Arthur

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Angela
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Arthur

Messaggio#1 » giovedì 21 luglio 2016, 22:35

Mentre tornava dall’opificio, dopo una dura giornata di lavoro, Arthur vide il pupazzo in bella mostra nella vetrina di un negozio. Si avvicinò tirando su con il naso e si pulì con la manica sporca di grasso. Era proprio un bel giocattolo, vestito di tutto punto con un completo rosso di velluto, il cappello e gli scarpini con le fibbie dorate. La faccia di porcellana con occhi vispi e luminosi, tradiva un’espressione nostalgica e vagamente sognante.
Il bottegaio si materializzò sulla porta rabbrividendo per le folate gelide.
- Vedo che ti interessa “il principino” - disse indicando il bambolotto. Soppesò il giovane che aveva davanti era troppo magro e sporco per avere qualche spicciolo in tasca. - Comunque non è in vendita. Lo esponiamo ogni anno per volontà del Conte Anselmi, casomai qualcuno fosse in grado di farlo funzionare.
Arthur lo fissò con gli occhi grigi, di una tonalità più scura rispetto a quella del cielo.
- Perché, cosa fa il pupazzo?
Il venditore alzò le spalle.
- Nessuno lo sa, ma sotto gli abiti ci sono un groviglio di ingranaggi e molle. Potrebbe fare qualsiasi cosa.
Ad Arthur venne in mente una donna che molti anni prima lo aveva fermato in mezzo alla strada e gli aveva detto che lui era un principino. Poi aveva tentato di mettergli una mano sotto la camicia e lui aveva attribuito quel gesto a quello di una puttana. La donna era sparita urlando e non l’aveva più vista. Si tastò sotto la camicia e trovò il ciondolo che aveva al collo quando era stato affidato all’orfanotrofio. Un ciondolo a forma di ruota dentellata di nessun valore.
Il giorno dopo, mentre lavorava nell’opificio e le macchine bruciavano carbone senza sosta sprigionando un fumo denso che saliva a fiotti verso i lucernari, pensò ancora a lei.
Dopo il lavoro, Arthur raggiunse il negozio e si fermò sulla porta. All’interno c’era un signore ben vestito, con un cappello a cilindro e una giacca a doppio petto con le maniche svasate sul polso. Stava parlando con il negoziante che agitava le mani e si inchinava a ripetizione ed entrambi indicavano il pupazzo. Arthur pensò che fosse un compratore e si decise a entrare.
Appena il bottegaio lo vide, tentò di cacciarlo spingendolo verso l’uscita.
- Via, ti ho già detto che l’oggetto non è in vendita!
Arhur si divincolò gridando che lui sapeva come muovere il pupazzo, ma il bottegaio lo spinse via e gli sibilò che il Conte, a causa di un imprevisto, era venuto prima del tempo e di certo non tollerava scene pietose.
- Fallo provare.
La voce del Conte mise fine alla disputa e Arthur si liberò delle spire del bottegaio.
- Soltanto una persona potrebbe farlo funzionare - disse il Conte. Fece una pausa in cui sembrò che tutti trattenessero il fiato.
- Mio figlio. Il bambino che mi è stato strappato dalla balia che aveva perso il senno.
Arthur aprì la mano, nel palmo stringeva il ciondolo. Poiché non si decideva, il Conte caricò la molla del giocattolo al posto suo.
Come la bambola aprì le braccia, così fece il Conte.


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antico
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Re: Arthur

Messaggio#2 » giovedì 21 luglio 2016, 22:46

Tutto ok con i parametri! Buona STEAMPUNK EDITION, Angela!!!!

Gabriele Macchiarella
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Re: Arthur

Messaggio#3 » venerdì 22 luglio 2016, 18:23

Ciao Angela
Di per sé è un racconto valido. Gradevole nella lettura e molto scorrevole, non annoia nemmeno per un attimo.
Riguardo all'epoca in cui hai ambientato il tuo racconto, potremo anche esserci.
Premetto che questo è per me un genere quasi sconosciuto. Mi sono documentato a riguardo solo negli ultimi giorni per via del contest, lo ammetto. Mio modesto parere, non mi sembra un racconto che percorra il filone del genere Steampunk.
A parte questo, lo ripeto, un ottimo racconto. Complimenti!

