo
- Ah, rieccola. Sono 80€ per il concerto.
- Ma io devo andare agli uffici dell’autorità portuense.
- Gli uffici a quest’ora sono chiusi.
- BASTA! Non ce la faccio più! Devo essere finito all’inferno!
- Che ha quello? Perché si scalda tanto?
- State zitti! Se questa città è uno schifo la colpa è vostra! Di tutti voi!
- Signore, si calmi. O paga il biglietto o va via. Non faccia l’incivile.
- Voi… VOI siete la popolazione più incivile che io abbia mai incontrato!
- Ma con chi ce l’ha?
- VOI sporcate, distruggete, ammorbate casa VOSTRA col VOSTRO disprezzo!
- Ma che dice questo? È matto?
- Signore, non sbatta la testa contro le colonne. Sono fragili. Le hanno costruite durante il terremoto.
- Ma se la colpa è di tutti, non è di nessuno. Voi avete la colpa di non avere colpa!
- La smetta di prendere a testate la colonna! Ma non si fa male?
- Ma contemporaneamente non avete la colpa di avere la colpa!
- Qualcuno faccia qualcosa, questo è matto!
- Matto ci sarà lei! Rispetto per gli anziani!
- Ma se è un bambino!
CRASHHHBRADABAMSBARABRUMTATATATACRASHHHHHHHHHHH
- Ehi,che succede? Crolla tutto!
- Fuggite, presto!
- Via, via, via!
- E il nano?
- Lascialo perdere! È tutta colpa sua!


Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

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AmbraStancampiano
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Re: La città senza colpa (Il Folletto delle brutte figure) - Ambra Stancampiano

Messaggio#2 » domenica 21 agosto 2016, 11:36

Ciao!
Scrivo oggi a mente fresca il mio commento al racconto.
Partiamo dal libro e dall'autore: Stefano Benni è uno dei miei scrittori italiani preferiti e l'ho letto e riletto moltissimo nel corso degli anni. In particolare ho sempre apprezzato molto i suoi racconti brevi, proprio perché riesce a scrivere utilizzando stili estremamente diversi e una gamma di temi che va dall'aulico ai problemi del quotidiano. Devo dire che a "Il bar sotto il mare" preferisco "L'ultima lacrima", che è una semplice raccolta di racconti senza lo stratagemma del bar e della foto.
Ho scelto "Il folletto delle brutte figure" perché più che una parodia delle leggende Irlandesi io ci ho visto una satira della cosiddetta "società bene" e di tutti coloro che cercano di avvinghiarvisi un po' come dei parassiti. Insomma, gli arrivisti. Devo dire che inizialmente avevo intenzione di imitare solo l'intento satirico del racconto, da cui ho preso in prestito la figura del folletto, e per lo stile mi ero rifatta un po' più a "Il più grande cuoco di Francia". Era uscito un bel lavoro di quadretti sempre diversi con una piccola descrizione iniziale e un dialogo, ma stavo sui 25.000 caratteri. Dovevo scrivere un racconto breve, temo di essere sfociata in un'opera teatrale -_-'. Lo so che mi capita spesso, ma stavolta il problema non sono state le mie supermasturbazioni descrittive o chissà che, semplicemente avevo veramente troppe cose da dire. Conosco bene l'oggetto della mia satira, e oltre al voler rendere giustizia alle straordinarie descrizioni di Benni, sentivo la necessità di raccontare una realtà locale in modo da farla comprendere fino in fondo anche a chi non avesse mai messo piede in una qualsiasi città del sud italia.
Vista l'eccessiva sovrabbondanza di caratteri, sono stata costretta ad aggiustare il tiro: via i quadretti, via le descrizioni, via alcune scene. Mi sono mantenuta fedele allo stile del racconto, tutto dialogato, e mi sono anche concentrata e divertita sulla voce e i difetti del parlato, gli intercalare dei miei personaggi per tentare di renderli riconoscibili. Certo, mancano i superaggettivi e le assonanze alla Benni, tutte concentrate nelle descrizioni che ho tagliato, e dovendo limare alcune scene ho ridotto e semplificato l'intreccio, ma spero che stavolta i tagli non si percepiscano in maniera castrante come alla Steampunk edition.
In più, per rispettare anche la veste grafica di alcuni racconti di Benni, mi sono divertita (e ammazzata) con la formattazione per rendere alcuni difetti di pronuncia, voci molto acute e così via.
Insomma, nonostante i più di 15.000 caratteri di tagli, spero di aver fatto un buon lavoro. Io ne sono soddisfatta. Buona edizione a tutti!
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

valter_carignano
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Re: La città senza colpa (Il Folletto delle brutte figure) - Ambra Stancampiano

Messaggio#3 » domenica 21 agosto 2016, 16:48

Ciao
tranne che per la tua descrizione non so come fosse l'extended version, ma secondo me questa che hai postato è davvero molto, molto efficace.
Concordo con te che Il folletto delle brutte figure è una satira del perbenismo, secondo alcuni molto riuscita, secondo altri un po' facile. Quindi il tuo riferimento secondo me è azzeccato.
Non giudico lo stile in relazione a Benni, lo faranno altri più esperti di me e/o i moderatori. Il racconto per me è molto buono, scorre veloce e leggero e rende benissimo la tragica e grottesca situazione di un certo Paese mitologico e mai esistito che assolutamente non ha nulla in comune con il nostro.