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maria rosaria
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Re: Arthur

Messaggio#4 » venerdì 22 luglio 2016, 18:24

Ciao Angela.
Il racconto ha il sapore delle fiabe (e qui, lo so, mi gioco un’amica ;-) ). Ma questo è un pregio, è la tua cifra e non inficia affatto la storia. Mi piace l’idea e come l’hai sviluppata.
Forse non proprio steampunk, genere che non padroneggio affatto e di cui mi sono fatta un’idea leggendo Mondo9 di Tonani e la definizione che ne ha dato qui sul forum Roberto Cera.
Due piccolissimi appunti sulla scrittura.
1)
Angela ha scritto:Soppesò il giovane che aveva davanti era troppo magro e sporco per avere qualche spicciolo in tasca.

manca una virgola, o meglio un due punti, dopo “soppesò il giovane che aveva davanti”;

2)
Angela ha scritto:- Nessuno lo sa, ma sotto gli abiti ci sono un groviglio di ingranaggi e molle. Potrebbe fare qualsiasi cosa.

Qui preferirei “c’è un groviglio” perché il verbo si riferisce a groviglio.

Il tema mi sembra rispettato.
Ottimo il finale in cui l’automa apre le braccia insieme al padre di Arthur.
Maria Rosaria

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Angela
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Re: Arthur

Messaggio#5 » venerdì 22 luglio 2016, 18:36

Ringrazio entrami per i commenti e penso abbiate centrato il punto, cioè la mia scarsa conoscenda del genere Steampunk. Penso che in molti si siano imbarcati in questo progetto con tanta buona volontà, ma scarsi mezzi. Mi fa piacere che il testo vi sia piaciuto, io mi sono innamorata delle fiabe da quando ho letto Calvino e mi sembra che la passione non si sia mai spenta, anzi, è diventata una sorta di progetto (ancora in embrione).
Grazie mille ad entrambi per il commenti e gli appunti di cui faccio sempre tesoro. Se sono migliorata lo devo soprattutto a chi ha speso tempo per me. Grazie :)
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Zebratigrata
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Re: Arthur

Messaggio#6 » domenica 24 luglio 2016, 12:23

Ciao Angela,
nella tua storia vedo una suggestione di Steampunk, per via della chiavetta a forma di ingranaggio e dell’ambientazione ‘ottocentesca’, però non mi sembra che si tratti di elementi fondamentali per la storia: basterebbe una chiavetta qualsiasi, e il riferimento ‘stiampunk’ si perderebbe senza conseguenze.
La trama in generale è molto prevedibile. Non è di per sé un problema ma in questo caso non dai ai personaggi uno spessore che giustifichi la banalità della trama e renda il racconto comunque godibile.
Il commerciante in particolare mi sembra un po’ una macchietta e non si comporta in maniera coerente: prima è lui che spontaneamente si mette a parlare del pupazzo, e poi scaccia il ragazzo senza apparente motivo. Non ha nemmeno molto senso che il Conte lo faccia esporre solo di tanto in tanto se vuole veramente ritrovare il figlio.
Nel finale è un po’ anticlimatico il fatto che questo figlio perduto alla fine non faccia nemmeno partire la bambola. Insomma, diamogliela questa piccola soddisfazione.
‘Fiotti’ mi sembra una parola più adatta a un liquido che a del fumo.

alexandra.fischer
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Re: Arthur

Messaggio#7 » domenica 24 luglio 2016, 13:23

ARTHUR Di Angela Catalini Il tema steampunk è pienamente rispettato (dalla bambola meccanica in grado di fare qualsiasi cosa, all’opificio in cui lavora Arthur) ed è scritto molto bene, l’atmosfera vittoriana c’è tutta. C’è anche il feuilleton ottocentesco (tema del piccolo nobile smarrito per colpa della balia pazza, ma con ciondolo di riconoscimento. E ricongiungimento con il padre). Interessante il particolare del Conte Anselmi che fa esporre al bottegaio la bambola nella speranza che il figlio la veda. Atmosfera sognante. Il lettore medio, però, potrebbe avere difficoltà a trovare verosimiglianza in alcuni punti (se Arthur è un ragazzino, come possono essere passati molti anni da quando la donna lo ha toccato sotto la camicia. Chi era la donna? La balia pazza rinsavita? E poi, nel finale, il conte aziona la bambola al posto di Arthur, ma non avrebbe dovuto farlo quest’ultimo, visto che saperlo fare era il requisito base per farsi riconoscere dal padre? Possibile che basti il ciondolo?

Attenzione: meglio scrivere “il principino” maiuscolo.

greg
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Re: Arthur

Messaggio#8 » lunedì 25 luglio 2016, 12:54

Ciao Angela, il tuo racconto mi è piaciuto. La lettura risulta scorrevole. Premetto che la mia conoscenza dello steampunk è molto limitata, ma mi sembra comunque che il tema sia stato centrato. Personalmente non ho capito perché Arthur, che sembra desiderare molto provare ad azionare il pupazzo, rimanga immobile quando gli viene data la possibilità di girare la chiave. Mi sono chiesto anche come sia possibile che il bottegaio, dopo aver incuriosito il ragazzo con la sua spiegazione, non gli voglia dare la possibilità di provare a girare la chiave. Rimane comunque un buon lavoro e in particolare mi piace molto come hai concluso la storia.
Ultima modifica di greg il mercoledì 27 luglio 2016, 15:59, modificato 1 volta in totale.

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Angela
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Re: Arthur

Messaggio#9 » lunedì 25 luglio 2016, 17:08

@Zebratigrata - Abbastanza d'accordo sulla scarsa attinenza Steampunk, ne ero consapevole già prima di scriverlo :)

@Alexandra - Temo che il finale sia troppo accelerato, difatti mi erano rimasti due o tre caratteri. Penso la confusione sia dovuta proprio a questo.

@Greg - Ci sono tante informazioni che non vengono date in questo racconto, quella principale è la vaga rassomiglianza con Artù. Non ci sono spade nella roccia, ma una bambola che solo una persona è in grado di attivare. Grazie per il commento positivo, mi piace moltissimo quando mi dicono che la lettura risulta scorrevole perché è il primo obiettivo che mi pongo quando scrivo.

Ancora grazie a tutti voi in particolare per gli appunti.
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ceranu
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Re: Arthur

Messaggio#10 » martedì 26 luglio 2016, 0:13

Ciao Angela, ben trovata.
Partiamo subito dalla parte che mi cruccia di più: il tuo racconto è steampunk?
Io ci ho trovato tanto vittoriano, ma niente di steampunk se non nella follia della balia che crede che il ragazzo possa essere il gioco del Conte. A questo punto potrei pensare che il giocattolo fosse un robot, ma devo solo dedurlo perché da quello che ci fai vedere il gioco è solo un aggeggio meccanico come ne sono stati costruiti molti.
Detto questo il racconto è godibile anche se un po' scontato nel suo svolgimento.
Ho notato che in molti si sono buttati su rivisitazioni di grandi classici, nel tuo caso c'è la solita storia del “principe” rapito in fasce che ritrova il padre perduto.
In conclusione: racconto nella media senza sbavature ma senza grandi spunti.

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raffaele.marra
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Re: Arthur

Messaggio#11 » martedì 26 luglio 2016, 0:24

Mi piace l’ambientazione che hai creato per questo tuo racconto, e per ambientazione mi riferisco al contesto urbano/industriale e ai personaggi che lo popolano. Il tutto è definito abbastanza bene, nonostante i pochi caratteri a disposizione. La storia incuriosisce fin dal principio e il finale, sebbene non totalmente imprevedibile, è comunque ben pensato e non lascia affatto indifferenti. L’unico appunto che sento di farti è nella frase finale “Come la bambola aprì le braccia, così fece il Conte” che certamente è perfettamente funzionale a svelare in coda il segreto che domina l’intero racconto, ma formalmente mi sembra un po’ frettolosa, direi sottotono rispetto allo stile che si ritrova nel resto dello scritto. Comunque, devo dire, si tratta probabilmente di gusto personale, quindi il mio “brava” è sincero e meritato.