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ceranu
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Re: La città senza colpa (Il Folletto delle brutte figure) - Ambra Stancampiano

Messaggio#4 » giovedì 25 agosto 2016, 23:42

Ciao Ambra, bellissima prova. Lo stile di Benni c'è sia nei dialoghi che nel tema trattato. Abbiamo anche il surreale in primo piano, quindi non ho critiche da muoverti. Leggendo il racconto non potrei pensare al resto delle battute che hai tagliato, va bene così.
Insomma: un racconto Benniano, frizzante, divertente e dalla tematica scottante. Complimenti!

Andrea Dessardo
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Re: La città senza colpa (Il Folletto delle brutte figure) - Ambra Stancampiano

Messaggio#5 » venerdì 26 agosto 2016, 14:57

Lo stile e l'ambientazione mi sembrano assai aderenti alla prosa di Benni, come pure la tematica sociale; forse, secondo me, c'è un eccesso di moralismo e la spiegazione finale esplicita si discostano un po' dall'autore di riferimento, che anche nel criticare la nostra società, mi pare, preferisca rimanere nel campo dell'assurdo, ma di Benni ho letto solo “Il bar sotto il mare” e “Dottor Niu”. Complimenti per la pazienza nell'editing! In questo caso funzionale al racconto.
Non so che cosa tu abbia tagliato, il racconto va bene così com'è nel ritmo e nell'azione.

Fernando Nappo
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Re: La città senza colpa (Il Folletto delle brutte figure) - Ambra Stancampiano

Messaggio#6 » sabato 27 agosto 2016, 10:57

Ciao Ambra,
mi sembra che il tuo raccconto sia abbastanza aderente allo stile di Benni, così come il tema che hai utilizzato, tutto declinato sulla responsabilità sociale. Il finale paga pegno, a mio avviso, a un eccesso di moralismo un po' troppo esplicitato. Però che alla fine la colpa finisca per essere del nano è un bel colpo, divertente e azzeccato.
Non so come fosse la versione extended, ma questo mi pare già molto buono così.

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maria rosaria
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Re: La città senza colpa (Il Folletto delle brutte figure) - Ambra Stancampiano

Messaggio#7 » martedì 30 agosto 2016, 9:19

Ciao Ambra.
Mi ha colpito molto il tuo racconto per il modo in cui hai usato i dialoghi: veloci, divertenti, ironici. Con il dialogo hai disegnato un mondo, una società, dove la colpa è di tutti e di nessuno allo stesso tempo. Dove le responsabilità si rimpallano da Tizio a Caio a Sempronio in un percorso quasi infinito.
Bella rappresentazione parodistica del nostro mondo squinternato, in linea, a mio avviso, con lo stile di Benni.
Maria Rosaria

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Peter7413
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Re: La città senza colpa (Il Folletto delle brutte figure) - Ambra Stancampiano

Messaggio#8 » domenica 4 settembre 2016, 12:43

Ottima prova, davvero. Il racconto si legge bene, la mimesi rispetto a quello che hai dichiarato come fonte d'ispirazione è quasi perfetta. Il finale è la ciliegina perfetta, anche se calcherei di meno sulla sfuriata del nano che rischia di passare per eccessivamente moralista. Ho notato che hai anche usato i trattini, come nell'antologia. Ci avevo pensato anch'io, ma alla fine ho desistito pensando che poi, comunque, in vetrina (caso mai ci fosse arrivato) sarebbe stato editato per conformarlo alla linea editoriale. Un ottimo racconto.

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francescocascione
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Re: La città senza colpa (Il Folletto delle brutte figure) - Ambra Stancampiano

Messaggio#9 » domenica 4 settembre 2016, 21:59

Ciao Ambra

il racconto mi è piaciuto.
Mi è piaciuto per i tempi, per l'escalation, per i dialoghi e ovviamente per lo stile.
I tempi.
Ben dosati, con una buona capacità di introdurre il personaggio, la missione, e le varie controparti.
L'escalation. Probabilmente è il punto di forza del racconto con la ricerca delle 'responsabilità' che va di pari passo il classico scarico barile con il cerchio che si chiude con lo stesso personaggio - i cittadini - che lo hanno aperto.
I Dialoghi. Ben fatti. Caratterizzano i personaggi, con rimandi verso il folletto protagonista che ne tracciano forma e caratteristiche pezzo per pezzo.
Il tutto in una confezione Benniana.

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AmbraStancampiano
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Re: La città senza colpa (Il Folletto delle brutte figure) - Ambra Stancampiano

Messaggio#10 » lunedì 5 settembre 2016, 1:12

Ciao a tutti, e grazie davvero per i commenti, gli apprezzamenti e i consigli.
La versione da 25.000 caratteri traeva ispirazione stilisticamente da un altro racconto - Il più grande cuoco di Francia - ritraendo dei quadretti in cui poi avevano luogo i dialoghi. Temevo che i botta e risposta, da soli, non riuscissero a dipingere con precisione le situazioni in cui si trovava il folletto, e sono lusingata di vedere che invece sono riuscita a raccontare esattamente quel che volevo.
Riguardo al moralismo finale... ricordatevi che il protagonista è il folletto della colpa! ;)

Alla prossima!
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

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