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Angela
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Re: Arthur

Messaggio#12 » martedì 26 luglio 2016, 10:28

Grazie per i commenti anche a Ceranu e Raffaele. Purtroppo, non ho letture del genere Steampunk al mio attivo, quindi era in preventivo fare un lavoro che c'entrava poco. Quando alla storia prevedibile, non ci avevo pensato. Mi piaceva l'idea di un principino rapito e poi, grazie a un pupazzo meccanico, ritrovato.
Raffaele, hai criticato la frase che mi piace di più! Però è vero che risulta frettolosa e forse meritava qualche carattere in più che però non avevo.
Grazie per lettura e commenti a tous le monde.
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Adry666
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Re: Arthur

Messaggio#13 » martedì 26 luglio 2016, 16:30

Ciao Angela,

il tuo racconto è scritto bene, fluido, senza particolari refusi, si fa leggere. Brava.
Tuttavia non riesco a coglierne la sfumatura steampunk, non vedo fantascienza in questo racconto, ma più che altro mi sembra di leggere una fiaba, una bella fiaba, ma non SP.

Analizzando nello specifico la storia ci sono alcune cose che non ritornano:
- il ruolo della donna / balia;
- l’astio del burattinaio verso il ragazzo;
- il significato del ciondolo.

Insomma, buona prova ma poco SP (secondo me ovviamente)
Ciao
Adriano

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Barbara Comeles
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Re: Arthur

Messaggio#14 » venerdì 29 luglio 2016, 7:23

Un passaggio anche per me. Era da tanto che non ti leggevo. Bella storia molto gradevole, anche un po' strappalacrime. Non so se sia SP ma mi è piaciuta.

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antico
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Re: Arthur

Messaggio#15 » domenica 31 luglio 2016, 13:40

Di steampunk forse c’è poco perché non basta un ingranaggio e l’epoca a far si che lo si rispetti, ma il racconto è molto buono davvero. L’idea è ottima e la realizzazione più che sufficiente. Forse in alcuni punti potevi fare meglio, ma il finale è perfetto e tanto basta. Per me pollice su per il racconto perché lo voglio in vetrina, la merita. Pollice ni per il rispetto del genere di riferimento e anche un po’ per il tema in quanto di vapore c’è pochino. Media di pollice tendente all’alto, ma ammesso in Vetrina senza bisogno del Laboratorio.

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Angela
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Re: Arthur

Messaggio#16 » domenica 31 luglio 2016, 14:14

Grazie Antico! Era un po' che mancavo dalla vetrina e mi fa molto piacere tornare con un pezzo delicato che di Steampunk forse non ha nulla (io non ho mai letto questo genere), appartiene più alla fiaba. Ti ringrazio molto e ne approfitto per salutarvi, perché dovrò rinunciare a MC, almeno per il momento.
Ho preso un impegno con una rivista letteraria e devo portare avanti una rubrica settimanale e questo include anche il lavoro di revisione dei pezzi degli altri autori (la redazione è di tipo orizzontale); senza contare i premi letterari che rincorro con il fiatone e un progetto letterario che è nato dopo il primo Camaleonte.
A questo va aggiunto che ho anche uno pseudonimo che ha pubblicato recentemente con una CE e di cui mi devo occupare.
MC è stato un punto fermo per un anno intero, mi ha aiutato a mantenere il contatto con la scrittura in un momento difficile e questa è stata di gran lunga la cosa migliore che mi sia capitata qui; oltre ad aver incontrato delle persone vere, oneste, leali come non se ne fanno più :)
L'augurio che faccio ai miei colleghi autori è di riuscire a mantenere un rapporto giocoso con la scrittura anche quando si inseguono impegni professionali, perché la scrittura sia sempre piacevole, divertente e mai fonte di stress.
Un saluto in particolare a Maurizio Bertino, con cui ho avuto anche battibecchi - come accade nelle migliori famiglie - ma che resta uno dei più grandi, in tutti i sensi possibili del termine.
In bocca al lupo per tutti i vostri obiettivi, piccoli o grandi che siano e buona scrittura amici! ♥
Uno scrittore è un mondo intrappolato in una persona (Victor Hugo)

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